SEDUTA DI LUNEDI’ 31 GENNAIO 2011
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FRANCESCO TALARICO E DEL VICEPRESIDENTE ALESSANDRO
NICOLO’
Inizio lavori h. 13,05
Fine lavori h. 19,55
INDICE
STASI Antonella, Vicepresidente
della Giunta regionale
STASI Antonella, Vicepresidente
della Giunta regionale
STASI Antonella, Vicepresidente
della Giunta regionale
STASI Antonella, Vicepresidente
della Giunta regionale
Dibattito sul Porto di Gioia Tauro
IMBALZANO Candeloro (Scopelliti
Presidente)
MIRABELLI Rosario Francesco Antonio
(Gruppo Misto)
SCOPELLITI Giuseppe, Presidente
della Giunta regionale
SERRA Giulio (Insieme per la
Calabria - Scopelliti Presidente)
STASI Antonella, Vicepresidente
della Giunta regionale
Ordine del Giorno in ordine al
porto di Gioia Tauro
Ordine del giorno in ordine alla
trasmissione televisiva “Presa Diretta”
SERRA Giulio (Insieme per la
Calabria)
TREMETERRA Michele, assessore
all’agricoltura ed alla forestazione
TREMETERRA Michele, assessore
all’agricoltura ed alla forestazione
Presidenza del Presidente Francesco Talarico
La seduta inizia alle 13,05
Dà avvio ai lavori.
Dà lettura del verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Avvisato che la parte della seduta dedicata alle interrogazioni a risposta immediata sarà posta in video sul sito istituzionale del Consiglio, invita i consiglieri e gli assessori a rispettare i tempi assegnati dal Regolamento, sia per le domande sia per le risposte e le repliche.
Chiede si discuta la mozione, a firma dei consiglieri De Masi, Ciconte e De Gaetano, relativa al riparto del fondo sanitario nazionale al fine di cercare di rivedere e modificare i parametri relativi al riparto del fondo stesso ed avviare il dibattito sulla Sanità già nella seduta odierna del Consiglio regionale al fine di affrontare da subito le problematiche più urgenti.
Conclude sollecitando il Presidente a far osservare l’orario di inizio dei lavori, sottolineando che egli per primo non fisserà appuntamenti presso la sede consiliare, nei giorni di seduta.
Replica facendo osservare che il ritardo è stato causato da improrogabili incontri istituzionali..
Riferito di aver presentato un ordine del giorno sul riparto del fondo sanitario nazionale che fa riferimento soprattutto agli indicatori della condizione socio-economica, evidenzia che una sua interrogazione a risposta immediata non è presente nell’ordine del giorno di seduta pubblicato sul sito istituzionale.
Precisa che l’interrogazione del consigliere Salerno è stata ricevuta dopo la pubblicazione dell’ordine del giorno ma che verrà, comunque, inserita dopo tutte le altre interrogazioni ed auspica sulla questione della Sanità la presentazione di una mozione comune che possa, successivamente, essere presentata al Governo centrale.
Illustra l’interrogazione, rivolta al Presidente della Giunta regionale ed all’assessore al lavoro e politiche sociali, finalizzata a sapere se nel bilancio del 2010 è stata effettivamente stanziata la somma di euro 600 mila (330mila euro nell’annualità 2009 e 300 mila euro nell’annualità 2010) per i contributi alle cooperative sociali che gestiscono beni confiscati alla criminalità organizzata, ai sensi della legge regionale n. 7 del 2006, stante che ad oggi dette cooperative non hanno ricevuto alcun finanziamento né alcuna rassicurazione in merito allo stesso. Riferito che il 30 dicembre il Dipartimento ha adottato un provvedimento, in tal senso chiede di sapere se tale atto prevede un impegno di spesa e se siano state avviate le procedure per il bando, evidenziando che un mancato impegno e successiva liquidazione delle risorse entro il 31 dicembre 2011 rischierebbe di far venir meno le risorse assegnate nel bilancio 2010, danneggiando le associazioni che vivono continui rischi sul territorio.
Precisato che le somme sono state impegnate con Decreto dipartimentale del 30/12/2010 e che, di conseguenza, il finanziamento non andrà perduto, rassicura che il procedimento è stato avviato secondo le norme di buona gestione.
Prende atto della risposta dell’assessore Stillitani, sottolineando l’importanza di intervenire concretamente in tutte le azioni che favoriscano il contrasto alla ‘ndrangheta.
Illustra l’interrogazione, rivolta al Presidente della Giunta regionale, nella qualità di commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, con la quale, fa preliminarmente rilevare che il Regolamento regionale numero 11 del 4 agosto 2009 (Compartecipazione alla spesa sanitaria - Ticket) stabilisce che sono esentati dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria esclusivamente, gli invalidi civili al 100% per lavoro e non anche i soggetti invalidi per servizio appartenenti alle categorie dalla 2° all'8°, precisando, altresì, che il predetto Regolamento è stato modificato, con Decreto del Presidente della Giunta regionale, esclusivamente, nella parte relativa all'esenzione dal pagamento della quota di partecipazione alla spesa sanitaria in base al reddito (art. 4, comma 1, lett. d).
Ritenuto che gli invalidi per servizio,
attesa la grave patologia invalidante, dovrebbero avere diritto all'esenzione
dal pagamento del ticket, analogamente a quanto accade in Regioni, pur con deficit nel sistema sanitario, quali
Precisato che
l’esenzione sugli invalidi è rimasta immodificata e che
Prende atto della risposta fornita dal Vicepresidente della Giunta regionale, sottolineando come, al di là del tecnicismo con cui si affrontano le questioni, sia importante considerare le condizioni sociali in cui si trovano le persone invalide, tenuto conto della diversa incidenza che hanno le malattie all’interno dell’ambito familiare; indi auspica, infine, che possa essere rivista tutta la normativa sul ticket.
Illustra l’interrogazione numero 74,
affermando che con legge regionale numero 41 del 5 novembre 2009 (norme per
l’istituzione e la disciplina del servizio civile in Calabria) è stato
costituito in Calabria il servizio civile volontario al fine di promuovere i
diritti fondamentali della persona e che
Pertanto, chiede di conoscere il motivo per
il quale
Precisa che la conferenza regionale sul
servizio civile è stata inserita in programma già nel mese di marzo, unitamente
alla conferenza regionale sulle associazioni di volontariato, ma che mancano in
bilancio le risorse necessarie alla sua operatività, sottolineando, a tal
proposito, come nessun piano possa essere predisposto se mancano le rispettive
risorse.
Evidenzia, comunque, la volontà di migliorare
il dettato normativo della legge regionale n. 41 del 5/11/2009 che al suo
interno presenta, a suo dire, delle imperfezioni, facendo, a tal riguardo,
riferimento al dettato dell’articolo 8 che al suo interno prevede tra i
soggetti anche gli istituti di credito che andrebbero esclusi perché a scopo di
lucro ed il dettato dell’articolo 9, comma 3 che rinvia alle linee guida
dell’articolo 4, laddove, invece, non c’è riferimento alcuno alle stesse.
Sottolinea, dunque, come
Prendendo atto della risposta, si dichiara
parzialmente soddisfatto.
Premesso che l’interrogazione è stata presentata a Dicembre nel momento in cui nell’ospedale di Lamezia Terme è stato sospeso, a causa dell’indisponibilità del titolare, il servizio di logopedia, rivolto ad una numerosa utenza, causando forti disagi e lunghe liste di attesa per i tanti bambini interessati, prende atto del fatto che il problema sia stato risolto, evidenziando che l’attività delle opposizioni è quella di controllare e stimolare soluzioni alle criticità esistenti.
Raccomanda, quindi, all’Esecutivo che simili situazioni non si verifichino nel futuro, soprattutto quando i soggetti coinvolti sono quelli appartenenti a fasce deboli, indi chiede come si intenda procedere per evitare che simili episodi si ripetano.
Evidenzia che l’episodio si è verificato a causa della mancata osservazione da parte della logopedista assegnata di un ordine di servizio, con la creazione dei disagi che ne sono conseguiti, indi riferisce che nel mese di dicembre l’azienda ha convocato le famiglie coinvolte per comunicare la riattivazione del servizio.
Giudicato intollerabile che si verifichino tali episodi, si dichiara soddisfatto della risposta ricevuta e ribadisce di augurarsi che non si verifichino mai più episodi del genere, sollecitando l’Esecutivo alla vigilanza ed al controllo, soprattutto in materia sanitaria.
Evidenzia che il Piano Sangue e Plasma regionale che regola il sistema trasfusionale calabrese, emanato con deliberazione n. 229 del 25 febbraio 1993, è obsoleto perchè non tiene conto dei profondi cambiamenti che ha subito la materia nel corso degli anni, sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista normativo. In particolare, sottolinea le novità introdotte nel 2005 dalla Legge n. 219 che contiene la "Nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale di emoderivati", affermando che a nulla sono valsi i tentativi di adeguamento alla nuova normativa da parte della Giunta regionale, affermando altresì la necessità di procedere all’emanazione di un Piano Sangue e Plasma moderno ed efficiente che assicuri, oltre all'autosufficienza, un forte coordinamento regionale e il superamento delle criticità dei servizi trasfusionali presenti in alcune zone della nostra Regione. Indi, chiede di sapere in che tempi la Giunta regionale intenda predisporre un nuovo Piano Sangue e Plasma Regionale che permetta il raggiungimento dell'autosufficienza regionale e riorganizzi l'intero settore trasfusionale nell’ambito del riordino della rete ospedaliera sul territorio calabrese,.
Riferito che con delibera di Giunta regionale si è attestato un incremento di produzione di globuli rossi e che la raccolta nel 2011 dovrà aumentare, garantendo l’autosufficienza regionale, sostenuta soprattutto grazie ai centri di raccolta di Catanzaro, Lamezia Terme e Reggio Calabria, afferma che è stato stabilito che i Commissari delle aziende sanitarie debbano incrementare la raccolta di sangue di gruppo A, attraverso l’utilizzo dei fondi previsti dalla legge del 2005, e che è stato attivato un monitoraggio continuo sull’appropriatezza prescrittiva dei farmaci emoderivati. Infine, evidenzia che le delibere di Giunta, richiamate nell’interrogazione, rispondono alle esigenze del territorio e sono conformi alla normativa nazionale.
Pur prendendo atto dell’interesse dell’Esecutivo, rileva che la trasformazione della rete ospedaliera calabrese necessita di una programmazione che coinvolga anche il sistema trasfusionale, di modo che sia possibile un suo adattamento alla nuova rete ospedaliera, affinché vengano fornite risposte concrete ai cittadini. Infine, ribadisce la necessità che venga redatto un nuovo Piano sangue.
Illustra l’interrogazione, rivolta al
Presidente della Giunta regionale, ricordando che la legge regionale 21 agosto
2006, numero 7 (Provvedimento Generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario - collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno
2006) ha autorizzato la Giunta regionale a stipulare una convenzione con
l'Associazione diabetici Fand Calabria "Diabaino Vip Vip dello
Stretto" Onlus, per la realizzazione di attività di informazione, di
educazione sanitaria e di assistenza dei diabetici calabresi e delle loro
famiglie, prevedendo, a tal fine, per lo stesso anno una spesa di € 15.000,00;
Considerato che nel bilancio di previsione
2011 non è stata stanziata alcuna somma per il finanziamento della suddetta
convenzione, atteso che l’Associazione svolge un ruolo rilevante per la nostra
società, svolgendo attività di educazione sanitaria e di assistenza ai soggetti
affetti da patologia diabetica e alle loro famiglie, chiede al Presidente della
Giunta regionale di conoscere se intende prorogare la convenzione tra la
Regione Calabria e la citata Associazione, considerata l’esigua somma prevista
per la Convenzione, o come il governo regionale intenda sopperire…
Evidenziato che la legge regionale n. 7 del 2006 autorizzava la Giunta regionale a stipulare una convenzione con l'Associazione diabetici Fand Calabria "Diabaino Vip Vip dello Stretto" Onlus , alla quale è stato garantito il sostegno sino al 2008, sottolinea che alla convenzione era conferito carattere sperimentale, non più riproponibile a causa delle ristrettezze finanziarie.
Ritiene che la Convenzione abbia rappresentato un’ottima esperienza che l’Esecutivo avrebbe dovuto ripetere, anche in considerazione delle professionalità che volontariamente hanno messo a servizio le loro esperienze e competenze, indi si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta ricevuta.
Affermato di aver appreso informalmente che
alla delegazione romana è stata depositata una disposizione di servizio per l'acquisizione
della documentazione sanitaria concernente il Piano di rientro dal disavanzo
del Servizio sanitario della Regione Calabria e, nello specifico, della
delibera adottata dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 30.07.2010, con
la quale si è proceduto alla nomina del Commissario ad acta del Presidente pro tempore della Regione Calabria nonché
della successiva delibera adottata dal Consiglio dei ministri nella seduta del
04.08.2010, con la quale si è provveduto alla nomina dei due sub-commissari per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria ed evidenziato che la Commissione consiliare "Attività
sociali, sanitarie, culturali, formative", per l'esplicazione delle sue
funzioni, non necessita, al momento, di altra specifica documentazione
attinente l'attività o le attribuzioni del Commissario ad acta e dei sub-commissari per l'attuazione del Piano di rientro,
anche perché già in possesso della relativa documentazione, chiede se il
Presidente del Consiglio regionale sia a conoscenza delle circostanze
illustrate e se la fonte che ha originato la richiesta sia legittimata a
produrre simili atti.
Riferito che in data 14 gennaio la dirigente della Terza Commissione consiliare ha autorizzato, con una disposizione di servizio, una dipendente di categoria D del Consiglio regionale, assegnata alla Terza Commissione, a prestare servizio presso la sede della delegazione romana a partire dalla data dell’ 11 gennaio, per l’acquisizione della documentazione descritta nell’interrogazione e che la menzionata dipendente ha usufruito del regime di utilizzo da parte degli uffici della delegazione romana sin dal 2008, evidenzia che l’Ufficio di Presidenza, all’unanimità, con deliberazione del 24 Novembre 2010 ha disposto la chiusura degli uffici della delegazione romana a partire dal 31 gennaio.
Riferito, inoltre, che il 5 gennaio la dipendente di cui sopra ha deciso di rientrare in servizio al Consiglio regionale, comunica che in data 20 gennaio il segretario generale, venuto a conoscenza della disposizione di servizio emessa dalla dirigente della terza Commissione, ha revocato tale atto per competenza, giudicando che non rientri tra i compiti dei dirigenti l’assegnazione del personale alle strutture amministrative.
Si dichiara soddisfatto e prende atto della celerità con cui si è provveduto alla revoca delle disposizioni.
Prima di avviare il dibattito concede la parola alla Vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi perché riferisca sulla tematica.
Riferito che l’8 gennaio 2011 il Porto di Gioia Tauro, giudicato il più importante porto del Mediterraneo, si è fermato per 30 ore, a causa del calo dei traffici marittimi e la mancanza di una strategia di mantenimento e sviluppo della struttura, sottolinea che nel 2008 la Medcenter Container Terminal (MTC) dichiarò degli obiettivi ben lontani dal dato reale, a causa della grave crisi finanziaria che ha colpito il Mediterraneo, con pesanti perdite nel 2009, che hanno comportato una contrazione consistente dei volumi di traffico, pari a circa il 17%.
Constatato, quindi, che il Porto ha vissuto per circa due anni in stato di abbandono, con investimenti deboli o assenti, riferisce che a settembre 2010 il Presidente della Giunta regionale ha sottoscritto un Accordo di Programma Quadro (APQ) con le ferrovie ed i ministeri interessati per un totale di investimento di 450 milioni di euro finalizzato a collegare il porto alla ferrovia, prevedendo, quindi, intermodalità tra gomma e binari. Inoltre, elenca le attività previste: lavori di consolidamento dei fondali ed adeguamento delle banchine, realizzazione capannoni e reti elettriche, sistemi di incentivi per le imprese che utilizzino fonti rinnovabili, creazione di laboratori, servizi di telecomunicazioni a banda larga, ammodernamento ferroviario tirrenico e ionico. Giudicato importante l’investimento che, a suo avviso, andrebbe supportato anche alla luce della concorrenza mondiale rappresentata da mega porti esistenti o in costruzione, sottolinea la miglior posizione di cui gode il porto di Gioia Tauro.
Sottolineato, quindi, che buoni risultati sono stati rappresentati dall’ abbassamento delle tasse sugli approdi che hanno consentito recuperi importanti, con inevitabili riduzioni di bilancio, evidenzia l’opportunità dell’emendamento al “Mille proroghe” che prevede che parte dei fondi non impegnati vengano impiegati per il Porto di Gioia Tauro, per la riduzione delle tasse di ancoraggio e la partecipazione alle fiscalizzazioni per gli oneri sociali delle imprese interessate, a fronte del loro impegno a mantenere i livelli occupazionali per la durata del beneficio.
Occorre, a suo avviso, mettere in campo sinergie e politiche che proteggano il Porto di Gioia Tauro, riconoscendone il ruolo centrale e favorendone il decollo, stante la sua posizione ed il ruolo leader che, però, al momento, non ha favorito alcuna integrazione con l’intera regione, anche in merito allo sviluppo di ulteriori attività quali quelle di import export.
Evidenziato il ruolo centrale rappresentato dallo sviluppo del retroporto, con l’individuazione di aree industriali per l’offerta di servizi di logistica integrata finalizzate ad attrarre domande aggiuntive e sottolineata la necessità improrogabile che vengano incentivate nuove forme di investimento, ad esempio prevedendo che le imprese diventino concessionarie di spazi di banchine, annuncia la predisposizione di un Piano di sviluppo ed un programma complessivo che nei prossimi giorni verrà posto all’attenzione del Governo nazionale, con le inevitabili ricadute su tutto il territorio regionale e non solo, che prevederà la partecipazione dei ministeri competenti, nella consapevolezza della collocazione del porto di Gioia Tauro e del ruolo che il Governo vorrà svolgere.
Presidenza
del Vicepresidente Alessandro Nicolò
Dà avvio al dibattito rivolgendo ai
consiglieri l’invito al rispetto del tempo di dieci minuti per ogni intervento.
Sottolineato il clamore che ha suscitato
sulla stampa locale e nazionale l’interruzione di 30 ore avvenuta a Gioia Tauro
l’8 gennaio 2011 a causa dell’assenza di navi e, conseguentemente, il crescere
delle preoccupazioni di lavoratori, famiglie, operatori locali e organi
istituzionali, richiama l’attenzione sulle conseguenze prodotte sul porto di
Gioia Tauro dalle scelte monopolistiche operate nel corso degli anni da
Medcenter Container Terminal, unico terminalista, e MSC, che opera in regime di
monopolio nel settore del transhipment
mondiale.
Fatto rilevare come il grave campanello d’allarme
sia stato tempestivamente colto dal Presidente Scopelliti e da molti
consiglieri regionali, con la presentazione di mozioni, che costituiscono un
chiaro esempio dell’attenzione della politica regionale verso tale
problematica, ricorda le preoccupazioni espresse, già nell’aprile 2010, quando,
peraltro, il costo per l’abbattimento delle tasse di ancoraggio fu interamente
sostenuto dall’Autorità portuale, e si ponevano forti interrogativi su cosa
sarebbe successo in futuro, senza, tuttavia, immaginare una crisi così
devastante come quella attuale.
Ritenuto che tale crisi riguardi non soltanto
Gioia Tauro ma l’intera portualità del Paese, e quindi anche i porti di
Cagliari, Taranto e i porti liguri e ribadito l’apprezzamento per le iniziative
tempestivamente intraprese dal Presidente Scopelliti, evidenzia la necessità di
reperire ulteriori risorse finanziarie, non solo per la riduzione delle tasse
di ancoraggio, ma anche per la defiscalizzazione fino al 35 percento del costo
lavoro e la riduzione delle accise sui carburanti, per non rischiare la
marginalizzazione dal mercato.
Paventando il rischio di conseguenze
spaventose derivanti dalla guerra in atto tra i porti del Nord e Sud Italia, e
ritenute inquietanti le dichiarazioni del Presidente Assoporti, esprime
apprezzamento per il senso di responsabilità dimostrato dal sindacato, che ha
dato prova, a suo dire, di avere a cuore le sorti dei circa tremila lavoratori
compresi quelli dell’indotto, rinviando, tra l’altro, il rinnovo del contratto
integrativo del 2009, e reputando, al contrario, poco credibili le motivazioni
addotte da MSC e Medcenter.
Ricordate le dichiarazioni del Presidente di
Medcenter, Gianluigi Aponte, e ravvisata l’esigenza ineludibile di un tavolo
nazionale, rivendicato dal Presidente Scopelliti, afferma la necessità di dare
attuazione all’Accordo di Programma Quadro, concordando sulla necessità di
avvio dell’intermodalità, al fine di far diventare Gioia Tauro una piattaforma
logistica del Mediterraneo, approfittando del momento di instabilità politica
dei paesi del Magreb, diretti concorrenti di Gioia Tauro
Ribadendo che Gioia Tauro non è solo un
problema calabrese ma rappresenta un punto strategico per l’intero Paese e
sottolineata la necessità di scelte coraggiose contro imprenditori cinici e
spregiudicati, auspica che il Consiglio regionale, al termine del dibattito,
pervenga all’approvazione di un documento condiviso da maggioranza ed
opposizione con una proposta concreta e praticabile.
Condivisa l’esigenza dell’odierno dibattito e
ascoltata la relazione della Vicepresidente Stasi che nella parte finale del
suo intervento ha ribadito il ruolo cruciale di Gioia Tauro nella vita sociale
e politica della Calabria, sia pur ravvisando la necessità di un percorso
comune, sottolinea che la l’Accordo di Programma Quadro, sottoscritto a
settembre, rappresenta la conclusione di un processo posto in atto dalla
precedente Giunta regionale, in una fase politica importante caratterizzata
dalla Presidenza dell’Unione Europea del Presidente Prodi, che ha posto Gioia
Tauro al centro dell’attenzione.
Ricordato che durante la precedente
legislatura era stato istituito un tavolo permanente presso la Presidenza del
Consiglio, che dal 2008 si è interrotto, ritiene che ciò debba essere valutato
tenendo conto della situazione pregressa in cui non si poteva immaginare che la
crisi finanziaria si sarebbe trasformata in crisi economica.
Ritenuto fuorviante porre l’attenzione
sull’interruzione di 30 ore avvenuta l’8 gennaio attesa la possibilità che ve
ne siano delle altre, afferma che avrebbe auspicato dalla Giunta regionale una
maggiore attenzione finalizzata all’avanzamento dello stato dell’Accordo di
Programma Quadro, sia pur nella consapevolezza della complessa gestione degli
accordi, ravvisando nella maggioranza politica regionale serie difficoltà a
imporre le proprie esigenze al Governo nazionale.
Considerato centrale il ruolo del marketing e la promozione verso il target delle imprese che hanno interesse
su Gioia Tauro, sottolinea la necessità di trovare un adeguato sostegno a
livello nazionale e internazionale e ribadisce le difficoltà connesse alla
riduzione delle risorse finanziarie da parte del Governo nazionale.
Ricordata, quindi, la delibera CIPE che ha comportato un taglio di 5 miliardi di euro al Fondo Aree Sottosviluppate (FAS), ritiene che il piano per il Sud, sul quale è scemata l’attenzione, sia soltanto la riprogrammazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN), dal quale sono stati sottratti gli interventi per le aree urbane e le politiche sull’export che avrebbero potuto interessare Gioia Tauro.
Dichiarato di aspettarsi dalla minoranza delle proposte volte a sostenere un lavoro tecnico e che puntassero a comprendere come in un breve lasso di tempo far diventare produttivo al massimo il porto di Gioia Tauro e non la quantità di risorse reperibili, sostiene l’opportunità di stilare progetti tecnici e porre in essere una battaglia meridionalistica, nello specifico calabrese, volta a mettere in atto azioni concrete. Inoltre, asserisce la necessità di un contributo importante da parte della minoranza per la crescita della Calabria, che sarà accettato se tecnicamente valido, capace di lasciare un segno tangibile dell’attività posta in essere da questa legislatura riguardo alla battaglia sul porto di Gioia Tauro.
Sottolinea come sia necessario sia un nuovo slancio culturale che non faccia perdere tempo riguardo alle scelte inerenti al porto di Gioia Tauro sia che la politica ponga in essere, con l’aiuto della minoranza, scelte importanti.
Affermato di aver ascoltato con grande attenzione la relazione della Vicepresidente Stasi e gli interventi dei colleghi, sottolinea come l’Aula non possa sottrarsi ad un confronto sul porto di Gioia Tauro, problematica di interesse, a suo dire, nazionale. Evidenzia come il porto di Gioia Tauro sia stato lasciato a se stesso, permettendo a tutte le imprese interessate, che poi hanno investito in Nord Africa, di operare in regime di monopolio, puntando solo sul transhipment senza l’ombra di alcun investimento. Sottolinea, anche, che nel porto di Gioia Tauro i diritti doganali sono della percentuale del 10 percento, ma che la struttura della dogana risulta essere depotenziata, è capace di sdoganare limitati quantitativi di merci con un danno economico rilevante per le entrate della Regione Calabria.
Affermato che il 28 luglio scorso le sue preoccupazioni riguardo alla competitività hanno trovato riscontro quando Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha abbandonato per diseconomie lo scalo ferroviario del porto a causa della mancata corresponsione di un canone di concessione, sottolinea come, a suo avviso, sia importante affrontare con decisione i nodi cruciali del problema, cambiando completamente rotta e ponendo in essere un tavolo permanente e un piano strategico che affronti tutte le problematiche più importanti.
Conclude proponendo la creazione di una Autorità portuale ad hoc che possa affrontare il problema nella sua interezza facendo in modo che il porto di Gioia Tauro diventi competitivo e non utilizzato solo per l’attività di transhipment.
Asserito che il porto di Gioia Tauro è una risorsa straordinaria ed una delle più grandi realtà economiche della Calabria, sottolinea come, tenuto conto di ciò che sta succedendo, sia opportuno che la politica si attivi al più presto al fine di evitare ritardi che potrebbero avere risvolti pesantissimi e come per evitare tutto questo sia necessario chiamare in causa il Governo centrale per dare un futuro certo ad una realtà economica importantissima come il porto di Gioia Tauro.
Sottolineato come a Roma sia stato siglato l’Accordo di Programma Quadro (APQ) ma che dei soldi previsti nell’accordo solo una minima parte è destinata al porto mentre la maggior parte delle risorse sono destinate ad altri lavori di ammodernamento, evidenzia come la Regione Calabria sia rimasta ferma con l’attuazione del programma di sviluppo del porto che doveva incrementare l’area del retro porto e fare diventare il porto di Gioia Tauro un polo logistico integrato puntando ad un livello di governance suddiviso e strutturato .
Sottolineato come i porti del Nord Africa siano più competitivi rispetto al porto di Gioia Tauro vista la differenza di costo del lavoro, evidenzia come esista una questione di competitività internazionale che deve essere affrontata dal Governo nazionale, puntando all’abbattimento delle accise, delle tasse di ancoraggio e riducendo il costo del lavoro, al fine di evitare che il porto esca completamente dal mercato. A suo avviso la Regione deve spingere politicamente a livello nazionale perché si apra un tavolo nazionale sulla questione porto e sul rigassificatore di Gioia Tauro.
Definito il problema sulla questione del Porto di Gioia Tauro di fondamentale importanza per l’economia calabrese, non solo dal punto di vista occupazionale ma anche per la commercializzazione dei prodotti, esorta gli altri consiglieri a non soffermarsi sugli errori commessi in passato ma, piuttosto, a ricercare una soluzione definitiva per ristabilire il ruolo che il porto di Gioia Tauro continua a rivestire in ambito mediterraneo.
Soffermatosi sul ruolo assunto dal porto di Gioia Tauro e sulla sua collocazione territoriale, temendo che le sue sorti vengano legate, come spesso accade, alla concezione di “mala sorte” che accompagna i calabresi, sottolinea come la questione stia oramai assumendo contorni rilevanti e seri, anche considerando che la vicenda mette in discussione non solo la politica economica della Regione, bensì la politica economica tout-cour dell’Italia e dell’Europa.
Valutando l’intervento del consigliere Orsomarso, ritiene che lo stesso non contenga i caratteri che ci si sarebbe aspettati alla luce della campagna elettorale, giudicando una “finzione” la discussione odierna; mentre, con riferimento all’intervento della Vicepresidente della Giunta regionale afferma che lo stesso, benché pertinente ed esaustivo nei contenuti conoscitivi, sia privo di proposte fattuali concrete ed incapace di attivare azioni che favoriscano investimenti dall’esterno.
Evidenziato
il dovere della maggioranza di ben governare
Concordando con le osservazioni sollevate dai consiglieri Maiolo e Bova e ricordando di aver chiesto, a nome di tutto il suo gruppo, in sede di conferenza dei capigruppo la seduta del Consiglio regionale ad hoc sul dibattito odierno, ritiene che la questione sia squisitamente politica e finalizzata a comprendere quale rapporto abbia il Consiglio regionale con il Governo nazionale.
Ricordato che la tematica del Mezzogiorno è stata al centro degli interessi nazionali in alcune fasi precise della storia dell’Italia unita, ovvero l’inizio del secolo scorso e, successivamente, tra gli anni ’50 e gli anni ’60, evidenzia che la forbice tra nord e sud si è ridotta notevolmente nel momento in cui il Paese ha rallentato la sua crescita, in particolare quando la cassa per il mezzogiorno lo ha consentito.
Convenendo con quanto sostenuto dal consigliere Bova sulla circostanza che la globalizzazione ha cambiato, oramai, l’aspetto dell’economia del Mediterraneo, ritiene che sia compito della Regione far comprendere che il Porto di Gioia Tauro rappresenta un problema per l’intera nazione e l’intera Europa e pone l’accento sull’entroterra di Gioia Tauro a cui destinare parte delle attività, con progetti pilota che consentano lo sviluppo dell’intera area.
Sottolinea, quindi, il problema rappresentato dalle infrastrutture, facendo notare come il Presidente del Consiglio dei Ministri non si sia mai soffermato sulla questione del porto di Gioia Tauro, limitandosi, a suo dire, alla discussione sul Ponte sullo Stretto, quando, a suo avviso, sono ben altre le problematiche da affrontare con urgenza, facendo riferimento alle difficoltà connesse alla viabilità stradale e ferroviaria, in particolare della linea tirrenica.
In
merito poi alla competitività, evidenzia l’importanza del rapporto tra
Ritiene, infine, che il Consiglio regionale debba discutere di problemi più inerenti alla Calabria, ma che la seduta odierna dovrebbe conferire più forza al Presidente Scopelliti ed alla sua Giunta presso il Governo nazionale, valutando quale eccellenza del Mezzogiorno e dell’intera nazione il Porto di Gioia Tauro.
Apprezzato l’ordine del giorno che, a suo avviso, costringe il Consiglio regionale a riappropriarsi della sua dimensione in seno all’Italia ed all’Europa intera, benché condivida che Gioia Tauro si affermi come centro della logistica e dei traffici, ritiene che la grande questione sia quella di affermare Gioia Tauro al centro delle attenzioni politiche nazionali, di modo che il Governo dimostri di essere amico della Calabria e del Mezzogiorno, misurando la propria vocazione meridionalista ed europea. Indi, condiviso l’intervento del consigliere Principe, dubita delle vocazioni nazionaliste ed europeiste del Presidente Berlusconi nei confronti della Calabria, evidenziando che per Gioia Tauro passa inevitabilmente un azione politica che sarà vincente o perdente a seconda delle azioni che verranno intraprese. In merito agli interventi strutturali elencati dalla Vicepresidente che pur condivide, ribadisce come si debba insistere nel chiedere al Governo di assurgere il Mediterraneo ed il mezzogiorno quale centro della politica nazionale, alla luce della concorrenza frenetica, in particolare quella orientale in cui il costo del lavoro è molto più basso. In merito, poi, al Ponte sullo Stretto che giudica teorema di un Governo interventista cui si è accodata la propaganda del governo regionale, auspica che l’attenzione venga posta su Gioia Tauro, simbolo metaforico di uno sviluppo possibile o agognato e mai arrivato. Auspica, quindi, che la seduta odierna consenta di produrre azioni concrete nell’interesse dell’intera Regione.
In merito alla discussione di cui riconosce valenza ed importanza, alla luce della grave crisi economico-finanziaria, colpevole di un arretramento sul piano economico dell’Europa intera ed in particolare delle regioni più deboli del Mezzogiorno come la Calabria, concorda sulla necessità che su tematiche così importanti non si debbano trovare forzatamente differenziazioni, ritenendo di contro che le divisioni partitiche vadano tralasciate, così come dichiarato dal consigliere Orsomarso. Concordato, anche, con la relazione della Vicepresidente che giudica precisa e soddisfacente, e condivise le osservazioni sul dato politico sottolineate dal consigliere Principe, evidenzia le difficoltà sottese alla percezione di Gioia Tauro quale problema italiano ed europeo, da assurgere a punto di riferimento della strategia politica del Governo nazionale.
Sottolineata la tenace concorrenza esistente anche nel territorio nazionale, ribadisce la necessità che il Governo operi scelte precise che consentano di comprendere se Gioia Tauro possa competere con la portualità internazionale. Ritiene, quindi, che il Consiglio regionale, con un ragionamento unitario, debba imprimere maggiore forza al Presidente Scopelliti presso il Governo nazionale, con una opposizione responsabile e costruttiva che contribuisca fattivamente a questo processo.
Censurata l’incapacità di realizzare infrastrutture di livello nell’entroterra di Gioia Tauro e di spendere risorse, osserva che le gestioni precedenti hanno previsto notevoli spese ed investimenti insufficienti. A suo avviso sarebbero dovuti essere abbattuti i costi di investimento, con opere importanti quali la piastra del freddo ed il rigassificatore che avrebbero consentito di votare Gioia Tauro allo stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli, irrobustendo l’asse di mobilità Palermo-Berlino, attraverso una serie di operazioni volte a favorire la competitività del Porto, non ritenendo al riguardo sufficiente l’abbassamento delle tasse di ancoraggio.
Ritenuto che le posizioni debbano prescindere dall’appartenenza politica, sottolinea che si sarebbe aspettato una relazione illustrativa da parte della Giunta regionale più dettagliata e capace di affrontare le problematiche esistenti. Rileva, quindi, come sia indispensabile affrontare l’emergenza attuale con provvedimenti capaci di attivare processi di transhipment, affermando l’esigenza di dare avvio al Piano regolatore sul Porto, attraverso soluzioni ferroviarie al momento insoddisfacenti rispetto alle richieste. Evidenziato che la discussione sul porto di Gioia Tauro non può non tener conto della crisi internazionale e di tutti gli aspetti connessi ad una interlocuzione con il Governo nazionale che incide anche sulla ripartizione dei fondi sanitari, pur plaudendo all’Accordo di Programma Quadro sottoscritto dal governo regionale, sostiene che lo sviluppo dell’intera Calabria e del mezzogiorno non possa prescindere dallo sviluppo del porto di Gioia Tauro, che, a suo dire, non potrà realizzarsi esclusivamente con scelte legate alle fiscalizzazioni.
Evidenziato il ruolo fondamentale del retro porto il cui sviluppo non dipende esclusivamente dal governo regionale, ribadisce la necessità che l’Esecutivo si rapporti con il Governo nazionale affinché prenda decisioni concrete ed efficaci che non facciano pagare alla Calabria “lo scotto” delle rare politiche di favore registrate in passato.
In merito al trasporto su rotaie, giudica impensabile che Ferrovie Italia programmi esclusivamente sulla base degli investimenti della Regione Calabria, a fronte di investimenti di competenza nazionale.
In conclusione, auspica che l’ordine del giorno che scaturirà dalla discussione dia realmente al Presidente Scopelliti la forza di confrontarsi con il Governo per comprendere se Gioia Tauro possa assurgere ad elemento principale di sviluppo per l’intero mezzogiorno.
Ravvisata, preliminarmente, la necessità che
il Consiglio regionale risponda alle affermazioni, sia pur provocatorie, della
presidente di Contship, Battistello, ribadendo con forza che in Calabria si può
creare sviluppo d’intesa tra istituzioni, sindacato, forze sociali e non,
inevitabilmente, d’intesa con la mafia, evidenzia nel passato l’incapacità
manageriale e politica a seguire il disegno tracciato.
Ricordate le affermazioni dell’amministratore
delegato della Medcenter che ha riconosciuto la mancanza di competitività del
porto di Gioia Tauro, riconosce l’errore di sudditanza psicologica nei
confronti della Medcenter commesso in passato dalla politica
Ravvisate le difficoltà logistiche e
operative del porto di Gioia Tauro che allontanano gli investitori
internazionali, evidenzia la necessità di porre termine agli scontri
istituzionali tra gli organismi competenti, quali l’ASI, l’Autorità portuale e
il Commissario governativo, avviando una seria programmazione di interventi,
per non proseguire in uno sterile dibattito che si protrae da ormai molti anni.
Relativamente a quanto sostenuto dalla
Vicepresidente Stasi in merito al recupero di risorse finanziarie per
interventi infrastrutturali, rileva che tali misure non si trovano in aderenza
né con la realtà regionale né con gli investimenti nazionali, sottolineando la
necessità di recuperare alla proprietà pubblica i capannoni, allo stato chiusi,
costruiti, nell’area adiacente al porto, avvalendosi degli incentivi previsti
dalla legge statale, Al fine di metterli a disposizione delle imprese
interessate ad investire nell’area.
Ricordata la sovvenzione globale del 1999 e i
problemi connessi ai vincoli paesaggistici che ricadono su tali aree,
sottolinea l’urgenza di comprendere la linea politica nazionale per i porti e
le aree industriali, tentando di risolvere concretamente i problemi.
Ravvisata la necessità di cogliere la sfida
di trasformare l’area di Gioia Tauro in un’area produttiva, ritenuto il blocco
di 30 ore un falso problema, non reputa sufficiente la sottoscrizione
dell’Accordo di Programma Quadro, essendo, a suo avviso, prioritario un
maggiore coinvolgimento del Governo nazionale e dell’Unione europea.
Con riferimento all’ordine del giorno predisposto,
lo ritiene caratterizzato da insufficienze che dovranno essere colmate per
avere il voto favorevole.
Presidenza
del Presidente Francesco Talarico
Ringraziato il Presidente per l’opportunità
di discutere nell’odierna seduta del Consiglio regionale la problematica che
non riguarda solo il porto di Gioia Tauro, per non commettere lo stesso errore
del passato, ricorda le fasi che hanno portato alla nascita del Porto di Gioia
Tauro, per volontà di un privato, e dei vari interventi dei governi nazionali
che si sono succeduti che hanno stanziato ingenti risorse finanziarie verso
porti gemelli, come riportato nel “Dossier”, intitolato “I Finanziamenti del Governo italiano al porto di Malta – Un altro capitolo
del <caso> Gioia Tauro” .
Ritenuto che, paradossalmente, sia stata
controproducente per Gioia Tauro l’iniziale crescita esponenziale, che impedì ai governi nazionali, presi
dall’euforia, di guardare al futuro avviando una seria ed attenta programmazione
per aumentare la competitività nei confronti degli altri porti, come in
particolare Malta, che hanno preparato una controffensiva, sottolinea la scelta
innovativa delle società di navigazione di acquisire strategicamente dei porti,
come ad esempio il porto di Port Said che è stato acquisito dalla MAERSK .
Auspicando la conclusione degli accordi in
atto tra Medcenter e MSC, che potrebbero portare MSC ad acquisire il porto di
Gioia Tauro, ribadisce l’auspicio che Gioia Tauro mantenga forte il transhipment, sia pur precisando che non
può parlarsi solo di transhipment, atteso
che nel settore Gioia Tauro non è nelle condizioni di stabilire le regole del
mercato.
Ricordato come nel passato i governi
nazionali hanno considerato marginale e non baricentrico il porto di Gioia
Tauro, rende noti i dati di uno studio condotto nell’area del Mediterraneo,
sottolineando che i porti più avvantaggiati sono quelli vicino al canale di
Suez e allo stretto di Gibilterra e quindi, i porti italiani come Gioia Tauro,
sia pur in una collocazione geografica positiva, presentano problematiche di
competitività sul mercato.
Ravvisate le problematiche che impediscono la
competitività dei porti italiani e di Gioia Tauro, in particolare, nella
esosità del costo del lavoro di operai ed impiegati rispetto all’Egitto o al
Marocco, nella disomogeneità di tassazione sui vettori che comportano per i
porti nord africani l’esenzione della tassazione nella fase di start up, nonché le accise maggiori nei
porti italiani, ribadisce la necessità di portare avanti con impegno le
trattative al tavolo nazionale, avvalendosi della collaborazione della
Vicepresidente Stasi e auspicando di produrre un documento unitario, d’intesa
con il mondo imprenditoriale, sindacale e politico, sostenendo l’emendamento al
decreto “Mille proroghe”.
Con riferimento all’Accordo di Programma
Quadro, ritenendo allo stato poco importante se il merito della sottoscrizione
sia da ascrivere all’attuale o alla precedente Giunta regionale, precisa che
sono in fase di realizzazione alcuni interventi, affermando che sono allo
studio anche soluzioni alternative d’intesa con l’Autorità portuale.
Ribadita la peculiarità del porto di Gioia
Tauro che accoglie le grandi navi, movimentando i container attraverso gomma e
ferrato con conseguente notevole risparmio di tempo, ritiene che eventualmente
in futuro si potrebbe impostare una nuova strategia facendolo divenire porto
che accoglie anche navi di piccolo cabotaggio.
Ritenuti fondamentali gli investimenti di
Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sulla linea Sibari–Taranto-Bari-, ritiene che
la partita si giochi sulla capacità di un diverso utilizzo delle aree adiacenti
al porto, considerando, altresì, prioritaria la capacità della Regione,
d’intesa con il Governo nazionale, di realizzare una fiscalità di vantaggio per
aumentare la competitività.
Ravvisata la necessità di scelte condivise,
ribadisce l’impegno dell’Esecutivo regionale a dare slancio e forza al porto di
Gioia Tauro, per creare sviluppo economico e occupazione, al fine di ottenere
un risultato importante per non ritrovarsi a parlare tra cinque anni di una
ulteriore perdita di chance per Gioia
Tauro e per la Calabria.
Afferma che, visto il sentire comune sulla necessità di rilancio del porto di Gioia Tauro, viene presentato un ordine del giorno da approvare con eventuali modifiche proposte dalla minoranza. Critica il Comportamento del Consiglio provinciale di Reggio Calabria che, a suo avviso, avrebbe dovuto discutere di questo importante tema, magari, in una seduta ad hoc.
Afferma che l’ordine del giorno proposto per l’approvazione dovrebbe riflettere il dibattito che si è sviluppato in Aula e le conclusioni che sono scaturite dall’intervento del Presidente Scopelliti, di contro, a suo avviso, l’ordine del giorno sembra ristretto all’ ambito calabrese. Evidenzia, inoltre, come il Consiglio non possa impegnare se stesso ma debba impegnare il Presidente della Giunta ad esercitare pressioni politiche nei confronti del Governo centrale per l’istituzione di un tavolo tecnico che affronti in modo concreto il problema.
Afferma che, nel suo precedente intervento, aveva già anticipato la piena disponibilità ad integrare l’ordine del giorno con le modifiche proposte dalla minoranza.
Stigmatizzato il comportamento del Consiglio provinciale di Reggio Calabria per non aver discusso del problema legato al porto di Gioia Tauro, sottolinea come quella del Porto sia oramai una questione di competitività internazionale e che l’ordine del giorno, proposto con l’impegno del presidente della Giunta a porre in essere un tavolo tecnico a livello di Governo centrale, può essere approvato.
Pone in votazione l’ordine del giorno sulla problematica inerente il porto di Gioia Tauro che è approvato all’unanimità, con l’autorizzazione al coordinamento formale tra le diverse proposte avanzate.
Asserisce che l’ordine del giorno in discussione mira a stigmatizzare il reiterato comportamento di alcune trasmissioni televisive che utilizzano un sistema di informazione denigratorio per la Regione Calabria e le sue massime figure istituzionali .
Affermato di non sentirsi offeso dalla trasmissione ma dai fatti imputati a qualche politico calabrese, sottolinea che gli errori dei consiglieri regionali non vadano difesi, ma che è necessario tutelare l’immagine della Calabria con un impegno continuo e cristallino.
Affermato di concordare con quanto asserito dal consigliere Talarico, sottolinea che la trasmissione di ieri faceva delle allusioni riguardo all’immagine dell’allora Sindaco di Reggio Calabria e oggi Presidente della Giunta regionale Scopelliti.
Dichiara il suo voto contrario perché, a suo avviso, approvare l’ordine del giorno significherebbe porre in essere un atto di debolezza che non sarà utile all’immagine della Calabria.
Asserito che chiunque sbaglia deve pagare assumendosi le proprie responsabilità, sottolinea come in campagna elettorale il Presidente Scopelliti ha chiesto a tanti candidati non graditi di farsi da parte, comportamento, questo, che il giornalista televisivo ha dimenticato di evidenziare.
Affermato di aver firmato il documento con convinzione in quanto lo stesso si riferisce ad un fatto specifico e cioè al tentativo reiterato di delegittimare la nostra Regione, dichiara che nessuno vuole si taccia sulle problematiche relative alla ‘ndrangheta ma si polemizza verso quel tipo di informazione che stravolge i fatti pur di mettere in cattiva luce la Calabria.
Ricordato che il tragico assassinio del Vicepresidente del Consiglio regionale, Fortugno, è stato lumeggiato da alcuni quotidiani nazionali come conseguenza di comportamenti non corretti della stessa vittima, mentre proprio l’allora Presidente della Repubblica, Ciampi, volle essere vicino al Consiglio regionale, chiede che l’Ufficio di Presidenza solleciti l’iter delle denunce presentate dal precedente Ufficio contro quanti indicavano il Consiglio della precedente legislatura come quello degli “indagati”.
Invita tutti i consiglieri a riportare la questione ai suoi termini reali, non dimenticando che il Consiglio regionale è la massima istituzione della Calabria, mentre, a volte, si ha un’immagine deturpata della Regione a causa della cattiva pubblicità dei mass-media.
A suo parere, il Consiglio regionale non deve entrare in polemica con una trasmissione televisiva, proprio perché molte volte sono le stesse trasmissioni a rendere immagini distorte e ledere la dignità di organismi importanti, ritenendo, piuttosto, opportuno rinviare il dibattito alla seduta del Consiglio regionale del 22 febbraio dove si avrà modo di affrontare il tema della legalità e di discutere approfonditamente sulla questione.
Giudicando l’eccezione sollevata dal consigliere Adamo non congrua rispetto al dibattito attuale, suggerisce che l’ordine del giorno venga ritirato perché non opportuno perché la decisione assunta dal Consiglio regionale potrebbe essere strumentalizzata da parte degli avversari politici e dei mass-media, annunciando, laddove si dovesse decidere di non ritirare l’ordine del giorno, il suo voto contrario.
Invita i capigruppo ad avvicinarsi al banco di Presidenza; successivamente riavvia i lavori.
Proponendo la sospensione del documento perché attinente a fatti molto delicati, chiede non si metta in votazione in modo da approfondire la questione nella prossima seduta di Consiglio regionale allo scopo di conferire alla tematica trattata un approccio più strategico e rispettoso della dignità consiliare, cercando di elaborare, al contempo, una strategia di comunicazione adatta.
Condividendo la richiesta del consigliere De Masi, a suo avviso ricollegabile ad una precisa volontà politica ed una scelta importante, propone di non votare il documento in esame ma di inserirlo all’ordine del giorno della successiva seduta di Consiglio regionale del 22 febbraio per discuterlo in maniera più approfondita.
Prendendo atto delle richieste formulate dai consiglieri, dichiara che l’ordine del giorno è ritirato dal proponente ed aggiorna la discussione sul documento alla seduta di Consiglio regionale del 22 febbraio.
Riferisce che la proposta di legge sull’ istituzione dell’enoteca regionale “Casa dei vini di Calabria” nasce da un esame abbinato delle proposte formulate da alcuni consiglieri e dalla Giunta regionale e norma un nuovo sistema di gestione chiamato ad operare sul territorio calabrese al fine di valorizzare i vini calabresi, promuovendone la commercializzazione, la diffusione e la conoscenza, dando particolare attenzione e rilevanza ai vini doc (denominazione d’origine controllata).
Considerando che si tratta di un sistema integrato di sviluppo, chiaro e definito nei suoi principali effetti, in grado di coinvolgere varie realtà locali, come, ad esempio, le botteghe del vino, le strade del vino, le cantine, le scuole di formazione, sottolinea come la valorizzazione di un settore così importante come quello del vino sia al centro di due realtà turistiche e attrattive, l’eno-turismo ed il turismo rurale.
Ritiene, dunque, che l’accoglimento della suddetta proposta di legge, del tutto in linea, a suo dire, con le linee politiche della Regione, possa rappresentare un’ottima “vetrina” per la Calabria, ma anche uno strumento per le iniziative di promozione e valorizzazione del territorio regionale, dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale, permettendo, altresì, di essere a contatto con le realtà locali e le attrattive naturalistiche.
Conclude sottolineando come la proposta di legge in oggetto preveda per la sua realizzazione ed assuma, di fatto, coperture finanziarie effettive e reali, non simboliche, e sia perfettamente adeguata agli obiettivi ed alle linee di intervento della attuale legislatura.
Compiaciuto ma non completamente soddisfatto del testo che si va ad approvare, evidenzia che nella provincia di Crotone fu creata una casa dei vini, con il sostegno di tutte le associazioni di categoria, produttori ed amministratori locali, affermando con forza che la valorizzazione dei propri prodotti non può che contribuire allo sviluppo territoriale, così come avvenuto nel crotonese la cui valenza dei vitigni non può essere, a suo giudizio, negata.
Affermando, quindi, l’innegabile suggestione storico culturale rappresentata dal settore, afferma che avrebbe preferito, al pari delle amministrazioni crotonesi, che l’enoteca della Calabria fosse collocata nel cirotano, non apprezzando di contro la formula compromissoria proposta dal Dipartimento che, pur essendo un riconoscimento per la sede cirotana, di fatto non soddisfa ed addirittura nega l’attuale condizione del territorio, stante gli sforzi imprenditoriali generalmente riconosciuti. Pur percependo lo sforzo compiuto da qualche consigliere regionale, registra quale sano compromesso la scelta di riconoscere al cirotano la prerogativa di effettuare ricerche salvo poi demandare alla sede di Lamezia Terme quella di sviluppare l’innovazione tecnologica, causando a suo dire contraddizioni tra la ricerca e l’innovazione. Chiede, quindi, si studi una soluzione definitiva che superi le contraddizioni evidenziate ed aderendo, comunque, alla proposta, auspica venga restituita ad entrambe le enoteche la loro dignità.
Rispetto alle considerazioni del consigliere De Masi ritiene di dover precisare la volontà politica puntuale dell’Esecutivo in merito al territorio del cirotano, ricordando l’iter di avvio della proposta che – ricorda – trova le sue origini in una proposta della Provincia di Crotone. Ricorda, altresì, che proposta di eguale contenuto, a sua firma, nella scorsa legislatura non riuscì ad essere esaminata neanche in Commissione consiliare. Plaude, quindi, all’iniziativa della Giunta regionale che consentirà di favorire anche l’indotto enogastronomico e turistico e sottolineato che per quantità e qualità del vino la zona del cirotano non ha eguali, accoglie con soddisfazione l’approvazione del testo di legge ed in rappresentanza del territorio porge i ringraziamenti al Presidente della Giunta ed ai suoi assessori.
Espresso vivo apprezzamento per l’istituzione dell’enoteca regionale in considerazione della valenza economico turistica che tale struttura potrà rappresentare e giudicata positivamente la denominazione dell’enoteca “Casa dei vini di Calabria” che consentirà di valorizzare le diverse tradizioni storiche, favorendo l’innovazione tecnologica, ringrazia il Presidente della Giunta regionale per aver contribuito alla valorizzazione delle enoteche al di là dei campanilismi, in una prospettiva squisitamente finalizzata alla valorizzazione dei territori calabresi. In conclusione, ritiene che la proposta di legge in discussione contenga soluzioni capaci di rappresentare all’esterno una Calabria propositiva e ricca di produzioni.
Chiede al consigliere Nucera di prendere posto ai banchi assegnati alla maggioranza.
Ritenendo che non possano esserci suddivisioni in merito alla proposta in esame e non ravvisando preclusioni nel prendere la parola da un posto diverso da quello assegnato, nel merito della legge ripercorre la storia dei vini calabresi legati nelle loro denominazioni al fulcro della Magna Graecia che, a suo avviso, non sono riscontrabili nel cirotano. Evidenziata, quindi, la produzione vinicola di altri territori calabresi, quali quelli del versante jonico reggino, il cui radicamento sul territorio meriterebbe, a suo dire, la giusta valorizzazione, ricorda che il provvedimento è stato approvato in Commissione all’unanimità, attraverso un coordinamento formale di più testi, dimostrativo della responsabilità e collaborazione dei consiglieri che hanno mediato per addivenire a scelte ampiamente condivise. Censurata, quindi, l’ipotesi di eventuali scelte di rivisitazione in sede di Consiglio regionale e chiesto un voto coerente con quanto già avvenuto in Commissione, attraverso la valorizzazione dei centri già esistenti al fine di attuare l’articolo 4 della proposta di legge recante “attività di istruzione, formazione, ricerca ed assistenza tecnica”, denuncia la presenza di proposte che vorrebbero modificare le sedi previste all’articolo 1, per fini, a suo dire, esclusivamente campanilistici.
Invita, quindi, i consiglieri ad essere attenti sulla discussione nel caso in cui venga modificato il testo approvato all’unanimità in Commissione, insinuando che ci siano emendamenti non ammissibili.
Condiviso l’intervento del consigliere Nucera, ritiene che gli emendamenti presentati siano tutti fuori termine, quindi inammissibili perché presentati in data odierna, sostenendo che la sede di Monesterace non possa essere elisa dal testo ed espunta dall’elenco delle sedi previste all’articolo 1 del testo in esame.
Soddisfatto dall’approvazione di una legge che consentirà di valorizzare gli impianti strategici per la valorizzazioni delle produzioni vinicole calabresi e ritenuto che gli emendamenti consegnati stravolgano il testo approvato all’unanimità dalla Commissione, non accetta una eventuale modifica delle sedi territoriali, così come previste all’articolo 1 del testo di legge, evidenziando il valore della scuola di San Marco Argentano e condividendo pienamente le osservazioni del consigliere Nucera. Infine, censurati quegli emendamenti che a suo avviso stravolgono la filosofia della proposta, chiede una breve sospensione per conferire con i capigruppo di maggioranza.
Ricordato il percorso della legge in Commissione e censurati gli atteggiamenti campanilistici che impediscono di cambiare il volto della Regione, ritiene opportuno dimostrare di essere politicamente corretti e ricorda l’impegno assunto in Commissione dal consigliere Morelli di farsi portavoce in Aula delle istanze emerse nel corso della seduta della Commissione.
Ribadita la necessità di operare una
inversione di tendenza, liberandosi dalle istanze dei propri territori di
appartenenza, ritiene vergognoso presentarsi in tal modo all’opinione pubblica,
censurando la distribuzione a pioggia di risorse finanziarie nei propri collegi
elettorali.
Apprezzati alcuni degli interventi dei consiglieri e censurati gli atteggiamenti campanilistici, precisa che l’istituzione dell’enoteca regionale è uno strumento giuridico ormai improcrastinabile, per consentire alla nostra regione di essere concorrenziale nel settore della politica agricola.
Precisato che la ratio della proposta di legge si discosta da esigenze
campanilistiche e ringraziata la Commissione per il lavoro svolto, precisa che
alcuni degli emendamenti presentati dall’Assessorato, sono finalizzati ad
evitare di far trasparire all’esterno un atteggiamento volto ad accontentare
tutti i territori.
Ribadita la censura agli atteggiamenti
campanilistici che rischiano di mettere in discussione la ratio della proposta di legge, rivendica la possibilità della
Giunta regionale di adottare dei correttivi alla proposta di legge per avere
una Calabria e non tante Calabrie, atteso che le attività formative e i
percorsi enogastronomici possono essere avviati in diversi territori,
indipendentemente dalla previsione legislativa.
Invita i capigruppo ad avvicinarsi al Banco
della Presidenza
(Si
avvicinano al Banco della Presidenza)
Passa all’esame degli emendamenti, dando atto che il sub emendamento presentato dal consigliere Nucera è stato trasformato in ordine del giorno e verrà posto in votazione successivamente. Indi, passa al sub emendamento protocollo numero 5141 a firma del consigliere Fedele, all’emendamento protocollo numero 5023, a firma Trematerra.
Illustra il sub emendamento al comma 2
dell’articolo 1 che propone di localizzare la sede dell’Enoteca regionale a
Cirò.
Propone al consigliere Fedele il ritiro
sull’emendamento, ritenendo opportuno mantenere la dicitura proposta
dall’Assessorato ossia “del cirotano” che comprende anche il comune di Cirò,
che potrebbe, ad esempio, non avere una sede idonea, comportando, in tal caso,
la necessità di procedere ad una modifica della legge.
Ribadisce la volontà contenuta
nell’emendamento di stabilire la sede a Cirò.
Propone di dare mandato alla Giunta regionale
di fissare successivamente la sede, o in alternativa di indicare Cirò e, se
sprovvista di sede, nell’area del Cirotano.
Chiede di intervenire per dichiarazione di voto,
annunciando il proprio voto contrario in quanto il suo emendamento stravolge i
lavori della Commissione.
Pone ai voti il subemendamento protocollo
5141 del consigliere Fedele, come emendato in Aula su proposta del consigliere
Dattolo, che è approvato. Indi pone ai voti l’emendamento protocollo numero
5023, a firma Trematerra, al comma 2 dell’articolo 1 che è approvato, come
emendato. Pone ai voti l’articolo 1 (Finalità)
che è approvato come emendato e l’articolo 2 (Obiettivi) che è approvato. Indi, pone ai voti l’emendamento
protocollo numero 5029, a firma Trematerra, che propone di sostituire il comma
3 dell’articolo 2 bis, che è approvato. Indi, pone ai voti l’articolo 2 bis che
è approvato, come emendato. Passa all’emendamento protocollo numero 5028
all’articolo 3 (Costituzione, struttura e
competenze dell’Enoteca regionale), a firma Trematerra, che propone di
sostituire il comma 3, lo pone in votazione ed è approvato. Pone in votazione
l’articolo 3 che è approvato, come emendato. Passa all’emendamento protocollo
numero 5026, a firma Trematerra, all’articolo 4 (Attività di istruzione, formazione, ricerca e assistenza tecnica)
che è approvato. Indi, pone in votazione l’articolo 4 che è approvato, come
emendato.
Pone, poi, in votazione gli articoli 5 (Attività propedeutiche e modalità di
costituzione dell’Enoteca regionale), 6 (Comitato
tecnico-scientifico), 7 (Finanziamenti),
8 (Modalità di concessione dei
finanziamenti), 9 (Botteghe del vino),
10 (Strade del vino), 11 (Competenze della Regione), 12 (Competenze dei Comuni e delle Province)
e 13 (Disposizioni Finanziarie ed entrata
in vigore della presente legge) che sono approvati e la legge nel suo
complesso che è approvata. Si passa, quindi, all’ordine del giorno a firma del
consigliere Nucera.
Da lettura dell’ordine del giorno.
Pone ai voti l’ordine del giorno che è
approvato.
Pone in discussione la proposta di legge n. 102/9^ e l’emendamento protocollo numero 4624 relativo alla proposta in discussione.
Illustra l’emendamento protocollo numero 4624 affermando che lo stesso estende la costituzione delle elaioteche a tutte le province della Calabria al fine di incentivare il turismo nel territorio calabrese.
Esprime parere negativo.
Pone in votazione l’emendamento protocollo numero 4624 che è respinto., indi pone in votazione gli emendamenti protocollo numero 5031,5033,5034 che sono approvati, pone in votazione l’articolo 1 (finalità), l’articolo 2 (costituzione degli oli extravergini d’oliva di Calabria), l’articolo 3 (attività di formazione), l’articolo 4 (finanziamenti), l’articolo 5 (modalità di concessione dei finanziamenti), l’articolo 6 (attività propedeutiche e modalità di costituzione della casa degli oli extravergini d’oliva in Calabria), l’articolo 7 (disposizioni finanziarie), che sono approvati, indi pone in votazione la legge nel suo complesso che è approvata.
Pone in discussione la proposta di provvedimento amministrativo numero 90/9^.
Afferma che il provvedimento in discussione è stato approvato all’unanimità nella quinta Commissione ed è teso a modificare l’articolo 36 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Precisa che l’integrazione al Regolamento interno intende portare delle ulteriori delucidazioni riguardo alla presentazione di una scheda tecnica che verrà allegata ad ogni singola proposta di legge, senza essere vincolante per la decisione della Commissione, ma volta esclusivamente a migliorare la qualità e la fattibilità delle leggi.
Pone in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 90/9^, che è approvata, indi toglie la seduta, comunicando che la prossima seduta verrà convocata a domicilio.
La seduta termina alle 19,55
La dirigente del Servizio
(dott.ssa Ester Latella)