MOZIONE n. 36 del 03/08/2015
Su "Potenziamento e razionalizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale, con particolare attenzione ai piccoli Comuni e a

Il Consiglio Regionale,

Premesso che:
premesso che: l'articolo 5 della Patto della Salute 2014 prevede che "Al fine di promuovere un modello multi professionale ed interdisciplinare, le Regioni, nell'ambito delle propria autonomia decisionale ed organizzativa, istituiscono le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della medicina convenzionata" e, nel medesimo Patto si prescrive che le Regioni "provvedono a definire, con specifici atti di indirizzo, la promozione della medicina di iniziativa territoriale quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute, anche tramite l'educazione della popolazione ai corretti stili di vita, nonché all'assunzione del bisogno di salute prima dell'insorgere della malattia o prima che essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva della cronicità";
considerato che la ricerca clinica/cattedratica da più tempo ha appurato che, all'interno del sistema sanitario di riferimento, bisogna porre al centro la "persona", con la sua storia, le sue possibilità, il suo vissuto e passare da una strategia di intervento "generico" e onnicomprensivo a una formulazione di progetti specifici e mirati, in maniera tale che l'attività assistenziale diventi flessibile, adattabile e condivisibile da ogni singolo cittadino, essendo necessario sperimentare nella concretezza i bisogni reali della popolazione;
stante la cronica mancanza di una qualificata e organizzata assistenza alla comunità e di un'adeguata prevenzione, anche in ragione del mancato coinvolgimento, in modo strutturato e attraverso finanziamenti adeguati, della Medicina Generale, l'unica in grado di attivare la capillarità degli studi medici sul territorio;
rilevata la centralità del MMG (Medico Medicina Generale) nel quadro del SSN, dimostrata quotidianamente dalle attività e dai risultati raggiunti che evidenziano una indubbia riduzione della morbilità e del tasso di mortalità, a fronte di una cultura della salute condivisa fondata su un progetto di autonomia personale del singolo assistito, in ragione del rapporto fiduciario con il cittadino;
valutato che, nell'esclusivo interesse del cittadino paziente, appaiono di estrema rilevanza gli incentivi a forme associative complesse che coinvolgano gli MMG siano capaci di uniformare su tutto il territorio l'assistenza e di abbattere i deficit riscontrati dovuti a differenze di domicilio e/o residenza, mediante un modello organizzativo che permetta la condivisione delle competenze, una gestione più efficace e più efficiente delle patologie croniche e un generale miglioramento delle capacità di presa in carico dei pazienti;
ravvisato che le due forme associative individuate risultano essere le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali, mono professionali, vale dire costituite da soli medici) e le UCCP (Unità di Cure Primarie, dove i MMg sono associati con gli specialisti e altri professionisti);
specificato che, l'AFT, coprendo un'area sino a trenta mila abitanti, ha il compito di assicurare l'erogazione dell'assistenza della medicina generale (attività di diagnosi, cura, prevenzione, educazione sanitaria individuale, counseling, presa in carico delle patologie croniche, domiciliarità, APD, prevenzione cardiovascolare, screening oncologici) nell'ambito dell'assistenza primaria e può, alla luce dei piani regionali, a seconda delle esigenze del territorio, essere concentrata in un'unica sede di riferimento o avere diverse possibilità di articolazione organizzativa, fermo restando i requisito di una sede presso la quale vengono svolte le funzioni di coordinamento e di audit;
appurato che, in particolare per i paesi montani e per i piccoli Comuni, il sistema delle AFT di direttrice, interessando i Comuni che si trovano lungo la direttrice che conduce al PS più vicino, consente di disegnare, per ogni distretto e per ogni gruppo di Comuni, la migliore organizzazione territoriale possibile, a tutto vantaggio dei cittadini, con la possibilità di una coordinazione con gli Enti locali di pertinenza per organizzare una reale integrazione socio-sanitaria (es. : anagrafe dei pazienti fragili, acuti e cronici, e loro tutela in caso di calamità naturali e/o emergenze, quali potrebbero essere gli interventi per i pazienti che fanno uso di apparecchiature elettromedicali in caso di assenza di energia elettrica);
valutato che nelle UCCP vengono erogati i servizi specialistici e le attività multi professionali, quali si configurano la presa in carico del paziente in dimissione protetta, la gestione delle cure domiciliari integrate, l'allestimento di ambulatori dedicati alla prevenzione di 2° livello, la tenuta dei registri delle malattie delle AFT confluenti, la continuità assistenziale H 24 con possibilità anche di eseguire analisi di emergenza per pazienti impossibilitati ad accedere al PS o che restano a domicilio per la diagnosi e la cura del caso;
atteso che, in base agli studi prodotti, per la provincia di Cosenza, sarebbe sufficiente e auspicabile la costituzione di 6 UCCP (una per ogni Distretto), unitamente all'attivazione di 4 Ambulatori dei Codici Bianchi (in prossimità del Pronto Soccorso degli Ospedali, ma dipendenti dai Distretti, oppure, all'interno delle UCCP ma con MMG ad essi dedicati;
l'optimum sarebbe l'impianto della struttura UCCP nei pressi dell'ospedale di riferimento);
considerato che l'esperienza acquisita con la sperimentazione triennale dei Nuclei di Cure Primarie ha evidenziato risultati incoraggianti i quali, però, non possono continuare a essere limitati territorialmente ma, attraverso l'attivazione degli AFT, devono raggiungere l'intera popolazione, tenendo conto della orografia specifica, delle, deficitarietà inerenti i piccoli Comuni e, più in generale, dei territori oggettivamente disagiati;
visto il DCA n. 76 del 6 Luglio 2015, avente ad oggetto "Riequilibrio Ospedale territorio - Approvazione documento di riorganizzazione della rete Territoriale";
Impegna la Giunta regionale
a intervenire, di concerto con il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, Massimo Scura, affinché, all'interno degli Obiettivi di Piano Sanitario Nazionale (Obiettivi strategici e prioritari sui quali fai" convergere, in accordo con le Regioni, una quota del Fondo sanitario nazionale), siano reperiti e razionalmente ripartiti i fondi necessari per garantire l'assistenza territoriale adeguata ai piccoli Comuni e ai territori particolarmente disagiati, anche utilizzando la eventuale contrattazione decentrata aziendale, in attesa di quella regionale, al fine di dare corso alla realizzazione delle AFT, reperendo le risorse necessarie per la realizzazione delle strutture centrali ospitanti con relativo personale di servizio, e con una tempistica che preveda l'inizio delle attività contemporaneamente su tutto il territorio interessato.

Allegato:

03/08/2015
D. BEVACQUA