CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
Seduta n. 65 del 30/01/2019 - Diretta testuale e streaming

Consiglio regionale del 30/01/2019


DIRETTA DALL'AULA - 65^ SEDUTA

di mercoledì 30 gennaio 2019

Presidenza del Presidente Nicola IRTO

Vedi elenco consiglieri/assessori

 

Il Presidente dà avvio ai lavori con la lettura e l'approvazione del verbale della seduta precedente.

(Presidenza del Vicepresidente Ciconte)

Comunicazioni all'Aula.

(Presidenza presidente IRTO)

Comunicazioni all'Aula - Seguito

Il Presidente inserisce il punto all'ordine del giorno

Processo attuativo del regionalismo differenziato ex articolo 116 Costituzione - DIBATTITO

Interviene la dott.ssa Mariateresa Fragomeni, Assessore al Bilancio e alle Politiche del Personale (fa un breve excursus sulla normativa finalizzata alla riforma di tipo federalistico, a partire dalle ragioni che hanno indotto i padri costituenti a garantire forme di autonomia alle regioni e province a spinta autonomista che, sottolinea, era motivata, essenzialmente, dalla tutela della propria specifiva identità storico/culturale e dalla preoccupazione di emarginazione rispetto al resto del Paese. Le richieste di autonomia di oggi, invece, continua, e del cosiddetto regionalismo differenziato, hanno motivazioni ed implicazioni squisitamente economiche - vedi i quesiti referendari della regione Veneto - e la questione dell'attuazione dell'art. 116, comma 3 che ruota attorno al tema centrale della copertura finanziaria e del reperimento delle reltive risorse. Nel febbraio 2018, l'accordo siglato col Governo Gentiloni prevedeva la possibilità che Stato e Regioni potessero determinare congiuntamente modalità per assegnare risorse da attingere da fondi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese, fondi, quindi, per lo sviluppo infrastrutturale del paese che potranno essere stornati per dare maggiori beni e servizi a regioni che già ne hanno in abbondanza, senza aver messo in campo elementi perequativi. La regione Calabria, spiega, in Commissione delle Regioni, prima, ed in sede di Conferenza Stato-Regioni, poi, ha preteso che venisse inserito nel documento comune un importante correttivo acchè venisse subordinata la previsione di "forme particolari di autonomia" ai generali principi di uguaglianza sostanziale, al riconoscimento dei diritti fondamentali della persona, sia come singolo si nelle formazioni sociali ed alla concessione di risorse aggiuntive ed interventi speciali per rimuovere gli squilibri economici e sociali. Una rilevante criticità, continua, si può rilevare nel criterio che si vorrebbe adoperare per la rideterminazione dei fabbisogni standard la cui perimetrazione sarà fatta tenendo conto del gettito fiscale regionale e che, pertanto, determinera una differenziazione sull'erogazione dei servizi. Si puo, dunque, affermare che l'autonomia differenziata regionale può modificare profondamente le modalità di funzionamento dell'Italia e dell'Italia stessa. Necessaria, dunque, un'attenta ed approfondita discussione, tenedo conto delle maggiori criticità e ponendo attenzione alle modalità di finanziamento delle competenze trasferite alle regioni ed evitare che i finnziamenti abbiano quale criterio il gettito fiscale).

Interviene il consigliere BEVACQUA Domenico (Partito Democratico) (rivolge un saluto al Presidente Oliverio. Esprime apprezzamento per la celerità con la quale la Conferenza dei capigruppo ed il Presidente Irto hanno previsto il dibattito politico sul tema, praticamente assente sui media. L'agenda politica del Paese distrae dalla problematica e porta l'attenzione su argomenti futili, dichiara - rammenta che ha cercato di alzare l'attenzione sul tema attraverso il coinvolgimento di soggetti interesssati. Il rischio è alto, continua, la Calabria dovrebbe fare da apripista e chiedere lo stop della mascherata secessione in corso, perchè ne va del futuro della propria gente. Il tempo è poco, il Ministro ha già annunciato la firma delle intese per il prossimo febbraio ed il Parlamento non sarà capace di opporsi efficacemente, dichiara. La ministra Stefani ha già previsto una serie di passaggi che puntano e partono dal maggior gettito fiscale, determinando un indebolimento per le regioni povere. Nel ricordare al Governo che la legge delega del 2009 ha approvato i principi che oggi andrebbero richiamati, lo invita a tener conto delle variabili economiche ed a garantire i servizi ed i diritti ad un livello standard. Non bisogna accontentarsi delle briciole, dichiara, ed è facile immaginare il danno irrimediabile che si determinerà in ambiti importanti quali istruzione, viabilità ecc. Bisogna tenere, inoltre, alta l'attenzione, costituire un fronte largo composto dalle regioni del Sud. Questa è una fase cruciale, conclude, ed è necessario impedire questa forma di federalismo non con forme becere di contestazioni, ma rivendicando la possibilità di affrontare il nuovo percorso, partento ed avendo le stesse opportunità).

Interviene il consigliere PARENTE Claudio (Forza Italia) (Ritiene che la problematica vada portata il prima possibile alla visione dei calabresi perchè è evidente la deriva leghista. Bisogna essere concreti e risoluti perchè non venga mascherato l'interesse squisitamente economico sotto mentite spoglie, afferma. La ministra ha detto, continua, che l'attribuzione delle competenze verrà fatta sulla base di quello che è il costo storico e sarebbe già un disastro, per come sono stati fatti i criteri di riparto nel 2011 e per il fatto che la Calabria parte da un handicap di 280 milioni, inoltre,la ministra ha dichiarato che verranno definiti i fabbisogni standard ... - è uno specchietto per le allodole perchè i costi sono gli stessi per tutto il territorio e soprattutto perche non si conoscono i valori a base della determinazione dei costi, dunque la proccupazione è alta. Nel silenzio assoluto dell'attuale Governo, prosegue, non si può che partire dall'accordo preliminare del 2018 con Gentiloni nel quale è stato previsto che, per i fabbisogni standard, si deve far riferimento alla popolazione ed al gettitto dei tributi, maturato nel territorio regionale, che non sono esattamente rassicuranti per le regioni del Sud. Ne deriverebbero diritti diversi tra cittadini del sud e quelli del nord, dove le regioni si trasformerebbero in Regioni-Stato. Il Presidente Zaia paragona il regionalismo differenziato ad una riformma costituzionale, ma bisogna chiedersi, continua, come possa essere accolta una riforma costituzionale non avendo a base la Nazione e l'uguaglianza. Ammissibile un più ampio decentramento a condizione che ci sia uguaglianza giuridica ed economica e garanzia degli stessi servizi. Alla luce dei rischi che una riforma così invasiva comporterebbe bisogna inserire nella legge da presentare alle camere alcune richieste per: stabilire una clausola di supremazia dello Stato in materie come astruzione, energia, infrastrutture e trasporti; determinare i criteri per definire l'entità della perquazione; prevedere un periodo di sperimentazione pluriennale dell'autonomia richiesta - almeno dieci anni. Accettati queste clausole, bisogna, poi, dimostrare di essere una classe dirigente capace di gestire, ma, conclude, in assenza di infrastrutture e di servizi essenziali - in sanità per esempio - sarà difficile competere).

Interviene il consigliere GUCCIONE Carlo (Partito Democratico) (la seduta con la presenza del presidente Oliverio assume particolare importanza. La problematica, dichiara, deve partire da una premessa che parte dalla certezza che il regionalismo degli ultimi anni, per la Calabria, ha rappresentato un fallimento, ed ha accentuato la differenza tra nord e sud. Sembrava lo strumento per colmare un divario, ma non è accaduto, per sanità - anche perchè i calabresi si fanno curare in altre regioni -, per i servizi sociali, per la raccolta dei rifiuti e depurazione ecc.. Ciò nonostante, prosegue, bisogna rimanere dentro la discussione in tema di federalismo, il sud non può assistere passivamente, bisogna capire come, alla luce del federalismo, si tiene insieme l'unità del paese e rilanciare il tema del federalismo differenziato per garantire i servizi. Sarebbe incomprensibile tentare di difendere lo status quo, ma è necessario chiedere un nuovo patto, un nuovo federalismo. La battaglia serve a noi per dare una risposta al meridione arretrato, afferma, bisogna dare un messaggio chiaro al Governo ed ai governatori regionali dando vita ad un nuovo regionalismo che garantisca i servizi, sfidare il Governo su questo, sapendo che è necessario pensare ad iniziative finalizzate anche alla crezione di una nuova classe dirigente).

Interviene il consigliere ORSOMARSO Fausto (Misto) (la discussione, dichiara, si apre in un clima surreale del paese in cui sembra che nulla succeda. Oggi, in maniera unitaria, bisogna stabilire come confrontarsi col Governo e secondo quali presupposti. La Calabria potrebbe, anche, non avere una classe dirigente eccellente, dichiara, ma, di fatto, è stata ignorata ed ha subito le politiche degli ultimi governi. La sfida va lanciata, ed oggi, trasversalmente, bisogna parlare a chi ha atteggiamenti egoistici incomprensibili. Inoltre, continua, gli sperperi del nord vengono considerati e pesati in modo diverso, rispetto a quelli del sud. E' tempo di alzare la testa e stabilire una linea comune, continua, sollecitando anche i deputati, in gran parte silenti, e dimostrare che questa regione può operare bene e dare il giusto apporto alla rimodulazione dello Stato. La storia non si può capovolgere, continua, e la storia dice che il benessere del nord è stato creato anche dai meridionali che hanno, con le loro professionalità, colmato le lacune di quelle regioni che oggi fanno la voce grossa. Il confronto è epocale, conclude, e va spiegato ai calabresi. Ringrazia il presidente Irto per aver, sensibilmente, fatto propria la problermatica e costruito il giusto percorso istituzionale).

Interviene il consigliere SERGIO Franco (Moderati per la Calabria) (saluta il presidente Oliverio. Oggi, dichiara, affrontiamo un tema che, per poter essere veicolato, va inquadrato storicamente. Lo stato ha stabilito che per i territori di tipo B le risorse vadano differenziate. L'uguaglianza ha un costo miliardiario, la riforma del titolo V imponeva la definizione dei Led per evitare sperequazione e consentine l'erogazione dei servizi a tutti. Ciò non si è puntualmente verificato, i servizi sociali andrebbero garantiti a tutti ed invece la forbice tra nord e sud si è sempre più allargata. Gli effetti di questo divario si colsero nel 2014, annus horribilis in cui Svimez evidenzia una differenza di pil procapite simile a quello del dopoguerra. Le regioni del sud, a fronte del supplemento di competenze, hanno, decisamente, incontrato notevoli difficoltà nella gestione. La migrazione sanitaria, infatti, aumenta perchè i servizi non sono assolutamente paragonabili a quelli del nord. Analoga situazione si registra nei trasporti, scuola, sanità, ricerca. La dinamica attuativa del federalismo fiscale indice ad una riduzione dei trasferimenti delle risorse agli enti locali ed impedisce qualsiasi forma di sviluppo oltre ad un inasprimento delle imposte. Il federalismo non ha sortito gli effetti sperati, continua, e tutti i dati lo confermano. Le responsabilità non sono tutte riconducibili ed addebitabili all'attuale governo, esimendo i precedenti governanti dalle loro responsabilità. In realtà, conclude, l'egoismo del nord non ha colori, la classe politica tradisce le spettative ed ancor più la Costituzione ed il sud è rappresentato da un ceto politico mediocre e distratto.)

(Presidenza del Segretario Questore Tallini)

Interviene il consigliere ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra) (Rinrazia il presidente Irto per il percorso intrapreso, in assenza di dibattito pubblico. Sembra esserci un certo imbarazzo ad affrontare la tematica, problabilmente, per le contraddizioni di fondo che caratterizzano la nuova coalizione di governo. Non può essere un piagnisteo quello che dovrà caratterizzare la discussione odierna, dichiara. Necessario chiedere un certo tempo di riflessione, a garanzia della costituzione, per prevenire forme di differenziazione che determinerebbero un'aggravarsi della situazione relativamente all'erogazione di servizi. La Calabria, ad esempio, è ultima nell'erogazioni dei servizi sanitari ed il fenomeno si accentuerà e sarà aggravato dall'entrata in vigore della quota 100 che darà la stura ad un vero e proprio esodo degli operatori del settore. Il regionalismo differenziato non può e non deve diventare una riforma della costituzione, necessario aprire un negoziato con il governo, individuando i temi sui quali si dovrà incentrare la sfida, quali: ambiente, ecosistema, beni culturali, rapporti con l'unione europea... L'augurio è che la politica non metta a rischio l'unità del paese e pensare di mettere a base della riforma il gettito fiscale è una cosa assolutamente inaccettabile).

Interviene il Presidente della Giunta, Mario Oliverio (ritiene opportuno e corretto aver previsto una seduta ad hoc e l'inserimento di un unico punto all'ordine del giorno che, necessariamente, assume rilevanza strategica per la Calabria e per l'intero Paese. L'ultimo ventennio è stato carartterizzato, dichiara, da espressioni egoistiche . La Lega ha dato la stura al processo più volte riproposto de "L'autonomia fiscale" che non può non misurarsi con un dato di concretezza. L'obiettivo non è riuscito nel corso dell'ultimo ventennio, oggi si tenta di superare il dibattito parlamentare attraverso una trattativa con le singole regioni. Le trattative previste dalla normativa avrebbero dovuto riferisi a competenze su singole materie non sull'autonomia fiscale. I quesiti dei referendum vanno aldilà del dettato dell'art.116 della Costituzione. Bisogna capire come ripensare il federalismo, ma è paradossale quello che si sta tentando di fare. Mentre l'europa tenta di recuperare i territori sottosviluppati, all'interno del Paese si tenta di attuare una riforma che porti alla marginalità. Necessario partire dai fatti sostanziali che dimostrano una disarticolazione del paese. Anche la legge 92 del 2009 (riforma Calderoli) è contrastata dalla riforma odierna, il problema va oltre gli schieramenti. Il sud deve, non con un approccio di natura assistenziale, farsi sentire. Ritiene necessarie una serie di iniziative con il coinvolgimento dei governatori regionali, dello Svimez e di tutti i soggetti istituzionali e sociali. Il Sud dovrà proporre se stesso in una chiave nuova, avanzata, estrategica per la crescita del paese. E' importante lo sforzo del Consiglio nella definizione di una linea unitaria. Necessario prevedere sistemi di elevazione del tessuto imprenditoriale e delle istituzioni e la creazione di sistemi nuovi che rendano efficace spesa e creino crescita e sviluppo in ambito sociale ed infrastrutturale. Nessuna riforma può prescindere dalla crescita unitaria del paese, conclude).

(Presidenza del Presidente Irto)

Interviene il consigliere TALLINI Domenico (Forza Italia) (le ragioni di quello che sta per avvenire sono dettate da valutazioni di natura economica, dichiara. Non è un caso che oggi tutti gli interventi vadano nella stessa direzione, per la prima volta si ragiona per area geografica, da meridionali e sono favoriti dal fatto che all'interno del Consiglio regionale non siedono forze quali Lega e 5 Stelle che, in sede di Governo, stanno avallando questa riforma. Alla base della riflessione deve esserci una certa autocritica, dichiara, in passato non si è ragionato per il territorio, ma seguendo il dictat dei partiti. La nascita della Lega nord ha determinato un certo condizionamento nei partiti, ora a destra, ora a sinistra, riuscendo a ralizzare il federalismo fiscale col governo D'Alema. Le regioni del sud hanno subito un indebolimento e la legislazione non ha più tenuto conto delle esigenze del mezzogiorno. Purtroppo, e questo è un dato allarmante, continua, non esiste una visione unitaria delle regioni del sud, i governatori delle regioni hanno dimenticato di difendere i propri territori da questa insidia. L'esito dei referendum delle regioni del nord, governate da coalizioni di destra e di sinistra, hanno ragionato su presuppposti di geopolitica, afferma. Oggi, a difesa delle ragioni dei calabresi, è necessario il coinvolgimento dei parlamentari e dei partiti di riferimento di ognuno. Ringrazio il presidente Irto che, partendo da una richiesta del gruppo di Forza Italia, ha, ragionevolmente, pensato ad un dibatito allargato ed all'individuazione di un percorso che dovrebbe sollecitare, con una iniziativa legislativa ai sensi dell'art. 131 della Costituzione, un intervento che eviti la creazione di un'Italia a tre velocità. Potrebbe accadere, infatti, 1) che le regioni meno sviluppate non entrino a far parte delle regioni ad Obiettivo 1 in seno all'Unione Europea; 2) avere una scuola differenziata ecc.; 3) arrivare ad una secessione di fatto, col contributo di molti meridionali. Ora, prosegue, bisogna chiedersi se sia possibile impedire ciò....(risponde negativamente) considerato che, come sembrerebbe, il governo giallo/verde potrebbe avere una maggioranza che supera il 50%. La difficoltà, conclude, è anche quella di far passare il messaggio ai cittadini, considerato anche il diverso atteggiamento dei governatori di Puglia e Campania. Bisogna essere in grado di uscire dall'equivoco e fare quanto possibile per evitare quella che si appalesa come una vera e propria tragedia. Tutti i soggetti sociali, economici, istituzionali, sindacali devono essere sollecitati e rappresentare le ragioni dei cittadini di oggi e di quelli futuri. L'auspicio è che si arrivi ad una legge unica delle regioni del sud, se pur con le opportune differnziazioni.)

Interviene il consigliere GRECO Orlandino (Oliverio Presidente) (oggi il consiglio regionale arriva un po' in ritardo a discutere di una problematica dirimente, premette Già nel 2011, a 150 anni dall'unità d'Italia, si discuteva se l'unità fosse mai avvenuta ed il meridione considerato una prospettiva giuridica, non un'area geografica. Gli elementi della nostra costituzione vanno ricordati a partire dall' art. 3 (uguaglianza dei cittadini dinnanzi alla legge, rilevante quale precondizione ad ogni processo riformatore). Il problema è di tipo politico, nè amministrativo, nè filosofico e non si possono disconoscere gli errori fatti. C'è stata negli ultimi anni una rincorsa a piacere al movimento leghista. La riforma del titolo V, dichiara, ha una matrice chiara ed era tesa a dare voce alla parte più ricca del paese. Una una serie di regioni seguirono la strada di attuazione del regionalismo differenziato che si è, apparentemente, sopita solo perchè la legislazione dello Stato, gradatamente, ha portato alla situazione odierna. Il sud è stato massacrato, trasversalmente, dai governi di destra e di sinistra e la lettura degli atti lo testimonia. La Padania esiste ed è la linea gotica che unisce destra e sinistra, nell'intento di differenziare il territorio italiano, nell'inconsapevolezza dei cittadini. Il Veneto si determina, continua, attraverso una legge regionale sul gettito fiscale della regione e sulla possibilità di trattenere i 9/10. La secessione dei ricchi è la volonta di rompere lo Stato, dichiara. Dà atto al consigliare Bevacqua di aver, con ogni mezzo, tentato di sensibilizzare sulla materia. Bisogna, ora, in un processo simile, che la Calabria istituzioinale e produttiva si faccia trovare pronta all'appuntamento, alla formazione dell'istanza da esitare al Governo e debba esprimersi superando ogni steccato parttico ed ideologico, ma, semplicemente, in difesa della Calabria e delle regioni più povere del Paese chiedere al Governo di:avviare le procedure per stabilire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali; sospendere la preintesa con Veneto e Lomabardia; avviare trattativa con il governo per ottenere maggiore autonomia su alcune materie attentamente selezionate; - chiedere al parlamento di valutare attentamente gli effetti che una riforma simile avrebbe su tutto il territorio. Bisogna, in conclusione, farsi trovare pronti senza slanci demagogici che vadano verso una direzione o verso quella opposta)

Interviene il consigliere GALLO Gianluca (Casa delle libertà) (trattasi, dichiara, di una questione che nel corso degli anni ha fatto piccoli, ma continui passi avanti. La questione meridionale è stata accantonata e i provvedimenti annunciati determineranno un passaggio irrimediabile di consolidamento di un'Italia a due marce. Tutte le forze politiche in campo sono state coinvolte in questa spinta a favore del federalismo, ma soprattutto a difesa del nord. Oggi il Governo si appresta ad approvare provvedimenti di secessione dal punto di vista economico/finanziario. La Calabria ha eletto 18 parlamentari su 30 della coalizione di governo ed andrebbero coinvolti e responsabilizzati su una vicenda che non ha avuto alcuna eco. E' necessario coinvolgere le regioni che siano nelle stesse nostre condizioni, coinvolgere i cittadini. Il gap da colmare, rispetto alle regioni del nord, ad esempio, anche in un settore importante qual è quello della sanità, è enorme e sarà ancor più accentuato. La battaglia va fatta, conclude, anche se è incerta la vittoria).

(Presidenza del Segretario Questore Tallini)

Interviene il consigliere BOVA Arturo (Democratici Progressisti) (dà il benvenuto al presidente Oliverio. Auspica che in questo ultimo scorcio di legislatura si possa scrivere una bella pagina di regionalismo. La massima assise regionale ha il dovere di affrotare la problematica e di fare autocritica per non aver affrontato da subito una problematica dirimente quale il regionalismi differenziato, oggetto di discussione delle regioni del nord. Non condivido alcuna forma di Stato che non sia quella dello stato unico, dichiara. Ripercorre le vicende che plasticamente mettono in evidenza le incongruenze delle iniziative di riforma federalista. Per aprire un elemento utile alla discussione, ma anche all'individuazione di elementi su cui poggiare una richiesta di annullamento degli accordi con le "regioni ricche" è necessario ricordare l'art. 119 della Costituzione autorizza forme di autonomia per alcune materie, fermi restando i principi fissati dallo stesso art. 119. Le regioni del nord hanno dato la stura al regionalismo fiscale ed influenzato quasi tutte le regioni, pertanto oggi risulta particolarmente difficile anche il coinvolgimento delle regioni del sud. Sbagliato puntare su uno scontro tra nord e sud, dichiara, ormai anacronistico. Il ritardo della Calabria non è un fenomeno degli ultimi giorni e da tempo recita un ruolo di subalternità. Il fallimento della riforma del titolo V è sotto gli occhi di tutti e la sanità, dichiara, può essere portata ad esempio e rappresenta l'apice del fallimento. L'auspicio, comunque, conclude, è che si vada verso un federalismo non a scapito delle regioni del sud)

Interviene il consigliere ROMEO Sebastiano (Partito Democratico) (comunica che i restanti iscritti a parlare appartenenti alla maggioranza rinunciano all'intervento)

Interviene il consigliere PEDA´ Giuseppe (Casa delle libertà) (positivo che ci si accinga a votare un documento unitario, dichiara, anche se la problematica andava attenzionata prima, il rischio è che si vada verso un federalismo fiscale irreversibile. La Calabria vive già una notevole sperequazione relativamente all'erogazione dei servizi. Le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno messo a rischio la solidarietà nazionale, è necessario monitorare l'azione del Governo e le determinazioni assunte dalle altre regioni per evitare la deriva fiscale. Per la Calabria la prima richiesta di autonomia dovrà riguardare la sanità e liberarsi del commissariamento. Il commissario Cotticelli ha già dichiarato che in assenza della riduzione del debito dovranno essere i ridotti i servizi. Ringrazia i colleghi che si sono adoperati per dibattere su una problematica così rilevante)

 

(Presidenza del Presidente IRTO)

Il Presidente IRTO Nicola (Partito Democratico), come concordato in sede di Conferenza dei Capigruppo, dà per assorbite tutte le mozioni e dà lettura di una risoluzione condivisa da tutti i capigruppo, che diffida il Governo nazionale a predisporre atti che prevedano trasferimento di poteri e risorse ad altre Regioni sino alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.

Il Presidente pone ai voti la risoluzione

Il Consiglio approva

Il Presidente, esaurito l'ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta.

La seduta è tolta