INTERROGAZIONE n. 11 del 13/01/2022
Impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non sito in loc. San Sago nel comune di Tortora (CS)

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
-nel 1992 il Comune di Tortora (Cosenza) ha rilasciato un'autorizzazione per un impianto privato per il trattamento dei rifiuti liquidi speciali non pericolosi. L'impianto è stato realizzato sulla sponda calabrese del fiume Noce, che divide la Calabria dalla Basilicata, in contrada San Sago;
-la struttura nasce oltre 30 anni fa come impianto pubblico autorizzato al trattamento dei reflui urbani comunali e nel corso degli anni viene riconvertito ad impianto privato autorizzato, appunto, al trattamento dei rifiuti speciali pericolosi e non. L’impianto dovrebbe trattare svariate tipologie di rifiuti speciali liquidi e fangosi provenienti da industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, industria del legno, industria dei detersivi, etc., nonché percolati prodotti dagli impianti di discarica. Pertanto è una piattaforma industriale che ha avuto nel corso degli anni una radicale modifica della sua destinazione d’uso senza una sostanziale evoluzione tecnologica, collocata in un'area a forte vocazione turistica che, a distanza di 30 anni dalla nascita, appare oggi del tutto inidonea ad ospitare un impianto di questo tipo e con queste funzioni;
-già a partire dal 1992 vi è stato un susseguirsi di eventi riguardanti l'impianto: moria di pesci nel fiume tra l'impianto ed il mare;
un tir sorpreso dai Carabinieri a riversare rifiuti pericolosi su un terreno adiacente il fiume Noce. Con le indagini della Procura di Paola avvengono sequestri di camion per il trasporto di rifiuti;
chiusura e riapertura dell'impianto;
nuova moria di pesci. Anche la Procura di Lagonegro apre un'inchiesta perché non vengono rispettati i limiti massimi giornalieri di smaltimento dei rifiuti liquidi pericolosi;
-ci sono, oggi, seri dubbi circa le attuali condizioni di funzionamento dell’impianto fermo da circa otto anni e quindi sulla reale capacità operativa rispetto ai volumi di rifiuti trattabili. Un sequestro giudiziario, infatti, il 27 novembre 2013 ha fermato l'attività delle macchine che trattavano 300 metri cubi di reflui urbani e industriali (in buona parte pericolosi) al giorno, per un totale di 110 mila metri cubi all’anno. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Paola disponendo il sequestro preventivo dell’impianto riscontrava: “la presenza di numerose tubazioni volanti, predisposte sulle vasche per bypassare sezioni del processo depurativo”;
“la completa disattivazione della sezione di depurazione relativa alla denitrificazione”;
“l’inefficacia della sezione di depurazione relativa alla ossidazione”;
“il non perfetto funzionamento del sistema di caricamento dei fanghi disidratati”;
“l’inosservanza delle prescrizioni contenute/richiamate nell’Autorizzazione Integrata ambientale”. -Considerato che: l'impianto di depurazione ed il percorso delle sue acque di smaltimento sono al centro di un rilevante ecosistema a valenza comunitaria;
-l’impianto è situato a meno di 200 metri dal sito SIC/ZSC IT9210265 «Valle del Noce» nonché nelle immediate vicinanze di una serie di siti inseriti nella rete Natura 2000;
-la preoccupazione dei cittadini, delle associazioni e dei sindaci della zona è relativa non solo all'ambiente, ma anche all'economia turistica, asset fondamentale, ma anche l'unico della realtà territoriale dell'alto Tirreno cosentino. -Tenuto conto che: il 24 febbraio 2009, quando era gestito dalla Società Ecologica 2008 Srl, l'impianto ha ricevuto l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) con decreto del dirigente generale del dipartimento politiche dell'ambiente dalla Regione Calabria n. 1576. L'AIA è stata sospesa dal dipartimento ambiente della Regione Calabria in data 20 dicembre 2013 e a tutt'oggi l'impianto non è funzionante;
-con Determina Dirigenziale del 23/04/2021 il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata ha espresso parere favorevole di Valutazione di Incidenza, fase di Screening, ai sensi del D.P.R. n. 357/1977, relativamente all’intervento “Impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non” sito in San Sago del Comune di Tortora, proposto dalla società Co.Gi.Fe. Ambiente srl. Il dipartimento ha deciso “di non ritenere necessaria l’assoggettabilità dell’impianto alla procedura di Valutazione di Incidenza Appropriata (livello II della procedura sancita dall’articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE)” e di non procedere quindi ad una valutazione dettagliata delle categorie di rifiuti da esso trattabili;
-l’8 giugno 2021 il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, Giuseppe Galante, replicando alla lettera con la quale il sindaco di Tortora aveva chiesto alla Regione Basilicata di annullare il parere favorevole di valutazione di incidenza espresso nell’aprile 2021 risponde che “anche in considerazione delle preoccupazioni espresse dal Presidente Vito Bardi e dall’Assessore Gianni Rosa, oltre che da diverse altre amministrazioni comunali, si farà immediatamente promotore dell’esecuzione di un approfondito studio e di una attività di monitoraggio volti a verificare la sussistenza di emergenze ambientali che comportino incidenze significative sul sito comunitario, con il coinvolgimento delle due Agenzie Regionali di protezione ambientale e delle istituzioni interessate.”;
-l’assessore regionale all’Ambiente della Regione Basilicata Gianni Rosa, sempre giorno 8 giugno 2021, spiegava: “Sul piano amministrativo posso assicurare che gli uffici competenti hanno lavorato nel rigoroso rispetto delle norme. Nonostante questo come governo regionale, raccogliendo le numerose sollecitazioni pervenute da associazioni ed enti locali, e in una logica di positivo confronto con il territorio, riteniamo doveroso svolgere ulteriori approfondimenti, all’esito dei quali i nostri uffici adotteranno nella loro piena autonomia i provvedimenti conseguenti.”;
-in un incontro nel 3 dicembre 2021, tra i sindaci della Valle del Noce, tra cui il sindaco di Tortora, e la Regione Basilicata rappresentata dal presidente della Giunta, Vito Bardi e dagli assessori Gianni Rosa e Franco Cupparo, è emersa una volontà condivisa, ovvero la contrarietà politica anche da parte della giunta lucana, alla riattivazione dell’impianto. La stessa Giunta della Regione Basilicata, in quell’occasione, si è impegnata ad affrontare la questione con la Regione Calabria. -Preso atto che: il 21 dicembre 2021 è stata approvata all’unanimità in Consiglio regionale della Basilicata, una mozione relativa all’impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non sito in località San Sago. Con il documento si chiede l’impegno della Giunta regionale lucana “a richiedere agli uffici competenti, nel rispetto dell’autonomia dell’azione amministrativa, un approfondimento dell’istruttoria al fine di meglio verificare tutti gli aspetti ambientali affinché vengano opportunamente valutati e, previa sospensione dell’efficacia della Valutazione di Incidenza (VIncA), pervenire in autotutela alla revoca dell’atto in questione”. Chiesto, altresì, l’impegno della Giunta regionale della Basilicata “A coinvolgere, attraverso i Sindaci e le Associazioni di cittadini, le comunità locali interessate al fine di condividere tutte le iniziative utili a chiarire i termini di una vicenda che genera preoccupazione e tensioni sociali e ad avviare un’azione di interlocuzione amministrativa con la Regione Calabria, ente titolato a rilasciare l’autorizzazione di riapertura, per impedire la realizzazione di tale malaugurato disegno”;
-il vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata, a riguardo della mozione, riferiva: “L’approvazione di questo atto in Consiglio che di fatto impegna la Giunta regionale a richiedere agli uffici competenti un approfondimento dell’istruttoria è un atto politico che esprime un diniego chiaro all’impianto. Ora con il coinvolgimento di tutti gli enti e le associazioni del territorio si può avviare anche una interlocuzione ufficiale con la Regione Calabria, unico ente in grado di scongiurare definitivamente la realizzazione dell’impianto di San Sago che seppur limitrofo a una zona di pregio della Basilicata insiste nel territorio calabrese”. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
1. quali incisive iniziative intenda assumere, nell'ambito delle proprie competenze, a tutela dell'ambiente, onde evitare che vengano approvati interventi in conflitto con le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario;
2. se non ritenga che, prima di rilasciare o meno le autorizzazioni necessarie all’eventuale riapertura dell'impianto, si debba procedere, al fine di tutelare i citati siti di grande valenza naturalistico-ambientale e di importanza comunitaria, a svolgere un'istruttoria completa ed approfondita e non superficiale come, sembra, sia stato fatto da parte della Regione Basilicata e se, considerati i preminenti interessi da tutelare come la salute, l’ambiente e la stessa vocazione turistica del territorio, non si debba procedere ad una valutazione analitica e dettagliata per tutte le tipologie di rifiuti di cui ai codici CER richiesti verificando sul posto la reale funzionalità dell’impianto soggetto ad AIA al trattamento depurativo degli stessi, anche alla luce delle problematiche che sono state sollevate;
3. se non ricorrano le condizioni per cui si debba procedere ad attivare la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), visto che l’impianto era autorizzato con AIA del 2009 a trattare rifiuti riferiti a 322 codici CER molti dei quali rifiuti pericolosi, tra cui il petrolio, e scarica nel torrente Pizinno che, dopo un brevissimo tragitto confluisce nel fiume Noce. Questo, a qualche chilometro di distanza, ha la foce a confine tra la Calabria e la Basilicata tra i comuni di Tortora, Praia a Mare e Maratea, località rinomate in tutt’Italia per la loro vocazione turistica e per la presenza di ben sei Zone Speciali di Conservazione lungo la costa dei rispettivi territori comunali;
4. a che punto siano le interlocuzioni ufficiali con la Regione Basilicata, che in più frangenti ha espresso l’impegno ad affrontare la questione con la nostra Regione e, come detto dal vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata in occasione dell’approvazione della mozione giorno 21 dicembre 2021, è intenzionata a “percorrere una strada politica al fine di produrre una decisa moral suasion nei confronti della Regione Calabria affinché, non autorizzi la realizzazione dell’impianto a San Sago.”

Allegato:

13/01/2022
D. TAVERNISE