X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
SOMMARIO
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n. 69
SEDUTA Di LUNEDì 15 APRILE 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO
E DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE GENTILE
Inizio
lavori h. 16,07
Fine lavori h. 18,30
INDICE
TALLINI Domenico, Segretario questore
BATTAGLIA Domenico (Partito
Democratico)
GALLO Gianluca (Casa delle
libertà)
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
MIRABELLO Michelangelo (Partito
Democratico)
SCALZO Antonino (Moderati per la
Calabria)
ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro
Destra)
ROMEO Sebastiano (Partito
Democratico)
PRESIDENTE,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*
BOVA Arturo (Democratici
Progressisti),*,*
GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici
Progressisti),*
GRECO Orlandino (Oliverio
Presidente)
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
NERI Giuseppe, Segretario questore,*,*,*,*,*
OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente
della Giunta regionale
ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto),*
ROMEO Sebastiano (Partito
Democratico),*
SCULCO Flora (Calabria in Rete)
SERGIO Franco (Moderati per la
Calabria), relatore,*
TALLINI Domenico (Forza Italia),*,*,*
Presidenza del presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,07
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del
verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Chiede l’inserimento di un ordine del giorno relativo alla riunione del Consiglio dei Ministri, prevista per il 18 aprile p.v. a Gioia Tauro e relativa all’approvazione del decreto sull’emergenza sanità in Calabria.
Ritiene che, dopo tanti anni di commissariamento, dai quali sono scaturiti il blocco del turn over, la chiusura di reparti, accorpamenti e carenza dei servizi essenziali di assistenza, nonché la mancata stabilizzazione dei precari, la Giunta regionale debba al più presto investire di tali problematiche il Presidente della Repubblica.
Concordando con quanto dichiarato dal consigliere Guccione e ritenendo di fondamentale importanza il tema della sanità – soprattutto in questo momento in cui, a suo dire, emerge ancora di più l’azione devastante del Governo centrale – comunica di aver presentato un ordine del giorno sul tema e ne chiede l’inserimento all’ordine dei lavori con l’auspicio che la Giunta regionale possa intervenire in maniera coesa, per la difesa della salute.
Pone ai voti l’inserimento degli ordini del giorno di iniziativa dei consiglieri Guccione e Scalzo, che è approvato.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge
numero 424/10^, recante “Ratifica dell'accordo
per l'istituzione dell'Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana,
la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana
di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il
coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto”.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte di legge
numero 415/10^, concernente la modifica alla legge regionale numero 2 del 2019,
e numero 362/10^, inerente gli interventi regionali per il sistema del cinema e
dell’audiovisivo in Calabria.
Pone ai voti l’inserimento delle proposte che è approvato, indi propone e pone ai voti l’inserimento del progetto di legge numero 413/10^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 19/2002 (Legge Urbanistica della Calabria)”, e del disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale recante “Disposizioni in materia di gestione dei rifiuti urbani nel territorio della provincia di Reggio Calabria”, che sono inseriti.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge
numero 394/10^ concernente: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 18 giugno 1984, n. 14 (Provvidenze in favore
dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)”.
Pone ai voti l’inserimento che è approvato.
Chiede il rinvio della trattazione.
Chiede le motivazioni per le quali si chiede il rinvio.
Precisa che la richiesta di rinvio scaturisce dalla necessità di apportare ulteriori modifiche allo Statuto e che, pertanto, sarebbe auspicabile procedere ad un’unica modifica.
(Il Consiglio rinvia)
Illustra la proposta di legge che mira a garantire, nel sistema elettivo regionale calabrese, il principio di equilibrio di entrambi i generi nei Consigli e nelle Giunte delle autonomie territoriali e delle Regioni.
Precisa che la proposta attua pienamente i principi di cui sia agli articoli 3, 51, primo comma, 117, settimo comma, e 122 della Costituzione sia al secondo comma dell’articolo 38 dello Statuto regionale, ai sensi del quale “la legge regionale promuove la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”.
Evidenzia, ancora, che la stessa si pone in linea con la legge numero 215 del 2012 e con l’articolo 35, comma 3bis, dello Statuto, che introduce la misura minima del 30 per cento per la rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale.
Passa poi alla descrizione dell’articolato: l’articolo 1 introduce una percentuale di rappresentanza minima di genere nelle liste dei candidati; l’articolo 2 prevede che, nel caso di espressione di due preferenze, una debba riguardare un candidato di genere maschile e l’altra uno di genere femminile della stessa lista, a pena di annullamento della seconda preferenza; l’articolo 3 prevede l’adattamento delle schede di votazione al principio di parità di accesso di uomini e donne alle cariche elettive regionali; l’articolo 4 contiene la clausola di invarianza finanziaria.
Infine fa presente che la proposta di legge è corredata della relazione tecnico-finanziaria.
Passa alla votazione dell’articolato e ai relativi emendamenti.
Chiede la votazione per appello nominale sul provvedimento nel suo complesso.
Legge l’emendamento, a sua firma, protocollo numero 41771, all’articolo 1 che recita: “Al fine di assicurare la parità di accesso alle cariche elettive degli uomini e delle donne, ai sensi degli articoli 51 e 117 della Costituzione, in ogni lista circoscrizionale nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento dei seggi assegnati alla circoscrizione; in caso di quoziente frazionario si procede all’arrotondamento all’unità più vicina”.
Preannuncia il voto di astensione delle forze politiche di minoranza, sia sugli emendamenti sia sul provvedimento nel suo complesso.
Passa alla votazione dell’emendamento a firma del consigliere Sergio.
Chiede se sia necessaria la maggioranza qualificata anche sugli emendamenti.
Chiarisce che l’appello nominale è stato richiesto per la votazione della legge nel suo complesso.
A suo avviso, il principio della maggioranza qualificata vale anche per la votazione degli emendamenti.
Sottolinea che l’approvazione della legge in discussione non è prerogativa della maggioranza che governa la Calabria, bensì riguarda, in generale, la “scrittura delle regole”, necessaria per riformulare la legge elettorale, quindi dovrebbe essere condivisa da tutti i gruppi politici.
Censura il richiamo a tecnicismi che potrebbero degradare in stratagemmi ostruzionistici e ricorda che per l’approvazione, trattandosi di modifica della legge elettorale, è necessaria la maggioranza qualificata. Per tali ragioni, a suo avviso l’Aula deve pronunciarsi con la massima chiarezza e trasparenza, quindi sottolinea la necessità di procedere con la votazione per appello nominale.
Invita il Segretario questore a fare la chiama.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 29; hanno votato sì: 15; hanno votato no: 1; astenuti: 13. Pertanto, l’emendamento a firma del consigliere Sergio è respinto.
Giudicata quella odierna una “pagina buia” nella storia del regionalismo calabrese, stigmatizza le scelte che stanno emergendo dal dibattito.
Invita il consigliere Bova ad illustrare l’emendamento successivo.
Precisa che l’emendamento protocollo numero 39226 è ritirato e continua leggendo l’emendamento protocollo numero 39484, all’articolo 1.
Invita il Segretario questore a fare la chiama.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 29; hanno votato sì: 15; hanno votato no: 1; astenuti: 13. Pertanto l’emendamento a firma del consigliere Bova è respinto.
Informato, quindi, che l’emendamento protocollo numero 11591 è stato ritirato, passa alla votazione dell’articolo 1 nella formulazione originaria. Invita il Segretario questore a fare la chiama.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 29; hanno votato sì: 15; hanno votato no: 1; astenuti: 13. Pertanto, l’articolo 1 è respinto.
(È respinto)
Osservato come non vi sia la maggioranza per approvare la legge e non condiviso l’atteggiamento emerso in Aula, ritiene necessario avviare in maniera concreta la riforma della legge elettorale in maniera il più possibile condivisa.
Evidenziato che le dichiarazioni del consigliere Guccione corrispondono con quanto detto dalla minoranza in Conferenza dei capigruppo, volte a trovare un accordo sulla proposta in discussione, sottolinea come i consiglieri siano stati accolti, al loro ingresso a Palazzo Campanella, da manifestanti che cantavano cori di matrice nettamente di sinistra, quasi a significare all’opinione pubblica che la proposta sulla parità di accesso alle cariche elettive sia prerogativa di una sola parte politica Puntualizzato che la minoranza non è contraria a priori alla proposta ed alla partecipazione attiva delle donne in politica , ritiene però indispensabile il rispetto delle istituzioni e ravvisa nella maggioranza un atteggiamento strumentale e finalizzato esclusivamente ad incassare un risultato politico. Considerato concluso l’iter riguardante il progetto di legge, si dice disponibile ad aprire un dialogo scevro da strumentalizzazioni politiche sulla materia oggetto della discussione.
Ritenuto che si stia scrivendo una pagina negativa per il Consiglio regionale, rappresentando una Calabria diversa da quella che realmente è, ossia una Regione non al passo con i cambiamenti che sono già largamente in atto in Italia e all’estero, evidenzia come nella precedente seduta di Consiglio fosse stata accolta la proposta di rinvio sulla base dell’impegno di predisporre una proposta di riforma complessiva della legge elettorale.
Sottolineato il risultato negativo prodotto dal gruppo di lavoro deputato di redigere un testo e che, a suo avviso, nulla ha fatto per addivenire ad una proposta condivisa, evidenzia come sia palese l’assenza di una qualsivoglia volontà, tesa ad affrontare il tema, registrando, per contro, il tentativo di affossare la riforma.
Rilevato come si sia lavorato per l’applicazione di una legge nazionale, approvata con la convergenza di tutte le forze politiche in Parlamento e con un voto larghissimo, giudica un grave errore non approvare la proposta in discussione, che non avrebbe impedito ulteriori e successivi approfondimenti. Stigmatizza, quindi, il comportamento della minoranza che, a suo dire, dietro la necessità di approvare una riforma generale, cela l’intenzione di non consentire l’approvazione della proposta, evitando al contempo di affrontare i problemi esistenti al suo interno.
Appellandosi a tutti consiglieri, chiede loro una valutazione ponderata del provvedimento che, se approvato, metterebbe la Calabria al passo con altre realtà del Paese in generale. Evidenziato come la doppia preferenza di genere sia un atto di libertà e non un obbligo, ribadisce che la scelta odierna del Consiglio regionale di non allinearsi all’evoluzione dei tempi dia una rappresentazione della Calabria non veritiera e retrograda.
Non comprende l’astensione della minoranza, considerato che la proposta di legge è stata approvata in Commissione all’unanimità, dopo una discussione precisa e dettagliata.
Richiamata l’importanza di mantenere il decoro istituzionale e ribaditi i principi etici alla base del confronto politico, evidenzia il valore della discussione in atto, stigmatizzando l’atteggiamento politico tenuto in Aula in generale e nello specifico di chi, pur appartenendo alla maggioranza, ha votato contro i due emendamenti.
Presidenza del presidente Nicola Irto
Pone in votazione l’articolo 2.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione. Presenti e votanti: 29. Hanno votato sì 15; hanno votato no 1; astenuti 13. Comunica, pertanto, che l’articolo 2 è respinto.
(È respinto)
Successivamente pone in votazione l’articolo 3.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione. Presenti e votanti: 29. Hanno votato sì 15; hanno votato no 1; astenuti 13. Comunica, pertanto, che l’articolo 3 è respinto.
(È respinto)
Pone ai voti l’articolo 4.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione. Presenti e votanti: 29. Hanno votato sì 15; hanno votato no 1; astenuti 13. Comunica, pertanto, che l’articolo 4 è respinto.
(È respinto)
Stigmatizza la condotta politica di coloro che hanno strumentalizzato la problematica e della maggioranza in generale, della quale evidenzia la poca compattezza e coesione, anche nell’esame della proposta di legge in oggetto.
Di contro sottolinea, come diverse volte manifestato in altre occasioni, l’atteggiamento coeso e collaborativo della minoranza.
Esorta a prendere contezza concretamente della vicenda, con la formulazione di una nuova proposta di legge che prenda in esame una vera riforma della legge elettorale nel suo complesso, tenendo conto dei recenti interventi normativi in materia.
Ribadisce il proprio voto contrario, manifestato più volte anche in precedenza, affermando che le scelte politiche vanno assunte con coraggio, “a viso aperto”.
Contrario ad ogni sorta di strumentalizzazione politica sulla vicenda, evidenzia l’importanza di ripartire dalle donne per la crescita della politica, dichiarando che gli strumenti per garantire la partecipazione delle donne sono altri.
Stigmatizza l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza e dal presidente Oliverio e, riflettendo sulla discussione in atto, afferma di avere assistito a comportamenti arretrati, non consoni ad una discussione consiliare.
Esorta, pertanto, ad un atteggiamento propulsivo e propositivo che miri ad una riforma concreta della legge elettorale, suggerendo, per esempio, di eliminare la preferenza di genere e proponendo l’alternanza uomo-donna nella rappresentanza della massima Assise regionale.
Presidenza vicepresidente Giuseppe Gentile
Afferma che nella seduta odierna è stato ottenuto un importante risultato: lo smascheramento di coloro che fingevano favore per la legge.
Considera quella odierna una pagina buia, un tentativo evidente di mistificare la realtà. Evidenzia, inoltre, l’incoerenza di alcune dichiarazioni che hanno biasimato la fretta e l’assenza di dialogo della maggioranza, a fronte di un testo approvato il 16 luglio 2015. Ricorda, quindi, che la decisione di riportare il testo in Aula è stata condivisa, in quanto l’approvazione della legge elettorale non è stata mai oggetto di scontro tra maggioranza e minoranza e vi è sempre stata ampia disponibilità nell’accogliere proposte di modifica. Esorta ad ammettere come non vi sia la volontà di inserire la preferenza di genere e giudica ipocrita la minoranza che ha presentato una proposta di legge in Prima Commissione che prevede una sorta di riserva per il genere femminile negli organi di amministrazione delle società a controllo pubblico regionale e negli enti sub- regionali.
Ritenendo, perciò, che non vi siano le condizioni per proseguire, invita i consiglieri ad interrompere i lavori e lasciare l’Aula.
(Alcuni consiglieri di maggioranza abbandonano l’Aula)
Avendo vissuto tutte le fasi dell’elaborazione delle norme sulla preferenza di genere, considera la seduta odierna il “walzer delle ipocrisie”. Chiede se sia credibile una maggioranza che dichiara di voler dare attenzione alle donne e poi si oppone al ricorso della consigliera Wanda Ferro, costituendosi in giudizio davanti alla Corte costituzionale. Contesta il fatto che, consapevoli di una mancanza di unità nella maggioranza, si sia scelto di portare in votazione la proposta di legge. In merito, quindi, al tentativo di trovare un accordo, rammenta che la minoranza era convinta che si potesse giungere ad un risultato, ma non cedendo ad un ricatto politico dalla maggioranza. Ritiene che sarebbe stato più dignitoso ritirare la proposta, invece di tentare una forzatura in Aula, portando avanti una battaglia di principio onorevole, ma non condivisibile. Conclude dichiarando che l’obiettivo della minoranza è dare vita ad uno schieramento compatto e che tale processo ha interrotto il dialogo, rafforzando la convinzione di essere alla conclusione di un’esperienza fallimentare.
(Il Consiglio respinge)
Constata la mancanza del numero legale, toglie la seduta.
La
seduta termina alle 18,30
Il Funzionario PO
Dott.ssa Giada Katia Helen Romeo