X LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
__________
9.
SEDUTA
DI MARTEDI’ 28 LUGLIO 2015
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE ANTONINO SCALZO, DEL
VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO E DEL
PRESIDENTE NICOLA IRTO
Inizio lavori
h. 16,20
Fine lavori h. 19,48
INDICE
NERI Giuseppe, Segretario
Questore
Dimissioni del Presidente del
Consiglio regionale Antonino Scalzo
AIETA Giuseppe (Partito
Democratico)
ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro
Destra)
BEVACQUA Domenico (Partito
Democratico)
BOVA Arturo (Democratici
Progressisti)
CANNIZZARO Francesco (Casa delle
libertà)
GRECO Orlandino (Oliverio
Presidente)
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso
Vincenzo (Casa delle libertà)
NERI Giuseppe, Segretario
Questore
NICOLÒ Alessandro (Forza Italia)
ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)
ROMEO Sebastiano (Partito
Democratico)
SALERNO Nazzareno (Forza Italia)
SCULCO Flora (Calabria in rete)
TALLINI Domenico (Gruppo Misto)
NERI Giuseppe, Segretario-Questore
OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente
della Giunta regionale
Presidenza del Presidente Antonino Scalzo
La seduta inizia alle 16.20
Dà avvio ai lavori invitando il Segretario Questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Informa che sul punto, come stabilito all’unanimità dalla Conferenza dei capigruppo, non si procederà a votazione, atteso che le dimissioni sono irrevocabili, e che interverrà preliminarmente il presidente Scalzo e, ove richiesto, si darà seguito al dibattito, concedendo la parola ad un consigliere per Gruppo per massimo cinque minuti.
(L’intervento è riportato integralmente)
Signor Presidente della Regione, signori Assessori, cari colleghi, prima della presa d'atto delle mie dimissioni dalla carica di Presidente dell'Assemblea legislativa calabrese, prima di procedere con l'elezione di chi mi succederà su questo prestigioso scranno, prima che io torni a occupare il mio posto di consigliere regionale, ritengo doveroso rivolgere a tutti voi un breve indirizzo di saluto e tracciare un sintetico bilancio di quanto fatto in questi mesi.
La mia esperienza alla guida del Consiglio regionale si conclude con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato conferitomi da quest'Aula, in ragione di una mia scelta personale e politica.
Ho già avuto modo di spiegarlo all'opinione pubblica ma il rispetto dovuto a questa Istituzione mi impone un passaggio, formale e sostanziale, dinanzi alla massima Assemblea democratica della nostra Regione.
La
decisione di lasciare
Ho scelto di dimettermi per rispetto delle Istituzioni ma soprattutto per senso di responsabilità politica.
È vero che, da Presidente del Consiglio regionale, ho assunto un ruolo di “arbitro super partes” nelle attività assembleari; ma è altrettanto vero che per entrare in Consiglio ho ricevuto un'ampia investitura democratica legata a un progetto politico, quello del Partito Democratico e del centrosinistra, di cui sono espressione.
Era dunque doveroso, da parte mia, che ogni decisione non fosse frutto di un calcolo personale ma tenesse conto delle superiori esigenze del progetto di governo della Regione Calabria che ho condiviso e che ho intenzione di portare avanti sotto la presidenza di Mario Oliverio.
Nessuno, nelle sedi politiche del mio partito di appartenenza, ha chiesto le mie dimissioni. Ma non avrei mai potuto consentire di essere considerato di ostacolo al rilancio dell'azione di buon governo, di cui questa comunità ha bisogno per far fronte alla difficoltà socio-economica in cui essa versa.
Sono un uomo di partito e, prima ancora, un cittadino calabrese che, essendo chiamato a svolgere un ruolo pubblico, non può abdicare al senso di responsabilità che proprio da quel ruolo discende.
Dedicherò poche parole all'indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria che ha riguardato la passata legislatura e che è stata ribattezzata “Rimborsopoli”.
Ogni cittadino e, a maggior ragione, ogni rappresentante delle Istituzioni deve rispettare il lavoro della Magistratura, che bene ha fatto ad avviare un approfondito esame sull'utilizzo dei finanziamenti ai Gruppi consiliari, in relazione ai quali sono emerse svariate anomalie.
Alcune vicende, come quella che ha coinvolto il sottoscritto, ruotano attorno alla necessità di chiarire i criteri di spesa di somme esigue, per conto del Gruppo, in ordine ad attività che riguardavano il Gruppo stesso e che sono state rendicontate in maniera puntuale, nel rispetto della legge vigente e del regolamento interno al Gruppo del PD.
Da molte parti la mia posizione in questa indagine è stata definita marginale e, ne sono convinto, sarà chiarita fino in fondo.
Tuttavia, quanto più alto è il ruolo che si occupa in seno alle istituzioni democratiche, tanto maggiore deve essere la sensibilità politica. Ed è questo l'altro fondamentale motivo che mi spinge oggi a comunicarvi la mia volontà di rimettere il mandato, ribadendo che il problema del finanziamento dei Gruppi consiliari va affrontato seriamente dalla Politica e non solo per via giudiziaria.
La disponibilità di somme di denaro e la discrezionalità nel loro utilizzo concessa dalla legge ha generato fatti, fotografati dall'indagine della Procura reggina, che non possono essere archiviati in fretta.
Se a
questo si aggiunge lo stato di profonda e generale crisi economica che colpisce
Al
contempo, sono fermamente convinto, e lo sono fin dalle origini della mia
formazione politica e culturale, che
Tengo a sottolineare come queste valutazioni non siano nate solo dopo l'indagine su “Rimborsopoli”, ma nascano da una visione condivisa da tempo con l'Ufficio di Presidenza, che ringrazio per il proficuo lavoro svolto in questi mesi.
La nostra parola d'ordine è stata “sobrietà”. Una linea che abbiamo portato avanti senza ostentazioni, nella convinzione che le rinunce non debbano essere necessariamente di pubblico dominio. Adesso, però, proprio per la peculiare situazione nella quale ci troviamo, è giusto ricordare il venir meno di benefit per i consiglieri regionali.
E ancora, non vanno sottaciuti la notevole riduzione dei costi per le missioni, l'abbattimento del 70% delle spese di rappresentanza e della metà di quelle per patrocini e contributi.
Una “cura dimagrante” attuata con il nostro primo bilancio di previsione.
Il Consiglio regionale della Calabria, tra gestione e manutenzione del palazzo, personale, vitalizi e indennità, ha drasticamente ridotto il proprio budget che quest'anno a consuntivo si attesterà attorno ai 59 milioni di euro.
Abbiamo inoltre avviato la rotazione dei dirigenti, non solo per rispettare le disposizioni in materia di anticorruzione, ma anche per evitare il cristallizzarsi delle posizioni dei dipendenti apicali di questa Amministrazione.
Abbiamo
condotto a termine alcune modifiche normative sulla gestione del personale di
supporto ai consiglieri regionali, sanando alcune delle situazioni attenzionate
dagli organi di controllo e dalla magistratura contabile. Abbiamo portato
A
Bruxelles
Ci siamo messi al lavoro, e siamo a buon punto, per ridurre i costi e mettere a reddito la sede romana del Consiglio regionale, patrimonio che altrimenti avrebbe dovuto essere dismesso. Nell’ottica del contenimento delle spese abbiamo altresì assunto la decisione di recedere dalla locazione della sede del Consiglio regionale di Catanzaro.
Abbiamo costruito una relazione forte con l'Assemblea regionale siciliana finalizzata alla costituzione della Conferenza permanente per le politiche di sviluppo dell'area dello Stretto.
Abbiamo, infine, aderito al Decreto “Salva Roma” che, entro breve, porterà alla riduzione ulteriore dei costi degli organi di alta amministrazione.
Un lavoro impegnativo, condotto lontano dai riflettori, in parallelo con l'attività di programmazione e indirizzo portata avanti dalla giunta del Presidente Oliverio. Un'azione che potrà essere pienamente realizzata solo se nel prosieguo della legislatura riusciremo a raggiungere l'altro obiettivo che si era prefissato questa Presidenza: la razionalizzazione e semplificazione del corpus normativo della Regione Calabria, oggi ipertrofico e di difficile comprensione per i cittadini.
Abbiamo,
in definitiva, avviato quella che qualche mese fa ribattezzammo “la rivoluzione
della normalità”. Il lavoro, d'ora in avanti, proseguirà da un'altra
postazione, sempre in Consiglio regionale, con la speranza e la ferma volontà
di contribuire a un progetto politico di ampio respiro per il bene della nostra
terra, ispirato dalla convinzione che
È con questa impostazione che potremo attuare quella “rivoluzione” di cui parlavo poco fa. Una “rivoluzione” che non si fermerà, ma che – ne sono certo – sarà attuata fino in fondo da chi raccoglierà il testimone della Presidenza del Consiglio regionale.
Con questi sentimenti ringrazio di cuore tutti i colleghi, e rivolgo a ciascuno di noi l'augurio di buon lavoro per il bene della Calabria
Presidenza del Vicepresidente Francesco
D’Agostino
Ricordato che in Conferenza dei capigruppo è stato deciso di avviare un
dibattito sul punto, ringrazia il presidente Scalzo per il lavoro svolto e
ritiene che la scelta di dimettersi, per le ragioni a tutti note e che hanno
scosso l’intera Calabria, dimostri la crisi profonda in atto all’interno del
Partito Democratico che, a suo avviso, è commissariato di fatto dai vertici
nazionali.
Rilevata l’evidente debolezza dimostrata dalla politica nel difendere
con coraggio scelte determinate, censura il grave precedente che si sta
verificando, evidenziando che paradossalmente anche il presidente Oliverio
dovrebbe dimettersi nel caso ricevesse un avviso di garanzia. Conclude sperando
che le difficoltà sull’elezione del Presidente del Consiglio possano essere
risolte attraverso un confronto costruttivo in Aula tra maggioranza e
minoranza.
Giudica che la seduta odierna segni concretamente la fine della
politica attraverso le sue esequie e censura la scelta del Presidente della
Giunta regionale di nominare esclusivamente assessori esterni, benché preparati
e rispettabili ma non eletti dai cittadini calabresi. Stigmatizza poi la
mancanza assoluta di garantismo all’interno della maggioranza ed evidenzia
l’aumento di spesa connesso alla nomina di assessori esterni ai consiglieri
regionali, considerato il momento di profonda crisi vissuto dalla Regione e non
solo in termini economici. Auspica, infine, che i consiglieri di maggioranza
abbiano uno scatto di orgoglio che consenta loro di trarre nuova legittimazione
politica, a fronte delle intromissioni pressanti ed evidenti del Governo
nazionale.
Censurato l’intervento del consigliere Salerno che, a suo avviso,
sfrutta le dimissioni del presidente Scalzo per attaccare in modo “brutale e
becero” la Giunta regionale, chiede al Presidente di vigilare affinché i
consiglieri nei loro interventi si attengano all’argomento in discussione.
Evidenzia, quindi, che la scelta del presidente Oliverio di nominare una Giunta
tecnica è frutto della volontà concreta di attuare una politica riformista,
volta a far ripartire la Calabria, sottolineando che sarebbe opportuno evitare
strumentalizzazioni di ogni tipo. Infine, ringrazia il presidente Scalzo per
aver deciso autonomamente di rassegnare le dimissioni perché così facendo, a
suo avviso, ha tutelato l’intera Istituzione.
Ritenendo, contrariamente a quanto sostenuto dal consigliere Salerno,
che nella seduta odierna si stiano celebrando non tanto le esequie della
politica quanto quelle del Partito democratico calabrese, reputa
contraddittorie le odierne affermazioni del consigliere Greco rispetto alle
dichiarazioni - rilasciate anche a mezzo stampa - di non condivisione delle
scelte del presidente Oliverio in merito alla formazione del nuovo Esecutivo
regionale.
Invita, quindi, il presidente Scalzo ad occupare la sua posizione tra i
banchi della maggioranza nella sua qualità di consigliere regionale, attese le
dimissioni esclusivamente dal ruolo di Presidente, ed esprime apprezzamento per
il proficuo lavoro svolto alla direzione della Assemblea regionale,
sottolineando che avrebbe auspicato che rimanesse a svolgere tale ruolo.
Sottolineato che le scelte del presidente Oliverio nella formazione
dell’Esecutivo, da lui stesso definito di alto profilo, mortifichino e
delegittimino il ruolo del Consiglio regionale, ritiene che elevate capacità
professionali siano presenti anche tra i componenti della sua maggioranza.
Giudica inaccettabili le lezioni provenienti dai consiglieri di maggioranza
che, a suo dire, assumono posizioni palesemente contraddittorie rispetto a
quelle precedentemente espresse e che mascherano, a suo avviso, un evidente
imbarazzo e una forte difficoltà ad affrontare l’attuale momento storico che
valuta il peggiore della politica calabrese; censura, quindi, le scelte, a suo
avviso scellerate, compiute dai vertici del Partito democratico, ritenendo che
il presidente Scalzo (nonostante le dichiarazioni di contenuto diverso) sia
stato da essi “obbligato” a rassegnare le sue dimissioni che ritiene di dover
respingere, quanto meno moralmente, invitando i componenti della maggioranza a
fare la medesima cosa.
Apprezzata la decisione assunta in Conferenza dei capigruppo di
svolgere il dibattito sulle dimissioni del Presidente del Consiglio, registra
la volontà della maggioranza di governo di impedire tale dibattito, censurando
gli interventi dei componenti dell’opposizione finalizzati a difendere il ruolo
della politica.
Ritenuto il dibattito odierno scevro da intenti di strumentalizzazione,
reputa, tuttavia, necessario compiere un approfondimento conseguente alle note
vicende di “rimborsopoli” che hanno colpito soggetti che rivestivano ruoli
importanti della maggioranza di Governo.
Giudicate contraddittorie, rispetto alle sue stesse precedenti scelte
politiche, le dichiarazioni del presidente Oliverio in merito alla formazione
di una Giunta di alto profilo, ritiene pericoloso cavalcare l’onda
dell’antipolitica (alla luce delle conseguenze negative che ne potrebbero
derivare) e sottolinea come gli assessori di nuova nomina dovranno affrontare,
a breve, i reali problemi della Calabria. Censura, dunque, le dichiarazioni
incoerenti del Presidente in merito alla scelta di soggetti esterni alla politica,
benché medesima scelta sia stata operata dagli Esecutivi precedenti.
Registrato il rifiuto di far parte dell’Esecutivo calabrese da parte di
numerosi illustri personaggi, censura la posizione centralistica assunta dal
Presidente e la moltiplicazione dei centri di potere che rischia, a suo avviso,
di paralizzare la Regione, registrando la necessità di affrontare i problemi
atavici dei calabresi.
Rivolgendo il suo sentimento di stima e di affetto nei confronti del
presidente Scalzo ed espresso dispiacere e rammarico per quanto accaduto,
plaude alla nuova Giunta regionale auspicando che da oggi possa lavorare a
pieno ritmo.
Ritiene, quindi, alla luce delle evidenti difficoltà registrate dalla
politica, che sia necessaria una maggiore autonomia all’interno della Regione e
la ricerca di equilibri non condizionati, giudicando l’unione l’elemento
trainante nell’interesse della Calabria.
Precisa, altresì, il suo impegno politico, sino ad oggi dimostrato
assolvendo all’impegno connesso al suo ruolo e rispondendo alla fiducia
conferitale dagli elettori.
Auspica, quindi, che si proceda serenamente e concretamente
all’elezione del Presidente, sottolineando l’impegno politico della sua
maggioranza e precisando l’affiatamento e lo spirito di collaborazione, nonché
la sinergia, da tutelare all’insegna del rinnovamento e del progresso. Indi,
esprime il suo parere favorevole alla candidatura del consigliere Irto a
Presidente del Consiglio che, a suo avviso, ritiene meritevole di fiducia e capace
di concretizzare il senso di rinnovamento di cui la Calabria ha bisogno.
Esprimendo vicinanza e solidarietà al Presidente dimissionario Scalzo,
rileva la precisione e la rigorosità della sua azione politica nonché la
correttezza che lo ha contraddistinto; sottolineate le difficoltà del momento e
ricordando che è in corso l’ennesima protesta dei lavoratori LPU ed LSU, ormai
da anni in attesa di stabilizzazione, auspica che si possa trovare al più
presto una soluzione e che la macchina politica possa ripartire a pieno ritmo,
viste anche tutte le altre innumerevoli urgenze che gravano sulla regione.
In riferimento alla candidatura a presidente del consigliere Irto,
esprime il suo parere favorevole, precisando che, avendone conosciuto le doti
già in Commissione ed apprezzandone le capacità, lo reputa all’altezza di
questo importante incarico, anche a dispetto delle polemiche di questi giorni,
che considera superflue e poco utili.
Sottolineata la responsabilità politica che caratterizza tutti i
consiglieri e, riferendosi in particolare alla vicenda “rimborsopoli”, pur non
volendo mettere in discussione le scelte della maggioranza, riscontra la
tendenza ormai diffusa a delegittimare il potere politico.
Esprimendo apprezzamento per la nuova Giunta regionale che segna una
nuova partenza per la Calabria, auspica che la stessa possa essere giudicata
sull’attività che svolgerà concretamente. Apprezzate le indubbie doti umane e
professionali del Presidente dimissionario Scalzo, ricorda le difficoltà già
riscontrate all’atto della sua elezione ma che non la impedirono.
Ritiene, quindi, vi sia uno scarso coinvolgimento dell’opposizione e ne
sottolinea la rilevanza per una fattiva collaborazione, in considerazione del
momento di grave disagio della maggioranza. Sottolineato che bisogna dare
un’idea diversa anche ai calabresi, riconosce che, suo malgrado, poco sia stato
fatto finora e, paventando una possibile delegittimazione della classe
politica, si propone di attivarsi con tutte le forze, affinché ciò non accada.
Porge gli auguri alla nuova Giunta regionale che a suo giudizio avrà bisogno del forte sostegno dell’Aula a fronte della fatica enorme che dovrà sostenere per la Calabria. Ritiene che l’appuntamento per l’elezione del Presidente sia molto importante e che il consigliere Irto abbia le qualità per aprire una nuova fase del regionalismo calabrese, fatto di autonomia ed autorevolezza per non subire abusi dal Governo nazionale. In merito alla vicenda delle dimissioni del presidente Scalzo parla di garantismo alternato, presente al momento della sua candidatura per poi annullarsi nella fase attuale, e lo ritiene frutto di battaglie politiche subdole che utilizzano strumenti che suggestionano gli animi dell’opinione pubblica. Esorta una maggiore chiarezza e ritiene che la candidatura del consigliere Irto possa rappresentare un momento di ripartenza.
Apprezzato il gesto di grande disponibilità del presidente Scalzo verso il cambio di passo concretizzato nella nuova Giunta regionale, ritiene, scusandosi, che quello in essere non rappresenti una buona pagina per la politica calabrese. Manifestato apprezzamento per i consiglieri Guccione e Ciconte che hanno accettato la scelta del partito, reputa necessaria l’autorevolezza del presidente Oliverio per ottenere dei risultati dal Governo nazionale. Conclude auspicando una sinergia necessaria per guidare il processo di riforma e garantire una presenza forte sul territorio.
Ringraziato il presidente Scalzo per il lavoro svolto in questi mesi e per il suo gesto che dà il segno del nuovo orientamento di questo Consiglio regionale, formula i migliori auguri alla Giunta regionale dalla quale si sente rappresentato e che ritiene possa elevare il livello della legislazione regionale. Ritiene che il messaggio da inviare ai calabresi sia quello di una politica unita per risolvere i problemi dei cittadini, problemi enormi che permangono a causa delle incrostazioni presenti in Asp, dipartimenti e nella vita della Regione. Sostiene, quindi, che il Presidente debba essere la bandiera che traghetta la Regione per dare alla Calabria una immagine nuova.
Constata che la presa d’atto delle dimissioni del presidente Scalzo si è trasformata in un dibattito con una serie di interventi che hanno fatto riferimento alla morte del partito democratico, della democrazia, frutto di una triste strategia che considera l’Aula un’occasione per esprimere liberamente il proprio pensiero, specchio dell’ossessione della minoranza verso il presidente Oliverio e dell’auspicio di una fine anticipata della legislatura che non tengono conto, invece, delle precedenti esperienze di governo. Considera poco costruttivo il dibattito tra maggioranza e minoranza che sposta l’attenzione dal dibattito sui problemi della Calabria e dichiara che la maggioranza non consentirà che questo continui. Contestata, quindi, l’affermazione che vede decise a Roma le scelte di vertice della politica calabrese, quali le dimissioni del presidente Scalzo e la candidatura del consigliere Irto, fa appello all’Aula per eleggere unanimemente il nuovo Presidente. Reputa i giudizi sulla nuova Giunta frutto del preconcetto, a fronte di elevate competenze che saranno utili alla Calabria ed ai calabresi per dare risposte al momento storico in cui viviamo e rilanciare l’immagine della Calabria. Rileva cha la scelta fatta dal presidente Oliverio, ben lungi dal voler delegittimare il Consiglio, vuole mettere in evidenza la separazione dei poteri, legislativo e di controllo da quello gestionale. Evidenzia, infine, che la possibilità riconosciuta dal Senato alla Calabria di stabilizzare 5000 persone è una conquista per la quale si deve essere grati alla Giunta del presidente Oliverio.
Ringrazia il presidente Scalzo per come ha svolto il suo lavoro in questi
mesi e, intervenendo sulle dichiarazioni del consigliere Romeo, concorda con
quanto in precedenza dichiarato dai consiglieri di minoranza in merito alla
circostanza che oggi si stiano celebrando le esequie della politica. Rilevata
una netta differenza nello stato d’animo dei consiglieri di maggioranza
rispetto all’inizio della legislatura ed evidenziato come, all’indomani delle
elezioni, l’ottimismo, giustificato dalla vittoria riportata in sede di
consultazioni elettorali, li spingesse a votare compatti la proposta di
modifica dello Statuto regionale, dubita che alla luce delle recenti vicende
tale proposta verrebbe nuovamente votata, poiché lo Statuto previgente avrebbe
consentito almeno ad una parte dei rappresentanti politici di far parte della
Giunta, partecipando alla gestione della Regione.
Ritiene corretto giudicare la politica sulla base delle cose fatte e
per tale motivo pensa che l’attualea maggioranza dovrebbe essere assolutamente
bocciata per la palese, a suo dire, improduttività registrata ad oggi. Riferito
delle numerose lamentele pervenutegli personalmente in materia di gestione del
turismo, dell’ambiente e del territorio e ricordato che la regione ha urgente
bisogno di risposte diverse da parte della nuova amministrazione, auspica che le
stesse non tarderanno ad arrivare ed augura buon lavoro alla nuova Giunta
regionale. Tiene a precisare che nessun giudizio negativo è stato espresso nei
confronti della nuova Giunta, invece ritiene che sia stato il presidente
Oliverio a giudicare i consiglieri di maggioranza non adeguati ad assumere
funzioni di gestione. Infine, con riferimento alla vicenda relativa alla
stabilizzazione di Lsu e Lpu, ritiene che la vittoria di cui oggi si parla in
realtà non sia tale, ma abbia dimostrato solo la scarsa considerazione della
Calabria a livello centrale.
Porge i propri saluti ai consiglieri Scalzo, Guccione e Ciconte, che
ringrazia per la serietà e l’autorevolezza del gesto nonché per l’alto senso di
moralità dimostrata in questa occasione; quindi saluta la nuova Giunta e
ringrazia gli assessori per aver accettato un incarico certamente prestigioso
ma molto gravoso; esprime quindi massimo apprezzamento nei confronti dei membri
dell’Esecutivo che ritiene capaci di dare un forte segnale di cambiamento e di
interpretare le istanza del territorio. Giudica essenziale l’attività svolta
dal presidente Oliverio in merito alla gestione della vicenda della
stabilizzazione degli Lsu e Lpu in ambito nazionale e ribadisce la ferma volontà
della classe politica da lui rappresentata di cambiare impostazione e modo di
vedere la politica, per dare un respiro ampio al mandato ricevuto. Si dice
onorato di essere consigliere regionale e di rappresentare i calabresi ed
incita il presidente Oliverio a proseguire sul percorso intrapreso,
assicurandogli il suo appoggio.
Dà lettura di un seguito di comunicazioni.
Avvia le procedure elettorali, indi compone il seggio, invitando i consiglieri Pasqua e Cannizzaro a svolgere le funzioni di scrutatori, e dispone la distribuzione delle schede.
(Vengono distribuite le schede)
Fa la chiama.
(Segue la votazione, indi lo
spoglio delle schede).
Comunica l’esito delle votazioni: presenti e votanti 31; schede bianche
7; schede nulle 1.
Hanno riportato voti: Irto Nicola 23. Indi proclama eletto alla carica
di Presidente del Consiglio regionale il consigliere Nicola Irto.
(Vivi e prolungati applausi da
parte dei consiglieri, degli assessori e del pubblico presente.
Il consigliere Irto prende
posto al banco del Presidente).
Signori Consiglieri Regionali, signor Presidente Oliverio, sono certo
della vostra piena e convinta condivisione se, prima di ogni altra cosa,
nell’assumere il ruolo altissimo che mi avete affidato, rivolgo un saluto per
esprimere solidarietà a tutti i calabresi che soffrono e lottano per la salute
nei nostri ospedali e in altri presidi sanitari per i quali questo Consiglio
dovrà lavorare, per migliorare in maniera significativa.
Rivolgo un pensiero analogo, anche a vostro nome, alle famiglie che al
proprio interno vivono, spesso in terribili difficoltà, il dramma dell’handicap
e della solitudine.
Penso ai calabresi non più giovanissimi che hanno perduto il lavoro e
vivono un’umiliazione che attenta alla
loro dignità di persona.
Ai giovani che non hanno, non hanno mai avuto un lavoro e sono afflitti
dal pensiero disperato di non trovarlo più.
Alle donne della Calabria, oltre la metà del nostro popolo, che pagano
per prime e più di tutti la crisi epocale dentro cui ci troviamo, col rischio
di un restringimento dei diritti che con tanta fatica anche loro hanno
rivendicato e conquistato.
Ai precari la cui esistenza è scandita dall’incertezza e dal rischio di
perdere ciò che hanno ogni giorno.
Pochi minuti fa il Presidente Oliverio mi ha informato dell'inserimento
nel maxiemendamento al Decreto sugli enti locali in esame al Senato della norma
che salva i circa cinquemila precari Lsu- Lpu calabresi. Sarà possibile, dunque
recuperare il testo che permette di utilizzare i 38 milioni di euro stanziati
dalla Regione per la loro contrattualizzazione presso i comuni del nostro
territorio.
È una buona notizia, per i lavoratori e le loro famiglie.
E’ a partire dagli ultimi, dai più deboli, dai luoghi e dai territori
dove la sofferenza è più acuta, che questa Assemblea, che tutta insieme
-maggioranza e opposizioni- incarna la sovranità della Calabria, dovrà guardare
impegnandosi ad affrontare un problema di dimensione storica: lavoro,
modernizzazione, rinnovamento, riduzione delle diseguaglianze nella nostra
regione, uguaglianza di opportunità, valorizzazione del merito.
La Calabria deve diventare fino in fondo una regione autonoma. Questo
serve. E può essere autonoma solo una terra che crea e produce in modo
crescente le risorse necessarie a soddisfare per intero i propri bisogni.
Per riuscirci, a partire da questa Assemblea, bisogna compiere tutte le
scelte necessarie per cancellare dal nostro orizzonte futuro contraddizioni,
arretratezza, privilegi, sprechi, illegalità, l’handicap terribile della
‘ndrangheta.
Deve diventare una terra normale, la Calabria. Una terra dove
l’interesse generale, senza l’umiliazione di nessun altro interesse perseguito
in modo legittimo, regolamentato e trasparente, sia finalmente al centro
dell’attività delle istituzioni, della politica, delle forze e delle
organizzazioni sociali, della cultura, dell’informazione.
Alla Chiesa, che in Calabria ha grande peso e prestigio, destinati a
lievitare con l’affermazione del messaggio di Papa Francesco, chiediamo di
continuare e intensificare l’impegno di rinnovamento e di aiuto di cui abbiamo
avuto segni anche recenti.
Io vi ringrazio, cari Colleghi, per l’onore e la responsabilità a cui
mi avete chiamato affidandomi la Presidenza della nostra Assemblea.
Ringrazio singolarmente ognuno di voi: quelli che mi hanno votato e
quelli che legittimamente hanno fatto scelte diverse. I voti di ogni componente
di questa assemblea hanno pari dignità a prescindere dalla collocazione di
ognuno.
E’ così che funziona la democrazia e si garantisce la libertà delle
assemblee elette dai cittadini.
In modo particolare voglio ringraziare il collega Antonio Scalzo, già
da me votato con convinzione Presidente della nostra Assemblea. Le autonome
scelte politiche e istituzionali da lui fatte, tutte non dovute e perseguite
con personale generosità e disinteresse e con lo sguardo attento ai bisogni
della Calabria, sono state il frutto di una visione lucida che ha aiutato ad
affrontare questa congiuntura istituzionale. Lo ringrazio per tutto questo e
anche per l’equilibrio e la saggezza con cui ha guidato il Consiglio in questi
difficili mesi che abbiamo alle spalle.
Cari colleghi, non vi farò certo il torto di usare molte parole per
richiamare la gravità della situazione in cui si trova la Calabria. Ognuno di
voi sa quali drammi e quali difficoltà continuano ad accumularsi in gran parte
delle famiglie calabresi. Del resto, basta dare un’occhiata ai maggiori
indicatori sociali per capire cosa stia accadendo.
Siamo quindi consapevoli, il presidente Oliverio parlando più volte in
quest’aula s’è mostrato perfettamente consapevole, di essere chiamati a un
compito gigantesco e inedito.
La Calabria ha smesso da troppo tempo di andare avanti e di crescere.
Ma questa affermazione è ancora insufficiente a raccontare la nostra regione.
Il dato con cui dobbiamo fare i conti è sotto gli occhi di tutti: la Calabria,
nel suo complesso, sta paurosamente arretrando.
C’è un punto che riassume tutto: sono sempre più numerosi, una quantità
insopportabilmente ampia, i calabresi risucchiati nella disperazione della
povertà.
Intere generazioni sembrano costrette a scegliere tra l’inedia della
disoccupazione, l’abbandono della nostra terra, l’umiliazione e la dispersione
delle competenze faticosamente accumulate.
Sono molti, direi troppi, le ragazze e i ragazzi della mia generazione
– vi chiedo scusa per questa notazione personale - che non incontro più da
tanto tempo, sono stati in realtà scacciati e cancellati dalla Calabria, alla
ricerca di altre accettabili condizioni di vita.
Il lavoro, che è la misura della dignità, già così scarso in Calabria,
diminuisce.
In questo quadro c’è addirittura chi insinua che ormai non ci sia più
niente da fare e teorizza che la massa critica della Calabria sia al di sotto
della soglia necessaria per tentare, perfino per tentare, la ripresa e lo
sviluppo.
E’ importante, io credo, ci sia una presa di coscienza generale su come
stanno le cose e sul punto da cui, qui e oggi, partiamo. Nessuno dei segnali di
ripresa, per la verità ancora deboli in tutto il paese, viene segnalato nella
nostra regione.
Molti si pongono una domanda: la Calabria può ancora farcela?
Sarebbe una iattura, io credo, se tracce di questi convincimenti e di
questo scetticismo dovessero trovare spazio nelle nostre discussioni.
Il Consiglio regionale della Calabria, proprio perché espressione della
sovranità popolare, ha il compito di lavorare e impegnarsi per rovesciare,
intanto rovesciare, le tendenze, i processi, il degrado che si sono affermati.
E’ capitato a noi, a questo Consiglio, a lei Presidente Oliverio, a
questi partiti, vivere un momento decisivo e non rinviabile: o la Calabria
inizia, almeno inizia a riprendersi, o sarà destinata a una progressiva
marginalità e a un ridimensionamento drastico per un lungo periodo storico e al
sacrificio di molte generazioni.
Non sarà la sconfitta di questo o quel pezzo di Calabria: o ci salviamo
tutti, in un quadro di progressivo rinnovamento e di cambiamento, o pagheremo
tutti perché è questa la logica dei grandi eventi storici.
Su questo dobbiamo decidere. Se vogliamo tutti insieme, facendo ognuno
la propria parte e svolgendo fino in fondo il proprio compito, salvare la
Calabria da un destino di degrado.
Io non ho dubbi. Certo che possiamo farcela!
Le potenzialità della Calabria sono enormi. Lo dico sommessamente e
senza intenzione polemica con alcuno: mai interamente esplorate e messe alla
prova. Il quadro geopolitico mondiale sta nuovamente spostandosi verso il
Mediterraneo di cui la Calabria è un’immensa e naturale area logistica.
Dal Mediterraneo che circonda tutta la regione, che non dista più di
una manciata di chilometri dai suoi pochissimi punti più lontani, passa una
gran parte delle merci che si producono in tutto il mondo.
E’ vero che per la messa in moto ci serve aiuto. Non abbiamo le
energie, gli strumenti, le strutture per operare da soli.
Dobbiamo chiedere sostegno al resto del Paese e al Governo di Roma. Il
Presidente Oliverio lo sta facendo. La maggioranza di questo Consiglio, com’è
noto, sostiene questo suo sforzo strategico.
L’aiuto si può chiedere in tanti modi. Si può chiedere, implorare,
questuare per avere qualcosa in più. O si può chiedere (e ricevere da subito)
iniziando ad affrontare e risolvere le contraddizioni e i problemi interni alla
Calabria.
E’ in questo secondo modo che dovremo rivolgerci, io credo, al resto
del Paese: spingendo avanti il bilancio delle nostre scelte, la qualità e il
carattere incisivo della nostra legislazione, delle nostre riforme, del nostro
rinnovamento, dei fatti che dobbiamo produrre. Dobbiamo fare rapidamente e per
intero la nostra parte mettendo in ordine la Calabria per quanto dipende dai
calabresi e su questa base chiedere al Governo di fare della Calabria e del
Mezzogiorno un’opportunità per la ripresa dell’Italia e per la crescita delle
sue risorse.
Non sarà possibile la costruzione di una Calabria nuova senza l’impegno
profondo di questo Consiglio regionale. E’ qui che dovranno nascere, essere
verificati, approvati, controllati i tracciati delle strade da percorrere in
questa straordinaria operazione.
Se c’è stato un limite nel regionalismo italiano e calabrese che
abbiamo conosciuto è stato quello di caricare i Consigli e i consiglieri di un
eccesso di gestione amministrativa, il più delle volte a discapito dello sforzo
necessario per la definizione delle scelte strategiche, le sole che si
sganciano dall’improvvisazione emergenziale, diventando promozione di crescita
sociale, economica, culturale.
Non servono schemi: le istituzioni devono poter giocare a campo libero
e senza condizionamenti facendo quel che di volta in volta è necessario per il
bene pubblico.
Oggi serve uno sforzo strategico perché oggi non è più rinviabile la
scelta del rinnovamento della Calabria.
Le strade precedenti ci hanno portato a questo punto: la Calabria viene
distaccata dal resto del paese e anche da gran parte del Mezzogiorno.
E’incapace di reagire e schierare energie interne contro una crisi che ha
esasperato tutte le nostre debolezze.
Serve una terapia d’urto.
Il Consiglio ha una maggioranza politica di centrosinistra che è stata
votata dagli elettori che hanno in maggioranza riconosciuto, nel programma
presentato da Oliverio, i punti fondamentali che possono farci uscire dalla
situazione in cui ci troviamo.
La maggioranza ha il diritto e il dovere di governare, ma tutti i
consiglieri regionali, quale che sia la loro collocazione di maggioranza o
opposizione, sono chiamati al ruolo fondamentale di sollecitare, ognuno dalla
propria postazione e con le proprie posizioni politiche e culturali, il
processo necessario a salvare la Calabria.
In quest’aula servono proposte, iniziative legislative, interrogazioni e
controlli sullo svolgimento dei programmi che il Presidente Oliverio ha già
illustrato all’Assemblea.
Servono discussioni nel merito dei problemi, la definizione di leggi e
regolamenti capaci di rinnovare tutto a partire da questa nostra istituzione e
dal suo funzionamento.
Come Presidente del Consiglio sarò garante rigoroso delle prerogative e
dei diritti di ogni singolo consigliere regionale, dei gruppi in cui i
consiglieri si riuniscono, dei regolamenti del Consiglio, della sua
funzionalità. La salvaguardia dei diritti dei consiglieri è la condizione per
assolvere al loro compito fondamentale: assicurare in maniera crescente il
rispetto dei diritti di ogni singolo calabrese. Parte dalla trasparenza di
quest’aula il recupero dell’autonomia e del prestigio della politica da parte
dei calabresi, valori senza i quali nessuno riuscirà a spostare la Calabria
dall’angolo in cui si trova.
Voglio ricordare a tutti che nella Calabria che dobbiamo costruire, non
c’è posto per la ‘ndrangheta e l’illegalità. E’ un nodo della nostra regione.
Avremo modo di discutere e valutare quanto, nel permanere e nel crescere di un
fenomeno così devastante, abbia pesato e pesi il venir meno del ruolo della
politica, la sua fuga dalla responsabilità, la delega esclusiva ai magistrati e
alle forze dell’ordine. Sia chiaro: senza il loro lavoro la vita non sarebbe
possibile in Calabria e di questo i calabresi onesti non li ringrazieranno mai
abbastanza.
Ma liberarsi dalla mafia significa non solo reprimere e punire i reati
mafiosi. Significa, vorrei dire, soprattutto modificare i fatti e le illegalità
che producono e riproducono l’ambiente ideale allo sviluppo e al rafforzamento
continuo della ‘ndrangheta.
E’ sulla modifica di queste condizioni che la politica deve
urgentemente intervenire.
Non bastano testimonianza e sostegno, che non possono che essere piene,
verso chi si espone e combatte. La Calabria va liberata dalla criminalità con
una lotta e uno scontro politici che tolgano aria e ossigeno alla riproduzione
e all’irrobustirsi del fenomeno.
Cari colleghi, scelgo di concludere il mio intervento con un ossequio
non formale alla memoria di Francesco Fortugno, ucciso dieci anni fa per
spezzare la sua attività politica a favore della Calabria e del bloccarne il
suo rinnovamento. Sono sicuro che tutti terremo fermo l’impegno a non far mai
diventare inutile il suo sacrificio.
Buon lavoro a tutti, cari colleghi, e auguri alla
Calabria.
(Vivi e prolungati applausi da parte dei consiglieri
e del pubblico presente)
Rivolto un augurio personale e
della Giunta regionale al neoeletto Presidente del Consiglio di buon lavoro per
il compito impegnativo che è chiamato a svolgere in una fase importante per la
Regione, rivolge, altresì, un ringraziamento al presidente Scalzo per il lavoro
equilibrato svolto in questi mesi e per il gesto compiuto, in piena autonomia e
con grande senso di responsabilità, rassegnando le sue dimissioni.
Censurati i commenti negativi rivolti alla nuova Giunta regionale costituita, peraltro, lo stesso giorno di entrata in vigore del nuovo Statuto regionale, ritiene tale scelta in linea con la volontà di conferire centralità al Consiglio regionale nonché maggiormente rispondente alle esigenze della Calabria per contrastare l’antipolitica dilagante.
Ritenuto che le responsabilità personali dei soggetti coinvolti dalle recenti vicende giudiziarie saranno chiarite nelle sedi competenti, rivendica la scelta di modifica statutaria ritenuta una importante intuizione per la politica calabrese.
Evidenziato come il nuovo Esecutivo regionale dovrà misurarsi con i problemi reali della Calabria, aggravati, a suo avviso, notevolmente negli ultimi anni, ritiene necessario dare vita ad una politica di confronto lasciando da parte logiche rivelatisi pregiudizievoli e recuperando la necessaria credibilità.
Ritenuta necessaria una inversione di tendenza nella politica regionale, imposta dalle esigenze dei calabresi, si dichiara in grado di affrontare questa grande responsabilità.
Dichiaratosi scevro da posizioni preconcette, auspica un appoggio al nuovo Esecutivo regionale al fine di rivendicare il ruolo primario della politica, ritenendo il neoeletto Presidente in grado di svolgere appieno questo ruolo delicato in un momento sì difficile ma in possesso di grandi potenzialità, reputando la Calabria in grado di svolgere il suo ruolo senza sottomissione al governo centrale.
Esauriti gli argomenti all’ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta.
La seduta termina alle 19.48
Il Funzionario responsabile
Giada Katia Helen Romeo