29/04/2020 - IL QUOTIDIANO DEL SUD intervista Tallini: 'L'azienda Pugliese-Mater Domini sarà un riferimento per la Calabria'


«La pandemia ha messo fine ai corporativismi» «La questione non riguarda solo Catanzaro»

di BRUNO GEMELLI - Catanzaro - Mancavano pochi minuti alla mezzanotte di lunedì scorso quando la maratona del Consiglio regionale, chiamata ad approvare i documenti contabili, si concludeva licenziando l ’integrazione dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio con l’Azienda Mater Domini. A pilotare la lunga seduta ha provveduto il neo presidente dell’Assemblea regionale, Domenico Tallini, all’esordio del suo primo passaggio impegnativo. A lui abbiamo rivolto alcune domande.

Presidente Tallini, dell’integrazione tra l’ospedale Pugliese e l’Università si parla da de cenni senza mai arrivare a una conclusione concreta. Questa volta il Consiglio regionale ha trovato un varco, riproponendo un tema che potrà avere conseguenze enormi nel sistema sanitario calabrese. Com’è potuto accadere?

«Ci abbiamo creduto e l’abbiamo resa possibile, grazie anche alle indicazioni del Commissario per la sanità generale Cotticelli, le cui indicazioni sono risultate particolarmente utili per il superamento dei rilievi mossi dalla Corte Costituzionale alla precedente legge. Con l’integrazione delle due strutture facciamo un importante passo in avanti verso la modernizzazione del Sistema sanitario calabrese. Si tratta di un merito enorme del Consiglio regionale insediatosi da appena un mese e che ha avuto la capacità di individuare le giuste priorità davanti ad una realtà completamente cambiata che richiede decisioni coraggiose e che guardino avanti. Ringrazio per l’approvazione la presidente Santelli e tutti i consiglieri che hanno intesto votare il provvedimento».

Ci vuole elencare gli effetti positivi che potrà avere questa integrazione per la Calabria e per la sua utenza?

«Si badi bene: l’integra zione tra l’azienda ospedaliera di Catanzaro e l’unica facoltà di medicina esistente in regione non è una questione che riguarda solo Catanzaro. È, al contrario, una necessità per tutto il sistema sanitario regionale che deve perseguire nuove strade all’insegna della riorganizzazione, dell’ottimizzazione delle risorse, del rinnovamento professionale. La nuova Azienda integrata si pone al servizio di tutta la Calabria, sia perché diventerà un riferimento organizzativo-logistico imprenditoriale per le altre Aziende Ospedaliere, sia perché offrirà servizi assistenziali di livello regionale, sia infine perché formerà i nuovi medici che rappresentano la linfa vitale della sanità in ogni città della Calabria. Si pensi che il modello delle Aziende Ospedaliere Universitarie Integrate è già presente, da tempo, in tutte le altre grandi Regioni meridionali (Puglia, Campania, Sicilia) e che la Calabria rappresentava dunque un caso anomalo. Oltre al miglioramento dell’offerta sanitaria, all’ottimizzazione delle risorse, l’integra zione consentirà alla facoltà di medicina dell’Umg di salvaguardare il patrimonio delle sue Scuole di specializzazione, messo seriamente a rischio dalla carenza di parametri che invece saranno assicurati dalla fusione delle due realtà aziendali».

Come si colloca questo progetto all’interno della vicenda Coronavirus?

«La legge che costituisce l’Azienda ospedaliero-universitaria "Mater Domini Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro è la risposta più alta e responsabile che la Regione potesse dare alla nuova realtà sanitaria imposta dall’emergenza coronavirus in Calabria. L’integra zione tra le due importanti realtà del sistema sanitario del capoluogo si è realizzata già nei fatti, in questi drammatici giorni, in cui tutte le strutture e i servizi delle due Aziende hanno collaborato e lavorato in grande sinergia per affrontare qualcosa di inaspettato e di terribile, riuscendo non solo a limitare i danni, ma dando anche prova di grande professionalità e dedizione. Il caso dei due pazienti lombardi trasferiti nella terapia intensiva del "Pugliese" e guariti grazie alle cure dei nostri sanitari è balzato giustamente agli onori delle cronache nazionali, segno che la nostra sanità ha bisogno soltanto di una nuova organizzazione, di più mezzi e più risorse umane e finanziarie, di più investimenti nella ricerca scientifica. La presidente Jole Santelli ha fronteggiato con grande autorevolezza la crisi emergenziale e si è mossa su questo terreno coordinando, con il Dipartimento della Salute e il Commissario per il Piano di Rientro, le attività dei vari presidi in un ’ottica di sinergia e collaborazione mai visti prima».

Pensa che ci saranno resistenze e come potranno essere schivate o respinte per una piena conclusione di questo progetto?

«Le difficoltà non è mia abitudine nasconderle, se ce ne saranno le affronteremo. Sono del parere che la pandemia, sconvolgendo lo status quo, imporrà anche la fine di eventuali difese a sfondo corporativo. Oggi il Consiglio regionale, tratteggiando una realtà in cui l’organizzazione in Dipartimenti sarà direzione ospedaliera e universitaria consentendo il potenziamento della rete dei servizi assistenziali, sta prospettando la realizzazione al centro della Calabria di uno dei più importanti poli sanitari del Meridione. È questa la sfida a cui dobbiamo guardare».

Quando la Calabria potrà affrancarsi definitivamente dal commissariamento e convincere il governo che la Regione ha intrapreso una strada virtuosa?

«La strada virtuosa la stanno dimostrando i medici e tutto il personale sanitario che in Calabria sono in prima fila nel contrasto al Covid-19. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. La presidente Santelli sta facendo un lavoro enorme in questa direzione e ha ben presente la necessità di razionalizzare la catena di comando nella sanità. Il Consiglio regionale, approvando ieri l’integrazione fra le due strutture, credo abbia indicato il genere di innovazioni di cui si ha bisogno».

In allegato il pdf dell’articolo sul Quotidiano del Sud:

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