XI^
LEGISLATURA
N. 3
RESOCONTO INTEGRALE
_________
SEDUTA Di LUNEDÌ 25 MARZO 2021
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PIETRO SANTO MOLINARO
INDICE
CARIDI Cosimo, dirigente Settore gestione demanio idrico,*
CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle libertà)
DE CAPRIO Sergio, Assessore alla
tutela dell’ambiente
ROMEO Caterina, funzionario
Settore assistenza giuridica
FERRARA Anna Maria, funzionario PO Settore assistenza giuridica
PARIS Nicola (Unione di Centro)
DE CAPRIO Antonio (Forza Italia)
GIANNETTA Domenico (Forza Italia),*
GIOVINAZZO Giacomo, dirigente generale del Dipartimento agricoltura e
risorse agroalimentari,*,*,*,*
MINNICI Sonia, funzionario Settore assistenza giuridica
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
CRINO´ Giacomo Pietro (Casa delle libertà),*,*
GIANNETTA Domenico (Forza Italia)
MONTILLA Eugenia, dirigente generale del Dipartimento segretariato
generale della Giunta regionale,*,*,*
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
FERRARA Annamaria, funzionario PO Settore assistenza giuridica
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
GIOVINAZZO Giacomo, dirigente generale del Dipartimento agricoltura e
risorse agroalimentari
MINNICI Sonia, funzionario Settore assistenza giuridica
FERRARA Annamaria, funzionario PO Settore
assistenza giuridica
GIOVINAZZO Giacomo, dirigente generale
del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
Presidenza del Presidente Molinaro
La
seduta inizia alle 14,49
Buon pomeriggio. Ringrazio tutti gli intervenuti, gli uffici, le
persone che sentiremo da qui a poco, l'assessore, la segretaria generale Montilla. Ringrazio tutti. Presenti: Molinaro,
Giannetta, Vito Pitaro, Crinò; Giuseppe Aieta ha
mandato congedo, Tassone assente. La seduta è valida, c’è il numero legale.
Pima di passare all’esame dell’ordine del giorno, approviamo il
verbale della seduta precedente che risale, se non vado errato, al 28 settembre
2020.
Lo metto ai voti. È approvato. Grazie.
Oggi è previsto un ordine del giorno abbastanza nutrito anche
perché, dopo l'insediamento avvenuto il 27 luglio 2020, questa Commissione,
come tante altre, si è riunita solo il 28 settembre. Erano state previste altre
riunioni che abbiamo dovuto sconvocare: una, sicuramente a causa della morte della presidente Santelli, e poi abbiamo procrastinato la
convocazione per l'incertezza sulla data del voto per il rinnovo del Consiglio
regionale. Ricordo che si sarebbe dovuto votare a gennaio, poi è stata fissata
una data nella forbice temporale indicata dal Governo, prima il 14 febbraio,
poi l’11 aprile. L’ultima data è quella che conosciamo, tra il 15 settembre e
15 ottobre. Ecco perché quindi è passato un po' di tempo e visto che abbiamo
dei mesi davanti sicuramente ci sono dei provvedimenti urgenti e indifferibili.
Speriamo di poter affrontare eventualmente anche qualche altro argomento e, da
questo punto di vista, ne approfitto per alcune comunicazioni.
Prima di chiedere un’inversione dell'ordine del giorno, con
l'aiuto degli uffici, in primis del
dottor Latella, se siamo d'accordo, vorrei sollecitare come VI^ Commissione,
indirizzando una nota nei prossimi giorni al Presidente del Consiglio regionale
e al Presidente della Giunta regionale, una interlocuzione formale con il
Governo ed eventualmente col Parlamento, per affrontare il lungo percorso che
si profila davanti a noi. È la prima volta che succede nella storia della
Regione Calabria ed è avvenuto forse pochissime volte in tutta Italia. Rispetto
ad uno Statuto che ci dà alcune regole, il Consiglio regionale, poiché il 10
novembre 2020 è stato congedato, può approvare solo atti urgenti e
indifferibili e così anche le Commissioni. Visto che la motivazione di questo
procrastinare è la pandemia Covid, quindi non è una
questione di volontà o regolamentazione precedente, sarebbe cosa buona e
giusta, a mio parere, che il Governo o il Parlamento - dipende con quale atto
si può intervenire - ridia i poteri ordinari agli organi di questa Regione che
sono innanzitutto il Consiglio e quindi le Commissioni e anche la Giunta.
Se siamo d'accordo, lo chiedo vivamente ai colleghi della
Commissione, predisporrei questa nota, con l'aiuto degli uffici, affinché si
dia un input in questa direzione.
A me piace far partecipe doverosamente la Commissione rispetto ad
alcune attività poste in essere tra una seduta e l'altra e vi comunico che ho
chiesto, tramite PEC della Commissione, all’Anbi
Calabria e a Calabria Verde di notiziare questa Commissione rispetto ai TFR non
pagati ai dipendenti, operai idraulico forestali, che sono andati in pensione,
certamente per tutte una serie di motivazioni tra cui, ritengo, la mancanza di
liquidità. Considerata anche l'attenzione mediatica che c'è stata sulla
Calabria e su questo tema, anche alla luce delle giuste rivendicazioni dei
sindacati e dei lavoratori, appena avremo riscontro a questa richiesta sarà
cura mia di informarne la Commissione. Se riusciamo nella prossima seduta.
Altro aspetto che mi è stato sollecitato indirettamente: oggi
abbiamo avuto una richiesta di audizione - lo vedremo poi più avanti - da parte
dei rappresentanti di Enel, per quanto riguarda alcuni punti che tratteremo da
qui a poco. Mi hanno chiesto se fosse possibile, poiché i loro rappresentanti
erano chi a Milano chi a Roma, collegarsi in video conferenza o utilizzare lo
strumento della Commissione anche a distanza, così come avviene per il Consiglio
regionale. Siccome l'elemento Covid è purtroppo
ancora presente, così come il Consiglio dà la possibilità di collegarsi a
distanza e di seguire i lavori dall’esterno in audio e video, se siamo
d'accordo, da questo punto di vista, anche con l'aiuto degli uffici e del
dottore Latella, solleciterei il Presidente del Consiglio a riguardare la parte
del Regolamento consiliare per consentire a tutti noi, a chi ne ha necessità,
di seguire i lavori. Probabilmente qualcuno è assente anche per motivi
oggettivi.
Sotto l'aspetto dell'ordine del giorno vi chiederei di invertire
l’ordine del giorno, anticipando i punti relativi alle proposte di legge
75/11^, 77/11^ e 82/11^ per esigenze comunicate - e lo ringrazio anche per la
presenza - dall'assessore De Caprio che dove ritornare a Catanzaro per impegni
istituzionali. Quindi se i colleghi sono d'accordo, metto ai voti la richiesta
dell'inversione dei punti all’ordine del giorno: i punti 4, 5 e 7 diventano 1,
2 e 3. È approvato.
Il progetto di legge numero 75/11^ riguarda la regolamentazione
delle tariffe delle concessioni sull'idroelettrico. Cederei la parola
all'assessore Sergio De Caprio e dopo al dottore Cosimo Caridi.
Poi, chiederei anche all'avvocato Lazzarino o a chi per lui di darci qualche
informazione sulla scheda predisposta dagli uffici. Con questa illustrazione,
queste comunicazioni, possiamo aprire il dibattito con i colleghi.
Chiedo al dottore Caridi di intervenire
immediatamente, così l’Assessore avrà poi la possibilità di completare il
ragionamento, non solo con gli elementi tecnici ma con le valutazioni
politiche. Grazie. Prego, dottore Caridi.
Buongiorno a tutti. Vorrei comunicare alla Commissione che
l'origine di questo progetto di legge è scaturito innanzitutto
dall'applicazione dell'articolo 12 del decreto legislativo numero 79 del 1999,
al quale sono tenuti ad adeguarsi tutte le Regioni e per il quale era stato
fissato un termine iniziale, nel corso del 2020, che era il 31 marzo poi
prorogato al 31 ottobre. La Calabria tuttora è in attesa benché qualche Regione
già abbia approvato la legge. La Calabria e qualche altra regione ancora sono in
attesa della applicazione del decreto e dell'approvazione di questa legge
importante.
Questa legge è importante per la regione Calabria perché tutti
quanti conosciamo il nostro territorio e sappiamo che il suo sviluppo non può
prescindere dallo sfruttamento delle risorse naturali che noi abbiamo, in
questo caso la risorsa acqua; sfruttamento del territorio che fino ad oggi, per
quanto riguarda le concessioni idroelettriche, è avvenuto in maniera un po'
disordinata, nel senso che noi ci ritroviamo anche nelle grosse catene montuose
calabresi delle strutture, delle attività, delle grosse centrali idroelettriche
che sono nate a seguito dell'intervento statale nel secolo scorso. Intervento
che aveva portato l'Enel, allora ente di Stato, a gestire e quindi a detenere
l'attività imprenditoriale di natura pubblica legata allo sfruttamento di
queste risorse.
Chiaramente l'articolo 12 del decreto legislativo numero 79 del
1999 delinea uno scenario, con dei limiti in base ai quali poi le Regioni sono
tenute a legiferare. La Giunta regionale ha nel mese, mi pare, di giugno,
luglio dello scorso anno approvato la costituzione di un gruppo di lavoro al
quale hanno partecipato rappresentanti di tutti i Dipartimenti che potevano
avere un interesse per la redazione di questa legge. Quindi Dipartimenti come
il Dipartimento tutela dell'ambiente, che ha una natura tecnica, ma anche
Dipartimenti come il Dipartimento bilancio, l'ufficio legislativo del
Dipartimento segretariato generale affinché la legge potesse scaturire dalla
messa in campo da parte della Giunta regionale di competenze multidisciplinari,
presenti appunto nell'organico della Giunta.
Dunque, come previsto dal decreto legislativo, quindi
dall'articolo 12, i beni passano senza compenso in proprietà alle Regioni, i
beni connessi alle centrali già esistenti. Chiaramente si fa una distinzione
tra i beni immobili e gli eventuali investimenti che nel corso del tempo i
concessionari hanno fatto su questi beni. Faccio un esempio per spiegarmi e per
cercare di essere più chiaro possibile: durante lo scorso anno noi abbiamo
avuto, da parte di qualche grosso soggetto che gestisce in Calabria queste
centrali, una comunicazione di alcuni investimenti che dovevano essere
effettuati su queste centrali. Il Dipartimento ha risposto a queste persone
chiedendo innanzitutto a questi soggetti di comunicare quali fossero questi
investimenti e soprattutto il costo e il piano di ammortamento. Questo perché?
Perché noi eravamo già a conoscenza di questo decreto legislativo e della
necessità di approvare questa legge. La legge prevede che venga corrisposto al
concessionario uscente solo la parte di bene relativa all'investimento non
ancora ammortizzato. Questa è una cosa importante, tra l'altro è importante
anche perché io poc'anzi, avendo il fascicolo, ho avuto modo di leggere quelle
che sono le osservazioni di Enel e su cui magari poi se volete, quando il
Presidente deciderà, ci torneremo.
Viene stabilito un aumento del canone perché il canone è a
livelli, non solo quello calabrese anche quello di tutte le altre regioni,
quindi un aumento del canone che possa essere remunerativo per lo sfruttamento
delle risorse, stabilendo poi tutto un percorso per l'affidamento, con
l'individuazione delle tipologie di soggetti a cui affidare queste centrali già
esistenti, attraverso procedure ad evidenza pubblica.
Ho visto che tra gli emendamenti ce n’è uno che prevede di
estendere la normativa prevista da questa legge anche alle nuove concessioni e
mi sento di essere completamente d'accordo con questa impostazione. Poi, per
qualsiasi altra necessità o richiesta di informazioni, sono qui disponibile.
Grazie.
Grazie, dottor Caridi. Cedo la parola
all'assessore De Caprio. Prego.
Vi ringrazio. Volevo soltanto focalizzare gli aspetti più
significativi di questa legge; una legge importante perché noi come Regione
Calabria nell'assegnazione delle concessioni apriamo - e siamo l'unica Regione
in Italia - anche alla partecipazione delle comunità energetiche rinnovabili.
Quindi stiamo dando seguito alla legge regionale numero 25 del 2020 con la
quale abbiamo disciplinato le comunità energetiche rinnovabili in Calabria. Con
quella legge abbiamo dato la possibilità di definire un cambiamento amministrativo
di assetto a tutta la Regione. Quindi stiamo proponendo 404 comunità
energetiche rinnovabili, unica regione in Europa, in cui il traino non sono i
privati ma è la comunità, cioè sono i nostri sindaci e il Consiglio ha previsto
che di queste comunità possa farne parte anche la Regione.
È la prima legge regionale che prevede questa possibilità, questa
transizione ecologica. L'abbiamo previsto prima di tutti, merito del Consiglio,
merito della Calabria e lo dobbiamo rivendicare perché l'abbiamo fatto quando
neanche esisteva il Ministero della transizione ecologica. Su questa base delle
comunità energetiche rinnovabili - ovviamente è un principio - abbiamo quindi
immaginato 404 comunità energetiche rinnovabili, abbiamo previsto sul Recovery Fund e - per questo vi chiedo scusa
della mia velocità - andrò a parlarne con il Ministro. Abbiamo chiesto che su
questi principi normativi venissero assegnate risorse per dare 220 kilowatt di
energia rinnovabile a ogni Comune con meno di 5000 abitanti e poi, a scalare, si
raddoppia e si triplica per i comuni più grandi su fotovoltaico senza consumo
di suolo, con punto di accumulo, distributore di energia per auto e per
biciclette. Abbiamo quindi previsto una mobilità sostenibile pazzesca che
nessun'altra regione ha. Abbiamo chiesto anche 266 milioni di euro per fare
Smart Grid, digitalizzando l'illuminazione pubblica
di tutti i paesi della comunità della Calabria e quindi poter praticare queste
comunità energetiche con i cittadini, con le imprese, con la società civile.
Questa norma, il fatto che noi apriamo anche alla gestione dei grandi invasi,
alle comunità energetiche rinnovabili, è una prospettiva politica nuova. È una
prospettiva di sviluppo diverso per la Calabria, non è semplicemente
disciplinare i grandi invasi, ma immaginare anche un futuro in cui le comunità
rinnovabili possono appropriarsi di queste risorse per praticare la comunità e
la vicinanza, attraverso i principi dei contratti di fiume, come previsto
sempre nella legge regionale numero 25 del 2020, in cui si stabilisce che la
dialettica istituzionale tra cittadini e istituzioni e tra istituzioni in
Calabria, nelle comunità energetiche rinnovabili, si sviluppa attraverso
accordi volontari di progettazione negoziata sui territori. Il resto credo che
sia anche un altro principio importante per immaginare una transizione
ecologica che sulla grande tecnologia mette grandi valori. Abbiamo stabilito,
quindi, che è possibile la partecipazione alle comunità energetiche
rinnovabili.
Abbiamo previsto che tra gli obblighi
e le limitazioni degli atti di concessione sia previsto il rispetto delle
prescrizioni definite nel marchio di qualità ecologica, previsto già nella
legge che ho più volte citato e su cui stiamo aprendo un tavolo tecnico per
definire come vogliamo questo marchio, che caratteristiche di efficienza
ecologica deve avere l'energia rinnovabile della Regione Calabria per
distinguerla dalle altre Regioni, per darle un plus valore, come fanno nelle Dolomiti o come fanno in Svizzera. E la
nostra energia rinnovabile avrà un valore maggiore tanto più la sua produzione
avrà un rispetto per l'ambiente, per l'acqua, per la risorsa acqua, per
l'elemento acqua, per il rapporto con il consumo del suolo per l'energia
fotovoltaica e per il rapporto con il paesaggio per quanto riguarda l'energia
eolica.
Questa è una cosa quindi importantissima che dovremo
costruire insieme alle nostre comunità, al mondo della scuola, al mondo del
lavoro.
Poi, un'altra cosa importante, ovviamente, che comunque ci può
distinguere, è il fatto che abbiamo aumentato la tariffa per le imprese che
gestiscono l’energia idroelettrica; l'abbiamo portato da 14 euro a kilowatt a
42 euro a kilowatt, quindi introiteremo circa 6 milioni di euro in più che
saranno a disposizione della Regione Calabria.
Questi sono gli aspetti più importanti che abbiamo
evidenziato, che ci piace condividere e che credo rappresentino una svolta
significativa in una strada che ci deve portare ad abbinare allo sviluppo del
turismo la gestione dell'energia, specialmente quella rinnovabile, da parte
della Regione, degli Enti, dei Comuni e della Regione Calabria.
Grazie, assessore.
Prima di chiedere ai colleghi se vogliono intervenire,
chiederei al dottore Cosimo Caridi una valutazione,
sia pure sintetica, sulla nota che ha mandato il rappresentante Enel,
impossibilitato a partecipare per essere audito.
Prego.
Ho
dato un'occhiata velocemente, non so se il Settore assistenza giuridica del Consiglio
regionale abbia fatto qualche considerazione su questo, però ci sono degli
aspetti fondamentali su questa nota di Enel.
Partirei
con una premessa perché, mentre leggevo, la prima cosa che mi è venuta in mente
era quello che poc'anzi avevo detto e cioè che loro circoscrivono il documento
rivolgendolo ai concessionari uscenti, cioè cercano di tutelare il più
possibile i concessionari uscenti, invece dobbiamo tenere conto che la maggior
parte di queste grandi centrali idroelettriche sono state realizzate tutte con
soldi pubblici, con soldi di tutti noi, con soldi dello Stato, pertanto
accampare ulteriori pretese, dopo aver sfruttato per decenni questi eventi, è
chiaro che mi sembri un pochino..
In
ogni caso, veniamo all'aspetto tecnico.
Loro
parlano del trasferimento delle opere al termine della concessione. Noi, con la proposta di legge,
non abbiamo fatto altro che tenere conto – così come hanno fatto le altre
Regioni – di quello che prevede l'articolo 12 del decreto legislativo numero 79
del 1999, dove si dice che le opere passano senza compenso in proprietà delle
Regioni.
Mi pare che l’articolo di
legge sia chiarissimo e si soffermi sugli investimenti fatti successivamente
dal concessionario; come ho detto poc'anzi, noi abbiamo avuto una richiesta,
nel corso del 2020, di fare ulteriori investimenti da parte di un grosso
concessionario, al quale abbiamo richiesto di fornirci l’oggetto, i progetti di
questi investimenti e, soprattutto, il costo e il Piano di ammortamento. Ancora
stiamo aspettando!
Per quanto riguarda la
modalità di assegnazione delle concessioni per le società miste, qui c'è una
valutazione anche di tipo politico oltre che tecnico, perché loro chiedono che,
in caso di assegnazione di queste concessioni, le società miste pubblico-private
abbiano maggioranza privata, mentre la legge prevede che il privato abbia una
percentuale non inferiore al 30 per cento.
Per questo io mi rimetto alle
vostre valutazioni. Non è compito mio entrare su queste cose.
Sul canone elettrico loro
chiedono che, praticamente, non valga l'aggiornamento del canone per i
concessionari in essere che ancora hanno delle concessioni non scadute.
A parte che tutte le altre
Regioni si sono orientate in questo modo, rammento prima a me stesso che la
determinazione del canone di queste concessioni è stata fin qui elaborata
attraverso una delibera di Giunta regionale.
Credo che rientri nel potere
di una Regione legiferare con propria legge regionale anche per le concessioni
in essere.
Tra l'altro – un piccolo
inciso – con Enel ognuno di noi a casa propria ha una piccola concessione.
Mi pare che Enel aggiorni il
costo dell'energia elettrica in base al costo del mercato, per cui la Regione
non fa altro che adeguarsi a ciò che Enel, o i soggetti fornitori di energia
elettrica, fanno con i cittadini.
Poi, anche un'altra
considerazione che viene fatta da loro è sul perché – come l'Assessore poc'anzi
aveva evidenziato – è previsto anche che il concessionario, per ogni kilowatt
di potenza nominale, ceda una determinata quantità di energia ai Comuni, con
finalità pubbliche e, anche qui, loro chiedono che questo valga solo per le
nuove concessioni.
Anche qui vi dico che la
valutazione è di tipo politico.
E poi, addirittura, si
spingono fino a criticare la previsione che la cessione di energia elettrica
possa essere data sotto due forme: o direttamente, attraverso la gestione
dell'energia, oppure con la monetizzazione di questa energia da cedere. Credo
che la Regione sia un Ente autonomo nell'ambito della propria sfera di competenza
e, quindi, credo che possa legiferare ampiamente in questo senso.
Grazie.
Grazie al
dottore Caridi per l’esauriente illustrazione
sintetica della nota che ci è pervenuta e a cui abbiamo dato in modo
trasparente ospitalità, utilizzandola soprattutto nel nostro dibattito.
Prima di
passare ai colleghi – vi chiedo scusa, così abbiamo il quadro completo –
chiederei all'avvocato Lazzarino o alla dottoressa Romeo, di illustraci quello
che loro hanno già, a supporto nostro, messo nero su bianco sull’analisi
tecnico-normativa che normalmente accompagna i progetti di legge. Sicuramente
avrete già visto, avrete già letto nella cartella di questo punto all'ordine
del giorno un emendamento a mia firma che ha accolto sostanzialmente quello che
loro suggerivano, in modo tale che oggi, almeno nell’auspicio, se saremo
d'accordo, possiamo licenziare con un parere questo progetto di legge;
attraverso la spiegazione della dottoressa potremo meglio comprendere il perché
quegli emendamenti, perché abbiamo fissato una data per presentarli, in modo
tale che possiamo compiere questo percorso.
Prego.
Buon
pomeriggio a tutti.
Per
quanto concerne la nota dell'Enel, premetto che il Settore non l'ha ancora ricevuta
e pertanto gli Uffici si riservano di rivederla, se siete d'accordo.
Per
quanto concerne il testo di legge che è stato esaminato e illustrato anche in
precedenza, nella Commissione che aveva una funzione consultiva, si tratta di
una proposta di legge che dà attuazione all'articolo 72 rinnovellato del
decreto legislativo numero 79 del 1999 che, sostanzialmente, ha regionalizzato
la materia delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, che è stata
fino ad oggi di competenza statale.
Abbiamo
visto che è una proposta molto corposa, sono 28 articoli, e già in fase
antecedente il Settore ha formulato delle osservazioni che, vedo, sono state
interamente recepite dall’emendamento che ci è pervenuto ieri; abbiamo
verificato che, di fatto, recepisce esattamente le osservazioni del Settore,
qualcuna di drafting
e altre di sostanziali.
Voglio
precisare che questa è una materia che va ad intersecare competenze anche
statali di natura esclusiva.
È
molto facile, insomma, imbattersi in rilievi che già ci sono stati da parte del
Governo nei confronti di due Regioni finora: la Regione Piemonte e la Regione
Lombardia.
Devo
dire che, studiando e riesaminando fino a questa mattina la proposta, abbiamo
verificato che una delle leggi che non è stata impugnata è quella della Regione
Emilia Romagna, la legge numero 9 del 2020, che offre degli spunti di
riflessione abbastanza interessanti; però, è chiaro, lo dico in questo momento
come informazione e poi, a seconda del prosieguo che avrà questa discussione,
si potrebbe approfondire, eventualmente, se lo ritenete opportuno.
Per
quanto riguarda il contenuto della proposta, vediamo gli aspetti che sono stati
recepiti: per esempio, circa la procedura di consegna delle opere e dei beni
che è contenuta all'articolo 4, è stata fatta una osservazione di natura
esplicativa, che è stata accolta nell'emendamento e che riguarda praticamente
il termine per adempiere, contenuto al comma 4, che era formulato in maniera
non chiara, e poiché il comma 4 è collegato al comma 7 che riguarda il termine
per il calcolo dell'indennizzo eccetera, è stato esplicitato in maniera,
secondo noi, più pertinente.
Si
tratta ora di chiarire al comma 4. Nella versione originaria si riportava
testualmente “la relazione di cui al comma 1”; sostanzialmente è la relazione
tecnico–descrittiva ed è adesso sostituita con un'altra formulazione che ci
sembra più chiara: “la relazione tecnico-descrittiva va presentata nel termine
di cui al comma 1 assegnato al concessionario”; il termine di cui al comma 1, è
il termine contenuto al comma 1 di questo articolo, che sarebbero i 4 anni
precedenti alla scadenza della concessione.
Un
altro suggerimento, sempre relativo a questa fase di procedura di consegna
delle opere e dei beni: al comma 9, si è suggerito che il passaggio di
proprietà venisse formalizzato con atto pubblico amministrativo erogato dagli
uffici competenti, e così è avvenuto; perlomeno, nel testo emendato.
Si
era chiesto anche che si specificasse il termine di durata della concessione.
Andando all'articolo 7, infatti, nel secondo comma non era chiaro quale termine
potesse essere incrementato fino a un massimo di 10 anni. Di fatto, è stato
esplicitato che si tratta del termine massimo di durata della concessione che
può essere incrementato fino a un massimo di 10 anni, sostanzialmente 50 anni.
L'articolo
8 concerne le modalità di assegnazione delle concessioni.
Questo
suggerimento di estendere la legge non solo alle concessioni da rinnovare o
decadute, ma anche alle nuove concessioni, alle concessioni di nuova
assegnazione, nasce dalla impugnativa della legge regionale del Piemonte che
aveva previsto che le disposizioni si applicassero solo alle vecchie
concessioni e, visto e considerato che, a parere del Governo, l'articolo 12 del
decreto legislativo ha una portata più ampia riferita anche alle nuove
concessioni, pare opportuno, e così è stato fatto nell'emendamento, di
estenderne la portata anche alle nuove concessioni.
L'articolo
12 concerne la valutazione delle proposte progettuali.
Ora,
si è suggerito di formulare in maniera più pertinente al corrispondente
articolo del decreto legislativo le modalità per porre in essere questo
procedimento unico; quindi si è suggerito di formulare questo articolo in
maniera più pertinente al dettato del legislatore nazionale perché si tratta di
una materia che va ad impattare anche la materia di tutela dell'ambiente e del
paesaggio – tra l'altro, stiamo parlando di corpi idrici che sono sottoposti a
tutela –, la materia della concorrenza; queste materie che ho citato sono tutte
materie di potestà legislativa esclusiva dello Stato, quindi è molto pericoloso
addentrarsi con legge regionale in questo campo.
E
allora, visto e considerato che il legislatore nazionale prescrive di adottare
in questo campo un procedimento unico che veda la partecipazione dei vari
Ministeri competenti di volta in volta interessati e considerato che alcune
delle leggi regionali che ho citato in precedenza sono state oggetto di rilievi
governativi per il fatto che si bypassava il metodo della procedura unica, si è
suggerito di riformulare, come di fatto è avvenuto in maniera appropriata
secondo me nell'emendamento, la previsione di ricorrere, ove possibile,
chiamare, di volta in volta, in causa i Ministeri competenti, interessati alla
procedura. Utilizzando questo metodo, sostanzialmente, alcune Regioni hanno
espressamente inserito la clausola della conferenza dei servizi che pare quella
più pertinente alla questione. Circa il canone di concessione anche questo
suggerimento è stato recepito. Sembra un rilievo di forma però è sostanziale.
Nella versione originaria della legge, benché l’ARE abbia dato il parere
favorevole al canone e a tutta la proposta di legge, non è stato indicato che
le modalità di formazione del canone siano predisposte e cioè che il canone concessorio debba essere determinato con legge regionale,
sentita questa autorità di regolazione. Il fatto che la Regione Piemonte, per
esempio, non lo avesse inserito nel testo è stato oggetto, anche questo,
purtroppo, di rilievi. Sembra una affermazione di forma però, di fatto, hanno
replicato l'articolo 12 di questo decreto e quindi le leggi regionali sono
tenute a rispettare quelli che sono i capisaldi, i principi cardine della
materia. Comunque è stato recepito anche questo suggerimento. Nella parte che
concerne la clausola finale, va da sé che il termine per l'entrata in vigore
dell'atto deve essere chiarito nella legge ed è il giorno successivo alla sua
pubblicazione. Per quanto concerne altri aspetti, se la Commissione lo ritiene
necessario, il Settore li approfondirà.
Grazie,
dottoressa. La ringrazio per la pazienza, anche per i dettagli delle
illustrazioni che, ovviamente, mi facilitano il compito perché la comparazione
tra la scheda di Analisi tecnico-normativa e gli emendamenti, come da lei
evidenziato, recepiti, ci facilita il compito nella loro votazione. A questo
punto chiedo ai colleghi, dopo queste precisazioni, compreso quello
dell'emendamento, se ci sono altri interventi.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha
facoltà.
Presidente,
intervengo giusto per rendere pubblici i miei ringraziamenti all’ assessore De
Caprio per il lavoro che, con il suo Dipartimento, ha portato avanti con
riferimento alla proposta di legge, oggi, prospettata alla nostra Commissione.
Non sto a ripetere quella che è la ratio,
oramai molto chiara nella sua evidenza, che ha spinto il nostro assessore, la
nostra Giunta e che, ovviamente, troverà - ecco perché anticipo il mio voto
favorevole - seguito in questa Commissione e, suppongo, in Consiglio. È una ratio alta e nobile quella di una più
alta presa di coscienza di quelle che sono le nostre risorse, di cui dobbiamo
essere, appunto, ancora maggiormente fieri e coscienti. Soprattutto il passaggio,
che a dire il vero l'Assessore già in altri incontri che abbiamo avuto nel suo
Dipartimento mi aveva chiarito, di vedere questa partita strettamente connessa
ai Comuni, che possono essere i protagonisti principali del grande sviluppo e
utilizzo delle nostre risorse, mi trova assolutamente d'accordo, per cui
anticipo il mio parere favorevole.
Grazie.
Non ci sono altri interventi. Formalmente adesso dobbiamo votare ogni singolo
emendamento, con protocollo diverso, e poi faremo la votazione complessiva sul
progetto di legge. Non ripeto le cose che ci ha già detto la dottoressa Romeo
ma vi cito il numero degli emendamenti. Noi votiamo gli emendamenti agli
articoli, gli articoli e poi il progetto di legge.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
All’Articolo 4
(Procedura di consegna delle opere e dei beni) è stato presentato un
emendamento, a mia firma. Pongo ai voti l'emendamento all'articolo 4,
protocollo numero 5363/1. È approvato.
Articolo 4
(È approvato come
emendato)
Articolo
5
(È
approvato)
Articolo
6
(È approvato)
All’articolo 7 (Termini
di durata delle concessioni) è stato presentato un emendamento, a mia firma,
protocollo numero 5363/2. Pongo ai voti l'emendamento, è approvato.
Articolo 7
(È approvato come
emendato)
All’articolo 8 c'è un
emendamento, a mia firma, protocollo numero 5363/3, lo pongo ai voti, è
approvato.
Articolo
8
(È
approvato come emendato)
Articolo
9
(È
approvato)
Articolo
10
(È
approvato)
Articolo
11
(È
approvato)
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Articolo
14
(È
approvato)
All’Articolo
15 (Valutazioni delle proposte progettuali di efficientamento)
è stato presentato l’emendamento protocollo numero 5363/4, a mia firma. Pongo
ai voti l'emendamento, è approvato.
Articolo
15
(È
approvato come emendato)
Articolo
16
(È
approvato)
Articolo
17
(È
approvato)
Articolo 18
(È
approvato)
Articolo
19
(È
approvato)
Articolo
20
(È
approvato)
Articolo
21
(È
approvato)
Articolo
22
(È
approvato)
Articolo
23
(È
approvato)
All’articolo
24 (Canone di concessione) è stato presentato un emendamento, a mia firma,
protocollo numero 5363/5. Pongo ai voti l’emendamento, è approvato.
Articolo
24
(È
approvato come emendato)
All’articolo
25 (Finanziamento opere) è stato presentato un emendamento, protocollo numero
5363/6, a mia firma. Pongo ai voti l'emendamento, è approvato.
Articolo
25
(È
approvato come emendato)
Articolo
26
(È
approvato)
Articolo 27
(È
approvato)
All’articolo
28, entrata in vigore, c'è un emendamento, a mia firma, protocollo numero
5363/7. Pongo ai voti l’emendamento, è approvato.
Articolo
28
(È
approvato come emendato)
Si
vota adesso la legge nel suo complesso, così come emendata, con autorizzazione
al coordinamento formale. È approvata con l’autorizzazione al coordinamento
formale.
(La Commissione approva)
Secondo
punto all'ordine del giorno. Si tratta, sostanzialmente, di un progetto di
legge di modifica della legge regionale numero 25 del 2020, che riguarda le
comunità energetiche. Il collega Paris ha proposto una integrazione o modifica
a questa legge, derivante da una raccomandazione pervenuta al Consiglio
regionale, per il principio di leale collaborazione, da parte degli uffici del
Consiglio dei Ministri con la raccomandazione di effettuare una modifica per
non rischiare la bocciatura. Io darei la parola al collega Paris.
Grazie,
Presidente. Un saluto a tutti quanti i presenti. Naturalmente, come ha detto
lei, si va a modificare la legge numero 25 del 2020, proprio perché non venga
impugnata. La proposta si compone di 3 articoli di seguito descritti:
l'articolo 1 inserisce al comma 1 dell'articolo 2 la parola “anche”, al fine di
evidenziare che il potere sostitutivo delle comunità energetiche non è limitato
all'iniziativa di soli soggetti pubblici; all'articolo 2, invece, la modifica è
all'articolo 4 e si aggiunge il rispetto alla pianificazione paesaggistica
senza il codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo
del 22 gennaio 2004 numero 42; l'articolo 3 invece prevede l'invarianza
finanziaria della proposta di legge regionale, in considerazione della sua
natura squisitamente ordinamentale; l'articolo 4, in ultimo, dispone l’entrata
in vigore anticipata della legge, fissandola nel giorno successivo a quello
della sua pubblicazione sul BURC Calabria, invece che l'ordinario termine dei
15 giorni dalla medesima pubblicazione. Grazie.
Grazie
al collega Paris. Su questo se vuole dire qualcosa l'avvocato Lazzarino o
l’avvocato Ferrara, poi se vuole dire qualcosa Il dottore Caridi,
così apriamo la discussione e procediamo.
Grazie,
Presidente. La proposta, come già detto, si rende necessaria per dar seguito ad
un impegno assunto nei confronti del Governo nell'ambito di una interlocuzione
improntata al principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, in
particolare si propone di adeguare il contenuto del comma 1, dell'articolo 2,
alla normativa comunitaria e l'articolo 4 alla normativa statale in materia di
pianificazione paesaggistica. Un solo suggerimento: nel titolo è riportata
soltanto la modifica all'articolo 2, quindi suggerirei, per rendere omogeneo il
titolo con il contenuto del testo, di indicare “Modifiche agli articoli 2 e 4
della legge regionale 25 del 2020”.
Grazie,
dottoressa Ferrara. Insieme agli uffici abbiamo accolto questo suggerimento, quindi
propongo un emendamento tecnico che modifica sostanzialmente il titolo del
progetto di legge che sarebbe questo: <<Le parole “all'articolo 2” sono
sostituite dalle parole “agli articoli 2 e 4”>>, per quello che ci diceva
prima l’avvocato Ferrara. Premesso tutto questo, se qualche collega vuole
aggiungere qualcosa, altrimenti pongo ai voti l'emendamento tecnico e poi il
progetto di legge nel suo complesso. Non ci sono interventi, allora mettiamo ai
voti l’emendamento tecnico, a mia firma, al titolo del progetto di legge numero
77/11, modifiche dell'articolo 2 della legge regionale 19 novembre 2020 numero
25, promozione dell'Istituzione delle comunità energetiche da fonti
rinnovabili, che recita: <<Le parole “all'articolo 2” sono sostituite
dalle parole “agli articoli 2 e 4”. Pongo ai voti l’emendamento tecnico, è
approvato.
Adesso
approviamo il progetto di legge articolo per articolo.
Articolo
1.
(È
approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Adesso votiamo il progetto di legge nel suo complesso, come
emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(La
Commissione approva)
Adesso passiamo all’esame del progetto di legge presentato dal
consigliere De Caprio che riguarda una modifica sulla legge dell’ARSAC. Il
consigliere De Caprio è in Aula? Nell’attesa, visto che sono presenti il
dottore Giovinazzo, dirigente del Dipartimento agricoltura, e il Settore
assistenza giuridica del Consiglio regionale, chiederei loro di intervenire su
questa proposta. Grazie.
Sono Giacomo Giovinazzo, dirigente generale reggente Dipartimento
agricoltura. Signor Presidente, signori consiglieri, la modifica riguarda un
punto mai attuato della legge istitutiva dell’ARSAC, il Comitato Tecnico di
Indirizzo, che non ha mai lavorato. Urge modificare tale previsione perché,
come ben sapete, l’ARSAC è un ente in house
providing e, invece, i membri del Comitato
Tecnico di Indirizzo sono privati, quindi l'ANAC, con cui abbiamo una
collaborazione stretta anche per attività inerenti l’ufficio, ci ha sollevato
alcune problematiche.
Abbiamo ritenuto necessario, d'accordo con la parte politica,
eliminare questo organo che non si è mai insediato. Sarebbe, anche, uno
snellimento burocratico al fine della buona funzionalità dell'ente.
Grazie, dottore Giovinazzo. In attesa che arrivi il proponente, il
consigliere De Caprio, se qualcuno vuole, sinteticamente, illustrare la scheda
di analisi tecnico-normativa (ATN). Prego.
Nel merito della proposta non abbiamo rilevato nessuna criticità.
In riferimento alla questione dei poteri attenuati del Consiglio regionale in questo
periodo particolare di prorogatio, evidenziamo che è pervenuta
documentazione da cui emergono i motivi posti a fondamento di questa proposta.
Grazie. Se ritiene di aggiungere qualcosa, consigliere De Caprio,
abbiamo sentito, rispetto a questa proposta che, comunque, è abbastanza
lineare, chiara e semplice, il dottore Giovinazzo e il Settore assistenza
giuridica.
Esprimo compiacimento per l'approvazione in Commissione di questa
proposta che elimina dei costi inutili e facilita l'inserimento dell’ARSAC
all'interno delle amministrazioni aggiudicatrici, come segnalato
preventivamente dall’ANAC. Per cui non aggiungo altro, credo che il direttore
generale Giovinazzo abbia ben spiegato la proposta. Grazie.
Pongo una domanda probabilmente superflua, ma approfitto della
presenza del direttore generale Giovinazzo, rispetto all’abrogazione. Com’è
stato detto, tale previsione è d’impedimento rispetto a quanto segnalato
dall’ANAC, oltre ad essere inefficace perché non è mai stata attuata. La
domanda è questa: il Dipartimento, l’Assessore, l’Assessorato hanno sentito le
organizzazioni professionali agricole che sono parte di questo Comitato Tecnico
scientifico?
In realtà no, ma, non essendosi mai insediato, non abbiamo
ricevuto nessuna lamentela. Quindi, riteniamo di non far torto a nessuno.
Perfetto, grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie, per avermi dato la parola. Convengo che ci sia l’urgenza
di approvare questa modifica di legge, perché, altrimenti, avremmo difficoltà
anche nella partecipazione a bandi come ARSAC. Credo che l’urgenza sia questa,
mi trovate perfettamente d'accordo.
Però vorrei esprimere, invece, una mia considerazione, fermo
restando che il Comitato Tecnico di Indirizzo non si è mai riunito, dovremmo
capire…
Consigliere, non è mai stato né nominato, né si è insediato.
Lei è perfetto sempre in tutto quindi anche in questo. Vorrei
capire di chi è stata, in tutto questo tempo, nel senso buono del termine, la
colpa, dato che ci troviamo ad avere una legge regionale del 2012, in cui
l'articolo 5 prevede che vi sia un Comitato Tecnico di Indirizzo, composto di
tre membri interni all'Amministrazione regionale e due esterni.
L’Amministrazione regionale aveva, comunque, la maggioranza nel comitato di
indirizzo anche senza i due membri esterni che venivano nominati da
rappresentanze di categoria del mondo agricolo.
Quindi, mi trovate d'accordo sull’approvare subito la modifica
della legge, ci mancherebbe altro, per l’urgenza e per le cose dette, però, in
seguito, proporrei di rivedere questa legge. Non per fare come un elastico un
po' avanti e un po’ indietro, oggi abroghiamo un Comitato Tecnico di Indirizzo
e domani lo rimettiamo, però sarebbe il caso di approfondire questo aspetto.
Eventualmente, se si decidesse di reinserirlo, ovviamente dovrebbe funzionare.
Sono contrario a questo modo di procedere: “l’abroghiamo perché
non ha mai funzionato”, ritengo, invece, che sia fondamentale ripristinare all'interno
del Comitato Tecnico di Indirizzo quelle rappresentanze professionali che,
sicuramente, possono dare un valore aggiunto al dibattito nella programmazione
dell’ARSAC, perché sono operatori del settore e possono aiutare.
Quindi, oggi voto a favore dell’abrogazione dell’articolo 5, però
con l'obiettivo e con la prospettiva di ritornarci, di ragionare e prevedere,
magari, un Comitato Tecnico di Indirizzo che si insedi e sia effettivamente
efficace nel dare un contributo al dibattito. Grazie.
A differenza di quanto sentito prima, mi corregga il direttore del
Dipartimento se non è così, credo che le rappresentanze del mondo agricolo
presenti lo siano a titolo gratuito, non ci sono spese. Siccome ho sentito dire
che si va a risparmiare eliminando questo Comitato, non credo…
Presidente, quando ritiene, vorrei dire soltanto una cosa.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo velocemente solo per anticipare il
voto favorevole e per dire che, come prima ho comunicato al segretario, faccio
mia la proposta di legge, anche perché ho provveduto ad elaborare una proposta
con i medesimi contenuti. Grazie.
Prego, dottore Giovinazzo.
Condivido le osservazioni fatte dal consigliere Giannetta, ma
questa è una legge del 2012, nel frattempo ARSAC ha modificato anche la propria
linea d’indirizzo. Quindi, credo che la legge vada rivista anche seguendo la mission nuova di
ARSAC che stiamo attuando.
Però, nell'ambito generale, condivido l'aspetto delle necessità a
posteriori.
Grazie. Accogliendo l’invito fatto, che converge nella medesima
direzione della mia domanda iniziale, rispetto a cosa abbiano detto le
organizzazioni professionali, ritengo che siano stati esplicitati i motivi di
urgenza e che sia necessario consentire all’ARSAC di operare senza impedimenti.
Probabilmente, possiamo assumere un impegno di natura politica. Se
siamo d'accordo, come Commissione, chiederei al direttore generale dell'ARSAC,
dottore Maiolo, di farci pervenire le sue valutazioni sul perché questo
organismo non si sia mai riunito, né insediato, ed eventualmente, anche, su
come immagina di poter coinvolgere il mondo delle rappresentanze agricole e,
eventualmente, anche il Consiglio regionale e la Giunta. Se necessario,
potremmo sentire, nella prima occasione utile, le stesse organizzazioni
professionali agricole, affinché ci diano dei suggerimenti.
Oggi
rischiamo d’ingessare un’aspettativa, perché non possiamo modificare la legge
del 2012 a causa dei poteri attenuati del Consiglio regionale, ma possiamo
accogliere questo suggerimento, di concerto con il Dipartimento e con
l’assessore Gallo.
Molto
probabilmente possiamo trovare una formulazione che consenta di far partire
questa collaborazione, questa sussidiarietà tra i portatori di interesse, il
nostro ente strumentale e, in primis, il Dipartimento agricoltura.
Se
siamo d'accordo, assumiamo l’impegno di fare questo percorso.
Tornando
alla proposta di legge, metto formalmente in approvazione articolo per
articolo.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Metto ai voti la legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale. Grazie.
(La
Commissione approva)
Tratteremo insieme i pareri 7/11^, 8/11^ e 11/11^ perché si tratta
di pareri che la Commissione, per effetto della legge regionale numero 8 del
2008, deve dare rispetto a delle proposte della Giunta regionale.
Il parere numero 7/11^ era già stato inserito all’ordine del
giorno, nella prima seduta dopo l’insediamento la Commissione del 28 settembre
2020, ma era pervenuta una nota da parte della Giunta in cui ci chiedeva di
rinviare il punto perché era prossima una integrazione del Piano annuale 2020,
annunciata in Aula consiliare giorno 30 settembre. La Commissione non si è più
riunita, quindi lo ritroviamo oggi.
I pareri 7/11^ e 8/11^ sono un unico punto.
Una precisazione per la registrazione, il parere era stato
inserito all’ordine del giorno della convocazione della seduta del 15 ottobre,
poi sconvocata per i tragici eventi, ma il segretariato ci aveva mandato una
nota, due giorni prima, il 13 ottobre, in cui chiedeva il rinvio della
trattazione del punto all’ordine del giorno.
Adesso siamo arrivati alla trattazione di questo parere, vi
chiedo, se siamo d’accordo, anche per facilitare il lavoro sia dell’avv. Montilla sia di tutti noi, di poter trattare insieme,
ovviamente al momento della votazione procederemo singolarmente, anche il
parere 11/11^: il Piano annuale 2021.
Introducendo il contenuto di questo parere, si tratta di entrare
nel merito dei Piani annuali 2020-2021, sottolineando che c’è un Piano
Triennale di sviluppo turistico sostenibile approvato dal Consiglio Regionale
nella seduta del 17 giugno 2019.
Dal Piano Triennale 2019-2021 che prevedeva una serie di azioni,
con una dotazione finanziaria di 38 milioni di euro, la Giunta Santelli, prima,
e quella Spirlì, dopo, hanno redatto ed approvato i
Piani esecutivi annuali e li hanno trasmessi alla Commissione, perché la legge
prevede che siano trasferiti alla Commissione prima della loro esecuzione. È
pur vero che sono passati un anno per il 2020 e qualche mese per il 2021, a
questo punto do la parola all'avvocato Montilla, dirigente
generale del Settore Segretariato della Giunta regionale affinché ci possa
illustrare, nel merito, i due Piani annuali e, eventualmente, fare una
valutazione sotto l’aspetto del monitoraggio, perché la legge prevede che i
Piani siano resi esecutivi, ma è prevista anche un’attività di monitoraggio. Mi
sembra che nelle due delibere della Giunta regionale non ci sia alcun
riferimento, addirittura credo che un articolo, che adesso vi dirò, preveda una
relazione semestrale da inviare alla Commissione rispetto all’esecuzione del
monitoraggio. Prego, avvocato.
Presidente, prima una precisazione: tutti i fondi che lei ha
citato prima, pari a 35 milioni di euro, non si riferiscono solo al Piano di
promozione turistica, ma abbracciano una serie di altre attività che sono
previste espressamente dall'articolo 3 della legge del 2008 e riguardano
distretti turistici regionali ed altre attività anche sul sistema della distribuzione
che quindi attengono da altri Dipartimenti e non al mio.
Come sicuramente è a sua conoscenza, il Dipartimento turismo è
stato, in qualche modo, spacchettato: in parte, adesso, è insediato all'interno
del Dipartimento sviluppo economico e, in parte, all'Unità organizzativa di
promozione, retto dalla dottoressa Cauteruccio
Andando, quindi, direttamente a discutere del Piano di promozione
turistica 2020, questo ha avuto un’integrazione con delibera del 24 settembre
2020 che ha previsto solo l'integrazione per ciò che concerne il Giro d'Italia,
per il resto è rimasto inalterato.
Bisogna dire, in aggiunta, che la pandemia 2020 ha, in qualche
misura, impedito l’attuazione di molte delle attività previste nel Piano,
perché, ovviamente, sia tutte le attività di promozione in senso proprio:
fiere, mercati e attività di questo tipo, sono state bloccate, sia il flusso
turistico, lo scorso anno, ha avuto uno stop significativo.
Possiamo dire che la sintesi di tutto quello che è accaduto lo
troviamo, in qualche modo, nel Piano del 2021, nel quale abbiamo, tra
virgolette ovviamente, “monitorato” lo stato dell'arte e in cui si dà conto che
una serie di attività non sono state rese possibili dalla crisi pandemica e
abbiamo provato ad immaginare anche per l’anno in corso,
nel quale, ovviamente, la situazione non è cambiata molto. Abbiamo provato a
pensare di promuovere l'immagine della Calabria attraverso altri sistemi.
Quindi,
fermo restando che, ovviamente, la Regione riconosce il ruolo strategico del
turismo quale sistema di sviluppo integrato, abbiamo pensato, nell'ambito di
quelle che erano le macroaree del Piano triennale
approvato nel 2019, di dare priorità soprattutto ad un’attività di promozione
via web cioè a tutto quello che non impone la presenza e che ci consente di
fare promozione su una domanda potenziale.
Cosa
si è pensato di incentivare? Intanto, la notorietà del marchio Calabria,
attraverso un sistema integrato di informazione e comunicazione via web.
Questo
impone, per un verso, un potenziamento ed un sistema di raccolta delle
informazioni più organizzato e, poi, la produzione e la gestione dei contenuti
da inserire nel web. A questo proposito, il Ministro del turismo, sia pure
nella consapevolezza che la materia è di competenza esclusiva delle Regioni, in
una recente intervista, ha ipotizzato la creazione di un portale nazionale,
all'interno del quale inserire tutti i portali regionali per consentire così al
turista e alle Regioni la promozione del territorio in maniera più importante e
con mezzi di maggiore incisività.
Tra
tutte queste cose abbiamo anche pensato di ipotizzare dei viaggi virtuali, nel
senso di dare la possibilità non solo di vedere le bellezze del nostro territorio
– quindi la classica vetrina dei luoghi e delle bellezze calabresi – ma anche
viaggi virtuali tra le bellezze artistiche, architettoniche ed archeologiche
attraverso i social, delle App dedicate e dei virtual tour del patrimonio.
Accanto
a questo, uno degli elementi interessanti di questo Piano è quello di
realizzare quanto era previsto nel programma triennale sulla produzione di
nuovi contenuti video. Sostanzialmente, in questo momento di pandemia, l’Ente
intende investire sull’audiovisivo e, quindi, avviare un’area di produzione
seriale e lo sviluppo dell’industria cinematografica e audiovisiva, anche
attraverso la realizzazione di studios per eseguire
la lunga serialità e per attrarre le grandi produzioni, che potrebbero così
trovare in un unico luogo sia la bellezza paesaggistica sia la possibilità e,
quindi, le strutture dove poter realizzare quella gran parte di attività per
loro, ormai, necessaria.
A
parte questo, insomma, è chiaro che abbiamo mantenuto le classiche attività di
acquisto materiale, ma cercando di limitarle moltissimo, perché in questo
momento ci siamo resi conto che i mezzi tradizionali impattano poco. Abbiamo
mantenuto, ovviamente, la partecipazione alle fiere, sia pure in modo limitato
e contenuto, dal momento che, ad oggi, quelle ipotizzate non si sono tenute.
Anche il Vinitaly, che avevamo ipotizzato come
evento, è stato soppresso.
Pensiamo
che non se ne terranno più di due, magari dopo l'estate, sempre che la
situazione migliori.
Presidente,
questo è quanto, avrei finito.
Grazie,
avvocato. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò.
Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Sul punto valuti lei, poi, come proseguire, se ritiene la mia
notazione degna di essere approfondita oppure se riusciamo in questa sede ad
avere le risposte che, per quello che mi riguarda, francamente, mi occorrono.
Con
riferimento al parere che ci viene richiesto, confesso di avere delle
perplessità perché, sulla base del dettato normativo, leggo che il parere deve
essere preventivo rispetto all'adozione del provvedimento da parte della
Giunta.
Ho
questo dubbio. Se riusciamo a sviscerarlo in questa sede, bene, altrimenti,
chiedo di aggiornare il punto ad altra seduta. Grazie.
Proprio
di recente ho discusso con un dirigente del Consiglio regionale con riferimento
ad un provvedimento che riguardava proprio l'agricoltura – ne è testimone il dottore
Giovinazzo – e il dirigente mi ha riferito che in Consiglio regionale, nelle
Commissioni, non avrebbe potuto portare nulla se non previa un’approvazione
formale da parte della Giunta.
Quindi,
è chiaro che la delibera della Giunta è stata adottata proprio in ragione di
questa eccezione formulata.
È
evidente – e le rappresento – che la norma dice che: “la Giunta invia alla
competente Commissione consiliare prima dell'approvazione”.
Questo
cosa vuol dire? Vuol dire che la Giunta deve non inviare con una letterina –
perché la Giunta non scrive una letterina – ma adottare un provvedimento.
Pertanto,
la Giunta adotta il provvedimento sul quale la Commissione consiliare è
chiamata ad esprimersi. Qualora dovessero esserci prescrizioni da parte della
Commissione, la Giunta modifica il provvedimento; diversamente, si dà per
approvato e prende atto del parere espresso.
Questo
è il percorso che avevamo immaginato proprio in relazione alla discussione
intervenuta con la collega del Consiglio.
Non
so se è soddisfatto della risposta o ha bisogno di altre precisazioni.
Presidente,
se questo è il contenuto ed il tenore della risposta, per quello che mi
riguarda, annuncio un voto di astensione perché, dal punto di vista tecnico-normativo,
non mi ritengo soddisfatto della risposta che il dirigente ha offerto.
Personalmente
– ripeto – non mi ritengo soddisfatto perché leggo testualmente l'articolo 4,
comma 2: “la Giunta regionale invia alla competente Commissione consiliare prima
dell'approvazione - non so perché lei faceva riferimento all'adozione, qui si
parla prima dell'approvazione - i programmi annuali di attuazione per
acquisirne il parere”.
Poi,
addirittura, il dirigente ci dice che, eventualmente, anche ex post, la
Commissione può fare delle modifiche, però, non riesco a capire come, oggi, si
possa fare un qualcosa che, per norma, andava fatto prima dell'approvazione da
parte della Giunta.
Ad
ogni modo, se il Presidente intenderà procedere alla votazione, annuncio il mio
voto di astensione sul punto. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
Oltre
che fare mie le perplessità del collega Crinò, vorrei
anche fare presente che stiamo parlando dell’approvazione del Piano esecutivo
annuale di immagine e promozione turistica 2020, rinviato ed arrivato al 2021
per i motivi che tutti noi conosciamo.
Quindi,
secondo me, sarebbe il caso, presidente Molinaro,
eventualmente di rinviare il punto per avere la possibilità di ulteriori
approfondimenti anche in virtù del fatto che ci ritroviamo alle soglie del
Piano di promozione di immagine turistica del 2021.
Cerchiamo,
magari, di approfondire alcune tematiche ed alcuni aspetti emersi anche da
questa discussione.
La
mia proposta è quella di avere la possibilità di approfondire e, quindi,
rinviare il punto. Grazie.
Grazie.
Al fine di cercare di arricchire un po' questa discussione e, soprattutto,
anche per approfittare della presenza dell'avvocato Montilla,
proverei a porre qualche altra domanda, così decideremo insieme se chiudere
stasera o rinviare. Questo – ripeto – lo decideremo insieme come sempre.
Leggendo
le carte mi ero appuntato alcune cose, visto che sui pareri, tra parentesi, gli
uffici non fanno una scheda di valutazione o di supporto, non perché non hanno
voluto, ma perché è previsto così.
Quindi,
cerchiamo in qualche modo di leggere le carte e, attraverso le interlocuzioni,
di avere chiaro l'obiettivo e, soprattutto, di comprendere come formalizzare un
voto che è sempre un fatto importante.
Per
quanto riguarda un po' lo stato di realizzazione dei due Piani, sinteticamente,
lei ci ha detto che il Piano è stato limitato ad alcune azioni, ovviamente,
anche per effetto della pandemia: questo, sicuramente, è vero ed importante.
Poiché
non vorrei mettere ai voti una proposta che, in base al Regolamento, viene
respinta a parità di voti – è preferibile rinviarla che bocciarla anche
tecnicamente – le chiedo se possiamo avere una valutazione in questa occasione
o, eventualmente, anche a seguire se non è possibile adesso, sull’efficacia
soprattutto del Piano 2020, ma anche rispetto a quello che è stato programmato
per il 2021.
Lei
ha già risposto prima, ma poiché ho visto che nel Piano 2021 c'è un’aggiunta di
20 milioni di euro derivanti dal POC (Piano Operativo Complementare) chiedo se
si sommano ai 38 milioni del Piano triennale o, comunque, è sempre una
rimodulazione di quei fondi o sono fondi aggiuntivi.
Dalla
delibera di approvazione del Piano che la Giunta ha redatto e ha inviato,
ovviamente, per il parere, mi sembra, poi, di aver capito che c’è – lo diceva
lei prima – la volontà di dotarsi in Calabria di studios
o, comunque, di una struttura che possa rappresentare anche la produzione e
tante altre cose sull’audiovisivo.
La
domanda è se rispetto a questo investimento è stato redatto un business plan,
soprattutto per quando riguarda la sostenibilità dopo la realizzazione, perché,
spesso, – in generale, insomma – la Pubblica amministrazione in tanti
investimenti nelle opere pubbliche, programma l'investimento, ma non parla mai
ai cittadini della sostenibilità, poi, negli anni: insomma, chi lo paga, se è a
totale carico del bilancio della Regione, se interverranno dei privati, se ci
sarà un bando di gestione.
Chiedo
di avere qualche informazione anche da questo punto di vista.
Dalla
lettura degli atti – se non ho sbagliato – nel Piano annuale 2021 non sono
allegati – sono solo citati, ma non allegati – i pareri di coerenza programmatica,
Autorità di gestione POR, responsabile PAC, perché ho visto che quelli che
erano allegati precedentemente davano alcune prescrizioni.
Quindi,
magari, se possiamo averli e recuperarli, non so se sono già in possesso degli
uffici, ma nella delibera non sono allegati.
Chiederei
all'avvocato Montilla se possiamo avere risposte
soddisfacenti su queste osservazioni e sulle perplessità o richieste di
chiarimenti aggiuntivi da parte dei colleghi, se ci sono gli elementi per
poterli ritenere tali oppure, magari, anche questa è l’occasione per dire:
raccolgo, insomma, la preoccupazione o, soprattutto, l'insoddisfazione, tra
virgolette, dei colleghi per acquisire questi dati e ci ritroviamo magari tra
qualche giorno.
Ha
chiesto la parola il collega Pitaro. Ha facoltà di intervenire.
Intervengo,
Presidente, soltanto per dire che, tecnicamente e giuridicamente, sono
d'accordo con l'avvocato Montilla. Sono, altresì,
d'accordo con i colleghi e, quindi, favorevole ad un rinvio, laddove ci fosse
l'esigenza – mi pare che di questo si tratti - di un approfondimento.
Diversamente – ripeto – a livello tecnico e giuridico, sono d'accordo con
l'avvocato Montilla.
Lei,
Presidente, con le sue domande entra anche nel merito e, quindi, sarebbe il
caso di aggiornare subito i lavori oppure facciamo entrare nel merito
l’avvocato Montilla e, poi, decidiamo. Comunque,
decida lei.
Non
ci costa nulla. Se alcune cose non sono esaurienti, ovviamente ne approfittiamo
e alla prossima seduta della Commissione saremo tutti quanti informati.
Prego,
avvocato.
Preciso
ancora una volta che i 38 milioni di euro che lei cita riguardano turismo, cultura,
promozione e la parte naturalistica; le risorse che attengono alla promozione
sono una minima parte, saranno 5/6 milioni di euro, non di più.
Per
quanto riguarda, poi, la mancata allegazione dei pareri alla delibera, preciso
che non sono allegati perché la delibera è stata sottoscritta dall'Autorità di
gestione. Se lei guarda, il frontespizio dell'atto deliberativo reca la firma
del dottore Nicolai, quale Autorità di gestione,
quindi vuol dire che non aveva né prescrizioni, né obiezioni, né precisazioni,
né altro sul provvedimento.
Poi,
se vogliamo approfondire nel merito il Piano annuale del 2020, lo possiamo
anche approfondire, ma è un esercizio chiuso, nel senso che non abbiamo la possibilità
di modificare il 2020, è un esercizio – ripeto – che non può essere più oggetto
di modifica.
Vi
rappresento, invece, che proprio in ragione di quello che diceva il
consigliere, sul 2021 abbiamo cercato di dare un quadro della situazione e quando
diciamo che l’Amministrazione intende investire sull'audiovisivo, il senso è
proprio quello di pensare di superare la classica visione della promozione,
cercando di veicolare le risorse in modo differente.
L'industria
dell'audiovisivo ipotizzata nel Piano – che, peraltro, è d’attuazione del Piano
del 2019, quindi non è una grandissima novità – nasce proprio dopo aver, in
qualche misura, studiato e verificato il panorama nazionale e non solo.
È
evidente che, ad oggi, non c'è ancora un business
plan, come dice lei, perché è tutto in fase di
studio e di predisposizione. Siamo davvero all’alba rispetto a quanto declinato
nel Piano e, ovviamente, siamo anche in attesa delle decisioni della
Commissione.
L'importo
derivante dai POC, quindi l'importo previsto come investimento complessivo
sulla lunga serialità e sugli studios è stato
recuperato in parte su una rimodulazione di risorse non spese per ovvie
ragioni, che sono più volte riportate nel provvedimento, e, poi, anche dalla
modifica del tasso di cofinanziamento sui Fondi POR 14-20.
Ancora,
nel provvedimento che è sottoposto al vostro esame, è espressamente inserito un
asterisco proprio per puntualizzare – lo guardiamo insieme – la copertura
finanziaria; intanto, come ho detto prima, sulle risorse rinvenute dalle
percentuali di cofinanziamento, ovviamente, ancora non abbiamo contezza, quindi
anche questo è un programma che siamo in attesa di vedere se si possa
realizzare.
Sono
le uniche risorse che non sono iscritte in bilancio; infatti, nel prospetto che
abbiamo allegato non c'è un capitolo, ma un’ipotesi sulla quale poi si
lavorerà.
Grazie,
avvocato Montilla. Saluto e ringrazio la Segretaria
generale del Consiglio regionale, Maria Stefania Lauria, che ci fa l'onore di
assistere ad una parte dei lavori di questa Commissione.
Sintetizzerei
così la situazione: ritengo – mi rivolgo, ovviamente, in modo particolare ai
colleghi – che per quanto già detto è forse opportuno rinviare la trattazione
del punto alla prossima seduta della Commissione, stabilendone già oggi la
data.
Ripeto
– se l'avvocato Montilla me lo permette – che sul
2020 è stata chiarissima cioè è quello, l'abbiamo realizzato, non possiamo fare
niente, quindi, ne prendiamo atto: una dichiarazione trasparente e lineare.
Ovviamente, tutti conosciamo la tempistica e il calendario.
Sul
2021 pregherei, magari l’ufficio o non so chi, di completare quello che,
comunque, prevede la lettera b) dell'articolo 4 che, sostanzialmente, parla del
rapporto di monitoraggio e valutazione sullo stato di attuazione dei progetti
in corso di realizzazione o conclusisi nell'anno precedente.
Poiché
l'anno precedente si è concluso e, molto probabilmente, nella delibera relativa
al Piano 2021 non c'è questo aspetto – almeno non l’ho rintracciato – è
opportuno disporre di questa implementazione, considerato anche che rinvieremo
la trattazione del punto tra dieci giorni. Se i colleghi sono d'accordo, farò
anche una proposta di date possibili.
In
tal modo, saremo rispettosi della norma, che è la cosa più importante che ci
riguarda, e, magari, nel frattempo, possiamo acquisire anche qualche altro
elemento rispetto alle incertezze ed alle perplessità che sono emerse,
considerato che è passato un po' di tempo e che è stato fatto uno stralcio
rispetto al Piano triennale.
È
chiaro che, visto che è la prima volta che questa Commissione si cimenta su
questo tipo di parere, per fatti oggettivi e temporali, possiamo completare
nella prossima seduta l’iter del parere che questa Commissione è chiamata ad
esprimere.
Quindi,
se i colleghi sono d'accordo, raccogliendo le sollecitazioni, ma, soprattutto,
puntualizzando la necessità di completare il provvedimento per come prevede la
norma – perché dobbiamo essere e siamo rispettosi di questa disposizione, in
particolare, e di tutte le norme, in generale – penso che, tra qualche giorno,
potremo esprimere meglio il parere richiesto.
Approfitto
della presenza dell'avvocato Montilla – la proposta
l'avrei fatta alla fine, visto che, tra poco, metterò ai voti la richiesta di
rinvio – e chiedo ai colleghi soprattutto se possiamo fissare già ora la
prossima seduta della Commissione per il 12 aprile – che è il lunedì dopo
Pasqua – così, ovviamente, avremo il tempo di organizzarci.
Questo
è importante per i tempi, anche rispetto alla sollecitazione che abbiamo dato
all'avvocato Montilla, ma anche per noi stessi che
così ci documentiamo o, comunque, approfondiamo un po' – se necessario anche
con gli uffici – in modo tale da avere nella prossima seduta le idee più
chiare, ovviamente, non soltanto su questo punto, ma anche su altri temi.
Proprio
stamattina gli uffici mi hanno informato che è pervenuta anche la richiesta del
parere sul programma di forestazione 2021 e, quindi, abbiamo, anche in quel
caso, l'esigenza di fare il punto della situazione e, soprattutto, di
proseguire. Quindi, chiedo se la data indicata possa andare bene.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha
facoltà.
Grazie.
Lungi da me essere quello che non sono mai stato e apparire quello che non
voglio. Ovviamente, sono d'accordo con la proposta di differimento testé
annunciata dal Presidente, ma per non incorrere il 12 di aprile nella stessa
situazione, che per quello che mi riguarda necessita di qualche chiarimento…,
dottoressa, mi perdoni, però quando lei dice che il 2020 è chiuso, la domanda,
onestamente, per me nasce spontanea.
Quindi,
se è chiuso, che natura ha il parere che viene richiesto a questa Commissione?
Se
è chiuso – mi perdoni, così termino – credo che la Commissione debba esercitare
le sue prerogative e le sue funzioni.
Se
la legge dà alla Commissione delle prerogative preliminari rispetto
all'adozione di un provvedimento, credo che non si debba svilire o minimizzare
il suo ruolo.
Ad
ogni modo, lancio una proposta – mi fa piacere che sia presente anche il
Segretario generale del Consiglio regionale – non so se tecnicamente possibile,
ma mi auguro di sì: sul punto, Presidente, chiederei al Settore assistenza
giuridica di redigere un parere, al fine di addivenire ad una soluzione
condivisa, ma anche con una base normativa e giuridica che tranquillizzi un po'
tutti e metta la Commissione nelle condizioni di poter deliberare con grande
serenità, come sempre d'altronde. Grazie.
Presidente,
mi scusi, intervengo solo perché ho ereditato il Settore, ma, ovviamente, me ne
faccio carico pienamente.
Il
Regolamento interno del Consiglio regionale – al quale, per carità, non mi appello,
ma giusto per chiarire alcuni aspetti al consigliere – stabilisce all’articolo
67 che “le Commissioni competenti esprimono le loro determinazioni
all’Assemblea … entro il termine di 30 giorni per le proposte di provvedimento
amministrativo e per i pareri alla Giunta regionale”.
La
Commissione esercita tutto quello che è, ovviamente, previsto dal suo ruolo –
ben venga, ci mancherebbe altro! – ma per quanto riguarda il 2020 – non parlo
del 2021 sul quale, ovviamente, la questione è apertissima e non mi appello a
questo – ho rinvenuto, in realtà, la notifica del Piano 2020 alla segreteria
dell'Assemblea del Consiglio regionale e nei termini, in realtà, non ho niente
agli atti.
Poi,
magari, se i vostri uffici hanno, invece, qualcosa e me la danno, mi fanno un
favore. Pertanto, considererei il Piano 2020 approvato per decorrenza dei
termini previsti dal Regolamento interno del Consiglio regionale.
Per
il 2021, non mi appello a questo, sebbene potrei dire che, anche in questo
caso, i termini sono scaduti, però non vuol dire assolutamente niente – ci
mancherebbe! – e, quindi, approfondiamo tutto quanto ritenete di voler
approfondire perché tutto è utile, insomma, a migliorare il nostro lavoro.
Grazie.
Ritengo che anche questa sottolineatura cammini insieme alla sollecitazione del
collega Crinò.
Lei
ha già dato un input: può darsi che, magari, il Piano 2020, formalmente, sia
già approvato quindi ne prendiamo atto, troviamo i riferimenti, non per
scaricarci le responsabilità, ma per dire che, formalmente, l’iter si è
concluso, si concluderà o si potrà concludere. Questo lo vedremo.
Gli
uffici hanno sicuramente preso appunti – oltre al fatto che c'è la
registrazione – al fine di verificare anche quest'aspetto del Regolamento.
Oltre
a questo, se è possibile, certamente con qualche maggiore approfondimento sul
2021 – quale il richiamo alla lettera b) dell'articolo 4 – saremo nelle
condizioni di chiudere questa pratica. Questa è, sicuramente, la volontà di
tutta la Commissione.
Formalmente,
preciso che il 12 aprile la seduta della Commissione si terrà, come oggi, alle
14:30.
Quindi,
visto che li abbiamo discussi insieme, propongo il rinvio dei pareri sulle
proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale
previsti ai punti 4, 5 e 6 dell’odierno ordine del giorno alla seduta già
fissata per il 12 aprile.
Ringrazio,
ovviamente, per la pazienza e per il contributo l’avvocato Montilla
e tutti i suoi collaboratori.
(La Commissione rinvia)
Passiamo
al punto 7 che riguarda la proposta di legge numero 78 di iniziativa della
consigliera Minasi, recante: “Modifiche alla legge
regionale 19 novembre 2020 numero 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)”.
Anche
qui la proposta, che tra poco sentiremo illustrata dalla viva voce della
consigliera, nasce dalla proficua interlocuzione istituzionale tra gli uffici
del Consiglio regionale ed il Consiglio dei Ministri. Ci hanno evidenziato –
questa prassi è ottima – che ci sono degli elementi di incostituzionalità.
La
collega Minasi ha recepito le indicazioni; le do
subito la parola così le illustra e, poi, procediamo con la discussione.
Grazie.
Grazie,
Presidente, ha detto bene: la proposta nasce, appunto, dalla necessità di
apportare alcune modifiche sulla base dei rilievi sollevati dal Governo che
riteneva alcuni articoli in contrasto con la normativa nazionale.
Di
fatto, si tratta, comunque, di pochi aspetti: nei primi due articoli eliminano
soltanto delle parole considerate in sovrabbondanza; l'articolo 3, invece,
appunto perché considerato in contrasto con la normativa nazionale in quanto
prevedeva l’iscrizione all'albo da parte delle Pro Loco solo dopo aver sentito
il Comune e l’UNPLI e con una serie di requisiti, è stato abrogato; l’articolo
4, invece, elimina alcune limitazioni previste negli Statuti delle Pro Loco, mentre
l'articolo 11 è stato completamente abrogato perché prevedeva una sorta di
contributi da parte della Regione alle associazioni Pro Loco, ma era privo di
copertura finanziaria. Grazie.
Grazie
alla collega Minasi. Chiedo all'avvocato Lazzarino o
a chi per lui di dare qualche indicazione, considerato che la proposta è stata
anche oggetto di valutazione.
Grazie,
Presidente. La proposta modifica gli articoli 2, 3, 5, 7 e 11 della legge 22
del 2020 solo al fine di adeguarla al decreto legislativo numero 117 del 2017
del Codice del Terzo settore. Abbiamo detto che è già frutto di un impegno nei
confronti del Governo nell'ambito del principio di leale collaborazione. Nulla
da rilevare, grazie.
Grazie,
gentilissima. Mettiamo ai voti il progetto di legge articolo per articolo.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Articolo
4
(È approvato)
Articolo
5
(È approvato)
Articolo
6
(È approvato)
Articolo
7
(È approvato)
Pongo
in votazione la proposta di legge nel suo complesso che è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale. Grazie.
(La Commissione approva)
Passiamo
al punto 8, relativo ad una proposta di legge che è stata inserita all'ordine
del giorno della seduta odierna di Commissione perché, nell'ultima seduta del
Consiglio regionale dell’11 marzo 2021, il collega Bevacqua ha evidenziato
l’esigenza di lavorare su questo progetto di legge – recito le sue parole –
“ovviamente rivisto e corretto”.
Questa
proposta è stata accolta in Aula dall'assessore Gallo, e pertanto, avendo
l’Assessore giustamente indicato che il lavoro si poteva fare in questa
Commissione, è stata inserita all’ordine del giorno.
Prima
di chiedere ai colleghi se vogliono intervenire, ritengo che l'assenza dei
consiglieri sottoscrittori della proposta, tra cui i consiglieri Bevacqua,
Tassone, Irto ed altri, ci metta, in qualche modo, nella situazione di non
poter procedere, o, meglio, di non voler procedere senza la loro collaborazione
e senza lo spirito di coniugare la proposta anche con altre iniziative che da
qui a poco vedremo – anche rispetto, per esempio, al progetto di legge della
collega Minasi – al fine di lavorare complessivamente
sul discorso della pesca e dell'acquacoltura.
Visto
che è ancora presente il dottore Giovinazzo – e lo ringrazio di essersi fermato
insieme all’avvocato Ferrara – e considerato che è una materia, comunque, di
competenza del Dipartimento agricoltura in generale, chiederei se c'è qualche
indicazione o qualche riflessione che possiamo già acquisire in questa
occasione, non soltanto sul progetto di legge – se c'è stato, magari, il tempo
di guardarlo o meno – immaginando che i colleghi sottoscrittori di questo
progetto di legge, insieme alla collega Minasi e a
chiunque altro, possano lavorare insieme, ovviamente all'interno di questa
Commissione.
In
modo particolare, ne approfitterei per sapere cosa ne pensa il dottor
Giovinazzo. Grazie.
Grazie,
Presidente. Ho approfondito un po’ la proposta fatta.
Ovviamente,
riteniamo necessario sia proporre leggi quadro – così come sulla pesca,
sull'apicoltura e su altre attività – sia andare ad inquadrarle anche
nell'ambito della titolarità regionale.
Questo
perché? Perché spesso le leggi nazionali non prevedono le particolarità
presenti all'interno della nostra regione.
Un
suggerimento, un'indicazione, – ne abbiamo parlato anche con l'Assessore–
potrebbe essere che, oltre al compendio sulla pesca marina e, quindi, alla
legge quadro sulla pesca, ci si doti anche di una parte di riferimento per le
acque interne che potrebbero essere anche elemento di sviluppo turistico. Anche
la norma nazionale sta andando verso questa tipologia. Così come prevedere,
nell'ambito della legge sulla pesca, anche gli aspetti collaterali ma
importanti, come quelli dell’ittiturismo e di tutte
le attività a valle dell'effetto economico, considerata la multifunzionalità
che le attività collegate al mondo agroalimentare stanno comportando.
Queste
sono soltanto le prime indicazioni, ma il Dipartimento è ben disponibile.
Voglio
aggiungere che stiamo indirizzando il FEAMP, che è il fondo per la pesca, anche
verso forme originali come lo studio dei mari calabresi, il collegamento tra il
pescato e quindi stiamo producendo degli elementi che possono essere messi alla
base anche di un aspetto legislativo di indirizzo. Si tratta di una cosa che
non c'era mai stata.
Assegneremo
da qui a poco lo studio dei mari alla stazione Anton Dorhn
e, poi, anche alle altre Università calabresi. Grazie.
Grazie,
direttore Giovinazzo. Anche qui ovviamente gli uffici – e li ringrazio ancora
una volta - hanno redatto la scheda di analisi tecnico-normativa.
Chiedo
alla dottoressa di intervenire per dire qualcosa in termini di valutazione.
Grazie.
Grazie,
Presidente. Con riferimento alla proposta, abbiamo, preliminarmente,
evidenziato che, considerata la fase di prorogatio, come
ormai è noto, andrebbero esplicitati
in maniera chiara quali siano i motivi dell’urgenza perché la Corte si è più
volte espressa rispetto ai requisiti che le norme devono avere per poter essere
approvate in questa fase.
Complessivamente,
la materia della pesca rientra nell'ambito di competenza residuale quindi
esclusiva delle Regioni, tuttavia, poiché comprende alcuni aspetti che possono
essere considerati trasversali, può andare ad incidere su ambiti di competenza
statale e, quindi, invadere ambiti di competenza riservati alla legislazione
nazionale.
In
particolare, l'ambito che può essere coinvolto è quello relativo alla tutela
dell'ambiente e dell’ecosistema e in particolare
abbiamo rilevato che alcuni articoli di questo testo possono andare a
confliggere con questo ambito di competenza statale.
In particolare sono quegli articoli che prevedono la creazione di
aree marine protette, sono: l'articolo 1, comma 1, lettera n); l’articolo 4,
comma 8, lettere a); l’articolo 8, comma 1, lettera c); l'articolo 9, comma 1,
lettera a), b), c) e d).
Medesima problematica può porsi anche in riferimento a quegli
articoli che prevedono la creazione di aree di riserva biologica, ripopolamento
marino ecc., anche perché ci sono delle normative nazionali che stabiliscono
che la competenza in questi ambiti per stabilire queste particolari
problematiche riguardi i vari Ministeri, il Ministro della marina mercantile,
il Ministro delle politiche agricole ecc.
Con riferimento all'articolo 1, comma 1, lettera r) abbiamo
osservato che la locuzione “strutture centrali” potrebbe evocare un riferimento
alle amministrazioni centrali e quindi potrebbe determinare una illegittimità
della previsione in quanto la riorganizzazione delle amministrazioni centrali
non può essere determinata dalla Regione.
Stessa cosa con riferimento alla previsione, inserita sia
nell'articolo 1 sia nell'articolo 16, di prevedere l'istituzione di uno
sportello unico regionale presso i distretti della Capitaneria di porto, sempre
per le medesime ragioni si andrebbe ad incidere su ambiti organizzativi non
regionali; perché è vero che l'articolo 105, comma 6, del decreto legislativo
112 del 98, prevede che per lo svolgimento di compiti conferiti in materia di
riporto unico e pesca marittima le Regioni si avvalgono degli uffici delle
Capitanerie di porto, comunque, sembra che la previsione contenuta in queste
norme vada un po' oltre rispetto alla previsione statale.
Con riferimento, poi, all'articolo 5, che prevede l'istituzione
del Comitato Regionale Integrato per la pesca, vi sono una serie di lettere
contenute nel comma 2 che prevedono la partecipazione a questo Comitato di
soggetti estranei all'amministrazione regionale; anche in questo caso sono
soggetti incardinati a organismi dotati di autonomia regolamentare e
organizzativa. Quindi suggeriamo che forse sarebbe preferibile che tutte le
volte in cui è prevista la partecipazione di soggetti estranei all'amministrazione
vi sia una previa intesa o un accordo con gli enti coinvolti.
Con riferimento sempre all'articolo 5, lettera r) evidenziamo che
gli uffici legale e legislativo della Regione non sembrano essere competenti ad
indicare esperti e inoltre sarebbe preferibile anche indicare con quali
modalità si dovrebbero scegliere gli esperti indicati.
Sarebbe opportuno, poi, in tutti i casi in cui è richiamato
l'Assessore alla pesca precisare esattamente, usare una locuzione più
dettagliata che consenta di chiarire chi sia l’Assessore competente a svolgere
quel determinato compito.
Agli articoli 6, 7 e 8 sarebbe opportuno indicare quali sia
l’Assessore competente e poi con riferimento sempre all'articolo 6, comma 2,
lettera a) suggeriamo di valutare se circoscrivere la portata della norma,
perché si fa un riferimento generico alla possibilità di esprimere pareri su
atti generali…dice: “l'Assessore deve richiedere il parere del Comitato su
progetti di legge e di regolamento”, in maniera indistinta, sarebbe preferibile
dettagliare.
Con riferimento all'articolo 13, che disciplina le pesche
cosiddette speciali, anche in questo caso ci poniamo un problema di possibile
invasione della competenza statale perché la materia è già disciplinata dal legislatore
statale che demanda al Ministero le indicazioni di queste particolari categorie
di pesca.
Infine, con riferimento all'articolo 17, che è rubricato Clausola di invarianza finanziaria,
notiamo che ci sono una serie di articoli che, invece, a nostro parere
potrebbero determinare dei costi.
Con riferimento, poi, alla tecnica di redazione suggeriamo in
particolar modo che sarebbe preferibile che i commi 2 e 3 dell'articolo 18
trovassero una diversa collocazione, in quanto sarebbe preferibile avere un
articolo ad hoc precedente a quello
sull’entrata in vigore, e rispetto all'abrogazione delle norme che viene
indicata al comma 3 sarebbe preferibile che ci sia indicato espressamente quali
sono le norme che vengono abrogate. Grazie.
Grazie a lei. Non ci sono altre richieste di interventi.
Ritengo che, per le motivazioni prima di opportunità, visto
l'assenza in Commissione dei sottoscrittori la proposta, ma soprattutto anche
per i diversi rilievi sollevati nell'analisi tecnico-normativa, sia opportuno
mettere ai voti la proposta di rinvio, ovviamente, auspicando che ci sia la
partecipazione da parte dei sottoscrittori di questo progetto di legge.
Ovviamente facciamo tesoro di questi rilievi e precise indicazioni.
Pongo in votazione la proposta di rinvio che è approvata.
(La Commissione
rinvia)
L’ultimo punto all'ordine del giorno riguarda il progetto di legge
numero 81/11^ di iniziativa della collega Minasi,
recante: “Misure urgenti in tema di concessione per attività di acquacoltura”.
Cedo la parola alla collega Minasi per illustrare la
proposta di legge.
Grazie, Presidente. Questa legge è stata formulata poiché, come
tutti sappiamo, per svolgere l'attività di maricoltura necessitano di spazi
acquei di mare che vengono affidati in regime di concessione da parte delle
amministrazioni locali.
Con l'introduzione del decreto legislativo numero 154 del 26
maggio 2004 si è venuta a creare una disparità di trattamento fra i produttori
di acquacoltura in base al regime giuridico con cui si costituiscono. Faccio un
esempio pratico: per uno spazio d'acqua di 50.000 mq, questo riferito all'anno
2019, se sei costituito in cooperativa paghi 205,50 euro, se sei in diverso
regime giuridico paghi 146.766,80 euro.
Quindi è chiara la violazione non solo dell'articolo 3 della
Costituzione, ma anche dell'articolo 40 del Trattato sul Funzionamento
dell'Unione Europea che prevede che fra i produttori non ci può essere
discriminazione.
Sul punto è intervenuta l'Autorità garante della concorrenza e del
mercato che ha anche segnalato alla Regione Calabria la problematica;
l'antitrust è intervenuta presso i Presidenti di Camera e Senato, Presidente
del Consiglio dei Ministri e anche la Conferenza Stato-Regioni.
In attesa che ci sia - si auspica - un provvedimento legislativo
per preservare il settore che, ovviamente, ha subito le conseguenze della
pandemia, limitatamente agli anni 2020-2021 e 2022, si chiede, con questa
proposta di legge, che venga superata questa disparità di trattamento. Per
conforto posso dire che tantissime altre regioni, quali il Friuli Venezia
Giulia, la Sardegna, le Marche sono già intervenute sul punto e le rispettive
leggi non sono state impugnate.
Ritengo che, poiché siamo in regime di pandemia, noi possiamo
legiferare in questo settore per venire incontro a questi produttori perché non
effettuando il pagamento potrebbero, poi, non poter essere messi nelle
condizioni di partecipare ai vari bandi che la Regione emette. Grazie.
Grazie alla collega Minasi.
Chiedo al Settore assistenza giuridica di illustrare la scheda di
analisi tecnica-normativa.
Grazie, Presidente. La proposta di legge, come si evidenzia nel
titolo, reca misure urgenti in tema di concessione per attività di
acquacoltura. Misure urgenti come detto dal proponente limitate all’annualità
in corso e a quella successiva.
Nella relazione descrittiva sono indicati i presupposti di urgenza
e necessità che indicano l'intervento come doveroso. Devo dire che la materia è
complessa perché la disciplina normativa relativa proprio alla concessione in
materia di acquacoltura e pesca ha subito molte trasformazioni nel corso del
tempo, per cui ad oggi il regime dei canoni prevede degli importi notevolmente
differenziati che sono stati posti all’attenzione, come ha detto il proponente,
anche dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato e anche dalla
Conferenza delle Regioni.
Nella scheda abbiamo evidenziato che la Corte Costituzionale nel
2006 si era pronunciata negativamente, cioè dichiarando costituzionalmente illegittima
una norma simile della legge regionale delle Marche del 2004 che affidava alla
Giunta la determinazione dell'ammontare del canone da corrispondere per la
concessione dei beni del demanio marittimo.
Tuttavia questa pronuncia è precedente al decreto legislativo
numero 68 del 2011 che reca disposizioni in materia di autonomia di entrata
delle Regioni a Statuto ordinario e al suo articolo 8 ha disposto che a
decorrere dall’1 gennaio 2013 l'imposta regionale sulle concessioni statali dei
beni del demanio marittimo è trasformato in tributo proprio regionale. Ne
deriva che in forza del nuovo posizionamento delle imposte in capo alle regioni
le stesse esercitano pienamente il potere legislativo sul tributo proprio in
senso stretto; addirittura la disposizione statale non si è limitata a indicare
una trasformazione del tributo da statale in tributo regionale proprio, ma ha
attributo alle Regioni anche la facoltà di sopprimerlo.
Quindi, da un lato la normativa statale, dall'altro il fatto che
comunque i canoni siano rimasti, come dire, previsti con decreto ministeriale
in virtù di una norma del 1993 e che nel tempo abbia subito delle
modificazioni, nel senso che questa disomogeneità sia stata prima eliminata e
poi è stata abrogata la norma che aveva eliminato la disomogeneità.
Ci siamo resi conto che altre regioni, oltre a quelle indicate dal
proponente, anche la Puglia con la legge regionale numero 43 del 2017,
tralasciando la Sardegna che è a Statuto speciale, ancora le Marche con la
legge 16 del 2015 hanno legiferato in maniera sostanzialmente analoga alla
proposta che oggi è all'attenzione della Commissione.
Le proposte di legge non sono state impugnate dal Governo. L'unica
cosa da precisare, a livello di drafting,
probabilmente per mero errore materiale, è che nella proposta è citato il
riferimento all'articolo 3 del decreto legge 400 del 1993, invece l'articolo 3
è stato soppresso dalla legge 494 del 1993, quindi il riferimento all'articolo
3 andrebbe sostituito con il riferimento all'articolo 03. Questo proprio dal
punto di vista di tecnica relazionale.
Chiedo al Dipartimento agricoltura, quindi, al dottor Giovinazzo,
una sua valutazione o qualche indicazione. Grazie.
In realtà il Dipartimento agricoltura c'entra poco rispetto a
questo argomento, ma conosco praticamente la situazione essendo stato investito
dalla consigliera Minasi. Lo diceva prima
l'avvocatessa, c’è una disparità di concorrenzialità generata da questa norma
che, credo, vada doverosamente corretta, altrimenti creeremo, in un momento
come questo, soprattutto in una regione come la nostra, problematiche di
approccio tra diversi componenti che vanno poi a incidere sull’aspetto del fatturato.
Da parte del Dipartimento, quindi, non c'è nessuna preclusione,
fermo restando le osservazioni che faceva il Settore assistenza giuridica.
Grazie. Non ci sono interventi, quindi passiamo alla votazione
della proposta di legge.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso, che è
approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(La Commissione
approva)
Grazie per la pazienza e per i contributi resi. Ci rivediamo con i
colleghi alla prossima seduta di Commissione.
La seduta è tolta.
La seduta termina
alle 17,05