IX^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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19.
SEDUTA DI LUNEDI’
20 GIUGNO 2011
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Inizio lavori
h.12,54
Fine lavori
h. 17,31
INDICE
NUCERA Giovanni, Segretario
Questore
PARENTE Claudio (Scopelliti
Presidente)
TREMATERRA Michele, assessore all’agricoltura
ed alla forestazione
NUCERA Giovanni, Segretario
Questore
IMBALZANO Candeloro (Scopelliti
Presidente)
LOIERO Agazio (Autonomia e
diritti)
MIRABELLI Francesco Antonio (Gruppo
misto)
RAPPOCCIO Antonio (Insieme per
la Calabria – Scopelliti Presidente)
SCOPELLITI Giuseppe, Presidente
della Giunta regionale
Ordine del giorno sul porto di Gioia Tauro a firma dei
consiglieri Fedele, Bilardi, Dattolo e Serra
MANCINI Giacomo, assessore al
bilancio, programmazione e fondi europei,*
MIRABELLI Francesco Antonio (
Gruppo Misto)
TREMATERRA Michele, assessore
all’agricoltura
PARENTE Claudio (Scopelliti
Presidente)
Presidenza del Presidente Francesco
Talarico
La seduta inizia alle 12,54
Avviati i lavori dà la parola al consigliere segretario per la lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale.
Pone in votazione il verbale che viene approvato senza osservazioni.
Legge le comunicazioni indi sull’ordine dei lavori concede la parola all’assessore Trematerra.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno delle delibere di Giunta regionale numero 205 e 206 relative rispettivamente alla proroga del commissariamento di Afor ed Arssa e alla proroga dei termini della legge sugli usi civici.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno delle PPA n. 121/9 e 123/9 - Bilanci dell'Ardis di Catanzaro a causa di delle problematiche contingenti.
Chiede di inserire un ordine del giorno sul problema del regime di proroga delle concessioni demaniali marittime.
Pone in votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proroga del commissariamento di Arssa, Afor, la norma per la proroga dei termini per gli usi civici, i due bilanci delle Ardis, e l’ordine del giorno sulle concessioni demaniali marittime, che sono approvati. Dispone, poi, che si proceda con il primo punto all’ordine del giorno.
Dispone la votazione.
Fa la chiama.
Comunica che, presenti e votanti 46, hanno ottenuto voti: Vilasi 27, Scopelliti 1, Aiello 1, Principe 1, schede bianche 16. Proclama, quindi, eletto il consigliere Vilasi. Dispone, poi, che si passi al secondo punto all’ordine del giorno e convoca i capigruppo al banco della presidenza.
Informa che l’argomento è stato inserito all’ordine del giorno in preparazione di un incontro, che avrà luogo mercoledì a Roma, tra il Presidente Scopelliti ed i ministri competenti sulle problematiche del porto di Gioia Tauro, allo scopo di approvare un ordine del giorno condiviso che sostenga il Presidente.
Definisce opportuna l’iniziativa che, a suo avviso, interessa non solo il porto, ma l’economia della intera regione in un momento difficile di crisi. Legge, quindi, l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza indicante quelli che si ritengono essere i punti principali per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro, specificando che lo stesso può essere sottoposto a modifiche ed integrazioni nella speranza di giungere alla approvazione unanime di un documento che dia forza al Presidente ed al Vicepresidente per l’incontro a Roma.
Affermato che anche il gruppo del PD ha presentato un proprio documento volto a dare un contributo al rilancio del porto di Gioia Tauro che rappresenta per la Regione una eccellenza e una concreta base di partenza per sperare in uno sviluppo della stessa, sottolinea come l’impostazione politica di grande responsabilità della minoranza sia stata già rilevata nella precedente seduta sul porto di Gioia Tauro, nella quale si arrivò all’approvazione di un documento unitario.
Reputato opportuno che il Presidente della Giunta intervenga per accelerare l’attuazione dell’Accordo di Programma Quadro (APQ), sottolinea come sia indispensabile capire quali sono le intenzioni del Governo centrale sul porto di Gioia Tauro e quindi qual’ è il ruolo dello stesso all’interno del sistema portuale italiano.
E’ indispensabile, a suo avviso, riattivare il tavolo di discussione che il Governo Prodi aveva aperto riguardo alle possibilità di sviluppo del porto di Gioia Tauro con un impegno del Governo a trattare con le grandi compagnie, che reputano poco appetibile Gioia Tauro a causa della scarsa competitività del costo di lavoro italiano rispetto a quello degli altri porti del Mediterraneo e il Governo centrale per ovviare a questo deve trattare con la Commissione europea perché consenta un pacchetto di agevolazioni che abbassino i costi presenti in Italia.
Ribadisce, inoltre, la necessità di accelerare l’attuazione dell’APQ e di investire di più nella ricerca, perché, per attrarre le imprese, bisogna investire nella ricerca..
Sottolineato, poi, come sia importante che la Regione esprima leader a livello nazionale altrimenti la Calabria sarà un regione abbandonata, afferma che l’ordine del giorno deve prevedere il ripristino del tavolo permanente per il porto di Gioia Tauro, il potenziamento delle infrastrutture e il miglioramento del rapporto con Rete Ferrovie Italiane.
Conclude affermando che il Consiglio deve essere unito nell’approvazione di un unico ordine del giorno volto a sostenere il Presidente Scopelliti nell’incontro di mercoledì 22 a Roma perché il porto di Gioia Tauro deve essere considerato punto di arrivo per le merci di tutta l’Europa.
Ricordato che sono passati 5 mesi da quando il Consiglio aveva acceso i riflettori su quelle che erano le prospettive del porto di Gioia Tauro, sottolinea come il funzionamento dello stesso sia stato condizionato dalle scelte dei due soggetti che operavano in regime di monopolio: Maerks e Medcenter, anche se, a suo avviso, il problema riguardava tutto il sistema di transhipment italiano in quanto si dovevano reperire risorse per abbattere le tasse di ancoraggio, il costo del lavoro e le accise sul carburante, affermando, altresì, riguardo all’incontro di mercoledì a Roma, di essere preoccupato dalla presenza del Ministro Sacconi, in quanto indicativa di una visione molto grave, da parte del Governo centrale, riguardo alla problematica del porto di Gioia Tauro.
Reputa, poi, indispensabile la costituzione di una società per l’interporto al fine di dare un segnale importante riguardo a quella che è alla volontà della Regione. Aggiunto, ancora, che l’ASI ha una funzione “deleteria” nell’area del retro porto in quanto pretende il pagamento dei canoni in cambio di servizi che non riesce a fornire, sottolinea, inoltre, l’esistenza di un vincolo paesaggistico che risale al 1967 e che deve essere rimosso con urgenza al fine di permettere lo sviluppo dell’area portuale.
Riaffermata la necessità di affrontare il problema delle scelte monopolistiche poste in essere oggi dalla Medcenter, conclude sottolineando come la piana di Gioia sia ormai rasa al suolo dal punto di vista economico in quanto attanagliata da una crisi drammatica dell’agricoltura che lascerà migliaia di famiglie sul lastrico.
Premesso di non voler ripetere quanto già detto in Aula il 31 gennaio, sostiene che la problematica che riguarda il porto valica la piana di Gioia Tauro.
A suo avviso, comunque, oggi
occorre agire creando le condizioni affinché si superi il forte ritardo in cui
versa il porto. Affermata la necessità di uno sforzo unitario e di una azione
forte che
Ritiene necessario adottare un programma che permetta di essere competitivi e riaccendere una prospettiva di sviluppo per tutto il territorio della piana e non solo.
Concludendo, afferma che occorre creare le condizioni per rilanciare la dogana, lo scalo intermodale e una nuova politica per velocizzare gli interventi.
Presidenza del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Affermato di essere preoccupato per la sorte di 300 persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, giudica “obbligatorio” per la classe politica calabrese e nazionale adottare delle misure incisive per impedire la chiusura dei battenti del porto di Gioia Tauro. Continua ancora sottolineando che non si può accettare che il più grande porto del Mediterraneo sia costretto ad un ruolo di secondo piano, per cui, a suo avviso, servono misure immediate accompagnate da incentivi e benefici di natura fiscale, anche se tutto ciò non può e non deve prescindere da investimenti di natura logistica da attuare nel breve tempo.
Evidenziato che la questione sul porto è un punto di fondamentale importanza per la regione, ricorda che in passato il porto veniva considerato un punto di eccellenza su cui mirare in termini di sviluppo. Proprio per questo, di fronte alla crisi attuale occorre fare fronte comune, a prescindere da ragioni di appartenenza politica. Dopo aver affermato che molti nodi avrebbero dovuto essere risolti da tempo, sostiene che per affrontare la concorrenza oggi serve un rapporto più fermo e più decisivo con lo Stato centrale che sembra disinteressato alla risoluzione della problematica. Sono necessarie politiche, a suo avviso, di investimento che in questi anni non sono state attuate, ed occorre essere uniti per dare forza alla Giunta, ma è necessario programmare con chiarezza il da farsi e, concludendo, auspica che la questione sia presa nella giusta considerazione dal Governo nazionale.
Giudicato che il problema assillante di Gioia Tauro e dell’intera Calabria abbia portata nazionale ed internazionale, ritiene che lo stesso riproponga l’incapacità delle classi dirigenti della nostra Regione di avere peso e forza di inserirsi nei “giochi nazionali” della politica dei porti, portata avanti dal Presidente Berlusconi in maniera, a suo avviso, deficitaria. In tal senso, censura la mancanza da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri di alcun riferimento al porto di Gioia Tauro ed alla sua portata strategica, stigmatizzando il disinteressamento di quest’ultimo e del Ministro Tremonti.
In riferimento allo “sconvolgimento” causato dalla Maersk ed alla massiccia presenza della criminalità, registra un’asse del Nord, capitanato dalla Lega Nord, che mira a privilegiare Vado Ligure e Monfalcone, con partner come RFI e di contro un disinteresse totale per il Mezzogiorno, relegato a bacino di voti, contrariamente a quanto realizzato dal Governo Prodi che ha fattivamente, a suo dire, contribuito alla nascita e potenziamento del Porto.
A tal proposito, ricorda che nel 2006 alla coalizione di centro sinistra, che vinse le politiche nazionali, chiese la creazione, poi attivata, di un tavolo tecnico tra organismi nazionali e regionali, da cui si evinse il legame tra l’allora Presidente del Consiglio e Gioia Tauro.
Rivolge, quindi, l’invito all’intera Assise a contribuire al mantenimento del Porto di Gioia Tauro, attesa l’incapacità di condizionare la Maersk, ritenendo che né il governatore Scopelliti né la vicepresidente Stasi siano in grado, da soli, di realizzare effetti concreti per Gioia Tauro, censurando il disinteresse totale della politica nazionale, offuscata da spinte secessioniste. Indi, fermamente sostiene la necessità di chiedere una riapertura del tavolo nazionale già istituito nella scorsa legislatura, assicurando l’ausilio di Autonomia e diritti. In merito, poi, alla recente riunione del Comitato di sorveglianza, rammenta le dichiarazioni del Presidente Scopelliti e dell’assessore Mancini sullo stato di attuazione del Por, nella quali ravvisa incongruenze rispetto allo stato dell’arte. Ribadisce, quindi, come sia necessario coinvolgere le opposizioni in qualunque azione si intenda intraprendere nell’interesse di Gioia Tauro.
Evidenziato che Gioia Tauro rappresenta il 50 percento del PIL delle aziende private in Calabria, ricorda le dichiarazioni della Vice Presidente Stasi in occasione della seduta di Consiglio regionale del 31 gennaio 2011, nella quale egli stesso aveva chiesto si stimolasse “una mobilitazione Calabria”, scevra da appartenenze partitiche e politiche. In riferimento, poi, alla decisione della Maersk di lasciare il porto di Gioia Tauro, ritiene vadano individuate le reali ragioni di questo abbandono, stante che la stessa ha realizzato investimenti in altri porti nazionali che rappresentano di fatto interessi diretti di noti rappresentanti politici nazionali.
Evidenziati dubbi circa le recenti dichiarazioni di soggetti appartenenti al Governo nazionale che si discostano dagli interessi della Calabria e del Porto di Gioia Tauro, chiede quali siano le responsabilità del Governo nazionale sugli investimenti concreti effettuati nei porti di Genova e Trieste, sottolineando come sia prioritario eliminare le problematiche e criticità già sollevate da RFI. Chiede, quindi, di sapere se risponda al vero sia che alcune ditte, visionando il Porto, abbiano sollevato dubbi sulla logistica sia che le Apq non abbiano adeguata copertura finanziaria ed in tal senso senso chiede alla Vice Presidente Stasi che proceda ad una verifica precisa e puntuale.
A suo avviso, quindi, l’approvazione dell’ordine del giorno non può essere una soluzione da sola sufficiente a garantire un futuro roseo e concreto alle attività del Porto di Gioia Tauro, per il quale non si evincono reali volontà di investimento, a fronte anche dei contenziosi esistenti sul retro porto.
In merito, poi, al progetto sull’intermodalità chiede se lo stesso sia realizzabile in tempi brevi, e quali siano le condizioni di realizzazione dello stesso. Infine, auspicata la discussione di un preciso piano industriale nell’interesse dei lavoratori che ad oggi rischiano il licenziamento, ritiene indispensabile elaborare una proposta unica e condivisa che coinvolga anche le popolazioni calabresi, senza divisioni di sorta.
Giudicato che la risoluzione delle problematiche sul Porto di Gioia Tauro rappresenti uno snodo per la Calabria, condivide parte del documento presentato dal partito democratico, nel quale ravvisa molte similitudini con quello presentato dalla maggioranza. Indi, ritenendo fondamentale l’inizio della trattativa che avverrà nell’incontro di mercoledì prossimo, afferma essere indispensabile approvare un documento unico e condiviso, che consenta di far riappropriare il Sud dalle attenzioni non poste dal Governo nazionale, in particolare dalla Lega Nord. Ritiene, dunque, che il Presidente Scopelliti abbia la capacità e l’autorevolezza di interloquire e farsi appoggiare dal Governo nazionale, di far comprendere il ruolo centrale che il Porto di Gioia ha per l’intera regione, e soprattutto di far trasparire una politica regionale unitaria nell’interesse dei calabresi, in grado di operare scelte ampiamente condivise.
Ritenendo che l’occasione dell’odierna seduta del Consiglio regionale non debba essere perduta, non rappresentando un atto dovuto, ma piuttosto un momento straordinario ed eccezionale per l’assunzione solenne di una responsabilità collettiva, sottolinea la necessità che si pongano in essere azioni concrete per contrastare l’ormai sempre più evidente depauperamento dei flussi marittimi del porto di Gioia Tauro.
Pur consapevole che tali azioni non incontreranno consensi ed agevolazioni presso il Governo nazionale a causa della forte insensibilità politica generale dello Stato verso Gioia Tauro, ritiene necessario andare oltre il rivendicazionismo, adottando proposte concrete per superare quello che, a suo avviso, costituisce un limite allo sviluppo delle potenzialità del porto di Gioia Tauro ossia il monopolio della gestione delle banchine, con riferimento al quale desidera conoscere l’orientamento dell’Aula.
Ritenuto fondamentale conoscere le scelte strategiche del Governo Berlusconi nei confronti del porto di Gioia Tauro, che, a suo avviso, può e deve costituire la porta di accesso per lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno continentale, condividendo la proposta di abbattimento delle tasse di ancoraggio senza incorrere nelle sanzioni, concorda sulla necessità della ripresa del tavolo istituzionale
e propone l’istituzione di una apposita commissione permanente di monitoraggio, inchiesta, e proposta sul porto di Gioia Tauro per confrontarsi e tenere sempre alta l’attenzione su tale problematica, auspicando che la seduta di oggi non si limiti a produrre un documento soltanto rituale.
Auspicando che l’odierna seduta del Consiglio regionale non si limiti ad una discussione sterile finalizzata alla produzione di un documento da presentare all’incontro del 22 giugno, ritiene che il Presidente Scopelliti a Roma si troverà di fronte ad una serie di problematiche connesse all’attuale scenario di crisi nazionale e mondiale, che influiranno inevitabilmente sulle azioni da intraprendere per affrontare e risolvere la difficilissima situazione del Porto di Gioia Tauro.
Reputando necessario dimostrare che in Calabria si sviluppano iniziative con un approccio culturale metodologicamente diverso, evidenzia che, a suo avviso, non si pongono in essere azioni concrete per invertire la tendenza di disinteresse del Governo nazionale, ma si finisce, piuttosto, per assecondare la crisi in atto.
Ritenendo che si stia facendo la guardia ad un mondo che sta morendo e non esiste più, auspica che l’odierna seduta del Consiglio regionale produca non solo un documento unitario, ma uno sforzo che rappresenti l’avvio di una nuova fase da parte del Consiglio regionale, consapevole che per correggere i limiti e i ritardi del Sud ci vorrà del tempo, ma non ci vuole tempo per dimostrare la volontà di cambiamento di una regione.
Afferma, inoltre, che il mondo è cambiato e tutto ciò inevitabilmente influenzerà le politiche portuali, dovendo, purtroppo, ammettere che le grandi potenze europee stanno scavalcando l’Italia in molti settori.
Ritenendo che dal porto di Gioia Tauro debba partire lo sviluppo dell’intera regione, censura il comportamento del Governo Berlusconi, che nel corso degli anni precedenti ha concesso aiuti ai porti di Savona, Cagliari, Genova e concluso accordi con Malta, che hanno inevitabilmente indebolito le possibilità di sviluppo del porto di Gioia, sostenuto soltanto dal Governo Prodi.
Condividendo l’ordine del giorno del consigliere Principe, ritiene che le responsabilità della difficilissima situazione del porto non possano ovviamente ascriversi al Presidente Scopelliti, sul quale grava, tuttavia, l’obbligo di attivarsi per la costituzione di tavolo istituzionale, chiedendo un intervento serio del Governo nazionale che, attraverso una serie di interventi, quali ad esempio la fiscalità di vantaggio, consenta alle ditte internazionali di ritornare ad operare a Gioia Tauro.
Concordando sull’ istituzione di una dogana a Gioia Tauro per evitare il trasferimento fuori regione dei proventi da sdoganamento dei prodotti che potrebbero essere reinvestiti per Gioia Tauro, ritiene necessaria la realizzazione di opere infrastrutturali di competenza nazionale per collegare il porto con l’autostrada e la rete ferroviaria, e per trasformare i prodotti nell’area industriale intorno al porto, cosa mai avvenuta per l’assenza di un progetto serio.
Apprezzata l’opera svolta dalle organizzazioni sindacali al fine di scongiurare il licenziamento di centinaia di lavoratori, concorda sulla necessità che i sindaci di Gioia Tauro e San Ferdinando partecipino al tavolo istituzionale a Roma, come indicato nell’ordine del giorno proposto dal consigliere Principe che voterà, con l’auspicio che sia condiviso anche dalla maggioranza.
Premesso di aver ascoltato con interesse gli interventi che si sono
succeduti, ritiene, però, che le polemiche di partito non aiutino, considerato
che nessun governo ha ottenuto alcun risultato per il porto di Gioia Tauro dal 1995
al 2011.
Ricorda, quindi, che le Regioni possono attivare procedure per gli
investimenti sulla logistica e che è necessario mettere in campo azioni per
evitare che Gioia Tauro diventi campo per una sola impresa, la Medcenter
Container Terminal (MCT), che possa fare
gravare il momento di difficoltà sul personale dipendente.
Informa che si sta anche lavorando per mantenere il transhipment, sia pur precisando che non
può parlarsi solo di transhipment,
atteso che al tavolo di Roma si cercherà di indirizzare gli interessi, ma che, nel
settore, Gioia Tauro non è nelle condizioni di stabilire le regole del mercato e
le compagnie si determinano come ritengono più opportuno, per cui se Maersk decide
di andar via si deve cercare di investire su MSC.
Prosegue rilevando che, attesa l’impossibilità di condizionare gli
interessi delle aziende private e che i porti non comunitari possono offrire
dei benefit (costo del lavoro,
accise, ancoraggio) non possibili per i porti comunitari, afferma, che la “partita”
si gioca sulla capacità del porto di diventare polo della logistica, creando
capannoni che consentano alle grandi imprese investimenti di prospettiva che
avrebbero anche una grande ricaduta sul territorio.
Intrapreso il percorso della logistica, con l’utilizzo di risorse dell’Accordo
di Programma Quadro - importante strumento per fornire risposte -, ritiene allo
stato poco importante se il merito della sottoscrizione sia da ascrivere
all’attuale o alla precedente Giunta regionale, precisando che sono in fase di
realizzazione alcuni interventi con particolare riguardo al retro porto. Informa,
inoltre, che sono stati avviati incentivi alle imprese per capannoni logistica,
ma che l’Autorità portuale deve lavorare per garantire il gateway ferroviario.
Prosegue evidenziando che l’investimento nella logistica deve prevedere
il coinvolgimento dell’imprenditoria locale e che molto dipende da capacità di
attrazione degli imprenditori.
In merito, poi, al tavolo istituzionale di Roma, fatto notare con
rammarico che strategicamente non è prevista la partecipazione degli Enti
locali, comunica che verrà: ribadito il ritardo di RFI (Rete ferroviaria
italiana) sull’attuazione dell’APQ e l’importanza di superare il gommato; affermata
l’importanza di mettere in campo l’APQ rapidamente; sottolineata l’importanza
del coinvolgimento delle imprese con i capannoni di logistica; fatto il
tentativo con MSC ed altre imprese di portare ulteriori carichi; chiesta una
agevolazione sulle accise.
Comunica, inoltre che al tavolo di confronto
si cercherà di stimolare, anche con il ricorso all’utilizzo di fondi comunitari:
la fiscalità di vantaggio, la zona burocrazia zero, il credito d’imposta ,la
zona franca, maggiori servizi, il protocollo per la legalità, il ricablaggio
completo dell’area per ridurre i consumi energetici, la riduzione delle accise,
il trasporto ferroviario.
Da notizia, inoltre, che la strategia dei
grandi armatori dal 2015 prevede l’abbandono delle navi attuali e la
concentrazione in mega navi, cosa che potrebbe, in considerazione dei suoi
fondali, favorire il porto di Gioia Tauro e in considerazione di questo,
ribadisce l’importanza che il Governo sostenga la Regione con il progetto del retro
porto per proiettarsi in questi prossimi quattro anni.
Esorta, quindi, a non dividersi su queste
tematiche, in considerazione del fatto che non si possono condizionare le
strategie aziendali, ma si può cercare di incidere per avere una maggior
attrazione.
Conclude auspicando che la strategia sia condivisa
per porre in essere un documento unitario su questi temi importantissimi per il
futuro della nostra regione.
Comunicato che sono pervenuti alla presidenza due ordini del giorno, afferma che bisogna scegliere se approvare un ordine del giorno comune o porre ai voti i due ordini del giorno singolarmente.
Afferma che la minoranza vuole integrare l’ordine del giorno presentato con la richiesta di trovare una sede interministeriale che operi permanentemente sulla problematica del porto di Gioia Tauro. A suo avviso, il punto di maggior debolezza, anche dando credito a quanto affermato dal Presidente della Giunta sono le scelte politiche fatte dal Governo a monte e sottolinea, inoltre, come la Comunità europea non intenda prevedere pacchetti di agevolazioni fiscali e che sarà la forza del Governo italiano a dover avere la meglio su questa impostazione della comunità europea.
Conclude asserendo che i due provvedimenti possono essere votati separatamente in quanto si integrano tra loro e possono dare maggiore forza al Presidente della Giunta nell’incontro di mercoledì prossimo a Roma con il Governo centrale.
Pone in votazione l’ordine del giorno protocollo numero 30774 a firma del consigliere Fedele e altri che è approvato, indi pone in votazione l’ordine del giorno protocollo numero 30896 a firma del consigliere Principe e altri che è respinto.
Concede la parola all’assessore Mancini per relazionare sul punto all’ordine del giorno.
Afferma che il provvedimento all’esame dell’Assemblea è un provvedimento tecnico in quanto si inserisce in un quadro temporale in cui hanno operato sia la Giunta precedente che quella attuale. Evidenziato come il provvedimento sia stato definito delle strutture tecniche egregiamente guidate dal dirigente generale, dottor Manna, sottolinea come lo stesso viene approvato nei termini previsti dalla legge e cioè entro il 30 giugno, permettendo così, all’amministrazione regionale di operare per l’attuazione di politiche di indebitamento e di mutui indispensabili per la realizzazione di opere come la costruzione di nuovi ospedali. Riguardo alla bontà del percorso intrapreso nella gestione dei fondi comunitari, chiarendo che i dati citati dall’ingegnere Orlando, precedente direttore generale, in un intervista sono senza fondamento atteso che la Regione è in linea con quanto richiesto dalla Comunità Europea e dal Comitato di Sorveglianza, conclude affermando di essere soddisfatto del lavoro svolto, augurandosi che anche l’opposizione possa dare merito dello sforzo fatto.
Chiede che il Presidente dia esito del voto dei due ordini del giorno posti precedentemente in votazione, in quanto se entrambi inseriti all’ordine del giorno, fatta la votazione, entrambi dovrebbero essere approvati.
Chiede, inoltre, all’assessore Mancini di presenziare in Commissione per fare il punto sullo stato dei fondi comunitari.
Puntualizzato
che l’assessore deve essere convocato dal presidente della Commissione, afferma
che se il Presidente della quarta Commissione consiliare lo vorrà convocare non
avrà problemi a partecipare alla seduta e a rispondere a tutte le sollecitazioni
che verranno da parte della maggioranza e dell’opposizione.
Asserito che bisogna spiegare ai calabresi se ha ragione la commissario europea Hubner o l’attuale Giunta sulla qualità della gestione dei fondi comunitari, sottolinea come sia necessario fare chiarezza su questo punto investendo il Consiglio regionale del pericolo che si possono perdere circa 400 milioni di euro di fondi comunitari.
Afferma che la problematica inerente la gestione dei fondi comunitari meriti un approfondimento essendo una questione rispetto alla quale i calabresi hanno il diritto di essere messi al corrente.
Riguardo l’approvazione del conto consuntivo, dichiara il voto di astensione del gruppo del partito democratico atteso che erano state poste questioni di carattere politico in Commissione e che erano state sollevate alcune perplessità rispetto alla nota informativa sui derivati e sul conto del patrimonio perché ancora non si ha contezza del patrimonio regionale considerato che alcuni enti non hanno fornito informazioni chiare e sulla quantificazione dei residui attivi.
Sottolineato che il fatto che il consuntivo si chiuda con un grosso avanzo stride con l’esiguità delle risorse disponibili, invita, quindi, il dipartimento ad un controllo più sinergico.
Affermata l’importanza dell’argomento annuncia il voto di astensione dei gruppi di minoranza e sottolinea che sul documento finanziario il giudizio non può essere di merito, ma puramente formale. A suo avviso è importante evidenziare all’interno del documento intanto la questione del patrimonio, mancando la catalogazione dei beni e, precisato che la normativa prevede di utilizzarli al meglio, reputa necessario valutare attentamente quali dismettere e quali mantenere in vita.
In merito alla questione dei residui attivi e passivi, ritiene opportuno verificare quali sono reali e quali no dal momento che alcuni risalgono al 2005 e valutare, altresì, quali società compartecipate e quali enti strumentali mantenere o meno in vita.
Infine, afferma, che la sanità privata e convenzionata aspetta risposte poiché sono in condizioni di mera sussistenza, pertanto al di là del Tavolo Massicci c’è la necessità di pagare le spettanze a queste strutture.
Pone in votazione gli articoli 1
(Approvazione del rendiconto generale), 2 (Conto finanziario), 3 (Entrate di competenza), 4 (Spese
di competenza), 5 (Riepilogo entrate e spese di competenza), 6 (Residui attivi
dell'esercizio 2010 e precedenti), 7 (Residui passivi dell'esercizio 2010 e
precedenti), 8 (Residui attivi alla chiusura dell'esercizio 2010), 9 (Residui
passivi alla chiusura dell'esercizio 2010), 10 (Situazione di cassa), 11 (Risultati della
situazione finanziaria) e 12 (Conto patrimoniale) che vengono approvati indi
pone in votazione la legge nel suo complesso che viene approvata.
Riferito che la proroga iniziale prevista nell’articolato era di sei mesi, afferma che la proposta in discussione porta il termine ad un anno.
Pone in votazione l’articolo 1 per come emendato che viene approvato, l’articolo 2 e 3 che vengono approvati, indi pone in votazione la proposta di legge nel suo complesso che viene approvata. Passa al successivo punto all’ordine del giorno.
Pone in votazione gli articoli 1, 2 e 3 che vengono approvati, indi pone in votazione la proposta nel suo complesso che viene approvata..
Pur non opponendosi all’approvazione della proroga, chiede al governo regionale garanzie affinchè nel Collegato all’assestamento di bilancio non vengano inserite norme relative ad Arssa ed Afor, per le quali chiede venga seguito un regolare iter normativo.
Riferito che la proposta di legge sulla riforma degli enti strumentali, in corso di predisposizione, apporterà modifiche sostanziali, chiede che le opposizioni contribuiscano fattivamente all’approvazione di tali normative, assicurando che seguiranno il regolare iter normativo essendo tra l’altro settori importanti e strategici.
Pone ai voti gli articoli 1 e 2 e la legge nel suo complesso che sono approvati.
Chiede l’inserimento all’ordine del giorno della Proposta di provvedimento amministrativo inerente l’Arcea, approvata favorevolmente nell’ultima seduta della Commissione bilancio.
Pone ai voti l’inserimento che è approvato.
Si rifà alla relazione depositata agli atti.
Ricordate le attività poste in essere in Commissione, chiede di sapere perché enti come l’Ardis formalmente, soppressi rimangano in vita e continuino a presentare bilanci consuntivi e di previsione, indi annuncia l’astensione del suo gruppo dal voto sul provvedimento.
Riferisce che nella seduta di Commissione, dopo l’audizione del Commissario dell’Ardis di Catanzaro, si è comunque stabilito di procedere all’approvazione del bilancio di previsione per consentire i rapporti tra Università e Ardis.
Pone ai voti il provvedimento che è approvato.
Chiede che il Consiglio regionale chiarisca la vicenda inerente gli stagisti, al fine di fare chiarezza rispetto all’iter che si intende intraprendere per sbloccare la loro situazione lavorativa.
Pone ai voti il provvedimento che è approvato.
Si rifà alla relazione allegata agli atti.
Pone ai voti il provvedimento che è approvato con l’astensione del gruppo del Partito Democratico.
Riferisce che l’ordine del
giorno, i cui contenuti sono stati ampiamente discussi e condivisi in sede di
Conferenza dei Presidenti delle assemblee, è teso a richiedere al Governo
nazionale l’avvio immediato di un confronto presso
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
In merito alla richiesta del consigliere Guccione, ricorda che il Consiglio regionale ha approvato una legge che prevede degli adempimenti cui si sta facendo seguito, procedendo alla valutazione del preciso importo di spesa. Indi, garantito che, una volta computate le spese, il Consiglio regionale procederà a finanziare un ulteriore anno di attività, prevedendo che i contratti vengano stipulati direttamente con gli enti utilizzatori, auspica che la vicenda si estingua entro la prossima seduta, , indi toglie la seduta.
La seduta termina alle 17,31
La dirigente del Servizio
(dott.ssa Ester Latella)