Proposta di legge n. 163/9^


1. PREMESSA

Con l'approvazione della Legge regionale n. 10 del 14 luglio 2003 recante "Norme in materia di aree protette" la Regione Calabria persegue l'obiettivo di realizzare il Sistema Naturale delle Aree Protette mediante la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale.

Il Parco Naturale di Monte Caloria e della Catena Costiera è un'area di notevole importanza ecosistemica, corridoio ecologico naturale di interconnessione tra il Pollino e la Sila, i cui elementi endemici e tra questi il sistema dei laghi naturali, sui generis in tutta la Calabria, necessitano di misure urgenti per arrestare la perdita di biodiversità e il rilancio di programmi di sostenibilità.

Dalla convinzione che occorre assicurare una prospettiva di sviluppo sostenibile alla popolazione residente, senza compromettere la natura e il paesaggio; dalla consapevolezza che gli interessi economici legati allo sviluppo di un territorio ad alta frequentazione umana, debbano armonizzarsi con le esigenze di tutela e conservazione delle stesse risorse naturali e, ancora, dall'importanza eminente che assumono le aree protette nella politica di sviluppo sostenibile e nella conservazione delle risorse naturali della nostra Regione, ha preso spunto la presente proposta per l'istituzione del Parco.

Come in tutte quelle aree rurali, montane e pedemontane del nostro Paese, anche in questa parte di territorio destinato a Parco si è assistito negli anni ad un graduale e costante abbandono: molti giovani sono andati via, i paesi si sono spopolati e le attività agro-silvo-pastorali ed artigianali sono andate in declino.

L'abbandono di questi territori da parte dell'uomo, che negli anni è stato un presidio per queste zone e la conseguente perdita di queste attività hanno prodotto squilibri ambientali, effetti di disgregazione, scomparsa di diversità culturali e di tradizioni popolari, portando sempre di più verso un appiattimento su modelli urbani.

La proposta istitutiva del Parco Naturale di Monte Caloria e della Catena Costiera si basa sul lavoro svolto negli anni dagli Enti locali, in primis Comuni e Comunità Montane interessate, che sia pure in assenza di una specifica normativa in materia, sono riusciti a programmare una proposta progettuale di parco naturale, riuscendo, altresì, a fare acquisire con l'aiuto, fondamentale, delle proposte formulate dalle Associazioni ambientaliste presenti sul territorio, la suddetta denominazione e a sviluppare nella comunità una "cultura" del consenso, così come testimoniato dalle numerose attività di sensibilizzazione svolte e dalle pubblicazioni e studi scientifici realizzati in merito.

Dalla necessità di dare seguito e continuità ad un lavoro, ormai ventennale, svolto sul territorio e dalla consapevolezza che l'area necessità di adeguate ed urgenti forme di tutela e conservazione delle risorse naturali ed ambientali presenti, è accolta la proposta istitutiva del Parco Naturale Regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera.

 

2. IL PARCO NATURALE Di MONTE CALORIA E DELLA CATENA COSTIERA

 

2.1 LOCALIZZAZIONE

La presente proposta ha come riferimento l'area del Parco naturale di Monte Caloria e della dorsale tirrenica, poste nella parte settentrionale della Catena Costiera, in provincia di Cosenza.

La Catena Costiera è un comprensorio montuoso di notevole importanza ecosistemica, che si estende da nord a sud per un tratto di circa 70 km. A nord lo separa dall'Appennino Meridionale il Passo dello Scalone, mentre a sud è separato dall'Altopiano Silano dalla Valle del fiume Savuto. Esso rappresenta uno dei più importanti corridoi naturali dell'Appennino Meridionale e si distingue per la sua bellezza unica e per una biodiversità diversificata.

L'istituendo Parco ha un'estensione di circa 9.758 ettari, con quote altimetriche che variano dai 400 mt slm ai 1.400 mt slm.

All'area del Parco naturale di Monte Caloria di indiscutibile valore ambientale e naturalistico, già oggetto di varie proposte istitutive, avanzate dall'Associazione ambientalista a carattere internazionale Amici della Terra alla Regione Calabria, a partire dal 1990 e parzialmente accolta dalla Regione Calabria che con Deliberazione di Giunta n. 686 del 20.02.1995 ha approvato un p.l. ripresentato dalla stessa Associazione nel mese di dicembre 1994, recante "Istituzione del Parco Naturale Regionale di Monte Caloria", si è aggiunta un'area territoriale limitrofa che si estende verso nord fino ad includere il S.I.C. "Pantano della Giumenta", in territorio comunale di Maivito e verso sMalvitomprendere l'area delle sorgenti delle Terme Luigiane, nei comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, parte del S.I.C. "Serra Nicolino-Pian d'Albero" (l'area non inclusa all'interno del perimetro della Riserva Biogenetica Statale), del S.I.C. "Varconcello di Mongrassano e della Foresta Montagna Magna, localizzate nel comune di Mongrassano; mentre altre aree interessanti sono localizzate nei comune di Cerzeto, San Martino di Finita, Rota Greca e Fuscaldo, nel territorio di quest'ultimo ricade gran parte del S.I.C. "Foresta di Cinquemiglia".

Il territorio da destinare a Parco include anche parte del S.I.C. "Serra Nicolino- Piano d'Albero", per la parte di territorio non inclusa all'interno del perimetro della Riserva biogenetica statale "Serra Nicolino-Piano d'Albero". La suddetta Riserva è stata esclusa dalla perimetrazione della presente proposta, in quanto già riserva statale, istituita con Decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste del 13 luglio del 1977 ed il cui bosco è iscritto alla scheda n. 124 del Libro nazionale Boschi da Seme, per la produzione di seme di faggio.

Rientra all'interno della proposta di Parco il bosco demaniale della Foresta Montagna Magna, ivi compresa l'area di Varconcello, già sede del Comando Stazione CFS; quest'ultima presenta una notevole rilevanza naturalistica, essendo tra le poche aree in Italia dove a quote estremamente basse (440 metri sim) si riscontraslm) vegetazione di faggio (Fagus syivatica), con bsylvatica),semplari.

L'area proposta a Parco prosegue verso sud fino ad includere la Foresta di Cinquemiglia, facente parte di un vecchio complesso di tenute demaniali dello Stato (Montagna Magna - Pellegrina —Cinquemiglia), oggi di proprietà della Amici della Terra / P.L. Istituzione Parco naturale regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera Regione Calabria, costituita in prevalenza da faggio ad alto fusto e nella fascia inferiore da ontano napoletano. Oltre al Monte Caloria le altre cime principali, che ricadono nell'area del Parco, sono Cozzo Capo Bianco (993 mt. slm), Serra La Pita (mt. 977 slm), Serra Lancia del Muto (1.067 mt. slm), Serra Montagna Grande (895 mt. slm), Monte Cerasella (1.026 mt. slm), Serra di Lappe (930 mt. slm), Serra a Capo (837 mt. slm), Cozzo del Campanaro (1.118 metri s.l.m.), Monte Stefano lo Zoppo (979 metri s.l.m.), Serra Cavallo (879 metri s.l.m.) e Monte Pistuolo (965 metri s.l.m). Mentre a sud della dorsale le vette più importanti sono Cozzo Rossino (mt. 1.071 slm), Serra Nicolino (1.257 mt sim), Serra dei Mslm),mt. 1.015 slm), Serra Pantanolada (mt. 1.404 slm), Serra Petrulla (mt. 1.169 slm) e Serra Pignatella (mt. 1.239 slm), Cozzo Cervello (mt. 1.389 slm), Cozzarello (mt. 1.160 slm) e Cozzo del Lupo (mt. 1.143 slm).

 

3. ASPETTI CARATTERIZZANTI

 

3.1 IL "SISTEMA" DEI LAGHI NATURALI

All'interno dell'area del Parco non vi sono morfologie di tipo particolare rispetto alle aree dell'Appennino meridionale. Di estrema importanza, invece, tale da suggerire da solo la creazione di un Parco Naturale, risulta il complesso "sistema" dei laghi naturali, unici nel loro genere e per la loro importanza in tutta la Regione Calabria.

I laghi ricadenti nell'istituendo Parco sono nove ed hanno dimensioni esigue. Due di essi il lago di Astone (mt. 1.002 s.l.m.) ed il lago Trifoglietti (mt. 1.048 s.l.m.) superano appena l'ettaro; il terzo, il lago dei Due Uomini (mt. 1.077 s.l.m.) sfiora la superficie di quasi due ettari. I più piccoli sono lago del Frassino (mt. 1.084 s.l.m.) e lago Fonnente (mt. 1.068 s.l.m.). Tutti, tranne il lago di Astone che per metà rientra nel comune di Malvito, con l'aggiunta del lago Paglia, posto ad un'altezza di 1.071 mt s.l.m., rientrano nel territorio del comune di Fagnano Castello. Mentre il lago Pressico (mt 962 s.l.m.) rientra nel Comune di Cetraro e Pantano della Giumenta (750 mt s.l.m.) nel comune di Malvito. Mentre, più a sud, nel comune di San Benedetto Ullano, è localizzato il Laghicello (mt. 1.135 s.l.m.).

Altri siti lacustri sono Clelio (che è anche S.I.C.), localizzato nel comune di Fagnano Castello (Cs) ad un'altezza di 672 mt. s.l.m. e Pangaro (mt. 585 s.l.m.), nel comune di Malvito (Cs). Quest'ultimo fa registrare per il tritone crestato (Triturus carnifex) la stazione altimetrica più bassa dell'intera Catena Costiera.

Anche se di piccole dimensioni questi laghi naturali assolvono ad un importantissimo compito conservazionistico ospitando una ricca e diversificata batracofauna, presente con tutte le specie censite in Calabria, e questi li rende unici e strategici nell'intero "sistema" regionale delle aree protette, per la tutela di questa componente erpetologica.

 

3.2 ASPETTI GEOLOGICI

3.2.1 Rocce di tutte le origini

Oltre all'aspetto geo-morfologico dei laghi interessante si presenta la componente litologica. Infatti, la possibilità osservare rocce di tutte le origini e di tutte le età, con la più ricca varietà di minerali e d'acque sorgive di tutta la penisola, è offerta a quanti percorrano strade, sentieri e valli della Catena Costiera.

Le moltissime forme di vita presenti nei vari ambienti della Catena Costiera trovano alimento e sostegno nella grande varietà di minerali presenti nelle rocce di tutte le ere geologiche e di origine sedimentaria, ignea e metamorfica che ne formano il territorio. Rocce specifiche dell'Arco Calabro-Peloritano con impressi i segni che testimoniano le diverse tappe della nascita ed evoluzione di tutta la penisola italiana.

La struttura cristallina paleozoica della Catena Costiera è rappresentata prevalentemente da Scisti Filladici nei due estremi meridionali e settentrionali, a Sud di Falconara Albanese e a Nord di Cetraro; da Micascisti e Gneiss granatiferi e da Scisti verdi e violacei nella sua parte centrale. Scisti granatiferi formano la cresta che da Cozzo S. Gineto arriva fino a sud di Fagnano Castello.

Le rocce dell'Era Mesozoica sono costituite prevalentemente da Calcari dolomitici e Calcari marmorei con noduli di selce e piccoli affioramenti di Scisti sericitici e Filladi. Su questi complessi più antichi si appoggiano le formazioni dell'Era Cenozoica (Gessi, Marne, Argille azzurre, Arenarie¬Molasse,Arenarie Molassei, ecc.) e dell'Era Neozoica con Travertini, Dune, terrazzi marini e le alluvioni recenti in prossimità del litorale tirrenico e nel fondovalle del Crati.

Per quanto riguarda le rocce metamorfiche di più antica formazione nell'ordine delle centinaia di milioni di anni, tra il Fiume Savuto ed il territorio di Paola e di Cetraro sono molto diffuse le Filladi contenenti argento, rame grigio e galena.

Nella zona di S.Agata d'Esaro, alle falde e sotto i calcari del Monte Cocuzzo e da qui verso Cosenza prevalgono gli Scisti Granatiferi con l'aspetto di chinzigiti, mentre nella zona di Paola, presentano l'aspetto di micascisti a mica bronzata con piccoli cristalli di granato. Bellissimi e con varietà di colori tra il verde ed il viola sono gli Scisti diabasici osservabili sulla costa tra Intavolata ed Acquappesa, nelle incisioni vallive come quella dell'Esaro, dove sembrano marmi variegati, e sulle pareti dei promontori nella zona di Paola, S. Agata e Mongrassano.

Nei pressi di Guardia e nelle zone di Santa Caterina Albanese, Mongrassano e Sant'Agata, queste rocce di origine metamorfica, sono attraversate da filoni di Pegmatiti Granatiferi o coperti da grandi masse di Graniti, rocce originate dal lento raffreddamento del magma all'interno di altre rocce della crosta.

Nelle rocce metamorfiche della Catena Costiera si trovano rocce ignee a composizione granitica ma anche dioritica, come nella zona di Fuscaldo. Nei monti sopra Amantea e nelle zone di Aiello il passaggio alle Filladi non mostra segni di alterazione e le stesse rocce ignee si presentano come espansioni granitiche silane, mentre nelle altre zone sono evidenti i segni delle intrusioni del magma.

Riguardo agli affioramenti del Granito va considerato che le masse presenti nell'Arco Calabro¬Peloritano, a parte la Sardegna, non si trovano in nessuna altra zona di tutta la catena appenninica d'Italia.

Sulla specificità della Catena Costiera va considerato che sui rilievi della stessa è possibile osservare varie masse di Graniti e anche con i segni di antichi processi geodinamici di grande interesse per la ricostruzione della storia geologica di tutta l'area mediterranea. Nella Valle del Crati, tra Paola e Fuscaldo, ad esempio, il Granito presenta un'aureola di contatto metamorfosata e grandi fratture e con minerali di topazio. Sia questi Graniti, sia le bellissime Serpentine di S. Angelo, Fagnano Castello e Malvito, denominate anche "marmi verdi" e da millenni utilizzate come pietre ornamentali. Sono rocce che indicano come masse di magma risalendo dal mantello si introducevano all'interno dei depositi di argilla e sabbie che, centinaia di milioni di anni fa, si andavano accumulando sotto l'acqua dell'antico mare della Tetide.

3.2.2 Qualità e varietà delle acque

L'acqua disponibile e che alimenta i corsi d'acqua, oltre ad essere abbondante, è di ottima qualità

e tra le migliori d'Italia e d'Europa. Per le caratteristiche geolitologiche delle rocce serbatoio e per

la composizione dell'aria attraversata dalla pioggia prima d'infiltrarsi nel sottosuolo, l'acqua delle sorgenti dell'Arco Calabro-Peloritano, ed in particolare quella della Catena Costiera, presenta composizione chimica, biologica e temperatura ottimali dal punto di vista della potabilità.

Grazie ai preziosi accumuli di minerali presenti nelle antichissime rocce, costituite prevalentemente da Graniti, Scisti, e Gneiss che non si trovano in nessuna altra regione di tutta la Catena appenninica italiana, la mineralizzazione delle acque è particolarissima. La diffusione di queste rocce e dei minerali contenuti e l'elevata piovosità rendono il territorio ricco di suoli fertilissimi e di numerose sorgenti e falde d'acqua potabile ed anche termale di rilevante importanza e differente qualità.

Sull'acqua che affiora sui versanti tirrenici della Catena Costiera è significativo il dato rilevato nel censimento delle sorgenti calabresi effettuato nel secolo scorso. Su di una superficie di 594 Kmq sono state censite 948 sorgenti con una portata totale di 4.507 litri al secondo.

 

3.3 ASPETTI BOTANICO/VEGETAZIONALI

La ricchezza floristica dell'area è dovuta alle sue condizioni climatiche. Le correnti cariche di umidità provenienti dal Mar Tirreno sono fermate dalle sue vette che, fungendo da barriere, determinano un elevato numero di precipitazioni durante l'anno e la presenza di fitte e caratteristiche nebbie, che nel periodo estivo sopperiscono alla mancanza di piogge. Questo ambiente umido favorisce la creazione di particolari habitat, che fanno registrare una diversificata presenza di endemismi vegetali. La distribuzione della vegetazione è determinata dalla geomorfologia del terreno, dall'altitudine e dalle condizioni climatiche.

La vegetazione del Parco è caratterizzata da formazioni con dominanza di faggio (Fagus sylvatica), ad eccezione delle zone più basse (800 mt. s.l.m.) dove si riscontrano specie come il castagno (Castanea sativa) e il cerro (Quercus cerris). Alla fine dell'ottocento, per rimboschire gli spazi vuoti creati dal taglio raso, furono introdotte specie quali il pino nero d'Austria (Pinus nigra), il pino strobo (Pinus strobus), il pino silvestre (Pinus sylvestris), l'abete bianco (Abies alba), l'abete rosso (Picea abies), il pino laricio di Calabria (Pinus nigra ssp. laricio) e l'ontano napoletano (Alnus cordata).

Il sottobosco presenta associazioni floristiche di specie tipiche delle zone umide come l'Asperula

odorata, la pervinca minore (Vinca minor); lungo i ruscelli e nelle radure vegetano numerose felci del tipo: Felce fragile (Cystopteris fragilis), felce maschio (Dryopteris filix-mas), felce florida (Osmunda regalis), felce maschio minore (Polystichum aculeatum), lonchite minore (Blechnum spicant), etc.

Interessanti si presentano alcuni licheni, indicatori ecologici di ottima qualità dei boschi e di purezza atmosferica.

Di grande interesse e suggestione si presentano l'area di Monte Caloria e quella dei laghi naturali, con presenze di specie tipiche delle zone umide e paludose. li lago Trifoglielli, una torbiera in fase di interramento, popolata da due Briofite acquatiche come Sphagnum palustre e Aulacomnium palustre che in associazione con piante palustre danno vita appunto alla torba, importante ecosistema per l'equilibrio acquatico che viene ad instaurarsi e per la microfauna ad essa collegata; offre l'habitat a molti Carici, piante erbacee perenni tipiche di aree paludose che man mano invadano e finisco per prevalere su tutte le altre specie. Ma è l'intera area del lago Trifoglietti, che potremmo definire un "laboratorio" botanico, ben popolata da numerose specie di piante, su tutte spicca la felce regale (Osmunda regalis), detta anche felce florida o felce palustre, pianta tipica del clima oceanico, le cui dimensioni possono superare il metro e mezzo di altezza.

Da segnalare, sempre nell'area di Monte Caloria, il bosco di abetina pura (Abies alba) in località Sponze, rimboschimento che ha oltrepassato i 100 anni di vita. Infine si citano i castagneti da frutto (Castanea sativa), dove vegetano patriarchi arborei con esemplari vetusti che si aggirano sui 400 anni di vita. La Catena Costiera per le sue condizioni pedo-climatiche e vocazionali rappresenta una delle più importanti aree castanicole della Calabria. In alcuni territori di questo comprensorio la castanicoltura ha rappresentato l'attività produttiva essenziale per molti agricoltori, migliorandone il reddito ed evitando situazioni d'abbandono, degrado ambientale e collasso irreversibile dell'economia della comunità. L'abbondano delle zone montane da parte dell'uomo e gravi attacchi patogeni, come il Cancro della corteccia (Endothia parasitica) e il Mal dell'inchiostro (Phytophthora cambivora), hanno determinato un forte declino del settore.

Nell'area della Catena Costiera la specie è presente con due ecotipi locali la Nzerta e la Riggiola, che per le sue esigenze climatiche (la pianta non sopporta inverni rigidi ed estati calde e secche e predilige un regime di piogge annue superiore alla media) ha trovato il proprio habitat naturale.

 

3.4 ASPETTI FAUNISTICI

La fauna è quella tipica dell'Appennino, per i mammiferi sono da segnalare la volpe (Vulpes vulpes), la puzzola (Mustella putorius), la donnola (Mustella nivalis), la faina (Martes foina), il gatto selvatico (Felis silvestris), il tasso (Meles meles), la lepre (Lepus europeaus), il cinghiale (Sus scrofa) e il lupo (Canis lupus) che è ritornato a dominare quest'area della Catena Costiera Tirrenica. In passato alcuni torrenti come il Follone erano abitati dalla lontra (Lutra lutra), carnivoro strettamente legato alla vita acquatica.

Per i Pesci buona è la presenza in alcuni torrenti della trota comune (Salmo trutta); mentre è interessante citare per i crostacei il granchio di fiume (Potamon fluviatile).

Per i Roditori, il moscardino (Muscardinus avellanarius), il quercino (Eliomys quercinus), il ghiro (talis glis), l'arvicola terrestre (Arvicola terrestris), l'istrice (Hystrix cristata) e lo scoiattolo (Sciurus vulgaris meridionalis), specie endemica dell'Italia meridionale.

Per gli Insettivori, mammiferi di piccole dimensioni, quasi tutti con il muso appuntito, si cita il riccio europeo (Erinaceus europaeus).

Per gli uccelli la poiana (Buteo buteo), lo sparviere (Accipiter visus), il gheppio (Falco tinnunculus), l'astore (Accipiter gentilis), il nibbio reale (Milvus milvus), il falco pellegrino (Falco peregrinus), la civetta (Athene noctua), l'allocco (Strix aluco), il barbagianni (Tyto alba), l'assiolo (Otus scops). la beccaccia (Scolopax rusticola), la ghiandaia (Garrulus glandarius), l'upupa (Upupa epops), il picchio verde (ficus viridis), il pettirosso (Erithacus rubecola), il rigogolo (Oriolus oriolus), la tordela (Turdus viscivorus), il merlo (Turdus merula), lo scricciolo comune (Troglodytes troglodytes).

Specie che frequentano i laghi sono il germano reale (Anas platyrhynchos), l'airone cenerino (Ardea cinerea) e la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus).

Per i rettili si registra la presenza della lucertola campestre (Podarcis sicula), del ramarro (Lacerta viridis), dell'orbettino (Angius fragilis), della vipera (Vipera aspis), della testuggine di Herman (Testudo hermanni) e della testuggine palustre (Emys orbicularis).

Gli anfibi, presenti con 12 specie su 12 censite in Calabria, sono l'ululone appenninico (Bombina

pachypus), il rospo comune (Bufo bufo), il rospo smeraldino (Bufo viridis) la rana verde minore (Rana esculenta), la rana appenninica (Rana italica), la rana agile (Rana dalmatina) e la raganella (Hyla intermedia).

Estremamente interessanti sono le presenze di alcune salamandre fra le quali la salamandra pezzata (Salamandra salamandra gigliolii), sottospecie endemica del mezzogiorno d'Italia, la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), ed alcune varietà di tritoni: il tritone crestato (Triturus carnifex), il tritone italiano (Lissotriton italicus) ed il rarissimo tritone alpestre (Triturus alpestris inexpectatus), rinvenuto nel 1983 proprio nei laghi Due Uomini, Trifoglietti e Laghicello.

3.4.1 Gli Anfibi del Parco di Monte Caloria e della Catena Costiera

Per come si evince dallo studio realizzato dagli Amici della Terra con il contributo economico del Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria, finalizzato alla realizzazione di una Checklist con banca dati e relativa cartografia di distribuzione delle specie, la fauna di Anfibi del Parco è una delle più ricche dell'intero territorio regionale, sia per numero di specie che per elementi endemici. Lo status di conservazione si può definire discreto, anche se per alcune specie, soprattutto Urodeli, è necessario avviare programmi strategici che includono interventi strutturali finalizzati alla conservazione degli habitat presenti e all'incremento dei numerosi potenziali siti riproduttivi.

Ancora, interventi urgenti si rendono indispensabile per mitigare un'elevata pressione antropica determinata dalla presenza, soprattutto nel periodo estivo, di migliaia di turisti e visitatori.

Dal punto di vista erpetologico l'importanza principale è costituita dalla varietà di ambienti acquatici presenti nel Parco e nelle aree ad esso contigue: laghi, torbiere, stagni, pozze, cibbie e risorgive. La maggior parte di questi ambienti così come il "sistema" idrografico, pur costituito da piccoli corpi idrici come torrenti e ruscelli di media e piccola portata, sono attivi anche nel periodo estivo.

Nella sola area dei "Laghi di Fagnano" sono presenti 11 specie su 12 censite in tutta la Calabria. Nell'intero Parco le specie di Anfibi sono presenti con tutte e 12 le specie presenti in Calabria.

Il Parco di Monte Caloria e della Catena Costiera rappresenta l'unica area geografica della Calabria dove sono presenti tutte e 12 le specie di Anfibi censite in Calabria.

 

3.5 FIUMI E TORRENTI

L'area del Parco è interessata da una rete di torrenti, la maggior parte di essi confluiscono nel Torrente Crispi e nel Fiume Follone, quest'ultimo, il più importante affluente di destra del fiume Esaro, che ha origine nel Parco, in territorio di Mongrassano e Fagnano Castello.

Mentre, più a sud, numerosi corsi d'acqua a carattere torrentizio quali il torrente Marri, il torrente Argentino, il torrente Settimo e il Torrente Mavigliano, confluiscono tutti nel Fiume Crati.

 

4. VIVAI PUBBLICI RICADENTI NEL PARCO

All'interno dell'istituendo Parco è presente il "Vivaio Cirifusolo". Istituito tra la fine dell'800 e gli inizi del 900 dal Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste è stato gestito dal Corpo Forestale dello Stato. Nel 1977 a seguito del trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni, tra cui quelle in materia di foreste e forestazione, il vivaio divenne di proprietà della Regione Calabria.

Tra i vivai pubblici esistenti in Calabria quello di Cirifusolo ha da sempre rivestito un'importanza strategica, determinata dalla sua posizione bio-geografica. Altro antico vivaio forestale è quello presente nel comune di Montalto Uffugo, in località Caldopiano. Il vivaio denominato "Madonna della Serra" è di proprietà dell'ex Comunità Montana "Media Valle del Crati".

 

5. STRUTTURE DI FRUIZIONE E DI SERVIZI ESISTENTI

L'area di Monte Caloria da tempo ha beneficiato di un finanziamento da parte dello Stato per la realizzazione di un Parco Naturale.

Il finanziamento, derivante dalla legge 64/86 - delibera CIPE del 03.06.1988, per un importo di

circa 3 miliardi e 200 milioni di lire è stato concesso alla Comunità Montana "Unione delle Valli" con sede in Malvito (Cs), per la creazione di un parco naturale e la realizzazione, nel rigoroso rispetto dell'ambiente, di infrastrutture di servizi quali: Eco-Ostello, Ristorante, Centro Visitatori, Direzione Parco, Comando ed uffici CFS e Guardie parco, Punti vendita prodotti artigianali, Area campeggio, Blocco servizi, Piccoli rifugi, Aree attrezzate e Posti ristoro.

 

6. OBIETTIVI E FINALITÀ DEL PARCO

Per come stabilito dalla Legge regionale della Calabria n. 10 del 2003, nelle aree protette della Calabria si promuove l'applicazione di metodi di gestione e di valorizzazione ambientale, tesi a realizzare l'integrazione tra uomo e ambiente naturale. Tutto questo anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, architettonici, archeologici e storici, nonché delle attività agricole produttive ed agro-silvo-pastorali, di agricoltura biologica e di ogni altra attività economica tradizionale attualmente in uso e comunque compatibile con le finalità della presente legge e la conservazione degli ecosistemi naturali. Nei centri storici compresi nelle aree protette si incentivano politiche di recupero dei patrimoni edilizi in armonia con la finalità della presente legge. A tal fine è incentivata la più ampia partecipazione degli Enti Locali, delle forze sociali e del terzo settore presenti nel territorio mirata, a conseguire forme di sviluppo economico, ricerca di nuove occupazioni e di nuove opportunità lavorative compatibili.

Le finalità del Parco sono: la protezione, la valorizzazione dell'ambiente naturale e dei suoi particolari e pregiati ecosistemi ed habitat; la promozione e la valorizzazione della ricerca scientifica e dell'attività didattica; la valorizzazione delle attività agro-silvo-pastorali; la valorizzazione dei centri storici attraverso la riqualificazione e il recupero, in un'ottica di sviluppo integrato tale da assumere un ruolo funzionale di rinnovato e consolidato sistema insediativo: residenza stabile e turistica, servizi alla popolazione e ai turisti, attività economiche, ricreative e culturali; la promozione e l'incentivazione dell'agricoltura biologica; la promozione e la valorizzazione dei prodotti artigianali; la promozione del turismo sostenibile diversificato e destagionalizzato; la valorizzazione e la promozione del paesaggio; la valorizzazione e la promozione delle risorse culturali e storiche, attraverso la valorizzazione delle radici culturali delle comunità del Parco; il recupero e la valorizzazione dei vecchi mestieri e delle attività artigianali, degli usi e dei costumi; la valorizzazione del patrimonio di cultura materiale presente (mulini, centrale idroelettriche, etc) da recuperare e destinare, anche, ad eco-musei del territorio; la valorizzazione dei sentieri religiosi; il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e religioso.

Particolare attenzione va posta al governo dei boschi, con l'adozione da parte del Parco delle "Linee guida per la gestione sostenibile forestale", secondo i principi delle varie convenzioni globali e delle direttive nazionali sulla conservazione della biodiversità forestale.

Infine, è indispensabile che il Parco avvii e promuova una serie di servizi permanenti a supporto della fruizione naturalistica, dislocati strategicamente sul territorio, cercando di valorizzare al meglio le singole identità.

 

6.1 Progetti ed opportunità

Il Parco deve rappresentare un laboratorio naturale dove sperimentare e mettere in atto un vero processo di sviluppo sostenibile, capace di avviare programmi concreti per garantire sviluppo e benessere alla popolazione residente senza compromettere o alterare la natura e il paesaggio; ma valorizzando i percorsi di vita, di cultura e di tradizioni ultra millenari.

Pertanto, lo sviluppo sostenibile e durevole del Parco e della sua comunità deve essere perseguito attraverso una pianificazione condivisa e partecipata con tutti gli attori locali ed i portatori di interesse della comunità e deve coniugare le esigenze ecologiche con gli interessi della popolazione e del suo sviluppo.

Il Parco deve rappresentare il valore aggiunto del sistema produttivo locale, da perseguire anche attraverso l'uso del marchio e di un suo sistema di gestione e certificazione ambientale.

Per raggiungere e perseguire lo sviluppo sostenibile il Parco, così come i comuni e le comunità montane i cui territori ricadono, in tutto o in parte all'interno di esso, avranno priorità, per come previsto dalla normativa nazionale e regionale sulle aree protette, nella concessione di finanziamenti comunitari, nazionali e regionali, per l'attivazione di programmi e progetti che interessano lo sviluppo del territorio.

 

7. DIDATTICA E RICERCA SCIENTIFICA

Tra gli scopi istitutivi di un'area protetta vi è quello dell'ammissione della collettività al godimento dei beni conservativi per fini culturali, scientifici, educativi e ricreativi.

 Il turismo scolastico deve trovare nel parco un riferimento organizzativo, qualitativo e di stimolo nel campo della fruizione naturalistica in generale e dell'educazione ambientale in particolare.

Il Parco deve assumere un ruolo importante nel campo della ricerca scientifica, che deve rappresentare un valore morale ed intellettuale. Il Parco deve guardare con particolare attenzione agli Istituti ed Atenei calabresi, promuovendo, stimolando e sostenendo la ricerca scientifica, finalizzata ad un arricchimento culturale delle persone e dell'innovazione in generale.

Per valorizzare e sviluppare questi settori il Parco promuove e realizza dei poli didattici e scientifici a supporto di tali attività (musei, laboratori, centri visita, foresterie, orto botanico, centri sperimentali etc).

 

8. ZONIZZAZIONE

Ai sensi dell'art. 10 della Legge Regionale n. 10/2003, ii Parco naturaleilegionale è definito come un sistema di aree a diverso regime di conservazione e utilizzazione differenziata al suo interno.

Sono previste le seguenti zone:

• zona A (riserva integrale) di eccezionale valore naturalistico in cui l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità;

• zona B (riserva generale orientata), nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare quelle esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le attività agro-silvo-pastorali tradizionali e la realizzazione delle infrastrutture ad esse strettamente necessarie, nonchè interventi di gestione delle risorse a cura dell'ente parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione delle opere esistenti, ai sensi delle lettere a) e b) del primo comma dell'art. 31 della legge 457/78;

• zona C (area di protezione) nelle quali possono continuare secondo gli usi tradizionali o secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvopastorali e la raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. Sono ammessi gli interventi autorizzati ai sensi delle lettere a), b) e c) del primo comma dell'art. 31 della citata legge 457/78, salvo l'osservanza delle norme di piano sulle destinazioni d'uso;

• zona D (area di sviluppo) limitata ai centri urbani ed alle aree limitrofe nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco, finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori.

L'Ente di gestione per ciascuna zona stabilisce le relative norme d'uso.

 

9. MISURE DI SALVAGUARDIA

Le misure di salvaguardia del Parco Naturale Regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera sono quelle indicate all'art. 9 della Legge Regionale n. 10/2003.

 

10. FORMAZIONE DEL PIANO DEL PARCO

Per l'elaborazione del Piano del Parco l'Ente di gestione del Parco Naturale Regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera dovrà attenersi a quanto indicato dall'art. 18 della L.R. n. 10/2003

 

11. TABELLAZIONE

l'Ente di gestione del Parco Naturale Regionale di Monte Caloria e della Catena Costiera entro 12 mesi dal suo insediamento dovrà provvedere alla tabellazione del perimetro del Parco.

 

12. COMUNI RICADENTI NEL PARCO

 

Comuni

 

Superficie (ha)

interessata a Parco

 

Superficie (Km2) totale Comune

 

%

Super. Prot

 

• Fagnano Castello

 

1.985

 

29,43

 

67%

• Malvito

645

37,93

17%

• Cetraro

580

65,67

08%

• Acquappesa

400

14.00

29%

• Guardia Piemontese

760

21,40

36%

• Mongrassano

940

34,86

27%

• Cerzeto

735

21,71

34%

• San Martino di Finita

320

13,01

24%

• Rota Greca

430

34,86

13%

• Fuscaldo

745

60,38

12%

• Lattarico

230

42,00

5,5%

• San Benedetto Ullano

600

19,00

 

32%

• Montalto Uffugo

1200

78,43

15%

Superficie totale

9.758

472,68 Km2

20,5%

 

13. RAPPORTO SUPERFICIE TERRITORIALE E SUPERFICIE PROTETTA DEL PARCO

• Superficie territoriale totale                        ha 47.268

• Superficie protetta totale                ha 9.758

• Percentuale superficie protetta       20,5%

 

14. UNIONE DEI COMUNI (EX COMUNITÀ MONTANE) RICADENTI NEL PARCO

• Comunità Montana "Delle Valli/Media Valle Crati".

• Comunità Montana "Alto Tirreno/Appennino Paolano".

• Comunità Montana "Media Valle Crati/Serre Cosentine"

 

15. SITI DI INTERESSE COMUNITARIO RICADENTI NEL PARCO

Ricadono nel Parco un numero di otto (8) aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria) della Rete Natura 2000, ai sensi della Direttiva Comunitaria Habitat 92/43/CE.

Codice Sito Nome sito Superficie (ha)

• IT9310059 Crello (none esatto Clelio) 2,60

• IT9310058 Pantano della Giumenta 6,70

• IT9310060 Laghi di Fagnano 18

• IT9310062 Monte Caloria 58

• 1T9310066 Varconcello di Mongrassano 56

• IT9310065 Foresta di Serra Nicolino-Piano d'Albero (Parte localizzata al di fuori della

Riserva) 67

• IT9310063 Foresta di Cinquemiglia 407

• IT9310061 Laghicello 1

 

Art. 1

Istituzione del Parco Regionale di "Monte Caloria e della Catena Costiera"

 

1. Ai sensi dell'Art. 6 della L.R. 10/03 (norme in materia di aree protette) è istituito il Parco Regionale di "Monte Caloria e della Catena Costiera", di seguito denominato Parco.

2. Il Parco è classificato ai sensi dell'art. 10, comma 1 della L.R. 10/03 come parco terrestre.

 

Art. 2

Descrizione dell'area

 

L'area del Parco è un comprensorio montuoso di notevole importanza naturalistica, che si estende lungo la Catena Costiera da nord a sud per un lunghezza di circa 25 Km.

Il Parco presenta un'estensione di 9.758 ettari, con quote variabile da 1.404 m slm (Serra Pantanolada) a 404 m slm (loc. Varconcello).

Geograficamente i confini del territorio del Parco naturale sono compresi tra 39° 36' 00" - 39° 21' 00" di latitudine e tra i 16° 05' 86" - 16° 05' 95" di longitudine (coordinate piane - UTM WGS 84, fuso 32).

All'interno dell'area del Parco le formazioni vegetazionali, geomorfologiche e biologica sono di rilevante valore naturalistico e ambientale. Di particolare importanza, tra l'altro, sono le morfologie fisiche risultanti da un "sistema" di laghi naturali unici nel loro genere per il microclima e gli habitat naturali connessi.

La descrizione del territorio del parco naturale è quella indicata nella relazione allegata al presente p.l. che ne costituisce parte integrante.

 

Art. 3

Finalità del Parco

 

Il Parco é istituito per perseguire le seguenti finalità:

 

a) la conservazione di specie animali e vegetali, comunità biologiche, singolarità faunistiche;

b) la tutela della biodiversità degli habitat naturali e seminaturali delle specie di flora e fauna selvatiche e dell'equilibrio complessivo del territorio;

c) la salvaguardia e valorizzazione dei valori paesaggistici del territorio;

d) la conoscenza scientifica della flora e della fauna finalizzata al monitoraggio ed al censimento, con particolare attenzione per le specie enedemiche e rare;

e) la fruizione turistica, culturale, didattica e ricreativa in forme compatibili con la difesa della natura e del paesaggio;

f) favorire lo sviluppo delle attività economiche del territorio attraverso l'uso sostenibile delle risorse;

g) conservazione del patrimonio forestale, miglioramento dei boschi esistenti tramite interventi selvicolturali, ricostituzione del boschi degradati finalizzati alla salvaguardia degli habitat naturali e della biodiversità.

 

Art. 4

Perimetrazione

 

I confini del Parco sono individuati nella planimetria generale allegata, in scala 1:25.000, alla presente proposta di legge, di cui costituisce parte integrante.

 

Art. 5

Ente di gestione del Parco

1. Per la costituzione dell'Ente di gestione del Parco si applicano gli artt. n. 12, 13, 14,v15 e 16 della L.R. n. 10/2003 e s.m.i..

2. La eventuale gestione provvisoria del Parco fino alla costituzione dell'Ente di gestione è affidata, ai sensi dell'art.6, comma 9, della L.R. n. 10/2003, ad un apposito Comitato di gestione provvisorio, istituito dal Presidente della Giunta Regionale.

3. Lo Statuto dell'Ente Parco è approvato ai sensi dell'art. 17, L.R. 10/2003, per come modificato dall'art. 19, L.R. n. 07/2006;

4. Lo statuto, ai sensi dell'art. 24 della Legge n. 394/91, disciplina quanto previsto dall'art. 17 della L.R. n. 10/2003, per come modificato dall'art. 19, comma 1, lettera A), della L.R. 21 agosto 2006, n.7.

5. La sede legale e operativa dell'Ente di gestione del Parco naturale sarà localizzata all'interno del territorio dell'area protetta, per come indicato dai commi 1-2 dell'art.8 della L.R. 10/2003.

 

Art. 6

Strumenti di pianificazione

 

1. Il perseguimento degli obiettivi istitutivi, affidati all'ente gestore, si attua attraverso gli strumenti di pianificazione del Parco previsti dagli art. 18, 19 e 21 della L.R. 10/03 e s.m.i.:

 

a) piano per il parco;

b) regolamento del parco;

c) piano pluriennale economico e sociale.

 

2. La formazione del piano per il Parco, che è predisposto dall'Ente Parco entro 18 mesi dalla costituzione dei suoi organi, è disciplinata dagli artt. 10 e18 della L.R. n. 10/03 e s.m.i..

3. Il regolamento del Parco, redatto ai sensi dell'Art. 19 della L.R. 10/03, disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio del Parco, è predisposto dall'Ente parco, contestualmente al Piano per il Parco, del quale è parte integrante.

4. Il piano pluriennale economico e sociale è elaborato, ai sensi dell'Art 21 della L.R. 10/03, dalla Comunità del Parco entro 12 mesi dalla sua costituzione e specifica gli obiettivi da conseguire, definisce le priorità, i tempi, le risorse necessarie ed i finanziamenti, ai sensi dell'art. 21 della L.R. n. 10/03.

 

Art. 7

Norme di salvaguardia

 

1. Fino alla data di pubblicazione del piano del Parco e del regolamento del parco, all'interno del perimetro del parco si applicano le norme previste dalla L.R. n. 10/03, fatte salve le disposizioni più restrittive previste da leggi nazionali, da strumenti di pianificazione sovraordinati, dagli strumenti urbanistici comunali o da altre leggi regionali, anche posteriori rispetto alla presente legge.

2. All'interno del perimetro del Parco si prevedono, negli strumenti di pianificazione di cui alla L.R. 10/03, le seguenti regolamentazioni previste all'art. 19 della L.R. n. 10/2003.

3. All'interno del perimetro del Parco vige la disciplina di tutela paesaggistico ambientale prevista dal D.Lgs 42/04 e s.m.i..

 

Art. 8

Norme finanziarie

 

1. Alla determinazione degli eventuali oneri, derivanti dalla presente legge, si provvede, a decorrere dal 2014 con legge di approvazione del bilancio della Regione e con la collegata legge finanziaria che l'accompagna.

2. Qualora i fondi nell'anno finanziario in corso non vengono impegnati completamente, la parte restante sarà utilizzata l'anno successivo entrando a far parte della somma indistinta del capitolo medesimo.

3. Per gli anni successivi l'entità della spesa sarà annualmente stabilita con legge di bilancio.

 

Art. 9

Entrata in vigore

 

La presente legge regionale entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

 

cartina.pdf

 

 

SCHEDA SINTETICA

 

LOCALIZZAZIONE AREA

 

I confini del territorio del Parco sono compresi tra:

39° 36' 00" e 39° 43' 65" (Latitudine)

16° 05' 86' e 16° 05' 95" (Longitudine)

Coordinate geografiche espresse in UTM (UNIVERSALE TRASVERSA DIMERCATORE).

Le coordinate geografiche sono riferite all'ellissoide internazionale medio europeo

Longitudine di Roma (M. Mario), da Greenwich: 12°27'10", 93

Latitudine di Roma (M. Mario): 41°55'31", 49

Comune del Parco con maggiore superficie: Fagnano Castello ha 1.985

Vetta più alta del Parco: Serra Pantanolada (mt. 1.404 slm)

Limite minimo del Parco: Località Varconcello (mt 404 slm)