VII
legislatura
39.
Seduta
di martedì 27 novembre 2001
Presidenza del Presidente
Luigi Fedele
Maddalena BASILE, Segretario ff
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Maddalena BASILE, Segretario
ff
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Da un formale incontro con i capigruppo si è deciso di rinviare i lavori alle 15,30.
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.
Vorrei chiedere, signor Presidente, l’inversione dell’ordine del giorno
tenuto conto che la struttura dell’assessorato bilancio, dottor Cirò, ha
bisogno del tempo per poter meglio ristrutturare la variazione di bilancio per
cui ritengo che sarebbe opportuno rinviare i primi due punti all’ordine del
giorno e procedere con il terzo.
Lei ha chiesto tempo ma non ha detto quanto. L’espressione tempo è
indefinita…
Un’ora di tempo.
Pongo in votazione la proposta dell’onorevole Galati.
(Il Consiglio approva)
Si passa al punto tre dell’ordine del giorno che recita: Progetto di legge numero 37/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per l’attuazione del diritto allo studio universitario in Calabria”.
L’onorevole Galati, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il progetto di legge di iniziativa
del governo regionale che detta norme per l’attuazione del diritto allo studio
universitario in Calabria viene a colmare una lacuna che esiste da oltre dieci
anni nella legislazione regionale.
Infatti la legge dello Stato numero 390 del 2 dicembre 1991 sul diritto
degli studi universitari, all’articolo 25 stabilisce che le Regioni
costituiscono per ogni università un apposito organismo di gestione dotato di
autonomia amministrativa e gestionale.
Il disegno di legge regionale prevede in conformità alla predetta legge
l’istituzione di agenzie regionali per il diritto allo studio universitario –
Ardis – che subentrano all’ente per il diritto allo studio universitario – Edis
– istituito con legge regionale numero 32 del 12 novembre 1984.
Al riguardo si precisa che le agenzie vengono istituite nelle sedi universitarie di Catanzaro e Reggio Calabria mentre per Cosenza le competenze attribuite alle agenzie vengono affidate, tramite apposita convenzione prevista dall’articolo 25, all’università della Calabria in conformità a quanto stabilito dall’articolo 26 della citata legge nazionale numero 390 che al secondo comma recita testualmente “sono fatte salve per l’università della Calabria le specifiche disposizioni in materia di diritto agli studi universitari di cui alla legge 12 marzo 1968, numero 442”. Quest’ultima legge è quella istitutiva dell’università della Calabria, Unical.
Con il disegno di legge che il Consiglio regionale si appresta ad approvare si dà concreta attuazione ai principi contenuti negli articoli 3 e 34 della Costituzione e dello Statuto regionale. L’articolo 3 stabilisce, tra l’altro, che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
L’articolo 34 dispone che la scuola è aperta a tutti; capaci e meritevoli anche se privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze che devono essere attribuite per concorso.
Le finalità previste dal disegno di legge sono realizzate attraverso l’erogazione destinataria di cui all’articolo 2 della legge dei seguenti servizi e benefici: borse di studio, alloggi, ristorazione, trasporti, informazione ed orientamento al lavoro, prestiti d’onore, servizi culturali, sportivi, ricreativi, librari ed editoriali, viaggi di studio e di ricerca, interscambi culturali con l’università italiana e le università straniere, assistenza sanitaria e medicina preventiva, interventi a favore di studenti portatori di handicap e ogni altro intervento ritenuto utile in coerenza con la presente legge e con la programmazione regionale di cui all’articolo 24.
Inoltre nel citato articolo 2 il disegno di legge stabilisce che beneficiari degli interventi sopra indicati siano non solo gli studenti universitari e i cittadini italiani ma, a condizione di reciprocità, anche gli studenti di nazionalità straniera, gli apolidi e i rifugiati politici.
E’ necessario rilevare che i fondi previsti per l’attuazione della legge sono insufficienti, occorre attingere al fondo globale di bilancio per l’esercizio finanziario 2002, una ulteriore quota da aggiungere a quelli già previsti per il diritto allo studio universitario.
La necessità di una maggiore spesa rispetto a quella prevista per il diritto allo studio è determinata non solo e non tanto per il finanziamento degli organi delle agenzie: Presidente, consiglio di amministrazione e revisori dei conti, ma soprattutto per migliorare i servizi agli studenti e per aumentare le fasce di utenti in relazione al reddito familiare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
Ho da proporre, Presidente, un emendamento in merito alla legge in discussione all’articolo 6…
Onorevole Pisano lo farà rilevare al momento della discussione dell’articolato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo disegno di legge ha per così dire un percorso abbastanza antico. Era giacente già da due legislature passate e successivamente, con la riforma del sistema universitario è diventata più proficua la discussione che c’è stata, una discussione abbastanza complessa come richiamava prima il relatore. Si è lavorato con i rappresentanti delle università calabresi, nella accezione più larga, dal mondo del rettorato a quello degli studenti al mondo delle rappresentanze scolastiche.
Col lavoro messo in atto si tenta di sanare anche qui una ferita antica, cominciando a mettere in moto un primo barlume di sistema universitario calabrese sul versante dei servizi, perché appunto questa norma interviene in materia di servizi, non ha competenze su altri settori e però anche qui c’era una condizione da confusione. Erano ormai diversi anni che il sistema dei servizi era in regime di commissariamento e c’era una condizione di approssimazione.
Si richiamava anche qui il fatto che il testo di legge si sforza di tener conto anche di quelle che sono le normative nazionali di riferimento. Vorrei chiarirlo per evitare che si possano ingenerare equivoci. Penso per esempio alla legge istitutiva dell'Unical, che affida la possibilità di gestione dei servizi da parte della stessa struttura universitaria.
Dopo una discussione proficua su questo terreno, c’è stata una sintesi che noi per quanto ci riguarda riteniamo positiva, cioè quella di non procedere ad una frammentazione dell’erogazione dei servizi stessi affidando in regime di convenzione - per come la legge istitutiva prevede – la possibilità di gestire unitariamente i servizi all’Unical facendo anche su questo terreno uno sforzo che dà una struttura sicuramente più solida, e andando alla costituzione degli organismi dirigenti nelle due Ardis per quanto riguarda le strutture universitarie di Reggio Calabria e Catanzaro.
A questo percorso abbiamo dato il nostro contribuito esprimendo alla fine un giudizio favorevole. Vorremmo richiamare anche qui, come abbiamo fatto in Commissione, dove abbiamo ritrovato anche la sensibilità dell’assessore Zavettieri, il fatto che questa nuova legge pone un problema di risorse, complessivamente la Regione ancora spende troppo poco per il sistema universitario. Se ieri ci poteva essere qualche scusante rispetto alle competenze e alla fragilità non essendoci un sistema, con l’approvazione della legge regionale anche queste scusanti vengono meno.
Riteniamo che il Consiglio e la Giunta regionale insieme debbano operare uno sforzo reale in questa direzione, perché altrimenti rischieremmo di fare semplicemente degli annunci e non di garantire servizi. Su questo terreno noi abbiamo un capitolo di bilancio in materia di diritto allo studio che negli anni si è prosciugato, che da circa dieci anni è cristallizzato. Se questa norma non trova uno sforzo serio rispetto alla disponibilità delle risorse noi rischiamo in materia di alloggi, di trasporti, di biblioteche e quant’altro di fermarci solo ad un enunciato. Riteniamo perciò che la Finanziaria debba fare uno sforzo serio se non vogliamo che ci sia un lavoro positivo sul piano della normativa ma fortemente parziale sulla ricaduta.
Questo elemento ci è stato fortemente rivendicato dalla rappresentanza degli studenti calabresi quando hanno lamentato con forza quelli che sono i problemi antichi e nuovi, da quelli alloggiativi dentro le città universitarie calabresi, a quelli dei trasporti per quanto riguarda il pendolarismo, alle nuove strumentazioni in termini di multimedialità e di biblioteche che possano garantire un supporto vero al mondo studentesco calabrese.
Parliamo oltretutto di una platea consistente, circa 30 mila ragazzi calabresi e non solo, che fanno riferimento al sistema universitario della nostra regione.
In tal senso noi staremo a verificare se questo sforzo realmente ci sarà; si punta ad un capitolo di 10 miliardi, ma ormai non ci sono problemi su questa annualità essendo alla fine dell’anno finanziario e solare.
Per quanto ci riguarda verificheremo la prossima proposta di bilancio, se la posta nel capitolo dovesse rimanere lo stessa, dovremmo prendere atto che questa norma rischia di essere senza risultati e benefici per gli studenti calabresi.
Si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato proposto emendamento a firma dell’onorevole Pisano.
Presidente, all’articolo 6 propongo emendamento al punto d) che così recita <<sostituire “designati dal Consiglio regionale” in “designati dalla Giunta regionale”>>.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
A dir la verità mi sembra indefinibile questo approccio. Vorrei ricordare al relatore, onorevole Galati, ma anche allo stesso assessore che ha partecipato a più riunioni di Commissione che su questo terreno c’è stata una discussione molto ampia che ha poi trovato un equilibrio all’unanimità. Ora, a differenza di quanto assunto in Commissione, c’è la volontà in Aula di riconoscere alla Giunta regionale il diritto di esprimere la Presidenza dell’Ardis: è un fatto inaudito voler portare la rappresentanza del Consiglio regionale - quindi non di una parte – tra le competenze della Giunta regionale.
Oltretutto il testo per questo suo equilibrio è stato votato all’unanimità, confermando quella impostazione; oggi, invece, si arriva all’articolo 6 e si tenta il colpo di mano. Mi pare che siamo in presenza di un atteggiamento che non può essere improntato all’ordinaria dialettica politica.
In più sedute di Commissione i consiglieri anche della maggioranza hanno concordato una impostazione, si arriva in Consiglio e sistematicamente, quando ci sono questioni di incarichi, di posti da ricoprire si tenta il colpo di mano, a questo punto ritiene allopra superfluo discutere e licenziare provvedimenti nelle Commissioni.
Onorevole Pacenza, non credo si tratti di colpo di mano, era solo una proposta di emendamento che l’onorevole Pisano ha ritenuto di presentare.
Prego, assessore Zavettieri.
Signor Presidente, intanto chiederei all’onorevole Pacenza di non alzare i toni della polemica perché non esiste ragione, nel senso che io voglio dare atto di un impegno molto serio e approfondito in sede di discussione e di approvazione di questo disegno di legge in Commissione, che ha visto la partecipazione di tutti i gruppi a questo lavoro di elaborazione, però voglio anche far rilevare che anche in Commissione si era riproposta la questione oggi sollevata, non certo per necessità di difesa delle prerogative della Giunta e neppure per un problema di potere.
L’organismo di gestione delle Ardis è sostanzialmente un organismo paritario previsto dalla legge, il cui Presidente non è espresso dalla Giunta regionale ma nominato di intesa tra la Giunta regionale e il Rettore dell’università che ha sede nella provincia.
L’organo amministrativo, il comitato di gestione, è composto in maniera assolutamente paritetica o meglio paritaria, tra l’espressione della Regione e le rappresentanze universitarie, una designata dal Rettore e una dagli studenti.
Quindi ha al suo interno tutti gli elementi di una cogestione. Realizzare un impegno non adeguato o addirittura ridotto da parte della Giunta regionale può anche significare un disimpegno nella gestione di un servizio che è essenziale per sostenere il sistema universitario perché il servizio è tutt’uno con la possibilità delle università di raggiungere i loro obiettivi.
C’è anche un problema concreto di necessità di tempi rapidi nella formazione degli organi di gestione ordinaria per superare una gestione straordinaria durata troppo a lungo.
Io non so se la procedura di nomina del Consiglio permette questo risultato o addirittura lo complica. Non vorrei qua neppure richiamare la questione aperta in sede di riforma dello Statuto in ordine alla separazione dei poteri di governo che toccano alla Giunta e dei poteri di controllo che toccano al Consiglio.
Comunque è una questione che ha questi risvolti, io invito il Consiglio regionale a riflettere su questa questione e anche i gruppi di minoranza a valutarla sotto questa ottica e non certo nel tentativo di occupare spazi non proprio del governo regionale ma assolutamente legittimi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.
Devo riportare correttamente quella che è stata la decisione della
Commissione, che all’unanimità ha votato il testo. L’onorevole Pacenza ha detto
che siamo venuti qui a stravolgerlo, io nella mia relazione non ho stravolto
niente, ho riproposto il testo della Commissione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, io intervengo non per discutere nel merito dell’emendamento
perché ci sarà sicuramente modo in sede di votazione, se viene, come dire,
mantenuto questo emendamento.
Volevo porre all’attenzione del Consiglio un problema di metodo, poiché
non è la prima volta, per la verità, che avviene. Succede, infatti, che in
Commissione vengono approvati provvedimenti all’unanimità dopo una discussione,
l’apertura di un confronto, alla fine tra i componenti si raggiunge una intesa
comune su un determinato testo, però poi in Consiglio la maggioranza propone
emendamenti su quel testo passato all’unanimità.
Non so se ha ragione l’assessore quando sostiene se il Consiglio fa prima
o la Giunta fa dopo o viceversa, il punto è di metodo.
Per noi diventa inaccettabile il fatto che approvato un provvedimento
all’unanimità in Commissione si venga in Aula e, utilizzando gli appannaggi
numerici della maggioranza, si modifica quella impostazione.
Posso certamente consentire questo per quanto mi riguarda solo se si
tratta di questioni formali e quindi magari una correzione, un refuso, qualcosa
del genere.
Cambiare una impostazione, però, con solo eventualmente i voti della
maggioranza, credo non sia accettabile. Per quanto ci riguarda, da minoranza
che lavora in Commissione per raggiungere, anche tentando mediazioni, una
intesa, non possiamo assolutamente accettare che ci sia uno stravolgimento
degli accordi, giusti o sbagliati che siano, non ha importanza.
Onorevole Borrello, posso condividere per quanto mi riguarda ciò che
dice, ma sa che è una prerogativa dei singoli consiglieri presentare degli
emendamenti, per cui questa Presidenza certamente non può fare a meno di
riceverli o di annunciarli.
Parere del relatore? Si astiene. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 6.
(Interruzione)
Prego i consiglieri di voler esprimere il voto.
(E’ respinto)
Ci sono stati 11 voti a favore e 12 contro.
(Interruzione)
I Segretari mi hanno passato questi dati. Onorevole Pacenza, la prego di
mantenere ristabilire la calma perché stiamo facendo le cose per bene. Siccome
ho visto che c’erano stati dei problemi in quanto non tutti i consiglieri di
maggioranza hanno alzato la mano, ho richiesto la seconda votazione per un
rispetto all’ordine e alla minoranza.
(Interruzioni)
Colleghi, non vorrei sospendere la seduta, ristabiliamo la calma e
andiamo avanti.
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
All’articolo 12 sono stati presentati due emendamenti.
L’onorevole Nucera che firma il primo emendamento, ha facoltà di parlare.
Signor Presidente, l’emendamento è semplicissimo anche perché è molto
breve.
La legge prevede che il personale degli enti per il diritto allo studio
universitario in servizio alla data del 31 dicembre 2000 venga trasferito alle
Ardis – la nuova Agenzia – con la stessa posizione giuridica ed economica in
possesso nell’ente di provenienza.
Con l’emendamento chiedo che venga eliminata la data del 31 dicembre
2000, lasciando, quindi “in servizio alla data di entrata in vigore della
presente legge”, questo perché se c’è del personale che nell’ultimo anno ha
svolto servizio, non deve essere costretto a tornare all’ente di provenienza.
Così non ci troveremmo neanche in difficoltà in caso di comando,
trasferimento o se il personale ha perso il posto nell’ente di provenienza, rischiando
di doverlo rimandare a casa, lasciandolo senza lavoro.
Per tutelare eventuali trasferimenti che ci sono stati nel corso di
questi ultimi mesi, allora chiedo questo tipo di modifica.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne ha facoltà.
Vorrei chiedere all’onorevole Nucera se ci può meglio specificare: in
servizio a quale titolo?
O per trasferimento o per comando, perché l’Edis non ha personale
proprio, proviene da altri enti, quindi supponga che dopo il 31 dicembre, 2000,
facciamo il 15 febbraio 2001, un dipendente a domanda avesse chiesto e ottenuto
trasferimento presso l’Edis Calabria, questa persona che ha avuto
l’autorizzazione al distacco, al comando o al trasferimento dall’ente di provenienza
si potrebbe ritrovare senza posto nella pianta organica dell’ente da dove è
arrivato. La modifica si rende necessaria per garantire, tutelare tutti coloro
che in atto sono in servizio; non vogliamo mettere dal momento di entrata in
vigore della legge, benissimo individuiamo allora la data del 31 ottobre del
2001.
Richiamo i consiglieri ad un più puntuale rispetto del Regolamento: è la
Presidenza che su richiesta concede la parola, alla prossima interruzione
sospendo la seduta.Vi sto avvertendo per evitare di avere brutte sorprese;
dimostriamo di essere i consiglieri della massima assise calabrese, di fronte
ad un pubblico per fortuna attento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Torchia. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, la richiesta di chiarimento del collega Tripodi appare
quanto mai opportuna, perché ritengo che una differenziazione vada fatta tra
personale trasferito e comandato; è chiaro che se si tratta di personale
trasferito, questi, in quanto tale, anche se da una settimana non può rientrare
all’ente di provenienza, quindi non mi pare ci possano essere problemi, se è
stato trasferito all’Edis passa automaticamente all’Ardis, come tutto il
personale dipendente Edis.
Per il personale comandato la cosa è diversa, perché i posti lasciati
momentaneamente liberi nell’ente di provenienza non possono essere occupati e
quindi il ritorno all’ente di provenienza può avvenire in qualsiasi momento,
quindi mi pare quanto mai opportuno, ripeto, fare questa differenza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Zavettieri. Ne ha facoltà.
Vorrei a chiarimento dire intanto, all’onorevole Tripodi, che all’Edis c’è tanto personale trasferito ed è estremamente corretto, credo, che abbia lo stesso trattamento del personale già esistente, quindi lo spostamento della data all’entrata in vigore della legge mi pare quanto meno opportuno.
Voglio anche ricordare che si tratta, almeno a me questo risulta, di personale regionale e non proveniente da altre amministrazioni.
Il personale comandato ammonta a non più di due unità, dislocate nella sede di Catanzaro, perché, come il Consiglio regionale sa, l’Edis che fino ad oggi ha operato per garantire il servizio allo studio delle due università di Reggio Calabria e di Catanzaro, ha sede a Reggio Calabria, e l’organico è formato da personale regionale, per cui non c’è nessun rischio di creare posizioni di privilegio né addirittura di danneggiare legittime aspettative.
Quindi, anche se può sembrare corretta la distinzione tra le due tipologie, quella del trasferimento e del comando, trattandosi di personale regionale credo che si possa assumere un’unica indicazione.
Aggiungo che io mi augurerei che si venisse utilizzato personale di provenienza regionale all’Edis dal momento che la Regione non fa certo difetto sul piano quantitativo di dipendenti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pasquale Tripodi. Ne ha facoltà.
Fermo restando, onorevole Presidente e onorevoli colleghi, che siamo d’accordo che venga assorbito il personale della Regione nell’Edis, però quando una persona legge, onorevole Nucera, dalle deduzioni quello che non quadra e non torna è che lei presenta due emendamenti che sono uno il completamento dell’altro. Quando andremo ad esaminare l’articolo 29 lo potremo verificare.
(Interruzione)
No, Presidente, qui non possiamo procedere come il gambero un passo avanti e due indietro, non si può proporre una norma, che poi andremo a discutere, per l’utilizzo di personale comandato o trasferito dalla Regione, perché non ci siamo più, onorevole Nucera, ma su questo emendamento vorrei sentire poi il parere del relatore.
Non dobbiamo dimenticare che in sede di discussione in Commissione, si era data una impostazione politica alla legge, non si può, oggi, venire in Aula e cambiare impostazione.
Allora, delle due l’una, o seguiamo un discorso di coerenza rispetto a quello che abbiamo detto prima o arriviamo qua e poi, per ragioni che non ci sappiamo spiegare o per meglio dire che sappiamo tutti e non lo vogliamo dire, le cose cambiano.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, brevemente, credo che sia indispensabile aggiungere dopo le parole “è trasferito” al comma 1 dell’articolo 12, “a domanda”.
Parere del relatore?
Signor Presidente, io su questo emendamento così come è stato formulato
non sono d’accordo. Si potrebbe eventualmente apportare una modifica.
Intanto, devo dire che se diciamo fino all’atto di entrata in vigore
della legge, noi stasera potremmo assumere dieci persone, per esempio, e domani
questi sarebbero dipendenti delle agenzie.
(Interruzione)
Mi faccia finire. Può anche essere questo.
Il timore è che non ci sia personale che venga dall’esterno per essere
poi inquadrato nei ruoli dell’Agenzia. Se è personale regionale nulla
quaestio, quindi modificando la norma in questo senso sono d’accordo, così
com’è sembra una cosa che non si può approvare.
Potrebbe formulare, quindi, meglio l’emendamento, onorevole Galati?
Noi diciamo il personale regionale dell’Ente per il diritto allo studio
universitario…
(Interruzione)
Pongo in votazione l’emendamento per come modificato dal relatore.
(E’ approvato)
All’articolo 12 è stato proposto un altro emendamento. Il presentatore,
onorevole Galati, ha facoltà di illustrarlo.
“Le agenzie in caso di non disponibilità di dipendenti del ruolo
regionale in via del tutto eccezionale e per comprovate esigenze di servizio
possono stipulare contratti di lavoro a tempo determinato per l’assunzione di
personale tenendo conto della disponibilità dei posti in dotazione organica e
seguendo le modalità e le prescrizioni della legislazione nazionale e regionale
vigente in materia”.
Questo perché mentre a Reggio Calabria noi abbiamo già l’Edis con una
dotazione organica e il relativo personale a Catanzaro praticamente noi avremmo
bisogno immediatamente di avere del personale a disposizione.
Può darsi che ad un certo momento c’è gente che è dipendente regionale
che non voglia andare all’Agenzia o che non possa andare. Quindi ci potrebbe
essere questa necessità immediata di ricorrere a qualche contratto a tempo
determinato per avviare l’attività dell’Agenzia.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, sono decisamente contrario all’emendamento
proposto dal consigliere Galati per le motivazioni che lui ha esposto poco fa
nel contestare l’emendamento di cui
all’articolo 12. Non solo sono contrario ma invito il consigliere Galati a
ritirare l’emendamento.
Sono due cose diverse, comunque…
Onorevole Nucera, i toni del Consiglio mi pare che debbano tornare… è la
seconda volta onorevole Nucera.
Pongo in votazione questo emendamento per come illustrato dall’onorevole
Galati.
(E’ respinto)
Anche se non mi compete, volevo dire, Presidente, che si può ricorrere pure all’appello nominale quando c’è incertezza nell’espressione del voto.
Non può farlo la Presidenza, la votazione per appello nominale va richiesta, io ho fatto contare i voti dai Segretari e dai collaboratori.
Pongo in votazione l’articolo 12 comprensivo dell’emendamento precedente proposto dall’onorevole Galati.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 27.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’ approvato)
All’articolo 29, norme transitorie e finali è stato proposto emendamento a firma del consigliere Nucera, che ha facoltà di illustrarlo.
L’emendamento al primo comma della norma transitoria e finale, recita: “Le Ardis – cioè le nuove agenzie di Reggio Calabria e di Catanzaro – subentrano a tutti gli effetti nei rapporti attivi e passivi dell’ente per il diritto allo studio universitario di cui alla legge regionale numero 32/84 afferente a ciascun ente”.
Poi, al secondo comma: “Nelle more della costituzione del consiglio di amministrazione delle Ardis, il Presidente della Giunta regionale, nomina entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i commissari ai sensi del precedente articolo 8”
Poi, ancora al comma 4: “Sono abrogate le disposizioni di cui all’articolo 29 della legge numero 32/84. Al fine di evitare un vuoto normativo i principi della legge numero 32/84 trovano applicazione fino alla data della stipula della convenzione di cui all’articolo 27. Nella prima applicazione della presente legge all’esigenza di personale le Ardis faranno fronte con dipendenti comandati o trasferiti dalla Regione”.
Quello che volevo sottolineare è proprio questo punto, il comma 4 dell’articolo 29.
“Alle esigenze di personale le Ardis faranno fronte con dipendenti comandati o trasferiti dalla Regione”. Io volevo aggiungere, Presidente, che è vero che quello dell’Edis è personale interno della Regione, ma è anche vero che ha avuto una vita autonoma rispetto all’evoluzione, ai cambiamenti e alle varie normative che i dipendenti regionali hanno avuto essendo stati disciplinati in maniera diversa anche all’interno della stessa Agenzia, della stessa azienda.
Perciò, per le Edis prevederei in fase di prima applicazione la possibilità per il personale interno di poter accedere, nella previsione della rivisitazione della pianta organica, attraverso concorsi interni ad eventuali passaggi di qualifica, promozioni interne, ad eventuali condizioni di miglioramento lavorativo, prima ancora che si proceda ai trasferimenti o ai comandi da altri enti o dall’ente Regione stesso.
Ecco perché ho voluto formulare l’emendamento che è così descritto. “Nella prima applicazione della presente legge alle esigenze di personale le Ardis faranno fronte innanzitutto con il personale trasferito dall’Edis, ai sensi dell'articolo 12. Per ulteriori esigenze di personale si provvederà tramite concorsi interni riservati al personale già in servizio nella qualifica immediatamente inferiore a quella da ricoprire”.
Questo anche per dare uno stimolo a tutto quel personale interno che in tutti questi anni ha operato in condizioni di grande disponibilità, considerati i meriti che all’Edis sono stati riconosciuti, emersi anche nel dibattito generale che è stato svolte fatto.
“Per la partecipazione ai concorsi interni è richiesto il possesso del titolo di studio immediatamente inferiore a quello previsto per l’accesso dall’esterno salvo che venga richiesto il possesso di specifici titoli di studio previsti da espresse norme inderogabili, disposizioni di legge e in particolare ai sensi della legge 7 del 13/96 - che è la legge del personale della Regione Calabria -. Nel caso che le selezioni interne non permettano la copertura dei posti riservati al personale interno questi saranno conferiti attraverso l’utilizzo dei dipendenti comandati o trasferiti dalla Regione secondo la disponibilità dei posti previsti in organico o tramite selezioni pubbliche per l’accesso anche dall’esterno”.
Questo sta a significare, nella sostanza che noi riconosciamo una professionalità che già esiste all’interno dell’Edis in prima istanza, successivamente si potrà eventualmente procedere alla occupazione dei posti o attraverso il trasferimento di altro personale della Regione Calabria o perché no, facendo anche dei concorsi esterni.
Mi pare che sia una norma che tende a tutelare, intanto, la professionalità di tutti quei dipendenti che all’interno delle Edis di Reggio Calabria e Catanzaro hanno svolto meritoriamente i loro servizi, ma anche l’opportunità di creare, eventualmente, nuovi posti di lavoro attraverso concorsi esterni.
Parere del relatore?
Vorrei leggere l’emendamento e fare una valutazione periodo per periodo.
“Nella prima applicazione della presente legge alle esigenze di personale le Ardis faranno fronte innanzitutto con il personale trasferito dalle Edis ai sensi dell'articolo 12”.
Questo noi lo abbiamo già deciso: il personale delle Agenzie è personale della Regione Calabria.
“Per le ulteriori esigenze di personale si provvederà tramite concorsi interni riservati al personale già in servizio nella qualifica immediatamente inferiore a quella da ricoprire”.
Questo non va neppure, collega Nucera, perché “per ulteriori esigenze” significa che noi dobbiamo andare a prendere personale? Il personale è sempre della Regione.
“Per la partecipazione ai concorsi interni è richiesto”, una cosa la dice il collega Nucera, però dovrà essere formulata in modo diverso; cioè se tra questo personale trasferito dalla Regione all’Edis e quindi dall’Edis alle Agenzie, c’è qualcuno che ha una qualifica perché se la porta dietro dalla Regione, perché abbiamo detto che vengono trasferiti con la stessa posizione giuridica ed economica nella pianta organica che si andrà a formare, ed il personale interno che ha una qualifica bassa che si è portato dietro dalla Regione, può accedere ad una qualifica superiore all’interno dell’Agenzia.
Noi dovremmo dare la possibilità – giustamente come dice lui – a questi che sono all’interno di poter partecipare a questi concorsi riservati.
Questa è però un’altra cosa che non risulta dall’emendamento. Se l’intenzione è questa io dico: formuliamo l’emendamento in modo diverso e accogliamolo, credo che anche l’opposizione in questa direzione lo possa accogliere, perché è una cosa giusta, onesta per quelle cose che anche il collega Nucera ha detto riguardo al personale dell’Edis.
Quindi con il coordinamento formale, Presidente, se siamo d’accordo…
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.
Ha fatto bene a rileggere il testo il relatore. Qui non c’è una discussione tra chi è favorevole o contrario alla progressione di profili professionali e di qualifica di lavoratori. C’è un percorso improponibile perché non si può dire che possono concorrere con titoli immediatamente inferiori.
O si hanno i titoli o non si hanno, e su questo mi pare che non ci sia assolutamente bisogno di indicarlo nella norma. La progressione di carriera si fa per contratti di lavoro e per procedure concorsuali previste dalla norma, mi pare che rischiamo di impelagarci in un percorso che rischia di essere non solo inutile ma anche dannoso, dentro un procedimento legislativo assolutamente inconcludente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Zavettieri. Ne ha facoltà.
Confesso che mi è difficile esprimere un parere perché non sempre la logica e la ratio sono alla base del modo di legiferare. Siccome l’Assemblea è sovrana, augurandomi che non decida in maniera schizofrenica mi rimetto ad essa.
Sulla proposta dell’onorevole Galati di rivedere l’emendamento possiamo procedere oppure votiamo l’emendamento dell’onorevole Nucera?
Con il coordinamento formale credo che possa essere accolto l’emendamento
inteso nel modo e nella direzione che ho indicato.
Onorevole Galati, sospendiamo brevemente i lavori in Aula per darle la
possibilità di formulare adesso l’emendamento..
L’onorevole Galati ha facoltà di leggere ed illustrare
l’emendamento.
Presidente, leggo l’emendamento.
All’articolo 29 va aggiunto quest’ultimo comma “Nell’applicazione della presente legge i posti vacanti nelle piante organiche deliberate dalle Agenzie sono messi a concorso interno riservato per il personale trasferito alle Agenzie medesime in possesso dei requisiti di legge”.
Credo che questo possa essere accolto.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 29 per come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al secondo punto all’ordine del giorno che così recita “Progetto di legge numero 142/7^ di iniziativa dei consiglieri Pezzimenti e Tesoriere, recante: “Modifica articolo 21 bis, comma 2, legge regionale numero 7/2001”.
L’onorevole Pezzimenti, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, la modifica all’articolo 21 bis, comma 2 della legge regionale numero 7/2001, la legge finanziaria, si rende necessaria al fine di ottenere una più chiara interpretazione ed applicazione tecnico-giuridica della norma in oggetto.
Infatti l’articolo 21 bis recita: “Al Presidente viene attribuita l’indennità di carica pari al 90 per cento delle indennità fisse corrisposte ai consiglieri regionali ai sensi degli articoli 1 e 5 della legge regionale 14 febbraio 1996, numero 3. Ai componenti del consiglio di amministrazione viene attribuita l’indennità pari al 45 per cento delle indennità fisse corrisposte ai consiglieri regionali ai sensi dell’articoli 1 e 5 della legge regionale 14 febbraio 1996, numero 3”.
L’articolo 21, comma 2 della legge regionale numero 7 del 2001 che ho letto fa riferimento agli articoli 1 e 5 della legge regionale numero 3 del febbraio 1996 che devono intendersi in contrasto con quanto stabilito dall’articolo 2 ter, comma 1 che recita “A decorrere dalla legislatura in corso le percentuali 87,5-77,5-72,5-70,5 previste rispettivamente alle lettere b), c), d) ed e) della legge regionale 14 febbraio 1996, numero 3 sono sostituite rispettivamente dalle seguenti percentuali 90, 80, 75 e 73. Questi articoli devono intendersi in contrasto con quanto stabilito dall’articolo 2 ter, commi 1 e 3 della stessa legge quindi abrogati conseguentemente dal successivo comma 4 dell’articolo 2 ter”.
Evito di leggere gli articoli perché sono allegati alla proposta.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, io per la verità non riuscivo a trovare questo provvedimento non perché non lo avessi nel fascicolo, ma tutto pensavo meno che il progetto di legge fosse scritto un foglietto.
Il punto è questo: risulta presentata dal protocollo della Segreteria il 29 ottobre 2001.
Volevo chiedere al relatore se è passata in Commissione questa proposta.
(Interruzione)
E allora com’è che è all’ordine del giorno? Non essendo neanche trascorsi i 60 giorni previsti dal Regolamento?
Onorevole Borrello, questo provvedimento si è reso necessario, tra l’altro nell’ultimo seduta a microfoni spenti ne avevamo parlato con alcuni capigruppo, perché c’era stato un errore di trascrizione nella finanziaria. Si tratta, quindi, solo di apportare la correzione relativa a quegli articoli.
Se siete d’accordo andiamo avanti, altrimenti, siccome non è passato dalla Commissione lo possiamo anche ritirare. Vorrei, comunque, rimarcare che in effetti si tratta di riparare ad un errore materiale riportato nella finanziaria precedente, non c’è niente di aggiunto, modificato o valutato.
Presidente, io le chiedo scusa ma è un problema di procedure.
Nel senso che non è semplice discutere di una cosa del genere – certamente è come dice lei – però siccome si richiamano articoli, ter, commi, altre leggi ecc., non abbiamo neanche la possibilità materiale di vedere di cosa si tratta.
In ogni caso non parlo nel merito del provvedimento, io non so quali siano stati i capigruppo che hanno ritenuto di seguire questo percorso, però certamente inserire all’ordine del giorno una proposta che non ha seguito l’iter, almeno nei 60 giorni previsti dal Regolamento per essere esaminato in Commissione, laddove in generale si approfondiscono molto di più le cose che non in Consiglio, giustamente, credo non sia da discutere in questo momento perché sarebbe irricevibile la richiesta di inserirlo all’ordine del giorno.
Non so come spiegarlo, ma più di questo non sono in grado di dire.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pezzimenti. Ne ha facoltà.
. Signor Presidente, chiedo il ritiro della proposta e il suo rinvio alla prima e alla seconda Commissione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, le parole dell’onorevole Borrello effettivamente sono sagge. Io ho da sottoporre all’attenzione del Consiglio un fatto quasi analogo anche se diverso, da quello posto dall’onorevole Borrello, richiamandomi all’articolo 67 del Regolamento interno del Consiglio, invocato testé appunto dal collega Borrello.
In Commissione è giacente da circa un anno la legge sull’artigianato artistico…
Onorevole Nucera, stavamo parlando di un provvedimento che dovevamo ancora ritirare, non si era ancora concluso quel procedimento…
Lei mi ha dato la parola.
Perché pensavo fosse sullo stesso argomento, se lei si inserisce con proposte nuove non fa altro che creare confusione.
Allora il progetto di legge numero 142/7^ viene ritirato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, mi auguro di non essere zittito nuovamente. Posso parlare stavolta?
Ne ha facoltà.
Stavo dicendo, Presidente, ai sensi dell’articolo 67 del Regolamento interno vorrei proporre al Consiglio – l’ho già fatto formalmente attraverso una lettera inviata alla segreteria della Presidenza – di richiamare in Aula la legge sull’artigianato artistico in generale ma che riguarda il recupero dei centri storici e la formazione nel settore dell’artigianato.
Se il Consiglio accetta questa proposta, io sarei nelle condizioni di relazionare in merito a questa legge anche perché l’argomento è stato già affrontato in Commissione, solo che non c’è stata la votazione finale. Faccio questa proposta, perché mi sembra di aver colto nei consiglieri di maggioranza e di minoranza la volontà di varare questo progetto di legge.
Quindi io mi rivolgo all’Aula per chiedere se è possibile inserirlo all’ordine del giorno dell’odierna seduta del Consiglio.
Lei propone, onorevole Nucera, l’inserimento di che cosa?
Del testo unificato del progetto di legge numero 175/6^, numero 209/6^ e numero 21/7^, recanti “Interventi diretti alla tutela, alla valorizzazione e alla innovazione dell’artigianato”.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Vorrei capire se l’onorevole Nucera stasera voglia stravolgere un pochino il tutto.
Se in Commissione abbiamo ancora aperta la discussione su questa legge, mi domando perché la si debba richiamare in Aula. Se ci sono intendimenti, si possono rivedere in Commissione, quindi lasciamo le cose come stanno ma non vedo perché forzare la mano.
Onorevole Tripodi, ha fatto un intervento perfetto ma non è il caso di alzare i toni perché non ci sono problemi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Collega Tripodi, mi rivolgo a lei proprio per i toni che ha usato nella risposta.
Io mi sono appellato non ad un capriccio o ad una bizza personale, ma ad un articolo del Regolamento che mi pare consente e dà l’opportunità ai consiglieri di poter avanzare proposte al Consiglio, quindi una richiesta legittima, che non offende la dignità di nessuno, che trova il suo supporto su un provvedimento di legge che la Commissione ha avuto già modo di discutere, di valutare e di presentare emendamenti che sono stati accolti.
Non sposta assolutamente nulla, onorevole Tripodi, possiamo anche discuterla nella prossima seduta, dopo che sarà licenziata dalla Commissione.
Assolutamente non c’è alcuna necessità di forzare la mano, né tanto meno ci sono situazioni particolari; l’unica necessità che c’è, Presidente, è che mi auguro che al più presto questo Consiglio si decida a varare una norma sull’artigianato, perché la regione Calabria ha bisogno di regole certe su questa materia, non possiamo continuare a trastullarci anche nelle Commissioni con rinvii, ritardi e momenti che non sono sicuramente qualificanti per l’istituzione regionale.
La mia forzatura se volete è anche una provocazione, la provocazione di chi ritiene che le leggi in Commissione si debbano discutere, deliberare e non rinviare.
Prendo atto, onorevole Nucera, di questa sua dichiarazione e di questo impegno che condivido. Poiché sicuramente anche tutto il Consiglio regionale è d’accordo con lei per discutere in Commissione questi provvedimenti. Pertanto alla proposta non viene dato seguito.
Si passa al punto 5 che poi è il punto tre all’ordine del giorno odierno che recita “Progetto di legge numero 140/7^ di iniziativa dei consiglieri Naccarato, Bova, Pezzimenti, recante: “Disciplina del referendum previsto dall’articolo 123 della Costituzione per l’approvazione delle leggi regionali di revisione statutaria”
E’ relatore l’onorevole Bova, il quale ha facoltà di svolgere la relazione.
Arriva con questa proposta in
Consiglio il primo provvedimento che riguarda la modifica di fondo per quanto
riguarda il ruolo, le prerogative e l’essere delle stesse Regioni.
Il provvedimento, come recita la legge, è propedeutico per consentire ai
cittadini, nella misura di un cinquantesimo, e per un quinto ai consiglieri
regionali di poter ricorrere al referendum rispetto allo Statuto regionale che
è in fieri.
E’ un provvedimento importante composto da 23 articoli, in cui c’è più di
una innovazione, nel senso che fa sì, così come prevede l’articolo 123 della
Costituzione – e qui la norma è perentoria – che i cittadini ed i consiglieri
regionali, sin dal primo momento, in tempi e termini davvero definiti possano,
con le firme sufficienti, ricorrere al referendum, senza indugio.
Per il resto l’articolato è molto semplice. L’articolo 1 definisce
l’oggetto della legge; gli articoli 2 e 3 disciplinano l’iter; l’articolo 4
prevede i termini formali della richiesta; gli articoli dal 5 al 12 dettano
norme inerenti il procedimento di referendum; l’articolo 13 è dedicato
all’iniziativa referendaria da parte dei consiglieri regionali; dal 14 al 20 si
normano con puntualità le operazioni, gli adempimenti necessari allo
svolgimento della consultazione; l’articolo 21 individua le modalità di
determinazione del cinquantesimo degli elettori necessari all’iniziativa;
l’articolo 22 la norma finanziaria; poi c’è la dichiarazione d’urgenza. Infine
è individuato con chiarezza, alla luce della vigente normativa statale e
regionale, la figura del responsabile del procedimento nella persona del
Segretario generale del Consiglio.
La Commissione ha lavorato in questi mesi, sta valutando attentamente i
termini del nuovo Statuto, questo è il primo risultato di questo sforzo
positivo, unitario e mi sembra di estremo rilievo che il testo che si presenta
oggi al Consiglio è stato votato all’unanimità dalla Commissione.
Si passa alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
E’ stato presentato un emendamento, quale articolo 21 bis. Il
presentatore, onorevole Galati, ha facoltà di illustrarlo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, su questo emendamento si è
discusso molto in Commissione. Pur rispettoso della decisione della
Commissione, mi corre l’obbligo di riproporre in Aula questo emendamento.
L’articolo 123 della Costituzione presenta molte lacune, tra cui quella
di non avere previsto la possibilità di sovrapposizione tra referendum e
ricorso da parte del Governo alla Corte costituzionale.
Questo emendamento vuole eliminare questo inconveniente, ne do lettura.
“Nel caso di promozione del giudizio di legittimità costituzionale il
termine di tre mesi di cui all’articolo 2, comma 3, è interrotto e comincia
nuovamente a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della decisione della Corte Costituzionale”.
Secondo comma. “E’ preclusa ogni attività referendaria ivi compresa la
presentazione di nuove richieste fino alla data di presentazione nella Gazzetta
Ufficiale della decisione della Corte costituzionale”.
Terzo comma. “Nel caso di promozione del giudizio di legittimità della
legge di revisione statutaria da parte del Governo e al contempo qualora sia
stata presentata richiesta di referendum, le attività poste in essere e le
operazioni eventualmente compiute prima dell’interruzione conservano validità
solo in caso di rigetto del ricorso da parte della Corte Costituzionale”.
Vorrei che l’Aula discutesse di questo emendamento che colma una lacuna
della legge costituzionale ed evita il sovrapporsi del ricorso da parte del
governo alla Corte Costituzionale e del referendum.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, solo per confermare all’Aula che in effetti
questo tema è stato oggetto di un amplissimo dibattito in Commissione,
addirittura in ben tre sedute, dopo di ché la Commissione, alla luce di una
riflessione e di approfondimenti che ha fatto, ha all’unanimità ritenuto di
dover superare questo aspetto sulla base di una semplice considerazione.
Trattandosi di un argomento che disciplina effetti di una certa decisione, che
interessa tutte le Regioni italiane,
potrebbero essere il Parlamento e il Governo, qualora si rendesse
indispensabile, a regolamentare tale disciplina attraverso una legge nazionale.
Per questo motivo devo confermare l’opinione contraria al recepimento
dell’emendamento proposto dal collega Galati.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Torchia. Ne ha facoltà.
In aggiunta a quanto detto dall’onorevole Presidente della Commissione autoriforma, io vorrei richiamare l’attenzione sul procedimento che si segue nei casi in cui si tratta di leggi statutarie.
Questo mio pensiero è confortato anche dal parere di un costituzionalista, il professor Caravita, che segue i lavori della Commissione Statuto.
Quali sono i tempi e le
procedure? Il Consiglio approva in due delibere, a distanza di non meno di due
mesi, lo Statuto, dopo di che lo stesso Statuto viene pubblicato e da quel
momento scattano i termini per l’attivazione del referendum confermativo. La
possibilità per il Governo di
ricorrere alla Corte costituzionale, può
avvenire solo dopo la promulgazione dello Statuto.
Voglio dire, cioè, che noi abbiamo la pubblicazione dello Statuto così
come è approvato, che non può essere impugnato dal Governo se non dopo la sua
promulgazione, mentre invece l’attivazione del referendum può avvenire prima,
dall’atto di pubblicazione dello Statuto.
Di conseguenza non si può verificare nessuna sovrapposizione, perché
bisogna prima effettuare il referendum, se c’è, in caso confermativo viene
promulgato lo Statuto, e solo a quel punto il Governo può ricorrere alla Corte
costituzionale; non prima, quindi, ripeto, non c’è alcuna sovrapposizione.
Vi è poi un altro motivo, per non accogliere la proposta emendativa, che
è d’ordine non tecnico-giuridico ma di opportunità politica e di cui ritengo
abbiamo il dovere di tener conto. Cioè, voglio dire che in periodo di
federalismo, in cui si parla tanto e si inneggia all’autonomia regionale, non
credo dovremmo essere noi a legarci le mani e a suggerire tutti i cavilli
perché si possa rinviare all’infinito l’approvazione definitiva dello Statuto.
E’ per questo motivo che io, così come sono stato contrario in
Commissione, sento il dovere di esprimere sinteticamente questo mio pensiero,
invitando il Consiglio a non accogliere l’emendamento che d’altra parte già in
Commissione ritenevamo un fatto ormai superato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Rizza. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sento il dovere di intervenire, avendo preso parte alla discussione sulla materia in Commissione, per esprimere il mio convincimento sulla necessità che questo emendamento debba passare, e per tale motivo voglio fare alcune considerazioni anche rispetto a quanto detto adesso dal collega Torchia.
Innanzitutto, collega Torchia, non ritengo che sia vero che si possa promulgare la legge sullo Statuto regionale prima che trascorrano i 60 o i 90 giorni previsti per l’attivazione del referendum…
(Interruzione)
Dopo la seconda approvazione e dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della legge statutaria il Governo ha 30 giorni per attivare o meno il ricorso alla Corte costituzionale. Entro 90 giorni – ecco il conflitto anche temporale perché si sovrappongono i tempi – che decorrono dalla stessa data di pubblicazione si può attivare il referendum confermativo.
Mi meraviglio che si stia dibattendo ancora tanto su una materia che veramente non meriterebbe molto approfondimento, perché si parla di federalismo, di autonomia regionalistica, ed allora è opportuno vedere quello che dobbiamo e possiamo fare nello Statuto.
Questo, onorevole Torchia, sarà una sola volta nella vita politica ed istituzionale. Quale vulnus alla nostra autonomia può derivare da una regolamentazione? Dico, invece, che attivare un referendum in presenza di un ricorso alla Corte costituzionale non dico che comporterebbe un terremoto politico-sociale, certamente, però, sarebbe un avvenimento di notevole portata sociale, politica, istituzionale nel momento in cui il popolo calabrese dovesse decidere di approvare lo Statuto regionale ed il Governo, attraverso la Corte costituzionale, successivamente lo dovesse bocciare.
Domando cosa ci costa, quale pezzo di autonomia vendiamo se regolamentiamo per una sola volta, per questa volta, in maniera che ci sia chiarezza all’inizio, che in pendenza di un ricorso alla Corte costituzionale non si possa attivare o comunque si possa sospendere la procedura referendaria riguardo allo Statuto.
Io ritengo che si debba apportare questa modifica anche se in Commissione si è addivenuti ad una scelta diversa, ma con la riserva, Presidente Naccarato, che in Aula si sarebbe potuto discutere anche riguardo a questo specifico punto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.
Brevemente, Presidente, per chiarire e ricordare a me stesso che non è assolutamente vero che il referendum può e deve essere fatto dopo la promulgazione.
Qui mi pare che si ignori l’articolo 123 della Costituzione che recita testualmente: “Il Governo può impugnare alla Corte costituzionale la legge sul referendum dopo 30 giorni ed entro 90 giorni dalla pubblicazione” – non dalla promulgazione – “si possono iniziare le operazioni sul referendum”.
Quindi si dicono delle cose contro legge che sono lapalissiane, perché se si parte da premesse sbagliate, si arriva certamente a conclusioni sbagliate.
Non c’entra niente poi il discorso dell’autonomia regionale, non vedo dove possa venire menomata.
Al di là del dibattito ritengo sia meglio dare la parola al relatore per ascoltare il suo parere.
Signor Presidente, il parere del relatore è per il non accoglimento dell’emendamento.
Giusto per informare il Consiglio, devo riferire che abbiamo discusso e riflettuto nel merito di questo punto e di questo emendamento per più di una sessione della Commissione. C’erano punti di vista diversificati, che si sono di nuovo manifestati, tant’è che abbiamo valutato l’opportunità di richiedere un parere, cui il collega Torchia ha fatto riferimento.
Sull’articolo 123 della Costituzione abbiamo finora una sola legge, quella della Regione Emilia Romagna, che in qualche maniera segue la stessa impostazione illustrata poco fa a sostegno dell’emendamento dal consigliere Galati. La valutazione che alla fine è prevalsa in Commissione e che ancora io sostengo, è sull’opportunità di licenziare unanimemente il testo.
Ritengo che sia sulla conclusione che sulla parte che è in discussione si poteva benissimo non procedere, in quanto la legge, che noi proponiamo, ha una sua fisionomia autonoma che nulla toglie e nulla aggiunge rispetto alla questione su cui ci stiamo soffermando.
Quindi al di là della mia opinione che esprimo come relatore, che è diversa da quella del consigliere Galati – non mi dilungo su questo – penso, proprio perché la legge regge fortemente un suo impianto non vada accolto l’emendamento.
Aggiungo una sola cosa: siccome il non accogliere l’emendamento non mina in nulla l’unitarietà dello Stato, la forza e le prerogative dei poteri del Governo della Repubblica – mi esprimo in maniera impropria – “fasciarsi la testa prima di essersela rotta” in una Regione periferica che ha tanto bisogno non di separatismo né di localismo, ma di pensiero autonomo, sì in questo senso c’è un di più di argomentazione politica che mi ha portato a condividere il parere in quel momento unanime della Commissione.
Su questa base il parere del relatore è di respingere l’emendamento presentato dal collega Galati.
Ha chiesto di intervenire l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il punto che in Commissione è stato fatto decidendo di lasciare poi all’Aula la valutazione conclusiva sull’articolo 31 bis, riguardava in effetti un aspetto che è tecnico ma anche politico…
(Interruzione)
No, non dobbiamo decidere se l’Aula è sovrana perché lo è sempre e comunque, non aspetta la decisione della Commissione…
(Interruzione)
Ma è stata la mia proposta, onorevole Bova. Credo che nessuno meglio di me possa interpretare me stesso, credo. Io ho, a nome della maggioranza, chiesto alla Commissione di non procedere all’approvazione dell’articolo aggiuntivo, che era stato riformulato da me con un unico comma, per lasciare poi la valutazione conclusiva all’Aula.
Questa è stata la mia richiesta, se lei ricorda diversamente…
In effetti si potrebbero verificare, o vi è un vulnus, dice l’onorevole Rizza, che nel momento in cui si dovessero avviare le procedure referendarie intervenendo - perché si cumulano i termini – l’eventuale impugnazione da parte del Governo dinanzi alla Corte costituzionale, due procedure parallele.
Una delle procedure referendarie avviate, un’altra dell’impugnazione della legge dinanzi alla Corte costituzionale.
Cosa si verificherebbe nelle due ipotesi? Uno, le procedure referendarie percorrono l’iter previsto e si vota con un risultato a favore o contro la legge referendaria.
Due, si sospendono le procedure perché vi è in atto una impugnazione del Governo dinanzi alla Corte costituzionale e si attende l’esito della Corte costituzionale.
In effetti, è una vicenda che al massimo ove dovesse impegnare la procedura lo sarà per una sola volta perché l’ipotesi dello Statuto sottoposto a referendum vale secondo la norma costituzionale solo nella prima stesura, quella che noi andiamo ora a fare.
Però la portata del vulnus,
del dismetabolismo normativo che si verrebbe a verificare qual è o quale
sarebbe? Che una procedura referendaria verrebbe a stabilire attraverso il
referendum che lo Statuto va bene, è costituzionalmente corretto, comunque
approvato dal corpo elettorale e poi la Corte costituzionale dice magari che non lo è.
Diciamo che si potrebbe innescare un meccanismo di fragilità
istituzionale, per cui l’opinione del relatore, onorevole Bova, quella
autorevole del Vicepresidente Rizza era di – e in questa direzione mi pare sia
andata poi la maggioranza nella riunione dei capigruppo – evitare di esporre,
non solo l’ente Regione, ma i cittadini, nell’ipotesi in cui chiamati a votare
si esprimano in maniera difforme di come poi si potrebbe esprimere la Corte
costituzionale, quindi di attendere il giudizio della Corte, conformemente a
quanto avviene nella prassi giudiziaria, anzi nella norma che regolamenta poi
la vita giurisdizionale – quando viene sollevata l’eccezione di
costituzionalità di una legge – e che il giudice, se la ritiene fondata, ha
l’obbligo di interrompere il procedimento e di trasmettere gli atti alla Corte
costituzionale.
Ecco, questa è l’ipotesi che è stata prospettata e per la quale io avendo
avuto, ripeto, un momento di approfondimento nell’incontro con i capigruppo, mi
sono permesso di intervenire adesso per portare il contributo emerso in quella
sede, alla tesi che brillantemente l’onorevole Galati e l’onorevole Rizza hanno
sostenuto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Presidente, credo che sul punto in discussione non ci possa essere sicuramente un problema di tipo politico. E’ di carattere squisitamente giurisprudenziale o di interpretazione se volete.
Oggettivamente questa facoltà, questa capacità non ce l’ho e proprio per questo mi sono letto con attenzione il parere – questa volta tecnico – espresso dal consulente della Commissione autoriforma, professore Caravita.
Il professore Caravita, lo diceva prima il collega Torchia, ma forse non è stato compreso bene il pensiero che ha espresso, sostanzialmente ha fatto un distinguo tra il momento della pubblicazione e della promulgazione affidando alla prima fase – cioè la pubblicazione – l’opportunità che a richiesta di un cinquantesimo di elettori o di un quinto di consiglieri si potesse attivare il meccanismo dell’istituto del referendum.
Il professore Caravita sostiene che in questa fase il Governo non può intervenire per ricorrere alla Corte costituzionale, ma lo può fare solo dopo la promulgazione che è il momento conclusivo del referendum stesso. Ecco perché, diceva l’onorevole Torchia, non ci possono essere sovrapposizioni di tempi su questo problema, per cui credo che possiamo anche continuare a discutere all’infinito su questa questione.
Abbiamo discusso in Commissione, su questo argomento specifico, diverse e diverse ore per tre sedute consecutive.
Pensavo che il parere del professore Caravita potesse portarci – in quella fase – ad un superamento della discussione, e così in effetti poi è stato.
Certamente ogni consigliere ha facoltà e diritto di proporre emendamenti. Però il punto è questo: se siamo convinti della bontà del parere espresso dal professor Carovita, credo che non si possa essere d’accordo sull’emendamento Galati.
Presidente, chiedo di intervenire brevemente.
Prego, onorevole Rizza, ne ha facoltà.
Collega Borrello, chiedo scusa, solo per capire meglio anche io. Secondo questo parere, allora, noi approviamo la legge, il Presidente della Giunta regionale la pubblica, si fa il referendum confermativo, dice sì il corpo elettorale a questa proposta di Statuto e viene promulgato.
Dopo di che il Governo impugna, la Corte costituzionale, ecc., e si deve ripercorrere e si fa un’altra volta il referendum?
(Interruzione)
Si deve riportare al corpo elettorale la proposta di legge statutaria riformata…
(Interruzione)
Come non è così? Se dovesse essere la sentenza della Corte costituzionale favorevole all’impugnativa del Governo nazionale mi sa dire come fa ad essere promulgata senza un nuovo referendum lo Statuto regionale?
(Interruzione)
Ma io dico, le chiedo cosa costa al Consiglio regionale e all’autonomia della Regione Calabria questa precisazione che ci mette al riparo da qualunque confusione? Lo dica.
Si vota allora per appello nominale.
Franco PILIECI, Segretario
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 32 consiglieri; hanno risposto sì 8 consiglieri, hanno risposto no 22 consiglieri, astenuti 2 consiglieri.
(E’ respinto)
(Hanno risposto sì i consiglieri Basile, Chiarella Crea, Galati, Gentile, Pirilli, Rizza, Scopelliti; hanno risposto no i consiglieri Adamo, Aiello P., Amendola, Borrello, Bova, Fortugno, Gagliardi, Incarnato, Mangialavori, Mistorni, Morrone, Naccarato, Occhiuto, Pacenza, Pezzimenti, Pilieci, Pirillo, Talarico, Tommasi, Torchia, Tripodi M. Tripodi P.; astenuti i consiglieri Fedele, Senatore)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il punto sei all’ordine del giorno, che diventa punto quattro, recita proposta di provvedimento amministrativo numero 137/7^, d’Ufficio, recante: “Designazione di otto rappresentanti istituzionali donne di cui cinque in rappresentanza della maggioranza e tre della minoranza in seno al coordinamento regionale Progetto Donna” (legge regionale numero 22/1995, articolo 3, modificata dalla legge regionale numero 7/2001, articolo 8 ter).
Chiamo a svolgere le funzioni di scrutatori gli onorevoli Occhiuto e Incarnato. Si distribuiscano le schede.
signor Presidente, solo un chiarimento.
Ne ha facoltà.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, siccome la proposta del provvedimento recita “designazione di otto rappresentanti istituzionali” e ripete la stessa dizione contenuta nella modifica dell’ultima finanziaria, siccome a nostro parere non è chiaro il senso del termine “istituzionale”, se cioè va letto come rappresentante di questa istituzione o di istituzioni in senso lato, quali sono per esempio anche associazioni femminili ecc., io chiedo prima di passare al voto, che ci sia un parere degli esperti in maniera che noi possiamo poi votare responsabilmente e tranquillamente.
La mia proposta è quindi che si sospenda stasera e che si riporti il punto all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio, con un parere che ci consenta di esprimere un voto su questo punto.
La proposta dell’onorevole Bova mi sembra saggia, ma vorrei ascoltare anche l’onorevole Chiarella.
Che la proposta sia saggia ne sono convinto, ma mi interessa sapere dalla Presidenza e dal Segretario generale se questo rinvio può portare problemi alla dotazione finanziaria 2001 del Progetto Donna, cioè se non si rischia di perdere questa dotazione finanziaria. Solo questo.
Prego, onorevole Bova.
Per quel che mi riguarda io sono perché non si crei nessun problema. Nel mentre ponevo la questione, non a nome mio personale, ma di tutti i consiglieri della minoranza, ero e sono affinché si proceda e si decida in termini e tempi tali, come io ritengo sia possibile, perché nemmeno una lira delle risorse a disposizione vengano in qualche maniera a diventare residui.
Quindi mi pronuncio anche su questo, poi lo dice il Presidente.
Io vorrei sentire la Segreteria generale per tranquillità di tutti noi.
Lei cosa intende, onorevole Chiarella, se c’è l’impegno di spesa…
(Interruzione)
Prego, onorevole Chiarella, ha facoltà di intervenire.
Presidente, solo una perplessità anche se in questo caso sia la maggioranza che la minoranza sono in sintonia, nel chiarire meglio la definizione istituzionale per non incorrere in errori, che sicuramente non portano a far fare una bella figura al Consiglio regionale.
Comunque, ci interessa sapere se la dotazione finanziaria di questo capitolo ad hoc, denominato Progetto Donna, che è di 600 milioni per il 200,1 con questo rinvio non rischia di essere assorbita o perduta, perché faremmo sicuramente una cosa non buona nei confronti di un progetto del mondo femminile che punta in questa direzione per poter dire la sua in diversi campi e in diversi settori.
Onorevole Bova, la prego di seguire un attimo la risposta che sto per dare.
Siccome quest’anno c’è il problema dell’Euro e la ragioneria e gli impegni chiudono prima, entro il 10 dicembre, io non mi sento di garantire che noi riusciremo per la prossima seduta ad entrare nei termini.
Mi sento di garantire che per la prossima seduta farò esporre il parere agli esperti e riporterò il provvedimento all’ordine del giorno, ma non mi sento di garantire che poi per i tempi dell’impegno di spesa ci siamo.
Qual è la data della prossima seduta?
Il 10 dicembre.
Non possiamo tenere seduta di Consiglio prima, signor Presidente? Rispetto al 10 ha ragione lei, siamo proprio lì, perché entro il 14 bisogna che tutte le operazioni siano fatte.
Un attimo, sentiamo prima l’intervento dell’onorevole Torchia, poi le risponderò.
Prego, onorevole Torchia. Ha facoltà di intervenire.
Credo che il problema non si ponga, collega Chiarella, onorevole Presidente. Perché se sul bilancio 2001 c’è lo stanziamento, questa è una somma che non si spende entro il 2001 e, pertanto va riportata al 2002.
Almeno di solito è così…
Ma va in economia e non può essere utilizzata, va impegnata prima, onorevole Torchia…
(Interruzione)
Poniamo questo quesito all’assessore al bilancio.
Siccome c’è da formare l’organismo del Progetto Donna e c’è l’impegno di spesa che è già previsto in bilancio, c’è il timore che, non facendolo oggi, perché c’è bisogno di un chiarimento degli esperti sulla interpretazione, ma la prossima seduta sarebbe giorno 10 dicembre non riusciremo ad impegnare la somma e quindi si potrebbero perdere questi fondi.
C’è chi sostiene – come la gran parte – che questo problema non esiste, c’è chi dice che il problema esiste.
Siccome non vogliamo rischiare di perdere questi fondi, almeno impegnarli, non spenderli certamente, gradiremmo sentire un suo parere in questa direzione.
Prego, assessore Bagarani
Non ho partecipato al dibattito, quindi non so neanche di chi sono le posizioni, quindi rispondo in maniera assolutamente tecnica.
E’ chiaro che impegnare in 20 giorni può essere in qualche caso complicato, è una operazione abbastanza semplice però questa sul Progetto Donna, per cui se il 10 esce dal Consiglio la nomina, io credo che noi come Giunta possiamo anche assicurare di impegnare entro i 20 giorni. O altrimenti, mi sembra anche ragionevole, ci possiamo impegnare se dovessero andare in economia a riproporli nel bilancio del 2002.
(Interruzione)
Voglio dire che è una operazione che si fa normalmente.
Grazie, assessore Bagarani, il suo arrivo è stato provvidenziale, la ringraziamo.
Io prendo, quindi, l’impegno di chiedere il parere e, per la prossima seduta, di portare questo punto all’ordine del giorno secondo quanto chiesto dai capigruppo e da tutto il Consiglio.
(Così resta stabilito)
Si passa quindi al punto quinto dell’ordine del giorno per come modificato che reca: Mozione numero 14 a firma del consigliere Tripodi Michelangelo, in ordine alla “Gestione dei servizi integrati degli impianti di depurazione e di sollevamento reti fognarie in Calabria”.
L’onorevole Tripodi Michelangelo, ha facoltà di illustrarla.
La mozione, Presidente, è rivolta ad alcuni soggetti: il Presidente Chiaravalloti, che aveva preso impegno, in quanto commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, perché il tema riguarda proprio l’Ufficio del commissario, e poi l’assessore all’ambiente, il dottor Bonaccorsi, la cui presenza è necessaria. Ecco, vediamo intanto se possiamo avere questa partecipazione che per la verità più volte abbiamo sollecitato e in tante occasioni si è rinviato.
Anche l’onorevole Naccarato in qualche discussione preliminare aveva posto queste stesse questioni. Questa è l’occasione giusta, siamo arrivati dopo tante volte, dopo tanti rinvii alla discussione di questa mozione, vediamo di procedere in questa direzione.
Sarebbe, quindi, necessaria avere la presenza del Presidente della Giunta per ascoltare anche la sua opinione. E’ evidente che in ogni caso poiché questa mozione è stata presentata sei mesi fa e gli argomenti rischiano anche di essere superati dagli eventi per alcuni aspetti, ovviamente noi non possiamo andare oltre e anche se non ci dovesse essere la presenza del Presidente, nella sua qualità di commissario e dell’assessore all’ambiente, io sono del parere che comunque il Consiglio regionale si debba pronunciare sull’argomento.
Presidente, veda se può verificare. Io non so se il Presidente Chiaravalloti è qui nel Palazzo…
L’assessore Bonaccorsi oggi non c’è, onorevole Tripodi, il Presidente è nella sede del Consiglio e gli abbiamo mandato un messaggio affinché possa essere presente in Aula.
Se lei vuole aspettare o iniziamo…
Se viene il Presidente, aspettiamo un attimo e facciamo poi l’illustrazione in sua presenza.
Se l’Aula è d’accordo, in attesa che arrivi il Presidente possiamo intanto passare all’illustrazione del prossimo punto all’ordine del giorno.
Mozione numero 21 a firma del consigliere Pezzimenti in ordine “In ordine al preoccupante stato di siccità che attanaglia la fascia costiera, collinare e premontana calabrese”
Mozione numero 21 a firma del consigliere Pezzimenti in ordine “Al preoccupante stato di siccità che attanaglia la fascia costiera, collinare e premontana calabrese”.
L’onorevole Pezzimenti ha facoltà di illustrare la mozione.
Avevo già chiesto nella scorsa seduta di inserire all’ordine del giorno questa mozione. Qualcuno ha suggerito di rinviarla in quanto non c’era, in quella seduta, l’assessore al ramo. Ma neanche stasera ho il piacere di vederlo, comunque leggo la mozione:
“Premesso che lungo la fascia costiera e collinare premontana calabrese perdura ormai da parecchi mesi – questo si riferiva al 12 novembre perché poi qualche goccia d’acqua si è vista – un preoccupante stato di siccità determinato dall’assoluta mancanza di venti atmosferici piovosi, lo stato di siccità sta provocando gravissimi danni all’agricoltura con una ricaduta fortemente negativa dal punto di vista economico per le popolazioni che ne traggono sostegno come unica fonte di reddito dalle attività agricole tradizionali e tipiche delle zone del medio e basso versante ionico e tirrenico calabrese come l’olivicoltura, la viticoltura e l’agrumicoltura.
Lo stato di siccità, inoltre, sta provocando seri danni alla pastorizia per mancanza di pascoli freschi determinando casi di moria di suini, bovini ed ovini.
Rilevato, inoltre, che si assiste ormai da alcune settimane ad un rapido prosciugarsi delle risorse idriche con gravi disagi alle popolazioni delle zone sopra citate con il rischio di procurare gravi inconvenienti igienico-sanitari nei comuni interessati, ai sindaci dei comuni maggiormente colpiti stanno pervenendo numerose richieste di intervento e di risarcimento dei danni subìti specie da agricoltori ed allevatori.
Considerate le richieste di intervento e di riconoscimento dello stato di calamità naturale di alcuni comuni particolarmente colpiti dalla siccità, eventuali e gravi ripercussioni riguardanti l’ordine pubblico.
Impegna la Giunta regionale ad individuare le zone colpite dalla siccità onde evitare in seguito eventuali speculazioni, contribuire con fondi di bilancio regionale e quant’altro disponibile per alleviare lo stato di sofferenza delle attività agricolo pastorali;
predisporre per il futuro una pianificazione delle risorse idriche disponibili equilibrando l’utilizzo di queste risorse con il fabbisogno per le attività agricole, pastorali e domestiche;
recepire le proposte avanzate da molti sindaci dei comuni maggiormente colpiti dalla siccità;
richiedere, infine, al Governo nazionale il riconoscimento dello stato di calamità naturale per il perdurante stato di siccità che si riscontra nella zona costiera, collinare e premontana calabrese e per le conseguenze sopra citate, nonché l’intervento della Regione per i compiti attribuiti dal decreto legislativo 112 e dalla legge 225 del 1992”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, mi sembra che la mozione presentata dal collega Pezzimenti sia degna di essere presa in considerazione, non solo e non tanto per i problemi che pone in essere sul piano generale per quanto riguarda la politica in generale agricola calabrese, ma anche per quanto riguarda gli aspetti riflessi, indotti che la motivazione in sé sottolinea.
E’ un fatto importante che l’onorevole Pezzimenti sottolinei in questa sua mozione zone ben identificate del territorio calabrese, che per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria possiamo dire che abbraccia quasi la metà del territorio dell’intera provincia, allargandolo, possiamo dire che lo comprende un po’ tutto.
Ma la metà cui mi riferisco in maniera particolare, è proprio la fascia ionica reggina, che come risaputo è cronicamente, purtroppo, un’area purtroppo arsa a causa dell’assenza di fonti di approvvigionamento idonee per l’acqua e anche per il clima, per la temperatura piuttosto elevata, che si presenta per parecchi mesi all’anno.
Il problema è sì generale, è sì legato al sistema agricolo del territorio, ma anche legato alla necessità di interventi, da parte della Regione Calabria, su alcuni settori.
Bisogna dare atto che questo Consiglio regionale, questa Giunta sta parecchio lavorando anche in Commissione per il recupero delle aree interne della montagna, per dare più forza e sostanza all’azione dei forestali, dando anche opportunità di programmare nel tempo interventi più radicali, più attenti, più funzionali a quelle che sono le esigenze, per garantire agli agricoltori e alla zootecnia, soprattutto agli addetti ed ai tanti operatori zootecnici, forme di tranquillità lavorativa.
Abbiamo assistito anche in tempi recenti a fenomeni particolarmente gravi legati a questo fenomeno della siccità e legati anche a vicende atmosferiche sicuramente non usuali per le nostre zone. Basta ricordare la “lingua blu”: prendiamo atto che la Giunta regionale recentemente ha varato provvedimenti in questo senso, quindi dando sollievo a tutta una attività, quella ovo-caprina, che era stata messa in ginocchio dal morbo della “lingua blu”.
Bisogna fare di più, cioè obiettivamente riteniamo che bisogna far di più. Agenda 2000 ha messo in movimento alcuni cantieri, ha attivato le procedure, perché ci sia un processo più attento e adeguato alla montagna e alle zone interne e collinari della nostra Regione.
Anzi è necessario che al più presto l’assessorato determini i finanziamenti a tutte le aziende, le attività, gli enti comunali per le comunità montane per dare il primo impulso valido.
So che l’assessorato all’agricoltura – Presidente, se mi ascolta – è stato molto attento e veloce, anche dinamico, so che ha quasi pronti i Por e le graduatorie sui Por. Non ci sappiamo spiegare perché ancora non le hanno rese pubbliche anzi vorremmo che al più presto fossero rese pubbliche proprio per dare a questo settore un impulso maggiore di attività ed una maggiore attenzione.
Certo questo abbraccia anche il problema più complesso che è quello della zootecnia, qui bisogna dare risposte concrete non solo per quanto riguarda finanziamenti a pioggia, ma anche per quanto riguarda un programma più generale che noi vorremmo avere su questo settore, partendo un po’ da tutta la filiera che è legata alla zootecnia, non solo dei pascoli, che purtroppo in Calabria sono sempre più arsi dagli eventi atmosferici; quindi vorremmo più zone a pascolo, l’erba più verde per gli animali delle colline e delle montagne, ma vorremmo anche che la Calabria finalmente si svegliasse su un altro segmento.
Mi auguro che il prossimo bilancio possa dare una risposta concreta in questa direzione.
Mi risulta che i comuni fanno continuamente richiesta di contributi per la creazione anche di consorzi per avviare i mattatoi, per completare quel processo di filiera tipico della zootecnia, che deve chiudere il suo corso attraverso l’apertura di nuovi mattatoi e di nuovi strumenti di aiuto a tutta l’attività zootecnica.
Onorevole Nucera, la prego di avviarsi alla conclusione.
Quindi dicevo, Presidente, credo che la mozione sia degna di considerazione, perché è importante anche ai fini della redazione del prossimo bilancio, che sicuramente troverà nel settore zootecnico e nell’agricoltura in generale voci consistenti di capitolo.
Per quanto riguarda lo stato di calamità è una proposta che secondo me deve essere accolta…
Onorevole Nucera, la invito a concludere
Chiudo il mio intervento, Presidente, dicendo che è opportuna la richiesta di inoltrare al Governo la richiesta – mi ripeto – dello stato di calamità per la Calabria, per l’eccessiva siccità che abbiamo avuto dal mese di marzo fino al novembre 2001.
Credo che l’onorevole Pezzimenti potrà essere contento del suo appassionato sostegno.
Pongo in votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’onorevole Tripodi Michelangelo ha facoltà di intervenire per illustrare la sua mozione.
Questa mozione pone il problema della situazione che si è determinata a seguito della decisione del gennaio 2000, che portò all’affidamento al gestore unico dell’attività dell’intervento per quanto riguarda gli impianti di depurazione.
Abbiamo avuto la costituzione di cinque Ato nella regione, che corrispondono alle cinque province della Calabria; siccome riguarda tanti lavoratori che sono interessati a questo tema della depurazione, riguarda i cittadini, che con il gestore unico rischiano da una parte di vedere abbattersi sulle loro spalle un aumento delle tariffe assolutamente insostenibile e insopportabile e dall’altra un abbassamento del livello e della qualità dei servizi, che attengono appunto alla depurazione, alle reti fognanti e quant’altro, non c’è dubbio che c’è da fare una riflessione allo stato attuale rispetto a quello che è avvenuto in Calabria in questo anno e mezzo, dall’inizio del 2000 sostanzialmente, da quando sono stati costituiti gli Ato ed è stata affidata la gestione degli impianti di depurazione, che i comuni hanno conferito alla società aggiudicatarie dell’appalto.
Contemporaneamente bisogna porsi il problema di che risposta si dà alle centinaia di lavoratori che provengono da un progetto che era denominato Comerint per il quale i capitolati di appalto prevedevano il riassorbimento, cioè la riassunzione attraverso le società aggiudicatarie di questa nuova gestione.
Allora la richiesta che attraverso questa mozione si fa è quella che il commissario straordinario, nella persona del Presidente della Giunta regionale, poiché siamo ormai alla fase conclusiva dell’affidamento a questo gestore unico, che ha un termine ormai limitato nel tempo - abbiamo proprio ieri parlato di questo argomento con il responsabile del procedimento dell’Ufficio del commissario, ingegnere Papello –, siamo in una fase ormai terminale, una volta conclusa questa fase, avvii una nuova procedura attraverso la costituzione di società miste avvalendosi dello stesso modello utilizzato per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Un modello di costituzione di società mista di ambiti territoriali ottimali con la partecipazione pubblico-privata, che è il modello che si sta attuando per la raccolta differenziata.
Una volta conclusa l’attività a gestore unico, che ormai volge al termine, di andare in questa direzione con l’impegno, però, che dentro una operazione di questa natura si preveda la riassunzione dei giovani provenienti dal progetto Comerint, legge 160/88 di cui oltre 250 sono rimasti disoccupati a causa delle inadempienze e delle omissioni degli enti gestori.
Io credo che il tema è di grandissimo rilievo perché la depurazione in Calabria rappresenta in qualche modo una sorta di punto fondamentale per capire a che livello, a che punto sia la crescita e il progresso di questa regione.
In questi anni abbiamo avuto modo di constatare che molto spesso durante l’estate, la stagione balneare è caratterizzata da denunce, proteste, richieste e malcontento generalizzato, perché in larghe zone della Calabria talvolta non c’è il funzionamento degli impianti di depurazione, con grande rischio per la salute dei cittadini, dei bagnanti, dei turisti ma anche con grave nocumento per l’immagine della Regione sul piano generale.
Ho visto che anche alcuni dati,
che purtroppo non possono essere fatti risalire solo a questo problema,
conclusivi della stagione 2001 segnalano un decremento delle presenze
turistiche nella nostra regione, il
che preoccupa seriamente, perché sul turismo si è affidata una grande speranza
per lo sviluppo, per la crescita della nostra Regione e non c’è dubbio che se non portiamo ad un livello
adeguato la capacità di depurazione delle acque in Calabria, sicuramente la Regione
soffrirà sempre di un gap e di un ritardo strutturale rispetto alle altre Regioni d’Italia.
Tant’è che spesso ci troviamo a denunciare e a reclamare per quello che
dice “Goletta Verde”, che non sempre ci convince, ma che purtroppo esprime e
fotografa una realtà che può anche non piacerci, ma che dimostra quanta strada
c’è da fare in questa direzione.
Credo che anche l’esperienza del gestore unico sia fallimentare, che
rischia di aumentare a dismisura le tariffe a carico dei cittadini, che ha
abbassato già il livello e la qualità dei servizi già scarsi ed insufficienti
che c’erano in questo settore in Calabria e dunque credo che bisogna pensare ad
una nuova strategia.
La proposta che si avanza con questa mozione, che chiedo di valutare
approfonditamente, è quella, appunto, di andare ad una fase nuova che veda
protagoniste le realtà locali, il sistema delle autonomie, le province, i
cittadini e possa consentire contemporaneamente un salto di qualità perché
davvero ce n’è bisogno, in un servizio fondamentale, che denota il tasso di
civiltà di una Regione.
Credo che la Calabria che vuol essere una Regione civile non può avere
sistemi di depurazione da terzo mondo che inficiano e che determinano, in
qualche modo, anche una caduta di prestigio, di immagine e credibilità della
nostra Regione sul piano generale. Per cui potremo fare tante belle fotografie,
tanta bella pubblicità e depliant illustrativi, poi la realtà concreta è
che quando un cittadino, che viene qui a passare 15 giorni di ferie, si trova
davanti ad una realtà con situazioni di questo genere: di inquinamento, di
difficoltà anche di poter effettuare la balneazione.
Rispetto a questo, allora, abbiamo bisogno di crescere e di fare un salto
di qualità, penso che questa possa essere una idea, un percorso e comunque
l’esigenza di dare una risposta irrinunciabile agli oltre 250 giovani, che sono
rimasti sulla strada, nonostante gli impegni e le promesse che tutti hanno
allegramente elargito senza poi garantire concretamente alcuna risposta
rispetto a questo grave problema.
Tecnici specializzati che pure hanno una grande professionalità e che
sono stati messi sulla strada dalla società di gestione unica degli Ato.
Penso allora che si potrà come Consiglio regionale decidere diversamente
e procedere su questa strada nuova delle società miste con l’impegno a
riassumere gli operai, i lavoratori della ex Comerint, che hanno tutto il
diritto a rivendicare la riassunzione nel posto di lavoro.
Ha chiesto di parlare l’assessore Misiti. Ne ha facoltà.
Una mozione di questo tipo, signor Presidente, pur se comprensibile dal punto di vista dell’umanità che contiene, perché evidentemente sottintende grandi questioni economiche, aspetti umani, questioni di civiltà, però viene inserita in un contesto inopportuno, perché inserisce una volontà del Consiglio regionale nel momento in cui le cinque province e i 409 comuni della Regione stanno organizzando la gestione integrata delle risorse idriche.
Gestione integrata delle risorse idriche, vuol dire gestire dalla distribuzione idrica alle fognature alla depurazione. E’ ovvio che questa sarebbe una indebita interferenza, perché la decisione spetta esclusivamente all’assemblea dei comuni degli Ato.
Quindi scegliere aziende miste, conto terzi o altre forme di gestione spetta solamente ai comuni e alle province che dirigono gli Ato in questo momento.
Proprio stamattina, per esempio, tutti i comuni della provincia di Reggio Calabria si sono riuniti e hanno scelto una via completamente diversa da quella che porta avanti questa mozione.
Quindi sarebbe effettivamente una interferenza che non ci compete. Tra l’altro la legge regionale approvata da questo Consiglio regionale stabilisce che sono proprio i comuni e la conferenza dei comuni guidata dalla provincia che stabilisce tutto ciò.
Costituire un’azienda mista per la depurazione o per la fognatura soltanto o per la distribuzione idrica soltanto sarebbe andare contro lo spirito e la lettera della legge regionale 10, ma è la legge nazionale 36/94 che non ammette una simile eventualità.
Pertanto ritengo che questa mozione non possa essere accettata dal Consiglio regionale, anzi invito il consigliere Tripodi a riflettere, perché è esattamente contro quello che sta avvenendo nelle province e nelle conferenze dei comuni che hanno tutto il diritto di gestire queste cose.
E’ ovvio che nel momento in cui si assumerà la gestione finirà il commissariamento e gli Ato gestiranno attraverso una scelta che faranno loro; per esempio Cosenza ha scelto la società mista, mentre Reggio Calabria sceglie l’affidamento a terzi, è una loro libertà, possono sceglierlo e farlo come decidono.
Se noi dovessimo decidere qui anche con una mozione sarebbe contraddittorio con la legge regionale, con la legge nazionale e con quello che fanno gli Ato.
Inviterei il consigliere Tripodi a ritirare questa mozione perché non è pensabile approvare una cosa simile.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Sicuramente ha ragione l’assessore Misiti, solo che stiamo parlando di una realtà che è solo nella fantasia.
Come tutti sanno in questo momento la gestione è in mano all’Ufficio del commissario che ha deciso in una fase precedente l’affidamento al gestore unico e non sappiamo quando finirà il commissariamento, né credo che la stessa decisione, che sta prendendo in questo momento la conferenza dei comuni delle diverse province sia già in una fase operativa.
Io per esempio presumo che la
stessa decisione assunta stamattina per diventare operativa a Reggio Calabria, cioè l’affidamento a
terzi, quindi la privatizzazione della gestione di tutto il servizio idrico
della provincia di Reggio Calabria assunta
a maggioranza – quindi ognuno da questo punto di vista si assumerà le sue
responsabilità –, è forse l’unico caso d’Italia in cui i sindaci decidono a
maggioranza di andare verso la privatizzazione, in tutte le Regioni dal Veneto
all’Emilia si è deciso di costituire società miste, qui hanno fatto quest’altra
cosa.
Quella, comunque, è una operazione che non c’entra nulla rispetto al
ragionamento che stiamo facendo.
Il ragionamento che stiamo facendo riguarda la fase in cui siamo, tant’è
che per fare un paragone, nella questione della raccolta differenziata, che
certamente dovrà essere di competenza dei comuni si è deciso di costituire
società miste in cui il 51 per cento è di proprietà dei comuni che fanno parte
di quell’ambito territoriale.
Poi molti sono stati commissariati perché i comuni non hanno adempiuto,
ma lì è un altro problema.
Nessuno ha detto ai comuni: intervenite e assumete voi l’onere e l’onore
di gestire questa fase dell’Ato o alle province. Si è deciso di procedere
attraverso l’attivazione di una società a gestore unico.
Allora noi diciamo: siccome il gestore unico è fallito, siccome c’è
ancora il commissario, siccome domani non darete certamente il potere ai comuni
o alle province di decidere rispetto a questo argomento in questa fase, fin
quando i comuni e le province non decideranno per quanto riguarda la
depurazione e quella parte che è sotto commissariamento, decidiamo che si
vadano a costituire le società miste che vanno in quella direzione, che è la
stessa scelta che si è fatta per la raccolta differenziata, né più né meno.
Solo una breve replica, assessore Misiti.
Nella provincia di Reggio Calabria hanno scelto un’altra cosa. Hanno scelto di fare servizio idrico, fognature e depurazione in modo contrario, tanto è vero che la proposta che dice lei è stata presentata stamattina ed è stata bocciata. Negli Ato si sta procedendo adesso, non fra due anni, se vuoi costituire un’azienda mista, questa arriva dopo che loro hanno cominciato ad operare: sarebbe ridicolo da parte nostra.
La parola al Presidente Chiaravalloti.
Il problema è che l’intervento bisogna coordinarlo con l’entrata in funzione degli Ato. Quindi se i tempi saranno ragionevolmente lunghi da permettere noi terremo conto della vostra posizione.
Se interverranno gli Ato, la questione poi sarà gestita in sede competente, questo è il senso del discorso.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione presentata dal collega Tripodi ha dei risvolti molto importanti per quanto riguarda la nostra Regione.
Ha fatto bene a presentarla, ma ritengo che ha una duplice veste, una per quanto riguarda il progetto degli Ato, che si sta portando avanti nelle varie province con apprezzamenti e polemiche, come succede sempre, ed un altro è invece la gestione del commissariamento in Calabria perché altrimenti confondiamo le cose.
Una cosa è l’ufficio del commissario con tutto quello che ne deriva, con la balneazione che è stata quella che è stata, con dei progetti che dovevano essere cantierizzati ed eseguiti entro l’inizio dell’estate e che così non è stato. Siamo seriamente preoccupati per l’estate prossima e non so se su questo punto avremo soluzioni, sicuramente l’assiduità e presenza dell’assessore Misiti sicuramente può rispondere anche su questo.
Riterrei opportuno che rispondesse l’Ufficio del commissario, per quanto riguarda gli impianti di depurazione e quello che ne sta derivando; l’emergenza acque, se all’Ufficio del commissario non le hanno assegnato anche questa delega, è un’altra partita. E un’altra partita ancora riguarda la raccolta differenziata: siamo riusciti dopo quattro anni ad essere ancora all’1 per cento in Calabria.
Allora se il Presidente lo ritiene e se è d’accordo il collega Tripodi, nelle prossime settimane, proprio per fare una opportuna verifica, si potrebbe avere un incontro con l’Ufficio del commissario per accertare lo stato dell’arte di questo ufficio, sia per quanto riguarda il commissariamento delle acque che il commissariamento dei rifiuti.
La preoccupazione incomincia a diventare ancora più elevata, perché più passa tempo, meno raccolta differenziata si fa e meno il sistema dei rifiuti in Calabria non funziona. Le discariche andranno ad esaurimento e siamo seriamente preoccupati per questa cosa.
Per evitare polemiche e per essere propositivi, riteniamo che sia fondamentale un incontro per capire come il 2002 si presenterà ai turisti che si sta cercando di portare in Calabria, con tutte le iniziative mirate, vedi Germania, patti con la Grecia, patti con tutto il mondo, ma siamo seriamente preoccupati del futuro ambientale della Calabria e dei calabresi.
Credo, onorevole Tommasi, che questa sua proposta sia opportuna ma credo che la stessa Commissione ambiente potrebbe chiedere legittimamente una audizione alla presenza del Presidente.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, io intervengo intanto per fare una premessa e ricordare al Presidente della quarta Commissione a proposito di quel che diceva il collega Tommasi, che nel mese di giugno – se non ricordo male – il Consiglio regionale ha deliberato, ha assunto l’impegno trasferendo poi alla Commissione competente l’esigenza inderogabile di fare le audizioni in Commissione del commissario per i rifiuti e smaltimento liquami, dei responsabili l’Ufficio del commissario per discutere il problema della depurazione in Calabria.
Noi abbiamo necessità di sapere, conoscere le attività che per noi sono fallimentari salvo che in corso di audizione e di approfondimenti non si riesca a rilevare un’attività che oggi noi non siamo in grado di riscontrare, perché degli impianti di depurazione in Calabria non ne funziona nessuno.
Torno alla mozione, questa era solo una premessa.
Ho ascoltato anche la risposta dell’assessore Misiti, ma mi viene spontanea, come dice qualcuno, una domanda: gli appalti di manutenzione degli impianti di depurazione, assessore, che è durato anni, i contratti, quindi. Perché se il contratto ha una validità semestrale o una validità a scadenza rispetto alla posizione degli Ato, tra l’altro i sindaci della provincia di Reggio Calabria stamattina hanno discusso, il dato reale però è che nessun Ato ha avviato le attività.
Su questo poi eventualmente parleremo in sede di revisione di bilancio quando la Giunta regionale ha nominato i segretari tecnici, ne parleremo comunque dopo.
Ma dico: se l’Ufficio del commissario ha dato in appalto la gestione di questi impianti credo che il collega Tripodi si riferisse proprio a che si sensibilizzassero le aziende che sono state aggiudicatarie degli appalti affinché l’utilizzo del personale necessario per la gestione degli impianti fosse quello di cui alla Comerint, personale che è stato formato per far solo questo lavoro attraverso soldi pubblici per decine e decine e forse anche qualche centinaio di miliardi.
Questo credo fosse lo spirito che aveva animato il collega Tripodi.
Io tra l’altro su questo avevo posto una interrogazione qualche mese fa alla quale - come ci siamo ormai abituati - non c’è risposta e colgo l’occasione, Presidente Fedele, per chiedere che venga ripristinata quella norma regolamentare secondo la quale quando alle interrogazioni non c’è risposta, entro 60 giorni le stesse vanno discusse in Aula.
In questa legislatura con soddisfazione avevamo apprezzato l’iniziativa dell’allora Presidente Caligiuri, che una sola volta ci ha consentito di discutere le interrogazioni in Aula, dopo non è più successo. Gli assessori e il Presidente alle interrogazioni non rispondono, nessun assessore risponde se non per qualche caso eccezionale. Noi abbiamo necessità di svolgere un diritto-dovere che è l’istituto della interrogazione e della interpellanza, che avuta una risposta nei tempi in cui viene proposta ha un senso, dopo uno o tre anni o mai ha certamente un altro senso.
Concludo dicendo: se c’è questo contratto di appalto – assessore Misiti – fin quando c’è la durata di questo rapporto contrattuale, sensibilizzare, spingere, potrei andare anche oltre, obbligare la ditta appaltatrice, che ha un rapporto contrattuale con l’Ufficio del commissario - non ce l’ha ancora con le province o con l’Ato – perché utilizzi all’interno di questa sua organizzazione del lavoro, il personale che la Regione ha formato con soldi ministeriali proprio per questo scopo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pisano. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, Presidente, perché in questa materia mi pare che a volte si faccia un po’ di confusione e già qualcosa ha spiegato l’assessore Misiti, nel momento in cui dice che il servizio idrico integrato comprende anche la depurazione, il cosiddetto ciclo delle acque. Per cui in questa materia, a mio avviso, è lodevole l’iniziativa dell’onorevole Tripodi, anche se non è attualizzabile nel senso che è opportuno che ci sia una sollecitazione agli enti che hanno titolo perché possano attivarsi sul territorio.
Mi riferisco alle Province che sono in notevole ritardo rispetto agli adempimenti che prevede la legge 10 di attuazione, la legge 36 del ’94; sostanzialmente, una volta costituite le autorità di ambito, le Province hanno compiti precisi, prerogative specifiche. Non entro nel merito delle scelte che sono nella loro determinazione autonoma, anche se sarebbe più opportuno che ci fosse una oculata determinazione da parte delle province perché assieme si potessero determinare uniformemente.
E’ chiaro, però, che in questo contesto di materia siamo già in ritardo, anzi in notevole ritardo, mi riferisco agli adempimenti, ai tempi, allo scadenzario, ma ritengo che ci sia anche un qualche adempimento formale saltato da parte delle Province. Non mi è dato sapere con esattezza se, per esempio, hanno eseguito gli adempimenti riguardo la ricognizione sul territorio e i programmi che sono un fatto fondamentale che prescrive la legge.
Tutti questi elementi credo siano essenziali ai fini di un corretto indirizzo di gestione. Si può determinare l’assetto che si vuole, ma il soggetto gestore previsto dalla legge come gestore unico lo si deve determinare attraverso una formulazione diversa e una metodologia che non è quella che le Province hanno adottato, anche se sono in notevole ritardo, che cercano di sanare scavalcando gli adempimenti che sono necessari e dovuti.
Ritengo quindi che discutere oggi la mozione presentata dall’onorevole Tripodi sia fuori dal tempo, l’unico problema è che dobbiamo attivare, sensibilizzare in conclusione, come diceva anche l’onorevole Borrello, le Province perché facciano il loro dovere fino in fondo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, sono stato chiamato in causa e per questo ringrazio
gli onorevoli Borrello e Tommasi per avermi dato l’opportunità di dire che io,
intanto, non ho alcun problema di fare un’audizione suppletiva del commissario
straordinario per i rifiuti ma volevo ricordare che noi abbiamo già avuto…
(Interruzione)
Onorevole Borrello, se mi dà la facoltà di parlare può darsi che io riuscirò
a spiegarglielo… Il fatto che ha aspettato quattro mesi sicuramente non è che
sia stato per colpa mia o della Commissione.
Cominciamo quindi a stabilire quali sono le regole. Le Commissioni non si
riescono a riunirsi perché viene anche meno quasi sempre il numero legale…
(Interruzione)
Certamente non per responsabilità mia, ritengo di aver comunque convocato
puntualmente in ogni circostanza la Commissione, se qualche volta non c’è stata
è grazie ai rinvii che voi avete chiesto. Volevo completare il mio intervento
dicendo che la Commissione la riuniremo…
Probabilmente saranno andate deserte tutte le riunioni, ma una con
all’ordine del giorno l’audizione del commissario non credo…
Si sbaglia, onorevole Borrello. Le ricordo che il 28 agosto ultimo
scorso, lei ha ricevuto un telegramma e una convocazione per questo. C’è stato
un rinvio della seduta di Commissione perché è stato chiesto da voi giusto per
ricordarle, a memoria, ma io non penso che il problema sia se convocare o meno
la Commissione. Ho già detto che la Commissione la convocherà il Presidente ma
ciò nonostante devo dire che non spetta a me dire qual è lo stato di salute
delle coste calabresi.
Sono convinto da quello che ho appreso dalla stampa, dalle audizioni che
abbiamo fatto col Presidente, e lei lo sa benissimo, che il 70 per cento al 31
dicembre - forse oggi siamo al 50 per cento - ma al 70 per cento per il 31
dicembre i depuratori della Calabria saranno funzionanti.
(Interruzione dell’onorevole Borrello)
Nella prossima audizione noi sicuramente daremo la possibilità al
Presidente di dirci queste cose.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Guagliardi. Ne ha facoltà.
signor Presidente, io sono entrato, ho sentito la discussione e quindi
chiedo scusa se dirò delle cose ovvie. Credo ci sia stato, nella passata
gestione, col passato Presidente, un criterio di convocazione delle
Commissioni, la stessa cosa credo ci sia anche con lei.
Premetto che sono d’accordo con l’ultima impostazione, di dedicare una
giornata della settimana alle Commissioni e anche di rafforzarle col lavoro
della Commissione istituzionale, però, chiedo scusa, mi pare che nella
settimana di convocazione del Consiglio regionale, l’accordo unanime fosse –
salvo casi eccezionali – che le Commissioni non si dovessero riunire. Ciò ci
consente di lavorare anche al di fuori del Consiglio regionale.
Mi pare, però, che puntualmente questo criterio venga disatteso - se
osserviamo l’elenco delle convocazioni, uso una parola pesante che non deve
risultare offensiva –, da azioni pirata di Presidenti di Commissioni, che ci
convocano anche quando noi riteniamo di non essere più convocati. Per cui
dobbiamo molte volte mancare alle riunioni perché abbiamo già messe in cantiere
altri impegni
Vorrei che venisse riaffermata la serietà dell’impostazione. Anche sei
giorni la settimana di lavoro delle Commissioni, va bene, però se il Consiglio
si esaurisce in un giorno o due gli altri giorni si sappia che debbono essere
destinati ad altre cose. Solo questo volevo dire.
Votiamo su questa mozione
Presidente, volevo avanzare solo una richiesta…
E’ già intervenuto tre volte sullo stesso argomento, onorevole Tripodi…Prego.
Non voglio intervenire né replicare, volevo solo chiedere, Presidente,
visto che il Presidente Chiaravalloti nel suo intervento ha espresso
un’opinione in cui ha sostanzialmente detto: se i tempi sono brevi non ne
facciamo nulla perché le gestioni degli Ato passano a livello di Province,
quindi il problema non sarà più dell’Ufficio del commissario. Ma se i tempi
sono lunghi il problema a quel punto rimane, quindi se il problema dovesse
permanere per una fase di tempo, ecc., siamo disponibili a prendere questo come
una sollecitazione di impegno.
Allora io riformulerei questa parte di proposta di dispositivo finale rispetto alle cose che diceva il Presidente, in modo tale da assumere questo impegno che, ove i tempi dovessero essere lunghi nella gestione ancora prevista del commissario allora l’Ufficio del commissario si attiverà in questa direzione.
(Interruzione del Presidente della Giunta regionale)
Pongo in votazione la mozione con questa riformulazione ultima dell’onorevole Tripodi.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’onorevole Tommasi, a nome del gruppo dei Verdi chiede, essendo programmato il congresso del suo partito a Chianciano Terme nei giorni 30 novembre e 1 e 2 dicembre, di sospendere – se l’Assemblea è d’accordo – per quei giorni l’attività.
Siccome il 30 novembre forse è prevista una seduta di Commissione, vorrei chiedere all’Aula e all’onorevole Senatore che è il Presidente di quella Commissione un pronunciamento in merito.
(Interruzione)
La richiesta dell’onorevole Tommasi viene accolta.
Proporrei se siete d’accordo quindici minuti di sospensione per un breve break per poi riprendere subito con la variazione e l’assestamento di bilancio.
La seduta sospesa alle 19,45 è ripresa alle 20,45
Progetto di legge numero 119/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Variazione al bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001/2003” (Delibera Giunta regionale numero 763 del 5.9.2001)
Si passa al primo punto all’ordine del giorno –corrisponde al penultimo della giornata - che recita: Progetto di legge numero 118/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizione per la variazione al bilancio 2001/2003 della Regione (legge finanziaria)” (Delibera Giunta regionale numero 764 del 5.9.2001).
Progetto di legge numero 119/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Variazione al bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001/2003” (Delibera Giunta regionale numero 763 del 5.9.2001).
L’onorevole Talarico, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
La variazione di bilancio che oggi è all’esame del Consiglio arriva col parere favorevole della Commissione dove è stata ampiamente discussa e approfondita in due sedute dedicate all’esame delle singole poste finanziarie inserite.
Dopo la discussione generale dei diversi capitoli che è avvenuta in una seduta, in data 21 novembre, la Commissione a maggioranza ha approvato la presente variazione che oggi è all’esame del Consiglio.
A tal proposito, voglio anche sottolineare il senso di responsabilità di tutti i gruppi presenti in Commissione, quindi anche l’opposizione che nonostante il voto contrario ha permesso ai lavori della Commissione l’approvazione del progetto di legge in esame.
Le questioni di maggiore rilievo affrontate nella variazione sono sostanzialmente relative a due questioni: il sollievo e la disoccupazione dei comuni storici della Calabria e la questione del risanamento, del ripiano dei disavanzi delle aziende che esercitano servizi pubblici di trasporto locale.
Accanto a ciò esistono anche altre variazioni di importo inferiore che riguardano una serie di esigenze finanziarie di carattere sostanzialmente obbligatorio o ad obbligazione maturata nei confronti di terzi.
Vado velocemente all’indicazione delle poste più rilevanti che sono state inserite nella presente variazione.
Sul versante dell’entrata le variazioni in aumento sono state di 33 miliardi e 100 milioni di cui 21 miliardi 800 milioni relative al trasferimento da parte dello Stato della somma corrispondente alla perdita di entrata subita dalla Regione per gli anni ’98 e ’99 dovuta alla riduzione dell’accisa sulla benzina non compensata dal maggiore gettito delle tasse automobilistiche come peraltro è determinato dall’articolo 17 comma 2 della legge 449 del ’97.
Poi per 11,3 miliardi relativi a contributi versati dall’utenza per l’approvvigionamento idrico conseguente all’aumento dello stato di previsione della spesa resosi necessario per ulteriori necessità sopravvenute nell’ambito della gestione degli acquedotti regionali.
Per quanto riguarda invece la parte di previsione della spesa che è stata variata i capitoli più importanti e rilevanti dal punto di vista finanziario riguardano il fondo sollievo alla disoccupazione per 10 miliardi di lire che in base all’intesa raggiunta con i sindaci dei comuni interessati dovrebbero garantire anche il finanziamento per tutto l’anno 2001. La somma di lire 8 miliardi in materia di ripiano dei disavanzi delle aziende di trasporto pubblico e privato: voglio ribadire e rimarcare che con tale stanziamento si vuole garantire solo parzialmente la copertura finanziaria necessaria per raggiungere l’identico livello dello stanziamento relativo all’anno 2000 che è di 166 miliardi. La differenza di 8 miliardi sarà reperita nel prossimo bilancio di previsione 2002.
Altra variazione rilevante è la copertura delle rate di ammortamento dei mutui contratti per l’estinzione delle passività onerose ai sensi della legge regionale 14/98 per ulteriori 3 miliardi e 500 milioni circa.
Lo svolgimento, altra variazione, delle attività da realizzare per il tramite delle associazioni allevatori attraverso un programma specifico da approvarsi con apposito atto di Giunta regionale per lire 6 miliardi, l’aumento del capitale sociale del Comac di Montalto Uffugo per lire 2,7 miliardi, poi ci sono due che riguardano il cofinanziamento da parte della Regione Calabria per due Programmi Urban. Quello di Reggio Calabria per lire 1,7 miliardi e quello di Catanzaro per lire 400 milioni.
Viene destinato anche 1 miliardo per l’ammodernamento e adeguamento della strada di collegamento Schito-Vagno che era stata già finanziata nel ’99 ma non utilizzata nel corso dell’esercizio e quindi viene recuperata.
Poi il finanziamento della legge regionale 30/96 con l’intervento relativo a due cooperative in grave crisi economica.
L’importo di 3,7 miliardi finalizzato alla gestione di servizi socio-assistenziali per far fronte al maggiore onere relativo al comparto anche perché c’era stato un ordine del giorno approvato all’unanimità del Consiglio che destinava questa somma per questo fine.
C’è il cofinanziamento di alcuni progetti di formazione e riqualificazione approvati per lire 1,6 miliardi. C’è la concezione di una anticipazione di 1 miliardo ai cinque enti di ambito territoriali costituiti con la legge 10 del ’97.
Alcune rimodulazioni di spesa riguardanti il settore dell’edilizia residenziale, la promozione culturale, il settore dei trasporti, l’incremento di alcuni capitoli asserenti anche spese generali, spese di funzionamento e la gestione degli acquedotti.
Questa è in poche valore la variante di bilancio che oggi stiamo discutendo in Aula.
Propongo l’approvazione per come deliberata dalla Commissione proprio perché la manovra riguarda una serie di interventi che la Commissione con la Giunta regionale ha provveduto ad effettuare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Amendola. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questa variazione di bilancio noi ci aspettavamo qualche novità da parte della Giunta regionale.
Già in occasione dell’approvazione del bilancio abbiamo dato un giudizio negativo in quanto il bilancio non si presentava come uno strumento vero di programmazione e il giudizio che noi vogliamo dare in occasione di questa variazione di bilancio è che non ci pare sia stato fatto uno sforzo anche per modificare alcuni orientamenti che già nel bilancio erano stati ravvisati.
Noi abbiamo l’impressione che sempre più, quando si tratta di programmare, si è dinanzi ad una improvvisazione vera. D’altra parte, sentendo il relatore, i punti importanti di questa relazione sono delle spese obbligate, se vogliamo: il sollievo disoccupazione, inevitabile, il ripiano delle aziende di trasporto, dopo di che troviamo una elencazione di cose che sicuramente non proiettano questa Regione verso il futuro. Questa manovra non presenta, cioè, nessun elemento di programmazione.
Vedete, noi ci siamo soffermati nella discussione in questa variazione più che su quelli che sembravano i punti essenziali annunciati dal relatore, sul primo punto. Dico questo per comunicare che sostanzialmente non c’è stata una grande discussione in Commissione.
D’altra parte, ritenevamo che non meritasse una grande discussione una manovra di questo tipo.
Ci siamo soffermati sul primo punto, quello riguardante i 500 milioni che servono per le consulenze della Giunta. Non aggiungo altro su questo, non voglio anticipare il ragionamento, la discussione, punto per punto ma ho voluto significare che sono quelle le cose essenziali.
I 500 milioni per consulenze già erano stati molto criticati in sede di approvazione di bilancio quando la spesa storica di 500 milioni veniva portata a 2,5 miliardi, veniva quintuplicata. Con la manovra di oggi quel punto viene addirittura sestuplicato.
Ho voluto portare questo e solo questo esempio perché ritengo che sia significativo di cosa è questa manovra, questo aggiustamento, questa variazione della finanziaria e noi avevamo anche chiesto in merito a quel punto all’assessore al bilancio che ci fornisse gli elenchi anche delle consulenze.
Caro assessore, per due volte – perché sono state due le sedute di Commissione – lei ci ha comunicato che ci avrebbe fornito gli elenchi ancora oggi non pervenuti.
Molto probabilmente domani non serviranno più perché non servivano così, tanto per propagandare chi erano coloro i quali usufruivano delle consulenze, ma su quegli elenchi volevamo fare una discussione di merito sulla produttiva delle stesse consulenze.
Quindi, riteniamo che se questa è la logica della Giunta, se si muove ancora una volta in questo modo per quanto riguarda la programmazione economica di questa Regione, per davvero passi in avanti non se ne faranno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Michelangelo. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, io intervengo perché personalmente non avevo nessuna intenzione di partecipare e di intervenire al dibattito generale, pensavo che questa discussione sulla variazione di bilancio tutto sommato, tenendo conto della proposta che era stata portata in seconda Commissione e licenziata a maggioranza dalla seconda Commissione stessa non presentasse i problemi che mi pare invece presenti adesso.
Era una proposta limitata come manovra finanziaria ad alcune decine di miliardi, ma soprattutto affrontava alcune questioni: il sollievo disoccupazione, la questione del ripianamento del disavanzo nel settore dei trasporti e altre poche cose. Peraltro, ricordava adesso il collega Amendola, era rimasto in sospeso il problema di una decisione assunta dalla Commissione all’unanimità di cui si era fatto portatore il Presidente Malarico, quella di fornire alla Commissione stessa e a tutti i commissari l’elenco delle consulenze visto che era stato detto in sede di discussione dall’assessore che la richiesta dell’aumento del fondo di cui alla legge 13 – se non sbaglio –, andava a coprire impegni già assunti e forse non bastava neppure quella richiesta di aumento di 500 milioni per coprire gli impegni già assunti.
Essendo in presenza di un capitolo che già aveva avuto un aumento del 500 per cento con l’ultima legge finanziaria, un ulteriore aumento e un altro ancora certamente poneva il problema di capire come si spendono questi soldi, a chi vengono elargiti e quali sono i risultati di questa attività cospicua, corposa che riguarda centinaia di consulenti pagati dalla Regione Calabria rispetto alle attività degli assessorati, all’attività complessiva della Regione.
Era circolato, anzi l’assessore aveva in mano un elenco che ha ritenuto di non dover fornire neppure in copia, ritenendo che fosse ufficioso e non ufficiale, così ci è stato detto – lo ricorda l’onorevole Nucera –; però, c’era stato l’impegno che prima della seduta l’assessore Bagarani avrebbe fornito a tutto il Consiglio o comunque ai componenti la Commissione l’elenco delle consulenze con i risultati - perché si pose il problema dei risultati conseguiti - e il servizio che questi consulenti avevano o no reso alla Regione.
Credo che questo sia un problema che si ripropone in chiave diversa e lo voglio dire con grande chiarezza e determinazione.
Negli emendamenti che sono per il 90 per cento presentati dalla maggioranza, ancora una volta praticando un metodo che ormai viene riproposto in ogni occasione dai suoi esponenti, verifichiamo che c’è il tentativo di stravolgere in Consiglio regionale una scelta che comunque la maggioranza ha compiuto in Commissione, per cui si approva un provvedimento in Commissione così come è stato approvato il progetto di variazione del bilancio 2001 e pluriennale 2001/2003, poi si viene in Consiglio e si deposita una valanga cospicua di emendamenti che hanno anche un carattere strutturale, perché di questo parliamo.
C’è tutta la questione del lavoro in affitto che viene posta con 5 miliardi che vengono erogati e assegnati ad una operazione che è tutta da comprendere e da capire, ci sono una serie di altre scelte e le vedremo leggendo tutti gli emendamenti che sono tutti emendamenti della maggioranza, che vengono per la prima volta fatti conoscere all’opposizione nel momento in cui si discute della variazione di bilancio, quando c’è stata la discussione in Commissione.
Questi emendamenti non erano stati presentati in Commissione, non c’era stata opportunità di discutere e di dibattere, anzi riappare qualche emendamento che la Commissione stessa aveva respinto; mi riferisco per esempio ad un emendamento marginale, quello delle agenzie di viaggio che ho visto riproposto qui mentre era stato respinto da tutta la Commissione.
Mi sembra allora che si ponga un problema forte di rapporti e di correttezza istituzionale perché non c’è dubbio che nessuno è disponibile ad utilizzare il proprio tempo, che sicuramente per qualcuno sarà irrisorio ma per noi o per me è importante, per partecipare a lavori che di fatto sono svuotati totalmente di importanza e di validità. Perché noi oggi con il pacchetto di emendamenti che è stato presentato dalla maggioranza o da singoli componenti della maggioranza, andiamo a fare una operazione che è tutto il contrario e assume un altro aspetto e un altro carattere rispetto alla variazione di bilancio che è uscita dalla seconda Commissione.
Presidente, ritengo che l’unica strada percorribile in questo momento- e questa è l’unica proposta, la richiesta che avanzo - sia quella che vengano ritirati tutti gli emendamenti che sono stati presentati, perché altrimenti si pone un grave e serio problema al lavoro di questo Consiglio regionale.
Quindi, io chiedo che si sospenda la seduta in questo momento, che si faccia una riunione dei capigruppo per porre questa questione e per decidere il percorso sul piano formale, come si intende procedere in questa direzione.
Capirei se ci fossero gli emendamenti della minoranza, la minoranza ha questo strumento, questo potere, quello di fare emendamenti, poi rimangono agli atti come posizioni politiche, come scelte che sono state poste nella massima sede istituzionale ma qui, paradossalmente, gli emendamenti non li fa la minoranza ma la stessa maggioranza per aggiustare situazioni, per determinare spostamenti di risorse da una parte all’altra, per fare alcune scelte e per ricavare nicchie di bilancio indirizzate verso posizioni particolari.
Ma tutto questo non può attenere ad un ragionamento di natura istituzionale quale è il frutto del ragionamento che si è fatto in seconda Commissione.
In seconda Commissione, la minoranza ha consentito che venisse approvata la variazione di bilancio e il Presidente Talarico mi pare che l’ha detto pure nella sua relazione: se non fosse stata presente la minoranza, la variazione di bilancio non poteva essere licenziata dalla seconda Commissione.
Ma voglio dire: anche questa responsabilità che viene mantenuta e dimostrata poi viene sostanzialmente umiliata e mortificata permanentemente: io credo che il problema si ponga alla minoranza.
Evidentemente, la minoranza con questo atteggiamento che dimostra responsabilità istituzionale nel lavoro delle Commissioni sta sbagliando, deve cambiare modo di fare perché in queste condizioni, se poi ci troviamo di fronte ai colpi di mano permanentemente perpetrati e continuati, non c’è dubbio che la minoranza l’opposizione la deve fare in un altro modo, perché non trova questo ragionamento e questo atteggiamento conferma in una posizione responsabile della maggioranza.
Quando si discute di provvedimenti quali quelli che riguardano spesso il bilancio, si presentano spesso in questo modo.
Io sollecito che si sospenda la seduta, si faccia una riunione al tavolo dei capigruppo e chiedo, già da ora, il ritiro di tutti gli emendamenti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io non sarei intervenuto se l’onorevole Tripodi non avesse posto, sostanzialmente, problemi politici di fondo.
Ho avuto difficoltà a seguire il suo ragionamento, perché era in linea con una logica che non può governare i governi e cioè che la minoranza – è la costruzione di un teorema – può e deve garantire il numero legale, consentendo cioè che si formi la volontà legislativa e vengano a compimento gli atti relativi alla trasmissione delle leggi dalle Commissioni all’Aula e quindi all’approvazione delle leggi, intanto in quanto le leggi che vengono approvate in Commissione siano funzionali al disegno politico della minoranza, che condizionando la legge, determina – attraverso la sua trasmissione all’Aula – la intoccabilità e intangibilità. Ergo, la minoranza sarebbe legittimata a legiferare in quanto minoranza perché come tale garantirebbe il numero legale alla Commissione che senza il numero legale della minoranza non potrebbe legiferare. Con la conseguenza che il numero legale non è il rispetto delle regole della democrazia, cioè l’obbligo, il diritto-dovere di partecipare ad una riunione, per la quale il consigliere della minoranza è deputato, sì come lo è il consigliere della maggioranza.
Finiamola col dire che noi garantiamo la maggioranza e il funzionamento delle istituzioni, perché abbiamo il dovere e l’obbligo di garantire questo funzionamento, tranne a non assumere atteggiamenti di ostruzionismo e chi lo fa se ne assume politicamente le conseguenze e responsabilità.
Se il mio ragionamento è in linea sul piano interpretativo con quello che l’onorevole Tripodi prima ci ha esposto, la censura che egli muove parte dalla considerazione che l’assessore Bagarani – birichino – non avrebbe fornito, a richiesta, elenchi di consulenze.
Nel merito non entro e già ne ha abbondantemente anche in passato discusso la minoranza. Rilevo solo che alla mia stessa richiesta è stato risposto che in effetti è difficile fare un elenco perché i 500 milioni – somma storica in bilancio all’epoca in cui c’era il governo di centro-sinistra – erano stati implementati dalla previsione, dal consuntivo in misura tale per cui non era ancora possibile arrivare alla previsione conclusiva di quanti fossero quei milioni in termini di consuntivo.
Questo per dire – Tripodi – che non è sul piano della contestazione ad effetto di uno che può apparire un punto debole, di un punto che può apparire debole, ma che forse debole non è se lo andiamo ad approfondire – ma ripeto che non entro nel merito di questo, non mi compete –, né sulla giustificazione che la minoranza garantisce quel che è obbligata a garantire, cioè il funzionamento di regole alle quali partecipa ed è obbligata a partecipare.
Né – e qui andiamo al paradosso, quindi al terzo elemento, la conclusione – sostiene Tripodi, non può – e grida allo scandalo – la maggioranza presentare emendamenti perché sarebbero gli emendamenti un appannaggio della minoranza.
E’ un paradosso, in fase di rettifica conclusiva, nella fase terminale dell’anno, quindi del bilancio. La maggioranza ha il dovere, l’obbligo di presentare tutti quegli emendamenti che consentano al governo e lo obblighino a spendere i soldi previsti in bilancio.
Perciò dov’è il paradosso? Che la minoranza, che Tripodi con un intervento – mi perdoni – di falso moralismo tenta di accreditare la tesi che falsamente la maggioranza è impegnata in un compito che sarebbe della minoranza – quello cioè di presentare emendamenti –, mentre la maggioranza è obbligata ad assolvere al suo mandato che è quello di spendere il più possibile e quindi deve presentare emendamenti perché i soldi reperibili sul mercato del bilancio siano posti in spese, in liquidazioni.
Io, se Tripodi avrà l’amabilità di convenire, credo che…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi)
Onorevole Tripodi, il contraddittorio non è in questo momento.
Sono emendamenti che portano, ma prendo lo spunto da questo sul piano della discussione generale e visto che c’è l’attenzione del pubblico e della stampa per porre un problema che non esiste – Tripodi – rispetto ai problemi che esistono, un problema serio, fondato.
Noi abbiamo, cioè, al 31 dicembre lo scioglimento, la fine giuridica del consorzio Telcal.
Su questo aspetto, questo che potrebbe diventare un grossissimo, esplosivo problema molto più esplosivo forse anche dei lavoratori socialmente utili perché è in teoria una mappazza, su questo aspetto, la maggioranza con grande responsabilità viene in Aula a confrontarsi con un emendamento, a dire: il 31 dicembre bisogna chiudere, vediamo e prepariamoci a fare gli adempimenti che bisogna soddisfare…
(Interruzione dell’onorevole
Bova)
…onorevole Pirilli, il capitale umano, il capitale sociale in queste cose…
Onorevole Bova, siccome lei ha chiesto di intervenire subito dopo l’onorevole Pirilli… Capisco che la foga, la sua passione politica ormai…
Prego, onorevole Pirilli.
Ho sbagliato io a parlare di questo che sarà oggetto di uno specifico punto in discussione.
Nessuno ha posto mai un limite all’esigenza di utilizzare al massimo le risorse umane soprattutto, tant’è che noi abbiamo sostenuto e lo ribadiamo ancora oggi che la Regione deve da una parte dimagrire, quindi ridurre il suo organico, dall’altro implementare le sue risorse qualitative attraverso l’immissione di linfe vitali, di giovani che siano preparati adeguatamente in stage, in corsi di specializzazioni o di alte specializzazioni perché possano affrontare il compito non semplice che oggi viene richiesto alla burocrazia.
Quindi, questo argomento possiamo discuterlo e conveniamo sul principio, non possiamo convenire su un altro principio, quello che quisque de populo ancorché in quel momento referente o esponente del governo o di uno dei governi della Regione o dello Stato centrale o del Ministero ics, decida di porre in essere uno strumento pregevole, quanto si vuole, che a conclusione della sua vita terrena statutariamente definita viene poi trasferito alla Regione che ne assume gli oneri, che da quanto ho appreso sono all’incirca di 60 miliardi l’anno.
Siccome su queste cose la maggioranza è intenzionata a ragionare seriamente, ma non ad accettare princìpi che possano portare alla deriva la spesa e quindi impedire ogni possibile controllo, diciamo che le cose per le quali – peraltro modeste – ci sono le previsioni di intervento, come denunciava prima Tripodi – ripeto, peraltro modeste – vanno fatte perché i soldi vanno spesi e questa è l’occasione per raddrizzare laddove non si è speso o non si è potuto spendere, recuperare i soldi e spenderli, è sempre meglio che non spenderli, che vadano in disavanzo.
Lo dico ora in discussione generale, perché poi in quella particolare vorrei evitare di intervenire e potrebbe non avere il sapore di un fatto politico.
Uno di questi emendamenti riguarda la sponsorizzazione della società Viola, di cui tanto si è parlato questa estate o quando imperversava la polemica se si dovesse salvare o meno, se le istituzioni dovessero intervenire o meno, se il comune, la provincia o la Regione dovessero intervenire o meno e sono stati sensibilizzati tutti tra cui anche il Presidente della Regione e tutti hanno detto a parole sì. Ma poi la stampa dovrebbe avere buona memoria e e quando un amministratore pubblico: sindaco, vicesindaco, assessore o Presidente della provincia o della Regione dice sì e poi invece è no, dovrebbe additarlo al pubblico ludibrio perché non può esercitare una funzione che non sia corretta, non solo di informazione ma anche di moralizzazione della vita pubblica e della vita politica.
Coerentemente il Presidente della Giunta regionale ha detto sì, perché era un atto di coerenza e di coraggio o un’azione politica di penetrazione nel territorio da parte di un fiore all’occhiello che appartiene a tutta la Calabria, che è questa società Viola – speriamo che si salvi visto, che tra l’altro è l’ultima in classifica –, che per decenni è stata – lo è ancora oggi – nella massima divisione e forma ogni anno 700 giovani che vanno a divertirsi, a far sport, a crescere in salute.
Benissimo, ha vissuto un momento di difficoltà, se sono venuti qui dall’esterno, da fuori, hanno assunto alcuni personaggi e poi hanno abbandonato, si è trovata derelitta e sono intervenuti imprenditori locali e le istituzioni si erano impegnate ad intervenire quando poi devono intervenire… il sindaco è giustificato perché sta male, ma il vicesindaco credo di no. Quindi che dia conto, altrimenti i giornali che facciano inchieste e dicano perché questi signori si tirano indietro. Così per la Provincia e la Regione.
Noi vogliamo rispettare gli impegni e siamo convinti che questa sia una palestra dove ognuno liberamente deve dire perché.
Io dico: sono a favore. Dico: perché ogni domenica su tutte le reti e su tutti i Tg delle reti Mediaset e Rai e locali c’è questa squadra e quindi per la città è un fatto di immagine, perché ci giocano circa 700 ragazzi che crescono in salute, perché c’è un ritorno di immagine, di sport, di salvezza e di salute ecc., ché a mio avviso meritano di restare in serie A e meritano un sostegno, una sponsorizzazione della Regione.
Di quanto deve essere questa sponsorizzazione? Il massimo possibile perché si è trovata la società nelle condizioni peggiori possibili. Le cronache dei giornali hanno riportato queste cose.
Io non mi dilungo oltre, ma non possiamo dire che fare questi emendamenti alla fine sia un’offesa a quello che la Commissione ha discusso. Dal momento in cui la Commissione ha licenziato ad ora, sono maturate queste vicende che hanno portato ad inserire ulteriori emendamenti al fine di garantire un po’ di spese e di miglioramento – se è possibile dire – delle condizioni di ricircolo della moneta che fanno bene a questa regione, che moneta non mi pare ne abbia tanta in circolazione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Io davvero stasera e prima in Commissione non avrei voluto parlare. Non credo si offenda nessuno, nemmeno l’assessore al ramo, se per come si presentava, modesta nella forma, nella quantità di risorse che mobilitava e rispetto ai problemi che affrontava, la si poteva considerare una manovra di assai secondaria importanza.
Però, via via che siamo andati avanti, a parte che le cifre sono sempre quelle, non può esser lasciata senza una risposta, senza supponenza.
Tra l’altro io quando intervengo, penso, pur essendo parole molto modeste – Presidente e consiglieri – che chi avrà memoria le verificherà da qui a qualche mese, nel senso che l’impegno straordinario profuso oggi dalla maggioranza, sarebbe stato meglio se fosse stato manifestato nel ragionare sul prossimo bilancio di previsione.
Forse che la Calabria – immagina qualcuno – stamperà moneta, avrà la Banca d’Italia. Non so se è un allarme mio o nostro della minoranza, ma vista com’è la curva della spesa nella Regione e quella sanitaria, se qualcuno avesse letto nei giorni passati la “ Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari, avrebbe visto come la Puglia – che è una Regione dal punto di vista delle entrate ben più forte della Calabria – è già dovuta intervenire non solo sulla spesa, onorevole Pirilli, ma anche sulla politica delle entrate.
Noi ragioneremo sulle spese di oggi, sulle spese non motivate, non giustificate nel momento in cui come maggioranza – credo che nessuno di voi si nasconderà in quel momento – qualcuno chiederà come il governo di centro-destra della Puglia sta già facendo, in quel caso ai pugliesi, nel nostro caso ai calabresi, di stringere ulteriormente la cinghia perché la Regione che può mettere tasse e addizionali sull’Irpef dovrà metterle per.
La prima osservazione che faccio è sull’equilibrio, sull’osservazione, sulla motivazione di fondo di alcune spese, del fatto perché si spendono alcune risorse in una certa direzione e perché altre non si spendano. Ma prima di queste voglio fare una osservazione e la faccio non perché voi non vi potete riunire quando e come volete ma è nostro compito come anche quello sarà domani dei normali cittadini di ragionare sul modo di procedere.
Il senso comune vorrebbe che una Giunta, un governo, un esecutivo ragionando al proprio interno e con la maggioranza, con i capigruppo, formuli una proposta che si porta poi in Commissione. Poi certo che ci possono essere gli emendamenti della minoranza come della maggioranza.
Quando è strano, onorevole Pirilli e signori dell’Esecutivo? Quando finita questa operazione, si fa come si è fatto oggi, perché non lo ha detto questo? Una riunione di tutta la giornata, della stessa maggioranza – non di singoli consiglieri, questo è il punto che intendiamo dire – che secondo noi introduce elementi ampi di novità rispetto a quanto fatto prima.
Perché questo avviene? Non perché è proibito, potete farlo, ma io rifletto: che rapporto c’è con la proposta che l’Esecutivo ci porta?
E quando qualcuno che rappresenta l’Esecutivo assume in positivo o in negativo una proposta, quanto pesa? Le sembra una cosa di poco conto?
Nel momento in cui avanziamo una proposta che viene assunta, chi è che garantisce il buon momento dell’istituzione? Che dobbiamo fare, il giro delle sette chiese? Dobbiamo chiedere permesso a tutte le espressioni – non so quante sono, francamente – della maggioranza? E quando ci sono soluzioni che cozzano col comune buonsenso, secondo lei, è buona prova stare in silenzio?
Noi questo stiamo sollevando, avreste potuto fare la riunione della maggioranza 4 giorni fa, avrebbero funzionato meglio le Commissioni e il lavoro. Avete pure voi il dovere di presentarci in Commissione una proposta che sia quella vera, altrimenti si pongono problemi più di fondo, io non è che faccio il furbo, però debbo ragionare sul fatto: chi rappresenta chi. Debbo ragionare sul funzionamento di un meccanismo in cui in teoria gli assessori sono fuori dal Consiglio, non votano.
Se tutto questo razionalmente ci porta poi a risultati positivi sta venendo sotto gli occhi. Per noi si pone un problema di un lavoro positivo, in cui ci si misura perché nelle Commissioni c’è la Giunta e ci sono tutte le espressioni dei gruppi politici presenti, tutti i gruppi, perché altrimenti di fatto si dice, non a noi, che il lavoro delle Commissioni non serve.
Non sono questioni di poco conto e poi noi possiamo con le poche risorse far tante cose ma noi, per esempio, avremmo voluto ragionare pur con quelle esigue risorse. Un anno fa si è detto quasi con disprezzo “ ma il sollievo disoccupazione…”; è passato un anno e oltre che ai titoli non è cambiato nulla. Contemporaneamente non ci si dice cosa si intende fare per stabilizzare la forza lavoro cui la Regione fa riferimento rispetto ai precari.
Quest’anno poi lo prevede la legge e per quanto ci riguarda non abbiamo niente contro.
Si è fatto ricorso al rapporto interinale, al lavoro in affitto e noi immaginavamo che nel momento in cui una fase si concludeva, si sarebbero avanzate delle proposte, anche con questa manovra abbastanza esigua, per vedere come la flessibilità in entrata in qualche maniera può avere un indirizzo moderno e in qualche modo una continuità di lavoro.
Su questo, se la maggioranza avesse lavorato anche fuori tempo massimo, avremmo provato invidia e comunque avremmo dovuto esprimere apprezzamento.
Ma se qualcuno c’è, batta un
colpo. Noi, per esempio, di questo volevamo parlare e su questo comunque
starete certi, per responsabilità che abbiamo, noi avanzeremo nei prossimi
giorni una proposta che in qualche maniera è preoccupata del futuro, perché il
tempo delle cicale, cari signori, sta finendo, perché governare le Regioni significa preoccuparsi delle uscite e
della buona utilizzazione delle risorse, ma in qualche maniera anche di un
equilibrio tra entrate ed uscite.
Su questo, non me ne accorgo che state riflettendo.
Sembra una gara a chi spende di più, ma badate bene, io osservo anche sul
come tentate di spendere.
Qual è il filo che lega gli emendamenti e che cosa è venuto di nuovo? Ho
visto che c’è un coacervo di proposte e di emendamenti abbastanza disinvolti
che hanno un unico legame in comune, che quelli che vi siete visti alla fine
avete messo una firma e avete detto: va bene.
Ma secondo voi può bastare? Può bastare per voi stessi, ma non credo che
possa bastare alla vostra Regione in un periodo come questo. Se voi comunque
fate finta di non sentire, noi ve lo diciamo e siamo convinti che in questo
tipo di rilievo, di denuncia non rimarrete isolati.
Io mi ero consentito di presentare una proposta sulla questione Telcal su
cui non c’entro niente, il ragionamento era questo. Era che alcuni progetti che
riguardano in senso stretto la Regione e un centro servizi che comunque è una
cosa apprezzabile, e riguardano il lavoro di servizi ai comuni, quei progetti
comunque col 31 dicembre si concludono. Io dicevo: prevediamo in bilancio una
cifra che consenta in attesa che la Regione, l’Esecutivo, il Consiglio visto
che avete abolito l’anno scorso un emendamento che riguardava una ipotesi
possibile non l’unica, in attesa fate in modo che non avvenga quel che è già
avvenuto col Ced.
Ora mi trovo di fronte ad un emendamento che francamente non capisco,
sapete perché? Perché siccome ho esperienza diretta, per far funzionare certe
cose, due anni fa abbiamo dovuto prendere un fior di professionista, secondo
me, che ancora opera laggiù.
Il personale regionale ha tanti pregi ecc., ma personale che riguarda
questo tipo di comparto a sufficienza non ne ha la Regione.
Quindi cosa scrivete quando dite che mandate il personale… Per far che,
mica la vigilanza esterna? Quel che vale in questo tipo di struttura non sono tanto
e solo le macchine che poi si deprezzano rapidamente, ma quel che vale, la
risorsa vera è il capitale umano.
Io non sto parlando di gestione ma in attesa che vi decidiate a capire cosa
si fa, per lo meno non guastate quel poco che c’è. L’emendamento che avete
preparato: ve ne assumete tutta intera la responsabilità.
Io voglio che sia chiaro che quel tipo, non so chi è stato quello che
l’ha scritto o l’ha pensato ecc., o ci è o ci fa. O non capisce o fa finta di
non capire e allora è in malafede. Nell’uno e nell’altro caso, chiunque sia –
non mi interessa – è uno che non vuole rispondere al problema.
Torno a dire che noi non avevamo nessun problema, tra tre-quattro mesi
ecc., si dà a questo tipo di struttura la fisionomia che si intende, può essere
privatizzata, può essere la Regione se è una sua idea a farlo direttamente, può
avere la forma della società mista o altre forme, ma l’unico punto che si
poneva e che si pone è quello che non vengono provocati danni, come nel recente
passato sono già avvenuti.
La proposta che voi fate complica tutto senza risolvere niente.
Da questo punto di vista, senza pretendere nulla, era invece molto
equilibrata e responsabile, se volete aveva una fisionomia di governo, la
proposta che faceva Tripodi, che io condivido perché era una proposta di chi
non dice “tanto vi aspettiamo perché da questi problemi non ne uscite”, perché
siccome siamo al secondo anno, il buongiorno si vede dal mattino. Non credo che
ne usciate, non c’è né una riforma della struttura della spesa, né una modifica
della qualità della spesa. Siamo a pochi giorni dalla scadenza – è avvenuto
altre volte –, lì siamo, potreste essere invece di 26, in 48 o 70, i numeri non
reggono rispetto ai problemi e alla capacità di risolvere i problemi.
Viene fuori che quando vi mettete d’accordo, se lo siete non lo so,
producete cose di questo tipo: che rispetto ad una operazione che secondo noi
era abbastanza asfittica nel momento in cui si interviene, la si corregge, è
come una macchia. C’era già una macchia e voi vi siete messi a smacchiarla,
alla fine non vi dovete dispiacere, ma mi sembra che è più macchiato di prima e
questa operazione non porta a nulla se non al fatto che c’è un coacervo di
rivendicazioni e di richieste che voi chiamate maggioranza.
Contenti voi… Ma siccome qui si tratta di risorse pubbliche che servono
ai calabresi, siccome il diritto di dire la nostra in termini espliciti non ce
lo potete togliere, noi parliamo con semplicità sapendo che non abbiamo la
verità rivelata e non abbiamo virtù salvifiche, sapendo che si possono
commettere degli errori, magari anche noi ne avremmo commessi, ma non vogliamo
commettere l’errore di chi sta in silenzio di fronte ad una prova evidente di
inefficienza di capacità di governare e quando il rimedio diventa addirittura
peggiore del male.
Pane al pane e vino al vino, poi mettete tutti gli emendamenti - non
bastano, fatene altri in Aula – contenti voi, contenti tutti.
Questa è la linea che è tutto il contrario di chi vuole governare bene le
risorse della Regione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirilli per una brevissima replica. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, sostanzialmente l’intervento dell’onorevole Bova…
Guardi che a scuola non vado più e di voti non ne ho bisogno.
Io mi stavo permettendo di dire che si è incentrato su un emendamento attraverso vari momenti, uno di esaltazione – ed è giusto, le fa onore – delle qualità professionali, due, sul pericolo che queste qualità vadano disperse, tre, un emendamento che non è di facile intelligenza, ma in base all’intelligenza del quale, comunque valuta che si rischia di perdere queste qualità professionali e di restare nel guado perché non si riuscirebbe a far nulla.
Dice Bova che insieme a Tripodi aveva predisposto un emendamento, attraverso il quale si sarebbe garantita la continuità per quattro mesi alla sopravvivenza della struttura e il tempo per decisioni, comunque, definitive.
Se ho capito bene, onorevole Bova, la prego di seguirmi sì come io ho seguito lei…
Sempre la seguo…
Noi siamo in presenza di un consorzio assimilabile dal Codice civile al regime delle società per azioni, società di capitale.
La vita di questo consorzio è regolata da uno statuto. Lo statuto che è la carta costituzionale fondante di questo consorzio, ne prevede la nascita e la morte, la fine della vita di questa società che è prevista dai legislatori, dai soci, da coloro i quali hanno concorso a determinare la volontà di questo consorzio, dai soci fondanti del consorzio, che è stata prevista per il 31 dicembre 2001.
In base al nostro ordinamento giuridico, il 31 dicembre 2001 è fissata la morte giuridica.
Se vogliamo per un istante paragonare una società ad una persona fisica, è come se il buon Dio ci consentisse di prevedere che il 31 dicembre quella persona fisica che non nominiamo morirà certamente.
Allora, con la morte della persona fisica mi pare che si estinguano anche i reati penali in capo alla persona medesima, cioè cessa totalmente.
Vi è un aspetto che riguarda poi le vicende patrimoniali che sono soggette alla legge, all’eredità e quindi ad una previsione normativa di sopravvivenza.
La società, invece, muore e si scioglie e sciogliendosi, è previsto dal socio costituente che il patrimonio della società vada a confluire nel patrimonio della Regione Calabria.
Mi riferisco agli impianti, alle attrezzature, ai beni, al know how che questa società ha acquisito.
Se noi avessimo approvato, onorevole Bova, quell’emendamento, consentendo con i 500 milioni al mese la sopravvivenza solo di quel nucleo che interessa solo la parte…
(Interruzione)
Se fosse stato così, avrebbe ragione lei, non è così…
(Interruzione)
L’emendamento che era…
Onorevole Pirilli, le chiedo scusa, mi perdoni, visto che sta parlando di
un emendamento specifico, sarebbe opportuno che ne parlassimo al momento in cui
arriveremo a quell’emendamento, altrimenti si andrà poi a rifare un discorso…
(Interruzione)
Se fa un discorso generale, altrimenti…
…ritorno poi sullo specifico.
Comunque sia, la previsione di lasciare in vita per quattro mesi, così
com’era previsto o comunque di lasciare che surrettiziamente restasse in vita
la società, avrebbe determinato sotto il profilo della legalità degli atti uno
sconvolgimento abissale.
Questo emendamento prevede la stessa cosa, cioè che sia recuperato quel
che serve alla Regione e che in questo periodo la Regione ben riflettendo si
determini e normativamente vada a regolamentare questo aspetto per il futuro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, per la verità non volevo intervenire, ho l’influenza e non mi trovo nelle condizioni fisiche ottimali per poter affrontare un discorso che seppure nelle ristrettezze della variazione del bilancio merita degli approfondimenti.
Vede, Presidente, sono del parere che quando qualcuno immagina o pensa di potersi arrampicare sugli specchi, fatalmente non lo può fare per fatti oggettivi e quindi cade, crolla.
Così come crolla il ragionamento di qualche collega che ho sentito poco fa, il quale logicamente dovendo assumere una posizione di “difesa” di una attività della maggioranza alla quale appartiene, non avendo la possibilità di soffermarsi su elementi negativi che all’interno di questa variazione di bilancio, seppure risicata come consistenza, ma che certamente continua a contenere forti elementi di negatività, cerca di sviare l’attenzione del Consiglio regionale e quindi dei colleghi impegnati a leggere questi documenti, tentando di immaginare percorsi, che non abbiamo neanche potuto ancora discutere e prefigurando posizioni di una parte di questo Consiglio, esprimendosi in maniera certamente intempestiva rispetto ad alcune situazioni.
Perché questa variazione di bilancio contiene forti elementi di negatività? Li contiene perché continua a rimanere invariata una grossa difficoltà da parte di questa maggioranza a tentare di immaginare un approccio strategico più efficace rispetto ai problemi della Calabria.
Non solo questo avviene nella previsione di bilancio annuale, ma fatalmente si ripercuote anche in sede di variazione.
Allora la variazione di bilancio serve solo a sanare situazioni già consumate, perché nei fatti e concretamente questa variazione di bilancio si riduce ad una copertura di debiti fuori bilancio perché, evidentemente, non bastano neanche le somme previste in sede di approvazione del bilancio di previsione annuale, per cui la Giunta regionale acquisisce, realizza, contrae debiti su cui non c’è la copertura finanziaria e quindi utilizza la variazione di bilancio per far fronte a questi debiti assunti illegittimamente.
Questa è una pratica che probabilmente nella prima Repubblica in qualche maniera veniva ad essere tollerata, perché si dice che la prima Repubblica funzionava con questi sistemi di appesantimento e di indebitamento continui.
Ma qui, invece, caro Presidente Chiaravalloti, nella seconda famigerata per me Repubblica, è peggio è della prima, assessore Misiti, magari fossimo alla prima…
(Interruzione)
E dice bene Andreotti.
…si continuano a percorrere le stesse strade, si continua a finanziare con un sistema di scarsissima efficienza il sistema dei trasporti calabrese, che continua ad assorbire miliardi e una legge di riforma è ferma lì da almeno tre anni e non trova neanche e mai uno sbocco perché evidentemente la Giunta regionale, l’assessorato ai trasporti preferisce e privilegia una gestione dei trasporti in cui l’interlocuzione tra assessorato e aziende di trasporto diventa il fatto più stringente da portare avanti, perché il sistema delle concessioni in questa Regione deve continuare a persistere, perché è il sistema delle clientele e dell’assistenzialismo.
Dobbiamo dire le cose per come stanno. Io immaginavo che su questi problemi questa sera ci fosse un approfondimento di merito, se volete, ma logicamente a qualcuno sfugge di poter considerare questo tipo di situazioni che ci stanno portando alla bancarotta.
La Regione Calabria sta dirigendosi in picchiata, se volete, verso la bancarotta perché non riesce più a far fronte con le disponibilità e le risorse che ha a disposizione a questi sistemi clientelari vecchi, antichi e da condannare in maniera ferma e decisa.
Se questo è come pensate di risolvere questi problemi o di immaginare una possibile inversione di tendenza, se continuate imperterriti a mantenere residui attivi per circa 6 mila miliardi o continuate, imperterriti, a mantenere residui attivi per altrettanti 6 mila miliardi?
Sono queste le grandi negatività di questa Regione, che certamente non sono di oggi ma che vedono anche oggi corresponsabili di una situazione chi a parole dice che vuole venirne fuori, ma nei fatti continua a mantenere questo stato, che ormai secondo noi è intollerabile.
Come è possibile anche qui che per sanare debiti contratti fuori bilancio si utilizzi, per esempio, il fondo globale? Sappiamo tutti a cosa serve il fondo globale. Dovrebbe servire ad utilizzare, a mettere in campo qualche strumento legislativo che possa servire a questa Regione, Presidente Chiarella.
Questo
è il motivo per cui il bilancio della Regione contiene questo fondo globale,
che non solo continua ad assottigliarli sempre di più in sede preventiva
iniziale, ma ad ogni variazione di bilancio
viene assolutamente assorbito perché bisogna pagare i debiti fuori bilancio che
la Giunta, imperterrita, continua a realizzare. E non realizza debiti fuori
bilancio per fatti legati ad una necessità cogente di operare per gli interessi
della Calabria, no, ma contrae debiti fuori bilancio, per esempio – lo diceva
prima anche qualche altro collega – per acquisire consulenze. Cioè, immaginate una Giunta, per l’80, il 90 per cento fatta di tecnici, per andare avanti ha bisogno di
consulenti! Sono questi i paradossi eclatanti che emergono dalla gestione
amministrativa di questa Regione!
Cinque
miliardi per consulenti! Sono delle cifre abnormi e nessuno si può scandalizzare, se questa è la verità e se c’è qualche consigliere, più
consiglieri, certamente la minoranza, ma non solo la minoranza, perché grazie a
Dio qualcuno di buonsenso c’è anche
nella maggioranza, che mette in forte evidenza questa situazione. Altri 5
miliardi servono per il lavoro interinale che la Giunta, in assenza di
disponibilità finanziaria, comunque realizza e poi ha bisogno della variazione di bilancio per sanare il debito. Cioè qua,
sostanzialmente, si lavora per sanare i debiti che la Giunta pone a carico dei
calabresi!
Questo
è il dato e voi spiegatemi com’è possibile pensare che in una Regione che ha la
consistenza strutturale
burocratica di ben 5 mila dipendenti, qualcuno in più, qualcuno in meno, si ha
bisogno però di avere una disponibilità di 5 miliardi – non so se l’assessore
al lavoro, Scopelliti, ha anche utilizzato questo strumento…
Non
l’ho utilizzato.
Io non
lo so se l’ha utilizzato anche l’assessore Scopelliti…
(Interruzione dell’assessore Scopelliti)
Caro assessore Scopelliti, il sottoscritto assessore non lo è mai stato, quindi di questo tipo di accusa… Credo, però, che se facessimo un’analisi dettagliata, pur non avendo alcuna necessità di difendere nessuno, sono pronto a sfidarvi su questo terreno per fare un confronto tra quello che si è speso in vent’anni di attività regionale e quello che voi avete sperperato in due anni appena di amministrazione regionale. Caro Scopelliti, su questo terreno ti sfido!
Che necessità
c’è, collega Chiarella, rispetto a 5 mila dipendenti
di cui spesso e volentieri si sconoscono anche le destinazioni
o la ubicazione, di spendere a vuoto, a mio giudizio, e comunque in assenza di copertura finanziaria, 5 miliardi per il lavoro interinale? Per fare che cosa?
Chi ce lo spiega perché sono serviti 5 miliardi per consulenti? Quali benefici hanno prodotto questi
consulenti per questa Regione, per questa amministrazione? Che tipo di supporto
hanno dato?
Certo, se il risultato
è la delibera della Sorical, non lo
so se in quello c’è anche l’intervento
dei consulenti della Giunta regionale, perché se questo è il risultato, è l’ulteriore prova che il
fallimento è totale.
Caro Chiarella – io parlo con te
perché ti so sensibile a certi problemi –, non mi pare possibile accettare che
la legge sui servizi sociali “piange”, la legge 5 dell’87, perché mancano 7-8
miliardi per poter portare a compimento le convenzioni con le case di riposo
per anziani, la Giunta regionale non è in condizioni di sottoscrivere
convenzioni bloccate da anni e chi ha fatto l’assessore alla sanità in questa
Regione lo sa, perché non c’è la disponibilità di denari pari a circa 7-8
miliardi – non so quanto di preciso, ma certamente non al di sotto di questi –
per sottoscrivere le convenzioni che possono consentire a poveri anziani di
risiedere con una certa tranquillità, almeno sotto l’aspetto economico, nelle
case di riposo.
Questa è la contraddizione: mentre non
riusciamo a farci carico di questo, dall’altro lato, però, ci facciamo carico
di avere a nostra disposizione tanti consulenti pari ad un importo di 5
miliardi oppure di lavoratori per lavoro interinale per ulteriori 5 miliardi,
oppure 8 miliardi per il deficit dei trasporti!
Ma dove pensate di poter arrivare
così!
Non andiamo da nessuna parte, la vostra
credibilità sta precipitando perché noi questi discorsi li facciamo da sempre e
cerchiamo di sensibilizzarvi. Qua non c’è una posizione di minoranza
precostituita, lo sapete che non è così, soprattutto voi colleghi consiglieri,
perché è pur vero che ognuno di noi ha il dovere di assicurare il funzionamento
delle istituzioni, ma questo dovere, come l’abbiamo noi, lo avete anche voi,
non potete sottrarvi a questo tipo di dovere, ce l’abbiamo tutti, non solo la
minoranza. Immaginando un eccesso di ragionamento, paradossalmente queste
responsabilità e questo dovere dovete avvertirli più voi che avete vinto le
elezioni, purtroppo per noi, per qualche manciata di voti.
Facciamo per un attimo un
approfondimento dentro noi stessi e traiamo una conclusione. Noi lo facciamo
come minoranza questo e incalziamo la Giunta regionale, tentiamo almeno di
incalzare una Giunta regionale che purtroppo dimostra sempre di più, ogni
giorno, di essere assolutamente insensibile verso i problemi che noi
prospettiamo, pensando di poter salvarsi l’anima dicendo “tanto, loro sono
minoranza e comunque qualcosa la devono dire”. Non è così, l’esame di coscienza
fatelo voi, perché le risposte alla gente dovrete darle pure voi, non avrete
nessuna scusante quando qualcuno vi chiederà “cosa hai fatto in cinque anni in
Consiglio regionale in maggioranza rispetto alle inefficienze, rispetto alle
incoerenze dell’attività amministrativa regionale?”. Questo è il dato e se
questo è, io ormai ho poca fiducia che qualcosa si possa cambiare, perché il trend
va verso un piano inclinato, sempre più inclinato e basta anche una variazione
risicata, striminzita, quello che volete, per riaffermare il principio secondo
il quale questa maggioranza, questa Giunta si sta rivelando un grande e un
grosso peso, un grosso dramma per questa regione.
E non bastano più gli articoli sulla
stampa, caro collega Chiarella, sia che vengano dal consigliere sia che vengano
dall’assessore, non bastano più perché parlare ormai non serve più, servono i
fatti a questa regione.
Se questo non riusciamo a
comprenderlo, non so, da qui a poco, a quali conclusioni voi dovrete arrivare,
perché le nostre le abbiamo già tratte e quindi ci comporteremo di conseguenza,
prendendo atto che c’è una fatica enorme a far capire ragioni assolutissimamente
di carattere elementare. Questo sforzo cerchiamo di farlo, lo stiamo facendo,
non ci riusciamo. Tentate di farlo pure voi, perché soltanto a vostro merito
può andare una soluzione di questa natura, nel caso in cui riusciste a muovere
un muro perché voi, rispetto alla Giunta regionale, siete davanti ad un muro
contro il quale battete, sì, ma è come battere l’acqua nel mortaio!
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Come diceva l’onorevole Borrello poco
fa, probabilmente non servono più le parole, il clima, la stanchezza
istituzionale di questo Consiglio regionale è in una deriva molto pericolosa e
quindi non saremo lunghi perché, probabilmente, anche questo potrebbe essere un
elemento di tedio.
Non si tratta se la manovra di
assestamento è piccola o grande, la quantità non ha importanza in questo
momento, il problema ha due aspetti: uno vostro in cui la minoranza non c’entra
assolutamente ed è un problema politico di stabilità interna della maggioranza,
di problemi che noi non sappiamo ufficialmente fuori, ma che ripropongono un
vecchio modo di fare politica, che è quello che voi stessi avete sempre
rinnegato, il modo della politica del giorno per giorno, del piccolo fare,
della piccola clientela e così via.
Io vorrei riflettere su un fatto,
perché poco fa si diceva di questo impegno d’onore per la società Viola. E’
vero, la politica dovrebbe intervenire laddove si vanno depauperando i
patrimoni collettivi, ma quando questi sono professionisti dello spettacolo,
dello sport, gente che lucra e guadagna sui fenomeni di massa che devono essere
ludici e popolari, mi sorge un problema: o c’è un affare clientelare da una
parte – e può essere anche accettato – oppure si vuole finanziare lo sport
professionistico e possiamo anche accettarlo, però allora bisogna porre il
problema delle grandi società sportive della Calabria, non soltanto quelle del
basket Viola, del Cosenza calcio, della Reggina calcio e così via, oppure noi
non abbiamo il dovere di intervenire su questo fatto, se non per una pressione
di ordine politico che, posta come pone il problema il consigliere Pirilli, è
una forzatura psicologica, è una specie di mettere alla gogna chi è contrario a
finanziare una società sportiva. Questo è un sintomo di crisi della politica,
non è una risoluzione del problema. Noi siamo intervenuti nella Commissione,
abbiamo anche discusso di questa proposta, però non si può porre in quei
termini la questione.
L’altro elemento che volevo dire è
questo: sono qui da stamattina, ho aspettato che si discutesse della variazione
di bilancio, queste assenze e questi emendamenti mi stanno facendo capire
chiaramente che non c’è soluzione di continuità alla vostra crisi che è
permanente. Voi avete cambiato una Giunta regionale, è stato fatto un atto di
ricambio della Giunta regionale; si pensava al rinnovamento, al nuovo modo di
fare la politica, torniamo qui, abbiamo licenziato in Commissione una
variazione al bilancio, si portano gli emendamenti da parte della maggioranza.
Non è un diritto presentare gli emendamenti, è una crisi vostra. Nonostante i
numeri di governo che avete, siete in tale fibrillazione che non riuscite a
gestire, da una parte; dall’altra parte, utilizzate l’escamotage dei
numeri per poter ribaltare vostri impegni d’onore verso il Consiglio regionale.
E’ questa la seconda crisi di cui
dobbiamo parlare, la crisi politica della vostra maggioranza, non della
minoranza.
Il terzo elemento riguarda l’aumento
di 500 milioni per le consulenze, che è il più grande atto nefasto che si possa
fare alla dignità di questo Consiglio regionale e di chi qui opera. Non è la
cifra in sé, io sono d’accordo anche che si discuta – come qualcuno
maliziosamente suggerisce – dei fondi del Consiglio regionale, si apra una
discussione anche su quello, i favoriti non sono la minoranza ma è tutto il
Consiglio regionale; si apra pure una discussione su quello e vediamo chi ha
sposato e appoggiato alcune soluzioni, se volete fare scandalismo su questo. Ma
noi in Commissione chiedevamo alla Giunta, di cui non sappiamo mai appieno le
risoluzioni, l’elenco dei professionisti che fanno le consulenze, se hanno
lavorato bene o non. Soltanto questo chiedevamo, che qui ci fosse una
relazione…
(Interruzione)
Se hanno lavorato. Ma noi non
insinuiamo questo, non sappiamo se 500 milioni, che possono essere serviti per
far lavorare 200 professionisti, hanno fruttato una relazione ed un impegno.
Questo è il punto.
E’ possibile sapere questo? E’
possibile sapere a quale settore o a quali dipartimenti e quali persone hanno
lavorato nella Giunta regionale come consulenti e cosa hanno prodotto? Se
questo ci viene taciuto, siamo di fronte ad una crisi morale, non democratica,
perché qualcuno non vuol rendere edotto il Consiglio regionale e la Calabria di
fatti che possono avere una piccola entità economica, ma vengono sottaciuti.
Ecco, allora, perché le discussioni
poi diventano inutili, perché quando si pongono grandi questioni e non si
affrontano le questioni che possono essere facilmente risolte, come quella
dell’elenco dei consulenti e di una relazione del lavoro svolto, vuol dire che
qui siamo al fondo. Probabilmente adesso andremo a votare a colpi di
maggioranza.
La Telcal sarà oggetto di sviluppi
futuri ed io, per esperienza, so che quando si parla di sviluppi futuri, siamo
verso la fine delle esperienze. Altre cose avverranno, i trasporti
continueranno ad essere i trasporti dei signori delle autolinee ed i privilegi
degli affari dei signori delle autolinee e così via andiamo avanti fino in
fondo e continueremo noi Calabria ad essere coinvolti tutti insieme, minoranza
e maggioranza, in questa crisi irreversibile della nostra società.
La Sicilia non ci è lontana, si
avvicina anche politicamente e quando avvengono fenomeni di consenso di massa
ad una operazione politica, ad una sola formazione politica, mi viene in mente,
settanta-ottanta anni fa, quando i regimi incominciavano a nascere ed erano i
regimi che poi hanno portato a terribili sciagure e tragedie.
Credo che noi dovremmo cominciare ad
essere seri, maggioranza e minoranza, riguardo al rispetto delle regole e dei
ruoli di ciascuno di noi.
E’ chiusa la discussione generale, si
passa all’esame dell’articolato. All’articolo 1 è stato presentato emendamento
protocollo 2259 a firma Senatore: “All’articolo 1 il secondo comma è soppresso.
Conseguentemente nel d.d.l. “Variazione al bilancio 2001” – tab. B – sono
apportate le conseguenti modifiche”.
Lo illustra l’onorevole Senatore.
Intervengo solo per dire che questo
emendamento porta all’abrogazione dell’articolo 1, perché era stato portato in
Consiglio senza le procedure istituzionali che pure il problema richiedeva.
Nella riunione dei capigruppo della maggioranza si è deciso, quindi, di
abrogare questo articolo 1 per le ragioni che, probabilmente, l’assessore ci
potrebbe meglio spiegare.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Aiello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri, ritengo che sulla proposta di abrogazione dell’articolo 1 sia
necessario fare alcune riflessioni, in quanto qualche giorno fa, nella mia
qualità di consigliere regionale, sono stato invitato dal Presidente del Comac
a visionare questa struttura che si trova nella realtà cosentina. Per la
verità, disconoscevo l’esistenza di una struttura di questa portata, per la
quale sono state impegnate notevoli risorse e che ha come finalità una concreta
risposta nel settore agroalimentare del cosentino, per la quale la Regione
Calabria nel corso degli anni, partendo con il 25 per cento di capitale, nel
rinnovo e nell’aumento del capitale anno per anno ha raggiunto, finora, oltre
il 50 per cento della proprietà.
Per quanto riguarda il valore e il
pregio di questa struttura, ma anche la ricaduta occupazionale e di servizio,
la Giunta regionale ha ritenuto di rinnovare nel mese di agosto il management,
dando una indicazione precisa di una volontà politica tendente a rilanciare in
concreto questa attività. Nel mese di agosto, su proposta della Regione
Calabria nel consiglio di amministrazione, nell’assemblea dei soci, la Regione
propone un aumento di capitale.
Tutto questo lo apprendiamo dopo una
audizione del Presidente del Comac di Cosenza nella seconda Commissione, dove
ci viene, in buona sostanza, esposta l’esigenza da parte del consiglio di
amministrazione del Comac di uno stanziamento, nell’aumento di capitale
proposto dalla Regione Calabria, per saldare le situazioni che al momento
esistono fra la ditta costruttrice e il consiglio di amministrazione e per dare
la possibilità di decollo e di attività funzionale a questa struttura che è
stata creata.
Ritengo che l’inserimento, sul piano
della concertazione delle volontà e delle scelte politiche nella seconda
Commissione, tanto da inserirlo nell’articolato, vuole significare una presa di
coscienza per non avere un’ulteriore cattedrale nel deserto, per chi ha
verificato e visionato questa struttura, ma rispetto ad una richiesta avanzata
dal Presidente del consiglio di amministrazione nominato nel mese di agosto,
per dare la possibilità a questo Consorzio di non fallire. E data la scelta che
è stata fatta, quella di portare all’interno della proposta della Commissione e
quindi la conseguente approvazione, lo stanziamento che consentirebbe di
attuare queste finalità, mi lascia quantomeno stupito e perplesso la
prospettazione di un emendamento che ritiri l’articolo 1.
Io ritengo che questo fatto
arrecherebbe notevole danno economico alla Regione Calabria, allo status quo
nel quale noi andiamo a trovarci.
Nel concludere, signor Presidente del
Consiglio, mi permetto di suggerire, anziché il ritiro dell’articolo 1, di
delegare la Giunta, perché noi parliamo di variazione di bilancio con
previsione di spesa da contrarre, perché io non sono d’accordo col collega
Borrello, se non in linea di principio, che la variazione di bilancio
costituisce l’elemento di spese sostenute per coprire eventuali spese di debiti
fuori bilancio; è una concreta verifica e programmazione del residuo della
gestione al 31 dicembre.
Allora, facendo salvo lo stanziamento
che la Commissione e le volontà della Regione e del delegato del Presidente
hanno manifestato all’interno dell’assemblea dei soci e nella seconda
Commissione, mi permetto di integrare la proposta originaria nel seguente modo:
dare mandato alla Giunta regionale di adottare i conseguenti e necessari
provvedimenti, fissandone, – quindi a conclusione di quello che è l’articolato
già scritto – all’interno dell’approvazione delle attuali variazioni, la somma
per la quale la Commissione si era già pronunciata.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Leone. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per chiarezza su
questa vicenda che ritengo debba essere guardata da due aspetti: uno è
squisitamente di legittimità e l’altro è più tecnico, di cui disquisiremo in
seguito.
Sul piano della legittimità, ci
troviamo, è vero, di fronte ad una serie di atti che sono stati portati avanti
da un rappresentante in seno a questo consiglio di amministrazione del Comac,
più volte sollecitato per esaminare e vagliare le situazioni di questo ente
che, concordo con l’onorevole Aiello che mi ha preceduto, è una struttura molto
bella e funzionale che deve essere messa in moto. Ma c’è un problema: quello
che è stato l’impegno del rappresentante di Giunta in seno al consiglio di
amministrazione al quale faceva riferimento poco prima Aiello, è un impegno che
non è stato mai ratificato dalla Giunta, per cui noi oggi ci troveremmo ad
impegnare una voce di bilancio senza avere il preventivo passaggio di questa
ratifica che, sebbene in rappresentanza, non è stata mai poi fatta.
Il secondo aspetto è più tecnico e qua
gli do un’importanza ancora più grande. Stiamo trattando solamente di un
risanamento di bilancio per effetto di spese sostenute, non stiamo parlando,
nell’ambito di questo risanamento, di nessun piano di rilancio o programma di
rilancio di questa struttura che è già pronta, potrebbe funzionare e che non è
scritto da nessuna parte come dovrà funzionare e con chi dovrà funzionare.
Allora, se c’è da fare una proposta, è
quella intanto di rimandare alla Giunta questi atti, perché la Giunta ratifichi
queste cose, ma che nello stesso tempo si faccia portatrice di un interesse
comune, nel senso che chieda all’ente un programma di sviluppo e comunque
riveda anche la posizione della Regione in termini di quote partecipative a
questo Consorzio, perché mi pare che superiamo il 51 per cento e anche questo
deve essere rivisto.
L’assessore Luzzo, oggi, ha
partecipato a questa riunione e anche lui ha convenuto che la cosa va rivista.
A questo punto direi che la proposta
da fare, se si concorda con la maggioranza, è quella di dare mandato alla
Giunta di risanare questa posizione, di riguardare questo business plan,
questo programma economico che va affrontato per questo Consorzio e poi
ritornare per la dovuta approvazione.
Parere del relatore?
Sulla proposta Aiello?
Sull’emendamento e sulla proposta
Aiello.
Favorevole.
Parere della Giunta?
All’emendamento Aiello o
all’emendamento…?
All’emendamento di Aiello.
(Interruzioni)
Quindi viene ritirato questo
emendamento?
Onorevole Aiello, se vuole esplicitare
meglio…
Rimane integralmente per come proposto
dalla Commissione, con l’aggiunta dopo il punto “previsione della spesa di
bilancio 2002”, “dando mandato alla Giunta regionale di procedere con
l’adozione dei conseguenti atti amministrativi”.
E’ un’integrazione?
Sì, è un’integrazione.
Pongo in votazione l’emendamento
integrato dall’onorevole Aiello…
Chiedo l’appello nominale, Presidente.
Vorrei capire: si vota il ritiro
dell’emendamento o si vota l’emendamento integrato?
Stiamo votando l’emendamento
integrato.
La parola all’onorevole Dima.
Noi abbiamo un solo emendamento
formalmente proposto al Consiglio, quello del collega Senatore. Il collega
Aiello, sostanzialmente, fa una integrazione o un emendamento aggiuntivo o
integrativo all’articolato in votazione, quindi all’articolo 1.
Se ha un senso – e sicuramente lo ha –
il ragionamento di Aiello, nel momento in cui andiamo ad integrare l’articolo 1
così proposto e così formalmente presentato, automaticamente decade anche
l’emendamento Senatore.
La parola all’onorevole Fuda.
Chiedo una sospensione, Presidente.
L’onorevole Fuda ha chiesto un minuto
di sospensione.
Presidente, siamo in sede di
votazione.
La seduta è sospesa.
Riprendiamo i lavori, cercando anche
di andare avanti abbastanza in fretta.
Propongo che il comma 2 rimanga tutto
quanto e si aggiunga alla fine, dopo “previsione della spesa del bilancio
2001”, “previa presentazione alla Giunta regionale da parte dello stesso
Consorzio di un prospetto dei debiti del Consorzio stesso e del piano aziendale
di risanamento da discutere e da approvare congiuntamente alla Conferenza dei
capigruppo di maggioranza”.
E che c’entrano i capigruppo di
maggioranza!
E’ stato un lapsus, voleva dire
della Giunta!
(Interruzioni)
“Sentiti i capigruppo”… togliete “i
capigruppo”…
Onorevole Leone, se vuole leggere
l’emendamento, così poi si va alla votazione.
Volevo ringraziare i colleghi della
minoranza, ma noi siamo preoccupati delle sorti della spesa pubblica, per cui
l’eccesso di garantismo e di zelo, a volte, ha anche queste sfasature,
considerata poi la tarda ora…!
“Previa presentazione alla Giunta
regionale da parte dello stesso Consorzio di un prospetto attuale del bilancio
e del piano aziendale di risanamento”.
(Interruzioni)
La parola all’onorevole Senatore.
Ritiro l’emendamento, Presidente.
L’emendamento a firma Senatore è
ritirato.. Parere del relatore sull’emendamento illustrato dall’onorevole Leone…
(Interruzioni)
L’emendamento è unificato.
Io avevo chiesto la parola per dire che, per quanto mi riguarda, per come poi formulato in ultima versione dal collega Leone, mi va benissimo, per cui ritiro il mio emendamento o fondiamo i due in un unico emendamento.
(Interruzioni)
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento in discussione a firma Aiello, Leone.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2261 a firma Talarico: “All’articolo 1 è aggiunto il seguente comma:
“9. Dopo l’articolo 10
della legge regionale 10
aprile 1995, n. 13, è aggiunto il seguente articolo:
Art. 10 bis
1. Le agenzie di viaggio e turismo operanti sul territorio regionale possono, nella loro autonomia, provvedere
all’apertura di filiali o succursali della sede principale previo semplice
accertamento, da parte delle competenti strutture regionali, dei requisiti inerenti alla idoneità dei locali in cui si
intende condurre la nuova attività di impresa”.
Presidente, deve aggiungere qualcosa qui…
Lo illustra l’onorevole Talarico.
Presidente, questo nasce da una sentenza della Corte costituzionale, che ha previsto che coloro che hanno già un’agenzia di viaggio possono aprire filiali e succursali senza la necessità di dover provvedere ad avere un’altra autorizzazione, un altro direttore tecnico, un’altra concessione regionale.
Tante Regioni d’Italia l’hanno applicata e quindi è già in attivo. Sarebbe un segno della Regione Calabria anche in direzione della crisi complessiva che il settore delle agenzie di turismo sta vivendo per i fatti dell’11 settembre, quindi questo darebbe loro la possibilità anche di aprire eventualmente altre succursali o filiali sul territorio regionale.
Questo è
il contenuto dell’emendamento.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, se, per quanto
ha appena affermato il collega Talarico, c’è una sentenza della Corte costituzionale, ritengo superfluo fare una legge in
questa direzione perché le motivazioni, dopo l’11 settembre, credo non possano
essere nella richiesta di aprire agenzie di viaggio, perché c’è una crisi del
settore che fa paura.
Ritengo che questo emendamento non vada accolto, ma se
c’è una sentenza della Corte costituzionale che va in questa direzione, che si
applichi questa.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Volevo precisare quanto detto prima,
cioè è impensabile passare un articolato in cui non vi è chiarezza, perché se
un’agenzia di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone con questa legge vuole venire a
Reggio Calabria o in qualsiasi altro comune ad aprire un’agenzia, lo può fare
tranquillamente, così creiamo…
(Interruzioni)
No, lo può fare lo stesso se segue un
iter burocratico che ancora non è previsto.
Allora, a mio avviso, nell’articolato
dobbiamo proprio aggiungere, per evitare…
(Interruzione)
Non è la stessa cosa… e nell’ambito
dello stesso comune: quasi vogliamo creare dei veri e propri monopoli.
(Interruzione)
E’ inutile che ci prendiamo in giro,
lo possiamo passare tranquillamente, basta che ce lo diciamo: vogliamo creare
una legge che dà la possibilità a delle agenzie di monopolizzare il territorio
in cui operano! Allora niente di scandaloso, ognuno vota per la maggioranza,
gli altri votano per la minoranza.
Se ciò non è e si vuole creare,
invece, un articolato con il quale si dà la possibilità alle agenzie,
nell’ambito del proprio territorio comunale, di poter articolarsi meglio,
allora lo dobbiamo fare, senza ombra di dubbio.
(Interruzione)
No, perché vogliamo capire se
l’intendimento è creare dei monopoli o meno. Siccome ritengo che sia nella
direzione in cui si può dare adito a creare dei veri e propri monopoli, non
sono d’accordo con questo articolato, perché in Commissione ne avevamo discusso,
Presidente, e avevamo raggiunto questo accordo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Gentile. Ne ha facoltà.
Quello che diceva il collega Talarico,
che si riferisce ad una sentenza, riguarda non l’apertura di nuove agenzie per
cui uno la mattina si alza e va ad aprire tante agenzie; serve, in questo
momento di crisi particolare, fra l’altro, che attraversano tutte le agenzie di
viaggio, soprattutto da noi, a consentire che chi è proprietario di un’agenzia
che già sopravvive a stento, possa avere la possibilità di lavorare senza
chiamare un nuovo direttore, eccetera, con una serie di spese.
Questo è l’obiettivo, non si tratta di
consentire a coloro i quali sono titolari di aprire mille agenzie… Le
competenze del territorio non le stabiliamo nemmeno noi, perché tutto quello
che è previsto dalla legge rimane così com’era. L’obiettivo era quello di
aiutarle per evitare che possano fallire, diciamolo in modo molto chiaro,
perché il settore del turismo sta attraversando ed attraverserà – ancora sono
previsti, purtroppo – periodi neri, bui.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Assessore, non voglio mettere in dubbio
quello che lei ha detto, ma ho letto attentamente l’articolato, che
testualmente recita: “Le agenzie di
viaggio e turismo operanti sul territorio regionale
possono, nella loro autonomia, provvedere all’apertura di filiali o succursali
della sede principale previo semplice accertamento, da parte delle competenti
strutture regionali- in questo caso dobbiamo aggiungere- “nell’ambito dello
stesso comune”, inerenti alla idoneità dei locali in cui si intende condurre la
nuova attività di impresa”.
Non è che non vi è una nuova attività d’impresa, di fatto c’è una nuova
attività d’impresa, quindi si presuppone…
(Interruzione)
L’articolato questo dice e questo sto
leggendo. Siccome vi è una nuova attività d’impresa, si presuppone che non sia
una semplice filiale, ma è una filiale in cui
l’attività di impresa viene esercitata.
Intanto, c’è questa proposta di modifica
dell’onorevole Tripodi Pasquale.
La parola all’onorevole Tripodi
Michelangelo.
A me sembrava ragionevole, ma mi pare di capire che la
proposta che fa il collega Tripodi non trovi molto gradimento nella
maggioranza, per questa limitazione che mi pareva venisse proposta, legata alla
territorialità comunale, però c’è una domanda che volevo porre all’assessore –
e su questo ho qualche perplessità –. Così come è scritto, questo testo
presuppone la possibilità di riprodurre illimitatamente, senza limiti e senza
tetti, un’agenzia di viaggio, perché quando poniamo un problema di una nuova
attività di impresa, nel testo stiamo dicendo che chi già ha una sola titolarità può, in sostanza, fare una
clonazione illimitata di agenzie di viaggio – qui si dice – su tutto il
territorio regionale.
No, loro lo possono già fare. La differenza qual è? Che prima… per aprire…
…dovevano fare una procedura burocratica, dovevano
chiedere una nuova autorizzazione.
(Interruzioni)
Io credo che non bisogna penalizzare nessuno, nel contempo un minimo di limite
ci deve essere. Io non posso nemmeno immaginare che un’agenzia di viaggio fa cento
sedi, filiali cosiddette, e moltiplica la sua presenza, allora questo
davvero significa costruire non un monopolio, ma un oligopolio di alcune grosse
strutture che operano in questo campo, che avranno la forza di mettere in
discussione le piccole agenzie di viaggio, quelle che non hanno questa
possibilità, per cui avremo un fenomeno opposto: invece di favorire l’attività
in questo campo di questi operatori di piccola dimensione, con l’attività che
si svolgerà rischiamo di avere un attacco ai piccoli operatori.
La parola all’onorevole Talarico.
Volevo intervenire in merito a due
cose: la nuova attività di impresa intesa come apertura di nuova filiale, non
come attività di impresa diversa dalla precedente, quindi si può
tranquillamente eliminare la parola “nuova” dall’articolato, per cui resta
“intende condurre l’attività di impresa”, anche per evitare qualsiasi tipo di
equivoco. Dopodiché, se l’emendamento Tripodi riguarda la possibilità di aprire
all’interno dello stesso comune, è una questione che si può anche accogliere.
Il coordinamento formale, Presidente…
Si farà il coordinamento formale,
accogliendo in parte anche il suggerimento dell’onorevole Tripodi.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 per come emendato.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2269 a firma Talarico: “All’articolo 2 è aggiunto il seguente comma: “6. La somma di lire 200 milioni, destinata – ai sensi dell’articolo Regolamento, comma 1, della legge regionale 13 settembre 1999, n. 27 – al Comune di Reggio Calabria per interventi vari di sistemazione da realizzare nella frazione Fiumarella di Pellaro (via degli Agrumi), non utilizzata nel corso dell’esercizio finanziario 1999, è riprodotta nel bilancio di competenza 2001, con allocazione al capitolo 2221223 dello stato di previsione della spesa di bilancio 2001”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo 2269.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2258 a firma Talarico: “All’articolo 2 è aggiunto il seguente comma: “7. La previsione di spesa
di cui all’articolo 33, comma 2, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7, è
incrementata di lire 700 milioni, di cui lire 500 milioni destinati ad attività
promozionali
da effettuarsi per il tramite della società Viola-Basket di Reggio Calabria”.
Al maggior onere di lire 700 milioni
si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al
capitolo 7001201 (fondo globale)”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Questo emendamento, dall’intervento del collega Pirilli, sembra avere una valenza promozionale dell’attività sportiva regionale con 700 ragazzi che escono dalla strada. In Calabria ci saranno 200 o 300 mila ragazzi che fanno sport minori che, però, non vengono di volta in volta menzionati o fatti oggetto di finanziamenti di questo tipo. Insieme alla Viola-Basket Reggio che è una società gloriosa, nessuno disconosce la sua storia, ci sono tante altre società: me ne duole che in questo momento non navighi benissimo, anzi auguro il meglio alla Viola-Basket, ma abbiamo la Medinex, la Reggina Calcio, la Cosenza Calcio, il Crotone Calcio, ma abbiamo anche la squadra di calcio di Oppido Mamertina.
Ritengo, pertanto, che questo Consiglio regionale non possa fare figli e
figliastri perché portano sulle testate
giornalistiche la nostra squadra, ma dobbiamo fare
un discorso
sullo sport in Calabria. Perciò non è
pensabile, oggi, viste le difficoltà finanziarie
della Viola, intervenire per la Viola, domani interveniamo per la Reggina,
dopodomani interveniamo per il Crotone Calcio. Allora, a questo punto, siamo un
ente assistenzialistico sportivo professionistico, e questo non ce lo possiamo
permettere come Regione Calabria perché, di volta in volta, a ogni bilancio
arriverà una società sportiva che è in difficoltà o naviga in brutte acque.
Ritengo che, se vogliamo bene allo
sport dilettantistico che fa crescere i giovani, dobbiamo lavorare acché questi
finanziamenti vadano per queste società minori con una legge regionale che vada
in questa direzione e non si può assolutamente pensare di intervenire a pioggia
in base alle difficoltà finanziarie di società con capitali rilevanti che noi
non andiamo a controllare.
Per la Comac si fa un intervento
previo controllo della spesa e quant’altro, poi ci inventiamo un contributo di
500 milioni alla Viola!
Credo che per dignità e se vogliamo
davvero bene allo sport in Calabria, non possiamo fare interventi di questo
tipo, perciò voto contro.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Non voglio intervenire a supporto
dell’onorevole Tommasi, volevo fare soltanto due domande, se qualcuno mi può
rispondere: vorrei sapere se la Viola-Basket è una società per azioni o no e,
secondo, se c’è un elenco dei contratti che questa società fa con i suoi
giocatori, per capire i contratti professionistici che hanno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, non pensavo di dover
intervenire su questo emendamento, ma sulla spinta che i due consiglieri,
Tommasi e Guagliardi, hanno voluto porre all’attenzione, intanto devo dire
all’amico Guagliardi, che probabilmente conosce poco il mondo dello sport, ché
tutte le società sportive, per quanto possano essere S.p.A, per statuto e appartenenza
a discipline sportive, non hanno fini di lucro. Quindi, incominciamo a
sgombrare il campo con una norma generale del diritto dello sport.
Siccome i tempi sono piuttosto corti,
devo rispondere all’amico Tommasi, che ha parlato di dignità e di riconoscenza
per lo sport minore, che la Regione Calabria finanzia annualmente tante e tante
associazioni sportive con fondi anche piuttosto considerevoli – e qui abbiamo
l’assessore – che noi poniamo nella legge di bilancio. Ma qui non è un’azione
di promozione di una società sportiva, i 500 milioni hanno una loro valenza e
sono anche pochi, perché io propongo che diventino 800, assessore Bagarani.
(Interruzioni)
Qui si tratta di far veicolare in
Italia e in Europa il nome della regione Calabria attraverso l’attività
sportiva della Viola-Basket che, casualmente, si ritrova ad essere, con grande
dignità di tutti noi – questo, sì, Tommasi – l’unica società che milita nel più
alto campionato di basket in Italia, cioè in A1.
Detto questo, caro Tommasi, ti faccio
ancora presente che l’attività promozionale sul piano dello sport
dilettantistico attraverso le società che la Viola ha, è un’attività che non si
espleta solo ed esclusivamente nella città di Reggio e nella provincia di
Reggio, ma che ha i suoi confini anche nella sua provincia, la provincia di
Cosenza. Questo lei forse non lo sa o segue poco lo sport, amante del verde
pubblico, quindi segua anche lo sport sotto questo punto di vista.
Perciò, l’azione di promozione sul
piano dello sport che la Viola-Basket sta effettuando in Calabria è
meravigliosa, degna di poter essere non solo finanziata con 500 milioni, ma
anche con somme successive, come mi auguro potrà fare il Consiglio regionale
col prossimo bilancio del 2002.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Mistorni.
Ne ha facoltà.
Presidente, in Commissione il gruppo
di minoranza presente – ed eravamo quasi tutti i gruppi – ha visto
favorevolmente la proposta che fece il collega Nucera. Vi è stata una
discussione ampia, si è convenuto che la società Viola-Basket rappresentava e
rappresenta la Calabria, per cui anche spinti da un momento di orgoglio e di
colore calabro, abbiamo detto che va bene, è un momento eccezionale, è una
questione una tantum, quindi non è un fatto che poi si ripeterà. Per
salvare una situazione, il gruppo della minoranza ha acconsentito alla proposta
Nucera, tant’è vero che si era partiti da somme rilevanti, al che noi abbiamo
detto che era improponibile, perché avremmo potuto arrivare ad una previsione
di 500 milioni. Questo era, onestamente, ciò che è risultato dal dibattito
sereno che c’è stato in Commissione.
Pertanto, riteniamo, almeno per quanto
mi riguarda, di riconfermare le intenzioni che avevamo manifestato in sede di
Commissione.
E’ chiaro che la proposta Tommasi non
va sottovalutata, perché lui fa un discorso più generale – poi ripreso da
Guagliardi –; cioè cercando di vedere in un’ottica complessiva e dando un po’
di disciplina anche all’attività sportiva in generale, tenendo conto che in
Calabria esistono altre realtà sportive – Reggina, Cosenza, va beh, non
facciamo nomi, eccetera – che stanno segnando anche dei punti positivi e quindi
anche di merito, anzi noi dovremmo favorire come Regione addirittura che una di
queste possa andare avanti per rappresentare in maniera ancora più cogente e
pressante la Calabria.
Ritengo, almeno per quanto mi riguarda
– ma sicuramente anche per gli altri colleghi che erano presenti in Commissione
– che si possa votare l’emendamento, ritenendolo un fatto eccezionale ed una
tantum, però mettendo anche mano a quella che è l’organizzazione generale
dello sport, come aveva suggerito Tommasi.
Come ultima considerazione, volevo
chiedere – e lo chiedo a chi ha steso l’emendamento – poiché là si parla di
impinguare il capitolo di 700 milioni, di cui 500 per la Viola, i 200 che
destinazione hanno?
(Interruzioni)
Questo è un chiarimento che vorrei.
Poi chiederei all’estensore dell’emendamento di aggiungere “straordinario”,
cioè come un fatto particolare che si è verificato in questo momento.
La parola all’onorevole Dima.
Intanto, collega Mistorni, la
differenza algebrica dei 200 milioni resta, evidentemente, sul fondo globale,
che poi è la fonte da dove vengono attinte queste risorse o no?
Sul capitolo.
Sul capitolo, sul fondo globale…
(Interruzioni)
Allora, a questo punto, pochissime
cose, se non una sincera necessità di esternare un certo malessere e un certo disappunto.
Ormai sono in questo Consiglio regionale da sei anni, sto vedendo sei bilanci
regionali, almeno altri sei assestamenti o variazioni di bilancio e,
puntualmente, al di là delle motivazioni di merito e delle questioni
eccezionali od occasionali…
(Interruzioni)
O non capiamo o non ci vogliamo
capire: sospendo la seduta e la rimandiamo, se non volete stare ai vostri posti
in silenzio, perché credo che si debba avere almeno un minimo di rispetto per
il collega che sta parlando.
Presidente, ripeto ancora una volta:
avrei preferito non farlo, ma questa sera provo un certo imbarazzo quando il
dibattito si anima su una questione di questa natura.
Il capogruppo di Alleanza nazionale,
nella relazione di base, nella discussione generale, si è soffermato
sull’importanza e sulla necessità di dare questo contributo. La cosa diventa,
poi – e mi perdonerà sicuramente il collega Tommasi – forse anche un tantino
esagerata, nel momento in cui dall’altra parte provengono delle giuste sollecitazioni
verso il governo della Regione a fare meglio quando si fanno gli assestamenti
di bilancio, a cercare di indirizzare risorse verso altri aspetti e verso,
preferibilmente, lo sviluppo della regione.
E’ mai possibile che questo Consiglio
regionale poi diventi soltanto in questa occasione o per questi aspetti che, a
mio parere, restano comunque marginali rispetto al contesto generale, l’unica
vera grande occasione di scontro e di dibattito fra opposizione e maggioranza?
Mi sembra un po’ riduttivo.
Allora vorrei che anche in questa
occasione facessimo un passo indietro, cioè prendere – così come diceva
Mistorni un attimo fa – contezza del momento eccezionale che vive la Viola,
ormai questa società – da quanto ricordo – da anni vive uno stato di grande precarietà
finanziaria, ma comunque rappresenta – l’abbiamo sempre detto – un punto di
forza nell’immagine della nostra regione. Pertanto, abbiamo sempre un pochino
fatto i conti e abbiamo detto “beh, anche quest’anno possiamo andare avanti nel
concedere il contributo”, però attenzione, non possiamo dare neanche l’immagine
alla Calabria e ai calabresi che questo Consiglio regionale si limita a fare un
dibattito feroce e a volte anche polemico rispetto soltanto ad una questione di
questa natura, perché significa sminuire il ruolo del Consiglio regionale e
soprattutto non dare – e qui è l’occasione che dobbiamo trarre da questo
momento – la opportunità all’assessore competente, alla Giunta, alla
Commissione competente, una volta per sempre, di regolamentare questo settore.
Abbiamo sempre avuto modo, negli anni
passati, di avere anche scontri nella maggioranza, in Consiglio, rispetto ai
contributi alle società sportive, abbiamo fatto una distinzione di fondo fra
quelle professionistiche e quelle dilettantistiche, abbiamo fatto tutta una
serie di ragionamenti. Forse è giunta l’ora di provvedere con un disegno di
legge, con qualche cosa che possa finalmente regolamentare questo settore, ma
soprattutto dare a questo settore quei criteri e quelle condizioni necessarie perché
diventi normale amministrazione una questione di questa natura; altrimenti
corriamo il rischio che puntualmente, ogni anno, una volta per la Reggina
Calcio, una volta per la Viola-Basket, una volta per tutte le società di serie
B, una volta per tutte le squadre di serie D o C, ci sia occasione di scontro
in Consiglio regionale.
Ritengo che dobbiamo porre fine a
questo tipo di impostazione e approfittare, appunto, della nuova fase per
regolamentare il settore.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Borrello. Ne ha facoltà.
A me, per la verità, sembra strano
perché non mi pare che ci sia stato nessuno scontro sulla questione; è stato
posto qualche problema, probabilmente in maniera legittima, d’altronde lo
diceva anche Dima che discutiamo da diversi anni su questi problemi. E’ il
collega Nucera, piuttosto, che si è inalberato in qualche maniera, ha tentato
anche di darci una lezione sulle società per azioni sportive professionistiche,
credo che qualche infarinatura, collega Nucera, ce l’abbiamo un po’ tutti,
quindi non è il caso di approfondirlo…
(Interruzione dell’onorevole Nucera)
Fiorentina docet, collega
Nucera. Ma il punto non è – l’ha detto anche Mistorni – se dare i 500 milioni
alla Viola, l’interrogativo che mi nasce, invece, è un altro: se c’è questo
impegno di 500 milioni – che nessuno vuole sconfessare – a favore della Viola,
perché si impegnano sul capitolo 700 milioni e non solo i 500? Gli altri 200 a
che cosa sono destinati? Certamente non rimangono nel fondo globale, collega
Dima, perché vengono sottratti. Su quel capitolo, legato e relativo a
contributi, sponsorizzazioni a società sportive, eccetera, si individuano 700
milioni di disponibilità: gli altri 200 dove vanno? Diventa un piccolo
castelletto da utilizzare ad usum delphini?
Allora io voglio sgombrare il campo da
ogni tipo di possibile sospetto, che è lungi certamente dalla mia cultura, e
sono qui a proporre – ho sentito anche altri colleghi – che questi 200 milioni
possano essere destinati con gli stessi scopi, seppure in un ambito più
ristretto di disponibilità, a tre società sportive – è vero, collega Tripodi?
–…
Io sono d’accordo: se non ora, anche
nel prossimo bilancio.
…per la precisione, alla “Tonno
Callipo” che milita in A2 di basket, alla “Raffaele” di Lamezia e alla “Capo
Sud” di Reggio Calabria. Faccio mia questa idea del collega Tripodi, ma anche
di altri colleghi, per cui si completerebbe la disponibilità di 700 milioni
attribuendoli a queste tre-quattro società, con una raccomandazione, però:
secondo me sarebbe anche giusto che la Regione si ponga il problema di avere
una rendicontazione di come poi si spendono questi soldi, perché parliamo di
società professionistiche, per cui è giusto che la Regione sappia che uso hanno
fatto di questi soldi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Bova. Ne ha facoltà.
Intervengo, Presidente, su due
questioni molto semplici: la prima è che la valutazione che faccio sulla
manovra di bilancio non include questo punto, perché in ogni operazione di
bilancio anche rigorosa, necessariamente ci sono delle eccezioni.
Ora io misuro le parole, ho ascoltato
con attenzione gli interventi di tutti i colleghi: non è il caso di fare di
questo un punto di parte che condivido – e lo motivo –, l’ho condiviso in
qualità di consigliere comunale al Comune di Reggio con la stessa valutazione e
lo condividerei per tutte le situazioni equivalenti che riguardano società
calabresi, ma non tanto per dividere i pani e i pesci.
La valutazione che faccio qual è? E la
dico a voce alta e motivo il mio voto favorevole, pur comprendendo l’esigenza
di avere in altro capitolo una iniziativa promozionale verso le società
sportive dilettantistiche. Qui non si tratta di questo, con questa motivazione
non sarei d’accordo, sono due le ragioni che mi portano ad essere d’accordo:
noi abbiamo pochi casi in Calabria di punti di eccellenza e l’eccellenza
riguarda sia le attività produttive, sia attività professionali, sia attività
sportive. Si era creato nel nostro Paese un che di completamente sbagliato,
cioè di considerare la Calabria ultima in tutti i campi. A mio parere,
sostenere quei pezzi di Calabria che esprimono a livelli di eccellenza la loro
capacità di fare è un punto da non sottovalutare.
Secondo, tranne società che operano al
nord, anche nel settore basket, a differenza del calcio professionistico dove
pure avvengono queste cose, queste anche nella realtà urbanizzata più grande
della Calabria – Reggio lo è – hanno una sorta di diseconomia strutturale.
Allora, senza ipocrisie, o il sistema
Calabria, in qualche modo, per come lo si ritiene, aiuta questi punti di
eccellenza e lo fa senza ipocrisia, oppure è difficile pensare che possiamo
essere a livello competitivo con altre realtà; senza aggiungere altro, collega
Nucera, il resto rischia di violentare la realtà. Mica qui è la cosa di
strapaese tra Canicattì e Valguarniera e Carrapipi! Qui parliamo di questo. La
Viola è una società che opera a Reggio Calabria, ma io mi auguro che ci sia
un’altra società, da qui a poco o quando sarà, o in alternativa – non me le
auguro – che operi a Crotone, a Cosenza, a Vibo, eccetera, e a mio parere
dobbiamo ragionare allo stesso modo. Quindi, io parlo non perché, per caso,
sono nato in questa città, faccio un punto di valutazione e a me sembra che
questo sia un punto di valutazione che riguarda l’insieme del Consiglio
regionale della Calabria.
Altre cose le ho sentite, non mi
dilungo a dire che 200 milioni li diamo ai profughi afgani, non so se mi
spiego, teniamo le cose al livello in cui sono e tentiamo di non far ridere i
polli fuori rispetto a un confronto di questo tipo, manteniamo le cose per come
debbono essere.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi, sul
provvedimento che stiamo discutendo, vi sembrerà strano, ma se rimane così e
non diamo un’impostazione all’intendimento che vogliamo fare, non sono
d’accordo.
Ripeto quello che ho detto in
Commissione: se questi 500 milioni debbono servire solamente per dare una
risposta, come si suol dire, per accontentare la Viola, non sono d’accordo; io
sono d’accordo per un intervento – e non dico niente di più di quello che ho
detto in Commissione –, una risposta che deve dare il Consiglio regionale in
modo adeguato alle esigenze di questa squadra, che rappresenta – e ripeto
testualmente quello che ha detto poco fa l’onorevole Bova – un punto di
eccellenza della nostra regione.
Mi rendo conto, parlando con
l’assessore Bagarani, che non è possibile, in questa fase, destinare una somma
ulteriore alla Viola, però qua dobbiamo darci un orientamento molto serio su
questa squadra, pertanto chiedo a questo Consiglio regionale che chieda alla
Giunta e all’assessore competente che nel prossimo bilancio sia stanziata – e
ripeto quello che ho detto in Commissione – un’ulteriore somma di almeno 2
miliardi e mezzo per quanto riguarda questa squadra. E questa non è una cifra
detta a caso, perché ritengo che serva a risollevare e a rilanciare nel
panorama nazionale questa squadra che può arrivare a raggiungere traguardi che
sicuramente daranno lustro non solo alla città di Reggio Calabria, ma
all’intera regione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tommasi. Ne ha facoltà.
Presidente, è solo per un breve
chiarimento. L’intervento che ho fatto prima aveva un senso perché il mio
intendimento era di andare in una direzione di chiarimento e di programmazione
per quanto riguarda lo sport in Calabria, non era – collega Nucera – contro la
Viola o contro la Reggina o contro il Cosenza. Noi ci troviamo, di volta in
volta o nei bilanci, ad avere questa o quella legge, questa o quella
segnalazione. Credo che così non si faccia lo sport.
Proprio per informativa che do all’amico
Nucera, prima di fare il consigliere regionale, ho fatto per otto anni il
Vicepresidente del Coni e sono Presidente di una federazione sportiva
nazionale, quindi di un po’ di sport, maggiore e minore, me ne intendo.
Allora il messaggio che volevo mandare
stasera ai colleghi consiglieri e alla Giunta è che se non poniamo fine agli
interventi di questo tipo, non aiutiamo né la Viola, né la Reggina, né il
Cosenza, né le società minori. Quindi necessitano delle regole, delle leggi
appropriate e degli appostamenti di bilancio certi per le società maggiori e
minori, per programmare bene la loro attività. Il messaggio, onorevole Nucera,
non era che io non posso vedere il basket e i cestisti o qualche altro sport;
io ci tengo allo sport, ma per fare in modo che la Calabria diventi una
palestra sportiva per tutti dobbiamo dotarci di regole certe, che oggi non ci
sono.
Chiedo, perciò, all’assessore
competente e ai colleghi consiglieri di attivarci affinché per il prossimo
bilancio ci siano regole certe sull’attività sportiva, maggiore e minore, e sui
contributi che diamo alle società: senza clientele, perché andiamo avanti solo
a clientele.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Guagliardi. Ne ha facoltà.
Presidente, noi abbiamo qui un pacco di emendamenti che fa la maggioranza e non la minoranza ed io, poco fa, quando si discuteva dell’emendamento che consentiva l’apertura di agenzie di viaggio ovunque, pensavo che in una società liberista e di mercato la cosa fosse normale dire:“questo è un emendamento liberista di mercato che ci viene proposto dalla maggioranza”.
L’emendamento che propone l’altro
illustre esponente della maggioranza, l’onorevole Nucera, è statalista o no?
Siete voi che siete confusi e che dovete dirci quale linea politica avete –
questo è il punto – perché su una società di professionisti, S.p.A. che fa
lauti contratti ai cestisti, che dovrebbero finanziare gli operatori economici
che finanziano la società, voi state facendo un intervento statalista che a me
va benissimo, ma non mettiamoci a dire “è opportuno, non è opportuno”. Questa è
una vostra contraddizione, quindi non dateci, per cortesia, lezioni di politica
o di comprensione delle società! Stai facendo bieco clientelismo tu e coloro
che approvano la concezione statalista quando fanno i teorici del mercato,
dell’opposizione e della minoranza.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, sarà estremamente
breve il mio intervento per chiarire che dalla sentenza Barn, mi pare, se non
ricordo male, il basket ha subìto una svolta: non è assimilabile la normativa a
quella che regola le società di calcio, non è possibile prevedere – e mi
riferisco all’intervento di Mistorni – come eccezionale un intervento, collegandolo
alla ipotesi che domani una società di calcio, Reggina o Cosenza o altri, possa
trovarsi nella stessa condizione tale da richiedere un intervento eccezionale.
Cinquecento milioni per una società di
calcio di serie A o B o anche C sono come un pacchetto di sigarette per la
società Viola. La squadra di serie A, B o C ha dalla Lega Calcio decine di
miliardi all’anno per la sua attività ed ha, per effetto dei contratti con le
televisioni private e pubbliche, un ulteriore finanziamento di altre decine di
miliardi. Lo sport calcistico, è vero, è uno sport professionistico, ma è anche
vero che ha una sua fonte autonoma di finanziamento che ne determina la
garanzia della praticabilità e della esistenza.
Credo, quindi, sia chiarita la ragione
per cui la Viola versa in una condizione di eccezionalità. E qui condivido,
sposo in pieno e sottoscrivo l’intervento dell’onorevole Bova, il quale ha
collocato come punto di eccellenza, come altri che ci sono sul territorio
regionale, la Viola che rappresenta in questo momento, in questa fattispecie,
ogni domenica in tutte le televisioni d’Italia, un momento di visibilità
dell’intera Calabria, una condizione che è tra il professionale al massimo,
perché è al massimo del livello della serie del basket, e l’artigianale perché
non ha mezzi di sussistenza, se non quello dell’imprenditore o del volontario.
Qual è il punto di sopravvivenza
perché una squadra di basket – lo so perché mi sono occupato di queste cose –
possa compiere un campionato in maniera tale che, in qualche misura, abbia
possibilità per restare nella categoria massima così come la Viola? Sono minimo
6 miliardi e siccome gli incassi – parlo con dati e cifre che derivano dagli
anni trascorsi di esperienza – e gli abbonamenti non possono superare il
miliardo, il miliardo e mezzo e lo sponsor – se si trova – non mette mai più di
1 miliardo, questi hanno bisogno di integrare con 3-4 miliardi all’anno: o lo
fanno personalmente o li aiutiamo noi.
Dunque, o si finisce di considerare
che noi ogni anno dobbiamo fare un’elemosina perché questi sono in gravi
difficoltà e si considera che la Viola è uno dei momenti di eccellenza della
Calabria e si stabilisce che la Regione vuole concorrere non con il rendiconto,
perché noi non diamo un contributo, diamo una sponsorizzazione, per cui avremo
la Regione Calabria nelle maglie o nello stadio, in televisione – lo dobbiamo
concordare –, o si decide questo oppure è inutile che gli diamo questi 500
milioni.
Allora credo che sia chiaro il quadro,
se non ci sono altre previsioni per i 200 milioni che restano, diamoglieli
tutti e 700 alla Viola, perché se no non ce la fanno a comprare il giocatore, a
restare in serie A, allora precipitiamo nella serie inferiore.
Onorevole Talarico, come propone
l’emendamento, così com’è oppure modificato?
Ci sono delle proposte da parte dei
consiglieri che non incidono sulla spesa e rimangono sempre i 700 milioni, però
indirizzati in altre direzioni.
(Interruzioni)
Non c’è un aumento, la cifra resta
sempre 700.
La parola all’assessore Bagarani per
dare un chiarimento sull’emendamento.
L’emendamento è fatto per 700 milioni,
di cui 500 vanno alla Viola, gli altri 200 sono destinati all’intervento che ha
una rilevanza sicuramente nazionale – ci auguriamo anche internazionale – che è
l’intervento di fine anno, uno spettacolo organizzato dalla Rai, il classico
intervento di Capodanno e quest’anno la postazione centrale è a Reggio Calabria
e poi ci sono tutte le derivazioni a livello nazionale.
Su questo c’è già stato un intervento
di cofinanziamento da parte del Comune e della Provincia di Reggio Calabria e
si chiedeva il cofinanziamento anche da parte della Regione, quindi questo è il
contributo di cofinanziamento della Regione allo spettacolo di fine anno.
Ovviamente questo spettacolo significa che a livello nazionale avremo il centro
di Reggio Calabria rappresentato come coordinamento…
(Interruzioni)
Va beh, era un po’ lungo scriverlo!
Comunque, questa è una parte del cofinanziamento insieme al Comune e alla
Provincia che va alla Rai per lo spettacolo di fine anno.
Tra l’altro, per questa operazione, mi
diceva il Presidente che, in realtà, la Rai ha fatto uno sconto, nel senso che
le tre amministrazioni hanno detto che…
…la sensibilità di Agostino Saccà…
…più del dimezzamento della quota ordinaria della Rai…
E quindi la cifra complessiva credo
sia di 500 milioni…
(Interruzione)
L’avremmo dovuto scrivere, ma
diventava un po’ troppo lungo! Qui i tempi erano strettissimi per gli
emendamenti.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2258.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2262 a firma
Talarico: “All’articolo 2 sono aggiunti i seguenti commi:
8. All’articolo 30, comma 1, la
previsione di spesa è incrementata di lire 200 milioni.
9. All’articolo 30, comma 2, le somme
di lire 300 milioni e di lire 150 milioni sono rispettivamente incrementate di
lire 200 milioni e di 100 milioni.
Conseguentemente lo stanziamento del
capitolo 6132104 è incrementato di lire 200 milioni e quello del capitolo
6132102 è incrementato complessivamente di lire 300 milioni.
Al maggiore onere di lire 500 milioni
si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al
capitolo 7001201 (fondo globale)”.
La parola all’onorevole Talarico.
Questo emendamento riguarda dei
contributi ai tre enti Fiera presenti oggi sul territorio regionale, così
suddivisi: 200 milioni per l’ente Fiera di Reggio Calabria, 200 milioni per
l’ente Fiera di Cosenza, 100 milioni per l’ente Fiera di Lamezia. La somma
totale è di 500 milioni così ripartiti.
(Interruzione)
L’articolo 30 riguarda la variazione
di bilancio…
(Interruzione)
L’articolo 30 riguarda la legge
finanziaria 2001. Su quel provvedimento fatto, sulla legge finanziaria 2001 si aggiunge
questo aumento di spesa che riguarda i tre enti che avevamo individuato come
destinatari di quelle somme.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo
in votazione l’emendamento protocollo 2262.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 2 nel
testo emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
Emendamento protocollo 2257 a firma
Talarico: “All’articolo 2 bis, il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. A
seguito dello scioglimento del Consorzio telematico Calabria (Telcal) e del trasferimento
alla Regione dei beni e prodotti di esclusivo interesse della Regione medesima,
rinvenienti a seguito del completamento, al 31 dicembre 2001, del Piano
telematico Calabria, i servizi telematici correlati sono garantiti dalla
competente struttura regionale che vi provvederà attraverso l’utilizzo di
personale interno alla Regione ovvero con contratti a termine fino al 30 aprile
2002. Entro tale data del 30 aprile 2002 la Giunta regionale ed il Consiglio
regionale provvederanno, ognuno per la propria competenza, a disciplinare la
materia normativamente”.
La parola all’onorevole Pirilli.
Presidente, devo chiedere scusa
all’Assemblea per l’intervento che ho fatto in precedenza, che era il frutto di
una informazione inesatta che io e gli altri capigruppo della maggioranza
abbiamo ricevuto dagli organi che in quella sede rappresentavano il governo
regionale, per effetto di un termine che è stato considerato conclusivo della
vita del Consorzio Telcal al 31 dicembre, mentre in effetti a ben ragionare il
chiarimento, arrivato solo in Aula, ha portato a conoscenza di noi tutti che
era certamente il termine entro cui spiravano i finanziamenti, ma la vita del
Consorzio, invece, ancora resta lunga perché la previsione del suo scioglimento
pare sia – non ci sono certezze – per il 2010.
Di questo mi dolgo, però faccio un
formale richiamo al governo regionale perché non venga mai più senza le
informazioni esatte perché, per quello che mi riguarda, personalmente e il
gruppo di An, ma credo anche i consiglieri della maggioranza, abbandoneremo
l’Aula e non sosterremo più provvedimenti che non siano assistiti dalla
compiutezza e correttezza delle informazioni e che l’assessore al ramo
competente – oggi assente – si presenti puntualmente a riferire con correttezza,
perché altrimenti bocceremo qualunque proposta venga da quel settore. Che non
abbia a ripetersi mai più!
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Bova. Ne ha facoltà.
Prendo atto della dichiarazione che fa
l’onorevole Pirilli, personalmente l’apprezzo perché in tutti i campi le
persone non sono da apprezzare quando esprimono una qualità pregevole di
ragionamento e di intervento, ma soprattutto quando sanno correggersi e lo
fanno esplicitamente.
Ritengo – la domanda mi consento di
farla a lui, al gruppo di An e alla maggioranza – conoscendolo, che non si
possa trattare soltanto di una correzione formale, in Commissione all’unanimità
con un intervento esplicito del Presidente della Commissione, onorevole
Talarico – poi mi sorprende che vedo la sua sigla in un altro emendamento,
perché queste sono cose che bisogna capire -…
(Interruzione)
No, non sua, dell’onorevole Talarico,
l’espressione della maggioranza della Giunta ci ha presentato una proposta che ha
un articolo 2 bis con un comma 1 e un comma 2.
A questo punto, egregi colleghi, cosa
osta ad approvare la proposta che voi avevate accolta e che è stata formulata
direttamente da voi, che dice all’articolo 2 bis “la Giunta regionale” – quindi
la Giunta e nessun altro – “nelle more di un’organica disciplina della materia,
è autorizzata a garantire la continuità della gestione provvisoria delle sole
attività ordinarie inerenti ai prodotti di esclusivo interesse della Regione,
rinvenienti a seguito del completamento, al 31 dicembre 2001, del Piano
telematico Calabria da parte del Consorzio telematico Calabria (Telcal)”?
Perché dico questo? Le forme
attraverso cui continuerà, per quanto ci riguarda le decida la Giunta, se ne
assuma la responsabilità; se ha all’interno personale in grado – ed io non lo
credo e non solo per sentito dire –, lo faccia con personale interno, ma se non
ne ha all’interno, lo faccia. Per poter fare, agisca in responsabilità e in
piena autonomia, senza esser condizionata in nulla.
Il comma 2 dice che per tutto questo
noi mettiamo a disposizione la cifra di 2 miliardi. Altri tipi di valutazioni,
evidentemente, ripropongono ragionamenti che sottendono altre cose e chi lo
vuol fare lo faccia, ma ci dica di che si tratta e perché lo fa.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Galati. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, vorrei illustrare
questo emendamento che io e l’onorevole Fuda abbiamo presentato e che, al di là
della morte o della sopravvivenza di Telcal, cerca di integrare l’emendamento
approvato dalla Commissione, cioè l’articolo 2 bis, con l’emendamento che aveva
presentato l’onorevole Talarico.
Lo leggo: “La Giunta regionale è
autorizzata a garantire la gestione provvisoria delle sole attività ordinarie
inerenti ai prodotti di esclusivo interesse della Regione, rinvenienti a
seguito del completamento, al 31 dicembre 2001, del Piano telematico Calabria”.
Questo è l’articolo 2 bis, più o meno, con qualche correzione, che è stato
approvato dalla Commissione.
Che cosa viene aggiunto? “I servizi
telematici correlati sono garantiti dalla competente struttura regionale, che
vi provvederà attraverso l’utilizzo di personale interno alla Regione ovvero
con contratti a termine fino al 30 aprile 2002”, ovvero – questo lo dico all’onorevole
Bova – significa che la Regione può anche eventualmente ricorrere a personale
esterno capace, tenuto conto che l’onorevole Bova ha detto che la Regione non
ha…
…degno di questo nome… lo abbiamo
dovuto prendere dall’esterno… Come fate a non sapere queste cose?
Lo rileggo, onorevole Bova:
“provvederà attraverso l’utilizzo di personale interno alla Regione”. Lei dice
che non c’è. Allora abbiamo previsto “ovvero con contratti a termine fino al 30
aprile 2002”, facendo contratti a termine. Entro tale data del 30 aprile 2002,
“la Giunta regionale ed il Consiglio regionale provvederanno, ognuno per la
propria competenza, a disciplinare la materia”. L’ultimo comma è: “Per le
finalità di cui al precedente comma” – è lo stesso che avete approvato voi – “è
autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 2 miliardi con
allocazione al capitolo…”.
Quindi, praticamente, sono stati
approvati i due commi così come sono stati licenziati dalla Commissione, con
l’inserimento di un comma che vi ho letto e che vi rileggo: “I servizi
telematici correlati sono garantiti dalla competente struttura regionale che vi
provvederà attraverso l’utilizzo di personale interno alla Regione ovvero con
contratti a termine fino al 30 aprile 2002”.
Credo che questo emendamento possa
essere accolto.
L’unico punto a cui ha risposto
l’onorevole Pirilli è che mentre prima si diceva che l’unica cosa che ha tolto
è che non finisce il Consorzio, per il resto ha riproposto la stessa cosa.
Quali sono le ragioni per cui si fa finta di ricorrere a un personale interno…?
Le ragioni sono quelle che, a un certo
punto, credo che questa maggioranza vuole finirla con Telcal – questo è il
discorso, caro Bova –, al di là delle valutazioni che possono essere fatte,
forse postume, su Telcal in questo Consiglio regionale.
Parere del relatore?
Bisogna prima ritirare questo
emendamento che ho firmato io e lo chiarisco all’onorevole Bova, visto che mi
ha chiamato…
Lo ritira lei?
Sì, ma voglio chiarire all’onorevole
Bova – peraltro sono intervenuto in maniera molto chiara rispetto al Consorzio
Telcal in Commissione – che è a firma mia, ma poiché abbiamo avuto un incontro
con tutti i capigruppo di maggioranza, questi emendamenti sono firmati da me,
ma sono il frutto di un confronto di tutti i capigruppo. Quindi ritiro
l’emendamento.
Il parere su quello illustrato
dall’onorevole Galati?
Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Tutto quello che c’era scritto
nell’emendamento originario non era in alcun modo, né esplicitamente né
implicitamente, finalizzato a mantenere una situazione che, di fatto, cessa nel
momento in cui i servizi e le strutture passano alla Regione. Se la Regione a
gennaio non è pronta a fare quello che poteva fare, è semplicemente perché
questa maggioranza un anno fa con un comma contenuto nella Finanziaria del ’99
l’ha abrogato, quello che definiva una società mista, quindi non potete fare
nulla perché avete deciso di non fare nulla.
L’unica preoccupazione che avevamo e
abbiamo è quella che risorse pubbliche che hanno portato alla Regione alcuni
servizi che possono dare a una regione svantaggiata un punto di vantaggio sul
terreno della conoscenza e dell’informazione, non vengano smarrite.
Secondo punto – e insisto perché non
parlo di impalcature – è necessario che il capitale umano di chi sa fare, sa
come si fa, sa dove si mettono le mani non venga smarrito, per il resto
decidete come volete. L’unica cosa che deve essere chiara, come è avvenuto
altre volte nel passato, dove servizi che sono stati passati alla Regione sono
stati smantellati o inutilizzati, con un danno evidente non solo rispetto a
risorse sperperate, rispetto a possibilità di fare, di dare alla Calabria, è
che tutto questo vi cadrà addosso.
Io ritengo che l’emendamento che
votate è solo frutto di prevenzione, perché da un lato sapete che la Regione
all’interno non ha professionalità in grado di; secondo, in quattro mesi – io
dico in tre –, nessuna persona seria può pensare che sul mercato italiano si
trovano risorse umane in grado di far funzionare sin dal giorno dopo…
Capisco che ci si sta mettendo in
un’avventura, rispetto alla quale ci tiriamo fuori. Sia chiaro che su un bene
che non è della maggioranza, è dei calabresi e di tutti noi, vi arrogate il
diritto di non sentire, di agire come ritenete e, ovviamente, ne porterete fino
in fondo la responsabilità. Non parlo di Telcal, parlo di servizi e
professionisti in grado di fare da subito quel lavoro; a quelli state dicendo
no, non ad altri, perché sul resto sono vicende che non ci riguardano.
Ma la dichiarazione di voto com’è?
Perché alla fine devi dire come voti…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Intanto anticipo che il mio voto sarà
di astensione per le ragioni che ho detto prima, perché – mancava il Presidente
e lo ribadisco perché è corretto che lo dica anche in sua presenza – è stata
data un’informativa da parte degli organi di governo presenti alla riunione con
i capigruppo che non era assolutamente corrispondente a quella che invece si è
dimostrata essere solo in Aula la compiutezza, probabilmente per un errore di
conoscenza da parte di questi organi.
Detto questo, onorevole Bova, devo
anche dire che il suo intervento tende a drammatizzare un momento…
…pensa che io e lei guideremo una
Ferrari dopodomani, nonostante lei guidi in maniera sportiva…?
La Ferrari l’ho guidata e la guido
anche sul circuito di Monza, e sono pronto a scommettere con lei su questo!
… Napoleone sono io e quindi i pazzi…
Ma io la Ferrai la so guidare,
onorevole Bova, che ci vuole! Se a lei non arrivano i piedi per guidare, è un altro
discorso…! Lei mi ha fatto un esempio che non è calzante, ne faccia un altro ed
io lo prendo per buono.
Però la drammatizzazione a cosa porta?
Alla esasperazione del concetto delle competenze e del know-how
acquisito da parte della Regione. Su questo vorrei spendere una parola che – mi
si passi il termine – non è mai definitiva, ma comunque credo si avvicini di
molto alla realtà di oggi. L’onorevole Bova parla avendo presente la realtà di
ieri, cioè quella di dieci o quindici anni addietro. In questi dieci anni di
esperienza Telcal, il mondo telematico è andato tanto avanti, che adesso i
ragazzini si collegano con internet e riescono a sapere da ogni parte del mondo
gli aggiornamenti della vita quotidiana e delle vicende di ogni giorno, anche
della scienza, dell’arte e così via. Quindi, quello che poteva sembrare dieci
anni addietro un tabù, che era solo la possibilità per grandi raffinati esperti
di acquisire, di conservare e tramandare, oggi ormai è nella conoscenza di
tutti, solo noi non riusciamo a seguire gli aggiornamenti della telematica.
Quindi, scioglierei in questo senso la
discussione, portando un contributo solo di maggiore serenità, se me lo
consente, dicendo che, a parte l’inconveniente che si è verificato, credo che
il tempo, i quattro mesi che comunque vengono previsti perché si continui anche
con l’esperienza di Telcal a mantenere i servizi, possano essere un termine
ragionevole per trovare una soluzione che sia nell’interesse dell’ente e,
ovviamente, la Giunta provvederà con diligenza a fare questo.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Nucera. Ne ha facoltà.
Qui, di fatto, oltre all’onorevole
Pirilli, credo che anche io ho motivo di ritenere di avere le idee confuse su
questo emendamento, proprio perché abbiamo avuto un’informativa che non fa
giustizia di quella che è la questione interna a Telcal e sulla sorte che
Telcal dovrà seguire. Pertanto, come gruppo del Cdu, ci asterremo su questo
emendamento.
Pongo in votazione l’emendamento
illustrato dall’onorevole Galati.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 nel
testo emendato.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2256 a firma
Talarico: “Dopo l’articolo 2 bis è aggiunto il seguente articolo:
Art. 2 ter
1. La Giunta regionale è autorizzata a
definire in sanatoria la liquidazione e pagamento delle fatture emesse in
conseguenza della convenzione del 21 agosto 2000 sottoscritta dalla Regione con
la società “Obiettivo-Lavoro” Scrl, relativa all’utilizzo, da parte della
Regione medesima – ai sensi della legge 24 giugno 1997, n. 196 – di prestatori
di lavoro temporaneo impiegati per provvedere ad attività connesse ad esigenze
straordinarie.
2. La Giunta regionale può ricorrere a contratti di fornitura di lavoro temporaneo nel rispetto della vigente normativa.
3. Per le finalità previste ai
precedenti commi 1 e 2, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa
di lire 5 miliardi, con allocazione al capitolo 1003129 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2001”.
Al maggiore onere relativo si provvede
con il fondo globale di cui al capitolo 7001201, che viene ridotto di pari
importo.
In conseguenza della normativa
proposta con il presente emendamento, alla tabella “B” del d.d.l. “Variazione
al bilancio annuale 2001” è aggiunto il capitolo 1003129 con la denominazione:
“Spese inerenti alla convenzione sottoscritta con la società Obiettivo-Lavoro
Scrl, relativa all’utilizzo, da parte della Regione – ai sensi della legge 24
giugno 1997, n. 196 – di prestatori di lavoro temporaneo impiegati per provvedere
ad attività connesse ad esigenza straordinaria (Art. 2 ter d.d.l. Finanziaria –
Variazione al bilancio 2001)” e lo stanziamento, in termini di competenza e di
cassa, di lire 5 miliardi”.
La parola all’onorevole Talarico.
Mi sembra chiaro cosa riguardi
l’articolo, cosa comporti e mi sembra che ci siano anche stati interventi in
una direzione o nell’altra.
Quindi il suo parere è favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Ha chiesto di parlare per
dichiarazione di voto l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Presidente, non penso che possa essere
questo il sistema per evitare che si discuta su un emendamento che non è stato
assolutamente illustrato. A me dispiace, onorevole Talarico, ma non ci ha detto
niente, cioè le esigenze straordinarie quali sono? Non si possono spendere 5
miliardi senza che nessuno sappia il perché e perché si spendono senza
copertura finanziaria. Questi sono elementi di cui il Consiglio regionale deve
essere messo a conoscenza. Il collega Talarico, tra l’altro, è il relatore
della legge di variazione di bilancio, ha il dovere di spiegare al Consiglio
cosa scrive su queste carte; cioè non si possono approvare in sanatoria 5
miliardi senza neanche sapere a che cosa sono serviti. Questo è il punto: come
posso io, pur volendo, votare a favore di questo emendamento?
Ho fatto l’intervento in discussione
generale, ho spiegato i motivi per cui, secondo me, questo è un metodo che non
può assolutamente andare avanti così, non si può spendere e impegnare soldi
senza copertura finanziaria, ma passi quando c’è una motivazione ben spiegata,
ben motivata, solo che qua neanche la motivazione c’è. Questi 5 miliardi a cosa
sono serviti non lo sapete nessuno, non lo sappiamo nessuno. Come potete chiederci
un voto?
Chiedilo al capogruppo Fuda…
Fuda non lo so, probabilmente…
(Interruzioni)
Visto che aveva già alzato la mano,
evidentemente è a conoscenza dell’utilizzo di queste somme!
(Interruzione dell’onorevole Fuda)
Caro capogruppo, se arrivano i decreti
ingiuntivi, evidentemente pagherà chi ha responsabilità perché li ha provocati.
(Interruzione dell’onorevole Fuda)
Collega Fuda, questo è un discorso che
non riesco a recepire: 5 miliardi sono tanti e non so se vengono solo da
lontano o vengono anche da molto, ma molto, ma molto più vicino!
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Intanto dico che la convenzione, onorevole
Fuda, è del 21 agosto 2000 e si sanano, con questo emendamento, secondo quanto
c’è scritto, le fatture che sono state il frutto di una convenzione firmata il
21 agosto 2000.
Per la verità, visto che l’onorevole Talarico non l’ha illustrato, una domanda ho bisogno di farla e una risposta vorrei averla o dalla Giunta o dal Presidente della Commissione: vorremmo sapere quante somme, rispetto a questi 5 miliardi che sono messi in variazione di bilancio, servono per fare una sanatoria di fatture già emesse, per coprire un impegno di spesa che va onorato e quindi pagate le fatture ad “Obiettivo-lavoro”. Quante, invece, sono le somme libere e disponibili rispetto ad impegni, attività, esigenze straordinarie – come viene scritto qui – che la Giunta regionale intende utilizzare? Tra l’altro, qui non si parla solo di una sanatoria rispetto alla fase precedente, si è ritenuto di mettere un punto 2: “La Giunta regionale può ricorrere a contratti di fornitura di lavoro temporaneo nel rispetto della vigente normativa”.
Vorremmo capire se il ricorso che
è stato fatto finora alle forniture di lavoro temporaneo è stato fatto tenendo
conto della vigente normativa, perché è previsto un limite dai contratti
collettivi di lavoro sia sul terreno delle categorie, che sono le categorie di
lavoratori fino a una certa qualifica, sia sulla percentuale di lavoratori
rispetto al complesso della categoria che può essere utilizzata per attività di
lavoro temporaneo. Quindi c’è una percentuale molto bassa, peraltro disposta
dalla legge.
Io vorrei sapere, innanzitutto, quanti
soldi di questi 5 miliardi sanano impegni di spesa pregressi, quante somme sono
disponibili, come si intendono utilizzare, perché noi stiamo firmando una sorta
di cambiale in bianco, si chiede un impegno di spesa di 5 miliardi, una
variazione di 5 miliardi per fare che cosa? Qualcuno, l’assessore, il
Presidente Chiaravalloti ci deve dire cosa intende fare di questi 5 miliardi o
comunque della parte libera da impegni precedenti.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Onorevole Tripodi, il problema è che
l’atto amministrativo è stato emanato dal dirigente generale che all’epoca,
quello da lei nominato, ha posto in essere un atto, ottemperando a quelle che
erano le disposizioni della Giunta di cui lei faceva parte in quel periodo.
I contratti per i quali ora chiediamo
questi soldi, a copertura li avete posti in essere voi, come tante altre cose,
ed è evidente che…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi
M.)
Ma forse ne mancheranno altri, perché
ci sono stati direttori generali…
Attenzione a qualche altra
disinformazione…!
No, queste sono informazioni che non
ho dal governo, che sono di pubblica opinione, sono state anche pubblicate
dalla stampa in epoca non sospetta e oggetto di procedimenti di altro genere.
E’ notorio che sono atti provvedimentali assunti dal dirigente, quindi
dall’organo deputato per la normativa che in questo momento governa anche le
assunzioni di responsabilità da parte della Regione, da parte della dirigenza
regionale, il dirigente generale assume il provvedimento. Quindi sono
provvedimenti del dirigente generale e vista la data attengono al periodo
pregresso.
Per i particolari, se li vuole, mi documento,
se li ha l’assessore Bagarani, se no glieli potrò dare io.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Adamo. Ne ha facoltà.
Intervengo perché sono costretto a
chiedere dei chiarimenti, proprio sulla base delle ultime affermazioni che il
collega Pirilli ha fatto e nel chiedere queste informazioni, vorrei un
pronunciamento dell’Aula su un punto che ritengo molto delicato, anzi su due
punti che ritengo delicati: il primo riguarda la conoscenza della materia su
cui si va a legiferare in quest’Aula. Noi abbiamo avuto due interventi: nel
primo il collega Pirilli ha dovuto chiedere scusa per la disinformazione, che
oltretutto dice gli sarebbe stata fornita dalla Giunta regionale, nel secondo
ha esposto una tesi sulla base di un’informazione che anche questa è
assolutamente infondata, è falsa e ove dovesse essere vera, pone una questione
ancora molto più grande, perché non possiamo dire in quest’Aula e accettare
supinamente che ci siano dirigenti di questa Regione che vanno a stipulare convenzioni
senza che abbiano alcun riferimento, certezza e copertura finanziaria. Cioè,
questo Consiglio regionale, quantomeno, si deve autotutelare, prima ancora
della stessa Giunta regionale e deve prendere i provvedimenti del caso, perché
se in questa Regione si spendono soldi con convenzioni che sostanzialmente
autorizzano una spesa che si sa esserci in bilancio e poi scopriamo che non
c’è, vuol dire che il problema è serio dal punto di vista anche della
legittimità contabile, non soltanto dal punto di vista politico.
In che cosa consiste l’informazione
sbagliata? Nel fatto che la convenzione a cui ci si riferisce non ha alcun
rapporto e relazione con altri atti che l’amministrazione regionale ha compiuto
in presenza di altre Giunte regionali.
Lei, onorevole Pirilli, ha fatto
riferimento a qualche atto che la Giunta regionale di questa amministrazione
avrebbe fatto quando, all’epoca, era assessore l’onorevole Tripodi. L’unico
atto compiuto in quella sede, per quanto riguarda l’autorizzazione alla stipula
di una convenzione che attivasse l’attività di lavoro interinale, è stato
compiuto dalla Giunta regionale su mia proposta e riguarda l’attività di
sorveglianza idraulica su un progetto speciale finalizzato all’uopo.
Debbo dire, con orgoglio, che mi vanto
di quell’atto perché è stato trasparente, socialmente utile, efficace dal punto
di vista anche della interpretazione giusta del principio dell’applicazione del
lavoro interinale; me ne vanto perché, nonostante le opposizioni più o meno
dichiarate che quell’atto ha avuto, per quanto riguarda il suo iter
procedimentale è stato sottoposto e vivisezionato dalla Corte dei conti ed è
stato riconosciuto come non soltanto atto legittimo, ma che ha teso a fornire
alla Regione delle forti economie rispetto al rapporto costi-benefici che ha
avuto per quanto riguarda anche la capitalizzazione della spesa. Quell’atto
aveva la copertura finanziaria non ad hoc, ma che negli anni risaliva ad
un capitolo di spesa del bilancio alla Rubrica “Territorio” che autorizzava,
obbligava il governo regionale all’attività di sorveglianza e di manutenzione
di aste fluviali. Quei fondi, di solito, venivano spesi per fare le somme
urgenze, pronti interventi e, di fatto, non era quella un’attività di
sorveglianza, tant’è che in seguito alla concezione errata e distorta che c’era
dell’applicazione di questi fondi, ci sono stati degli amministratori che sono
stati sottoposti anche a giudizio, addirittura per strage, di fronte a
straripamenti fluviali che hanno comportato vittime e danni.
Abbiamo, cioè, interpretato, tenuto
conto e applicato la norma che autorizzava il lavoro interinale, a mio avviso,
nel migliore modo possibile con una copertura e una certezza finanziaria che
nessuno poteva mettere in discussione. Quella delibera, quindi, e quei fondi
tali sono, nulla a che fare con la convenzione cui si fa riferimento, anzi sono
stati quegli atti da esempio e anticipatori per quanto riguarda anche la
definizione di alcune norme contenute nella ordinanza subito dopo Soverato,
nell’ordinanza commissariale d’emergenza la “3081”. E’ stato quello un
esperimento, addirittura, da esportare.
Allora le chiedo, onorevole Pirilli –
un’informazione più esatta la deve rivendicare: a quale convenzione si fa
riferimento, se quelli non c’entrano? Ho torto io? Si va a sanatoria di
quell’atto di sorveglianza idraulica che risale alla Giunta della quale faceva
parte l’onorevole Tripodi? Lo escludo categoricamente, assessore Misiti, nulla
a che fare tutto questo per quanto riguarda l’attività dei lavori pubblici.
Lascio un punto interrogativo, poi
dico la mia nel merito.
Sulla questione del lavoro interinale,
c’è un dibattito aperto in Italia perché ci sono posizioni anche critiche, c’è
chi sostiene che si è ritrovata una forma moderna di capolarato, c’è chi dice
che rappresenta la giusta flessibilità per l’ingresso nel mercato del lavoro,
c’è chi dice che è un percorso per la professionalizzazione della forza lavoro
che, pur godendo dello status dei diritti dei disoccupati, ha
l’opportunità e la possibilità di.
Vedete, io sostengo che su questo
punto, soprattutto quando si tratta del rapporto con la pubblica
amministrazione, non del rapporto del privato, dobbiamo fermarci a riflettere e
proprio perché dobbiamo farlo, non do la risposta dell’onorevole Pirilli e non
perché ne avrei convenienza e contingenza, voglio essere responsabile. La
responsabilità consiste nel fatto che, siccome siamo a valle di un percorso, se
una norma di sanatoria serve che si faccia pure, perché comunque faremmo un
danno all’amministrazione regionale. Siccome si tratta di pagare attività che è
stata già prestata, già data in affitto alla Regione, è irrinunciabile, non è
da disconoscere il diritto di chi ha fornito questa attività.
Perciò, se non siamo noi con un
provvedimento di sanatoria, sarà sicuramente la via extragiudiziale con
rivalutazioni e spese legali a farlo rivalere. Certo, rimane il problema, del
resto lei è stato un antesignano sulla struttura, quando nemmeno era
consigliere regionale ci faceva le sferzate sulla struttura pubblica. Se ci
sono dirigenti, se ci sono casi di questo tipo che sono stati, i provvedimenti
che si sollecitano, vadano presi, e riguardano questa Giunta, questa attività,
questa fase, però io sono perché noi guardiamo in faccia la realtà e abbiamo il
coraggio di affrontare questa realtà. Perciò, se a valle serve una sanatoria,
che si faccia pure.
Quello che non è concepibile è che si
disperda invece il valore dell’uso dell’attività di lavoro interinale,
attraverso l’attività del lavoro interinale non possiamo fissare e rendere
permanente uno stato di precarietà per un altro esercito di lavoratori, di
figure cosiddette diverse o atipiche che, di fatto, sono parallele e fanno il
paio o con il fondo sollievo o con l’Lsu o con l’Lpu, cioè dobbiamo creare una
nuova cultura anche verso i soggetti beneficiari di questo provvedimento,
perché non stiano lì in attesa di essere parcheggiati per avere il posto fisso.
E chissà chi questo posto fisso deve darlo, magari la stessa amministrazione
regionale, ma avere un’opportunità rispetto alla quale, probabilmente, c’è la
necessità anche di garantire diritti o nuovi diritti, perché sappiamo che
questa figura del lavoratore interinale non è contemplata nel sistema delle
regole e dei diritti previsti negli anni passati, quando la configurazione del
mercato del lavoro aveva ben altre gerarchie, ben altri modelli organizzativi e
ben altre figure; è l’introduzione di una figura nuova questa del lavoro
interinale.
Perciò, ci riserviamo su questo punto
– e lo dico molto apertamente – tenuto conto che con la riforma costituzionale
la potestà legislativa su questa materia passa anche alle Regioni, di
presentare anche noi una proposta di legge regionale che regolamenti non
soltanto il rapporto e l’equilibrio con la pianta organica, ma l’utilizzo e l’accesso
a questo strumento del lavoro interinale e anche preveda i diritti che bisogna
garantire a quel giovane che si presta a questa attività, che possono essere i
diritti di tutela del reddito o di formazione, cioè fare in modo che chi entra
in questo percorso non ci rimanga a vita e soprattutto in attesa di avere la
sistemazione del posto e che il ricorso da parte dell’amministrazione pubblica
sia davvero per casi eccezionali, straordinari che si motivano sulla base di
progetti.
Non voglio andare oltre, non mi
compete, cioè non è che rinuncio a fare l’opposizione, dico soltanto che,
essendo al punto di questa sera, per il ragionamento che ha fatto il collega
Bova e per le questioni che ribadiamo sempre e ancora una volta, riteniamo che
questa sia la fase in questa Regione dove si verifica la capacità di una classe
dirigente, cioè prima che questa Regione salti il banco, prima che finisca
malamente, e gli esempi possono andare dalla sanità a tutta la gestione – parlo
di gestione, non di governo – della spesa finanziaria, ci deve pur essere
qualcuno che ha il dovere di dire “programmiamo, introduciamo trasparenza,
efficacia, il principio del rapporto costi-benefici, vediamo quello che ci
serve”.
Non ci pare che ci si stia muovendo su
queste basi e non ci pare perché ogni spesa che si viene a proporre in questa
sede si pone soltanto sul concetto della dilatazione, soltanto sul terreno
appunto del “poi vediamo”. Noi non siamo di quest’avviso, anche quando diciamo
le cose che non vi piacciono lo vogliamo fare con la forza della responsabilità
e della proposta, avremo modo di verificarci più intensamente rispetto a
scadenze che saranno sicuramente più stringenti.
Ho voluto dire questo per amore della
verità, perché la Calabria sappia, perché su questo bisogna fare chiarezza.
Ognuno difenda i propri atti, ognuno dia responsabilità dei propri atti.
Molte volte lei, onorevole Pirilli, ci
ha chiamati in questi due anni a rendere conto, e stiamo rendendo conto, ma
tutti debbono saper rendere conto e tutti debbono saper stare. Per quanto ci
riguarda, su questo punto ci sentiamo in dovere di poter dire che sono cose
completamente diverse, quelle fatte con l’atto di sorveglianza idraulica, con
la pratica a cui si riferisce invece questa norma, rispetto alla quale – se volete
– vi diamo anche un voto a favore, con le subordinate e le condizioni di cui
abbiamo parlato, se vi dovesse servire ai fini della sanatoria.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 2256.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2255 a firma
Talarico: “Articolo 2 quater…
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Con il consenso del collega Talarico, mi permetterei, avendo letto l’articolo, di suggerire o di chiedere che venga o ritirato o modificato, anche perché in effetti l’articolo così recita: “1. Dopo il comma 4 dell’articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7, è inserito il seguente comma: “4 bis. Ferma restando la rappresentanza processuale del Presidente della Regione, il dirigente generale dell’Avvocatura regionale, previo parere non vincolante dei dirigenti generali competenti per materia, adotta gli atti ed i provvedimenti necessari alla promozione, resistenza e costituzione in giudizio della Regione in tutti i casi non attribuiti alla competenza della Giunta regionale, secondo quanto disposto dal decreto del Presidente della Giunta regionale numero 354 del 24 giugno 1999”.
Questo è stato presentato dall’assessore Luzzo per sopperire all’esigenza che sarebbe nata dall’accoglimento da parte di taluni organi giurisdizionali di eccezioni relative a procedimenti dove è stata contestata la rappresentanza legale da parte dei dirigenti generali.
In effetti, a ben vedere questo articolo, così come è formulato, non conferisce intanto la rappresentanza generale al dirigente dell’ufficio legislativo, gli dà solo un potere di coordinamento. Il “29” attribuisce ai dirigenti generali la capacità processuale ma, badate bene, vi è un equivoco di fondo.
A mio sommesso modo di vedere, il “29” è vero che attribuisce ai dirigenti generali la rappresentanza in giudizio dell’ente, ma si riferisce ai dirigenti generali dello Stato, dei ministeri. Che poi vi sia una normativa regionale dove si tenda ad equiparare i dirigenti generali della Regione a quelli dello Stato a mio avviso non è sufficiente, se non si esplicita con una norma ma anche con una delibera di Giunta – non c’è bisogno di una legge – che la rappresentanza legale dell’ente, limitatamente agli affari di competenza di quel settore, viene esercitata dal dirigente generale.
Cosa diversa è il dirigente generale dell’avvocatura che in questo caso per come è stato formulato l’articolo avrebbe un compito di coordinamento “ferma restando la rappresentanza processuale del Presidente della Regione”. In effetti, come siamo in giudizio? Col Presidente della Regione che resta titolare della rappresentanza legale dell’ente e secondo me lo è sempre e comunque. Lo è anche per Statuto. Noi abbiamo una norma statutaria primaria rispetto ad una legge ordinaria, comunque una norma più forte rispetto a quella ordinaria, che conferisce al Presidente, che conferma al Presidente, tra l’altro ora ha una rappresentanza più forte che nasce dalla legge costituzionale, la rappresentanza legale della Regione.
C’era, però, il decreto legislativo numero 29 che dice che i dirigenti generali possono stare in giudizio. Immaginate se nei Ministeri una norma semplificativa come il decreto legislativo numero 29 non abbia attribuito e giustamente ai dirigenti generali …
La Regione Calabria è una entità così come la conosciamo. Con questa norma noi rischiamo di generare ulteriore confusione, quindi io non so se il Presidente o l’assessore sono…
(Interruzione)
Non so se lei ha seguito e vuol contribuire, i o dico che questa norma rischia di ingenerare ulteriore confusione perché noi non stiamo qui conferendo la rappresentanza per legge al dirigente generale dell’ufficio legislativo – non so se lei ha davanti il provvedimento-…
…che la procura venga firmata dal dirigente dell’avvocatura generale invece che direttamente dal Presidente perché dover firmare la procura direttamente da parte del Presidente può comportare ritardi, ingorghi, ci sono certe emergenze immediate nelle quali è necessaria la procura e magari il Presidente è fuori o c’è una qualche difficoltà…
Allora questo serve solo a facultare l’avvocato a sottoscrivere la procura fermo restando che la rappresentanza sostanziale come da Statuto, come da legge, come giustamente da principi generali dell’ordinamento resta al Presidente della Regione. Quindi è una norma meramente empirica che riguarda un passaggio limitatissimo. E’ in fondo una delega all’avvocato, al dirigente dell’avvocatura agli avvocati che poi si costituiranno in giudizio.
Questo è il senso della norma.
Presidente, io purtroppo da avvocato le debbo rispondere che ho difficoltà ad aderire a questa interpretazione della procura perché la procura è, in effetti, la rappresentanza in giudizio. Quindi chi sottoscrive la procura deve essere legittimato e abilitato a stare in giudizio e rappresenta il rappresentante legale dell’ente nel momento in cui l’ente si costituisce in giudizio…
(Interruzione)
(fuori microfono) ….altro è rappresentanza sostanziale altra è la rappresentanza processuale, questo attiene secondo me a… squisitamente processuale di conferimento… questo è il senso della…
Presidente, il problema è allora di conferire formalmente la rappresentanza all’avvocato generale perché così facendo rischiamo di aver invalidati tutti i procedimenti…
(fuori microfono) Ferma restando la rappresentanza processuale al Presidente della Regione…
E come la esercita il Presidente della Regione? Mettendo la firma? Non c’è un altro modo, Presidente, solo mettendo la firma in procura la esercita.
(fuori microfono) …la… del rapporto, in qualsiasi momento può decidere di…
Perfetto, allora si conferisce, altresì, al dirigente generale dell’avvocatura la rappresentanza che può essere in alternativa, come supplenza… ma bisogna dargli la rappresentanza sennò non può stare in giudizio, non può mettere una firma così…
(fuori microfono) Il senso di questa norma è questo, se lei ritiene che l’organizzazione… come ritiene…
Per l’amor di Dio non è un problema di ritenere, io mi permetto di… lei è un magistrato ed ha più esperienza di me anche se si è occupato di più di penale, ma non significa niente.
Diciamo che chi sottoscrive l’atto per l’ente lo rappresenta e allora o ha la legittimazione a decausam o non l’ha. Se ce l’ha, gliela dobbiamo conferire, perché se no vuol dire che non ce l’ha e ci fanno l’eccezione e noi dobbiamo soccombere o comunque tardivamente sanare, se e in quanto è consentito…
(fuori microfono) …delega ad esercitare altra attività…
Allora è un altro discorso, conferiamo la delega. Se lei però è convinto di questo lo facciamo e…
(fuori microfono) Il valore è questo non ha altre funzione o altre…
Ci sono pronunciamenti anche della Corte costituzionale su questo, della Cassazione sicuramente perché ne ho visti io e gliene potrei portare nei prossimi giorni.
C’è una difficoltà, cioè deve essere individuato esattamente. Se lo Statuto individua il Presidente dell’Ente noi non possiamo senza neppure recepire una legge nazionale che non ha un riferimento, una ricaduta specifica anche perché nel nostro ordinamento regionale abbiamo una previsione statutaria che comunque ancora conferisce al Presidente, ed esclusivamente al Presidente, la rappresentanza dell’ente.
Allora dobbiamo dire che l’ente può stare in giudizio oltre che con il Presidente anche con l’avvocato generale. Gli diamo un doppio mandato di rappresentanza ma dobbiamo fare una norma specifica sennò io ritengo non possa stare in giudizio. E’ come se dice che sta il Presidente e poi in giudizio sta pure il consigliere anziano, perché? E’ il Presidente che sta in giudizio, se no bisogna conferirlo esplicitamente.
Allora l’emendamento all’articolo 2 quater, protocollo 2255, è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2254 a firma Talarico: “All’articolo 4 è aggiunto il seguente comma:
“6. La previsione di spesa di cui all’articolo 9, comma 24, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7, è ridotta di lire 1.900.000.000 con contestuale incremento della stessa somma, della previsione di cui all’articolo 33, comma 2, della stessa legge regionale n. 7/2001”.
Conseguentemente lo stanziamento del capitolo 3132104 è ridotto di lire 1.900.000.000 e quello del capitolo 6133104 è incrementato della stessa somma, anziché rispettivamente di lire 1.149.000.000 e di lire 1.000.000.000”.
La parola all’onorevole Bagarani.
Su questo emendamento è necessario
apportare alcune modifiche in coordinamento formale perché abbiamo commesso
materialmente un errore con le cifre.
L’emendamento è siffatto in termini di
spostamenti fra capitoli: si diminuisce di 2.149.000.000 il capitolo 6133205,
corrispondente all’articolo 35, comma 2, della legge Finanziaria 7 del 2001,
inerente ai trasporti…
(Interruzione)
La diminuzione da questo capitolo di
2.149.000.000 viene compensata con due aumenti su due diversi capitoli: per
549.000.000 sul capitolo 3132104, riguardante lo spettacolo – sempre riferito
alla legge Finanziaria 7/2001, articolo 24, comma 9 – e per 1.600.000.000 alla
promozione turistica, capitolo 6133104, articolo 33, comma 2. Quindi,
fondamentalmente, si riduce la somma nel capitolo relativo ai trasporti, in
particolare qui era la componente di intervento sugli aeroporti – se non
ricordo male – l’articolo 35…
(Interruzione dell’assessore Gentile)
Sì, certo, la somma fa sempre 2.149.000.000, si riduce di 2.149.000.000 la parte di intervento sugli aeroporti e si incrementano i due capitoli, uno per la promozione turistica per 1.600.000.000, l’altro per lo spettacolo per 549.000.000.
Questa è la rilettura in versione chiara, specifica dell’emendamento in discussione.
Un
emendamento rivisto e corretto…
Sì,
purtroppo avevamo commesso un errore di interpretazione con le cifre quando l’abbiamo costruito.
(Interruzione)
No, ve l’ho detto, abbiamo commesso un errore di interpretazione
e nel momento in cui si costruiva il capitolo, avevamo capito male noi del bilancio l’input dell’assessore
competente. Quindi abbiamo
commesso un errore nello scrivere il capitolo;
l’assessore poi ci ha detto che non è così, quindi abbiamo rifatto
i conti. E’ stato un errore nostro, nella fretta di costruire
il capitolo avevamo capito
una riduzione piuttosto che un aumento.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in
votazione l’emendamento
protocollo 2254, per come descritto
dall’assessore Bagarani.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2260 a firma Talarico: “All’articolo 4 sono aggiunti i seguenti commi:
“7. La Giunta regionale è autorizzata a concedere un contributo straordinario alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Cosenza, per il finanziamento delle attività inerenti al funzionamento del laboratorio merceologico.
8. Per gli interventi di cui al precedente comma, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 200 milioni, con allocazione al capitolo 6122201 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001”.
Al maggiore onere di lire 200 milioni si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo 7001201 (fondo globale)”.
La parola all’onorevole Talarico.
Si tratta di un contributo straordinario
alla Camera di commercio di Cosenza per il finanziamento
di attività inerenti al funzionamento di un laboratorio merceologico che è abbandonato a se
stesso e quindi necessita
questo contributo per la messa in atto di questa struttura estremamente
importante per la Camera di commercio stessa.
Parere
della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2260.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4 nel testo
emendato.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Emendamento
protocollo 2265 a firma Talarico: “Al comma 1 dell’articolo 8, dopo le parole “31 dicembre” sostituire “2001” con
“2002”.
All’articolo 9 al punto a), dopo la parola “lire” sostituire “20” con “30” e dopo le parole “entro il” sostituire “31.1.2001” con “31.7.2002” ed abrogare i restanti commi.
All’articolo 10 al primo rigo, dopo le parole “dal 1° agosto” sostituire “2001” con “2002” e al punto a) dopo le parole “entro il 31.10” sostituire “2001” con “2002” ed abrogare il punto b)”.
La parola all’assessore Scopelliti.
In sostanza, credo di poter dire
che abbiamo concordato, sia con la maggioranza che con i colleghi
interpellati della minoranza, di dare continuità alla legge 4/2001 che è quella
delle politiche attive del lavoro che fa riferimento
al mondo del precariato.
Noi, in
atto, abbiamo da diverse settimane un tavolo di confronto con le
istituzioni minori o comunque anche con le realtà sindacali, con le centrali
delle cooperative, un tavolo abbastanza nutrito per cercare di migliorare e
apportare delle novità alla legge 4/2001 che scade il 31 dicembre 2001.
Sulla scorta di questa legge che ha
prodotto sicuramente dei risultati positivi, ma lavorando nella direzione di
migliorarla e riproporla per il 2002, abbiamo messo in preventivo in questa
variazione di prorogare la legge fino al 31 dicembre 2002, di prevedere
l’aumento della premialità e poi riproporla interamente così come è stata
approvata, in attesa che il tavolo di confronto con le altre istituzioni faccia
pervenire una proposta definitiva alla Giunta. Questo ci consente di evitare
cose che abbiamo già registrato lo scorso anno, manifestazioni dei lavoratori
nel periodo delle festività natalizie o comunque a inizio anno che comportano
sempre una serie di disagi; dare questo segnale rappresenta sicuramente un
segno di continuità da parte del Consiglio regionale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pacenza. Ne ha facoltà.
Credo che l’emendamento proposto
dall’assessore risponda, per così dire, esclusivamente ad un’emergenza
temporale, nel senso che, altrimenti, rischieremmo da qui a qualche giorno di
trovarci anche senza un riferimento, sia pure parziale. Per quanto ci riguarda,
però, non riteniamo che questa sia la strada esaustiva, cioè sicuramente si
tratta di mettere mano a un disegno di legge che recupera anche alcune
incongruenze e alcuni limiti che la legge 4 ha dimostrato sul campo.
Oltretutto, siamo anche in attesa di capire se dalla Finanziaria nazionale
verranno garantite anche le risorse per quanto riguarda il rinnovo della
convenzione, perché se non dovesse esserci questa garanzia, tutto il resto si
complicherebbe maledettamente ancora di più.
Per quanto ci riguarda, siamo
interessati ad uno strumento legislativo più adeguato rispetto a quelli che
sono i limiti dimostrati e le necessità del settore.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2265.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 8 nel
testo emendato.
(E’ approvato)
Chiedo l’autorizzazione al
coordinamento formale dell’articolo 8.
(Il Consiglio autorizza)
Emendamento protocollo 2229 a firma
Borrello ed altri: “Al comma 1 le parole “50 mila” e “7 mila” sono sostituite
con le parole “70 mila” e “10 mila”.
Al comma 2 la parola “20 mila” è
sostituita con la parola “30 mila”.
Il comma 4 è sostituito dal seguente:
1) “L’aggiornamento triennale dei
compensi di cui al presente articolo secondo l’indice Istat è effettuato dal
Dipartimento sanità entro sessanta giorni dalla pubblicazione dei relativi dati
sulla Gazzetta Ufficiale”.
2) “Per gli aggiornamenti triennali già
scaduti e non effettuati si provvede, a cura del medesimo Dipartimento, entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge”.
L’applicazione della presente legge
trova copertura nel capitolo 1013101 del bilancio regionale”.
La parola all’onorevole Borrello.
Si tratta, sostanzialmente, del gettone di presenza dei medici che fanno parte delle Commissioni invalidi civili. Questo importo di 50 mila è riferito all’anno 1993 e, quindi, si propone un aumento a 70 mila, mentre l’importo per ogni pratica discussa dalla Commissione da 7 mila viene portato a 10 mila.
Poi, la differenza tra 20 mila della vecchia dizione e 30 mila si riferisce alle visite domiciliari.
L’altra modifica che si propone
alla legge nasce dal fatto che, seppur quella legge del ’93 prevedeva un aggiornamento
triennale
dell’Istat, quest’aggiornamento non è stato mai effettuato; tra l’altro, attribuiva alla
Giunta regionale la competenza per l’aggiornamento dell’Istat. Qui, invece, si recepisce la nuova impostazione normativa nazionale, ma
anche regionale, per cui si affida al dipartimento l’onere di provvedere
all’aggiornamento.
In più, ancora, un altro comma
che si riferisce agli aggiornamenti già scaduti, ma mai liquidati. Anche qui
si affida al Dipartimento della sanità la liquidazione di questi importi, che
poi sono piccole cose, assessore Bagarani.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2229.
(E’ approvato all’unanimità)
Emendamento protocollo 2240 a firma Chiarella, Amendola, Galati ed altri: “La Giunta regionale è autorizzata a concedere al Comalca di Catanzaro la somma di lire 1 miliardo per l’aumento del capitale sociale”.
La parola all’onorevole Galati.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, come ben sapete, il Comalca
è un Consorzio mercato agricolo alimentare
calabrese di Catanzaro, è una
società a responsabilità limitata con un capitale sociale di oltre 10 miliardi.
Di
recente, nel marzo scorso, il Comalca ha deliberato un aumento di capitale. C’è una nota del Presidente del Comalca indirizzata
all’assessore all’industria che chiede la partecipazione della Regione a questo
aumento di capitale. Inoltre gli onorevoli Chiarella e Amendola, con una
lettera indirizzata al Presidente della Giunta regionale, all’assessore al
bilancio, al commercio, al Presidente della seconda Commissione, chiedono pure
loro la concessione di 1 miliardo per la partecipazione della Regione al
Comalca.
In definitiva, questo emendamento
recepisce queste richieste sia del Presidente che dei consiglieri. Credo che la
proposta possa essere accolta anche perché il Comalca, quanto prima, dovrà
entrare in attività e credo che l’attività del Comalca porterà, anche sotto il
profilo occupazionale, un benessere per tutto l’hinterland e il
territorio catanzarese.
La parola all’onorevole Talarico.
Ritengo che l’onorevole Galati debba
specificare sull’emendamento anche il capitolo da dove vengono tratte le
risorse finanziarie, perché qui non viene indicato e quindi capire se sui fondi
globali c’è il residuo per recuperare questa cifra.
Prego, onorevole Bagarani.
Il problema è proprio quello,
onorevole Talarico, che allo stato dell’arte manca la copertura.
Il parere della Giunta, quindi?
Ne abbiamo parlato stamattina nella
riunione dei capigruppo di questo emendamento, è stato accolto, adesso…
(Interruzione)
Dal fondo globale, onorevole Bagarani.
Il fondo globale non è un pozzo infinito! Questa mattina, comunque, nella riunione dei capigruppo avevamo anche detto di no a questo emendamento, quindi si ripropone la stessa situazione di stamattina, né più né meno. Non abbiamo cambiato posizione rispetto a questa mattina, né noi della Giunta né tantomeno, mi pare, il Presidente.
No, assessore, stamattina non abbiamo detto che non c’erano i soldi. Io chiedo una sospensione e ci vediamo un momento per vedere se possiamo trovare…
La seduta è sospesa per pochi minuti.
Pongo
in votazione la trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Emendamento protocollo 2241 a firma Pacenza, Amendola: “Sostituzione del secondo capoverso del comma 8, articolo 7, della legge Finanziaria 2001.
Si dispone, a cura degli uffici
del sesto Dipartimento lavori pubblici e acque, la ricognizione delle risorse
impegnate nell’ambito degli interventi di edilizia agevolata e sovvenzionata
programmati nei bienni dal ’78 al ’95, ai sensi delle leggi 457/1978, 67/88 e
179/92, anche in relazione agli accordi di programma di cui all’articolo 63 del
decreto legislativo 112/98”.
Emendamento protocollo 2242 a firma
Pacenza, Amendola: “Comma 8 ter articolo 7 della legge finanziaria 2001.
Aggiunto.
“Le risorse disponibili, non impegnate
o provenienti da economie di programmi di interventi, risultanti in conseguenza
dell’attuazione di quanto disposto dal variato articolo 7, comma 8, e
dall’utilizzazione delle risorse autorizzate per effetto del comma 8 bis,
articolo 7, sono destinate ad:
a) interventi di nuove costruzioni, da
realizzarsi a cura di cooperative ed imprese, attraverso l’emanazione di un
nuovo bando, con modalità semplificate di accesso e di erogazione che tenga
conto di indicatori demografici e socio-economici positivi, da approvarsi da
parte della Giunta regionale d’intesa con la competente Commissione consiliare
(40 per cento delle risorse disponibili accertate);
b) interventi di recupero e/o acquisto
e recupero di immobili nei centri storici da realizzarsi a cura di singoli
privati, attraverso l’emanazione di un nuovo bando, con modalità semplificate
di accesso e di erogazione, che tenga conto in particolar modo di famiglie
numerose, giovani coppie e famiglie di immigrati extracomunitari in possesso di
contratto di lavoro regolarmente registrato, da approvarsi da parte della Giunta
regionale d’intesa con la competente Commissione consiliare (60 per cento delle
risorse disponibili accertate)”.
Emendamento protocollo 2243 a firma
Pacenza, Amendola: “Comma 8 bis articolo 7 della legge finanziaria 2001.
Aggiunto.
“Per la concessione di contributi in
conto capitale per l’acquisto e/o il recupero della prima abitazione, in
conformità al bando di concorso ed alla deliberazione di Giunta regionale n.
157 del 20 marzo 2000, adottata in attuazione dell’articolo 37 ter, comma 1,
della legge regionale 10/98, è autorizzata l’utilizzazione delle risorse
trasferite alla Calabria in attuazione dell’articolo 63 del decreto legislativo
112/98, quali giacenze al 31 dicembre ’98 delle assegnazioni e limiti d’impegno
posti a disposizione della Calabria ai sensi degli articoli 26 e 37 della legge
457/78, dell’articolo 9 della legge 98/80, dell’articolo 2, comma 12 e articolo
21 quinquies della legge 94/82 e dell’articolo 5 bis della legge 118/85.
In aggiunta e fino alla concorrenza di
lire 80 miliardi, è autorizzata l’utilizzazione delle risorse già disponibili
e/o che si renderanno disponibili sulle tipologie di interventi di edilizia
agevolata del programma quadriennale 92/95 della legge 179/92.
E’ disposta la proroga del bando di
concorso fino al 4 aprile 2002”.
La parola all’onorevole Pacenza.
Illustro tutti e tre gli emendamenti in una sola tornata e premetto che
non c’è impegno di spesa, c’è soltanto uno
sforzo, un tentativo di mettere a frutto un
processo che, probabilmente, è nato molto
confuso nella Finanziaria
in corso. Parliamo di un capitolo che
prevedeva un accantonamento simbolico, in quanto non c’era stata una posta
specifica di bilancio, per quanto riguarda fondi derivanti dall’edilizia agevolata e sovvenzionata.
Con questi tre articoli puntiamo col
primo comma a verificare, previa ricognizione, le disponibilità esistenti per
quanto riguarda questi capitoli, a partire dal 1978 a salire, per quanto
riguarda sia la “457” sia la “67” sia la “179”.
Con l’emendamento successivo
indichiamo una destinazione delle risorse recuperate e individuate col
precedente comma, per quanto riguarda sia nuovi interventi sia recupero di
interventi.
Il terzo emendamento riguarda la
possibilità di dare corso, prorogando i termini di domanda, per quanto riguarda
il famoso strumento dei buoni casa.
Ci sembra che, rispetto
all’impostazione esistente nell’attuale legge finanziaria, questo percorso ci
permetta oggettivamente di mettere in circuito risorse che sicuramente verranno
fuori, anche alla luce del fatto che, nel frattempo, la Regione ha sottoscritto
l’accordo di programma per quanto riguarda l’utilizzazione di fondi derivanti
dalla finanza nazionale.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Misiti. Ne ha facoltà.
Anche questo potrebbe essere,
effettivamente, soltanto un ordine del giorno, tutti e tre si dovrebbero
trasformare in ordini del giorno in quanto, come dice l’articolo 7, comma 8,
della Finanziaria 2001, richiedono una ricognizione molto delicata e lunga,
tant’è vero che abbiamo fatto ricorso a un bando, abbiamo appaltato ad una
società specializzata questa ricognizione che riguarda diecimila impegni di
spesa che derivano dal 1991-92, quindi sono una serie numerosissima, che vanno
riguardati per conoscere la realtà.
Lì si parlava di 200 miliardi, ma è
una cifra messa così, senza nessun riferimento. Quindi è evidente che, per
poter prendere qualunque iniziativa su questo punto, deve essere terminata
questa ricognizione.
Quello che voi auspicate, per esempio,
nell’emendamento 2241, già lo stiamo facendo attraverso la società che ha vinto
l’appalto e si sta andando in quella direzione.
Il Consiglio può darci una spinta a
continuare, a fare subito – e naturalmente già l’abbiamo avviata questa cosa –,
le destinazioni le discuteremo dopo, quando saremo in grado di dire “ci sono
tanti soldi oppure ci sono tanti debiti”. Quindi non è un problema che possiamo
decidere oggi con questi tre emendamenti. Io l’accetterei come una
raccomandazione.
Trasformiamo in ordini del giorno i
tre emendamenti…
(Interruzione)
Prego, onorevole Borrello.
Assessore, nasce un problema perché…
(Interruzione)
Nasce il problema,
Presidente Chiarella, perché
noi alla prossima riunione di prima Commissione abbiamo
all’ordine del giorno un progetto di legge
sui centri storici proposto da Pirilli e Pezzimenti,
mi pare, che…
(Interruzione)
No,
questo specifico, però, fa riferimento come imputazione finanziaria a questo capitolo di 200 miliardi.
(Interruzione)
C’è un progetto di legge che finalizza
gli investimenti su questo capitolo.
La parola all’assessore Misiti.
Se guardate la variazione, vi rendete
conto che abbiamo spostato 40 miliardi, già in questo senso si sta lavorando,
però è evidente che è un processo fare quella ricognizione. Appena sarà
terminata, accettiamo l’invito, andiamo avanti e guardiamo le cose che dobbiamo
fare.
(Interruzione)
E’ una cosa che non deriva da noi, è
di dodici anni fa.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Adamo. Ne ha facoltà.
Devo intervenire perché, essendo noi
titolari della responsabilità dell’emendamento, dobbiamo pronunciarci a favore
o contrari all’invito che ci veniva rivolto, cioè di tradurre questo
emendamento in una sorta di raccomandazione. Debbo dire, assessore Misiti, che
non possiamo essere d’accordo nell’accogliere questo invito per il semplice
fatto che, se dovessimo trasformare questo emendamento in una sorta di mozione,
di raccomandazione, faremmo un atto privo di qualsiasi efficacia, perché noi
parliamo di raccomandazione rispetto a norme contenute in una legge che,
invece, decidono il vincolo della spesa. Cioè, con una raccomandazione non si
può modificare la finalizzazione della spesa e ancor più questo è vero – se mi
consentite – in un Consiglio regionale che ha approvato esso stesso la legge
abbastanza dubbia, la legge a cui si fa riferimento rispetto alla sua validità
e alla sua efficacia, perché lì abbiamo un articolo nel quale si parla
addirittura di 200 miliardi e viene una prima contestazione: “Perché 200
miliardi?”.
Secondo punto, si propone di spendere
quei 200 miliardi in un modo impossibile, cioè attraverso una norma si è
codificato il fatto che se dovessero esserci i 200 miliardi, questi 200
miliardi il Consiglio regionale dice “teneteli fermi”. E poi, di fronte ad una
norma che ci vincola nella sua obbligatorietà, a meno che non si violi la
norma, invece stasera dovremmo dire “vi raccomandiamo, forse, se poi trovate
dei soldi…”.
Allora, al di là delle cifre, penso
che…
(Interruzione)
No, si può anche andare al bilancio.
Al di là delle cifre, se si assume l’emendamento come una norma che modifica la
destinazione dei possibili finanziamenti che si verificano nella ricognizione,
quella è già una decisione ed è importante, perché senza aspettare il lavoro
finale, c’è l’autonomia – badate, mi costringete a parlare ogni volta come se
fossi un consigliere di maggioranza – della Giunta di decidere la spesa rivolta
a nuove costruzioni, eccetera, recupero o acquisti di immobili, eccetera, o a
contributi in conto capitale per l’acquisto e il recupero della prima
abitazione.
La domanda che farei all’assessore – ed
è retorica perché so la risposta – qual è? Rispetto a queste destinazioni, è
più giusto pensare di avere dei soldi potenzialmente disponibili e spenderli
appena si è disponibili o, invece, aspettare che qui non si spendano e magari,
se si hanno dei soldi, aspettare di sbloccarli non so quando, perché tanto c’è
l’articolo della precedente Finanziaria che ci paralizza 200 miliardi, ci
paralizza fino a 200 miliardi?
(Interruzione)
Secondo me ci sono non 200, ma ce ne
sono parecchi che si possono recuperare. Allora io penso che, magari, si
cacciano quegli 80 miliardi, però in termini di programmazione una norma
l’assumerei per quanto riguarda la destinazione del vincolo della spesa, perché
questo dell’autonomia di spesa è finalizzata a programmi che possono essere
utili e validi per la Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Ovviamente la mia posizione, e ritengo
quella della maggioranza, non può che essere contraria a questi emendamenti e,
forte nel riaffermare che il bilancio che ha visto l’emendamento dei 200
miliardi in favore dei centri storici…
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Aspetta, non sei informato perché è depositato un progetto
di legge a firma dell’onorevole Pezzimenti
e mia che disciplina la materia in ordine proprio a questo
capitolo di bilancio che aveva avuto
l’ardire, mi pare di capire da quello che poc’anzi nell’intervento dicevi, di individuare
tra le pieghe del bilancio una somma tanto
consistente da farla implementare ulteriormente.
Siccome non era un fatto ardimentoso
né goliardico, dallo studio delle pieghe del bilancio anche con l’ausilio dei
miei consulenti avevo individuato che vi erano cospicue somme, addirittura,
anche possibilmente superiori a quelle dei 200 miliardi che abbiamo
individuato, poi possono produttivamente, proficuamente essere utilizzati
proprio per questo scopo.
Adesso alterare lo scopo della norma,
della destinazione del bene votato dal Consiglio, prima ancora addirittura che
possa avviarsi quel procedimento attraverso l’approvazione della legge e il
reperimento delle somme, mi pare che sarebbe anche una mancanza di riguardo a
noi medesimi che diciamo una cosa e poi la modifichiamo prima ancora di
partire.
Nulla impedirà domani, se le risorse
saranno abbondanti e se l’iter avrà un procedimento abbastanza veloce,
eventualmente di riesaminare e di integrare, ma in questa fase mi pare che…
(Interruzione)
L’assessore Misiti forse vuole…
No, vorrei leggere solo la legge… che
dice già gli scopi…
Eh, lo dice già.
(Interruzioni)
C’è scritto che cosa deve fare la
Giunta regionale nel caso in cui trovi questi fondi. Dobbiamo andare a trovare
questi fondi e fare quello che dice l’articolo…
A proposito di questo, voglio
annunciare – se mi permettete – un principio che non è mio, ma è di chi
normalmente, occupandosi di queste cose, poi se ne rioccupa riapprovandole in
Consiglio: ci sarà un “coordinamento formale”. Noi abbiamo approvato una somma
indicativa con una indicazione, poi abbiamo presentato un progetto di legge
articolato. Se poi lì è stata calata una ulteriore e più approfondita camicia,
non lo so, però grosso modo quello è…
(Interruzione)
No, ma la ratio della norma deve restare quella, che era quella dei centri storici; poi sarà stata…
Siamo d’accordo, ma non ci sono i fondi, dice l’assessore.
Ma mi pare di aver capito che
hanno già reperito 40 miliardi, quindi almeno il merito di avere recuperato 40 miliardi
l’ha avuto quella proposta. Adesso ne usciranno fuori altri perché…
(Interruzione)
Ne
usciranno di più e, nelle more, il Consiglio esaminerà la proposta di legge, la
modifica, la integra e comincia a diventare
operativa.
(Interruzione)
Sì,
certo, la Commissione se ne occuperà, credo tra breve.
Già c’è
la società che…
Quindi
questi tre emendamenti a firma dell’onorevole Pacenza vengono ritirati e presentati
come ordini del giorno, rivisti?
(Interruzione)
Votiamo
per la trasformazione dei tre emendamenti in
ordini del giorno…
(Interruzione)
Prego,
onorevole Fuda.
Io
concordo con l’analisi fatta perché non abbiamo, allo stato, conoscenza dell’entità delle somme utilizzabili. Intanto mi pare che
ci sia da chiarire che tipo di intervento può essere fatto con queste somme,
perché non possiamo andare a ruota libera, sono somme che vengono dall’edilizia
residenziale pubblica e non possono essere destinate a tante cose.
(Interruzione)
Perfetto,
recupero patrimonio edilizio pubblico e privato, che tipo di recupero, ma
sempre finalizzati all’edilizia residenziale pubblica…
(Interruzione)
Edilizia residenziale pubblica e
privata nel senso che viene sempre e comunque assegnata.
L’altra cosa che può essere fatta è la
riqualificazione urbana. C’è un principio, per quanto mi riguarda, come scelta
politica, cioè che noi non siamo per i buoni casa perché siamo per le
riqualificazioni urbane e per altre cose che sono nella legge.
Abbiamo progetti di legge in
Commissione sui quali possiamo già discutere per affrontare la tematica, fermo
restando il fatto che poi le risorse finanziarie le troviamo.
C’è il conteggio che sta facendo
Misiti, non sono d’accordo sul fatto che dobbiamo aspettare la fine del
conteggio, Adamo, per spendere, perché io sono per spendere subito, però se le
scelte che facciamo vanno nel senso di risanare le parti dei centri urbani
degradate, allora dobbiamo andare verso interventi di riqualificazione e
recupero; se facciamo scelte per andare verso l’imprenditoria che deve vendere
appartamenti, allora dobbiamo andare verso il buono casa.
Mi pare che l’orientamento prevalente
della maggioranza e dell’opposizione sia di andare verso le riqualificazioni
dei centri storici, allora c’è una certa tipologia che può andare con quella
copertura finanziaria. Detto questo, non parliamo di ordini del giorno,
affronteremo la discussione in Commissione e cominciamo a incardinare la
materia.
Votiamo gli emendamenti…
In effetti, c’è già una iniziativa sui
buoni casa…
Siamo per il ritiro?
Anche a seguito della discussione, assumiamo
l’orientamento che non c’è una contrapposizione rispetto al percorso indicato
da noi, c’è un problema che riguarda la tempistica, che oggi non ci permette di
definire e vincolare il percorso annunciato.
Siccome sulla strategia c’è concordia,
noi diciamo che su questo versante si tratta di aggiornare questa discussione
non appena ci saranno le condizioni finanziarie sufficienti, per fare in modo
che il ragionamento sia annunciato nella Finanziaria sia esplicitato in questi
emendamenti possa trovare un percorso.
Ha
chiesto di parlare l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Solo per un breve chiarimento, signor
Presidente: la norma – dico all’assessore Misiti – non contemplava quella
previsione da lui letta. Il bilancio, per l’attuale fisionomia che ha per
effetto delle modificazioni normative, in questo momento assunto, ma già lo
scorso anno, non ha più il vincolo di spesa. E’ chiaro che questo vincolo che
ha segnato con la delimitazione recupero centri storici viene e deve essere
ridefinito attraverso un’articolazione della previsione normativa che dia
comunque una risposta compiuta e a questo dovrebbe dare risposta questa
proposta di legge che avrà l’esame non solo della Commissione, ma poi del
Consiglio. Questo per la precisione, quindi ovviamente salta il discorso
dell’ordine del giorno che non può trovare in questa fase nessuna ospitalità.
Quindi su questi tre emendamenti
soprassediamo.
Emendamento protocollo 2248 a firma
Aiello Pietro, Pilieci, Pezzimenti ed altri…
(Interruzione)
Poco fa mi sembrava intenzionato a
ritirarlo, non so se adesso… L’emendamento protocollo 2248 è ritirato.
Emendamento protocollo 2237 a firma
Senatore ed altri: “Si propone di inserire al comma 7 del predetto schema di
convenzione dopo le parole……… che ne regola:
per il responsabile della Segreteria
tecnico-operativa la posizione giuridica ed economica con la Regione e quella
funzionale con l’Ato;
e dopo le parole……... il compenso;
per il dirigente la posizione
giuridica e funzionale sono disciplinate dall’Ato”.
La parola all’onorevole Senatore.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
ogni parola aggiuntiva a quello che vuole essere l’emendamento credo che sia
superflua. Questo emendamento, che può essere anche una cosa piccola – come
qualcun altro ha detto – serve in realtà a chiarire la posizione della
Segreteria degli Ato e che oggi è in una situazione in cui la Regione Calabria,
quindi anche la Giunta regionale, cerca di uscire fuori.
Questo emendamento permette, quindi, alla
Regione Calabria di poter uscire dall’impasse in cui è caduta con gli
Ato.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Misiti. Ne ha facoltà.
Ovviamente sono favorevole all’emendamento
perché, effettivamente, sapete che la legge 10 di recepimento della legge Galli
ha indicato, tra le altre cose, la nomina del Segretario responsabile della
Segreteria tecnica degli Ato.
Tutto quello che doveva fare la Regione
per gli Ato lo ha fatto, nel senso che ha costituito la Consulta, quello che
diceva il Por, il Comitato tecnico ed ha anche eseguito quest’altro atto
ordinato dalla legge 10, che era quello della nomina dei segretari responsabili
degli Ato. La nomina doveva essere fatta su proposta dell’assessore ai lavori
pubblici – lo dice la legge 10 -…
(Interruzione)
Come no! …deve essere fatta su
proposta dell’assessore ai lavori pubblici e dal Presidente della Regione.
Il Presidente della Regione ha
effettuato la nomina, però è ovvio che per lo spirito e la lettera della legge
Galli, la spesa per i segretari responsabili doveva andare in capo agli Ato.
Voi sapete che gli Ato nella Regione Calabria sono cinque e due sono
particolarmente gracili, molto piccoli, a mio modo di vedere, ma non solo mio,
è anche convinzione dei sindaci degli Ato perché sono loro i titolari delle
decisioni, eccetera, non è praticamente possibile né avviare né proseguire con
la Segreteria tecnica in quanto il segretario responsabile ha un costo che, per
esempio, la provincia più piccola – quella di Crotone – non potrebbe mai
reggere da sola.
Quindi è chiaro che, dato che è un
servizio che la Regione deve coordinare perché lo dice anche la legge, la
Regione ha delle responsabilità attraverso la Consulta, deve coordinare, deve
fare uno sforzo ulteriore per poter avviare rapidamente gli Ato, altrimenti
sono bloccati – ecco il blocco a cui faceva riferimento l’onorevole Senatore –
per il fatto che le Province non nominano la Segreteria tecnica, non li fanno
operare perché manca questo supporto finanziario.
Allora, intanto diamo un primo acconto
di 1 miliardo per ogni provincia perché tutti hanno la stessa spesa, non è in
funzione del numero degli abitanti, mentre tutto il resto se lo dividono secondo
il numero degli abitanti, 1 miliardo per l’avvio e, successivamente, ritengo
che il segretario responsabile non può che avere una posizione giuridica ed
economica a carico della Regione – perché altrimenti questi Ato non potrebbero
lavorare – e dal punto di vista funzionale dipendente dagli Ato. Praticamente
sarebbe come il segretario comunale, per intenderci.
Se non approviamo un emendamento di
questo genere, poiché queste nomine sono avvenute due mesi fa, non possono
andare avanti, si è dimostrato nella pratica. Pertanto è necessario che la
Regione si assuma le proprie responsabilità e faccia un emendamento del genere
per avviare la realizzazione. Attenzione che la realizzazione degli Ato, cioè
la loro operatività è strettamente collegata all’utilizzo dei fondi Agenda
2000, che ammontano a circa 800 miliardi in tutto, però attualmente sono stati
già utilizzati 200 dal commissario per la depurazione e 600 sono distribuiti,
di fatto, agli Ato.
Allora, senza la Segreteria tecnica,
questi fondi rischiano di esser persi e non si realizzano le opere, quindi
l’attuazione della legge Galli e della legge 10 resterebbero un miraggio. Ecco
la ragione di questo emendamento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Assessore, vorrei un chiarimento sulla
scrittura dell’emendamento, sul testo…
La scrittura la coordineremo…
Perché mi pare ci sia qualche
contraddizione tra la prima parte in cui si dice…
Ha ragione…
Viene coordinato, onorevole Tripodi.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Adamo. Ne ha facoltà.
Intervengo perché sono d’accordo con
quanto detto a proposito della necessità di avviare gli Ato, solo che – forse
porrei un problema di semplificazione, secondo me – la formulazione di questo
emendamento può essere resa ancora più esplicita in sede di coordinamento
formale. Io andrei ad una semplificazione che vale per l’oggi, per la fase di
avvio, però poi rimane dato permanente, strutturale, cioè fino a quando…
(Interruzione)
Allora metterei in maniera più chiara
ed esplicita che, per quanto riguarda la posizione giuridica ed economica, è da
richiamarsi alla Regione.
(Interruzione dell’assessore Misiti)
Non lo so…
E’ scritta male, ma è così.
No, fa una differenza tra posizione
giuridica ed economica e compenso. Cioè il compenso io lo interpreto dentro la posizione
giuridica ed economica.
Poi aggiunge in un altro comma “e che
in maniera funzionale si assegnano alle Province”.
(Interruzione dell’assessore Misiti)
Sì, però questo che cosa comporta? Il
fatto che, nel momento in cui la precisiamo così, non abbiamo bisogno nemmeno
di dire 1 miliardo, perché a quel punto periodicamente, mensilmente…
(Interruzione)
No, mensilmente, se ne fa carico la
Regione in maniera permanente; è come se andiamo a legiferare il rapporto ad
una competenza che viene assegnata in maniera funzionale all’Ato e ad un carico
di responsabilità finanziaria permanente che fa capo alla Regione. Non hai
bisogno di dire 1 miliardo, cioè mese per mese, come paghi i dirigenti della
Regione, paghi anche questi nell’elenco, che ovviamente sono regolati da un
contratto di diritto privato.
(Interruzione dell’assessore Misiti)
Lo approviamo col coordinamento
formale, così poi avete modo di sistemarlo meglio.
Però il consigliere Adamo pone un altro
problema, dice che nel caso in cui scriviamo questo emendamento, non c’è
bisogno di prevedere una somma perché rientra nel quadro…
(Interruzione)
Sì, attenzione, perché la Regione ha
una pianta organica, un numero di dirigenti generali, un numero di dirigenti di
settore, questa è un’aggiunta: in questo momento stabiliamo una cifra per poter
far fronte a questo, è in aggiunta a quello che normalmente paga la Regione.
(Interruzioni)
Va fatto un capitolo specifico…
(Interruzione)
Esatto, con i soldi…
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Comunque questo che dice…
(Interruzione)
Non riguarda l’organico regionale,
pure io ho fatto questa osservazione. Visto che siamo d’accordo, c’è un
problema solo tecnico, quindi se il miliardo non lo prendiamo, ma prevediamolo,
perché altrimenti rischiamo di non trovare i fondi. E’ un fatto tecnico che,
evidentemente, rende necessario questo miliardo.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 2237 con coordinamento formale.
(E’ approvato all’unanimità)
Emendamento protocollo 2212 a firma
Chiarella: “Alla legge regionale 26 gennaio 1987, n. 4, sono apportate le
seguenti modifiche:
Il comma 1 dell’articolo 3 è sostituito
dal seguente: “Il Consiglio regionale, entro trenta giorni dal suo
insediamento, con le modalità previste dalla normativa vigente, elegge la
Commissione. Nei dieci giorni seguenti la l’elezione, il Presidente del
Consiglio insedia la Commissione e presiede la prima riunione”.
Il primo comma dell’articolo 4 è
sostituito dal seguente: “La Commissione dura in carica cinque anni e decade
alla scadenza del Consiglio che l’ha eletta. Nella sua prima riunione elegge, a
maggioranza assoluta delle componenti, una Presidente ed una Vicepresidente”.
Comma aggiunto: “La durata della
Commissione in carica all’entrata in vigore della presente legge è prorogata
fino alla scadenza della legislatura in corso con la sostituzione delle
componenti che sono risultate assenti per qualunque motivo per il 60 per cento
nelle sedute plenarie e delle componenti che risultano dimissionarie”.
La parola all’onorevole Chiarella.
Presidente, questo emendamento è stato
presentato e anche concordato con colleghi della maggioranza e della minoranza,
come il Vicepresidente Bova e Mistorni, perché si era pensato di intervenire
sulla legge regionale 26 gennaio ’87 n. 4, inerente alla elezione della
Commissione pari opportunità, per cercare di dare più forza ad alcuni articoli,
rendere più snella la legge per quanto riguarda la stessa elezione delle
componenti e, nello stesso tempo, cercare di portare la durata da tre a cinque
anni, quanto è solitamente la durata della legislatura. Siccome questa
Commissione in carica, a detta di tutti, ha dimostrato una grande capacità di
penetrazione nel tessuto sociale per il lavoro svolto, si pensava, approvando
questi due nuovi articoli, di prorogare la stessa Commissione fino alla fine
della legislatura attuale.
Il punto è che, Presidente, visto che
gli uffici, proprio all’inizio della seduta, mi hanno riferito che già sono
pronti i bandi per l’elezione della nuova Commissione, quando io so,
Presidente, che comunque la Commissione resta in carico ancora fino a giorno 4
dicembre, se noi, comunque, non possiamo andare avanti ad approvare questo
emendamento, anche perché un eventuale bando già pronto, non essendo ancora di
fatto scaduta la Commissione, potrebbe essere annullato per dare forza a questi
cambiamenti della stessa normativa e soprattutto per dare un grande segno di
riconoscimento politico ad una Commissione che sta facendo il suo lavoro fino
alla fine.
Onorevole Chiarella, apprezzo lo
spirito di questo emendamento che lei ha presentato, perché lei è molto attento
anche a queste problematiche; tra l’altro devo dire che la Commissione, per
quanto mi risulta, ha lavorato bene, però volevo ricordarle, come lei ha già
annunciato in parte sentendosi con gli uffici, che queste sono nomine in
scadenza e in regime di prorogatio, cioè la legge 39 del ’95 che ordina
tutto il sistema delle nomine regionali andrebbe ad essere modificata anche per
le altre nomine. Ed è anche vero che noi già abbiamo pubblicato il bando sul
Bollettino Ufficiale di due-tre giorni fa, quindi ci sono già i termini per
presentare le nuove domande.
E’solo una questione tecnica, credo
che converrebbe che lo ritirasse, se è d’accordo.
Sicuramente, solo che, per esempio, la
presentazione di un bando prima della scadenza è un qualcosa di legale? Perché
forse già si parla di poterlo impugnare.
Il bando non si fa dopo la scadenza ma
prima, la nomina avviene dopo la scadenza.
Ha chiesto di parlare l’assessore
Scopelliti. Ne ha facoltà.
Ritengo che la procedura non sia
corretta, Presidente, perché si può anche prevedere un regime di prorogatio,
non è obbligo che l’Ufficio di Presidenza metta un bando in funzione di una
scadenza; la scadenza è successiva e quindi, automaticamente, se questo non
avviene nei 45 giorni che intercorrono tra la pubblicazione e la possibilità di
convocazione del Consiglio, automaticamente subentrano i termini dell’atto
monocratico, però il provvedimento è adottato dall’Ufficio di Presidenza, il
Consiglio che è sovrano e poi, essendo in sede di variazione di bilancio, può
adottare un provvedimento che fa venir meno il provvedimento adottato
dall’Ufficio di Presidenza.
Quindi credo che la proposta del
collega Chiarella non sia del tutto fuori luogo…
Assessore Scopelliti, c’è un bando in
corso, quindi non si può intervenire su un bando già pubblicato. Lei è stato
Presidente e queste cose ce le insegna!
Sì, ma proprio per questo motivo,
perché indipendentemente dal bando che ci può essere in corso, il Consiglio
regionale è sovrano, abroga ed approva leggi. Oggi, con questo provvedimento
inserito in una variazione di bilancio, il Consiglio regionale, sovrano
rispetto all’Ufficio di Presidenza, va ad abrogare direttamente un atto emesso
dall’Ufficio di Presidenza che era a norma di una legge che oggi viene
modificata per conto di un emendamento presentato.
Quindi questo non è un problema
procedurale, il problema è di volontà politica che poi si deve in Aula
manifestare.
La volontà politica di tutto il
Consiglio regionale è rappresentata dall’Ufficio di Presidenza, dove lei sa che
c’è maggioranza e opposizione. Noi abbiamo stabilito delle regole a norma di
legge, la 39, quindi sarebbe un inizio di stravolgimento anche per le prossime
nomine con un bando in corso che già c’è. Pertanto prego l’onorevole Chiarella
di fare le sue determinazioni.
Anche se rimango perplesso in quanto
sono della stessa tesi dell’onorevole Scopelliti, però è chiaro che, a questo
punto, non vado a creare un problema con la Presidenza: anche se con una mia
insoddisfazione, ritiro l’emendamento.
L’emendamento protocollo 2212 è
ritirato.
Emendamento protocollo 2266 a firma Tommasi:
“Considerato che la Regione Calabria, in Italia, è la Regione che ha
raddoppiato, rispetto a quanto previsto dalla legge quadro nazionale, la
sovratassa di concessione regionale per il rilascio dell’abilitazione
all’esercizio della pesca nelle acque interne, si propone un abbattimento del
50 per cento della sopra citata tassa (da lire 88 mila a lire 44 mila) e, di
conseguenza, si propone emendamento di riduzione della previsione di entrata al
capitolo 1101105 del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2001,
nella misura derivante dal minor gettito prevedibile”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Questo emendamento è un correttivo ad
una volontà espressa dal Consiglio nell’approvazione del bilancio di previsione,
cioè l’intendimento dell’emendamento approvato all’unanimità in bilancio era di
ridurre la tassa sulla licenza di pesca del 50 per cento, come il resto
d’Italia, perché era la più alta. Nella verifica, questa tassa è sdoppiata in
tassa e sovratassa, quindi la nostra finalità non ha raggiunto lo scopo per una
mera postazione di tassa e sovratassa. Oggi si è soltanto abbassata la tassa,
chiedo che venga abbassata anche la sovratassa per raggiungere lo scopo del 50
per cento che ci eravamo prefissati.
(Interruzione)
Ma va specificato, perché se no le
Province hanno difficoltà nell’applicazione.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta?
Noi siamo un po’ perplessi per due
aspetti: il primo riguarda la copertura finanziaria perché, siccome non c’è
valutazione sulla materia, non sappiamo quanto ci può costare. Quindi questo,
fatto alla cieca, è privo di senso dal punto di vista finanziario. Il secondo
aspetto è che questa è una operazione non da variazione di bilancio al 27
novembre del 2001, laddove questa operazione avrà valore per dieci-quindici
giorni, ha un senso se forse la discutiamo sul bilancio di previsione del 2002.
Assessore, questa riduzione entrava in
vigore dal 1° gennaio 2002, quindi non è per dieci giorni.
(Interruzione)
Forse non riesco a specificare: nel
bilancio di previsione questa riduzione era applicata dal 1° gennaio 2002. Per
esplicitare meglio e rendere funzionale questa riduzione, è preferibile farlo
in variazione di bilancio e non fare una riduzione non del 50 per cento, per
come era l’intendimento del Consiglio, ma del 25 per cento.
Quindi non andiamo a modificare niente
che non era già la volontà del Consiglio, va soltanto codificata meglio questa
riduzione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Non possiamo al buio…
(Interruzioni)
Assessore Bagarani, sbaglio o lei
sosteneva la tesi che, allo stato, questo emendamento è improponibile?
. No, io sostenevo la tesi che, allo
stato, non sappiamo quanto questa cosa possa costare…
Quindi è improponibile, se non siamo
in grado di dare una esatta…
(Interruzioni)
Va beh, quante minori entrate questa
operazione di emendamento può generare – scusate se alle due meno un quarto del
mattino ho usato “cosa” e “costo” – quante minori entrate determina questa
variazione di bilancio.
E’ tecnicamente improponibile perché
non diamo certezza a un documento che deve avere elementi di certezza.
Onorevole Pirilli, può essere anche
non proponibile, posso tranquillamente ritirarlo, ma questo stesso emendamento
è stato approvato anche col suo autorevole voto nel bilancio di previsione…
Se oggi non è proponibile, lo
proponiamo l’anno prossimo, soltanto che la nostra volontà era comune sei mesi
fa.
Non è, a mio avviso, un’incongruenza,
perché nel momento in cui lei fa un bilancio di previsione, esprime – in questo
caso con un emendamento – una volontà e dice: “Io mi accontento di avere,
rispetto alla previsione di entrata di 10 lire, 5 lire perché ritengo di voler
agevolare questa categoria”.
Nel momento in cui siamo a conclusione
del bilancio e quindi quello che ha detto ora contraddice quello che aveva
detto nell’intervento precedente, cioè che partiva dal 2002, quando andremo a
valutare qual è l’impatto esatto della cifra che incide in bilancio, siccome
oggi siamo a conclusione e non sappiamo quant’è la cifra, come facciamo a
determinarla?
Presidente, ritiro l’emendamento.
Emendamento protocollo 2249 alla
tabella B, “Stato di previsione della spesa”, a firma Tripodi: “Al capitolo
2131206 “Spese per la realizzazione di interventi di bonifica e ripristino
dell’habitat naturale dell’oasi di protezione della fauna selvatica e della
flora tipica delle acque salmastre nell’area Pantano del comune di Saline
Joniche” (articolo 4 bis, commi 4, 5 e 6 legge finanziaria 2001), si propone di
sostituire la dicitura “comune di Saline Joniche” con la dicitura esatta
“comune di Montebello Jonico – frazione di Saline Joniche”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Presidente, illustro sia il 2249 che
il 2250. Il primo si riferisce solo ad un errore di scrittura sul capitolo di
bilancio 2131206 perché lì c’è scritto “comune di Saline Joniche”, non esiste
il comune di Saline Joniche, il Comune è di Montebello Jonico, frazione di
Saline Joniche, quindi va sostanzialmente sistemato sulla parte tabella B della
spesa.
Il 2250 si riferisce sempre allo
stesso argomento, l’oasi di protezione della fauna selvatica dell’area del
Pantano del comune di Saline Joniche. Alla richiesta di un aumento del capitolo
della spesa che era previsto in lire 50 milioni, la proposta è di portare il
capitolo da 50 a 250 milioni o comunque credo che si debba, da questo punto di
vista, dare un segnale, perché 50 milioni non sono sufficienti neppure per fare
la recinzione dell’area. Credo che in questa variazione si possa dare un
segnale in più su questa questione.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per dirle che
sono d’accordo sull’emendamento presentato dall’onorevole Tripodi, perché la
somma che complessivamente potrebbe essere di 150 milioni, già il Consiglio si
era espresso nella fase di bilancio, serve obiettivamente per risanare un’area
e di proporla all’attenzione soprattutto dell’hinterland di Saline,
perché è un’area paludosa dove la fauna migratoria si ferma normalmente nella
fase di migrazione e di transizione. Quindi sono perfettamente favorevole
all’emendamento.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta?
Noi siamo favorevoli, però soltanto a
100 milioni.
A 150… 100 più 50…
Sì, 50 più 100 milioni…
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 2249.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 2250 alla
tabella B, “Stato di previsione della spesa”, a firma Tripodi: “Si propone di
aumentare la spesa prevista al capitolo 2131206 “Spese per la realizzazione di
interventi di bonifica e ripristino dell’habitat naturale dell’oasi di
protezione della fauna selvatica e della flora tipica delle acque salmastre
nell’area Pantano del comune di Saline Joniche” (articolo 4 bis, commi 4, 5 e 6
legge finanziaria 2001) da lire 50 milioni a lire 250 milioni, in termini di
cassa e di competenza, con allocazione della maggiore spesa e vale sul fondo
globale di cui al capitolo 7001201”.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2250.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Presidente, c’è l’emendamento 2267…
E’ stato trasformato in ordine del
giorno perché non può essere presentato come emendamento.
Perché no?
Gli uffici tecnici, e in particolare
il dottore Cirò, dicono che non può essere presentato come emendamento. Quindi,
se lei è d’accordo, lo presentiamo come ordine del giorno.
Presidente, noi facciamo un
emendamento che va in direzione di una legge. L’emendamento 2267 ha la finalità
di far funzionare un importante servizio che è quello dell’Arpacal nella
Regione Calabria.
Visti i ritardi che si continuano ad
accumulare su questo settore e visto il blocco di finanziamenti che sono
successivi a questa non partenza dell’Arpacal, chiediamo che i 2 miliardi
appostati sul bilancio vengano assegnati, per come prevede la legge, come
contributo all’Arpacal.
Parere della Giunta?
Contrario.
(Interruzione)
Ha ragione l’assessore Scopelliti, lo possiamo accogliere come raccomandazione. Di questo ne avevamo già parlato, siamo assolutamente d’accordo.
(Interruzione)
L’Arpacal è obbligatorio farla
lavorare, perché altrimenti una buona parte degli interventi sull’ambiente nel
Programma operativo non si possono realizzare.
A questo punto ritiriamo l’emendamento
sull’Arpacal, presentiamo un ordine del giorno e vi leggo soltanto la parte
conclusiva: “Con il presente ordine del giorno si impegna il Presidente della
Giunta regionale ad adottare con urgenza, entro e non oltre dieci giorni, tutti
gli atti di propria competenza per rimuovere gli ostacoli procedurali che
impediscono all’Arpacal di dispiegare con celerità ed efficacia la propria
azione per la tutela e il controllo dell’ambiente calabrese”.
La parola all’onorevole Pirilli.
Mi pare che due siano le ragioni
ostative: innanzitutto, non può essere ordine del giorno perché siamo alle due
di notte e quindi può essere un ordine della notte; secondo, perché i dieci
giorni, decorrendo dalla notte, devono essere… Vi è una incongruenza in
termini, quindi inviterei a modificare, quantomeno nella formulazione, l’ordine
della notte!
Va beh, viene recepito come ordine del
giorno.
Dichiarazioni di voto sulla legge nel
suo complesso. Poiché nessuno chiede di intervenire, pongo in votazione il
progetto di legge n. 118/7^ nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Si passa al Progetto di legge n.
119/7^, recante: “Variazione al bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001-2003”.
Pongo in votazione l’articolo 1 con le annesse tabelle A e B.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Alla tabella B ci sono due
emendamenti. Il primo a firma Talarico, il 2263, recita: “Alla tabella B è
inserito il capitolo 1004102 il cui stanziamento è incrementato di lire 100
milioni”.
Al maggior onere di lire 100 milioni
si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al
capitolo 7001201 (fondo globale).
L’emendamento fa riferimento ad uno
stanziamento di 100 milioni per l’inaugurazione dell’anno accademico
dell’Università di Cosenza, cui parteciperà anche il ministro Moratti.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2263.
(E’ approvato)
C’è un altro emendamento, il 2239, a firma
Aiello Pietro: “Per le finalità di cui alla legge 29 marzo 1999 n.8, la spesa
prevista al capitolo 434105 del bilancio della Regione per l’esercizio
finanziario 2001 è aumentata di 300 milioni”.
Presidente, si tratta di integrare le
norme inerenti le provvidenze economiche a favore dei soggetti affetti da
particolari patologie. Siccome le rendicontazioni delle Asl superano di circa
300 milioni per l’anno 2000 il fabbisogno, si chiede di integrare il capitolo,
perché poi si tratta di soggetti particolari che devono andare a curarsi fuori
regione.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento protocollo
2239.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
L’onorevole Chiarella chiede
l’inserimento di una mozione. Pongo in votazione la richiesta.
(E’ approvata)
Vuole illustrare la mozione, onorevole
Chiarella?
Sì, non vi leggo la premessa perché è
sotto gli occhi di tutti l’assurdità che sta vivendo il popolo afgano in questi
giorni, dopo aver subito le angherie dei talebani.
La mozione vuole l’adesione
all’appello dell’Alto Commissariato delle Nazioni Uniti per i rifugiati afgani
vittime dell’oppressione politica e militare e impegna la Giunta regionale a
deliberare lo stanziamento di 100 milioni a favore dell’Alto Commissario
dell’Onu per l’acquisto di generi di prima necessità e aiuti sanitari, che
servono ad alleviare le sofferenze di donne, bambini e profughi del popolo
afgano.
Pongo in votazione la mozione testé
illustrata
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Maddalena BASILE, Segretaria f.f.
Legge l’interrogazione presentata alla Presidenza.
(E’ riportata in allegato)
La seduta è tolta.
Congedo
Ha chiesto congedo il consigliere Fava.
(E’ concesso)
E’ stato presentato alla Presidenza il seguente
progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria” - (delibera n. 758 del 5.9.2001) (P.L. n. 156/7^)
E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.
(Così resta stabilito)
Sono stati presentati alla Presidenza i seguenti
progetti di legge di iniziativa dei consiglieri:
Chiarella – “Contributo una tantum per l’ottavo
centenario della morte di Gioacchino Da Fiore” (P.L. n. 154/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Pilieci, Nucera – “Contributo annuale all’Associazione “Misericordia di Isola Capo Rizzuto” operante nel settore del volontariato sociale ai sensi della legge regionale 19 aprile 1995, n. 18” (P.L. n. 155/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi M. – “Riconoscimento e sostegno
dell’Associazione culturale “Centro Studi Polistenesi” (P.L. n. 157/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi M. - “Riconoscimento e sostegno
dell’Associazione culturale “Sirio-Onlus” (P.L. n. 158/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Riconoscimento e sostegno
dell’attività dell’Associazione “Nuova evangelizzazione” Onlus di Locri
contrada Lucifero (RC)” (P.L. n. 159/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Riconoscimento e sostegno
dell’attività dell’Associazione volontari Italiani Onlus “Europa Unita” -
Galati di Brancaleone (RC)” (P.L. n. 160/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Riconoscimento e sostegno
dell’attività dell’Associazione “Crescere Tre Soc. Coop. Sociale a r.l.” -
Caulonia” (P.L. n. 161/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Riconoscimento e sostegno
dell’attività dell’Associazione “Rangers d’Italia” - Locri (RC)” (P.L. n.
162/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Riconoscimento e sostegno
dell’attività della Associazione “Confraternita Santa Maria del Rosario” Onlus
- Benestare (RC)” (P.L. n. 163/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Fortugno – “Disposizioni urgenti per il
contenimento della spesa e per la disciplina dell’attività di verifica e
controllo in materia sanitaria e sociale nella Regione Calabria” (P.L. n.
164/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali.
(Così resta stabilito)
Morrone - “Riconoscimento dell’Associazione
culturale “La Balestra Onlus” (P.L. n. 165/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Morrone – “Riconoscimento dell’Associazione
culturale “Beta Professional Onlus” (P.L. n. 166/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali
- ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Aiello P. –
“Riconoscimento dell’attività dell’Associazione culturale “Gio.c.a.s.a.” (P.L. n. 167/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Aiello P. – ““Riconoscimento dell’Associazione
“Orientamento e Formazione” (P.L. n. 168/ 7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Senatore, Fuda, Vescio, Pisano, Aiello V., Aiello
P., Tesoriere - “Interventi a sostegno della pesca e dell’acquacoltura” (P.L.
n. 169/7^)
E’ assegnato alla quarta Commissione – Tutela
dell’Ambiente – ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi P. – “ “Riconoscimento e sostegno
dell’Associazione culturale “Il lume” (P.L. n. 170/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi P. - “Riconoscimento e sostegno
dell’Associazione culturale “Don Milani” (P.L. n. 171/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi P. - “Riconoscimento e sostegno alla
Cooperativa sociale “Selene” (P.L. n. 172/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Tripodi P. - “Riconoscimento e sostegno
dell’Associazione culturale “Il Mecenate” (P.L. n. 173/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Morrone – “Riconoscimento dell’Associazione culturale
“Legalità Democratica Onlus” (P.L. n. 174/7^)
E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi
sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così resta stabilito)
Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“D.L. 180/98 e successive modificazioni ed integrazioni.
Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Pai)” - (delibera n. 900 del
31.10.2001) (P.P.A. n. 143/7^)
E’ assegnato alla quarta Commissione – Tutela dell’Ambiente.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 951 del 31.10.2001,
recante: “Approvazione definitiva piano diritto allo studio anno 2001 art. 22 -
legge regionale n. 27/85” (Parere N. 26)
E’ assegnata alla terza Commissione - Servizi sociali.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 965 del 13.11.2001,
recante: “Legge regionale n. 17 del 26.8.1992 ad oggetto: “Interventi a sostegno
degli Aeroclub calabresi. Riparto della somma di lire 50.000.000 sul capitolo
3314101 del bilancio regionale 2001” (Parere N. 27)
E’ assegnata alla terza Commissione - Servizi sociali.
(Così resta stabilito)
Designazione di consiglieri nelle Commissioni permanenti
Si comunica che i rappresentati del Gruppo Cdu in
seno alle Commissioni consiliari permanenti ed alla Giunta per il Regolamento
sono come appresso assegnati:
1^ Commissione On.
Francesco Pilieci
2^ Commissione On.
Giovanni Nucera
3^ Commissione On.
Giovanni Nucera
4^ Commissione On.
Francesco Pilieci
Giunta per il Regolamento On. Francesco Pilieci
Stralcio dall’ordine del giorno di proposte di provvedimento amministrativo
Si comunica che a seguito dell’abrogazione
dell’art. 130 della Costituzione, le proposte di provvedimento amministrativo
nn. 60/7^, 112/7^, 113/7^, 117/7^, 132/7^ sono stralciate dall’ordine del
giorno generale.
La seconda Commissione consiliare, con nota n.
506 del 15.11.2001, ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di
variazione al bilancio di previsione 2001, adottate dalla Giunta regionale:
Deliberazione Giunta regionale n. 850 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 851 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 852 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 853 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 854 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 855 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 856 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 857 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 858 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 859 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 860 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 861 del 16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 862 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 863 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 864 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 865 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 866 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 867 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 868 del
16.10.2001
Deliberazione Giunta regionale n. 869 del
16.10.2001
Tripodi M. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
a seguito dell’approvazione dell’atto aziendale
dell’Asl 10 di Palmi (giugno 2001), il 22 Agosto 2001, (prima ancora che la
Regione esaminasse il predetto atto e che lo stesso pertanto fosse reso esecutivo)
il Direttore Generale nominava i Dirigenti per la copertura degli incarichi
previsti dallo stesso atto;
per quanto concerne i Distretti, il Direttore
Generale procedeva alla nomina dei Dirigenti senza tenere conto, per 2 dei 3
nominativi proposti, del possesso dei requisiti previsti;
i Dirigenti Medici Dr. Michele Mammola e Dr.
Andrea Riso che reggevano, con incarico provvisorio, da circa 4 anni, i
Distretti di Taurianova e di Palmi, proponevano ricorso al Giudice del Lavoro
del Tribunale di Palmi nei confronti della delibera del Direttore Generale;
il Giudice del Tribunale di Palmi, con le
ordinanze R.G. 30/01 e 31/01, disponeva: a) che gli stessi Dr. Mammola e Dr.
Riso rimanessero nel posto ricoperto per la sola gestione ordinaria e fino alla
copertura del posto; b) che l’Asl 10 avviasse la procedura prevista dalla norma
per l’attribuzione degli incarichi di Direttore di Distretto;
l’Asl, con delibere 1717 e 1718, nel mentre
affermava di prendere atto delle predette ordinanze riproponeva, con incarico
provvisorio, le nomine degli stessi Dirigenti precedentemente nominati
arbitrariamente;
nelle sedute del 18 e 19 ottobre, il Collegio dei
Revisori della stessa Asl, si pronunciava sulle predette deliberazioni
affermando che, con riferimento alla delibera di Giunta regionale n. 738 del
22.8.2001, l’atto aziendale non è esecutivo e che le delibere 1433 e 1437 sono
illegittime e vanno annullate -:
se sono a conoscenza degli atti illegittimi
emanati dall’attuale Direttore Generale dell’Asl 10;
se non ritengano che un tale comportamento non
determini un grave pregiudizio all’intera Asl 10;
se non ritengano urgente intervenire con
decisione per far cessare scelte e comportamenti gravemente lesivi che
colpiscono i diritti degli operatori sanitari dell’Asl;
se non ritengano a questo punto necessario
procedere ad una verifica sulla gestione dell’Asl 10 che sta provocando guasti
pesanti alla sanità pubblica della piana di Gioia Tauro;
quali provvedimenti intendono assumere per
ripristinare la legalità e la democrazia nell’Asl 10.
(178; 16.11.2001)
Pilieci. All’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
il sottoscritto é venuto a conoscenza di anomalie procedurali da parte del Direttore Generale Asl. n. 1 di Paola, con riferimento a:
1) legge regionale n. 9 del 10/05/84;
2) decreto legislativo nn. 502/92 e 517/94 e
succ. mod. e integr.;
3) decreto legislativo n. 29 del 03/02/93,
integrato e modificato da:
• legge n. 59 del 15/03/97
• legge n. 127 del 15/05/97
• decreto legislativo n. 396 del 04/11/97
• decreto legislativo n. 80 del 31/03/98
4) contratto della Dirigenza Medica, di cui al
provvedimento del Consiglio dei ministri del 12/09/96;
5) legge finanziaria n. 449/97;
6) contratto collettivo nazionale del lavoro del
comparto della sanità 1998 - 2001 (GU. n. 77 del 19/04/99);
7) contratto collettivo della Dirigenza Medica
quadriennio 1998 - 2001 (G.U. n. 117 del 22/07/00);
8) decreto legislativo n. 229 del 19/07/99;
9) verbale rilievi mossi dalla Regione Calabria
all’As. n. 1 di Paola (anni 1999 e 2000);
10) linee guida regionali (Del. Di G.R. n. 122
del 20/02/01) -:
se risponde al vero che con apposite
comunicazioni ufficiali ha disposto che i turni di servizio, di reperibilità e
le ferie del personale di alcune UU.00. debbano essere concordate direttamente
con lui, ed ha disposto altresì la revoca dei congedi già autorizzati dal
Direttore Medico di Presidio senza che siano avvenuti disservizi organizzativi
o fatti comunque rilevanti;
se in assenza di una preventiva negoziazione del
budget fra Direzione Aziendale e Direzione delle singole UU.00., assegna (in
maniera nominativa e non soltanto numerica) o trasferisce personale
infermieristico e personale ausiliario socio - sanitario alle stesse UU.00., in
maniera indiscriminata e arbitraria, contro e senza tenere presente il parere
del Direttore Medico di Presidio preposto, per legge, alla organizzazione dei
servizi ospedalieri, e, al di fuori di ogni criterio obiettivo che possa
rendere più trasparente la mobilità del personale, violando quanto previsto dal
comma 1, art. 6 del D.Lgs n. 29/93 e le norme dell’accordo contrattuale e
relativa contrattazione decentrata con le 00.SS. per rendere più funzionale ed
equa la distribuzione del contingente numerico delle unità lavorative
parasanitarie fra i diversi servizi, reparti e divisioni dell’Ospedale;
se retribuisce, con quote a parte per ogni
singolo prelievo ematologico e relativa indennità chilometrica, infermieri
professionali che si recano, con proprio mezzo, negli studi privati dei medici di
base per effettuare prelievi di sangue non urgenti e spesso non necessari, che
fanno lievitare la spesa sanitaria per i motivi che ben possono comprendersi;
se adibisce altri infermieri professionali a
trascrittori di registri ambulanti, riscossione e trascrizione ticket, con
modalità di pagamento a parte per ogni paziente e con indennità di missioni;
se incentiva con apposita quota, i medici di base
che mettono a disposizione il proprio studio privato per consentire
l’effettuazione di tali prelievi, distorcendo, inevitabilmente e
conseguentemente, il principio del contenimento della spesa a causa di analisi
molto spesso improprie;
se disattende, per tutto ciò che riguarda i
prelievi ematologici negli studi privati dei medici di base, le prescrizioni
fornite dallo stesso Assessorato regionale alla Sanità con raccomandata del
14/05/01, prot. n. 10082, a firma del dott. Aldo Lagonia, dirigente del Settore
Medicina specialistica esterna;
se retribuisce con una procedura del tutto anomala, non contemplata da chiara normativa e con l’incentivo del 75 per cento dell’importo della prestazione, indistintamente tutti i sanitari ospedalieri che effettuano prestazioni ambulatoriali ed al di fuori dell’orario di servizio finalizzate ad abbattere le liste d’attesa, violando l’art. 16, comma 1 del vigente contratto di lavoro ove è previsto che “i volumi prestazionali ed i relativi tempi d’attesa vengono definiti con le procedure dell’art. 65, comma 6 del C.C.N.L. 5 Dicembre 1996 con l’assegnazione degli obiettivi annuali, stabilendone la previsione oraria”. L’impegno di servizio necessario in eccedenza all’orario dovuto è negoziato con le procedure di cui al suddetto articolo (obiettivi assegnati con l’indicazione degli incentivi economici);
se ha stabilito che le prestazioni ambulatoriali
devono essere svolte tutte al di fuori dell’orario di servizio, con
retribuzione a parte, come sopra evidenziato, non tenendo conto che l’orario di
servizio dei Dirigenti Medici, nonché l’attività ospedaliera tutta, sono,
istituzionalmente comprensivi, oltre che delle prestazioni in favore dei
ricoverati, anche per i pazienti in day hospital ed ambulatoriali
esterni; il tutto senza aver mai verificato i reali carichi di lavoro delle singole
UU.00. ed il rapporto fra costi e ricavi delle stesse che, in gran parte di
esse, risulta sbilanciato negativamente ed in perdita anche a causa di una
maggiore spesa per il personale;
se si sostituisce al Direttore Medico di Presidio
ospedaliero nella gestione delle risorse umane, considerato che tale figura
professionale è istituzionalmente preposta, oltre che all’igiene e alla tecnica
ospedaliera, anche all’organizzazione dei servizi ospedalieri in virtù del
fatto che, per accedere a tale incarico deve aver conseguito specifica idoneità
nazionale in “igiene, tecnica ed organizzazione dei servizi ospedalieri” e
considerato, altresì, che l’art. 27 del vigente contratto di lavoro prevede al
comma 1, punto a), che “il Direttore di Presidio ospedaliero ha un incarico di
direzione di struttura complessa” che il comma 3 del suddetto articolo prevede
che “per struttura si intende l’articolazione interna dell’azienda alla quale è
attribuita la responsabilità di gestione di risorse umane...” ed, infine, che al
comma 12 sta scritto chiaramente che “nell’attribuzione degli incarichi
dirigenziali di struttura complessa dovrà essere data piena attuazione al
principio della separazione fra i poteri di indirizzo e di controllo ed i
poteri di gestione ai sensi dell’art. 3 del D.Lgs. n. 29/1993;
se ha provveduto all’acquisto e alla destinazione
di attrezzature sanitarie senza aver sentito il parere del Direttore Medico di
Presidio ed, in particolare, acquisito il verbale del Consiglio dei Sanitari e
del Collegio di Direzione che, così come previsto dal Decreto Bindi e dai suoi
precedenti legislativi esprimono parere obbligatorio sull’acquisto e
l’utilizzazione delle attrezzature;
se si muove in violazione dello stesso principio
di legge di cui sopra in sede di programmazione degli interventi sanitari, di
determinazione del fabbisogno di personale di sua utilizzazione, di
riorganizzazione interna
se ha assunto personale a tempo indeterminato, ed
anche temporaneo, senza la predisposizione del piano triennale per le assunzioni
previsto obbligatoriamente dalla legge n. 449/47 art. 39, legge finanziaria
1998, richiamato anche dall’art. 5 del D. Lgs. n. 80/98; se ha fatto bandire e
svolgere concorsi senza una sicura prospettiva di assunzione, visto che i fondi
necessari per il personale pare siano stati quasi tutti assorbiti, almeno per
l’anno in corso, per il personale già assunto per mobilità;
se ha nominato responsabili di Strutture
sanitarie e non, senza aver adottato preventivamente la prescritta graduazione delle
funzioni dirigenziali, indispensabile ai fini del conferimento dell’incarico e
nel rispetto pieno di quanto previsto dalla Legge Bindi (229/99) in cui sono
previsti i requisiti per accedere ai posti di Direttore di Dipartimento e di
Distretto;
se provvede a far consegnare a domicilio dei
pazienti incontinenti, dei pannoloni, ricorrendo addirittura al pagamento di
terzi per tale servizio e facendo lievitare ancora di più la spesa dell’As.;
se risponde al vero
- che non sia stata ancora disposta ed effettuata
la contabilità analitica per centri di costo e centri di responsabilità che
rappresenta l’unica trasparente gestione aziendale, voluta dalla legge, allo
scopo di realizzare, per ogni UU.00., un bilancio in pareggio fra spese e
ricavi, presupposto indispensabile per la negoziazione del budget, la
definizione degli obiettivi e la retribuzione di risultato, ovvero il c.d.
sistema premiante, previsto dalla vigente contrattazione per la Dirigenza che
si richiama all’art. 65, comma 1 del precedente contratto ove è
precisato che “la retribuzione di risultato è strettamente correlata alla
realizzazione dei programmi”;
- che non sia stata effettuata una indispensabile
ricognizione delle risorse umane e strumentali sparse nel territorio e nei
Presidi della As., in rapporto ai reali carichi di lavoro ed ad una analisi più
reale della domanda, al fine di realizzare un migliore utilizzo del personale
nelle strutture, nel rispetto delle posizioni funzionali di appartenenza, ed un
maggiore controllo degli sprechi;
- che non sono state ancora adottate le linee
guida già diramate dalla Regione Calabria, non è stato ancora realizzato
l’accorpamento funzionale dei presìdi ospedalieri, non siano stati definiti né
protocollati terapeuti, né protocollati diagnostici, atti a conseguire un
necessario contenimento alla spesa farmaceutica, di laboratorio e per esami
strumentali spesso inutili e dannosi; anzi, tale spesa pare sia stata
incrementata da un ricorso improprio (non previsto da alcuna specifica
normativa di legge, addirittura sembrerebbe contro legge, per alcuni aspetti
igienici) ai prelievi effettuati sul territorio, negli studi dei medici di
base, a cittadini anche non bisognosi di specifiche analisi;
- che il personale infermieristico viene
assegnato dal Direttore Generale, oltre che impropriamente ed arbitrariamente,
anche in misura non equa fra le diverse UU.00. e senza tener conto dei relativi
carichi di lavoro in rapporto ai posti letto ed alle prestazioni effettuate;
- che l’impegno orario per l’abbattimento delle
liste d’attesa, così come previsto dall’art. 65 del contratto 5/12/96, ancora
in vigore per effetto dell’art. 15 del nuovo contratto, non viene
esclusivamente negoziato, a livello di budget, secondo quanto previsto da tutta
la letteratura sanitaria moderna e dalla normativa contrattuale e di legge
varata dal 1992 a tutt’oggi e perché prestazioni ambulatoriali non vengono
svolte anche parzialmente nell’orario di servizio ordinario, considerato che
l’orario di servizio e di lavoro dei Dirigenti ospedalieri comprende,
istituzionalmente, sia l’attività in favore dei ricoverati, sia quella per il day
hospital e il surgery, sia quella ambulatoriale esterna, soprattutto
se si tiene presente che i carichi di lavoro, per gran parte delle UU.OO.
dell’As. n. 1 non sono tali da assorbire l’intero orario di servizio di 38 ore
settimanali per ogni sanitario che risulta, di fatto, più che sufficiente anche
per soddisfare gran parte delle prestazioni esterne;
- se per quanto sopra detto, è stata mai
effettuata la verifica trimestrale di cui al comma 3 dell’art. 16 del vigente
contratto dei Dirigenti e di cui al comma 7 dell’art. 65 del precedente
contratto;
- che le scelte relative all’organizzazione dei
presidi ospedalieri vengono effettuate direttamente dal Direttore Generale,
prevaricando le funzioni che la legge assegna al direttore Medico ospedaliero,
contravvenendo così, a quanto previsto dal comma 3 e dal comma 6 del D.Lgs. n.
229 del 16/07/99 che rispettivamente e specificatamente prevedono “l’attività
dei Dirigenti Sanitari è caratterizzata, nello svolgimento delle proprie
mansioni e funzioni, dall’autonomia tecnico - professionale i cui ambiti di
esercizio sono progressivamente ampliati” e “ai Dirigenti con incarico di
Direzione di struttura complessa sono attribuite, oltre a quelle derivanti
dalle specifiche competenze professionali, funzioni di direzione ed
organizzazione della struttura, anche mediante direttive a tutto il personale
operante nella stessa e l’adozione delle relative decisioni necessarie per il
corretto espletamento del servizio. Il Dirigente è responsabile dell’efficace
ed efficiente gestione delle risorse attribuite ed i risultati della gestione
sono sottoposti a verifica annuale tramite il nucleo di valutazione”;
- che è stato sospeso un concorso già in atto per
20 posti di infermiere, la cui data di espletamento era stata fissata per il 4
gennaio scorso, bandendo un nuovo concorso per 80 posti di infermiere, quando
in caso di necessità la graduatoria da 20 fino ad 80 posti poteva essere
utilizzata per scorrimento, entro i 18 mesi previsti dalla legge, procurando
all’As. un ritardo nelle assunzioni di ruolo di oltre 7 mesi e consentendo, in
gran parte, l’occupazione di diversi posti, attraverso la mobilità di
infermieri già occupati, provenienti da altre Asl, pregiudicando le aspettative
di tanti giovani disoccupati costretti ad aspettare e, forse, a non avere più
il posto in loco perché occupato da altri venuti da fuori.
(179; 20.11.2001)
Pirillo. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
a) con deliberazione n. 274/01 e n.
276/01, il direttore generale dell’Azienda sanitaria n. 1 di Paola
procedeva alla nomina del direttore amministrativo della As., incaricando il
dr. Marco Aloise proveniente da ente privato non sanitario;
b) per la suddetta nomina è indispensabile aver maturato un periodo di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa in enti sanitari o strutture sanitarie di enti pubblici;
c) per un caso analogo, il direttore generale
dell’As. n. 6 di Lamezia Terme - in sede di autotutela, revocava
l’incarico al direttore amministrativo precedentemente nominato;
d) il giudice del lavoro di Lamezia Terme, con
sentenza n. 328 depositata il 30/10/01, confermava, quale requisito indispensabile
per la nomina a direttore amministrativo, “…la provenienza sanitaria e la
irrilevanza di esperienze lavorative effettuate in enti di diversa specie” -:
1. se è vero che il direttore amministrativo
dell’As. N. 1 di Paola - dr. Marco Aloise - non ha i requisiti ed i titoli
necessari per rivestire tale incarico, in quanto proveniente da ente privato
non sanitario;
2. se il Collegio dei revisori dei conti,
nell’espletamento delle proprie funzioni, ha rilevato l’illegittimità della
nomina;
3. se il Presidente della Giunta regionale e l’assessore alla sanità, a seguito del pronunciamento del giudice del lavoro del Tribunale di Lamezia Terme non ritengono, per analogia del caso, fare chiarezza rispetto alla suddetta presunta illegittimità;
4. qualora tutto questo risultasse vero, se non
si ritiene giusto ed impellente ripristinare la legalità facendo rimuovere il
direttore amministrativo e conseguentemente il direttore generale per aver
disatteso precise norme di legge.
(180; 20.11.2001)
Tommasi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
disappunto ed allarme risulta esserci tra la
popolazione residente nel territorio dell’Asl 10 di Palmi e quindi, su quello
ricadente nell’area geografica della comunità montana Versante Tirrenico
Meridionale di Delianuova, per le prospettive della sanità pubblica in genere
in quel territorio, e con particolare riguardo, per le precarie condizioni del
presidio ospedaliero di Oppido Mamertina;
anche in quella parte della regione, essendo
consapevoli della necessità di produrre ogni sforzo per razionalizzare la spesa
sanitaria, gravata da sprechi diffusi su tutto il territorio della regione e
dell’indispensabile rilancio dei servizi sanitari calabresi, e per quanto
riguarda la qualità delle prestazioni erogate, e per quanto riguarda
l’efficienza del sistema salute relativamente alla prevenzione ed alla cura
della salute dei cittadini, ammalati, specialmente quelli appartenenti alle
fasce più deboli, cioè lungo degenti cronici ed anziani, spesso senza un
adeguato sostegno sociale e familiare, si attende una programmazione dei
servizi sanitari tracciata su indirizzi ed impegni certi e definitivi;
nella discussione sul riordino di tutto il
sistema sanitario calabrese, il governo regionale dovrà necessariamente
occuparsi del grave stato di disagio e d’abbandono che nonostante gli sforzi
del personale medico e paramedico vivono i cittadini dei territori delle aree
interne, disagio già altre volte segnalato da questo scrivente gruppo consiliare;
come accennato, disagio ed abbandono diffusi sono
patiti costantemente nel comprensorio, a causa delle condizioni in cui versa la
struttura ospedaliera e gli edifici del poliambulatorio nel comune di Oppido
Mamertina, così come già segnalato dal Movimento politico Arcobaleno, lista
civica locale ampiamente rappresentata in seno al Consiglio comunale di Oppido,
alla Presidenza del Consiglio regionale;
riteniamo giusto, opportuno e doveroso porre
all’attenzione dell’assessore competente, e di tutto il governo regionale,
richiedendo per la vicenda l’impegno diretto dell’onorevole Presidente della
Giunta, sottolineando che la situazione del Presidio Ospedaliero di Oppido
Mamertina e del personale sanitario che vi opera, oltre ad essere segnale di
cattiva organizzazione e mancata razionalizzazione delle risorse pubbliche è
emblema di come, nonostante i manager, continuino drammaticamente i disagi per
i pazienti calabresi e per i lavoratori del comparto sanitario, a fronte di un
continuo crescere del deficit di bilancio;
considerato che a fronte di impieghi finanziari
notevoli, e dello Stato centrale e del governo regionale, per l’edilizia
sanitaria in Oppido Mamertina, nel corso degli anni gli utenti hanno assistito ad
un graduale e continuo depauperamento dei servizi prestati presso il Presidio
Ospedaliero di Oppido;
mentre da un lato si continuava a pensare
all’eventuale ultimazione dei lavori d’ampliamento per creare in Oppido le
condizioni per l’apertura d’una megastruttura ospedaliera, lavori iniziati
negli anni ‘70 e mai finiti, dall’altro molti importanti ed esclusivi servizi
venivano soppressi;
più volte all’Ospedale di Oppido Mamertina si è
assistito all’assurda chiusura, anche temporanea. giustificata spesso solo
dalla carenza di personale ausiliario, di divisioni di primaria importanza
indispensabili per consentire un servizio, pur minimo, ma efficiente e completo
per la collettività, nel sostanziale silenzio di tutte le autorità competenti;
la situazione per la quale s’interroga ha
contribuito notevolmente a disperdere il patrimonio di professionalità e
competenza del personale medico che, a seguito della soppressione dei servizi e
delle divisioni viene impiegato in altri presidi dell’Asl 10, svolgendo mansioni
diverse e per nulla consone alle specializzazioni ed alle esperienze di lavoro;
le precarie condizioni in cui versa la struttura
reca seri problemi all’indispensabile Pronto Soccorso dell’ospedale,
l’organizzazione del quale è stata seriamente compromessa dall’esodo del
personale medico trasferito in altre sedi;
è inefficiente e problematica la nuova
organizzazione del servizio del 118;
è intollerabile constatare che tutta la struttura
attualmente utilizzata è divenuta un cantiere aperto per i lavori che avrebbero
dovuto adeguarla alla normativa prevista dal famoso art 20 e che questi lavori
sembrano avere durata infinita;
è assurdo perseverare su linee gestionali poco
chiare, che palesano l’assenza di ogni minima programmazione nelle scelte e nei
risultati che non fa altro che produrre l’avvilimento di chi lavora, salvo
favorire qualche facile carriera di questo o quel primario procurando gravi
disagi all’utenza, pericoli per la salute dei cittadini e rassegnazione tra i
pazienti più bisognosi;
i cittadini di Oppido Mamertina e di tutto il suo circondario, a differenza delle istituzioni preposte, non intendono abbandonarsi alla diffusa sensazione che diffusamente si respira tra i dirigenti “sembrano aver solo volontà d’aspettare che quel presidio sanitario si chiuda da sé, per esaurimento e svilimento di tutte le energie che, contro ogni evidenzia, tentano nel pieno rispetto dei cittadini utenti, della tutela della loro salute e della dignità professionale di ogni operatore, di favorire, nonostante tutto un futuro efficiente per i servizi sanitari su quel territorio;
sarebbe opportuno potenziare e far funzionare
sinergicamente con l’Ospedale il già presente poliambulatorio
multispecialistico, non adeguatamente considerato e valutato dalle competenti
autorità e dai dirigenti, sanitari e non;
è indispensabile sostenere il meritorio servizio
fornito dall’efficiente laboratorio d’analisi, e dagli importanti servizi di
diagnostica;
in Oppido Mamertina esiste un consultorio
familiare, purtroppo ancora in cerca di un’adeguata collocazione logistica, il
quale insieme al servizio di psichiatria va attentamente rivalutato e ripensato
all’interno di un progetto globale di sanità qualitativamente avanzato;
infine è indispensabile scegliere affinché alcuni
dei servizi erogati divengano di alta specializzazione per poter essere
offerti, oltre che ai pazienti del territorio aspromontano, alla provincia di
Reggio Calabria ed a tutta la regione Calabria;
è necessario dare certezza d’efficiente
assistenza medico-sanitaria agli oltre 30.000 abitanti che, direttamente e
giornalmente, sono potenziali fruitori della sanità pubblica di Oppido
Mamertina ed a tutti coloro i quali, riscontrando qualità, competenza e
strutture adeguate, sceglierebbero Oppido piuttosto che l’esodo verso altre
regioni e/o paesi stranieri;
è utile rafforzare alcuni servizi sanitari,
specialmente per i lungo degenti, nei luoghi facilmente accessibili sia dalla
costa sia dall’interno, ma sicuramente lontani dagli inconvenienti arrecati
dall’organizzazione metropolitana, e che tutto ciò è in sintonia con la cultura
dei nostri tempi, se si pensa agli sforzi che da più parti si producono per
rivalutare i centri interni con lo scopo di consentire una crescita equilibrata
di strutture e servizi, nell’intento d’offrire alle popolazioni efficienza e
qualità degne di paesi moderni con standard di civiltà e cultura elevati;
non è più rinviabile porre fine ad anni di
sprechi ed incompetenze, di programmazioni affrettate ed inadeguate, pena lo
sfascio definitivo della sanità pubblica calabrese e dell’assoluta
impossibilità, tenuto conto del tessuto socio economico della regione, di un
possibile sviluppo serio ed efficiente della sanità privata;
si sollecita d’intraprendere iniziative idonee
alla soluzione della situazione rappresentata -:
i tempi necessari e certi per le azioni che si
vorranno attivare;
i tempi entro i quali verrà assicurata la
chiusura definitiva dei cantieri aperti presso l’Ospedale di Oppido Mamertina;
l’utilizzo che nel presente e nel futuro si
propone e s’intende attuare per rendere efficienti e funzionali i servizi
sanitari in Oppido Mamertina, al fine di soddisfare l’utenza del circondario e
di tutta la Calabria che ad essi può e vuole rivolgersi, tenendo conto con la
dovuta diligenza di tutti i miliardi spesi, specialmente per l’ampliamento del
Presidio Ospedaliero, e per la dotazione dello stesso d’impianti e
d’attrezzature tecnologicamente avanzati;
infine se pensa di voler eventualmente
coinvolgere nelle eventuali scelte che dovranno essere intraprese, oltre agli
amministratori locali, come già avviene, gli operatori del settore sanitario e
le cittadinanze dei comuni dell’area interessata al potenziamento delle
strutture e dei servizi sanitari in oggetto.
(181; 20.11.2001)
Amendola. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore alla sanità. Per sapere se è vero che:
l’Azienda sanitaria locale n. 6 di Lamezia Terme,
che ha in corso di realizzazione una Rsa per anziani nel Comune di San Mango
d’Aquino, nell’effettuare la liquidazione della indennità di esproprio dei
terreni su cui è sorta la Rsa, ha omesso il pagamento dell’esproprio di una
particella di mq 2500 di terreno edificabile con inganno e ricatto nei
confronti del proprietario (come riportato dai “il Quotidiano” del 6.7.2001);
il fabbricato dopo essere stato ufficialmente
inaugurato (sono state portate nei locali gli anziani di San Mango d’Aquino
alla presenza del Vescovo di Lamezia Terme) ha subìto, durante l’inverno
scorso, notevoli infiltrazioni di acqua piovana provenienti dalla copertura a
tetto piano con soprastante giardino pensile e dalle fondazioni, in quantità
tali da rendere il fabbricato praticamente inagibile;
lo stabile pur trovandosi in condizioni di
inagibilità è stato completamente arredato ed allo stato la gran parte degli
stessi arredi è da sostituire perché gravemente danneggiata dalle infiltrazioni
di acqua piovana;
la stessa Asl n. 6, invece di provvedere,
attraverso i propri uffici ad individuare le cause e le responsabilità della
esecuzione precaria delle opere, ha in questi giorni provveduto a deliberare un
ulteriore finanziamento di circa un miliardo di lire al fine di consentire il
rifacimento della copertura dell’edificio con diversa tipologia edilizia. Con
ciò rinunciando alla garanzia decennale che la normativa prevede per le opere
edili per difetto di costruzione. Le opere necessarie per il ripristino della
funzionalità dell’attuale copertura devono essere totalmente a carico
dell’impresa che ha eseguito i lavori o dei progettisti (ove la carenza sia
progettuale), senza aggravio di spese per la collettività;
è stata stipulata convenzione tra l’Asl n. 6 ed
il Comune di San Mango d’Aquino con la quale viene affidato a quest’ultimo il
compito per la gestione della suddetta Rsa. Ove ciò sia vero, quali verifiche
sono state eseguite per accertare la capacità di detto Comune ad assolvere alla
gestione della struttura socio-sanitaria.
(182; 21.11.2001)
Tripodi M.. Al Presidente della Giunta
regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
per la prima volta in trent’anni, l’Assessorato
al Personale ha attivato le procedure inerenti il concorso interno a 63 posti
per dirigenti;
il bando del concorso a firma del direttore
generale e dell’assessore al Personale, pubblicato sul BURC dell’1/06/2001 non
indica assolutamente i requisiti certi e normativi di ammissione;
lo stesso bando non fa cenno assolutamente ai
criteri di valutazione dei titoli;
prevede arbitrariamente e genericamente un
punteggio massimo per colloquio e per titoli che sarà assegnato dalla
Commissione esaminatrice;
consente l’ammissione al concorso con riserva per
tutti i dipendenti della Regione Calabria, anche quelli a tempo indeterminato
(!), per i quali la posizione giuridica funzionale è oggetto di revisione, ma
che siano in possesso dei requisiti generali;
sul BURC del 2 Novembre scorso è stato pubblicato
l’elenco dei dipendenti ammessi e di quelli ammessi con riserva per un totale
di 441 unità da fornire alla commissione esaminatrice;
il Dirigente del Settore Giuridico su delega del
dirigente generale, nell’approvare l’elenco degli ammessi o ammessi con riserva
ha decretato inoltre che: “per l’urgenza di definire il procedimento
concorsuale entro il 31 Dicembre c.a., si è proceduto ad alcune ammissioni con
riserva, che potrà essere sciolta successivamente”;
gli ammessi con riserva risultano essere 208;
tra gli ammessi senza riserva risultano
dipendenti di 6° livello ed altri che vantano il possesso di un livello
superiore, rispetto a quello realmente posseduto;
sussistono, pertanto, di fronte a tanta
confusione amministrativa, gravi perplessità e forti preoccupazioni per le
palesi violazioni di norme e regole che vanificano qualsiasi principio di
certezza giuridica e di democrazia, e, per tutti gli elementi di assoluta incertezza,
genericità, arbitrio, eccesso di potere, incompetenza, contenuti nel bando del
concorso e per i quali potrebbero scaturire pesantissimi danni giudiziari nei
confronti dell’amministrazione regionale -:
1. quali iniziative intendono adottare le SS.LL.,
ciascuno rispettivamente nell’ambito del ruolo istituzionale rivestito, con
l’urgenza che il caso richiede per ridare certezze giuridiche e trasparenza al
concorso e per accertare i reali presupposti di ammissione al concorso;
2. quali atti si intendono assumere per eliminare
l’oscura e confusa interpretazione del bando e chiarire le dubbie valutazioni
sulla base della normativa di legge (decreto legislativo 29/93 e successive
modifiche ed integrazioni, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21/04/1994
n. 439 “Regolamento relativo all’accesso alla qualifica di dirigente” art. 19
comma 3).
(183; 27.11.2001)
Tommasi. Al Presidente della Giunta regionale
e all’assessore alle Opere aeroportuali. Per sapere – premesso che:
da notizie diffuse dalla stampa nazionale
l’undici ottobre u.s. e, precisamente l’articolo pubblicato dal quotidiano “la
Repubblica” dal titolo “La lunga disfida di Caselle modello a forza di giudici”
a firma Leonardo Coen, emerge un quadro allarmante per la sicurezza e
l’incolumità dei passeggeri utenti dell’aeroporto di Lametia Terme, sia per
quanto riguarda il rispetto delle norme di sicurezza, sia per quanto riguarda
la situazione di caos organizzativo e legislativo frutto dell’importata e tanto
declamata deregulation;
la stessa fonte riferisce non solo la preoccupazione delle forze sindacali (dei dirigenti nazionali dell’U.g.L trasporto aereo) per i pericoli ai passeggeri dovuti alle maglie troppo larghe dei sistemi di sicurezza per il controllo del volo e per la prevenzione di atti terroristici, ma palesa anche il disagio per le condizioni di lavoro degli addetti allo scalo lametino costretti a standard di sicurezza inferiori a quelli media nazionale;
quello scalo aeroportuale svolge un importante ruolo
per il trasporto di persone e merci per tutto il territorio regionale;
il delicato momento politico internazionale che,
a causa dell’efferato attacco terroristico alle Torri Gemelle, alimenta
tensioni e panico tra i cittadini i quali a ragione pretendono sempre più
garanzie per la sicurezza dei voli;
anche l’aeroporto di Lametia ha necessità di
potenziamento per la crescita e lo sviluppo economico dell’intera regione, data
soprattutto la centralità geografica dello scalo;
è estremamente importante l’aumento del trasporto
aereo, da e per Lametia Terme in specie, ed in genere tutto il traffico aereo
regionale, favorendo, innanzitutto, l’incremento delle presenze turistiche per
consentire, finalmente agli operatori del settore di trarre i giusti vantaggi dallo
straordinario patrimonio naturalistico-ambientale e
storico-artistico-archeologico regionale -:
se e come il governo regionale ha ritenuto
opportuno intervenire in merito alla vicenda;
se sono state adeguatamente sollecitate le
autorità aeroportuali per consentire un immediato miglioramento degli standard
di sicurezza, al fine di evitare allarmi diffusi tra gli utenti, che recano
serio pregiudizio alle economie regionali;
se risulta siano poste in essere azioni utili al
miglioramento delle condizioni dei lavoratori dell’aeroporto e della situazione
logistico-organizzativa dello stesso;
se, specificatamente, risultano attività di
particolare rilievo per prevenire lo scalo in oggetto da eventuali attacchi
terroristici.
(177; 13.11.2001)
Napoli. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore all’ambiente. Per sapere – premesso che:
l’Enea è stata incaricata di individuare siti ove
localizzare impianti destinati alla sistemazione definitiva di scorie
radioattive pari a circa 100.000 metri cubi, provenienti dalle attività svolte
nel Paese nel settore nucleare, in campo industriale ed in quello della ricerca
di base ed applicata, prodotte in particolare nelle centrali di Garigliano,
Latina, Caorso e Trino;
i cennati rifiuti radioattivi risultano oggi
depositati presso gli impianti che li hanno prodotti e che tale materiali sono
destinati ad accrescere per effetto della programmata disattivazione e del
successivo smantellamento delle centrali e degli impianti di ricerca tuttora
operanti;
l’Enea in una prima analisi aveva individuato
oltre 8.107 aree, pari al 9 per cento dell’intero territorio, come
potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di materiale
radioattivo e tra queste erano state selezionate 351 in Calabria, distribuite
in tutte e cinque le province, come risulta dalla Carta nazionale delle aree
idonee pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”;
successivamente l’Enea, mediante l’utilizzo del sistema informativo territoriale Gis (Geographic Information System), ha ristretto il numero dei siti potenzialmente idonei riducendoli a 214, pari allo 0,5 per cento del territorio nazionale, escludendo tutte le aree la cui estensione era inferiore a 300 ettari, misura della superficie impegnata per la realizzazione gli impianti del deposito;
la provincia di Crotone, in seguito alla detta
riduzione delle aree, risulta essere l’unica provincia calabrese nella quale
sono stati individuati tre grandi siti sui 214 selezionati in Italia;
delle tre grandi aree tutte ubicate nel
crotonese, la prima a nord, si estende nel territorio di Cirò in direzione dei
comuni cosentini Scala Coeli e Campana a cavallo del fiume Nicà, la seconda
interessa i territori di Strongoli, San Nicola dell’Alto e Casabona, la terza
dal pianoro di Isola Capo Rizzato di estende sino al territorio di Mesoraca,
conglobando comuni della provincia di Catanzaro;
è attualmente in corso un ulteriore selezione
sempre mediante il sistema informativo territoriale Gis, che consentirà di
restringere le aree potenzialmente idonee, escludendo quelle aree che
presentano profili geofisici, ambientali sfavorevoli;
è, dunque, ormai prossima la stesura definitiva
della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, atteso altresì
l’impegno assunto dal Governo di realizzare il deposito nazionale entro il
2010;
tale detta determinazione avverrà attraverso le
procedure di consultazione nell’ambito della Conferenza Stato - Regioni;
il territorio della provincia di Crotone presenta
una condizione ambientale già fortemente esposta, considerati la situazione
idrogeologica esistente, interessata nel recente passato da gravi e luttuosi
eventi alluvionali, il reticolo idrografico che attraversa l’intera area
provinciale, l’accertata sismicità del territorio, nonché l’utilizzo improprio
del suolo, per effetto di diffusi e pregiudizievoli fenomeni di interventi non
autorizzati;
la vocazione agricola e turistica della provincia
di Crotone ed in specie dei territori comunali più direttamente coinvolti,
nonché il proficuo lavoro che gli enti locali stanno svolgendo per
disegnare lo sviluppo ecosostenibile delle aree potenzialmente interessate,
mediante una crescita compatibile con le riserve naturali e gli importanti
giacimenti storico - artistico - archeologici, propugna di evitare
assolutamente che il deposito nazionale possa essere eventualmente localizzato
in una delle tre aree individuate -:
1) l’opinione della Giunta regionale in ordine a
quanto esposto in narrativa;
2) quali iniziative intende assumere la Giunta
regionale per scongiurare la localizzazione del deposito nazionale di scorie
radioattive nel territorio della provincia di Crotone;
3) quali idonee ed efficaci azioni intende
conseguentemente promuovere verso il Governo e nella sede propria della
Conferenza Stato - Regione.
(5; 12.11.2001)
Vescio. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
il comma 7 dell’art. 3 del decreto legislativo 30
dicembre 1992, n. 502, prevede che “Quando ricorrono i gravi motivi o la
gestione presenti una situazione di grave disavanzo o in caso di violazione di
leggi o del principio di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione,
la Regione risolve il contratto dichiarando la decadenza del direttore generale
e provvede alla sua sostituzione”;
il direttore generale dell’Azienda sanitaria n. 6 di Lamezia Terme ha nominato quale direttore amministrativo un funzionario regionale privo dei necessari requisiti professionali e che a distanza di pochi mesi ha dovuto esercitare il potere di autotutela annullando la nomina e riconoscendo la grave palese violazione di legge nel quale era incorso;
con recente deliberazione lo stesso direttore
generale ha nominato un direttore sanitario anch’esso privo dei requisiti
professionali violando nuovamente la normativa che regola la materia;
la nomina dei direttori amministrativi e sanitari
costituisce atto di grande rilevanza strategica per il governo delle Aziende
sanitarie e che la violazione della norma, in tale particolare ambito,
pregiudica gravemente la gestione dell’Azienda determinando incertezze e
disordine organizzativo;
analogamente, anche le recenti nomine di alcuni
dirigenti alla guida di dipartimenti aziendali presentano forti e stridenti
irregolarità rispetto alle norme di legge e contrattuali, alimentando ulteriormente
un clima di confusione gestionale e di precarietà;
la reiterata violazione di legge nell’adozione di
atti fondamentali per il governo di una Azienda sanitaria è da ritenersi
particolarmente grave se è vero, come è vero, che è stata posta a fondamento,
nel corso di questa stessa legislatura regionale e da parte di codesta stessa
Giunta regionale, della risoluzione di contratti di lavoro dei direttori
generali che erano incorsi nelle medesime violazioni;
inoltre, la gestione economica dell’Azienda sanitaria
di Lamezia Terme, secondo le stime dell’Assessorato regionale alla Sanità,
presenta un grave disavanzo di bilancio -:
1) se non ritengano sussistenti le condizioni per
procedere, secondo quanto stabilito dal comma 7 dell’art. 3 del decreto
legislativo n. 502/1992 alla risoluzione del contratto stipulato dalla Regione
Calabria con il direttore generale dell’Azienda sanitaria n. 6 di Lamezia
Terme, Dr. Alfonso Cosentino, dichiarandone la decadenza e provvedendo alla sua
sostituzione;
2) se non ritengano, in ogni caso, di dover
intervenire immediatamente per indurre il direttore generale ad annullare la
nomina del nuovo direttore sanitario dell’Azienda privo dei necessari
requisiti.
(6; 23.11.2001)
Il Consiglio regionale della Calabria
Premesso che
gli ultimi avvenimenti internazionali, culminati
con l’assurdo attentato alle Torri Gemelle di New York, hanno posto
l’attenzione sulla crisi del popolo afghano, che si aggiunge a quella di tutti
i popoli che, prima d’ora, hanno subito le angherie, i soprusi e le atrocità di
regimi dittatoriali che, strumentalizzando la miseria, le ideologie e le
religioni, hanno avuto ed hanno come unico scopo la conquista del potere;
logica conseguenza dell’arroganza di tali regimi
è la nascita di conflitti e guerre che hanno costretto e costringono milioni di
persone, e soprattutto i più deboli e indifesi come donne e bambini, ad una
vita di stenti, miserie, paura, privazioni e fughe;
occorre invece lottare per affermare nell’intero
pianeta le ragioni della democrazia, della libertà, della pace, della
tolleranza, del rispetto della vita umana contro ogni cultura che fa della
violenza e dell’oppressione gli unici strumenti per la risoluzione dei
conflitti nel mondo;
tali ragioni devono essere concretamente
sostenute non solo per non rimanere indifferenti alle sorti di milioni di
esseri umani innocenti che hanno un disperato bisogno di aiuto, ma per far sì
che si creino in ogni Paese sottosviluppato condizioni di democrazia e
benessere;
la Calabria vive giornalmente sulla propria pelle
il dramma dei profughi che, da terre vicine o lontane, approdano sul nostro
territorio alla ricerca di una vita dignitosa e libera dal bisogno;
aderisce all’appello dell’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati Afghani, vittime dell’oppressione politica
e militare;
impegna
la Giunta regionale a deliberare lo stanziamento
della somma di lire 100 milioni a favore dell’Alto Commissariato dell’Onu per
l’acquisto di generi di prima necessità e aiuti sanitari che servano ad
alleviare le sofferenze di donne, bambini e profughi del popolo afghano.
(22; 27.11.2001) Chiarella
TITOLO I
Principi generali
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, in attuazione dei principi di cui agli artt. 3 e 34 della Costituzione e del proprio Statuto, con la presente legge, disciplina gli interventi volti a perseguire le finalità di cui all’art. 1 della legge 2/12/1991 n. 390 ed intese a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all’istruzione superiore e, in particolare, a consentire ai capaci e meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi.
Art. 2
(Destinatari degli
interventi)
1. I servizi ed i benefici determinati in attuazione della presente legge sono destinati agli studenti, indipendentemente dall’area geografica di provenienza, iscritti al corsi di studio dell’università, degli Istituti universitari e degli Istituti superiori di grado universitario che rilasciano titoli aventi valore legale, comprese le Accademie di Belle Arti, i Conservatori di Musica, aventi sede in Calabria.
2. Gli studenti di nazionalità straniera, gli
apolidi, i rifugiati politici e gli studenti provenienti da università di paesi
esteri che abbiano stipulato accordi di collaborazione scientifica, di ricerca
e culturale con le Università e gli Istituti di cui al comma 1, fruiscono dei
servizi e delle provvidenze previste dalla presente legge nella stessa misura
stabilita per gli studenti di nazionalità italiana, quando ricorrono le
condizioni di cui all’art. 20 della legge n. 390 del 2/12/1991.
3. Le Istituzioni di cui al comma i sono
comprese, nei successivi articoli, nella dizione Università.
Art. 3
(Tipologia degli
interventi)
1. Le finalità indicate nel precedente art. 1
sono realizzate attraverso l’erogazione delle seguenti tipologie di servizi e
benefici:
a)
borse di studio;
b)
alloggi;
c)
ristorazione;
d)
trasporti;
e)
informazione e
orientamento al lavoro;
f)
prestiti d’onore;
g)
servizi culturali,
librari ed editoriali;
h)
viaggi di studio e
di ricerca;
i)
interscambi
culturali con Università italiane e straniere;
l) assistenza sanitaria e medicina preventiva;
m) interventi a favore di studenti portatori di
handicap;
n) ogni altro intervento ritenuto utile, in
coerenza con la presente legge e con la programmazione regionale di cui
all’art. 24.
TITOLO II
Aziende regionali per il
diritto allo studio universitario
Art. 4
(Organismi regionali di
gestione)
1. La Regione determina gli indirizzi, il coordinamento e la programmazione relativi alle funzioni trasferite in materia di diritto allo studio universitario, ai sensi dell’art. 25 della legge n. 390/91 e dell’art. 69 dello Statuto regionale, garantisce l’attuazione degli interventi istituendo agenzie regionali.
2. Per ciascuna delle Università aventi sede
nella Regione, ad eccezione dell’Università di Rende, è istituita una Azienda
Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (Ardis) dotata di
personalità giuridica, autonomia amministrativa e gestionale, con sede legale
nei Comuni sedi di Università il cui funzionamento, è disciplinato, oltre che
dalla presente legge, da un regolamento adottato dal Consiglio di
Amministrazione.
3. Le agenzie conformano la propria azione ai
contenuti degli atti di programmazione regionale di cui all’art. 24.
Art. 5
(Organi dell’A.R.DI.S.)
1. Sono Organi dell’A.R.DI.S.:
a) il Consiglio d’Amministrazione;
b) il Presidente;
c) il Collegio dei Revisori dei Conti.
Art. 6
(Composizione e durata
del Consiglio di Amministrazione)
1. Il Consiglio di Amministrazione dell’A.R.DI.S., nominato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale è composto:
a) dal Presidente;
b) da un rappresentante dell’Università designato
dal Rettore tra il personale docente, d’intesa con l’Accademia di Belle Arti e
del Conservatorio di musica;
c) da uno studente eletto tra quelli che sono il
regola con il corso di studi o fuori corso da non più di un anno. A dette
elezioni partecipano, oltre agli studenti dell’Università, anche gli studenti
dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica;
d) da due rappresentanti della Regione, designati
dal Consiglio regionale, tra persone di comprovata professionalità ed
esperienza tecnica-amministrativa acquisita nella gestione di enti
territoriali, strutture pubbliche o private e non appartenenti a personale
universitario.
2. Le designazioni di competenza regionale
vengono effettuate nel rispetto delle procedure di cui alla L.R. n. 39 del 4
agosto 1995.
3. Il Presidente ed i rappresentanti di cui al
comma 1 lett. c) durano in carica cinque anni e possono essere riconfermati per
una sola volta; i componenti di cui al comma 1 lettera b, vengono eletti, di
norma, contemporaneamente agli organi collegiali universitari e con
l’osservanza delle modalità e della durata prevista per tali organi.
4. Nell’eventualità che i componenti del
Consiglio di Amministrazione, in qualità di studenti, perdano tale requisito,
subentreranno ad essi i primi non eletti nella lista di appartenenza che
restano in carica fino alla durata legale del Consiglio di Amministrazione. Nel
caso non sia attuabile la procedura indicata, gli studenti da surrogare vengono
designati dai rappresentanti degli studenti componenti del Consiglio di
Amministrazione dell’Ateneo di riferimento.
Art. 7
(Il Presidente)
1. Il Presidente è nominato con Decreto del
Presidente della Giunta regionale su proposta dell’Assessore regionale alla
Pubblica Istruzione d’intesa con il Rettore dell’Università degli Studi e con i
Direttori dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica di
riferimento.
2. Il Presidente:
a) ha la rappresentanza legale dell’A.R.DI.S.;
b) convoca e presiede il Consiglio di Amministrazione
determinando l’ordine del giorno;
c) garantisce l’esecuzione delle deliberazioni
del Consiglio di Amministrazione e sovrintende a tutte le attività assicurando
il buon andamento dell’Amministrazione e la rispondenza delle attività agli
obiettivi programmati e agli indirizzi stabiliti dalla Regione;
d) adotta, in casi di necessità ed urgenza,
provvedimenti non a contenuto generale, di competenza del Consiglio di
Amministrazione a cui vengono comunque sottoposti per la ratifica nella prima
seduta utile;
e) nomina il Direttore dell’A.R.DI.S., su
conforme deliberazione del Consiglio dì Amministrazione e adotta i
provvedimenti che ne regolano il rapporto di lavoro;
f) nomina, tra i componenti del Consiglio, il
Vice-Presidente che lo sostituisce in caso di assenza o impedimento.
Art. 8
(Funzioni del Consiglio
di Amministrazione)
1. Il Consiglio di Amministrazione si riunisce, di norma, con frequenza mensile, su convocazione del Presidente o su richiesta di almeno due componenti.
2. Per la validità delle sedute del Consiglio di
Amministrazione è necessaria la presenza della maggioranza assoluta dei
componenti.
3. Il Consiglio di Amministrazione delibera:
a) lo Statuto dell’A.R.DI.S. e le sue modifiche;
b) il bilancio di previsione e le relative
variazioni ed il consuntivo;
c) i programmi annuali per le attività ed i
servizi in conformità agli indirizzi stabiliti dalla Regione e nel rispetto dei
livelli ottimali del rapporto costi-benefici nei limiti di spesa determinati
dalla Regione;
d) i regolamenti di organizzazione, di
contabilità, per la gestione e la fruizione dei servizi e dei benefici;
e) i regolamenti relativi alla gestione dei beni
patrimoniali, di economato, per la gestione dell’attività contrattuale;
f) l’acquisizione e l’alienazione dei beni
immobili, previa autorizzazione della Giunta regionale;
g) la pianta organica del personale;
h) ogni altro provvedimento previsto, in materia,
dalla legislazione statale o regionale;
i) la costituzione in giudizio e le transazioni.
4. Il Consiglio di Amministrazione disciplina con
apposito regolamento, le modalità del proprio funzionamento.
5. Il Consiglio di Amministrazione può essere
sciolto con Decreto del Presidente della Giunta Regionale previo parere della
Giunta Regionale su proposta dell’Assessore alla Pubblica istruzione, nel caso
di persistenti inadempienze o di violazioni di disposizioni normative, ovvero
di dimissioni della maggioranza dei componenti. Con il Decreto di scioglimento
del Consiglio di Amministrazione viene nominato un Commissario per la gestione
straordinaria dell’A.R.DI.S. che resta in carica fino alla ricostituzione del
Consiglio di Amministrazione.
Art. 9
(Collegio dei revisori
dei conti)
1. Il Collegio dei revisori dei conti dell’Agenzia è composto da tre membri nominati dal Consiglio regionale. I revisori devono essere scelti tra gli iscritti nel registro dei revisori ufficiali dei conti di cui al D.Lgs. n. 88/1 992.
2. Il Collegio elegge il Presidente a scrutinio
segreto.
3. I revisori rimangono in carica per la stessa
durata del Consiglio di Amministrazione e possono essere riconfermati una sola
volta.
4. Il Collegio dei Revisori dei Conti:
a) esamina i bilanci preventivi e consuntivi e
predispone la relazione che li accompagna;
b) vigila sulla regolarità dell’amministrazione;
c) controlla la gestione amministrativa e
finanziaria dell’Agenzia e relaziona in merito, annualmente, al Presidente
della Giunta Regionale.
5. I revisori partecipano alle riunioni del
Consiglio di Amministrazione.
Art. 10
(Indennità)
1. Al Presidente dell’A.R.DI.S. spetta una indennità di carica ai sensi delle disposizioni dì cui alla legge regionale 28 agosto 2000 n. 14 art. 1 comma 14.
2. Ai componenti il Consiglio di Amministrazione,
spetta una indennità di carica rapportata al 50 per cento di quella corrisposta
al Presidente.
3. Ai componenti il Collegio dei Revisori dei
Conti spetta una indennità di carica ai sensi delle disposizioni della legge
regionale n. 10 del 22/9/1998 art. 37 comma 12 e successive modifiche ed
integrazioni.
4. Qualora non risiedono nel Comune sede
dell’A.R.DI.S., ai componenti degli organi di cui ai commi 2 e 3, spetta il
rimborso delle spese di viaggio o il rimborso dell’indennità chilometrica nella
misura stabilita per i dirigenti regionali.
Art. 11
(Direttore dell’Agenzia)
1. Il Direttore dell’Agenzia è nominato dal Presidente dell’A.R.DI.S. su proposta del Consiglio di Amministrazione ed è individuato tra persone in possesso di laurea e di comprovata capacità dirigenziale, acquisita attraverso lo svolgimento di qualificate attività professionali di direzione tecnica o amministrativa in enti o strutture pubbliche o società pubbliche o private di media o grande dimensione, con esperienza almeno quinquennale.
2. L’incarico di Direttore è conferito con
contratto di diritto privato con scadenza coincidente con quella del Presidente
che ne ha effettuato la nomina. L’incarico di Direttore è rinnovabile per una
sola volta e non può comunque protrarsi oltre il 67° anno di età.
3. Il conferimento dell’incarico di Direttore
dell’Agenzia a dipendenti pubblici con qualifica di dirigente, comporta il loro
collocamento in aspettativa, senza assegni, per tutta la durata del rapporto.
4. Al Direttore dell’Agenzia viene corrisposta
una retribuzione equiparata a quella dei Dirigenti della Regione Calabria,
nonché la retribuzione di posizione e di risultato.
5. Al Direttore dell’Agenzia compete la gestione
finanziaria, tecnica e amministrativa dell’Agenzia, in base agli indirizzi ed
agli atti deliberati dal Consiglio di Amministrazione. Gli atti che comportano
impegni di spesa sono assunti con firma congiunta dal Direttore e dal
responsabile dell’ufficio di contabilità che ne rispondono in solido.
6. In particolare, il Direttore dell’Agenzia:
a) adotta gli atti di gestione finanziaria,
tecnica e amministrativa previsti dalle norme legislative e regolamentari;
b) è responsabile della direzione del personale e
sovrintende al funzionamento degli uffici;
c) adotta i provvedimenti di spesa corredati
della firma del responsabile contabile al sensi del precedente comma 5;
d) redige i regolamenti annessi ai bandi per la
erogazione dei servizi e l’individuazione dei beneficiari da sottoporre
all’approvazione del Consiglio di Amministrazione;
e) svolge le funzioni di Segretario del Consiglio
di Amministrazione al quale partecipa con voto consultivo, sottoscrivendone i
verbali congiuntamente al Presidente; firma ed è responsabile della legittimità
degli atti del Consiglio di Amministrazione e del Presidente;
f) cura l’esercizio dei poteri di spesa ai fini
dell’attuazione dei piani annuali e pluriennali, ivi compresi quelli inerenti a
progetti per lavori, forniture e prestazioni, assumendo i necessari
provvedimenti e stipulando i relativi contratti; nonché l’esercizio
dell’attività contrattuale dalla quale derivino entrate per l’Agenzia;
g) predispone gli atti per la formulazione del
bilancio e dei rendiconti e cura l’istruttoria di ogni altro atto da sottoporre
al Consiglio di Amministrazione.
7. L’incarico di Direttore può essere revocato,
dal Presidente, su proposta del Consiglio di Amministrazione, con provvedimento
motivato per violazione di legge o inosservanza degli indirizzi determinati
negli atti del Consiglio di Amministrazione.
Art. 12
(Personale)
1. Il personale regionale degli Enti per il diritto allo studio universitario (EDIS) in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, è trasferito alle A.R.DI.S. con la stessa posizione giuridica ed economica in possesso nell’Ente di provenienza.
2. Lo stato giuridico ed il trattamento economico
del personale dipendente dell’A.R.DI.S. è equiparato a quello del personale di
ruolo della Regione ed è soggetto alla relativa normativa regionale.
Art. 13
(Patrimonio)
1. La Regione trasferisce a ciascuna A.R.DI.S. i beni mobili e immobili, le attrezzature già affidate in gestione all’Edis-Calabria a norma dell’art. 6 della legge regionale n. 32 del 12.11.1984; con apposito decreto del Presidente della Giunta Regionale saranno individuati i beni regionali da trasferire a ciascuna A.R.DI.S. con vincolo di destinazione.
2. Il patrimonio di ciascuna Agenzia è
costituito, inoltre, da beni mobili e immobili derivanti da acquisizioni,
donazioni eredità e legati.
3. Le Agenzie comunque subentrano nei rapporti
attivi e passivi degli Enti per il diritto allo studio universitario (EDIS).
4. Le Università mettono a disposizione, mediante
apposita convenzione, da stipulare con le A.R.DI.S. interessate, a titolo
gratuito, i beni mobili e immobili e attrezzature o le opere di edilizia
residenziale finanziate dallo Stato per gli scopi di cui all’art. 1 della
presente legge ed ai sensi dell’art. 21 della legge n. 390/1991. Le
manutenzioni ordinarie e straordinarie e le spese di gestione di detti beni
sono posti a carico dell’Agenzia.
Art. 14
(Vigilanza e controllo)
1. La Giunta Regionale, entro il termine perentorio di 40 giorni dalla ricezione degli atti, per ogni A.R.DI.S. approva:
a)
lo statuto ed il
regolamento di amministrazione e contabilità;
b)
il regolamento
interno e la dotazione organica del personale;
2. La Giunta regionale può esercitare funzioni
sostitutive, adottando i relativi provvedimenti, previa diffida agli organi
dell’Agenzia, nel caso di atti resi obbligatori da disposizioni di legge e di
regolamento, qualora gli amministratori dell’Agenzia ne rifiutino o ritardino
il compimento.
Art. 15
(Bilancio e mezzi
finanziari)
1. Il bilancio preventivo ed il conto consuntivo di ciascuna A.R.DI.S. sono regolati dalle norme della legge regionale 22 maggio 1978 n. 5 e successive integrazioni e modificazioni.
2. Il Consiglio regionale approva il bilancio di
previsione annuale ed il conto consuntivo di esercizio di ogni A.R.DI.S. come
allegati al bilancio annuale della Regione.
3. Ciascuna Agenzia dispone dei seguenti mezzi
finanziari:
a) il finanziamento della Regione per il
funzionamento generale e per l’attuazione dei servizi di cui alla presente
legge;
c)
proventi delle
quote a carico degli utenti;
d)
donazioni, eredità,
legati.
4. Le Agenzie possono accedere a mutui e
contratti di leasing per far fronte alle proprie spese di investimento.
5. Il servizio di tesoreria è affidato secondo
procedure di gara ad evidenza pubblica.
Titolo III
Disposizioni sui singoli
interventi e servizi realizzati dall’A.R.DI.S.
Art. 16
(Gestione dei servizi)
1. L’A.R.D.I.S. provvede con appositi regolamenti a disciplinare le modalità di uso e di gestione dei servizi organizzati per la realizzazione degli interventi connessi per il diritto allo studio, prevedendo forme di partecipazione e di controllo dell’utenza.
2. I servizi per il diritto allo studio, possono
essere attuati dall’A.R.D.I.S. in gestione diretta o in altre forme idonee a
garantire efficacia ed efficienza; priorità deve essere data all’affidamento a
cooperative di studenti o a convenzioni con le Università per consentire di
avvalersi della collaborazione degli studenti, ai sensi dell’art. 13 della
legge n. 390/91.
Art. 17
(Borse di studio)
1. Sono attribuite, annualmente, borse di studio nella misura e per l’importo determinato nel piano triennale di cui all’art. 24, in favore di studenti in possesso dei requisiti di merito e di reddito fissati in base ai criteri stabiliti dal D.P.C.M. del 9.4.2001 di cui all’ad. 4 della legge n. 390/91.
2. I beneficiari delle borse di studio sono
individuati dal Consiglio di Amministrazione dell’A.R.DI.S. con procedure
concorsuali le cui modalità sono determinate con apposito bando emanato entro
il 30 giugno di ogni anno.
3. Le borse di studio sono riferite ad un solo
corso di laurea o di diploma universitario, non è ammesso il cumulo con altre
borse di studio tranne che con quelle previste alla lettera d) dell’art. 7,
comma 1 della legge 390/91. Per particolari situazioni di merito, a coloro i
quali sono in regola con il superamento degli esami previsti, per i vari anni,
nel piano di studio del corso di laurea, è possibile consentire il cumulo delle
borse di studio con il godimento dei servizi alloggiativi.
4. Gli studenti che risiedono fuori sede, se
beneficiari di borse di studio, hanno diritto ad una maggiorazione pari al 50
per cento dell’importo previsto. Si intende per studente fuori sede colui
risiede in un comune diverso da quello della sede universitaria e distante non
meno di 30 chilometri dalla stessa.
5. Gli studenti appartenenti alla categoria di
cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concorrono all’assegnazione di un
numero di borse di studio riservato, determinato nel bando annuale; i benefici
possono consistere, anche nella assegnazione di un accompagnatore o di un
assistente per gli studi o nella fornitura di strumenti specialistici o di
quanto comunque utile per consentire il superamento delle particolari
situazioni di difficoltà, in tal caso l’importo della borsa di studio può
essere maggiorato.
6. Ogni Agenzia può disporre forme di
investimento a favore di studenti pendolari che non abbiano potuto fruire di
altre forme di assistenza, assegnando contributi alfine di concorrere alla
spesa per l’uso di mezzi di trasporto pubblico.
Art. 18
(Fasce di reddito)
1. Nel piano annuale degli interventi vengono determinate le fasce di reddito con riferimento agli indirizzi contenuti nel piano triennale di cui all’art. 24.
2. Per gli studenti che rientrano tra quelli
indicati nella legge n. 104 del 5 febbraio 1992 il reddito va calcolato
detraendo le spese per servizi, e per gli strumenti e le spese di altro genere,
comunque effettuate per sopperire alla situazione di handicap.
3. Ai sensi del disposto dell’art. 22 della legge
n. 390/91 l’A.R.DI.S. provvede a verificare la veridicità e le dichiarazioni
sul reddito presentate dagli studenti.
4. Coloro i quali hanno dichiarato il falso
vengono esclusi da ogni beneficio per tutto il corso degli studi e incorrono
nelle sanzioni previste all’art. 23 della legge 390/91.
Art. 19
(Servizio alloggiativo)
1. L’A.R.DI.S. provvede a garantire il servizio
alloggiativo agli studenti fuori sede di cui al comma 4 dell’art. 17 della
presente legge in strutture proprie a carattere di residenziale o convittuale.
In mancanza l’A.R.DI.S. è autorizzata a stipulare convenzioni con enti pubblici
o privati che dispongono di strutture ricettive o alberghiere.
2. L’accesso al servizio è determinato con
procedure di selezione sulla base di criteri di reddito e di merito stabiliti
nel piano annuale dell’A.R.DI.S., che ne fissa altresì il numero massimo, dei
posti gratuiti messi a concorso, con apposito bando emanato entro il 30 giugno
di ogni anno.
3. Il bando prevede, inoltre, un numero di posti
gratuiti, in misura non inferiore al 5 per cento del totale, riservati ai
soggetti di cui alla legge n. 104 del 1992.
4. In ogni caso presso le strutture destinate al
servizio alloggiativo sono resi disponibili spazi per servizi comunitari e
collettivi.
5. Con apposito regolamento vengono stabilite le
modalità di utilizzo delle strutture per il servizio alloggiativo.
6. Nel caso di accertata indisponibilità, da
parte dell’A.R.DI.S., di servizi alloggiativi e, comunque, anche per gli
studenti che non possiedono i requisiti per potervi accedere gratuitamente,
l’Agenzia predispone un servizio di informazioni e di supporto fornendo
contratti tipo concordati con soggetti privati proprietario di immobili offerti
in locazione.
Art. 20
(Servizio di
ristorazione)
1. Il servizio di ristorazione è attuato
dall’Agenzia o direttamente, nelle proprie strutture, o in mancanza di queste,
mediante convenzioni con enti pubblici e privati, garantendo idonee forme di
controllo anche da parte degli utenti sulla finalità del servizio stesso.
2. La partecipazione alle spese da parte degli
utenti è determinata dal Consiglio di amministrazione ai sensi dell’art. 18
comma 1 della presente legge. Può fruire del servizio il personale docente e
non docente ed il personale dipendente dell’A.R.DI.S. con recupero del costo da
parte dell’Agenzia.
Art. 21
(Prestiti d’onore)
1. Secondo le modalità previste dall’art. 16 della legge n. 390/91 l’A.R.DI.S. definisce con apposito regolamento, la concessione di prestiti d’onore a tasso agevolato con riferimento al merito ed alle condizioni economiche degli studenti richiedenti, determinando con convenzioni da stipulare con istituti di credito, le forme di garanzia a carico dell’A.R.DI.S. nel caso di mancato recupero del credito.
2. Nel piano triennale di cui all’art. 24 viene
determinato il numero dei prestiti d’onore concedibili e l’ammontare del
prestito, nonché la destinazione delle risorse a carico del bilancio
dell’A.R.DI.S. ad integrazione delle disponibilità che a tale titolo sono
concesse alla Regione ai sensi della legge n. 390/91.
Art. 22
(Assistenza sanitaria e
medicina preventiva)
1. L’A.R.DI.S. definisce, attraverso convenzioni con le strutture del servizio sanitario, interventi di medicina preventiva in favore degli studenti.
2. Gli studenti fuori sede hanno diritto alla
prestazione del servizio sanitario al sensi dell’art. 19 della legge 23
dicembre 1978, n. 833 e successive modificazioni ed integrazioni.
3. Per gli studenti stranieri si provvede ai
sensi dell’arat. 6 comma 1 lettera a della legge n. 833/78 e successive
modifiche ed integrazioni.
Art. 23
(Servizi culturali)
1. L’A.R.DI.S. con apposito regolamento, può concedere contributi per la frequenza di corsi di studio all’estero, programmati nell’ambito di iniziative di studio e di ricerca delle Università a cui si riconosce particolare rilevanza ed interesse, anche per la Regione.
2. L’A.R.DI.S. realizza interventi atti a
facilitare l’uso delle biblioteche degli atenei e degli enti pubblici anche al
di fuori del normale orario di servizio, provvedendo ad instaurare rapporti di
collaborazione mediante apposite convenzioni.
3. L’A.R.DI.S. favorisce, con la promozione di
forme di auto-gestione di associazioni di studenti, la diffusione, senza scopo
di lucro, di materiale didattico e scientifico, di atti di convegni e di
seminari di studio realizzati nelle università della Regione.
4. L’A.R.DI.S. può promuovere iniziative per la
redazione di pubblicazioni periodiche, in base alle disponibilità di bilancio
determinate nel piano annuale, che costituiscono strumenti di supporto
all’apprendimento degli studenti e che permettono la diffusione e
l’approfondimento dello stato della ricerca scientifica. Nel definire le forme
e i modi di attuazione dell’intervento, viene data priorità alle iniziative già
avviate.
5. L’A.R.DI.S. può procedere direttamente a
programmare e realizzare iniziative culturali e sportive anche in convenzione
con le università, per favorire l’attuazione degli interventi previsti a favore
degli studenti dall’art. 12 lettera d, e, f, della legge n. 390/91.
Art. 24
(Programmazione
regionale)
1. La Giunta regionale su proposta dell’Assessore competente in materia di Diritto allo Studio Universitario, acquisito il parere dei Comitato Universitario Regionale di cui al D.P.R. n. 25 del 27/01/98 art. 3, formula il piano triennale degli interventi regionali per l’attuazione del diritto allo studio che è approvato dal Consiglio regionale unitamente al bilancio pluriennale cui è riferito e rimane in vigore fino all’approvazione del nuovo piano triennale.
2. Il piano triennale comprende:
a) gli obiettivi generali e le priorità a cui
fare riferimento nell’attuazione degli interventi;
b) i criteri generali per l’assegnazione dei
benefici ai destinatari;
c) i criteri per la determinazione del merito
nonché delle tariffe e delle fasce di reddito;
d) l’individuazione delle risorse finanziarie per
far fronte agli oneri derivanti dall’attuazione degli interventi distinguendo
le spese di gestione e di investimento;
e) gli indirizzi generali, anche per la
programmazione degli interventi attuati direttamente dalla Regione e in
concorso con le Università.
3. Nella programmazione degli interventi, a ciascuna
Agenzia o Università convenzionata è di norma assegnata una quota di risorse
calcolata in funzione del numero degli studenti iscritti nell’Università di
riferimento, dalla qualità e quantità dei servizi erogati, dalle esigenze dei
singoli Atenei, in relazione all’organizzazione della didattica dei vari corsi
di laurea.
4. L’esecuzione del Piano triennale regionale è
affidata alle Agenzie A.R.DI.S. che operano con Piani Annuali.
5. La Giunta regionale verifica i risultati della
gestione delle Agenzie ed invia annualmente al Consiglio regionale la relazione
del Consiglio dei revisori delle A.R.DI.S., di cui all’art. 9 della presente
legge corredata dalle proprie osservazioni sulle attività delle A.R.DI.S..
Art. 25
(Azioni regionali)
1. La Giunta regionale su proposta dell’Assessore alla Pubblica Istruzione:
a) provvede alla definizione di un rapporto
annuale sullo stato di attuazione del diritto allo studio universitario,
sull’offerta formativa a livello universitario, sulle scelte degli studenti che
hanno conseguito il diploma di scuola secondaria superiore, sui livelli di
profitto degli universitari iscritti alle facoltà, ai corsi di laurea e diploma
delle università della Regione;
b) realizza o sostiene convegni e seminari e
altre iniziative utili per l’orientamento al lavoro e per favorire la
conoscenza della attività e dei piani di sviluppo delle università e dei centri
di ricerca;
c) realizza un sistema informativo e statistico
sull’utenza universitaria, acquisendo direttamente o avvalendosi della collaborazione
delle Università, i dati necessari, e provvedendo alla elaborazione delle
informazioni;
d) promuove attraverso convenzioni con le
Università, altri soggetti pubblici e privati, le istituzioni scolastiche di
grado secondario che dispongono di convitti annessi, iniziative che favoriscano
e realizzino scambi di studenti tra Università italiane e straniere, nonché per
l’inserimento degli studenti delle Università della Regione nei programmi e
progetti di mobilità studentesca promossi dalla Unione Europea anche
nell’ambito dei progetti di turismo culturale, di ricerca e di sviluppo;
e) promuove interventi di sostegno
all’apprendimento con convenzioni con le università per la costituzione presso
gli Atenei della Regione di un centro interfacoltà per l’apprendimento delle
lingue straniere e un centro interfacoltà per il software didattico e
scientifico;
f) assicura una maggiore qualificazione degli
studi anche post-laurea con l’assegnazione di borse di studio, di borse di
studio per posti aggiuntivi di dottorato di ricerca e post-dottorato, di
assegni di ricerca, d’intesa o in convenzione con le università della Regione.
Art. 26
(Coordinamento tra
Regione e Unical “Università della Calabria”)
1. Al fine di coordinare gli interventi per il
diritto allo studio di competenza della Regione con quelli di competenza
dell’Università della Calabria - Unical - nel rispetto della legge 12 marzo
1968, n. 442 e dell’art. 26, 2° comma della legge n. 390/91, la Giunta
regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge approva
una convenzione quadro per l’affidamento all’Università della Calabria della
gestione dei servizi per il diritto allo studio, al sensi dell’art. 25 della
legge n. 390/91.
2. Tale convenzione definisce i criteri e le
modalità a cui deve farsi riferimento per la programmazione e la gestione dei
servizi e della rendicontazione dei fondi erogati all’Università con priorità
ai servizi rivolti alla generalità degli studenti, prevedendo forme di
partecipazione della Regione negli organismi di gestione.
3. Nella convenzione deve essere previsto un
sistema di informazioni che favorisca il coordinamento degli interventi.
4. La normativa di cui ai commi precedenti si
applica anche nei casi di convenzione con le altre Università della Regione.
Art. 27
(Tassa regionale)
1. Gli studenti iscritti ai corsi di studio delle istituzioni Universitarie aventi sede nella Regione e dagli istituti di istruzione superiore indicati all’art. 2 comma 1 della presente legge sono tenuti annualmente al pagamento alla Regione Calabria della tassa regionale per il diritto allo studio universitario istituita con la legge 28 dicembre 1995 n. 549, art. 3 comma 2°.
2. Il gettito della tassa regionale che
costituisce entrata della Regione e trova riferimento in apposito capitolo del
bilancio regionale, è destinato per intero alla concessione di borse di studio
ai sensi della legge 549/95 art. 3 comma 23.
3. L’ammontare della tassa è determinato per ogni
anno nella legge finanziaria regionale collegata alla legge di bilancio della
Regione Calabria, in caso di omessa determinazione si intende confermato
l’importo fissato per l’anno precedente.
4. L’avvenuto versamento della tassa regionale in
unica soluzione deve essere dimostrato all’atto dell’iscrizione ai corsi di
studio.
5. Le modalità di versamento sono determinate
d’intesa tra Regione ed Università.
6. Le procedure per la concessione delle borse di
studio e per l’individuazione dei beneficiari sono determinati dall’A.R.DI.S. nel
rispetto degli atti di indirizzo contenute nel piano triennale regionale per il
diritto allo studio universitario nonché delle disposizioni di cui alla legge
n. 537/95 art. 3.
7. Hanno diritto all’esonero del pagamento delle
tasse regionali:
a) gli studenti assegnatari delle borse di studio
concesse in attuazione della presente legge, e quelli inseriti nelle
graduatorie ma non beneficiari per carenze di fondi;
b) gli studenti portatori di handicap esonerati
dal pagamento dell’iscrizione al sensi del D.P.C.M. del 9.4.2001 emanato in
attuazione della legge 390/91.
Art. 28
(Norma finanziaria)
1. All’onere derivante dalla presente legge, valutato per l’anno 2001 in lire 10.000.000.000, si provvede con la disponibilità esistente sui capitoli 3313103 e 3313109 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
2. Per gli anni successivi la corrispondente
spesa, cui si fa fronte con le entrate proprie della Regione, sarà determinata
in ciascun esercizio finanziario con la legge di approvazione del bilancio
della Regione e con la collegata legge finanziaria inerente allo stesso
esercizio.
Art. 29
(Norme transitorie e
finali)
1. Le A.R.DI.S. di Reggio Calabria e di Catanzaro subentrano a tutti gli effetti nei rapporti attivi e passivi dell’Ente per il diritto allo studio universitario, EDIS, di cui alla legge regionale n. 32/84 afferenti a ciascun Ente.
2. Nelle more della costituzione del Consiglio di
amministrazione delle A.R.DI.S., il Presidente della Giunta regionale nomina
entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge i commissari, ai
sensi del precedente art. 8 comma 5.
3. Sono abrogate le leggi regionali n. 29/77 e n.
32/84. Alfine di evitare un vuoto normativo, i principi di cui alla legge
regionale n. 32/84 trovano applicazione fino alla data di stipula delle
convenzioni di cui all’art. 27.
4. Nella prima applicazione della presente legge,
alle esigenze di personale, le A.R.DI.S. faranno fronte con dipendenti
comandati o trasferiti dalla Regione.
5. Nella prima applicazione della presente legge
i posti vacanti nelle piante organiche deliberate dalle Agenzie sono messi a
concorso interno riservato per il personale trasferito alle Agenzie medesime ed
in possesso dei requisiti di legge.
Art. 1
(Oggetto)
1. La presente legge disciplina il referendum
previsto dall’articolo 123 della Costituzione per l’approvazione delle leggi di
revisione dello Statuto regionale, comprese quelle con le quali si delibera un
nuovo Statuto.
Art. 2
(Prima pubblicazione
delle leggi di revisione statutaria)
1. Entro tre giorni dalla deliberazione finale prevista per l’approvazione delle leggi di revisione statutaria, il Presidente del Consiglio regionale trasmette il testo della legge al Presidente della Giunta regionale che dispone la sua immediata pubblicazione.
2. La legge di revisione statutaria è pubblicata
nel Bollettino Ufficiale della Regione, priva della formula di promulgazione e
senza numero d’ordine, con l’intestazione “Testo di legge di revisione
statutaria approvato con seconda deliberazione ai sensi dell’articolo 123 della
Costituzione”, seguita dal titolo e dal testo della legge, con l’indicazione
della data della seconda approvazione e con l’espresso avvertimento che, entro
tre mesi dalla data di pubblicazione, almeno un cinquantesimo degli elettori
della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio regionale possono
chiedere che si proceda al referendum popolare a norma dell’articolo 123 della
Costituzione e della presente legge.
3. Il termine di tre mesi per la presentazione
della richiesta di referendum e per la raccolta e la presentazione delle sottoscrizioni
richieste decorre dal giorno successivo alla pubblicazione di cui al comma 2
del presente articolo.
Art. 3
(Promulgazione in caso di
scadenza dei termini)
1. Se nel termine di tre mesi dalla pubblicazione di cui all’articolo 2 comma 3 non vengono presentate richieste di referendum, il Presidente della Giunta regionale provvede alla promulgazione della legge di revisione con la seguente formula:
“Il Consiglio regionale con la maggioranza assoluta
dei suoi componenti ha approvato; nessuna richiesta di referendum è stata
presentata;
Il Presidente della Giunta regionale promulga la
seguente legge: (testo della legge). La presente legge è pubblicata nel
Bollettino Ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti, di
osservarla e di farla osservare come legge della Regione Calabria”.
Art. 4
(Richiesta di referendum)
1. La richiesta di referendum di cui all’articolo 123, comma 3, della Costituzione, deve contenere l’indicazione della legge di revisione statutaria che si intende sottoporre a referendum popolare, la data della seconda deliberazione di approvazione da parte del Consiglio regionale, gli estremi della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione, nonché il quesito da sottoporre a referendum.
2. Il quesito da sottoporre a referendum è così
formulato: “Approvate il testo della legge di revisione statutaria recante “
(titolo della legge)” approvato dal Consiglio regionale con seconda
deliberazione il giorno... e pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione
numero... del…”.
Art. 5
(Responsabile del
procedimento)
1. Il Segretario Generale del Consiglio regionale è responsabile della istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale previsti dalla presente legge non espressamente attribuiti ad altri soggetti.
2. Il Segretario Generale può assegnare ad altro
dipendente la responsabilità dell’istruttoria e di ogni altro adempimento
inerente il procedimento.
3. Il Segretario Generale, fatto salvo quanto
stabilito al comma 2, organizza lo svolgimento delle attività che a lui fanno
capo ai sensi della presente legge.
Art. 6
(Iniziativa referendaria
popolare)
1. Gli elettori calabresi che intendono esercitare l’iniziativa referendaria, rappresentati da almeno tre e non più di dieci promotori, muniti ciascuno del certificato di iscrizione nelle liste elettorali di un Comune della Regione, depositano, entro il termine di tre mesi dalla data di pubblicazione di cui all’articolo 2, comma 3, presso la Segreteria generale del Consiglio regionale, la richiesta referendaria e il testo del quesito referendario, corredati dalle prescritte firme raccolte con le modalità di cui al successivo articolo 8.
Art. 7
(Incaricati delegati)
1. All’atto del deposito del quesito referendario, i promotori indicano anche i nomi, il domicilio, il recapito postale, telefonico e telematico di tre persone, che possono essere anche i promotori stessi, ai quali viene attribuita la funzione di rappresentare i sottoscrittori della richiesta di referendum. Tale indicazione è riportata nel verbale di cui al successivo articolo 9.
2. Gli incaricati:
a) ricevono tutte le comunicazioni riguardanti il
procedimento;
b) intervengono, personalmente o mediante
delegati designati di volta in volta espressamente, nelle fasi del procedimento
stesso;
c) esercitano le azioni, i ricorsi ed ogni altra
iniziativa a tutela del referendum.
3. Gli incaricati possono agire disgiuntamente,
salvo diversa previsione, da riportarsi in verbale.
4. Le eventuali comunicazioni agli incaricati
sono effettuate mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento; in
caso di urgenza sono effettuate via fax o per via telematica, assicurando il
ricevimento della comunicazione.
Art. 8
(Raccolta e autentica
delle firme)
1. Le firme degli elettori calabresi a corredo della richiesta di referendum devono essere apposte su moduli redatti secondo un fac-simile predisposto dalla Segreteria generale del Consiglio regionale, contenente la richiesta di referendum con le indicazioni prescritte nel precedente articolo 4.
2. Sui moduli, recanti in epigrafe il quesito
referendario, accanto alla firma di ogni elettore, a pena di nullità, sono
indicati in modo chiaro e leggibile il nome, il cognome, il luogo e la data di
nascita dello stesso, nonché il Comune nelle cui liste elettorali egli è
iscritto.
3. Sono competenti per l’autenticazione delle
firme:
a) tutti i soggetti di cui al comma 1
dell’articolo 14 della Legge 21 marzo 1990, n. 53, come modificato
dall’articolo 1 della Legge 28 aprile 1998, n. 130, e dall’articolo 4 della
Legge 30 aprile 1999, n. 120;
b) i consiglieri regionali che abbiano dichiarato
per iscritto la loro disponibilità al Presidente del Consiglio regionale.
4. L’autenticazione reca l’indicazione della data
in cui è effettuata e può essere unica per tutte le firme apposte su ciascun
modulo. In tal caso essa deve indicare il numero delle firme complessivamente
autenticate.
5. L’iscrizione nelle liste elettorali di un
Comune della Calabria è attestata dai relativi certificati, anche collettivi, o
mediante autocertificazione nei modi previsti dalla normativa vigente.
Art. 9
(Verbale di deposito)
1. Il responsabile del procedimento redige il verbale di deposito attestante il giorno e l’ora del deposito di richiesta referendaria, corredata dei moduli contenenti le firme di almeno un cinquantesimo degli elettori della Regione, autenticate a norma del precedente articolo 8.
2. I moduli e la relativa documentazione sono
accompagnati da una dichiarazione sottoscritta dal delegato che provvede al
deposito attestante:
a) il numero delle firme depositate e
autenticate;
b) il numero dei certificati elettorali allegati;
c) il numero delle eventuali autocertificazioni
attestanti l’iscrizione dei sottoscrittori nelle liste elettorali di un Comune
della Regione Calabria.
3. Il verbale è sottoscritto dai promotori e dal
responsabile del procedimento che ne rilascia copia conforme all’originale
comprovante l’avvenuto deposito.
4. Entro tre giorni lavorativi dalla data di
deposito della richiesta referendaria, il responsabile del procedimento dà
comunicazione dell’avvenuto deposito al Presidente del Consiglio regionale e al
Presidente della Giunta regionale, che ne cura l’immediata pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 10
(Verifica delle firme)
1. Entro trenta giorni dal deposito il responsabile del procedimento provvede alla verifica della rispondenza e regolarità delle firme, del loro numero, della loro autenticazione nonché della validità della documentazione allegata.
2. Il responsabile del procedimento redige
apposito verbale attestante il risultato delle verifiche effettuate e delle
relative conseguenze. Il verbale è trasmesso ai delegati, al Presidente del
Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale che ne cura la
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 11
(Esito negativo della
verifica –
Promulgazione della legge di revisione)
1. Se il responsabile del procedimento dichiara
l’irregolarità della richiesta di referendum derivante da accertati difetti
circa il numero, le attestazioni di qualità di elettore dei sottoscrittori o le
autenticazioni e ove sia trascorso il termine di tre mesi dalla pubblicazione
di cui all’art. 2, comma 3, la legge di revisione statutaria viene promulgata dal
Presidente della Giunta regionale con la formula: “Il Consiglio regionale ha
approvato; la richiesta di referendum presentata in data… è stata dichiarata
irregolare dal responsabile del procedimento con atto pubblicato nel Bollettino
Ufficiale della Regione in data...;
Il Presidente della Giunta regionale promulga la
seguente legge di revisione statutaria”, cui segue il testo della legge - e la
formula conclusiva: “La presente legge è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della
Regione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare
come legge della Regione Calabria”.
Art. 12
(Esito positivo della
verifica –
Indizione del referendum)
1. Se il verbale del responsabile del
procedimento attesta la regolarità della richiesta di referendum, il Presidente
della Giunta regionale, entro trenta giorni dalla pubblicazione di cui all’art.
10, comma 2, provvede con proprio decreto da pubblicarsi nel Bollettino
Ufficiale della Regione ad indire il referendum, fissandone, d’intesa con il
Presidente del Consiglio regionale, la data di svolgimento in una domenica
compresa tra il cinquantesimo ed il settantesimo giorno successivo
all’emanazione del decreto di indizione.
(Iniziativa di referendum
da parte dei Consiglieri regionali)
1. Se la richiesta di referendum di cui
all’articolo 4 è effettuata dai Consiglieri regionali, in numero non inferiore
ad un quinto dei componenti il Consiglio, non è necessaria alcuna altra
documentazione.
2. Contestualmente alla richiesta di referendum i
sottoscrittori designano tra di loro i tre incaricati come delegati a
rappresentarli. Questi ultimi curano il deposito della richiesta presso la
Segreteria generale del Consiglio regionale. li responsabile dei procedimento
redige apposito verbale attestante il giorno e l’ora dell’avvenuto deposito e
la designazione dei delegati. Il verbale è sottoscritto dal responsabile del
procedimento e dai presentatori. I tre incaricati delegati eleggono residenza
presso i rispettivi Gruppi consiliari in Consiglio regionale.
3. Il responsabile del procedimento entro tre
giorni lavorativi dal deposito invia il verbale di cui al comma 2, insieme alla
richiesta sottoscritta da almeno un quinto dei Consiglieri contenente il
quesito referendario, invia il verbale al Presidente del Consiglio regionale e
al Presidente della Giunta regionale che ne cura la pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione, indicendo il relativo referendum a norma
dell’articolo 12.
Art. 14
(Svolgimento e modalità
della votazione)
1. La votazione per il referendum si svolge a suffragio universale, con voto diretto, libero e segreto.
2. Per ciò che attiene all’elettorato attivo,
alla tenuta e revisione annuale delle liste elettorali, alla ripartizione dei
Comuni in sezioni elettorali e alla scelta dei luoghi di riunione, si applica,
in quanto compatibile, la disciplina relativa alle elezioni dei Consigli
regionali delle Regioni a statuto ordinario.
3. Le operazioni di voto hanno inizio alle ore
sette della domenica fissata con decreto di indizione del referendum e
terminano alle ore ventidue dello stesso giorno.
Art. 15
(Schede per il
referendum)
1. Le schede per il referendum sono di carta
consistente di tipo unico e di identico colore. Esse sono stampate a cura della
Presidenza della Giunta regionale e devono possedere le caratteristiche
determinate con decreto dai Presidente della Giunta regionale.
2. Le schede contengono il quesito referendario
di cui all’articolo 4, comma 2, riprodotto letteralmente a caratteri leggibili
cui seguono, ben evidenti, le due risposte proposte all’elettore: “SI” - “NO”.
3. L’elettore vota tracciando sulla scheda un
segno sulla risposta da lui prescelta nel rettangolo che la contiene.
Art. 16
(Ufficio regionale e
Uffici provinciali per il referendum -
Ufficio elettorale di
sezione)
1. Entro quaranta giorni dalla data di indizione
del referendum, in conformità alle vigenti disposizioni statali in materia,
presso la Corte d’Appello di Catanzaro e presso il Tribunale di ogni capoluogo
di Provincia sono costituiti, rispettivamente, l’Ufficio regionale e gli Uffici
provinciali per il referendum.
2. L’Ufficio regionale è composto da tre
magistrati, dei quali uno con funzioni di Presidente, nominati dal Presidente della
Corte di Appello. Un cancelliere della Corte di Appello è designato ad
esercitare le funzioni di segretario dell’Ufficio.
3. Ogni Ufficio provinciale è costituito da tre
magistrati, dei quali uno con funzione di Presidente, nominati dal Presidente
del Tribunale della città capoluogo di Provincia. Un cancelliere del Tribunale
è designato ad esercitare le funzioni di segretario dell’Ufficio.
4. In ciascuna sezione elettorale è costituito un
Ufficio elettorale secondo quanto previsto dalle disposizioni della legge
statale sui referendum.
5. I compensi spettanti ai componenti degli
Uffici elettorali di sezione sono determinati in conformità alla vigente
normativa statale.
Art. 17
(Operazioni di scrutinio)
1. Le operazioni di scrutinio avvengono immediatamente dopo la chiusura delle urne e proseguono fino ad esaurimento.
2. Alle operazioni di voto e di scrutinio presso
i seggi nonché alle operazioni degli Uffici provinciali e dell’Ufficio
regionale possono assistere, ove lo richiedano:
a) un rappresentante dei sottoscrittori del
referendum indicato dalle persone di cui agli articoli 7 e 13 con dichiarazione
scritta in carta libera e autenticata;
b) un rappresentante di ognuno dei partiti o
gruppi politici presenti nel Consiglio regionale; tali rappresentanti sono
designati dal Responsabile provinciale o, per l’ufficio regionale, dal
Responsabile regionale del partito o dal Presidente del gruppo, ovvero da
persone da essi espressamente delegate.
Art. 18
(Operazioni dell’ufficio
provinciale)
1. Sulla base dei verbali di scrutinio trasmessi da tutte le sezioni elettorali della Provincia, l’ufficio provinciale dà atto del numero degli elettori che hanno votato e dei risultati conseguiti dal referendum nella Provincia.
2. Ditali operazioni è redatto verbale in due esemplari
dei quali uno resta depositato presso il Tribunale e l’altro viene subito
inviato con tutta la documentazione trasmessa dalle sezioni elettorali,
all’Ufficio regionale.
Art. 19
(Operazioni dell’Ufficio
regionale)
1. L’Ufficio regionale, appena pervenuti i verbali di tutti gli Uffici provinciali e i relativi allegati, e comunque entro tre giorni dalla ricezione dell’ultimo verbale, procede, in pubblica adunanza, all’accertamento del numero complessivo degli elettori aventi diritto al voto, del numero dei votanti e quindi della somma dei voti validamente espressi, di quelli favorevoli e di quelli contrari all’approvazione della legge di revisione statutaria.
Art. 20
(Proclamazione dei
risultati –
Promulgazione o
decadenza)
1.
Nel caso in cui le
risposte “NO” costituiscano la maggioranza dei voti validamente espressi o
siano in numero uguale ai voti validi contenenti la risposta “SI” la legge di
revisione statutaria risulta non approvata dal referendum.
Il Presidente della Giunta regionale, sulla base del verbale trasmessogli dall’Ufficio regionale per il referendum, cura la pubblicazione del risultato nel Bollettino Ufficiale della Regione e la legge di revisione statutaria non approvata dal referendum decade.
2. Nel caso in cui le risposte “SI” costituiscano la maggioranza dei voti validamente espressi, il Presidente della Giunta regionale, sulla base del verbale trasmessogli dall’Ufficio regionale per il referendum, promulga la legge di revisione statutaria adottando la seguente formula: “Il Consiglio regionale ha approvato; il referendum svoltosi in data……. ha dato esito favorevole; il Presidente della Giunta regionale promulga la seguente legge di revisione statutaria:” cui segue il testo della legge. In calce viene adottata la seguente formula: “La presente legge regionale è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Calabria”.
Art. 21
(Determinazione del
cinquantesimo degli elettori)
1. Al fine
di determinare l’ammontare del cinquantesimo degli elettori, necessario per la
iniziativa referendaria popolare di cui all’articolo 123 della Costituzione,
entro dieci giorni da ogni revisione semestrale delle liste elettorali a norma
del D.P.R. 20 marzo 1967, n. 223 e successive modificazioni, ciascun Comune
della Regione comunica al Presidente del Consiglio regionale il numero degli
elettori risultanti iscritti nelle liste elettorali.
2. Gli uffici del Consiglio regionale provvedono,
sulla base delle comunicazioni di cui al comma 1, a determinare semestralmente
il numero degli elettori della Regione Calabria.
3. Ai fini e per gli effetti della richiesta di
referendum di cui all’articolo 4, si fa riferimento all’ultimo calcolo
effettuato dagli uffici del Consiglio regionale anteriormente alla data di
pubblicazione della legge di revisione statutaria.
Art. 22
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalla presente legge, si fa fronte con i fondi stanziati nel capitolo 1002106 del bilancio di previsione della Regione per l’anno 2001.
2. Per gli anni successivi la corrispondente
spesa sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge di
approvazione del bilancio della Regione.
Art. 23
(Dichiarazione di
urgenza)
1. La presente legge dichiarata
urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione. La presente legge
regionale è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo
a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione
Calabria.
“Premesso
che lungo la fascia costiera e collinare premontana calabrese perdura ormai da parecchi mesi – questo si riferiva al 12 novembre perché poi qualche goccia d’acqua si è vista – un preoccupante stato di siccità determinato dall’assoluta mancanza di venti atmosferici piovosi, lo stato di siccità sta provocando gravissimi danni all’agricoltura con una ricaduta fortemente negativa dal punto di vista economico per le popolazioni che ne traggono sostegno come unica fonte di reddito dalle attività agricole tradizionali e tipiche delle zone del medio e basso versante ionico e tirrenico calabrese come l’olivicoltura, la viticoltura e l’agrumicoltura;
lo stato di siccità, inoltre, sta provocando seri danni alla pastorizia per mancanza di pascoli freschi determinando casi di moria di suini, bovini ed ovini.
Rilevato, inoltre, che si assiste ormai da alcune settimane ad un rapido prosciugarsi delle risorse idriche con gravi disagi alle popolazioni delle zone sopra citate con il rischio di procurare gravi inconvenienti igienico-sanitari nei comuni interessati, ai sindaci dei comuni maggiormente colpiti stanno pervenendo numerose richieste di intervento e di risarcimento dei danni subìti specie da agricoltori ed allevatori.
Considerate le richieste di intervento e di riconoscimento dello stato di calamità naturale di alcuni comuni particolarmente colpiti dalla siccità, eventuali e gravi ripercussioni riguardanti l’ordine pubblico.
Impegna la Giunta regionale ad individuare le zone colpite dalla siccità onde evitare in seguito eventuali speculazioni, contribuire con fondi di bilancio regionale e quant’altro disponibile per alleviare lo stato di sofferenza delle attività agricolo pastorali;
predisporre per il futuro una pianificazione delle risorse idriche disponibili equilibrando l’utilizzo di queste risorse con il fabbisogno per le attività agricole, pastorali e domestiche;
recepire le proposte avanzate da molti sindaci dei comuni maggiormente colpiti dalla siccità;
richiedere, infine, al Governo nazionale il riconoscimento dello stato di calamità naturale per il perdurante stato di siccità che si riscontra nella zona costiera, collinare e premontana calabrese e per le conseguenze sopra citate, nonché l’intervento della Regione per i compiti attribuiti dal decreto legislativo 112 e dalla legge 225 del 1992”.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
l’Ufficio del commissario delegato per l’emergenza
del settore acque reflue, per dare una soluzione all’annoso problema della
depurazione delle acque in Calabria ha individuato n.5 Ambiti Territoriali
Ottimali, che corrispondono alle 5 province della stessa Calabria (Ato 1
Cosenza, Ato 2 Catanzaro, Ato 3 Crotone, Ato 4 Vibo Valentia, Ato 5 Reggio
Calabria) ed ha bandito apposita gara di appalto, pubblicata sul Bur Regione
Calabria in data 12 gennaio 2000, per la gestione del servizio integrato degli
impianti di depurazione e degli impianti di sollevamento delle reti fognarie;
l’appaltò è stato aggiudicato per come segue:
Ato 1 Cosenza - Ati Smeco-Amga Roma; Ato 2
Catanzaro Ati Costruzioni Dondi Spa - Ibi Rovigo; Ato 3 Crotone - Ati Mpec-Dpr;
Ato 4 Vibo Valentia - Ati Siba-Lico Santo-Idrotecnica Vibo Valentia; Ato 5 Reggio
Calabria Ati Smeco-Amga Roma.
Dai primi di giugno del 2000 è stata avviata la
consegna degli impianti alle ditte aggiudicatarie e fino ad oggi si è arrivati
ad un totale di circa 250 impianti comunali consegnati alla gestione delle
ditte sopraindicate.
In particolare allo stato attuale la situazione
gestionale può essere così descritta: 90 impianti e 75 stazioni di sollevamento
consegnati all’azienda dell’Ato 1 vengono gestiti con circa 38 operatori,
direttori lavori ing. G. Principato e ing. Gallo; 42 impianti e 53 stazioni di
sollevamento consegnati all’azienda dell’Ato 2 vengono gestiti con circa 12
operatori, direttore lavori ing. Provenzano; 27 impianti e 32 stazioni di
sollevamento consegnati all’azienda dell’Ato 3 vengono gestiti con circa 10
operatori, direttori lavori ing. Treccozzi e Arch. Rameli; 21 impianti e 18
stazioni di sollevamento consegnati all’azienda dell’Ato 4 vengono gestiti con
circa 10 operatori, direttori lavori ing. Treccozzi e arch. Ranieli; 50
impianti e 70 stazioni di sollevamento consegnati all’azienda dell’Ato 5 vengono
gestiti con circa 14 operatori, direttore lavori ing. Lamari;
considerato che dopo circa un anno di gestione
emerge il totale fallimento della scelta di affidare ad un gestore unico gli
impianti di depurazione nella Regione Calabria, visto che, non sono stati
raggiunti gli obiettivi prefissati e concordati quali:
- la riassunzione dei giovani provenienti dal “training
on the job” effettuato dalla Comerint S.p.a. dal 27/12/1997 al 30/06/1999
finanziato con 25.000.000.000 dai Ministeri dell’ambiente e del lavoro con i
fondi della legge 160/88: infatti, sono stati assunti circa 65 giovani
dei 311 aventi diritto, senza il rispetto dei criteri fissati nell’accordo con
le organizzazioni sindacali e con l’Ufficio del Commissario per l’emergenza
delle acque reflue;
- la gestione ottimale ed economica degli
impianti di depurazione dei comuni che avevano aderito all’iniziativa, poiché
la gestione è di scarsissima qualità in quanto i pochi lavoratori assunti dalle
società vincitrici della gara sono costretti a girare tutto il giorno per
almeno 5 impianti distanti a volte anche 100 chilometri l’uno dall’altro
mettendo a repentaglio la sicurezza propria e degli impianti, e senza avere il
tempo di poter gestire come si dovrebbe gli impianti, mentre i costi sono
addirittura triplicati rispetto alla gestione diretta da parte dei comuni.
Il completo fallimento degli obiettivi
programmati in termini occupazionali e di efficienza ed economicità del
servizio ha determinato una legittima e forte protesta dei Sindaci dei Comuni
interessati che hanno dichiarato, in una recente riunione svoltasi a Lamezia
Terme alla presenza del sub-commissario, l’intenzione di attivare le procedure
per la rescissione del contratto per porre fine ad una situazione insostenibile
sia sul piano delle responsabilità che continuano a ricadere direttamente sui
Sindaci anche dopo che gli impianti sono stati consegnati nelle mani del
Commissario per l’emergenza e sia sul piano dei costi di gestione che risultano
molto più elevati di quelli sostenuti precedentemente procurando un notevole
aggravio finanziario che i bilanci comunali e cittadini non possono
assolutamente fronteggiare;
Tutto ciò premesso e considerato
Il Consiglio regionale della Calabria
impegna
il Presidente della Giunta Regionale, nella sua
qualità di Commissario per l’emergenza delle acque reflue, ad avviare le
procedure per ad una gestione del servizio mediante la costituzione di società
miste, così come sperimentato con la raccolta differenziata dei rifiuti,
prevedendo la riassunzione dei giovani provenienti dal progetto ComerLnt legge
160/88, di cui oltre 250 sono rimasti disoccupati a causa delle gravi
inadempienze e delle omissioni degli enti gestori.
(14; 19.4.2001) Tripodi M.
Art. 1
1. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
1, comma 3, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7, allocata al capitolo
1002108 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è aumentata di
lire 500.000.000.
2. Per la
partecipazione della Regione all’aumento del capitale sociale del Comac
(Consorzio Mercato Agricolo Alimentare-Calabria) di Montalto Uffugo - ai sensi
della legge regionale 8 aprile 1988, n. 10 e successive modifiche ed
integrazioni - è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire
2.753.540.000, con allocazione al capitolo 6211203 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001. La partecipazione è subordinata alla
presentazione alla Giunta regionale, da parte dello stesso Consorzio, di un
prospetto attuale del bilancio e del piano aziendale di risanamento.
3. Per lo svolgimento delle attività da
realizzare per il tramite delle Associazioni Allevatori, attraverso uno
specifico programma da approvarsi con apposito atto della Giunta regionale, è
autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 6.000.000.000,
con allocazione al capitolo 5123103 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2001.
4. Al fine di concorrere ad incrementare le
risorse attribuite dallo Stato alla Regione - ai sensi dell’art. 11, comma 5, della
legge 9.12.1998, n.431 - e per le finalità del decreto del Ministero dei Lavori
Pubblici 7.6.1999 (G.U. 19.7.1999, n. 167), è autorizzata per l’esercizio
finanziario 2001 la spesa di lire 100.000.000, con allocazione al capitolo
4344104 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
5. Per gli interventi di cui alla legge regionale
18 novembre 1996, n. 30 - così come definiti dalle deliberazioni della Giunta
regionale nn. 170 e 171 del 6.3.2001 - è autorizzata per l’esercizio
finanziario 2001 la spesa di lire 1.023.769.000, con allocazione al capitolo
2322229 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
6. Per l’adesione all’Associazione delle Camere
di Commercio Estero è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di
lire 200.000.000, con allocazione al capitolo 1011104 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001.
7. Dopo il comma 11 dell’articolo 6 della legge
regionale 2 maggio 2001, n. 7 è inserito il seguente comma:
“11 bis. Il funzionamento della Commissione di
cui al precedente comma è disciplinato con specifico atto della Giunta
regionale.”
8. All’articolo 32 bis, comma 4, della legge
regionale 2 maggio 2001, n. 7, il termine del 31 dicembre 2001 è prorogato al
31 dicembre 2002.
9. Dopo l’art. 10 della legge regionale 10 aprile
1995, n. 13 è aggiunto il seguente articolo:
1. Le Agenzie di viaggio e turismo operanti sul
territorio regionale possono, nella loro autonomia, provvedere nell’ambito
territoriale dello stesso Comune, all’apertura di filiali o succursali della
sede principale previo semplice accertamento, da parte delle competenti
strutture regionali, dei requisiti inerenti alla idoneità dei locali in cui si
intende condurre l’attività di impresa.”
1. Al fine di completare il cofinanziamento del
“Progetto integrato per il riequilibrio territoriale, l’integrazione sociale e
lo sviluppo economico dell’Area Nord”, finanziato dalla Comunità Europea
nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria (Pic) “Urban”, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere al comune di Reggio Calabria, per l’anno
2001, un contributo di lire 1.696.000.000, corrispondente alle quote di
cofinanziamento relative agli anni 1998 e 1999, con allocazione al capitolo
2323216 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
2. La somma di lire 1.000.000.000, destinata - ai
sensi dell’art. 2, comma 4, della legge regionale 13 settembre 1999, n. 27 - al
comune di Acri per l’ammodernamento e l’adeguamento della strada di
collegamento Schito-Vagno, non utilizzata nel corso dell’esercizio finanziario
1999, è riprodotta nel bilancio di competenza 2001, con allocazione al capitolo
2221217 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
3. Per gli interventi di cui all’art. 1, commi 1
e 3, della legge regionale 12 aprile 1990, n. 21: “Norme in materia di edilizia
di culto e disciplina urbanistica dei servizi religiosi” è autorizzato un
ulteriore stanziamento di lire 40.000.000, con allocazione al capitolo 2323204
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
4. La maggiore autorizzazione di spesa di cui al
precedente comma è destinata alla Parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo in
Albi, per far fronte ai lavori di ripristino della Chiesa stessa, già previsti
con il programma di interventi inerenti all’anno 1998 ed il cui finanziamento è
stato a suo tempo restituito alla Regione Calabria a seguito del decesso del
titolare della stessa Parrocchia.
5. Al fine di completare il cofinanziamento del
progetto integrato “Riqualificazione economico-socio-culturale nell’area del
centro storico” del comune di Catanzaro, finanziato dalla Comunità Europea
nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria (PIC) “Urban”, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere al comune di Catanzaro medesimo, per l’anno
2001, un contributo di lire 400.000.000, con allocazione al capitolo 2323240
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
6. La somma di lire 300.000.000, destinata - ai
sensi dell’articolo 14, comma 1, della legge regionale 13 settembre 1999, n. 27
- al comune di Reggio Calabria per interventi vari di sistemazione da
realizzare nella frazione Fiumarella di Pellaro (Via degli Agrumi), non
utilizzata nel corso dell’esercizio finanziario 1999, è riprodotta nel bilancio
di competenza 2001, con allocazione al capitolo 2221223 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2001.
7. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
33, comma 2, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 è aumentata di lire
2.300.000.000, di cui lire 500.000.000 destinate ad attività promozionali da
effettuarsi per il tramite della società Nuovo Basket Viola di Reggio Calabria.
8. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
30, comma 1, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 è aumentata di
lire 200.000.000.
9. All’articolo 30, comma 2, della legge
regionale 2 maggio 2001, n. 7 le somme di lire 300.000.000 e di lire
150.000.000 sono rispettivamente incrementate di lire 200.000.000 e di lire
100.000.000.
10. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
9, comma 24, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 è aumentata di lire
549.000.000.
11. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
35, comma 2, della legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 è ridotta di lire
2.149.000.000.
12. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo
8, comma 1, della legge regionale 13 settembre 1999, n. 27 è ridotta di lire
200.000.000.
1. La Giunta regionale è autorizzata a garantire
la gestione provvisoria delle sole attività ordinarie inerenti ai prodotti, di esclusivo
interesse della Regione, rinvenienti a seguito del completamento, al
31.12.2001, del Piano Telematico Calabria, ai sensi dell’articolo 5 della legge
8 luglio 1991, n. 10. I servizi telematici correlati sono garantiti dalla
competente struttura regionale che vi provvederà attraverso l’utilizzo di
personale interno alla Regione ovvero con contratti a termine fino al 30 aprile
2002. Entro tale data del 30 aprile 2002 la Giunta regionale ed il Consiglio
regionale provvederanno, ognuno per la parte di propria competenza, a
disciplinare la materia.
2. Per le finalità di cui al precedente comma è
autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 2.000.000.000,
con allocazione al capitolo 1006102 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2001.
Art. 2 ter
1. La Giunta regionale è autorizzata a definire
in sanatoria la liquidazione e il pagamento delle fatture emesse in conseguenza
della convenzione del 21 agosto 2000 sottoscritta dalla Regione con la società “Obiettivo
Lavoro” scrl, relativa all’utilizzo, da parte della Regione medesima - ai sensi
della legge 24 giugno 1997, n. 196 - di prestatori di lavoro temporaneo
impiegati per provvedere ad attività connesse ad esigenze straordinarie.
2. La Giunta regionale può ricorrere a contratti
di fornitura di lavoro temporaneo nel rispetto della vigente normativa.
3. Per le finalità previste ai precedenti commi 1
e 2, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire
5.000.000.000, con allocazione al capitolo 1003129 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001.
1. Per la realizzazione di progetti a sostegno
dell’occupazione da eseguirsi da parte dei comuni di Acri, S. Giovanni in
Fiore, Nardodipace, S. Demetrio Corone, Longobucco, Fabrizia, Casabona e della
Comunità Montana Alto Tirreno (Verbicaro), la Giunta regionale è autorizzata a
concedere agli Enti medesimi contributi, per l’anno 2001, per un importo
complessivo di lire 10.000.000.000, con allocazione al capitolo 2323201 dello stato
di previsione della spesa del bilancio 2001.
2. Per il cofinanziamento dei progetti di
formazione e riqualificazione professionale elaborati dalla Regione ai sensi
dell’art. 26 della legge 21.12.1978 n. 845, approvati con deliberazione della
Giunta regionale n. 959 del 28.11.2000 ed assentiti dal competente Ministero, è
autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 1.629.000.000,
con allocazione al capitolo 3221149 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2001.
1. Per gli interventi relativi al ripiano dei
disavanzi di esercizio delle Aziende pubbliche e private che esercitano
pubblici esercizi di trasporto locale inerenti all’anno 2001 - secondo quanto
stabilito dalla legge regionale 13.8.2001, n.1 8 - è autorizzata, in via
straordinaria, per l’esercizio finanziario 2001, l’ulteriore spesa di lire
8.000.000.000, con allocazione al capitolo 2222120 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001.
2. Per l’aggiornamento del Piano regionale dei
Trasporti, anche in relazione a quanto stabilito dallo “Strumento Operativo per
il Mezzogiorno” e dalla legge regionale 7.8.1999, n. 23, è autorizzata per
l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 500.000.000, con allocazione al
capitolo 2222121 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
3. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
3, comma 2, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 2132102
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è aumentata di lire
50.000.000.
4. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
5, comma 6, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 2222115
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è diminuita di lire
500.000.000.
5. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
17, comma 2, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 4331103
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è aumentata di lire
3.700.000.000 in attuazione di quanto stabilito dalla deliberazione della
Giunta regionale n. 699 del 2 agosto 2001.
6. La Giunta regionale è autorizzata a concedere
un contributo straordinario alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e
Agricoltura di Cosenza, per il finanziamento delle attività inerenti al
funzionamento del laboratorio merceologico.
7. Per gli interventi di cui ai precedente comma
è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire 200.000.000,
con allocazione ai capitolo 6211101 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2001.
8. Alla legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4
sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
- all’articolo 8, comma 1, le parole: “31
dicembre 2001” sono sostituite dalla parole: “31 dicembre 2002”;
- all’articolo 9, comma 1, la lett. a) è
sostituita dalla seguente: “a) lire 30 (trenta) milioni per ogni rapporto
stabilizzato entro il 31.7.2002.”;
- all’articolo 9, comma 1, le lett. b), c) e d)
sono soppresse;
- all’articolo 10, comma 1, le parole: “dal 1°
agosto 2001” sono sostituite dalle parole: “dal 1° agosto 2002”;
- all’articolo 10, comma 1, lett. a), le parole:
“entro il 31.10.2001” sono sostituite dalle parole: “entro il 31.10.2002”;
- all’articolo 10, comma 1, la lett. b) è
soppressa.
1. Al fine di facilitare la costituzione e il
funzionamento della segreteria tecnico-operativa di ciascun Ente d’ambito, ai
sensi dell’art. 43 della legge regionale 3.10.1997, n. 10, la Giunta regionale
è autorizzata ad anticipare a ciascun Ente d’ambito medesimo le somme
strettamente necessarie per le prime spese di costituzione e funzionamento.
Ciascun Ente d’ambito provvederà a rimborsare alla Regione quanto anticipato
non appena si concluderanno le procedure di determinazione del fondo di
dotazione previsto dall’art. 43, comma 7, lett. a), della legge regionale
3.10.1997, n. 10.
2. Per provvedere agli oneri di cui al precedente
comma, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di lire
1.000.000.000, con allocazione al capitolo 2211104 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001.
1. Per la riattivazione e gestione del Centro
Regionale di Restauro del Libro Antico, per il tramite del Sistema
Bibliotecario Territoriale Vibonese, è autorizzata per l’esercizio finanziario
2001 la spesa di lire 300.000.000, con allocazione al capitolo 3132144 dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2001.
2. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
8, comma 4, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 3132101
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è diminuita di lire
200.000.000.
3. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
9, comma 12, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 3132134
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è diminuita di lire
100.000.000.
4. L’autorizzazione di spesa prevista dall’art.
8, comma 1, della legge regionale 2.5.2001, n. 7, allocata al capitolo 3121102
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001, è aumentata di lire
100.000.000, per provvedere agli oneri derivanti dalle obbligazioni assunte
nell’esercizio finanziario 2000 il cui residuo passivo è stato erroneamente
annullato.
1. La Regione, anche con riferimento a quanto
previsto dal Programma Operativo Regionale (POR) Calabria 2000-2006, approvato
dalla Commissione Europea con Decisione n. C (2000) 2345 dell’8 agosto 2000, e
in attuazione del Piano Regionale per l’innovazione, sostiene la domanda di
Ricerca e Sviluppo (R&S) delle imprese e dei sistemi produttivi regionali
mediante aiuti accordati in conformità a quanto previsto dalla Disciplina
Comunitaria per gli aiuti di Stato alla Ricerca e Sviluppo, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee - Serie C 45 del 17.2.1996.
2. La Giunta Regionale, con propri atti,
disciplina le modalità attuative per la concessione degli aiuti di cui al
precedente comma nel rispetto di tutte le condizioni di cui alla citata
Disciplina comunitaria.
3. Gli aiuti di cui al precedente comma i possono
avere ad oggetto le seguenti attività di Ricerca e Sviluppo:
a) Attività che mirano all’adempiamento delle
conoscenza scientifiche e tecniche non connesse ad obiettivi industriali e
commerciali (ricerca fondamentale);
b) Ricerca pianificata o indagini critiche
miranti ad acquisire nuove conoscenze che possano essere utili per mettere a punto
nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o comportare un notevole
miglioramento dei prodotti, processi produttivi o servizi esistenti (ricerca
industriale);
c) Attività volte alla concretizzazione dei
risultati della ricerca industriale in un piano, un progetto o un disegno per
prodotti, processi produttivi o servizi nuovi, modificati o migliorati, siano
essi destinati alla vendita o all’utilizzazione, compresa la creazione di un
primo prototipo non idoneo a fini commerciali. Tale attività può inoltre
comprendere la formulazione teorica e la progettazione di altri prodotti,
processi produttivi o servizi nonché progetti di dimostrazione iniziale o
progetti pilota, a condizione che tali progetti non siano né convertibili né
utilizzabili a finì di applicazione industriale o sfruttamento commerciale.
Essa non comprende le modifiche di routine o le modifiche periodiche apportate
a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e
altre operazioni in corso, anche se tali modifiche possono rappresentare
miglioramenti (ricerca precompetitiva).
4. La Regione si impegna a presentare alla
Commissione Europea una relazione annuale sull’applicazione degli aiuti di cui
al presente articolo, secondo quanto stabilito al paragrafo 7 della Disciplina
Comunitaria per gli aiuti di Stato alla Ricerca e Sviluppo, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee - Serie C 45 del 17.2.1996.
5. Le norme di cui al presente articolo restano
in vigore fino al 30 giugno 2007.
6. Le norme di cui ai presente articolo, fino
all’approvazione da parte della Commissione Europea del Regime d’aiuto alla
R&S presentato dalla Regione Calabria (aiuto di Stato n. 716/2000), sono
poste in esecuzione alle condizioni di cui ai Regolamento CE n. 69/2001 della
Commissione del 12 gennaio 2001 relativo all’applicazione degli articoli 87 e
88 del trattato CE agli aiuti di importanza minore “de minimi”, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee - Serie L 10/30 del 13 gennaio
2001.
7. Agli oneri derivanti dall’applicazione del
presente articolo si provvede con i corrispondenti fondi previsti nel bilancio
annuale 2001 e nei bilancio pluriennale 2001-2003 e successivi.
1. La Regione, anche con riferimento a quanto
previsto dal Programma Operativo Regionale (POR) Calabria 2000-2006, approvato
dalla Commissione Europea con Decisione n. C (2000) 2345 dell’8 agosto 2000,
sostiene la nascita e lo sviluppo delle grandi imprese operanti nei settori
dell’industria, dei commercio, del turismo e dei servizi, mediante aiuti
accordati in conformità a quanto previsto dagli “Orientamenti in materia di
aiuti di stato a finalità regionale” pubblicati sulla GUCE C74 del 10 marzo
1998 e nel rispetto delle intensità massime stabilite dalla “Carta degli aiuti
di stato a finalità regionale per il 2000-2006” approvata con decisione della
Commissione Europea del 1° marzo 2000, comunicata alle Autorità Italiane con
nota del 13 marzo 2000, SG2000 D/1 02347 (GUCE C175/11 del 24 giugno 2000).
2. Sono esclusi dal campo di applicazione della
presente norma:
a) gli aiuti nei settori dei trasporti, della
siderurgia, delle fibre sintetiche, delle costruzioni navali e dell’industria
automobilistica;
b) gli aiuti alle attività connesse alla
produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti elencati
nell’allegato I del Trattato CE;
c) gli aiuti alle attività connesse
all’esportazione, vale a dire agli aiuti direttamente connessi ai quantitativi
esportati, alla costituzione e gestione dì una rete di distribuzione o ad altre
spese correnti connesse all’attività d’esportazione;
d) gli aiuti a favore delle imprese in difficoltà
e a favore della ristrutturazione finanziaria delle imprese in difficoltà,
disciplinati dagli orientamenti comunitari pubblicati nella GU C 368 del 23.12.1994,
pag. 12;
e) gli aiuti condizionati all’impiego
preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti d’importazione;
f) gli aiuti alle attività di ricerca,
fondamentale, industriale e/o precompetitiva, di cui all’allegato I della
disciplina comunitaria per gli aiuti di stato alla ricerca e sviluppo (GUCE C
45, 17.02.96, pag. 5);
g) gli aiuti agli investimenti per la tutela
dell’ambiente (GUCE C 37, 3.2.01, pag. 3), ivi compresi gli aiuti agli
investimenti per il risparmio energetico, gli aiuti agli investimenti nei
settori delle energie rinnovabili e della cogenerazione, nonché gli aiuti agli
investimenti finalizzati all’adeguamento delle strutture produttive alle
normative comunitarie in materia di tutela dell’ambiente;
h) gli aiuti alle iniziative assoggettabili alla
disciplina multisettoriale degli aiuti ai grandi progetti di investimento (GUCE
C 107, 07.04.98, pag. 7).
3. L’intensità dell’aiuto per le grandi imprese,
nel rispetto delle intensità massime stabilite dalla “Carta degli aiuti di
stato a finalità regionale per il 2000-2006”, non può superare il tasso del 50%
in ESN.
4. Il massimale di intensità di aiuto di cui al
comma precedente costituisce contemporaneamente il massimale di cumulo applicabile
al totale dell’aiuto in caso d’intervento concomitante di diversi regimi a
finalità regionale, che esso provenga da fondi locali, regionali, nazionali o
comunitari.
5. Gli aiuti di cui al precedente comma 1 possono
avere ad oggetto l’investimento produttivo o la creazione di posti di lavoro
connessa con l’investimento.
6. La Giunta Regionale, con propri atti,
disciplina le modalità attuative per la concessione degli aiuti di cui al
precedente comma 1 nel rispetto di tutte le condizioni di cui alla citata
disciplina comunitaria.
7. Le norme di cui al presente articolo restano
in vigore fino al 30 giugno 2007.
8. Le disposizioni previste dalla presente norma
restano sospese fino all’approvazione da parte della Commissione europea del
regime di aiuto alla R&S notificato dalla Regione Calabria (Aiuto di Stato
n. 648/2000).
9. Agli oneri derivanti dall’applicazione del
presente articolo si provvede con i corrispondenti fondi previsti nel bilancio
annuale 2001 e nei bilancio pluriennale 2001-2003 e successivi.
1. Il termine previsto dall’art. 2, comma 3,
lett. B), della legge regionale 7 marzo 2000, n. 9 è prorogato per l’ulteriore
periodo i gennaio 2002 - 31 dicembre 2004.
2. All’art. 11, comma 1, della legge regionale 10
aprile 1995, n. 11 le parole: “tre anni” sono sostituite dalle parole “cinque
anni”.
3. All’articolo 1 della legge regionale 18
febbraio 1994, n. 8 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
- al comma 1, le parole: “cinquantamila” e
“settemila” sono rispettivamente sostituite con le parole: “settantamila” e
“diecimila”;
- al comma 2, la parola: “ventimila” è sostituita
con la parola: “trentamila”;
- il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. L’aggiornamento triennale dei compensi di cui
ai presente articolo, secondo l’indice ISTAT, è effettuato dal Dipartimento
Sanità entro sessanta giorni dalla pubblicazione dei relativi dati sulla
Gazzetta Ufficiale dello Stato.”
4. L’aggiornamento dei compensi di cui al
precedente comma 3 sono applicati a decorrere dall’entrata in vigore della
presente legge.
5. Ai maggiori oneri derivanti dall’applicazione
dei precedenti commi 3 e 4 si provvede con lo stanziamento previsto al capitolo
1013101 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2001 e successivi.
6. All’articolo 4 bis della legge regionale 2
maggio 2001, n. 7 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
- al comma 4, le parole: “Saline Joniche” sono
sostituite dalle parole: “Comune di Montebello Jonico-Frazione di Saline
Joniche”;
- al comma 5 le parole: “lire 50.000.000” sono
sostituite dalle parole: “lire 150.000.000”.
7. All’articolo 41, comma 4, della legge
regionale 3 ottobre 1997, n. 10 è aggiunto in fine il seguente periodo:
“Limitatamente al solo responsabile della segreteria tecnico-operativa la
relativa posizione giuridico-economica è preventivamente definita dalla Regione
che ne assume a proprio carico il relativo onere, fermo restando la dipendenza
funzionale dall’Ente di Ambito di destinazione, a carico del quale gravano gli
oneri delle competenze accessorie.
8. Alla copertura degli oneri di cui al
precedente comma si provvede con il bilancio relativo all’esercizio finanziario
2002.
1. L’articolo 31 bis della legge regionale 2
maggio 2001, n. 7 è così sostituito:
1. La Regione sostiene le PMI interessate a
ricorrere ad operazioni di credito ordinario a medio termine finalizzate alla
realizzazione di investimenti fissi, coerenti con quanto previsto dal
Regolamento (CE) 70/2001, mediante la concessione di contributi in conto
interessi nella misura massima di 3 punti percentuali.
2. Per l’attuazione degli interventi di cui al
precedente comma 1, la Giunta Regionale disciplina, ai sensi dell’art. 31
quater della legge regionale 2.5.2001, n. 7, le modalità attuative attraverso
rapporti convenzionali con gli istituti di credito selezionati dal Ministero
delle Attività Produttive per la gestione delle agevolazioni, di cui alle leggi
n. 488/92 e n. 215/92 ed operanti in Calabria, che aderiranno all’iniziativa.
3. Per le finalità di cui ai precedenti commi 1 e
2, è autorizzato il limite di impegno di lire 4.000.000.000 per l’esercizio
finanziario 2001, con allocazione al capitolo 6122222 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2001.
4. Qualora gli oneri conseguenti agli interventi di
cui al presente articolo decorrano successivamente all’esercizio finanziario
2001, lo stanziamento previsto al capitolo di spesa 6122222 per tale esercizio,
può essere utilizzato nell’esercizio 2002 e successivi.”
2. La denominazione del capitolo 6122222 è così
modificata: “Concessione di contributi in conto interessi in favore delle PMI
interessate a ricorrere ad operazioni di credito ordinario a medio termine
finalizzate alla realizzazione di investimenti fissi, coerenti con quanto
previsto dal regolamento (CE) 70/2001 (Articolo 10 d.d.l. finanziaria -
variazione bilancio 2001).”
1. La presente legge è dichiarata urgente ed
entra in vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
1. Negli stati di previsione dell’entrata e della
spesa del bilancio 2001, approvato con legge regionale 2 maggio 2001, n. 8,
sono introdotte le variazioni di cui alle annesse tabelle “A” e “B”.
2. Nella parte entrata e spesa del bilancio
pluriennale 2001-2003, approvato con l’art. 5 della legge regionale 2 maggio
2001, n. 8, sono introdotte, per il triennio 2001-2003, le variazioni di cui
alle annesse tabelle.
1. Sono approvati i seguenti allegati:
- Allegato n. 1, concernente le variazioni
apportate al bilancio dell’A.FO.R. (Azienda Forestale della Regione Calabria)
per l’anno 2001;
- Allegato n. 2, concernente le variazioni
apportate al bilancio dell’A.R.S.S.A. (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e i
Servizi in Agricoltura) per l’anno 2001;
-Allegato n. 3, concernente le variazioni
apportate al bilancio dell’EDIS (Ente per il diritto allo studio universitario
della Calabria) per l’anno 2001.
1.
La presente legge è dichiarata urgente ed entra in
vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione.