INTERROGAZIONE n. 345 del 27/03/2018
Garanzia di accesso a una diagnosi precoce per tumore del collo dell'utero

Al Presidente della Giunta regionale -

Premesso che:
Il tumore del collo dell'utero (o della cervice uterina) è al secondo posto nel mondo, dopo quello della mammella, tra i tumori che colpiscono le donne ed è causato da un'infezione persistente da Papilloma Virus Umano (HPV), che si trasmette per via sessuale ed è molto frequente, soprattutto nelle donne giovani;
per garantire equità nell'accesso a una diagnosi precoce, il Servizio sanitario nazionale effettua uno specifico programma di screening per la prevenzione dei tumori al collo dell'utero;
il test impiegato nello screening per il cancro del collo dell'utero è il Pap-test, che deve essere effettuato da tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni ogni tre anni: secondo le prove scientifiche disponibili, infatti è questo l'intervallo di tempo che rende massimi i benefici dello screening;
l'ASP di Cosenza ha aderito al PROGRAMMA Nazionale DI SCREENING DEI TUMORI FEMMINILI;
in particolare, la circolare dell'ASP di Cosenza, Prot. 0105895 del 4 agosto 2016, in ottemperanza alla normativa nazionale per la prevenzione del cervico-carcinoma, stabilisce che il Consultorio Familiare predispone l'esecuzione gratuita dell'esame citologico cervico- vaginale (pap test) e che, al di fuori della campagna di screening, l'utente può eseguire l'esame tramite presentazione di richiesta su ricettario del SSN con relativo codice di esenzione;
in assenza di ragionevoli motivazioni, però, la circolare dell'ASP di Cosenza, Prot. 0092402 del 21 giugno 2017, dispone che i Consultori avranno possibilità di effettuare pap test non da screening in numero non superiore a 20 (VENTI) mensili a livello nazionale, la copertura complessiva dello screening organizzato dalle regioni ha raggiunto al Nord l'85% e al Centro l'83%, mentre al Sud si attesta solo intorno al 62%;
il tumore del collo dell'utero è l'unica neoplasia a mostrare i più alti tassi di mortalità proprio nel sud Italia ed evidenzia uno stretto legame con il gradiente economico, nel senso che risulta negativamente associato allo stato socio- economico dei soggetti interessati;
il Consultorio Familiare trova la sua ragion d'essere nell'accoglienza della donna e ha il dovere di indurre alla prevenzione, non di scoraggiarla;
Per sapere:
se l'Esecutivo Regionale e il Dipartimento Salute sono al corrente della situazione venutasi a creare in relazione al bacino di utenza dell'ASP di Cosenza e quali misure hanno intrapreso e intendono intraprendere per sollecitare il ripristino dell'efficacia di un diritto alla prevenzione gratuita che risulta fondamentale e irrinunciabile per la salute della donna.

Allegato:

27/03/2018
D. BEVACQUA