Proposta di legge n. 500/9^

RELAZIONE

 

Il tema delle politiche di riequilibrio urbano è oltremodo attuale. I territori e gli ambiti urbani sperimentano disparità e differenziali di sviluppo che sono difficilmente eliminabili senza interventi mirati. La sperimentazione di forme di fiscalità di vantaggio è un modo per colmare i divari e contribuire al riequilibrio.

L'idea di sviluppo economico, oggi come non mai, si regge su una visione sistemica e coesa della società e dei suoi momenti produttivi. Non è possibile immaginare avanzamento e crescita economica senza che le azioni dei soggetti pubblici e privati siano sempre più e meglio raccordati. Lo sviluppo, cioè, nasce attorno ad un'idea di mercato visto come sistema complesso, dove accanto all'agire individuale delle singole iniziative occorre che tutti i soggetti istituzionalmente preposti alle azioni di politiche sociali, civili ed economiche affianchino in maniera sinergica l'attività delle imprese locali. E' finito il tempo dello sviluppo economico "calato dall'alto attraverso fantomatici pacchetti di sviluppo industriale", l'idea corrente di avanzamento economico è quella che immagina al centro di tutto l'agire economico un'idea dello sviluppo basata sulle risorse umane e materiali locali.

L'idea di sviluppo economico va quindi coniugata a partire da azioni che tendono a sostanziare il concetto di equità. Ciò significa che il progetto della collettività deve poggiare certamente su principi meritocratici e di efficienza, ma nello stesso tempo occorre creare i presupposti per tutelare le fasce sociali più emarginate e a livello territoriale operando per riequilibrare le disparità. Le eventuali forti dispersioni nella curva della distribuzione della ricchezza devono suonare come un campanello di allarme per ricondurre ad equità le politiche di perequazione e distribuzione dei redditi, così come la presenza di aree emarginate e degradate devono condurre il decisore pubblico a perseguire con forza l'obiettivo del riequilibrio.

 Pertanto, appare necessario individuare interventi che possano contribuire alla ricomposizione (risanamento) urbanistico-territoriale dell'intera regione con tutte le implicazioni connesse; enormi sono gli spazi produttivi rintracciabili nel campo ambientalistico, turistico, agricolo, urbano (armature) da incentivare e da valorizzare.

Questa disegno di legge propone l'introduzione a livello regionale di opportuni strumenti per poter perseguire politiche di riequilibrio urbano e territoriale con l'obiettivo di raggiungere un più alto livello di equità spaziale nei territori della regione Calabria.

L'idea delle Zone Franche Urbane, già sperimentata con successo in altri paesi dell'Unione Europea, appare uno strumento estremamente utile per sperimentare forme di fiscalità di vantaggio diffuse sul territorio che possono contribuire al riequilibrio urbano e territoriale.

Attraverso i PRUT (Programmi di Riequilibrio Urbano e Territoriale) la regione potrà intervenire direttamente con strumenti mirati per il riequilibrio urbano e territoriale, coinvolgendo nel processo anche gli enti locali. I PRUT saranno governati da procedure negoziali e condivise per rendere più efficienti e d efficaci gli interventi.

Dall'applicazione di questi strumenti si ipotizza che possano venire dei benefici diretti e indiretti all'economia Calabrese. La fiscalità di vantaggio può costituire un volano per il sistema produttivo di alcune aree e i PRUT possono consentire degli interventi mirati sul territorio che possono aggredire aree di marginalità territoriale e sociale e possono contribuire ad una crescita più armonica del sistema economico e sociale calabrese.

 

Relazione tecnico-finanziaria

 

Sotto il profilo finanziario le disposizioni che impattano sulla finanza regionale si ricollegano agli interventi indicati dall'articolo 2 della proposta di legge.

La prima tipologia di intervento ha come riferimento la fiscalità di vantaggio in favore di imprese già localizzate o che si localizzeranno nella zona franca urbana e consistono in una esenzione per il pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali nel tetto massimo di 100.000,00 euro nel triennio. L'articolo 6 della proposta di legge stabilisce il numero massimo di zone franche urbane che non potrà essere complessivamente superiore alle 15 aree per le 5 province calabresi.

Le Zone Franche Urbane (ZFU) rappresentano un'esperienza pilota di defiscalizzazione geograficamente localizzata, promossa inizialmente dalle Regioni del Mezzogiorno ed inserita a bilancio dalle leggi finanziarie del 2007 e del 2008. La fase di sperimentazione ha portato ad individuare 22 ZFU, coinvolgendo una popolazione complessiva di 340 mila abitanti in Italia con un assegnazione di fondi per 50 milioni di euro. Questi dati consentono di individuare un parametro di riferimento per la quantificazione degli oneri finanziari previsti dalla presente proposta di legge, considerato che il valore medio di sostegno finanziario alle ZFU in Italia è pari a circa 147 per abitante e nelle aree del Mezzogiorno si abbassa a circa 90 euro per abitante.

In Calabria con delibera Cipe n.14/2009 erano state finanziate le zone franche urbane di Crotone, Lamezia Terme e Rossano Calabro. Da ultimo con decreto del Ministero economia e finanze del 10 aprile 2013 sono state rilanciate le iniziative di sostegno alle zone franche urbane Italia, reperendo le relative risorse finanziarie previste dal «Piano di Azione Coesione: terza e ultima riprogrammazione. In Calabria le aree in cui potranno essere individuate le zone franche ricomprendono oltre ai tre comuni sopra indicati: i comuni di Corigliano, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia >>.

Analizzando la struttura demografica della Regione Calabria si osserva che i primi 50 comuni con maggiore popolazione si distribuiscono tra una valore minimo di 7.130 abitanti (Sellia Marina) ed un Valore Massimo di 180.686 abitanti (Reggio Calabria). Tra questi 41 dei 50 comuni calabresi con maggiore dimensione demografica sono compresi tra 7.000 e 22.500 abitanti. La struttura demografica si completa con i nove comuni calabresi con maggiore popolazione che si distribuiscono tra i 33118 di Vibo valentia ed i 180 mila di Reggio Calabria.

A fronte di questa struttura demografica nella quantificazione degli oneri finanziari a regime si prevede di raggiungere una popolazione di circa 7.000 abitanti con un investimento complessivo pari a 6.300.000,00 euro annui.

La seconda tipologia di intervento prevista riguarda la realizzazione di programmi di riequilibrio urbano e territoriale, individuando nei comuni e nelle loro aggregazioni i soggetti promotori e beneficiari di tali iniziative.

Gli oneri finanziari derivanti dalla presente disposizione si ricollegano all'individuazione di tetti di spesa che verranno fissati, per il 2013, a seguito dell'accertamento e della riprogrammazione di economie e disimpegni di risorse a valere sul Programma operativo regionale FESR 2007-2013 da effettuarsi di intesa con i competenti ministeri. Per l'esercizio a regime si prevede l'inserimento della proposta di legge nel corpus della programmazione 2014-2020, essendo una modalità di aiuto compatibili con la regolamentazione comunitaria in materia di-deminimis.

 

TITOLO I - Finalità

 

Art. 1

(Finalità)

 

1. I territori e gli ambiti urbani sperimentano disparità e differenziali di sviluppo che sono difficilmente eliminabili senza interventi mirati. La sperimentazione di forme di fiscalità di vantaggio è un modo per colmare i divari e contribuire al riequilibrio. L'idea di sviluppo economico va quindi coniugata a partire da azioni che tendono a sostanziare il concetto di equità. Ciò significa che il progetto della collettività deve poggiare certamente su principi meritocratici e di efficienza, ma nello stesso tempo occorre creare i presupposti per tutelare le fasce sociali più emarginate e a livello territoriale operando per riequilibrare le disparità. Le eventuali forti dispersioni nella curva della distribuzione della ricchezza devono suonare come un campanello di allarme per ricondurre ad equità le politiche di perequazione e distribuzione dei redditi, così come la presenza di aree emarginate e degradate devono condurre il decisore pubblico a perseguire con forza l'obiettivo del riequilibrio.

2. Per ridurre le diseguaglianze sociali e i differenziali di sviluppo tra i territori la regione promuove degli interventi per raggiungere l'obiettivo del riequilibrio.

 

Art. 2

(Tipologie di interventi)

 

1. Le finalità dell'art. 1 vengono raggiunte con due tipologie di interventi:

 

a) interventi mirati a creare una fiscalità di vantaggio in zone caratterizzate da particolari livelli di sensibilità territoriale e urbane certificati da un insieme di indicatori che assumono la denominazione di Zone Franche Urbane

b) interventi concertati con gli enti locali o loro aggregazioni per la realizzazione dei PRUT ( programmi di riequilibrio urbano e territoriale)

 

TITOLO II - Le Zone Franche Urbane

 

Art. 3

(Definizione)

 

1. Le Zone Franche Urbane sono delle aree delimitate all'interno delle quali le imprese possono beneficiare di una fiscalità di Vantaggio. Le zone franche urbane sono costituite da particolari aree delimitate all'interno di un comune o di un'aggregazione di comuni aventi le seguenti caratteristiche:

 

a) popolazione non superiore a 40.000 abitanti;

b) indicatori elevati di sensibilità urbana

 

Art. 4

(I beneficiari)

 

1. I beneficiari della fiscalità di vantaggio sono le imprese già localizzate nelle zone e quelle che decideranno di localizzarsi in quelle aree.

2. Per poter beneficiare degli interventi le imprese devono:

 

a) esercitare un'attività industriale, di servizi o artigianale e avere una quota di esportazioni non superiore al 15% del fatturato;

b) essere localizzate con almeno un stabilimento nella ZFU;

c) non avere più di 50 addetti nello stabilimento;

d) creare una occupazione aggiuntiva del 10% degli addetti rispetto alla media degli ultimi due anni precedenti all'ammissione ai benefici con un minimo di una unità. I nuovi assunti devono essere residenti da almeno un anno nel territorio della ZFU;

e) almeno l'ottanta per cento degli addetti deve avere la residenza da almeno due anni in Calabria.

 

Art. 5

(I benefici)

 

1. I benefici consistono in:

 

a. Esenzione dal pagamento dell'imposta sui redditi e dell'IRAP per cinque anni

b. Esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per cinque anni per i nuovi assunti.

c. L'ammontare complessivo delle esenzioni non può superare i 100.000 euro per triennio.

 

Art. 6

(Zonizzazione)

 

1. Le province, di concerto con la regione, delimiteranno, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, le ZFU ricadenti sul loro territorio. Le province di Cosenza e di Reggio Calabria potranno delimitare fino ad un massimo di 4 ZFU. La provincia di Catanzaro fino ad un massimo di 3 ZFU. Le province di Crotone e Vibo Valentia fino ad un massimo di due ZFU.

2. Qualora entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge una o più province non abbiamo ottemperato all'obbligo di definire la zonizzazione, la giunta regionale, su proposta dell'assessore alla gestione del territorio, nei trenta giorni successivi dovrà provvedere a definire le ZFU, fino al numero massimo previsto dalla presente legge, sostituendosi alle province inadempienti.

  

TITOLO III

I programmi di riequilibrio urbano e territoriale (PRUT) e L'Osservatorio

Regionale delle Zone Urbane Sensibili

 

Art. 7

(I PRUT programmi di riequilibrio urbano e territoriale)

 

1. I Programmi di Riequilibrio Urbano e Territoriale (PRUT) mirano a costruire le basi, all'interno di una prospettiva di sviluppo sostenibile, per il riequilibrio territoriale dei sistemi urbani, con particolare attenzione al miglioramento delle condizioni di qualità della vita degli abitanti.

2. Questi programmi comprendono degli interventi di gestione, del territorio di recupero urbano, di residenzializzazione, di demolizione di opere abusive, di miglioramento del paesaggio, di riorganizzazione dello spazio delle attività economiche e di tutti gli investimenti che concorrono al riequilibrio e al rinnovamento urbano.

3. I PRUT sono proposti dai comuni o dalle loro aggregazioni con procedura concertativa e negoziale.

4. La Regione Calabria si riserva un Programma di Riequilibrio Urbano e Territoriale per l'Edilizia Abitativa (PRUTEA) per arrivare a dare una casa a tutti cittadini che si trovano in una situazione di disagio abitativo. Questo Programma sarà finanziato con una tassa di scopo legata al consumo del territorio e con interventi di cartolarizzazione del patrimonio edilizio regionale. I dettagli operativi del Programma saranno definiti con il Regolamento di cui all'art. 9.

 

Art. 8

(L'Osservatorio Regionale delle Zone Urbane Sensibili)

 

1. Su impulso dell'assessore alla gestione del Territorio è costituiti l'Osservatorio Regionale delle Zone Urbane Sensibili, incaricato di misurare l'evoluzione delle diseguaglianze sociali e dei differenziali territoriali di sviluppo nelle zone urbane sensibili e di seguire l'implementazione delle politiche territoriali di riequilibrio e di valutarne gli effetti con lo strumento della matrice TSR ( matrice dei Territori Socialmente Responsabili).

 

Titolo IV

Regolamento e copertura finanziaria

 

Art. 9

(Regolamento)

 

1. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge, su proposta dell'assessore alla Gestione del Territorio, la giunta adotta un regolamento in cui vengono disciplinati operativamente gli interventi di cui all'art. 2 e all'art. 8 della presente legge.

 

Art. 10

(Copertura finanziaria)

 

1. Agli oneri derivanti dalla realizzazione degli interventi di cui all'articolo 5, che integrano le risorse destinate dal Piano di azione e coesione — 3^ fase di riprogrammazione - quantificati per l'esercizio finanziario 2013 in euro 2.000.000,00 e per i successivi esercizi in euro 6.300.000,00 si provvederà, rispettivamente, con l'utilizzo delle economie di spesa a valere sull'U.P.B. 2.9.05.01 - Competitività dei Sistemi Territoriali e delle Imprese e con le risorse comunitarie inerenti la programmazione comunitaria 2014-2020.

2. Agli oneri derivanti dalla realizzazione degli interventi di cui all'articolo 7 si provvede con le economie di spesa a valere sulle UPB 3.7.02.01 "Città e Aree Urbane e 3.7.03.01 Sistemi Territoriali e con le risorse comunitarie inerenti la programmazione comunitaria 2014-2020.

3. Gli enti locali possono intervenire nel processo di cofinanziamento degli interventi previsti ai punti A e B con risorse proprie.

4. La regione potrà introdurre una tassa di scopo legata al consumo del territorio per finanziare i predetti interventi.