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- LEGGE REGIONALE 15 gennaio 1986, n. 2
- Provvedimenti a favore delle scuole e delle Università calabresi per
contribuire allo sviluppo della coscienza civile e democratica nella lotta contro la
criminalità mafiosa.
(Pubbl. in Boll. Uff. 22 gennaio 1986, n.4)
Art. 1
1. La Regione Calabria, per contribuire alla lotta contro la violenza
organizzata e contro la mafia anche sul piano educativo e culturale, stimolando le giovani
generazioni allo studio ed alla conoscenza critica del fenomeno mafioso nei suoi vari
aspetti e per concorrere allo sviluppo della coscienza civile e democratica, attua a
favore delle scuole calabresi di ogni ordine e grado, nonché delle Università calabresi,
interventi di sostegno al fine:
1) di incentivare attività didattiche integrative e di sperimentazione,
ricerche individuali e di gruppo, indagini, sociali, seminari, dibattiti, cineforum mostre
fotografiche, ed ogni altra attività utile ad una reale conoscenza del fenomeno mafioso
e delle sue cause, nonché delle sue implicazioni storiche, socio-economiche, politiche e
di costume;
2) di dotare le istituzioni di cui sopra di materiale bibliografico, cinematografico e
videoregistrato e di ogni altro sussidio di uso collettivo tendente a documentare, con
riferimento specifico, ma non esclusivo, alla Calabria, la nascita, l'evoluzione e
l'attuale stato della criminalità mafiosa;
3) di favorire l'educazione alla democrazia ed alla non violenza;
4) di stimolare l'esigenza di rinnovamento della società calabrese.
2. Le iniziative e le attività di cui alla presente legge, indirizzate
primariamente all'approfondimento della conoscenza specifica del fenomeno mafioso da parte
dei giovani che frequentano le scuole e le università, possono anche tendere al
coinvolgimento delle famiglie e dei cittadini del territorio sul quale insistono le
istituzioni che le organizzano.
Art. 2
1. Per il conseguimento delle finalità previste dal precedente art., la
Regione si ispira al metodo della programmazione ed elabora piani annuali e triennali di
investimento.
Art.
3
(Istituzione del Comitato permanente)
1.
Presso lAssessorato regionale alla Pubblica Istruzione è istituito un
Comitato permanente di studio, documentazione e proposta sulle materie
della presente legge, presieduto dallAssessore regionale alla Pubblica
Istruzione o suo delegato, e composto:
a)
dal Dirigente scolastico regionale o suo delegato;
b)
dal Presidente ANCI regionale o suo delegato;
c)
da un Magistrato designato dalla A.N.M. - Sezione calabrese;
d)
da un rappresentante designato di concerto dalle organizzazioni sindacali
regionali del settore, maggiormente rappresentative;
e)
da un rappresentante del Centro di ricerca e documentazione dellUNICAL
(Università della Calabria);
f)
da tre esperti di comprovata competenza, nominati dalla Giunta regionale
di cui: un docente universitario, un dirigente scolastico di scuola di 2°
grado e un dirigente scolastico di scuola di base.
2.
Le funzioni di segretario sono espletate da un funzionario
dellAssessorato competente.
3.
Il Comitato si avvale del supporto dellOsservatorio regionale sul
fenomeno mafioso allocato presso lo stesso Assessorato alla Pubblica
Istruzione.
4.
Il Comitato ha compiti operativi di indagine, monitoraggio e ricerca sulla
evoluzione e gli effetti dei fenomeni criminali. Tali compiti saranno
meglio definiti con provvedimento della Giunta regionale.
5.
Ai componenti del Comitato, ove dovuta, spetta lindennità di missione
nella misura prevista per i dirigenti regionali; ai componenti estranei
allAmministrazione regionale spetta,
inoltre, un gettone di presenza in misura analoga a quanto disposto per i
componenti i comitati di controllo sugli atti degli enti locali.
6.
Il Comitato è costituito con decreto del Presidente della Giunta
regionale non appena risulti designata la metà più uno dei suoi
componenti. '
Art. 4
(Erogazione contributi e sussidi)
1. La Giunta regionale è autorizzata a concedere a titolo sperimentale, per
ciascun anno scolastico a decorrere dal 1984-1985, contributi fino alla misura massima di
L. 10.000.000 alle scuole, istituti o facoltà che ne facciano richiesta per iniziative ed
attività rispondenti alle finalità di cui all'articolo 1.
2. I materiali ed i sussidi di cui al punto 2 dell'art. 1 possono anche essere
forniti direttamente.
Art. 5
(Formulazione del Piano di interventi)
1. Per la concessione dei contributi o dei sussidi e materiali di cui all'art.
precedente, il legale rappresentante della scuola o istituto, della facoltà universitaria
o il rettore, nel caso di attività e ricerche a carattere interdisciplinare, presentano
entro il 30 maggio di ogni anno, all'Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione,
apposita domanda, corredata di un preventivo di spesa, di una dettagliata relazione
illustrativa dell'iniziativa che
si intende promuovere e del parere del rispettivo consiglio di istituto, su proposta del
collegio dei docenti, o del consiglio di facoltà, su proposta di uno o più docenti.
2. Programmi possono essere presentati dai distretti scolastici, per attività
da realizzarsi nel proprio ambito, i quali, a tal fine, promuovono incontri con i
rappresentanti delle istituzioni scolastiche.
3. Sulla base dei programmi presentati, del parere espresso e delle proposte
formulate dal Comitato di cui all'art.3 l'Assessore regionale alla Pubblica Istruzione
formula - entro il 30 giugno - un Piano organico di interventi che, su parere della
competente Commissione consiliare, viene approvato dalla Giunta entro il 30 settembre di
ogni anno.
4. Sarà data preferenza, nella formulazione del Piano, alle iniziative che
risultino più rispondenti, per gli obiettivi educativi, le tematiche prescelte, le
metodologie suggerite alla finalità di cui all'art. 1.
Art. 6
(Seminari di preparazione)
1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale alla Pubblica
Istruzione, è autorizzata ad organizzare, d'intesa con le autorità scolastiche degli
Istituti regionali di aggiornamento educativo ai sensi del D.P.R. 31 maggio 1974, n. 419 e
in collaborazione con le Università calabresi e con l'IRRSAE, seminari di preparazione
per docenti interessati alle sperimentazioni ed alle attività didattico-educative
previste dalla presente legge.
2. I seminari, da organizzarsi all'inizio di ogni anno scolastico, subito dopo
l'approvazione del Piano di cui all'art. precedente, del quale fanno parte, devono tendere
ad approfondire le tematiche culturali, metodologiche e didattiche relative alle
iniziative previste dal Piano stesso.
Art. 7
(Borse di studio per laureandi)
1. Il Piano di cui all'art. 5 può prevedere finanziamenti per borse di studio,
fino alla misura massima di L.
' 10.000.000 ' ciascuna, per ricerche di laureandi sul fenomeno
mafioso.
2. Le borse di studio vengono concesse dalla Giunta regionale, su proposta del
l'Assessore alla Pubblica Istruzione, su domanda degli interessati, corredate dal parere
della facoltà universitaria nel cui ambito di attività la ricerca viene organizzata,
sentito il Comitato di cui all'art. 3 e nei limiti dei finanziamenti previsti dal Piano.
Art. 8
(Produzione e diffusione di materiali e sussidi)
1. A cura dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione e con l'assistenza o su
iniziativa del Comitato di cui all'art. 3, può essere previsto, pubblicato e diffuso
nelle scuole della regione, materiale bibliografico, cinematografico, videoregistrato,
tendente a documentare gli aspetti e la consistenza del fenomeno mafioso.
2. Possono essere altresì pubblicati e diffusi nelle scuole i risultati più
significativi delle attività di ricerca, i testi di relazioni ed ogni altro materiale
prodotto nell'ambito delle iniziative ed attività promosse con la presente legge.
3. Le relative spese saranno deliberate dalla Giunta regionale.
Art. 9
(Disposizioni finanziarie)
1. All'onere derivante dalla presente legge, previsto in L. 500 milioni si
provvederà a partire dall'esercizio 1986 con i fondi che saranno accreditati alla Regione
ai sensi dell'art.8 del la legge 16 maggio 1970, n. 281.