IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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72.
SEDUTA DI VENERDI’ 06 SETTEMBRE 2013
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO
Inizio lavori h. 14,51
Fine lavori h. 17,50
INDICE
Sulla chiusura del Tribunale di Rossano
SCOPELLITI Giuseppe, Presidente della Giunta regionale
GRILLO Alfonsino (Scopelliti
Presidente)
GUAGLIARDI Damiano (Federazione
della Sinistra)
Dà avvio ai lavori invitando il segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Pone ai voti il verbale che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Riferito, come, peraltro, riportato anche dagli organi di stampa, che
il prossimo 12 settembre, su iniziativa di alcuni consiglieri regionali, si
terrà un incontro presso il Ministero della Funzione Pubblica finalizzato a
verificare la sussistenza delle condizioni tecnico - giuridiche di
procedibilità della legge regionale numero 12 del 29 marzo 2013 inerente la
stabilizzazione del personale precario del settore sanitario, già impugnata dal
Governo nazionale per motivi di costituzionalità, comunica la predisposizione
da parte dei capigruppo di maggioranza di una mozione volta a rafforzare l’azione del governo regionale nel rappresentare
al Ministro le ragioni giuridiche e le motivazioni sottese alla citata legge
regionale e provare ad ottenere la revoca dell’impugnazione della legge.
Registrata, inoltre, la condivisione unanime espressa in tal senso nella
odierna seduta della Conferenza dei capigruppo, chiede una inversione
dell’ordine del giorno al fine di dare priorità alla trattazione della proposta
di provvedimento amministrativo
numero 240/9^ d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Ammissibilità
proposta di referendum abrogativo articoli 4, comma 1 e 6 della legge regionale
7 ottobre 2011, n. 38 (Modifica della legge regionale 14 febbraio 1996, n.
Pone ai voti l’inserimento all’ordine dei lavori della mozione che è
inserita.
Precisato di non aver predisposto sull’argomento oggetto del suo
intervento né un ordine del giorno né una mozione, atti che, purtroppo, rileva molto
spesso restano inattuati, riferisce che il decreto
ministeriale approvato ieri dal ministro Cancellieri, che a suo avviso,
costituisce un “orrore”, cancella sic et simpliciter
150 anni di storia del Tribunale di Rossano, determinando, a suo dire, la sconfitta
della politica, delle Istituzioni e di tutte le parti politiche.
Ricordate le rassicurazioni rivolte in precedenza dal Ministro
Cancellieri a tutti i soggetti istituzionali calabresi, ritiene che il provvedimento
adottato rappresenti l’ennesima mortificazione per
Ritenendo necessaria una reazione forte da parte della massima Istituzione
regionale, anche al fine di evitare l’allontanamento dei cittadini da una
politica che, a suo avviso, non è in grado di fornire risposte adeguate alle
esigenze del territorio e che si limita a piegarsi al volere del Ministro -
volere espresso in un provvedimento del quale non comprende le ragioni - invita
il presidente Scopelliti a mettersi a capo della protesta della città di
Rossano restituendo ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni e nella politica.
Ricordata la seduta aperta del Consiglio regionale dedicata alla
soppressione dei Tribunali calabresi, invita il consigliere Caputo alla
predisposizione di un documento da inserire all’ordine del giorno della
prossima seduta del Consiglio regionale.
Ritenuta opportuna la formalizzazione di un documento che consenta
all’Aula di pronunciarsi in merito, reputa che il decreto ministeriale
approvato ieri non risponda alle aspettative né della popolazione né delle Istituzioni
calabresi, giudicando errato, tuttavia, limitarsi esclusivamente ad assecondare
posizioni esasperate e disperate che, a suo avviso, non consentono il
raggiungimento dei risultati sperati.
Pur consapevole della necessità di opporsi con forza alle disposizioni
contenute nel decreto e precisato che il Tribunale di Rossano possiede, sulla
base delle riforma approvata, i requisiti necessari al suo mantenimento in
funzione, ritiene che il problema avrebbe dovuto essere affrontato all’origine
della riforma quando sarebbe, a suo dire, risultato più facile evitare la
soppressione.
Nell’esprimere la massima insoddisfazione per il decreto approvato, ritiene,
tuttavia, che esso contenga una disposizione, quella relativa alla possibilità
di smaltimento del contenzioso pregresso non soltanto in materia civile ma anche
penale e del lavoro, che riconosce al Tribunale di Rossano una specificità, a
suo avviso, da porre alla base di misure finalizzate ad ottenere un tavolo di
lavoro con il Ministro per discutere nel merito di tale specificità e provare
ad ottenere una modifica del provvedimento.
Ritenuto necessario restituire fiducia a tutti i cittadini calabresi non
limitandosi esclusivamente ad esprimere rabbia per il provvedimento adottato,
ribadisce la necessità di fissare un incontro tra una delegazione del Consiglio
regionale e il ministro Cancellieri, sottolineando la specificità riconosciuta
dal decreto al Tribunale di Rossano e auspicando l’adozione di misure
correttive.
Rammentato l’iter che ha
condotto alla adozione del decreto ministeriale relativo al Tribunale di
Rossano, ricorda che
Giudicata errata anche la chiusura di un solo tribunale nel territorio
calabrese per non dare il messaggio dell’arretramento dello Stato, a suo avviso,
connesso alla chiusura di un presidio di giustizia, pur ritenendo il
provvedimento adottato non condivisibile e da contrastare, reputa che esso
riconosca al Tribunale di Rossano una sua specificità e concorda con il
consigliere Adamo sulla necessità di far comprendere al Governo nazionale le
specificità del territorio calabrese, restituendo a Rossano la dignità che gli
è stata tolta, gestendo opportunamente la giusta indignazione del territorio.
Ricordato l’iter che portò all’approvazione del decreto di soppressione del Tribunale di Rossano a suo avviso interamente addebitabile al precedente Governo tecnico, evidenzia la rivisitazione del provvedimento da parte dell’attuale Governo, riferendo di aver più volte avuto contatti sia con il Ministro della Giustizia sia con i soggetti interessati dalla soppressione del Tribunale medesimo. A tal proposito ricorda, inoltre, come tra le soluzioni ipotizzate, tra cui il riconoscimento di sede distaccata, la migliore fosse rappresentata dal mantenimento del presidio e riferisce, quindi, di aver sentito telefonicamente nella giornata di ieri il sottosegretario alla giustizia da cui ha appreso in un primo momento che l’orientamento fosse quello di mantenere l’attività del Tribunale per due anni esclusivamente in materia civile (ipotesi, questa, non accolta positivamente dai diversi soggetti coinvolti) ed in un secondo momento la conferma del mantenimento delle funzioni anche in materia penale per i prossimi due anni.
Pur non dichiarandosi totalmente soddisfatto del risultato raggiunto, sottolinea come vi sarebbe stata una sconfitta palese da parte del territorio nel caso in cui il Tribunale fosse stato totalmente estromesso, invitando ad una analisi attenta e lucida del dato, in particolare dell’opportunità offerta dai due anni di attività ulteriormente concessi al Tribunale di Rossano che consentiranno, a suo avviso, di compiere tutte le attività, in collaborazione con le rappresentanze parlamentari, per ottenere lo stralcio definitivo di una sua eventuale chiusura.
Sottolinea, altresì, che a breve chiederà un incontro al ministro Cancellieri alla presenza del sindaco di Rossano e del Vescovo per far comprendere al Ministro la necessità di non sopprimere il Tribunale di Rossano.
Invita, quindi, tutti i consiglieri a non cedere alla tentazione di ricercare esclusivamente responsabilità ma di collaborare per ricercare le soluzioni idonee e concrete, ognuno per quanto di propria competenza, attesa la dimostrata apertura del ministro Cancellieri nei confronti della Regione Calabria.
Giudicato quello raggiunto un risultato concreto che consentirà di
poter lavorare nei prossimi mesi per scongiurare definitivamente la
soppressione del Tribunale di Rossano, auspica che i capigruppo regionali dei
due maggiori partiti che formano il Governo ed il Presidente del Consiglio
regionale contattino i loro referenti nazionali per rappresentare loro le
esigenze della Calabria ed in particolare del Tribunale di Rossano.
Assicura che invierà a nome di tutto il Consiglio regionale una lettera
per promuovere in tal senso un incontro con il Governo.
Chiede l’inserimento all’ordine
dei lavori di due mozioni, una riguardante i 120 lavoratori impegnati presso
gli uffici giudiziari di Catanzaro e Reggio Calabria nell’ambito della
Convenzione Patto Calabria Sicura che non possono completare i progetti
avviati, l’altra riguardante il Piano europeo dei trasporti, in discussione
avanzata presso gli organismi europei, che al momento vede
Pone ai voti l’inserimento delle due mozioni che sono inserite.
Chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno relativo ai ritardi nella chiusura dei lavori dello svincolo per Paola sulla strada statale 18.
Pone ai voti la richiesta di inserimento che è approvata.
Chiede l’inserimento all’ordine dei lavori di due ordini del giorno,
uno in merito alla situazione dei lavoratori LSU LPU e dei sorveglianti
idraulici e l’altro riguardante l’affidamento del servizio di integrazione e
supporto al servizio di “Urgenza ed emergenza SUEM
Pone ai voti l’inserimento all’ordine dei lavori dei due ordini del
giorno che sono inseriti.
Riferisce che
Riferito che in data 18 giugno è stata presentata richiesta di referendum
abrogativo agli articoli 4, comma1, e 6 della legge regionale numero 38 del
Tutto ciò premesso, atteso che l’Ufficio di Presidenza non ha raggiunto
nel merito della questione l’unanimità, invita il Consiglio regionale ad
effettuare le valutazioni di sua competenza.
Ricorda, quindi, tutte le riduzioni sino ad oggi approvate dal
Consiglio regionale nel corso dell’attuale legislatura, dall’abolizione dei
sottosegretari, alla riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori,
all’abolizione del vitalizio e del trattamento di fine mandato nonché
l’eliminazione delle spese di rimborso con riduzione del numero dei componenti
delle strutture speciali e delle Commissioni consiliari, evidenziando come i
dati offerti siano concreti e siano stati approvati in largo anticipo rispetto
alle imposizioni derivanti dalla spending review.
Ritenuto che nell’introduzione del Presidente risiedano elementi utili
e necessari a formare un’opinione che sia notevolmente diffusa, giudica
positivamente l’elencazione dettagliata delle iniziative e delle misure adottate
dal Consiglio regionale della Calabria in materia di riduzione della spesa che,
però, a suo avviso, non hanno avuto il giusto
riconoscimento e l’adeguato risalto. Osservato, poi, come vi sia
“un’ondata antipolitica” forte, capace di sminuire ogni iniziativa, anche la
più meritoria, e di raffigurare nella politica stessa il
soggetto a cui addebitare tutte le inerzie, le inadeguatezze, le degenerazioni
morali di un intero Paese, ritiene che l’Aula debba tutelare la dignità delle Istituzioni.
Giudica, infatti, inammissibile la richiesta di referendum, ritenendola
assolutamente demagogica e, nel caso in cui dovesse essere accettata, elemento
insignificante ma in grado di suggestionare l’opinione pubblica.
Sottolineato che la casta è un’organizzazione che difende i suoi
organismi, ritiene quindi che non si possa considerare tale il Consiglio
regionale, composto da persone che cercano di rappresentare
Ritiene che la proposta di legge dovrebbe essere accolta e, ricordate
le sue origini politiche socialiste, si dichiara convinto che i cittadini siano
i detentori della democrazia e, atteso che l’istituto del referendum è previsto
da sempre, asserisce di essere fortemente convinto della correttezza
dell’iniziativa. Fa presente, inoltre, di aver sempre condiviso, negli anni, la
posizione della sua maggioranza, nonostante alcune divergenze, ad esempio riguardo
la norma che avrebbe oscurato la pubblicazione sul Burc
e l’incompatibilità tra la carica di Sindaco e di consigliere regionale. Sottolineando,
ancora, che l’allontanamento dei cittadini dalle Istituzioni e dalla politica è
stato probabilmente causato dall’assenza di fiducia nella classe dirigente,
giudicata appartenente ad una casta, ribadisce di credere fortemente
nell’istituto del referendum e si dichiara favorevole all’ammissibilità del
referendum abrogativo.
Censurato l’atteggiamento dell’Ufficio di Presidenza che, a suo dire,
avrebbe dovuto trovare la giusta soluzione utilizzando, se necessario, luminari
in materia, stigmatizza la decisione di “scaricare” sull’intera Assise una
questione talmente delicata, trasformandola in discussione di natura politica. Ritenendo
necessario interrogarsi sulla correttezza della scelta referendaria, si dichiara
contrario alla posizione assunta dal consigliere De Masi, suo capogruppo.
Indi, sottolineato come la figura del politico non goda di buona luce e
siano diffusi preconcetti, in parte acuiti e favoriti dalle note vicende
giudiziarie, evidenzia come il vitalizio sia un diritto acquisito e come, nel
caso in cui dovesse essere accolta la richiesta di referendum, sorgerebbe la problematica
della retroattività; altresì, nel caso in cui si dovesse bocciare la richiesta
referendaria, a suo avviso, l’opinione pubblica potrebbe crearsi il
convincimento che i consiglieri abbiano tutelato esclusivamente i loro
interessi. Per tali ragioni si dichiara favorevole all’ammissibilità del
referendum abrogativo che ritiene debba essere affrontato dal Consiglio
regionale “senza complessi di inferiorità”
Ritenuta la discussione coinvolgente poiché si tratta di una scelta combattuta a causa di una serie di situazioni, evidenzia come, in generale, dopo la riforma del titolo V della Costituzione non esista un organismo neutro che decida al riguardo e sia lo stesso Consiglio regionale a doversi pronunciare dopo essersi già espresso in tal senso nel 2010 con una modifica della legge in discussione; sottolinea, altresì, come, di converso, il sistema bipolare abbia bisogno dell’istituto referendario per combattere alcuni errori che, a suo avviso, la politica non riesce ad affrontare.
Comunica di votare favorevolmente alla proposta non perché ne condivide la ratio ma perché rispetta e condivide l’utilizzo dell’istituto del referendum come l’unico strumento di democrazia a disposizione dei cittadini.
Ricordato all’Aula che il tema della discussione odierna non è lo spirito o la bontà della proposta referendaria ma la sua ammissibilità da un punto di vista tecnico legislativo, sottolinea come la proposta da questo punto di vista sia carente in quanto mirerebbe a non far raggiungere ai consiglieri i quattro anni sei mesi e un giorno richiesti per aver diritto al vitalizio, quando, di contro, la legge regionale prevede che i consiglieri che abbiano versato i contributi per almeno ventiquattro mesi abbiano facoltà di continuare il versamento contributivo, così detto contributo volontario, fino alla maturazione del diritto al vitalizio; evidenzia, quindi, che qualora si riuscisse a svolgere il referendum nulla impedirebbe ai consiglieri di versare i contributi rimanenti ed avere diritto al vitalizio. Giudicata, infine, animata da pura demagogia la proposta referendaria, sottolinea gli elelvati oneri cui il Consiglio regionale andrebbe incontro per dare attuazione al referendum.
Affermato come non sia in discussione la validità dell’istituto referendario quale strumento di democrazia, sottolinea l’inutilità di discutere di determinate tematiche in sede di Conferenza dei capigruppo se poi, in Aula, si utilizza il voto di coscienza o personale. Dichiara, quindi, il suo voto contrario alla proposta in discussione, atteso che la restituzione delle somme già versate dai consiglieri e trattenute mensilmente dal Consiglio regionale rappresenterebbero per quest’ultimo un rilevante aggravio che, a suo avviso, minerebbe la tenuta dell’intero bilancio regionale.
Premesso di avere seguito attentamente il
dibattito, essendo l’argomento molto impegnativo, ritiene che quanto sviluppato
abbia messo in rilievo, al di là delle posizioni e delle argomentazioni
differenti, un approccio, a suo dire, responsabile.
Considerato anche il momento difficile e
particolare in cui la classe dirigente si trova a dover rappresentare il
cittadino nella sua qualità di elettore, ritiene importante conseguire
risultati concreti nei confronti dei cittadini stessi, nel rispetto della loro
volontà democratica.
Evidenziando la collaborazione fattiva del
gruppo del Partito democratico, rileva come il Consiglio regionale della
Calabria si sia distinto tra gli altri Consigli regionali d’Italia per il
percorso virtuoso intrapreso e tutt’ora proseguito nel taglio dei costi della
politica e nel taglio del numero dei consiglieri.
Pur rispettando il movimento del referendum,
considera, dunque, anche per valutazioni di tipo tecnico-economico, di non
essere particolarmente convinto nella scelta intrapresa, parlando, tra l’altro,
anche a nome del suo gruppo di appartenenza.
Considerando, pertanto, che lo strumento
della democrazia partecipata e del dialogo debba essere avviato e coltivato nel
tempo tra eletti ed elettori, tra legislatori e cittadini, nel rispetto dei
valori e dei principi democratici, auspica che la politica possa tornare a
svolgere la sua funzione di controllo, indirizzo e programmazione.
Coinvolto dal dibattito che si è sviluppato in Aula e dalle
considerazioni degli altri consiglieri, riferisce che nei giorni passati vi è
stata grande attesa sull’argomento in discussione ed evidenzia, anche a
beneficio degli organi di informazione e del pubblico presente in Aula, come
non vi sia stata una carenza di istruttoria da parte dell’ufficio di
Presidenza; pertanto, invita a non discutere sulla necessità o opportunità
della “istituzione del referendum”, atteso che un simile argomento non è
previsto all’ordine del giorno, ma, piuttosto, sulla sua ammissibilità.
Ritenuto che non sia questo il momento storico giusto per alimentare
strategie sulla base di demagogia, di populismo o considerazioni sbagliate che
non lascerebbero tracce, evidenzia, invece, attenendosi a quanto previsto, che
si sarebbe dovuto parlare di democrazia, di un diritto esercitato liberamente
dai cittadini, sancito legislativamente.
A tal riguardo, legge testualmente il titolo del provvedimento che
recita: “…ammissibilità
proposta di referendum abrogativo…”,
evidenziando, pertanto, che l’Aula si dovrebbe limitare a dichiarare se la
proposta di referendum abrogativo sia ammissibile o meno.
Elogiando quanto realizzato dalla maggioranza nel corso dell’attuale
legislatura, ritiene che il Consiglio regionale della Calabria possa essere
considerato come un vero innovatore. Espresso, pertanto, un voto di assoluta
condivisione, anche a nome del partito politico, per il percorso seguito,
annuncia che voterà contro l’ammissibilità del referendum proposto.
Favorevole all’accoglimento della proposta di
provvedimento, considera opportuno prediligere il confronto con i cittadini
calabresi, anche per ragioni di trasparenza e di efficacia degli atti posti in
essere.
Pertanto, pur rinvenendo una matrice demagogica, invita a non fornire alcun tipo di alibi affinchè nei prossimi 16 mesi si possa lavorare attivamente.
Pone ai voti il provvedimento che dichiara la non ammissibilità della
proposta di referendum abrogativo che è approvato a maggioranza con il voto
contrario dei consiglieri Giordano, Guagliardi,
Talarico Domenico e Magarò.
Esprimendo soddisfazione per il provvedimento finalmente giunto in
Aula, lo illustra precisando la sua utilità per l’incremento della conoscenza e
la prevenzione di malattie quali quelle cardiovascolari nonché per l’obesità,
definendo la dieta mediterranea “patrimonio di tutta la Regione Calabria” e non
solo. Riferito, infatti, che il progetto è partito dalla città di Nicotera, attraverso un confronto di soggetti campione,
evidenzia come sia stata riscontrata l’utilità della dieta mediterranea che, a
suo avviso, va certamente diffusa attraverso uno strumento legislativo che miri
a superare i confini regionali per proporsi all’attenzione delle altre
regioni e anche a livello
internazionale.
Pertanto auspica l’approvazione all’unanimità del provvedimento.
Precisato che il provvedimento consta di 4 articoli e comunicata la
decadenza dei due emendamenti presentati all’articolo 1, dal consigliere Vilasi e all’articolo 3, dal consigliere Imbalzano, pone ai voti gli articoli 1 (Finalità), 2 (Obiettivi), 3 (Fondazione Dieta Mediterranea) e 4 (Norma finanziaria) che sono approvati, indi la proposta di
legge nel suo complesso che è approvata.
Pone ai voti la mozione che é approvata.
Propone un coordinamento formale.
Pone ai voti la mozione che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
Pone ai voti la mozione che è approvata.
Chiede chiarimenti in merito alla mancata applicazione di un ordine del giorno approvato da diverso tempo nonché l’attuazione degli atti dovuti e dopo aver illustrato l’ordine del giorno, invita il Presidente della Giunta a convocare il presidente dell’ANAS, Ciucci, affinché solleciti la chiusura dei lavori dello svincolo per Paola.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato, indi toglie la seduta.
Il funzionario responsabile
Giada Katia Helen Romeo