IX LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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16.
SEDUTA DI MARTEDI’ 22 FEBBRAIO
2011
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE FRANCESCO TALARICO E
DEL
VICEPRESIDENTE ALESSANDRO NICOLO’
Inizio lavori
h. 12,48
Fine lavori
h. 18,54
INDICE
Dibattito sulla legalità e discussione generale sui
provvedimenti all’ordine del giorno
LOIERO Agazio (Autonomia e
Diritti)
MAGARO’ Salvatore (Scopelliti
Presidente)
SCOPELLITI Giuseppe, Presidente
della Giunta regionale
SERRA Giulio (Insieme per la
Calabria)
Mozione in merito al massacro di civili in Libia
MIRABELLI Rosario Francesco Antonio
(Gruppo Misto)
Ordine del giorno “Sul consumo critico contro il pizzo”
Ordine del giorno “Sulla donazione ai Comuni calabresi
della targa “Qui la ‘ndrangheta non entra”
Ordine del giorno “Sulla costituzione presso il Consiglio
regionale della “Bottega della Legalità”
Mozione in ordine all’implementazione di personale della
Stazione Unica Appaltante
Mozione su misure volte a sostenere le imprese che hanno
dimostrato fedeltà allo stato
Sulla convocazione della prossima seduta
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
La
seduta inizia alle 12,48
Dà inizio alla seduta cedendo la parola al
Segretario Questore Nucera per la lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente .
Pone in votazione il verbale della seduta
precedente che è approvato.
Legge le comunicazioni, indi convoca i
capigruppo al banco della presidenza per una veloce consultazione .
Legge il dispositivo della delibera con la
quale si prende atto delle dimissioni del consigliere Santi Zappalà e si
provvede alla sua surroga con al candidato Gesuele Vilasi, primo dei non eletti
della lista n. 12 Popolo della Libertà al quale viene assegnato il seggio
resosi vacante, indi pone in votazione la proposta di provvedimento amministrativo
che è approvato e invita il consigliere Vilasi a prendere posto in Aula.
(si
riporta il testo integrale)
Signor
Presidente della Regione, onorevoli colleghi.
Non
sarà, quella di oggi, una seduta di
parole nè di proclami.
Dopo
il dibattito che mi auguro ampio e intenso, basato sul confronto democratico
tra i diversi gruppi, passeremo all’approvazione di provvedimenti legislativi, ordini del giorno
e mozioni.
Che
hanno tra di loro un comune obiettivo: il contrasto alla criminalità
organizzata e l’affermazione di principi di legalità, una risposta netta,
quindi, della massima assemblea elettiva calabrese alla pervasività della ‘Ndrangheta nella vita
politica, economica e sociale della nostra regione
Senza
nulla togliere alle altre sedute
del Consiglio regionale - credo che questa odierna abbia un valore particolare
che va aldilà del merito dei singoli provvedimenti.
Rappresenta
la dimostrazione inequivocabile della strada che
Di
questo ringrazio per la condivisione tutti i gruppi di maggioranza e di
opposizione, e per l’intenso lavoro
svolto la commissione che è pervenuta all’approvazione di un decalogo di
provvedimenti (Dieci) importanti, che vanno ad incidere su diversi settori,
tenendo conto delle limitate competenze regionali in materia.
Un
buon lavoro, insomma, che non è certamente esaustivo, ma che rappresenta
un’ottima base di partenza per continuare nel percorso di riforme intrapreso,
fin dall’insediamento, di questa IX legislatura.
Sulla
linea delle sedute svolte sin dall’insediamento, quest’Aula intende parlare ai
calabresi attraverso atti concreti.
Anche
questo è un approccio nuovo, un modo per ridurre la distanza tra Istituzioni e
società civile.
Rispetto
a piaghe annose e drammatiche, come il condizionamento
mafioso sulla democrazia e la società calabrese, io credo che - aldilà del legittimo confronto tra le forze politiche - se vogliamo potenziare per davvero le
Istituzioni e non offrire pretesti a
quella parte del Paese che spesso dipinge
Evitando
che, per una sorta di spirito polemico distruttivo, si estendano
strumentalmente le responsabilità dei singoli, qualora vi fossero, all’insieme
delle Istituzioni.
Non
fanno l’interesse della democrazia italiana, in questo senso, quei media
nazionali che, pur compiendo il loro
dovere d’informazione, non operano il necessario distinguo tra le colpe dei
singoli e l’Istituzione Regione in
quanto tale.
Fare
di tutta l’erba un fascio significa denigrare le istituzioni e affossare i
sogni e le speranze di una Regione dalle tante potenzialità che vuole
svilupparsi e costruire condizioni di benessere per i propri concittadini.
Con
questo spirito abbiamo programmato la seduta odierna - assieme alla Conferenza
dei Capigruppo ed al Presidente Scopelliti .
Voglio
ringraziare per il lavoro di approfondimento
Le
relazioni dei Presidenti di Corte d’Appello e degli altri autorevoli
magistrati intervenuti durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, ci hanno
fornito, nella loro essenzialità e
completezza di informazioni, un quadro
desolante della giustizia in Calabria, che, dinanzi ad una criminalità
aggressiva e sempre più invasiva - nonostante sia inconfutabile l’azione
positiva di lotta alla mafia che magistrati, forze dell’ordine e Governo hanno
fin qui portato avanti- registra lacune
negli organici e un’inadeguata attenzione verso le esigenze più elementari di
efficienza amministrativa del settore.
Dinanzi
ad un’organizzazione criminale come la ‘ndrangheta, che si muove rapida ed
efficace sul piano nazionale e internazionale, occorre una risposta altrettanto
compiuta, organizzata ed organica.
Da
parte nostra, a tal proposito, non
mancherà, come finora non è mancato, lo
stimolo più idoneo, affinché
le risposte che sono attese giungano in fretta.
I
più recenti eventi che hanno visto la ‘ndrangheta sferrare attacchi inusitati:
l’attentato alla Procura Generale di Reggio Calabria, il ritrovamento di
un’auto carica di armi ed esplosivo nel giorno della visita del Presidente
Napolitano, la minaccia al Procuratore Pignatone e i continui gesti d’ intimidazione - ci dicono che la stretta dello Stato dà
risultati, ma che occorre essere
continuamente vigili.
Tutti
noi sappiamo che la battaglia contro la
‘ndrangheta è lunga, e che per
sconfiggerla occorrono mezzi, risorse, ma anche
una concorde volontà della politica,
che deve sentire il dovere di sostenere concretamente l’opera di chi è chiamato ad investigare,
reprimere e condannare le cosche e i loro referenti sul territorio.
La
politica deve anche rendere trasparente la sua attività, rimuovendo tutte quelle zone grigie dove si annida quella che è stata definita la
borghesia mafiosa.
Auspico,
perciò, che la concordia delle Istituzioni locali nelle manifestazioni a
sostegno della magistratura, sia unanime ma non retorica, anzi dinamica ed
operativa e si sostanzi nell’assunzione piena, da parte di ciascuno di
noi, delle responsabilità che ci sono state
assegnate.
Questo
Consiglio regionale, vuole essere vicino a tutti gli imprenditori e agli
amministratori locali che quotidianamente nell’esercizio del loro dovere non si
piegano ai poteri criminali, e per questo subiscono continue intimidazioni, che i dati del 2010
confermano purtroppo in forte aumento.
La
lotta alla criminalità ha caratterizzato fin dall’inizio l’azione di questo
Consiglio regionale:
partecipando ai lavori della Conferenza
regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza che si è svolta a Lamezia Terme
nel giugno dello scorso anno, per rappresentare tutta la domanda di sicurezza
che proviene dagli operatori economici, dalle famiglie e dalle fasce più deboli
delle nostre popolazioni; con il Bilancio di previsione 2011, individuando mediante l’attivazione di mutui,
finanziamenti per 14 milioni di euro da
destinare al comparto della Sicurezza;
con una serie di interventi atti
a rendere più efficienti strutture e mezzi delle forze dell’ordine e della
magistratura, a partire anche dai progetti specifici dell’azienda Calabria
Lavoro, che ha concretizzato protocolli di intesa con gli Uffici giudiziari,
affinché i migliori laureati in giurisprudenza possano prestare servizio a
tempo determinato a sostegno delle Cancellerie, per ridurre i tempi di risposta
della Giustizia; con la stipula di un Patto Istituzionale di
collaborazione legislativa ed amministrativa per ostacolare l’ingerenza mafiosa
con
Pochi
giorni fa abbiamo voluto testimoniare la nostra solidarietà ad una delle
vittime della mafia che più ha colpito l’immaginario nazionale: Lea Garofalo.
Abbiamo consegnato per il tramite
di S.E. il prefetto di Crotone alla figlia,
Denise Cosco, l’annuale borsa di
studio del Consiglio regionale, messa a disposizione dal Monte Paschi di Siena
del valore di 8 mila euro, intitolata a Luigi Rende, la guardia giurata uccisa
a Reggio Calabria nel tentativo di sventare una rapina.
Oggi,
il nostro impegno continua, attraverso questa solenne seduta, con una serie di leggi che mirano a
proteggere le finalità della spesa pubblica, perché l’insegnamento dell’indimenticabile
Giovanni Falcone è sempre attuale: per sconfiggere la mafia bisogna saper
leggere e seguire i movimenti finanziari e, per quanto ci compete, il nostro
dovere è quello di blindare ogni atto amministrativo e renderlo impermeabile ad
ogni possibile inquinamento illecito.
Si
tratta di provvedimenti sui quali il
relatore presidente Magarò entrerà nel dettaglio, ma che voglio brevemente
evidenziare: - interventi a sostegno delle imprese vittime di reati di
‘ndrangheta e agevolazioni a favore dei collaboratori e testimoni di giustizia
e le loro famiglie; l’istituzione della
Bottega della legalità, che troverà spazio esattamente all’interno del Consiglio regionale - e voglio
manifestare la mia soddisfazione ;
L’altra che impegna a migliorare la già
notevole capacità operativa della SUA;l’ordine del giorno che incentiva il
consumo solidale verso aziende e professionisti che rifiutano il pizzo. E
l’altro ordine del giorno relativo alla diffusione delle targhe “Qui la
‘Ndrangheta non entra” nei Comuni, una targa che sarà affissa anche all’ingresso
di Palazzo Campanella.
E’
oggi all’approvazione di quest’Aula l’importante proposta della Giunta che mira
a sostenere attivamente le imprese vittime della ‘Ndrangheta, istituendo vere e
proprie “corsie preferenziali” negli affidamenti pubblici.
Né abbiamo
tralasciato, inoltre, di metterci in
discussione come politici e come Istituzione.
Sapendo
bene che la responsabilità della politica deve essere all’altezza della sfida
che abbiamo di fronte e, quindi, al di sopra di ogni sospetto, per rendere sempre
più trasparente la politica.
Nel
corso del 2010 è stata approvata, per la prima volta in Calabria, la legge
regionale che obbliga i consiglieri, gli assessori non consiglieri, i
sottosegretari e tutti quanti ricoprono incarichi negli Enti con nomina
regionale, a rendere pubblici i loro
patrimoni e abbiamo aggiunto la possibilità che siano resi pubblici su
internet.
E’
un’indubbia novità ed una testimonianza coerente dell’impegno a caratterizzare
la legislatura nella trasparenza.
Inoltre,
sempre nella logica appena accennata, rientra
l’approvazione odierna del codice etico di autoregolamentazione sulla
trasparenza dei candidati alle elezioni, degli eletti ed amministratori
pubblici, per contrastare ogni forma di collusione con la ‘ndrangheta.
Concludo. Le cose
fatte e quelle che da qui a breve saranno realizzate da quest’Aula,
rendono meno permeabile
Sono
convinto che ce la potremo fare a costruire una Calabria migliore se sapremo
liberarci da tutti i condizionamenti che
spesso vincolano la politica calabrese, perseguendo gli interessi collettivi
della nostra comunità, costruendo occasioni di sviluppo e occupazione per
favorire l’inserimento dei nostri giovani, diffondendo la cultura dell’etica e
della legalità in tutti gli ambiti della società.
Giudicata storica la seduta odierna, capace di
caratterizzare l'intera legislatura, si dichiara onorato di illustrare i
provvedimenti in esame e, ricordato il vicepresidente Franco Fortugno, ritiene
che le proposte siano capaci di creare azioni efficaci e concrete di contrasto
alla 'ndrangheta, a partire dalla proposta di attivare il codice di
autoregolamentazione dei partiti per la selezione dei candidati. Ricordato, anche, il supporto del Presidente
della Giunta e del Presidente del Consiglio che hanno più volte sottolineato la
priorità nella lotta alla 'ndrangheta di cui sono evidenti forza e traffici,
paragonabili al terrorismo, sottolinea la necessità di contrastare quelle zone
grigie che coinvolgono e condizionano le azioni della pubblica amministrazione
e, ricordate le parole di Falcone per cui la mafia, come ogni fenomeno umano,
ha un principio ed una fine, afferma che la battaglia alla 'ndrangheta, con
l'ausilio degli organi competenti, otterrà risultati positivi. A tal proposito
ricorda gli arresti, le confische
patrimoniali avvenute e sottolinea la rilevanza di prevedere atti
importanti capaci di contrastare l’azione della criminalità organizzata,
rafforzando le condizioni sociali, con una politica di investimenti già
avviata, a suo dire, dal Governo Scopelliti. Evidenzia, quindi, il ruolo
rappresentato dalla scuola, a suo dire, temuta dalla 'ndrangheta più della
giustizia, capace di assurgere a soggetto privilegiato di diffusione della
legalità, senza, comunque, sottrarre allo Stato le responsabilità che gli sono
proprie, garantendo Istituzioni efficaci, efficienti, trasparenti, leali nei
confronti della cittadinanza, nel rispetto delle regole e scevri da
particolarismi e privilegi di cui la 'ndrangheta si nutre e prolifera.
Sottolineato, altresì, che la Commissione antimafia si chiamerà, con
l'approvazione della modifica, Commissione contro la 'ndrangheta, ricorda
sia i contributi offerti dalle associazioni coinvolte nel contrasto alla
'ndrangheta sia il protocollo di intesa
sottoscritto con la regione Lombardia.
Illustrati i provvedimenti all’ordine del giorno volti a combattere la
criminalità organizzata si sofferma sulla importanza di istituire nella sede
del Consiglio regionale una bottega della legalità, facendo, così, diventare
Palazzo Campanella simbolo del contrasto alle attività illecite che si
trasformeranno, in opportunità di crescita economica e sociale.
Afferma che attraverso la presentazione di provvedimenti concreti si vuole
trasmettere ai calabresi l’impegno della classe politica e dirigente calabrese
nelle attività di contrasto alla criminalità organizzata, indi, conclude
definendo le proposte all’ordine del giorno un buon dispositivo che alterna
azioni di informazione e sensibilizzazione, sostegno, incentivi e premialità,
deterrenti e azioni di contrasto.
Invita i consiglieri non interessati al dibattito ad allontanarsi dall’Aula.
Evidenziato come la seduta odierna dimostri il proficuo lavoro svolto dall’intera Assise nella lotta alla criminalità, ritiene che la Calabria debba essere orgogliosa dell’azione intrapresa dal Consiglio regionale con l’approvazione di provvedimenti che consentiranno di qualificare la Regione Calabria come Regione impegnata in una lotta concreta e continua nei confronti della ‘ndrangheta. A nome del suo gruppo sottolinea quindi la necessità di rafforzare la Stazione Unica Appaltante, ritenendo che la previsione, annunciata dal Presidente Scopelliti, di prevedere per il futuro liste bloccate al fine di evitare le pressioni ed infiltrazioni mafiose, vada maggiormente approfondita.
Altresì, sottolinea che la lotta alla ‘ndrangheta dovrà essere incentrata al perseguimento degli interessi collettivi, superiori a quelli di partito, impegnando tutte le forze politiche unitariamente, in assenza di logiche di propaganda. Espresso vivo apprezzamento per l’approvazione di ben 10 provvedimenti, in particolare riguardo il protocollo tra regione Calabria e Lombardia, auspica che la seduta odierna possa concretizzarsi in un nuovo sistema propositivo per affrontare la tematica mafiosa, capace sia di valorizzare la persona umana sia di colpire il sottosviluppo economico che favorisce la criminalità, attraverso il sostegno incondizionato agli enti locali e gli imprenditori vittime di una spirale continua di minacce e pressioni. Dichiara, quindi, che allo Stato vada richiesta maggiore attenzione, benché gli si riconoscano i meriti nella lotta alla criminalità, evidenziando il rilancio dello sviluppo ad opera del Governo regionale.
Pur giudicando di indubbio interesse la seduta odierna, ritiene non possa essere considerata storica, ed annuncia che il suo gruppo ha presentato ai provvedimenti inseriti all’ordine del giorno alcuni emendamenti modificativi che consentiranno, a suo dire, di migliorarne gli effetti. Indi, affermato che avrebbe preferito, come concordato, che nella seduta odierna si affrontasse la tematica generale della questione morale in Calabria, in particolare quella connessa al Consiglio regionale, invita i consiglieri a far assurgere a valori fondamentali della loro azione politica sia il coraggio, quale dovere di guardare alla realtà senza filtri, sia alla virtù, quale onestà nel perseguire il bene comune. Sottolineato che il ritardo culturale che attanaglia la Regione è di origine antica, ritiene che nessun soggetto istituzionale abbia concepito la questione morale nella sua giusta essenza, sostenendo la necessità di interrogarsi sulla corrispondenza delle azioni di governo con un esame dello stato reale dei fatti e degli atti, auspicando che il Consiglio regionale nella sua interezza abbia la forza, la capacità e la volontà di porre in essere le condizioni necessarie per consentire sviluppo ed affrancare la Regione dal bisogno. In particolare, chiede se risponda al vero che i Fondi strutturali non siano stati spesi e che siano attivi enti non produttivi, dichiarando di non ravvedere slanci proficui nella programmazione dell’Esecutivo.
Ritenuto che la politica e le istituzioni vivano sia di immagine sia di fatti concreti, pur non discutendo il consenso generale nella lotta alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di illegalità, evidenzia il dovere in capo al Consiglio regionale di avere consapevolezza che i fenomeni criminali danneggiano l’immagine della regione a livello nazionale, di fatto “uccidendo” qualsiasi iniziativa positiva e valevole di carattere culturale o imprenditoriale che sia. Giudica, indi, lodevole l’impegno nell’approvazione di provvedimenti, a suo avviso, positivi e ricorda le vicende della passata legislatura, in cui vi fu un impegno costante nella lotta alla ‘ndrangheta, in particolare: l’adozione di una delibera di Giunta regionale che ha previsto la costituzione di parte civile della Regione nei processi per ‘ndrangheta; il sostegno, anche finanziario, alle forze dell’ordine con la destinazione di più di 5 milioni di euro in tal senso; l’istituzione della Stazione Unica Appaltante, il cui ruolo sarebbe dovuto essere, a suo avviso, maggiormente diffuso e valorizzato. Afferma, quindi, che si sarebbe aspettato la presentazione di un provvedimento di rafforzamento della SUA (Stazione Unica Appaltante), alla luce delle richieste effettuate in Commissione regionale antimafia dal Direttore generale, Boemi, che ha più volte ribadito la carenza di personale qualificato.
Preso atto, come comunicatogli tempestivamente dalla Presidenza a seguito delle osservazioni sopra esposte, che è stata predisposta per la Stazione Unica appaltante una mozione, auspica che la stessa sia efficace e capace di far effettuare i bandi di gara per i 4 nuovi ospedali la cui progettazione è stata prevista nella precedente legislatura. Non condivide, infine, alcuni provvedimenti, in particolare quello che prevede sostegno alle imprese vittime di reati ad opera della criminalità. A tal proposito ricorda che nella passata legislatura è stata approvata la legge n. 31 del 2008, che ad oggi ha perso ben 200 mila euro di finanziamento rispetto a quello originario, evidenziando che la produzione legislativa non potrà prescindere da strumenti finanziari sufficienti. Inoltre, ritenuto inadeguato che per alcuni provvedimenti in esame non sia stata prevista copertura finanziaria, invita ad una rilettura più attenta dell’articolo 2 della proposta di legge n. 144/9^, paventando caratteri di incostituzionalità, stante l’obbligo di denuncia ricadente in chi riveste una pubblica funzione. Inoltre, evidenzia che le conseguenze della mancata denuncia ricadrebbero non solo sul titolare dell’impresa ma anche su altri soggetti facenti parte della sua organizzazione imprenditoriale, censurando gli effetti che la legge produrrebbe a fronte di una sentenza non passata in giudicato, indi, pur condividendo la battaglia sul fronte ‘ndrangheta, esprime perplessità sulle proposte di legge che potrebbero all’esterno apparire leggi manifesto.
Registrata la volontà del Consiglio regionale di rilanciare l’immagine delle istituzioni che combattono la ‘ndrangheta, invita i consiglieri alla concretezza e pragmaticità, accompagnate dall’intervento ineludibile dello Stato e delle istituzioni tutte, al fine di favorire tutte le iniziative volte allo sviluppo della Calabria in cui il proliferare del fenomeno mafioso può considerarsi direttamente proporzionale all’assenza di sviluppo e di cultura della legalità. E’ alla scuola ed all’educazione civile e sociale che assegna il ruolo fondamentale di eliminazione dei limiti culturali che favoriscono la criminalità, stigmatizzando l’assenza, nei programmi ministeriali, dello studio dell’educazione civica e della Costituzione, invitando, a tal proposito, l’assessore alla cultura, Caligiuri, ad intraprendere ogni azione utile.
Infine, afferma come non possa farsi a meno di una “rieducazione” del sistema politico nazionale e regionale, attraverso la creazione di scuole di partito rivolte, innanzitutto, a trasmettere e veicolare il valore della morale e della legalità, partendo dal rispetto delle piccole regole che consentono ad una società di assurgere a rango di civiltà, attraverso la bonifica del sistema politico volano di “un effetto domino” nello sviluppo della libertà sociale, culturale ed economica della collettività.
Come sottolineato dai consiglieri che lo hanno preceduto nella discussione, ritiene che gli argomenti trattati possano rappresentare l’inizio di un percorso di contrasto all’azione criminale, pur considerando difficile assumere provvedimenti efficaci nella lotta alla ‘ndrangheta, atteso che, negli ultimi anni, si sono sottovalutati eventi criminali che hanno interessato il territorio calabrese, riferendosi ai fatti di cronaca di Taurianova e San Lorenzo del Vallo.
Ritenendo che i provvedimenti di legge presentati abbiano una connotazione positiva, propone, riguardo la proposta di legge numero 144/9^, l’introduzione di un emendamento che ricomprenda anche gli enti locali tra le vittime dei reati della ‘ndrangheta, portando come esempio il Comune di Trebisacce che è stato oggetto di attentati da parte di organizzazioni criminali, e considera, altresì, che, per quanto attiene la proposta di legge 161/9^, il Consiglio regionale della Calabria possa, attraverso l’intervento legislativo, favorire l’attività della magistratura che si avvale sempre più spesso della collaborazione dei collaboratori di giustizia.
Valutando fondamentale l’attività svolta dallo Stato anche attraverso l’Agenzia regionale per i beni confiscati, considera efficace l’azione svolta dal Ministero degli Interni che, attraverso il sequestro e la confisca dei beni e dei proventi delle organizzazioni criminali, ne consente il recupero e affidamento a cooperative di giovani.
Interviene, inoltre, sull’adozione del Codice etico di autoregolamentazione per la trasparenza dei candidati alle elezioni, degli eletti e degli amministratori pubblici, considerandolo importante per contrastare ogni forma di collusione del sistema pubblico con la ‘ndrangheta e, pur senza negare ai calabresi il diritto di esprimere il voto attraverso la preferenza, ritiene che il rispetto della trasparenza e della democrazia sia un grande valore sul quale investire, al fine di evitare condizionamenti e problematiche che potrebbero inquinare, irrimediabilmente, le istituzioni.
Dichiara, infine, il suo voto favorevole per i provvedimenti di legge presentati, anche a nome di tutto il gruppo che rappresenta, esprimendo, al contempo, la necessità di modificare la legge elettorale attraverso cui si potrebbero contrastare le organizzazioni criminose.
Dà lettura di un seguito di comunicazioni.
Presidenza del
Vicepresidente Alessandro Nicolò
Seguito l’iter dei provvedimenti presentati e ritenuta positiva la discussione in atto, pur considerando la necessità di maggiore concretezza e coesione per il contrasto alla mafia, fa, altresì, notare che, inizialmente, era stata prevista la presenza in Consiglio regionale, per la giornata odierna, dei Ministri Maroni e Gelmini.
Per quanto riguarda gli interventi regionali di sostegno alle imprese vittime di reati di ‘ndrangheta e le disposizioni in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell'imprenditoria, previste dalla proposta di legge numero 144/9^, evidenzia come le stesse misure siano già state introdotte sia dalla legislazione nazionale sia dalla già richiamata legge regionale numero 31, che, comunque, sarebbe potuta essere meglio articolata nel suo insieme. Sostiene anche che le misure di contrasto all’interno della proposta mal si conciliano con il territorio, chiarendo, altresì, che per vittime della criminalità organizzata non vanno ricomprese anche le imprese per i tentati reati subiti, ma solo ed esclusivamente quelle che, di fatto, subiscono l’attentato.
Sottolineando che il gruppo del Partito Democratico si è già espresso in sede di Commissione sugli argomenti trattati, considera importante il provvedimento attinente al conto corrente unico ma fa notare che una misura simile era stata introdotta a livello nazionale già dal 1997 per quanto riguarda la tracciabilità dei pagamenti.
Per quanto
attiene, poi, l’istituzione dell’Agenzia sui beni confiscati, rileva come la
proposta di legge numero 56/9^ sia stata inserita all’ordine del giorno, quando
invece non aveva ancora compiuto il suo iter
procedurale poiché dalla seconda Commissione era stata reinviata alla
Commissione competente nel merito, cioè
Sottolineando, infine, la necessità di trovare maggiori risorse per l’adozione di una proposta di legge che consenta di fornire degli strumenti in grado di contrastare la ‘ndrangheta e che, nello stesso tempo, non rappresenti solo una legge-manifesto, ritiene, che i provvedimenti di legge presentati siano poco soddisfacenti in quanto privi di copertura finanziaria, pur valutando la necessità di un intervento legislativo al riguardo. Conclude , infine, sostenendo che la lotta alla criminalità organizzata va portata avanti con misure concrete, e che, piuttosto, sarebbe più urgente, al momento, avanzare delle proposte per contrastare il disagio sociale e non utilizzare, dunque, altri argomenti per sviare l’attenzione da quelli che sono i veri problemi della società.
Lamentando la scarsa attenzione da parte dei consiglieri regionali alla problematica in discussione e richiedendo, a tal fine, al Presidente del Consiglio maggiore rigore nella direzione della seduta, pur raccogliendo l’appello del Presidente al raggiungimento dell’unanimità sui provvedimenti posti all’ordine del giorno, ravvisa che tale problematica vada discussa con la dovuta attenzione e senza una ricerca artificiosa dell’unanimità.
Ricordato che l’odierna seduta è stata convocata anche in seguito agli avvenimenti che hanno turbato l’opinione pubblica, che verranno accertati nelle sedi giudiziarie, invita a riflettere sulla permeabilità delle istituzioni da parte delle infiltrazioni mafiose, sottolineando la necessità di adottare provvedimenti concreti, quali ad esempio dotare le forze polizia di adeguati strumenti e risorse finanziarie.
Relativamente alla proposta del Presidente Scopelliti di modifica della legge elettorale con l’abolizione delle preferenze, seppur volta a garantire nelle intenzioni candidati “puliti”, la ritiene, insufficiente e poco efficace, anche alla luce dell’esperienza a livello nazionale, sottolineando la necessità di chiedere ai partiti più trasparenza nelle scelte e maggiore rigore nella presentazione delle candidature.
Consapevole della grande escalation compiuta dalla ‘ndrangheta negli ultimi anni, non solo in ambito regionale ma anche nazionale, ritiene che la lotta non si possa e non si debba racchiudere in ambito regionale, lamentando, al riguardo, la scarsa attenzione del Governo nazionale a cui rivolge l’invito ad interrompere la “battaglia” contro misure quali le intercettazioni, che hanno costituito e costituiscono per le forze dell’ordine uno strumento indispensabile per infliggere duri colpi alle organizzazioni criminali.
Rilevato come la lotta alla ‘ndrangheta sia allo stato primitivo e ritenuto che il legame con le associazioni criminali si recida garantendo trasparenza ed efficienza dell’attività amministrativa, ribadisce che le misure proposte, seppur degne di attenzione, non sono sufficienti per contrastare il fenomeno mafioso, che ha invaso settori prima sconosciuti quali le ecomafie, interpretando, in tal senso, il sentimento comune dei cittadini e delle forze dell’ordine che chiedono comportamenti coerenti e risultati tangibili.
Ravvisata la necessità di essere presente all’odierna seduta del Consiglio regionale, attesa la rilevanza della problematica in discussione e rivolto un pensiero ai tragici eventi della Libia, afferma la necessità di un intervento senza veli ed ipocrisia, non concordando con quanti reputano “storica” l’odierna seduta.
Ricordando l’omicidio del consigliere Fortugno avvenuto nella precedente legislatura, divenuto “spartiacque”, elenca i provvedimenti importanti adottati dalla precedente Giunta nella lotta alla ‘ndrangheta, peraltro, già ricordati dai consiglieri Principe e Censore: la delibera, adottata all’unanimità, di costituzione parte civile della Regione in tutti i processi di criminalità organizzata, anche in azioni indirette come l’ecomostro di Praia a mare, la Consulta antimafia, che ha prodotto in due anni e mezzo relazioni illuminanti, l’istituzione della Stazione Unica Appaltante, la revoca di nomine ed incarichi anche a seguito di sentenze non definitive, la partecipazione al tavolo nazionale, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Tanto sottolineato, invita l’attuale Esecutivo a dare continuità, nel rispetto delle diversità culturali, ai provvedimenti che hanno prodotto risultati positivi, censurando la decisione di sostituzione dei Capi dei Dipartimenti che non garantisce continuità amministrativa e comporta il rischio di perdita dei fondi europei.
Ritenuto che su tale problematica dirimente nulla possa inventarsi e sottolineato come la ‘ndrangheta, per una sorta di “contrappasso” sia penetrata anche in Lombardia, fa rilevare il prezzo enorme pagato dai politici calabresi “segnati” dalla diffusione nel territorio del fenomeno mafioso, che riduce il valore della rappresentatività.
Espresso apprezzamento per il lavoro straordinario delle forze di polizia e della magistratura, non ascrivibile, a suo avviso, alle forze politiche di Governo, che devono piuttosto veicolare modelli, valorizzando il ruolo della scuola che deve costituire “antidoto” alla criminalità, ribadisce la necessità di superare l’indifferenza e di schierarsi dalla parte della legalità, indicando ai giovani, se si è in grado di farlo, il percorso da seguire, promuovendo azioni di legalità sostanziali e non di facciata, senza slogan e spot propagandistici.
Ravvisate le contraddizioni del Governo nazionale nell’adozione del Piano per il Sud avvalendosi del “pretesto” dell’incapacità delle Regioni di spendere le risorse, esprime il proprio disaccordo sulla proposta di modifica della legge elettorale che, a suo avviso, potrebbe sostituire un vantaggio per la criminalità, nella convinzione che la battaglia, nei prossimi anni, si possa vincere con l’impegno delle forze “ vive” delle società, senza sterili polemiche politiche.
Chiede che la tematica venga affrontata con
onestà intellettuale, ricordando le nefandezze, anche recenti, commesse per
mano della 'ndrangheta, contro donne e giovani lavoratori, indi sottolinea che
i limiti culturali, di fatto ancora esistenti in Calabria, consentono il
perpetrarsi di atteggiamenti "tribali". Negando di voler trasmettere
alcun insegnamento agli astanti, sostiene come non sia utile e produttivo
accollare alternativamente responsabilità ora al centro destra ora al centro
sinistra, evidenziando che il fallimento riguardante gli investimenti dei fondi
strutturali è problema atavico riguardante la programmazione regionale.
Ineludibile, a suo avviso, è creare le condizioni affinché la collettività
calabrese si affranchi dal bisogno e possa vivere con pienezza quel senso di libertà
necessario in qualunque democrazia degna di essere chiamata tale,
stigmatizzando l'assenza anche da parte
dello Stato di segnali che incentivino la ricrescita ed il riscatto.
In merito alla proposta del presidente
Scopelliti di una legge elettorale che preveda
liste bloccate, sostiene che questa
è finalizzata a sganciare le preferenze dagli interessi della
'ndrangheta e chiede vengano riconosciuti i reciproci ruoli istituzionali,
benchè siano evidenti le differenze ideologiche, stigmatizzando il comportamento
di quell'antimafia di professione incapace di produrre soluzioni concrete.
Evidenziato che non tutti i dirigenti dipartimentali sono stati sostituiti,
sottolinea gli effetti negativi prodotti da false verità rispetto alla
dirigenza regionale, anche al solo scopo di trarne personali interessi
politici.
Conclude asserendo che la Calabria deve
essere libera da condizionamenti e che la stessa ha bisogno di normalità e di fatti che fanno da
contraltare al sottosviluppo presente.
In risposta al consigliere
Orsomarso, fermo il diritto per la maggioranza di esercitare le sue
prerogative e preso atto della cessata campagna elettorale, evidenzia che la
legge elettorale che prevede l'elezione diretta del presidente della Regione
non si è dimostrata essere una soluzione a tutti i problemi della Calabria,
ricordando come sia necessario per la stessa sopravvivenza della democrazia
l'esercizio continuo della stessa. Ritenuto che il richiamo ai partiti da parte
del consigliere Orsomarso sia anacronistico rispetto al ruolo che gli
stessi oggi ricoprono e a fronte, invece, di quanto previsto dall'Assemblea
Costituente, evidenzia che alcuni elementi di legislazione speciale quale le
liste bloccate vadano limitate solo ad alcune fattispecie precise.
Ricordato che in settembre a Reggio Calabria ha proposto al presidente del
Consiglio regionale alcune sedute volte a discutere sulle varie problematiche
che affliggono la Calabria, giudica non producente la seduta odierna rispetto
alle iniziative che si sarebbero dovute
intraprendere, rivendicando, inoltre, il ruolo e la competenza della
Conferenza dei Capi Gruppo in merito alla decisione degli argomenti e dei provvedimenti da inserire all'ordine del
giorno delle sedute di Consiglio regionale.
Giudicato, poi, solo parziale l'apporto dei provvedimenti
portati all'esame dell'Aula, a fronte della maggiore pervasività della
'ndrangheta e corso il rischio, a suo dire, di mettere in atto battaglie
inutili, evidenzia la superficialità rappresentata da argomentazioni di
facciata e di immagine, non condividendo le scelte effettuate in sede di
Commissione, le cui proposte potrebbero rivelarsi inefficienti ed improduttive
rispetto agli effetti sperati. Affermato che la politica viene prima di tutti gli
altri ordini e poteri, in quanto massima espressione della democrazia popolare,
ritiene che la competenza riguardo alle norme in esame sia principalmente del
Governo nazionale, non rispondendo di fatto alle prerogative regionali.
Asserito che
sarebbe opportuno ragionare su una
Calabria che non va nelle prime pagine
dei giornali ma che esiste e deve essere valorizzata, conclude, infine,
sostenendo che la minoranza ha il
dovere di presentare un progetto alternativo in modo che tutti percepiscano che
si vuole rafforzare la democrazia in Calabria e per renderla più adeguata
rispetto alla situazione odierna.
Ritenuto esaustivo il dibattito sin qui svolto, tassello fondamentale per l’operato che il Consiglio regionale dovrà affrontare, ricorda che già nello scorso settembre era stata valutata l’opportunità di tenere una seduta tematica sulla legalità. In merito ai provvedimenti inseriti all’ordine del giorno, che auspica siano concreti ed efficaci e non rappresentino mera propaganda, evidenzia che il suo gruppo ha apportato contributi positivi alle proposte in sede di Commissione ed ha continuato a farlo con la presentazione di emendamenti in Aula. Ricordato l’intervento del Direttore generale della Stazione Unica Appaltante che ha identificato nella ‘ndrangheta “il braccio armato di un sistema più sofisticato e dirompente”, sottolinea la necessità di un’azione di contrasto efficace, costante e continua da parte della politica e delle istituzioni, non condividendo l’ipotesi delle liste bloccate a suo avviso non dirimente delle problematiche, ma addirittura rappresentativa della negazione della democrazia stessa, incapace di investire i partiti delle loro prerogative. In merito ai provvedimenti, non condivide la scelta di non prevedere risorse finanziarie e ricordati gli emendamenti in tal senso presentati, in particolare quello sui beni confiscati, anche alla luce delle audizioni sostenute in sede di Commissione, sostiene la necessità di creare un fondo di garanzia per le imprese vessate dalla ‘ndrangheta, spesso abbandonate dagli stessi istituti di credito.
Giudicati di particolare rilevanza i provvedimenti inseriti all’ordine del giorno, sottolinea lo spirito costruttivo con cui il Consiglio regionale sta affrontando la tematica, ricordando i recenti fatti di cronaca nera di matrice mafiosa. Auspica, quindi, che la discussione ed i provvedimenti che ne seguiranno possano rappresentare il primo tassello di un confronto serio e serrato, concreto e produttivo nel contrasto alla ‘ndrangheta, ricordando in proposito sia l’audizione del Prefetto Marconi, presidente dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla mafia, sia i meriti da riconoscere alla creazione della Stazione Unica Appaltante. Afferma, infine, la necessità che sia palese ai calabresi l’impegno profuso da tutta l’Assise e dall’intero Esecutivo nel contrasto alla criminalità, con uno spirito di collaborazione fattiva che consenta di realizzare gli obiettivi prefissi.
Apprezzati gli sforzi di tutti i consiglieri nel contribuire alla discussione ed apprezzata la convocazione di una seduta tematica sulla ‘ndrangheta con l’inserimento di un corposo ordine del giorno, ritiene che la seduta odierna rappresenterà un punto fermo per la maggioranza, capace di realizzare azioni concrete e mirate di contrasto al crimine organizzato, con scelte funzionali e connesse tra loro. Evidenziato come il vero contrasto alla criminalità sia rappresentato dallo sviluppo concreto dei territori, in merito alle continue accuse di commistione tra politica e criminalità non nega che in passato fosse ad uso della politica sedere al tavolo con la criminalità, non essendo percepito tale comportamento nella sua reale gravità. Di contro, ritiene che oggi il procacciamento dei voti presso la criminalità sia di basso profilo e non certamente pervasiva di tutta la politica, sostenendo, altresì, che il problema reale della Calabria sia rappresentato dalla così detta borghesia mafiosa che, “amoreggiando” da decenni con il sistema criminale, ha danneggiato irrimediabilmente interi settori della regione.
Affermato come in diversi ambiti ci siano stati compromissioni con ambienti criminali, ritiene che la politica debba essere capace di rompere determinati meccanismi ambigui, attraverso il coinvolgimento diretto dei partiti. A tal proposito evidenzia che la proposta, recentemente diffusa, di prevedere liste bloccate per le elezioni regionali abbia rappresentato innanzitutto una provocazione finalizzata a rilanciare il dibattito sulla legalità. Senza negare le sue difficoltà a rappresentare una simile proposta, avulsa dalla sua tradizione politica - ricorda di essere stato sempre eletto a seguito di preferenze dirette - evidenzia che la Calabria ha un bisogno impellente di confronto e dibattito, evidenziando, in replica alle accuse rivoltegli di limitare la democrazia, che le liste bloccate imporrebbero nel cittadino la scelta dei partiti, cui verrebbe consentito il recupero della funzione, così come prevista dalla Costituzione, con la determinazione precisa di una classe dirigente ad essi fedele.
Evidenziando che la proposta svincolerebbe dalla cultura del corrispettivo tra eletto ed elettore, tipica dei gangli mafiosi, auspica una Calabria diversa, capace sia di alimentare nei cittadini la speranza di crescita e cambiamento sia di elevare la politica al suo ruolo storico, rendendola capace di comprendere le esigenze della collettività e di rispondervi concretamente.
Sostenendo che l’attuale Esecutivo sta offrendo opportunità concrete, rispettando gli impegni assunti in campagna elettorale, censura le critiche sollevate sulla brevità delle sedute di Giunta, giudicando una simile osservazione superflua e superficiale, e sottolinea, invece, le difficoltà e l’impopolarità sottese alla ristrutturazione del sistema sanitario, comprese le contraddizioni evidenti rispetto alle proteste per la chiusura dei punti nascita la cui permanenza ad ogni costo creerebbe un nocumento alle partorienti e all’intera Calabria.
Prima di procedere con la discussione sugli emendamenti, invita i capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
(I capigruppo si avvicinano al banco della Presidenza)
Comunica che è stata presentata, a firma di tutti i capigruppo, una mozione che condanna il massacro dei civili in Libia e che chiede il ripristino della pace, anche attraverso la cooperazione internazionale, ritenendo inammissibile una simile circostanza che apre scenari preoccupanti e di fronte ai quali l’Europa non può rimanere inerte, considerando, al contempo, la situazione come quella più complessa verificatesi nel nord Africa.
Interviene per proporre la sostituzione delle parole “governo libico” con “regime libico”, per chiedere un’azione del Ministero degli Esteri e del Governo nazionale italiano, convenendo, per il resto, su tutto ciò che riguarda il contenuto della mozione.
Si dichiara d’accordo con il consigliere Bova sulla sostituzione del termine “governo” con “regime”, ma evidenzia le difficoltà del Governo nazionale ad assumere una posizione definitiva in uno scenario così delicato, anche in vista di eventuali sbarchi di rifugiati libici.
Chiarisce che l’intervento del consigliere Bova riguarda la tutela dei diritti umani.
Pone ai voti l’inserimento all’ordine dei lavori della mozione proposta che è approvato.
Pone ai voti la mozione che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale .
Illustra l’emendamento protocollo numero 9026 all’articolo 1, teso ad aggiungere le associazioni antiracket, regolarmente iscritte negli elenchi di cui all’articolo 13, comma2, della legge n. 44 del 1999, tra quelle da sentire. Indi, illustra l’emendamento protocollo numero 9035, finalizzato ad inserire un comma 2 bis, teso ad istituire presso la Regione Calabria un albo speciale di soggetti fornitori di beni e servizi, demandando le modalità di iscrizione all’albo ad apposito regolamento da emanare dalla Giunta regionale. Continua, illustrando l’emendamento protocollo numero 9039, sostitutivo del comma 3 dell’articolo 1, volto a precisare sia quali siano considerate vittime della ‘ndrangheta ai fini dell’attribuzione dei benefici della legge sia che il riconoscimento dei requisiti dovrà avvenire attraverso il parere vincolante del Comitato di solidarietà alle vittime di estorsione e usura istituito presso il Ministero dell’interno.
Evidenzia, poi, che l’emendamento protocollo numero 9040 è teso a sostituire all’articolo 2, comma 1, la sentenza divenuta definitiva con la richiesta di rinvio a giudizio secondo quanto previsto dal D. Lgs. N. 163 del 2006. Illustra, quindi, l’emendamento protocollo numero 9042 che al secondo comma dell’articolo 2 dopo le parole “mancata attivazione” aggiunge “determina la nullità del contratto e confluiscono…”. Continua, illustrando l’emendamento protocollo numero 9043 che alla fine del primo comma dell’articolo 2 prevede che la clausola sia inserita anche nei contratti di subappalto ed operi nei confronti di ogni impresa con la quale i soggetti aggiudicatari di appalti e subappalti possono avere rapporti derivati.
Sottolinea, dunque, che l’emendamento protocollo numero 9047 prevede l’inserimento di un articolo 4 relativo alla qualificazione di imprese. Illustra, infine, l’emendamento protocollo numero 9048 che al primo comma dell’articolo 14 della legge regionale n. 31 del 2008 le parole “di norma” sono soppresse.
Esprime parere favorevole sull’emendamento iscritto al protocollo numero 9026 e chiede che gli emendamenti iscritti ai protocolli numeri 9035, 9039, 9040, 9042, 9043, 9047 siano trattati in coordinamento formale per verificarne la coerenza con la normativa nazionale di riferimento. Propone, infine di rinviare l’emendamento iscritto al protocollo numero 9048 al quinto punto previsto all’ordine del giorno.
Pretende più chiarezza da parte del relatore.
Chiarisce che riguardo agli emendamenti presentati bisogna solo cercare di capire se sono in linea o in contrasto con la normativa nazionale per individuare la soluzione più giusta ed evitare così che un provvedimento adottato sia poi impugnato davanti alla Corte costituzionale.
Pone ai voti l’articolo l (Interventi regionali di sostegno alle imprese vittime della 'ndrangheta) e l’articolo 2 (Contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’imprenditoria) della proposta di legge numero 144/9^ che sono approvati con autorizzazione al coordinamento formale.
Intervenendo sul contenuto della proposta di legge e non per una dichiarazione di voto, ricorda che le iniziative del Consiglio regionale devono mirare a produrre un dibattito articolato e che l’istruttoria della struttura tecnica ha paventato profili di incostituzionalità che pongono vari dubbi. Così facendo, pertanto, si andrebbe ad approvare, a suo dire, un provvedimento di legge senza conoscere gli effetti prodotti sul territorio; ribadisce, dunque, la posizione di astensione assunta, al riguardo, in Commissione.
Interviene per la dichiarazione di voto, invitando a considerare le argomentazioni sollevate che devono, comunque, essere prese in considerazione per cercare di concretizzare enunciazioni che, al momento, restano solo di principio.
Ribadendo quanto sostenuto dal
consigliere Maiolo sull’astensione, da intendersi come non condivisione del
contenuto, dichiara, pertanto, di astenersi sulle seguenti proposte: sul punto
4 perché privo di copertura finanziaria; sul punto 5, condividendo la tesi del
consigliere Bova, perché ritiene più giusto parlare di mafia in quanto termine
più generico; sul punto relativo
all’Agenzia regionale per i beni confiscati perché inadeguato rispetto
all’articolazione del provvedimento; sui punti 9, 10 e
Si dichiara, infine, a favore sul punto 3, relativo al conto unico, a suo dire, forse superfluo, ma condivisibile nel merito; sul punto relativo alla costituzione di parte civile perché già prevista dal legislatore e su quello relativo al Codice etico di autoregolamentazione.
Intervenendo per dichiarazione di voto, non entrando nel merito dei provvedimenti in discussione non avendo verità “rivelata” sulla relativa efficacia, concorda con quanto detto dal consigliere Principe in merito all’astensione su alcuni provvedimenti, pur condividendone lo spirito ed esprime il suo voto contrario sulla proposta di legge numero 161/9^, ritenendo inopportuno effettuare un discrimine tra i soggetti previsti.
Esprime, inoltre, il proprio voto contrario sulla proposta di legge 56/9^ relativa all’istituzione dell’Agenzia Regionale per i beni confiscati, che comporta una spesa di 500 mila euro per il primo anno ed una spesa indefinita per gli anni successivi, censurando la mancanza di un articolato specifico che indichi come verranno spese tali risorse e, ricordando che la proposta arriva in Aula senza il parere favorevole della Commissione bilancio, ledendo così il ruolo della stessa Commissione consiliare.
Esprime la propria astensione sugli altri provvedimenti concordando con le motivazioni espresse dal consigliere Principe.
In merito alla questione sollevata dai consiglieri Maiolo e Mirabelli, ritiene che non si possa esaminare la proposta di legge numero 56/9^ in quanto non è stato completato l’iter in Commissione.
Precisato che la Commissione Bilancio non ha dato parere favorevole sulla proposta di legge numero 56/9^, in quanto priva della necessaria copertura finanziaria per gli anni successivi al primo, comunica che, successivamente, di concerto con il Dipartimento Bilancio, è stata individuata una disponibilità finanziaria, ed è stata predisposta una norma finanziaria, tuttavia non organica rispetto ad altre parti dell’articolato, con il conseguente rinvio della proposta alla Commissione antimafia per l’esame nel merito.
Ribadisce che la proposta di legge non poteva essere portata in Aula in quanto non è stato completato l’iter in Commissione. Analogamente in merito al Codice etico di autoregolamentazione non si è preso atto di quanto emerso in Commissione.
Precisa che è in discussione la proposta di legge numero 144/9^ che ancora non è stata posta in votazione.
Pone ai voti la proposta di legge 144/9^ nel suo complesso che è approvata.
Dato atto che l’emendamento protocollo 9374 a
firma del consigliere Morelli è ritirato, pone ai voti l’articolo 1 (Finalità), l’articolo 2 (Misure
per la legalità e la trasparenza), l’articolo 3 (Norma finanziaria) che sono approvati e indi la legge nel suo
complesso, che è approvata.
Comunicato che sulla proposta di legge sono
stati presentati emendamenti a firma dei consiglieri Morelli e Giordano, pone
in votazione l’articolo 1 (Finalità), l’articolo 2 (Interventi a sostegno dei beneficiari) e
l’articolo 3 (Norma finanziaria) che
sono approvati, con autorizzazione al coordinamento
formale anche degli emendamenti, indi pone in votazione la proposta di legge
nel suo complesso che è approvata.
Pone in votazione l’articolo unico che è approvato; indi pone in votazione la proposta di legge nel suo complesso che è
approvata.
Pone in votazione la proposta che è approvata.
Proposta di legge numero 56/9^ di iniziativa del Consigliere S. Magarò,
recante: “Istituzione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle
organizzazioni criminali in Calabria”
Precisato che la proposta di legge non presenta oneri finanziari perché la struttura sarà composta da dipendenti regionali, sottolinea le sollecitazioni delle associazioni che gestiscono beni confiscati all’approvazione del provvedimento in discussione, ricordando il finanziamento con una quota non inferiore al 5 % dei finanziamenti relativi ai piani regionali delle opere pubbliche.
Ricorda, inoltre, quanto riferito dal Prefetto Morcone in audizione, in merito al ritardo nell’assegnazione dei beni confiscati, ribadendo che la proposta di legge non comporta oneri finanziari.
Per chiarezza, precisa che il parere della II Commissione non è più necessario, non comportando la proposta di legge in discussione oneri finanziari.
Ribadisce il percorso della proposta di legge ricordando il rinvio da parte della Commissione Bilancio alla Commissione di merito per la riformulazione dell’articolato, sottolineando la necessità che il provvedimento abbia la necessaria copertura finanziaria.
Precisa che il riferimento era all’articolato finanziario e, in esito a quanto precisato dal Presidente Magarò, venendo meno gli oneri finanziari, la proposta di legge non necessita del parere della Commissione Bilancio.
Dichiarati decaduti gli emendamenti del consigliere
Morelli, pone in votazione l’emendamento protocollo 9076 a sua firma che è
approvato, con l’autorizzazione al coordinamento formale.
Pone ai voti
l’articolo 1 (Obiettivi), l’articolo
2(Sede e organizzazione), l’articolo
3 (Compiti), l’articolo 4 (Protocolli di intesa), l’articolo 5 (Priorità nei programmi di finanziamento)
e l’articolo 6 (Oneri finanziari) che
sono approvati e la legge nel suo complesso che è approvata.
Pone ai voti la mozione che è approvata.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato, con autorizzazione al coordinamento formale per integrare la mozione con la proposta di integrazione formale presentata alla Presidenza dal consigliere Morelli.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è approvato.
Pone ai voti l’inserimento di una mozione di iniziativa dei componenti della Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia, che è approvato.
Illustra la mozione finalizzata a prevedere ogni iniziativa idonea a migliorare la capacità operativa della Stazione Unica Appaltante, dotandola del personale necessario nelle diverse competenze, anche in previsione della organizzazione di Stazioni uniche appaltanti provinciali, indi la pone ai voti ed è approvata all’unanimità.
Pone ai voti l’inserimento di una mozione, tesa a proporre al Parlamento nazionale la modifica delle normative in materia di appalti pubblici e servizi, al fine di privilegiare i comportamenti virtuosi delle imprese che hanno dimostrato fedeltà allo stato, attraverso la creazione di una white list di aziende da premiare in sede di aggiudicazione dei contratti pubblici, che è approvato.
Pone ai voti la mozione che è approvata.
Comunica che la prossima seduta verrà convocata a domicilio, indi toglie la seduta.
La seduta termina alle 18,54
La dirigente del Servizio
(dott.ssa Ester Latella)