MOZIONE n. 94 del 17/06/2021
Richiesta%20proposta%20utilizzo%20beni%20confiscati%20alla%20mafia%20ed%20impiego%20sociale%20delle%20risorse%20economiche%20ricavabili.

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
- Il decreto legislativo 6 settembre 2011, n.159, recante il c.d. Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, com’è noto, disciplina, tra le altre cose, all’art.48 anche la destinazione dei beni e delle somme confiscate. Per ciò che attiene ai beni immobili, in particolare, la norma dispone che gli stessi siano “mantenuti al patrimonio disponibile dello Stato per finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile e, ove idonei, anche per altri usi governativi o pubblici connessi alla svolgimento delle attività istituzionali di amministrazioni statali, agenzie fiscale, università statali, enti pubblici e istituzioni culturali di rilevante interesse (…);
c) trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del comune ove l’immobile è sito, ovvero al patrimonio della provincia o della regione (…)”;
- in merito all’utilizzo delle somme ricavate dalla vendita dei beni di cui al comma 5 dell’art.48, la norma prevede che le stesse affluiscano al Fondo Unico Giustizia “per essere riassegnate (…) nella misura del 50 per cento al Ministero dell’Interno per la tutela della sicurezza pubblica e del soccorso pubblico e, nella restante misura del 50 per cento, al Ministero della Giustizia, per assicurare il funzionamento e il potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali (…)”;
- i beni oggetto di confisca spesso non vengono utilizzati in maniera proficua per gli scopi previsti dal Codice medesimo. Tali beni, invero, costituiscono uno straordinario patrimonio utilizzabile al fine di dare risposte concrete ad un welfare statale pubblico spesso carente di risorse soprattutto in Regioni come la Calabria dove, a livello di sanità pubblica, di servizi alle imprese, di sostegno ai giovani, di presidii di sicurezza e di incentivi atti a fronteggiare la dispersione scolastica, è agli ultimi posti in Europa. Considerato: - che un aiuto concreto alle regioni più deboli, come la Calabria, potrebbe essere rappresentato da un diverso utilizzo degli immobili confiscati, da un diverso impiego dei proventi derivanti dalle vendite degli stessi o, ancora, delle somme di danaro al fine di porre rimedio ad un gap sociale in cui versa la nostra terra rispetto ad altre Regioni non “afflitte” e tormentate dal fenomeno mafioso;
- che l’utilizzo di tali proventi per ragioni di sanità pubblica, ad esempio, avrebbe anche un valore altamente simbolico, posto che da emblema di prepotenza e dominio mafioso, i presidi sanitari/ospedalieri “ristrutturati” con i proventi dell’attività illecita, apparirebbero agli occhi della gente come il trionfo dello Stato, il riscatto di un territorio al potere mafioso;
- che parte di tali risorse potrebbe, inoltre, essere impiegata al fine di sostenere le imprese “sane” e virtuose del nostro territorio e incentivare i giovani, che oggi sono costretti ad emigrare al nord o all’estero, ad investire nella regione. L’impiego di tali risorse nell’economia “pulita” della nostra regione potrebbe passare anche attraverso la scuola, così da evitare il fenomeno della dispersione scolastica, mediante un concreto sostegno alle famiglie che versano in condizioni di difficoltà economica e che spesso, piuttosto che invogliare i loro figli a frequentare le scuole, sono “costretti” (spesso per necessità) a farli lavorare sin da bambini. Rilevato, tra l’altro, - quanto ravvisato dalla Corte Costituzionale e dal principio ispiratore sulla destinazione dei beni confiscati, secondo cui «la restituzione alle collettività territoriali - le quali sopportano il costo più alto dell’“emergenza mafiosa” - delle risorse economiche acquisite illecitamente dalle organizzazioni criminali rappresenta (…) uno strumento fondamentale per contrastarne l’attività, mirando ad indebolire il radicamento sociale di tali organizzazioni e a favorire un più ampio e diffuso consenso dell’opinione pubblica all’intervento repressivo dello Stato per il ripristino della legalità» (Corte Costituzionale n. 34 del 2012;
Corte Costituzionale n.234 del 2012);
- quanto emerso in sede di seduta di Commissione anti ndrangheta del 09.06.2021, dove, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni intervenuti, si è discusso e analizzato il punto all’ordine del giorno relativo “all’utilizzo dei beni confiscati alle mafie e all’impiego sociale delle risorse economiche provenienti dagli stessi” e si è condiviso il principio di un utilizzo diverso delle somme che confluiscono nel FUG per finalità sociali. Tutto ciò premesso
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta Regionale: - a voler richiedere al Consiglio dei Ministri un diverso utilizzo delle risorse provenienti dei beni confiscati per finalità sociali, per restituire alle comunità calabresi un nuovo modello di sviluppo territoriale, che argini la criminalità organizzata;
- a sollecitare, infine, il Consiglio dei Ministri e il Ministero preposto a voler provvedere, con la massima possibile sollecitudine, ad adottare linee guida e circolari, da indirizzare alle strutture dipartimentali o alle agenzie competenti, mediante le quali le somme oggetto di confisca alla Ndrangheta vengano sin da subito utilizzate per porre in essere tutte quelle attività necessarie ed indispensabili per far fronte alla crisi sanitaria ed ospedaliera in cui attualmente versa la Regione Calabria, così da ripristinare, quantomeno, i servizi assistenziali indispensabili a tutela del bene fondamentale della salute pubblica e, non ultimo, a voler valutare l’ipotesi di utilizzare tali somme per abbattere il debito sanitario calabrese.

Allegato:

17/06/2021
A. DE CAPRIO