IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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84.
SEDUTA DI MARTEDI’ 03 GIUGNO 2014
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO
NICOLÒ
Inizio lavori h. 13,34
Fine lavori h. 22,13
INDICE
NUCERA Giovanni, Segretario Questore
GUAGLIARDI Damiano (Federazione della sinistra)
IMBALZANO Candeloro (Scopelliti Presidente)
Convocazione della prossima seduta
Per questione pregiudiziale sulla legge elettorale
CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)
CHIZZONITI Aurelio (Insieme per la Calabria)
DATTOLO Alfonso, assessore
all’urbanistica
GRILLO Alfonso (Scopelliti Presidente)
GUAGLIARDI Damiano (Federazione della sinistra),*
MAGARO’ Salvatore (Scopelliti Presidente)
MORRONE Giuseppe (Forza Italia),*
NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD)
SALERNO Nazzareno, assessore al lavoro, formazione,
famiglia e politiche sociali
TALLINI Domenico (Forza Italia)
TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo Misto)
PRESIDENTE,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*
ALBANO Gabriella (Forza Italia)
CAPUTO Giuseppe (Forza Italia)
CHIAPPETTA Gianpaolo (NCD),*,*
DATTOLO Alfonso, assessore
all’urbanistica
GUAGLIARDI Damiano (Federazione della sinistra),*,*
MORRONE Giuseppe Ennio (Forza Italia),*
NACCARI CARLIZZI Demetrio (PD),*,*
NUCERA Giovanni, Segretario questore
TREMATERRA Michele,
assessore all’agricoltura e forestazione
TRIPODI Pasquale Maria (Gruppo misto),*
SALERNO Nazzareno, assessore al lavoro, formazione, famiglia
e politiche sociali
Dà avvio ai lavori invitando il segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Chiede una breve sospensione dei lavori al
fine di poter svolgere una riunione dei consiglieri di minoranza.
Sospende la seduta.
Ricordato che nella seduta del 31 marzo
2014 è già stato approvato il testo in prima lettura, ritiene che, essendo
trascorsi dalla prima votazione i 60 giorni previsti dalla normativa regionale
per modificare le norme statutarie, si possa dare avvio alla votazione in
seconda lettura. Riassume quindi il contenuto degli articoli previsti dalla
proposta, illustrando le ragioni che prevedono la figura del consigliere
supplente, e comunica che non sono stati presentati emendamenti.
Dà quindi la parola al consigliere Adamo
che ha chiesto di intervenire.
Chiede chiarimenti in merito ai punti
inseriti all’ordine del giorno, in particolare le ragioni per le quali è stata inserita
al primo punto all’ordine del giorno la proposta di modifica statutaria ed al
quarto le dimissioni del Presidente della Giunta. A suo dire, non è chiaro su
quale problematica, in merito alle dimissioni del Presidente della Giunta, il
Consiglio sia chiamato ad esprimersi e, pertanto, ritiene che sia necessario
dirimere i dubbi sollevati prima di passare alla votazione in seconda lettura
delle norma statutarie.
Evidenziato che la votazione sulla proposta
di legge statutaria è già in itinere, ritiene comunque che l’ordine del giorno
sia corretto, per come già discusso in conferenza dei capigruppo, sottolineando
come una eventuale inversione dell’ordine del giorno - che portasse il
Consiglio a pronunciarsi sulle dimissioni del Presidente della Giunta prima di
esaminare gli altri punti all’ordine del giorno - esporrebbe i provvedimenti
eventualmente assunti al rischio di illegittimità.
Pone quindi ai voti l’articolo 1 che è
approvato all’unanimità.
Ritiene che la votazione sia illegittima; a
suo dire, infatti, il Presidente avrebbe dovuto avviare il dibattito generale
sul provvedimento e consentire le dichiarazioni di voto.
Chiede che si proceda con voto separato per
i punti b) e c) dell’articolo 2, annunciando il dissesnso del suo gruppo sui
punti suddetti, relativi alla scelta dell’assessore esterno l’uno ed alla
figura del consigliere supplente l’altro.
Giudicato un ibrido istituzionale la
previsione relativa al consigliere supplente, evidenzia come esistano altri
modelli elettorali maggiormente confacenti alle esigenze regionali cui
ispirarsi; a tal proposito, ricorda il sistema elettorale di comuni e province,
in base al quale il consigliere comunale nominato assessore rinuncia alla
carica. Pertanto, secondo il suo giudizio, il sistema diverso che si chiede di
approvare nella odierna seduta, darebbe l’impressione di un eccessivo
“attaccamento alle poltrone”.
Pone ai voti: la lettera a) del comma 1
dell’articolo 2 che è approvata con il voto contrario del consigliere
Guagliardi; la lettera b) del comma 1 dell’articolo 2 che è approvata a
maggioranza; la lettera c) del comma 1 dell’articolo 2 che è approvata a maggioranza. Pone quindi ai voti l’articolo 2
nel suo complesso che è approvato e l’articolo 3 che è approvato, indi il
provvedimento nel suo complesso che è approvato.
Rilevato come quella odierna sia l’ultima
seduta dell’attuale legislatura e considerato che il provvedimento relativo
all’assestamento di bilancio è stato approvato in Giunta solo venerdì sera,
osserva l’impossibilità per i consiglieri di avere adeguata conoscenza del
contenuto del provvedimento, indi ritiene opportuno che il punto sia stralciato
dall’odierno ordine del giorno e rinviato ad altra seduta straordinaria.
Infatti, a suo parere, trattasi di atto necessario su cui il Consiglio potrà
pronunciarsi anche dopo lo scioglimento formale.
Rileva che
Riferisce che solo in data odierna è
pervenuto il provvedimento di Giunta e che gli uffici competenti hanno
assicurato che trattasi di adempimento obbligatorio e necessario che come tale
può essere effettuato anche dopo lo scioglimento del Consiglio, in una seduta
straordinaria ad hoc.
Si rimette alle decisioni dell’Aula sulla
questione relativa al rinvio del punto all’ordine del giorno, ma rileva
l’opportunità di inserire all’ordine del giorno della stessa seduta
straordinaria altri provvedimenti, a suo dire indifferibili, quali quelli
relativi all’uso dei fondi comunitari e l’esame delle deliberazioni numero 21 e
23 della Corte dei Conti, che non si sono potute discutere in seno alla
competente Commissione.
Dichiara che se ci dovesse essere
l’esigenza di trattare dei fondi comunitari si procederà con apposita seduta
consiliare. Quindi, rilevato che tra maggioranza e minoranza non c’è accordo
sulla data della prossima seduta di Consiglio, chiama al banco i capigruppo per
cercare una soluzione condivisa.
(I
capigruppo si recano al banco della Presidenza)
Comunica che, a seguito del consulto con i
capigruppo, si è deciso di convocare il Consiglio regionale per mercoledì 11 giugno
alle ore 10 per esaminare l’assestamento di bilancio senza l’esame da parte
della Commissione consiliare competente e con la presentazione degli
emendamenti agli uffici della segreteria Assemblea.
Chiede l’inversione dei punti posti all’ordine del giorno, al fine di
procedere direttamente con il punto relativo alle dimissioni del Presidente
della Giunta regionale, precisando che tale richiesta discende dall’opportunità
di non procedere all’esame di provvedimenti rilevanti quale la legge
elettorale, reputando che la stessa meriti una maggiore e più ampia
discussione.
Considerata l’importanza della seduta odierna che - visti i punti
all’ordine del giorno e la situazione in cui si accinge a concludersi la
legislatura - ha richiamato l’attenzione dei cittadini e dei media, reputa
opportuno chiarire alcuni aspetti che, nell’ambito della situazione generale,
stanno via via perdendo valore; in particolare si sofferma sugli importanti, a
suo avviso, traguardi raggiunti in questi anni dalla maggioranza, precisandone
l’attivismo e la legittimità delle scelte.
Censura, quindi, le critiche sollevata dall’opposizione ricordando
alcune delle politiche, a suo avviso opinabili e repentine, poste in essere
nella passata legislatura dall’allora maggioranza.
Ripercorrendo, quindi, l’iter amministrativo, giudiziario e personale
del Presidente della Giunta, precisa come quest’ultimo abbia autonomamente
deciso, con un atto che ritiene altruista e responsabile, di rassegnare la sue
dimissioni a seguito delle ripercussioni che una sentenza avrebbe avuto sulle
sue funzioni e sulla sua carica; a tal proposito, evidenzia come detta sentenza
non intacchi in nessun modo l’operato dell’amministrazione regionale.
Infine, dichiarandosi contrario all’inversione del punto all’ordine del
giorno, chiede di procedere per come previsto ad una rivisitazione della legge
elettorale, per poter affrontare al meglio le prossime consultazioni elettorali
e dare risposte immediate ai calabresi.
Prendendo atto di quanto detto sinora ed evitando di entrare nel merito
delle discussione propriamente politica, pone una questione pregiudiziale sul
punto 3 relativo alla riforma della legge elettorale; a tal proposito riferisce
di aver chiesto e ricevuto dal Servizio legislativo del Consiglio regionale, in
qualità di consigliere regionale, un parere in cui vengono paventati profili di
incostituzionalità delle proposte.
Sostenendo le ragioni del collega Giordano, anche al fine di evitare
problemi di incostituzionalità chiede il rinvio delle discussione sulla legge
elettorale, reputando più opportuno che, per le prossime consultazioni
elettorali, la legge vigente rimanga invariata.
In disaccordo con quanto sostenuto dal consigliere Chiappetta, precisa
che, a suo avviso, la legislatura non ha registrato alcun successo,
rimproverando di contro la
superficialità con cui si stanno svolgendo i lavori della seduta odierna
che, a suo dire, avrebbe dovuto rappresentare un momento di grande importanza
per tutta
Sottolinea, altresì, che alcuni aspetti vanno ben rivalutati,
precisando la sua piena opposizione alle proposte di legge che vedono accorpare
i collegi elettorali di Vibo Valentia e
Crotone. Per tali ragioni censura le scelte effettuate in tal senso dal
consigliere Bruni.
Ritenuto che il provvedimento sulla legge elettorale andasse supportato
da altri pareri autorevoli, propone di sospenderne l’esame, evidenziando, però,
come le responsabilità ricadano anche sui gruppi di minoranza.
Per quanto riguarda le dimissioni del presidente Scopelliti, ritiene
che le stesse non rappresentino un gesto coraggioso e responsabile, come
sostenuto da alcuni colleghi, bensì un atto di “irresponsabilità”; precisa,
infatti, che la sospensione dalla carica di Presidente della Giunta regionale
sarebbe intervenuta ugualmente, consentendo, però, ai consiglieri di esaminare
provvedimenti rilevanti nel prosieguo della legislatura. Infine, si dichiara
amareggiato per non aver potuto risolvere problemi nevralgici per la regione
quali quelli inerenti i rifiuti.
Giudicato inopportuno discutere sulla legge elettorale dopo le
dichiarazioni del consigliere Giordano che ha evidenziato alcuni elementi di
illegittimità che escludono l’opportunità di continuare l’esame delle proposte,
ritiene necessario mantenere in vigore l’attuale legge elettorale, ricordando
di aver proposto, come percorso complessivo integrativo, l’introduzione del
voto di genere. Infine, evidenzia che una nuova legge elettorale, nel caso in
cui si volesse procedere ad un suo esame ed approvazione, si esporrebbe
oggettivamente a probabili ricorsi per manifesta illegittimità, senza tralasciare
la gravità di tale scelte sul piano politico.
Inviatati i consiglieri a prestare la dovuta attenzione ad una
problematica di tale delicatezza, giudica inusuale che siano stati portati all’esame
dell’Aula tre testi non unificati, così come già evidenziato dal consigliere
Guagliardi. Pertanto, ritiene necessario sospendere la discussione per evitare
un ricorso di illegittimità, evitando di approvare provvedimenti nulli che non
hanno i crismi della costituzionalità.
Chiede una breve sospensione dei lavori.
Riferisce che le tre proposte di legge sono state inserite all’ordine
del giorno dopo il vaglio della Segreteria, puntualizzando come i capigruppo
fossero a conoscenza del contenuto dei testi e come con gli stessi si fosse
concordato di “saltare” il passaggio nella Commissione competente.
Sottolinea di aver chiesto personalmente un parere al Servizio
competente così come consentito.
Comunicata la volontà di completare
il dibattito generale e poi di procedere ad una breve sospensione dei
lavori, ritiene che il consigliere Giordano non fosse deputato a richiedere
pareri individuali, benché in qualità di consigliere regionale, ai Servizi del
Consiglio regionale, dovendosi rivolgere a suoi consulenti.
Sottolinea che la discussione in corso si riferisce alla possibilità o
meno di invertire l’ordine del giorno e chiede
la votazione per appello nominale.
Dall’intervento del consigliere Chiappetta evince che la maggioranza ha
espresso parere contrario alla richiesta di inversione formulata dal
consigliere Principe, comunque accoglie la richiesta di votazione per appello
nominale.
Chiede chiarimenti sull’andamento dei
lavori.
Ribadisce che il consigliere Principe ha chiesto l’inversione
dell’ordine del giorno, indi passa alla votazione per appello nominale.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 48 consiglieri;
hanno votato no 28 consiglieri; hanno votato si 19 consiglieri; astenuto 1,
pertanto dichiara respinta la proposta di inversione dell’ordine del giorno.
Sottolineato che la proposta del consigliere Principe si limitava a chiedere l’inversione del punto all’ordine del giorno, chiede, invece, la soppressione dello stesso. Reputa quello a cui si sta assistendo un “colpo di mano” portato avanti il giorno che doveva essere dedicato allo scioglimento anticipato del Consiglio regionale con l’approvazione di una legge che cambia le regole del gioco. Considera di dubbia legittimità la declamata data di decorrenza dello scioglimento che, a suo avviso, dovrebbe corrispondere alla data di protocollo delle dimissioni del Presidente della Giunta regionale, atto con cui, evidenzia, egli ha manifestato la volontà di cessare dalla carica. Giudica un atto di estrema diligenza aver richiesto un parere ministeriale, ma considera disdicevole che la Presidenza del Consiglio abbia interpretato la legge. Suggerisce di elencare, nel caso si conoscano, sentenze di giurisprudenza in cui la sospensione dalla carica sia stata valutata dominante rispetto alle dimissioni. Mette, quindi, sull’avviso il Consiglio regionale rispetto alle responsabilità che si sta assumendo approvando una legge che cambia regole elettorali, legge che sopprime due circoscrizioni, cosa che, a suo dire, solleverà forti proteste sul territorio. Ammonisce di non sacrificare il principio di democraticità elettorale, in virtù di calcoli politici elettoralistici. Consiglia, inoltre, di non sottovalutare il rischio di incorrere in profili di incostituzionalità ipotizzato sulla base di un pronunciamento ufficiale del Servizio legislativo del Consiglio regionale. Evidenzia, poi, che con questa legge si modifica un dato costitutivo essenziale, minando, con la scelta del voto congiunto, l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, sottraendo di fatto la possibilità ai cittadini di scegliere. Ritiene che questa scelta esponga al rischio di strumentalizzazioni, potendo essere vista come il tentativo di fermare “un’onda” e di mettere la gabbia alle coalizioni, errore che, a suo dire, potrebbe ingenerare disaffezione al voto o pronunciamento verso il Presidente ritenuto valido e rinuncia alla preferenza per il consigliere.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro NICOLO’
Specificato che, a suo avviso, la discussione odierna non ha nulla a che vedere con profili di incostituzionalità, esorta ad essere cauti, in quanto il parere di altri consulenti giuridici contrasta con quello portato avanti dalla minoranza. Evidenziato che la nuova legge elettorale tiene conto della riduzione del numero dei consiglieri, dichiara di non vedere nulla di sconveniente in un confronto tra maggioranza e opposizione, senza che si venga accusati di calcoli elettoralistici. Affermato che la legge elettorale deve garantire a chiunque la partecipazione, rammenta che il tema elettorale è in discussione da molto tempo. Ricordato, inoltre, che la maggioranza è riuscita a far approvare molte leggi all’unanimità, invita ad accettare l’esame delle leggi inserite all’ordine del giorno ed i consiglieri a confrontarsi sul punto, nel caso ci siano le premesse per discutere serenamente, non facendo problemi di territorialità e lasciando il cittadino libero di scegliere.
Ritenuto che
l’assessore Dattolo nel suo
intervento sia stato poco concreto, censura la scelta del Presidente Talarico
di sottrarre l’esame e l’approvazione di una proposta di legge alla competente
Commissione consiliare.
Ricordato come in occasione delle discussioni iniziali sulla legge
elettorale si sia affermato il principio prioritario della necessità di
tutelare la possibilità del cittadino di avere un Presidente eletto
direttamente, evidenzia che la legge Severino comporta, nel caso di condanna,
la sospensione dalla carica non imponendo le dimissioni al soggetto
interessato; sottolinea, pertanto, come occorra limitarsi a prendere atto delle
dimissioni del presidente Scopelliti.
Ricordate le battaglie sostenute dai consiglieri contro la paventata
soppressione delle province, riscontra un atteggiamento difforme riguardo i
rischi connessi all’approvazione della legge elettorale che prevede la
riduzione dei collegi elettorali che comporterebbe il rischio che i piccoli
territori non siano rappresentati in Consiglio. Infine, giudica legittimo il
parere rilasciato dal Servizio legislativo e per le ragioni in esso indicate
chiede che le proposte siano ritirate.
A suo avviso la legge elettorale in vigore non darà la possibilità ai territori piccoli
di essere rappresentati, considerato che il quoziente necessario per avere un
rappresentante presumibilmente passerà da 18500 a 28000 preferenze; di
conseguenza, a suo avviso, i piccoli territori dovranno accontentarsi di
partecipare alla ripartizione dei resti ai quali accederanno comunque per
ultimi. Riguardo l’incostituzionalità delle proposte, ricorda che il Consiglio
ha approvato leggi importanti con il parere contrario del Servizio legislativo
senza subire l’impugnativa da parte del Governo. Invita, quindi, l’Assemblea ad
avere il coraggio di approvare la riforma e dare ai piccoli territori calabresi
la possibilità di essere rappresentati in Consiglio.
Reputa inopportuno approvare le proposte senza un preventivo passaggio
nella Commissione consiliare competente, giudicando necessario discutere sia
del possibile inserimento delle preferenze di genere sia del voto disgiunto.
Ribadito che le riforme devono essere condivise da tutte le forze politiche,
per non alimentare la sfiducia nella classe dirigente, si rammarica che il
Consiglio non sia pervenuto prima all’esame della legge elettorale ed auspica
che la stessa resti immutata per consentire la rappresentanza ai piccoli
territori.
Condivise le considerazioni espresse in precedenza dal consigliere
Giamborino e ricordata la forte opposizione manifestata da tutte le forze
politiche nelle precedenti sedute del Consiglio regionale nei confronti del
provvedimento governativo di cancellazione delle province di Crotone e
Vibo Valentia, giudica un grave errore
impedire, attraverso la modifica della legge elettorale vigente, la
rappresentanza in Consiglio regionale di tutte le province calabresi.
Espresso disaccordo per la disposizione della proposta di legge in
discussione che prevede che nella circoscrizione di Catanzaro - Vibo Valentia -
Crotone la rappresentanza dei territori sia garantita attraverso la previsione
dell’obbligo di candidare un cittadino residente per ogni provincia, avrebbe
auspicato, dopo l’approvazione della proposta di legge di modifica statutaria
inerente la riduzione da 50 a 30 del numero dei consiglieri regionali,
l’adozione di uno strumento idoneo a garantire la rappresentanza di tutti i
territori calabresi in Consiglio regionale, evitando discriminazioni tra le
forze politiche di maggiore o minore consenso elettorale.
Ricordato il sistema elettorale adottato dalla Regione Campania,
paventa il rischio, in assenza della piena rappresentanza di tutti i territori
calabresi, di una Istituzione monca e
non pienamente legittimata all’esercizio delle sue funzioni.
Ritenuto, pertanto, opportuno mantenere immutata l’attuale legge
elettorale in attesa del profilarsi di
nuovi scenari anche a livello nazionale, sottolinea che la possibilità
che la proposta di legge incorra in censure di incostituzionalità rischia di
aumentare la situazione drammatica e di incertezza in cui versa la Regione.
Presidenza del Presidente
TALARICO Francesco
Auspicando una discussione sulla proposta di legge in esame scevra da
interessi personalistici, sottolinea i rischi per le piccole province calabresi
conseguenti, a suo avviso, al mantenimento in vigore dell’attuale legge
elettorale.
Ricordata la modifica dell’attuale legge elettorale regionale attuata
nell’ultima seduta del Consiglio regionale dall’Esecutivo uscente, ritiene
necessario evitare il rischio che i territori di Crotone e Vibo Valentia
restino privi di rappresentanza in Consiglio regionale.
Ritenuto che la soluzione proposta consenta la rappresentanza di tutti
i territori calabresi, si dichiara favorevole alla modifica proposta.
Ricordata la previsione, di fatto non rispettata, in una precedente seduta
della Conferenza dei capigruppo di un cronoprogramma per addivenire
all’approvazione in Consiglio regionale della legge elettorale, elenca alcuni
avvenimenti verificatisi negli ultimi mesi quali, in particolare, la fine del
bipolarismo politico, la dichiarazione di incostituzionalità della legge
elettorale nazionale, l’avvio, a seguito dell’entrata in vigore del decreto
legislativo della “spending review”, di una nuova stagione della politica, in
conseguenza dei quali avrebbe auspicato l’affermarsi con forza della volontà
unanime di tutte le forze politiche di porre in essere una reale inversione di
tendenza finalizzata a dare ai cittadini calabresi un forte segnale di
cambiamento.
Sottolineata la situazione di forte incertezza in cui versa la Calabria
e di sfiducia da parte dei cittadini verso la politica, propone di accogliere
la questione pregiudiziale posta dal consigliere Giordano in merito alle
censure di incostituzionalità delle proposte di legge in discussione,
dimostrando un forte senso di responsabilità.
Esorta il Consiglio a riflettere pacatamente sulla circostanza che la
approvazione della legge elettorale consentirebbe di scrivere una bella pagina
per la Calabria che, dalla nascita del regionalismo, si è sempre distinta per
un marcato campanilismo; ricorda, poi, come, a suo giudizio, la tripartizione
della provincia di Catanzaro abbia determinato un indebolimento della fascia
ionica. Evidenziato come le ultime vicende cha hanno riguardato la vita
istituzionale della Regione siano state totalmente inaspettate, ritiene che i
tempi per votare la legge elettorale siano quelli che l’Assemblea si era data
già da tempo. A suo dire, infatti, se i consiglieri regionali fossero rimasti
40, il dibattito in Aula si sarebbe posto in altri termini, tuttavia ritiene
che la diminuzione dei consiglieri regionali, che non possono essere
numericamente superiori a 30, non determinerà necessariamente la mancata
rappresentanza di alcune aree territoriali regionali.
Ritenuto che gli uffici tecnici consiliari abbiano giudicato
incostituzionale la proposta in esame perché alcuni territori non sarebbero
stati sufficientemente rappresentati, evidenzia come gli stessi uffici non abbiano
considerato che la diminuzione di consiglieri potrebbe essere da stimolo per un
aumento delle candidature da parte dei cittadini su tutto il territorio
regionale. Evidenziato che anche a livello nazionale si stia intraprendendo la
via che porta verso l’abolizione delle province, valuta le eccezioni sollevate
dalla minoranza prive di fondamento, nonché anacronistiche, anche in
considerazione della proposta, allo studio del Governo, di creare macro-
regioni e macro-collegi. Conclude pertanto ritenendo la proposta in esame
meritevole di approvazione.
Giudicato contraddittorio l’intervento dell’assessore Tallini rispetto
alla sua storia personale e politica, sottolinea che in sede di Conferenza dei
capigruppo ha già espresso il suo parere in merito alla incostituzionalità
della legge in discussione. Stigmatizza l’eccessiva ostinazione della
maggioranza nel voler approvare un testo su cui i tecnici del Servizio
legislativo del Consiglio regionale si sono espressi con parere negativo,
sollevando eccezioni di incostituzionalità. A suo parere, approvare questa
legge significherebbe esporre la Regione al rischio di ulteriori interventi da
parte del Governo centrale e al pubblico ludibrio. Insiste, dunque, sulla
necessità di fare leva sul senso di responsabilità dei singoli consiglieri e di
meditare circa l’inopportunità di votare una simile proposta di legge
elettorale, anche per evitare che i cittadini abbiano l’impressione che la
classe dirigente regionale si senta al di sopra delle regole.
Ricorda di far parte di una provincia, quella di Vibo Valentia, con un
territorio molto ridotto rispetto alle altre province calabresi e, proprio per
questo, ritiene che la proposta di legge in discussione sia corretta e che non
esistano motivazioni tecnico-giuridiche tali da fargli cambiare opinione.
Sottolineato che la legge elettorale attuale deve essere modificata a causa
della riduzione del numero dei consiglieri, giudica necessario che della legge
si discuta, prescindendo dai problemi di costituzionalità perché tutte le
province, a suo parere, sono rappresentate, a nulla rilevando la circostanza
dell’imminente scadenza elettorale. Rammentato, inoltre, come in varie
occasioni, nel corso degli anni e delle diverse legislature, si sia proceduto
alla approvazione della modifica della legge elettorale a ridosso delle
elezioni, giudica scorretto trincerarsi dietro l’alibi della conclusione
prematura della legislatura.
Sostenendo la correttezza della riduzione dei collegi elettorali a tre,
sottolinea la soppressione sostanziale delle province, svuotate di qualunque
competenza, ed invita l’Aula a decidere quale sistema elettorale esaminare,
evidenziando come si siano registrati dissensi sulle diverse proposte
formulate, tra cui l’inserimento del collegio unico, l’applicazione del metodo
d’nondt.
In qualità di consigliere regionale eletto nella provincia di
Catanzaro, osserva come il Consiglio sia chiamato a decidere frettolosamente,
mancando le premesse per una discussione maggiormente serena sull’argomento.
Condividendo in parte le dichiarazioni del consigliere Bruni, sottolinea come
il problema non riguardi esclusivamente la definizione dei collegi ma anche la
previsione del voto disgiunto, atteso che la forma di governo esalta il ruolo
del Presidente direttamente eletto dai cittadini; evidenzia, ancora, come
vadano affrontate le problematiche connesse alla preferenza di genere.
Annuncia, quindi, di abbandonare i lavori quando si passerà all’esame delle
proposte.
Ricordato di aver posto una questione pregiudiziale, condivisa e sottoscritta da dodici consiglieri, invita il Presidente a porla ai voti per appello nominale. Precisa, poi, in riferimento alla paventata incostituzionalità delle norme contenute nelle proposte, che le stesse non riguardano esclusivamente la questione inerente i collegi ma l’intero impianto legislativo. Auspica, quindi, che si rinunci ad approvare una legge che potrebbe compromettere l’esito delle future elezioni e precisa, richiamando l’apposito articolo del Regolamento interno, quali siano le prerogative dei consiglieri regionali in riferimento alla sua paventata incompetenza a richiedere un parere al Servizio legislativo.
Evidenziato come il Consiglio si stia apprestando a votare una legge
palesemente incostituzionale, con le conseguenze che ne deriveranno, invita
l’Aula a riflettere sull’opportunità di procedere e annuncia il suo voto di
astensione sulla pregiudiziale presentata dai consiglieri Giordano e altri.
Pone ai voti per appello nominale la questione pregiudiziale a firma
del consigliere Giordano e altri e dispone si faccia la chiama.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 40; hanno risposto
si 11; hanno risposto no28; astenuti 1,
pertanto dichiara respinta la questione pregiudiziale e passa all’esame
della legge elettorale.
Apprezzate le proposte di legge elettorale presentate dal Presidente
del Consiglio regionale, non volte quindi a strozzare il dibattito ma al
rispetto democratico, giudica sfrontato l’intervento del consigliere Bova,
ricordando le modifiche introdotte alla legge elettorale poco prima della fine
della precedente legislatura. Dichiarato di apprezzare, benché non
condividendole, le proposte del consigliere Guagliardi, giudica la terza
proposta la più perseguibile e innovativa, ritenendo che la riduzione dei
collegi rappresenti il primo passo per le macroregioni.
Precisato che l’idea di proporre tre disegni di legge aveva l’intento di dare un esempio di alta democrazia dove ognuno potesse esprimersi, comunica che delle tre proposte due sono ritirate ovvero la proposta di legge numero 573 e la proposta di legge numero 575 e verrà discussa la proposta di legge numero 574.
Indi, procede alla discussione ed all’approvazione dell’articolato comunicando che all’articolo 1 vi è l’emendamento, protocollo numero 26394, a firma del consigliere Talarico Francesco che posto ai voti viene approvato con autorizzazione al coordinamento formale, con l’astensione del consigliere Chizzoniti.
Passa poi all’emendamento all’articolo 1, comma 1, protocollo numero 26393, a firma del consigliere Guagliardi che invita ad illustrarlo.
Illustra l’emendamento composto da quattro lettere a) b) c) d), sulla ricandidabilità dei Presidenti rispettivamente di Giunta e Consiglio regionale, nonché di assessori e consiglieri, ovvero sulla incandidabilità dopo due mandati consecutivi.
Pone ai voti l’emendamento che è respinto a maggioranza e passa all’emendamento protocollo numero 26393/2 a firma del consigliere Guagliardi.
Precisato che il sistema presidenziale attuale non rispetta pienamente il suo ruolo e dimostrata preoccupazione per la partecipazione dei cittadini al voto e per la formazione delle liste elettorali, constata che il bipolarismo elettorale produce astensionismo e ritiene opportuno che si garantisca una partecipazione dei cittadini che non sia vincolata dalla soglia di sbarramento del 15% .
Favorevole alla proposta del consigliere Guagliardi che reputa giusta ed opportuna per il contrasto allo sbarramento del 15 per cento, invita i colleghi a riflettere su una problematica che mortificherebbe anche la creazione delle liste elettorali, precisando altresì che le regole non possono essere modificate continuamente ma vanno mantenute nel tempo.
Pone ai voti l’emendamento del consigliere Guagliardi che è respinto, indi pone ai voti l’articolo 1, come emendato, che è approvato con autorizzazione al coordinamento formale. Passa all’emendamento protocollo numero 26603, a firma del consigliere Chiappetta, che introduce l’articolo 1 bis che è approvato, con l’astensione del consigliere Talarico Domenico.
Indi passa all’articolo 2, emendamento protocollo numero 26393/1, a firma del consigliere Guagliardi.
Precisa che la questione riguarda il premio di maggioranza ed il sistema proporzionale sul numero dei consiglieri regionali.
Pone ai voti l’emendamento che è respinto e passa all’emendamento protocollo numero 26563, a firma delle consigliere Albano e Minasi, invitando le colleghe alla sua illustrazione.
Precisato che l’emendamento riguarda la doppia preferenza di genere, ovvero dà all’elettore la possibilità di esprimere due voti di preferenza indistintamente a uomo o donna, sottolinea che ciò rappresenta un valido mezzo per una adeguata rappresentanza politica femminile.
Reputa opportuno e necessario che venga approvato tale emendamento sulla doppia preferenza di genere, al fine di eliminare le differenze tra uomini e donne e per dare risposte a tutti i firmatari del progetto di iniziativa popolare.
Precisato il contenuto del suo emendamento, protocollo numero 26685, chiede che lo stesso sia votato al fine di introdurre un meccanismo che crei rappresentanza femminile, evitando però una legge che venga censurata perché carente di adeguata strumentazione.
Pur riscontrando delle lacune dovute probabilmente al disordine nella redazione della legge, interviene a sostegno dell’emendamento protocollo numero 26563 delle consigliere Albano e Minasi, a patto che si colmino le lacune ravvisate per evitare che la legge venga dichiarata incostituzionale.
Intervenendo a favore dell’emendamento protocollo numero 26685 dei consiglieri Naccari Carlizzi e Giordano, chiede alle colleghe Albano e Minasi di convergere i due emendamenti al fine di creare più possibilità per il raggiungimento di ottimi traguardi, attraverso la partecipazione delle donne alla politica in maniera equa e soprattutto per non ripetere gli errori del passato.
Esprimendo parere favorevole per l’emendamento delle colleghe Albano e Minasi, precisa che l’equilibrio di genere si ottiene anche con la doppia preferenza ribadendo però la necessità di accorpare i due emendamenti.
Rivolgendosi ai colleghi dell’opposizione precisa che durante i lavori svolti in Commissione sull’argomento non ci sia mai stata la volontà di discuterne, attesa l’assenza delle opposizioni, evidenziando così una certa incoerenza che lascia, a dir suo, molto a desiderare.
Contrariato per quanto sostenuto dal consigliere Caputo, precisa che le attività della Commissione sono rese pubbliche dai resoconti sommari e che si può pertanto verificare l’effettiva presenza dell’opposizione allo svolgimento dei lavori.
Chiede la votazione per appello nominale.
Accolta la proposta del consigliere Tripodi, pone ai voti l’emendamento protocollo numero 26685 a firma dei consiglieri Naccari Carlizzi e Giordano. Indi procede alla votazione per appello nominale.
Fa la chiama.
Comunica l’esito della votazione: presenti e votanti 37; hanno risposto sì 12; hanno risposto no 23; astenuti 2. Pertanto, dichiara respinto l’emendamento a firma del consigliere Naccari Carlizzi e comunica il ritiro da parte delle proponenti dell’emendamento protocollo numero 26563.
Richiama l’attenzione sulle sedute di Commissione e sulla effettiva presenza alle seduta dei componenti dell’opposizione.
Precisa che in Commissione il gruppo dell’opposizione non aveva votato la proposta quando ne aveva l’opportunità.
Pone ai voti gli articoli 2,3 e 4 che vengono approvati così come il provvedimento nel suo complesso che è approvato, come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
Chiede la definizione dei provvedimenti già inseriti all’ordine del giorno.
Convoca i capigruppo al banco della Presidenza.
(I capogruppo si portano al banco della Presidenza)
Ripresi i lavori informa che si è deciso di procedere all’esame di tre importanti punti relativi alle determinazioni della Corte dei Conti.
Chiede di capire come si intenda procedere.
Riferisce che si è deciso di esaminare nella seduta odierna le determinazioni della Corte dei Conti, il QTRP e un provvedimento inerente le strutture sanitarie, rinviando gli altri provvedimenti alla seduta già prevista per giorno 11 giugno.
Concorda sul fatto che si debbano discutere i due punti collegati al settore urbanistica, in considerazione del fatto che risultano bloccati finanziamenti ingenti, e i provvedimenti della sanità e dei lavori pubblici, oltre le determinazioni della Corte dei Conti, osservando che i provvedimenti avente carattere squisitamente normativo possono essere rinviati all’assestamento di bilancio.
Chiede che siano estrapolate dai provvedimenti le proroghe di Calabria.i&t, della forestazione e quelle che investono altri dipendenti senza le quali non si ha la possibilità di prorogare i progetti.
Chiesto di inserire all’ordine del giorno il progetto di legge relativo alle Comunità montane, tenendo conto del fatto che il 30 giugno scade la fase di liquidazione e si rende necessaria una proroga, anche per trasferire beni e personale a Calabria Verde.
Favorevole agli inserimenti elencati, aggiunge che essendo alla fine della legislatura, oltre questi provvedimenti, dovrebbero essere esaminati altri approvati all’unanimità dalle Commissioni ad invarianza finanziaria.
Apprezza il senso di responsabilità della maggioranza nel richiedere l’approvazione di alcuni provvedimenti di natura regolamentare: QTRP, poteri sostitutivi legge sul demanio e sul decoro urbano e proroga Prc, strategici per il governo del territorio.
Considera impossibile l’inserimento indiscriminato di una pluralità di provvedimenti e condivide la scelta di inserirne alcuni che vanno nell’interesse lavoratori e le determinazioni della Corte dei Conti, dichiarandosi per gli altri indisponibile ad alcuna discussione.
Preso atto che non vi è il numero legale che consenta di procedere all’approvazione di alcun provvedimento, comunica che verrà valutato l’inserimento nella seduta di giorno 11 giugno.
Cosciente che quella di stasera è l’ultima seduta e che la prossima sarà monotematica, dedicata all’assestamento di bilancio, chiede se i provvedimenti collegati al bilancio possano essere inseriti in un provvedimento omnibus che raccolga tutte i provvedimenti e le proroghe oggetto di valutazione.
Assicurato che la prossima settimana saranno approfondite le richieste, dispone che si passi all’ultimo punto all’ordine del giorno.
Dà lettura dell’articolo 60,
comma 1, del Regolamento interno del
Consiglio regionale precisando che le dimissioni del presidente Scopelliti sono
pervenute agli Uffici del Consiglio regionale in data 30 aprile 2014.
Ricordato che in Conferenza dei capigruppo si era convenuto sulla possibilità di inserire all’ordine del giorno della seduta odierna tutti i provvedimenti licenziati dalle Commissioni consiliari competenti, di fatto non trattati, chiede se tali provvedimenti potranno essere discussi nella seduta del Consiglio regionale già convocata per l’11 giugno 2014 con all’ordine del giorno l’assestamento di bilancio.
Ritenute le dimissioni del presidente Scopelliti un gesto importante per
far recuperare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, atteso che tale
situazione non si era mai verificata in quarant’anni di regionalismo, avrebbe
auspicato una maggiore attenzione da parte dei consiglieri di minoranza,
attraverso un dibattito a chiusura di quattro anni di consiliatura in un
momento particolarmente difficile.
Preso atto con rammarico dell’assenza delle forze di opposizione in
Aula, auspica che la cittadinanza possa comprendere gli sforzi compiuti
dall’Esecutivo regionale.
Rivolto un saluto ai consiglieri regionali, condivide le considerazioni
del consigliere Chiappetta esprimendo rammarico per quanto la classe dirigente
avrebbe potuto fare e non ha fatto per dare speranza ai cittadini calabresi.
Ritenuta conclusa la consiliatura, invita a riflettere sull’opportunità
di procedere all’esame e all’approvazione dei provvedimenti licenziati dalle
Commissioni consiliari competenti, fatta eccezione per quelli indifferibili.
Ricordati i provvedimenti importanti approvati nel corso della seduta odierna, ritiene che non possano essere cancellati quattro anni di attività di governo della Regione sottolineando che tale percorso è stato interrotto a causa di motivi esterni alla politica.
Ritenuto che le forze politiche di maggioranza ed opposizione debbano essere compatte su questioni importanti, esprime plauso per l’attività di Governo svolta dal presidente Scopelliti con assunzione di responsabilità, coadiuvato da una maggioranza coesa nelle scelte di Governo.
Ritenuto che la Regione debba essere governata dalla “politica” senza ingerenze esterne, si appella affinché si dia dignità alle Istituzioni.
Condivise le considerazioni espresse dall’assessore Salerno, ricorda le scelte difficili e radicali, purtroppo, a suo avviso, poco conosciute, compiute in questi anni di Governo a fianco del presidente Scopelliti anche con posizioni differenti.
Evidenziato il clima di antipolitica oggi esistente e ricordato di non aver seguito il presidente Scopelliti nel suo percorso politico, non condivide che il percorso di un Presidente che ha ottenuto un ampio suffragio sia in tal modo interrotto.
Precisato che le dimissioni del presidente Scopelliti non costituiscono una conseguenza della legge Severino ma piuttosto un atto volontario, ritiene che con esse si concluda definitivamente una esperienza politica.
Ritiene doveroso intervenire alla fine di una legislatura che a suo
parere ha avuto molte luci e poche ombre. Evidenzia la compattezza della
maggioranza durante il corso dell’intera legislatura che, a suo avviso, ha
contribuito ad una gestione serena della Regione. Ritiene, inoltre, doveroso
ricordare che l’attuale legislatura si è contraddistinta sia per l’approvazione
di numerosi tagli ai costi della politica, affrontando una crisi economica
senza precedenti, sia per aver avviato numerose riforme delle quali “godrà”, a
suo giudizio, chi si troverà a gestire la Regione nella prossima legislatura. Pur
ammettendo l’esistenza di errori, tuttavia giudica positivamente l’azione di
governo regionale nel suo complesso,
anche per merito dell’apporto e del supporto dell’intera maggioranza che, a suo
dire, anche nella seduta odierna si è contraddistinta per serietà e compattezza
dell’Aula. Dichiarato inoltre che, a suo parere, in materia di contenimento
delle spese e dei costi della politica la Regione Calabria può essere presa da
esempio anche presso altre realtà regionali, ritiene che l’attuale legislatura
possa concludersi con l’animo sereno di chi sa di aver fatto del proprio meglio
per la Calabria.
Così come previsto dal Regolamento interno, congeda definitivamente i
consiglieri regionali ed aggiorna la seduta a giorno 11 giungo alle ore 10 per
l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Indi toglie la seduta.
La seduta termina alle 22,13
Il funzionario responsabile
Giada Katia Helen Romeo