VII^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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88.
SEDUTA DI VENERDÌ 5
MARZO 2004
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE LUIGI FEDELE
E DEI
VICEPRESIDENTE DOMENICO RIZZA
INDICE
Mozione in merito alle Comunità
montane
BORRELLO Antonio (Un. Dem. Pop.)
GUAGLIARDI Damiano (Rif. Com.)
TOMMASI Diego Antonio (Verdi – l’Ulivo)
TRIPODI Pasquale Maria (Dem. Pop. Eur.)
BORRELLO Antonio (Un. Dem. Pop.), , , ,
DIMA Giovanni, assessore all’agricoltura,
GUAGLIARDI Damiano (Rif.Com.), , , ,
PEZZIMENTI Giuseppe (Liberal-Sgarbi)
PIRILLI Umberto, assessore Personale, Delegato ai
rapporti fra Consiglio e Giunta
TALARICO Francesco, relatore, , , ,
TOMMASI Diego Antonio (Verdi - l’Ulivo), , ,
TRIPODI Pasquale Maria (Dem. Pop. Eur),
Sull’ordine del giorno della
prossima seduta
TRIPODI Pasquale Maria (Dem. Pop. Eur.)
GAGLIARDI Mario Albino, Segretario f.f.
Legge il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Legge le comunicazioni, indi sospende la seduta.
A nome dei gruppi del centro sinistra, definito il bilancio in discussione il manifesto di un fallimento annunciato ed attuato ad opera della maggioranza, e rammentata la scelta, poi modificata in Commissione, di indebitare per ingenti somme la Regione al fine di finanziare il Piano per le Opere pubbliche, censura l’intero documento che, definito dal relatore “tecnico”, nulla aggiunge al bilancio dell’anno passato. Stigmatizza quindi: il non finanziamento di leggi sulle quali il centro destra, a suo dire, ha fatto propaganda elettorale, dalla legge sulla famiglia a quella sulla stabilizzazione dei Lsu ed Lpu, dall’artigianato al trasporto pubblico locale; l’omissione colpevole delle risorse che di diritto spetterebbero alle Comunità Montane; l’inosservanza, sancita nel nuovo Statuto, del metodo di pervenire alle decisioni attraverso il confronto democratico con le parti sociali interessate; la scelta di discutere il DPEF dopo l’approvazione del bilancio, contrariamente a quanto stabilito dalla legge di contabilità; l’impossibilità concreta per la minoranza di effettuare i controlli e le verifiche necessarie per l’attuazione dei programmi. Ricordate, altresì, tutte le critiche già sollevate al bilancio del 2003 e che reputa tutt’oggi valide, esprime il proprio inappellabile dissenso per l’intero documento presentato dalla maggioranza, ripercorrendo le azioni legislative del centrodestra che, a suo avviso, nulla hanno reso alla Calabria ed ai calabresi, dal mancato perfezionamento degli Accordi di programma quadro (APQ) alla vicenda Sorical, dalla mancata attuazione del decentramento amministrativo, con conseguente conferimento delle deleghe agli enti locali, ai problemi legati alla tutela della salute, dalla cancellazione di risorse importanti all’aumento delle imposte regionali (Irpef regionale e bollo auto), dalla vicenda Cittadella regionale alla proroga dei Commissari delle ASL, concludendo con l’aumento delle indennità che giudica la maggiore causa di perdita di dignità della più alta istituzione regionale, priva di riguardo nei confronti di una popolazione in cui, ancora oggi, si riscontra povertà.
Invitato il Presidente
Chiaravalloti a rassegnare le dimissioni affinché il popolo calabrese possa
esprimere, attraverso il voto, la propria sovranità, comunica che i gruppi del
centrosinistra hanno presentato parecchi emendamenti riguardanti diverse
problematiche ed argomenti: il reddito sociale di cittadinanza (già esistente
in Campania); il prestito per l’autoimprenditorialità (già esistente in
Basilicata); la riqualificazione dei beni confiscati alla mafia; lo svuotamento
dei bacini Lsu ed Lpu; i finanziamenti ex articolo 38 della legge urbanistica;
l’erosione costiera. Conclude, infine, dichiarando, che parteciperà alla
raccolta di firme per l’abrogazione della legge sull’aumento delle indennità,
definendo il momento politico attraversato dalla Regione come “il buio della
ragione politica democratica”.
Propone di inserire all’ordine del giorno una mozione, concordata da
entrambi gli schieramenti, inerente la problematica evidenziata dai Presidenti
delle Comunità montane e dai sindaci dei Comuni interessati, ricevuti dai
capigruppo poco prima della seduta, evidenziando che sarà altresì possibile
dare, con il bilancio, ulteriori segni di attenzione.
Data lettura della mozione ed evidenziato come essa rappresenti unanime
volontà del Consiglio, dichiara che potrebbe aversi un’integrazione dei
capitoli di bilancio concernenti le Comunità. Indi, pone in votazione la
proposta di inserimento all’ordine del giorno della mozione che viene accolta.
Pone in votazione la mozione che viene approvata all’unanimità.
(Applausi dal settore riservato
al pubblico)
Evidenziato che quanto appena fatto dal Consiglio rappresenta un atto dovuto che ha inspiegabilmente avuto bisogno di quattro anni di tempo per essere compiuto e che non soddisfa, giustamente, i Presidenti delle Comunità montane, in quanto si è soltanto preso atto dell’esistenza di fondi loro spettanti, auspica che esso rappresenti un impegno anche per la discussione ed approvazione del bilancio regionale e che esso pur essendo blindato dia un qualche segnale di attenzione alle Comunità montane.
Lo stato di agitazione, continua, di molte aree della regione così come lo stato di crisi di molti comparti lavorativi sono emblematici di un malessere che oggi è stato avvertito dalle Comunità e che già da tempo viene sistematicamente denunciato in Consiglio dalla minoranza.
Tale stato di agitazione, a suo avviso, è frutto delle tante
inefficienze che hanno contraddistinto il governo della Regione: i fondi
europei non spesi (solo la metà sono stati impegnati grazie ai progetti sponda)
e che potrebbero essere impegnati anche in politiche attive per la montagna, le
tante leggi inapplicate, sia per mancanza di fondi, come ad esempio quella sul Bad and Breakfast, sia per
la mancanza di una adeguata programmazione, le consulenze date durante la
legislatura Chiaravalloti delle quali, nonostante lo abbia formalmente
richiesto, non gli è stato possibile conoscere né il numero né l’esborso
complessivo che hanno comportato per le casse regionali. Tale crisi lampante,
prosegue, ha portato in piazza a Cosenza ben trentamila cittadini calabresi che
evidentemente non tollerano più, a suo dire, le pesanti crisi nazionale e
regionale che da tempo ormai lo schieramento di centrosinistra denuncia; così
come denuncia e chiede vengano risolte la così detta “vicenda dei monogruppi” e
l’aumento dell’indennità ai consiglieri regionali, che a suo avviso non è
necessario venga sottoposta a referendum, ma ad una legge abrogativa, per cui
propone che nelle more la conferenza dei capigruppo trovi il modo di devolvere
tale aumento ad esempio a favore della costituzione di un fondo per il reddito
di cittadinanza o per i bambini immigrati clandestini.
Ricordato, quindi, che soltanto grazie ad alcuni parlamentari del centro sinistra che hanno presentato interrogazioni sarà possibile conoscere lo stato dell’emergenza ambientale calabrese, dato che, come ha evidenziato il Presidente delle Giunta, dal momento che la Calabria è una regione commissariata, il Commissario, ovvero il Presidente della Giunta è tenuto a rispondere solo al Governo, esorta a procedere affinché la Commissione d’inchiesta sullo stato della sanità regionale possa insediarsi, e cominciare ad operare, al più presto.
Le tante leggi – ad esempio quella relativa alle aree protette, che
pure aveva suscitato grandi entusiasmi – che non hanno avuto corso, ribadisce,
rappresentano una delle cause, insieme alle altre già evidenziate, che gettano
discredito sul Consiglio regionale; tale situazione, aggiunge, deve finire e
per tale motivo condivide la proposta di mozione di sfiducia, suffragata da una
petizione popolare, per porre fine alla legislatura.
Conclude affermando che lo “scarica barile” che la Giunta attua nei
confronti del Consiglio sarà ben compreso dai calabresi che ricorderanno al
momento del voto di chi sono le responsabilità della grave crisi che attraversa
la regione.
Censurato il modo di fare della maggioranza, sottolinea come per la prima volta il bilancio – che rappresenta uno strumento importante col quale si individuano scelte strategiche e politiche -, viene discusso senza l’approfondimento necessario nella Commissione competente, ma soprattutto denuncia il fatto che non sono stati presi in considerazione i suggerimenti delle parti sociali. Fatto rilevare che l’urgenza dell’approvazione di questo bilancio, che da molti è considerato tecnico ma che, invece, a suo avviso è un bilancio ingessato, è legata all’accelerazione per la contrazione del mutuo per il finanziamento del Piano delle opere pubbliche, afferma che non è vero quanto contenuto nella relazione del Presidente della Commissione Bilancio e del Presidente della Giunta, assessore al ramo, in merito al finanziamento delle varie leggi regionali (legge sulla famiglia, legge sull’attività teatrale ed altre), in quanto queste non hanno copertura finanziaria. Evidenzia la mancanza in bilancio del fondo globale in quanto quelle poche risorse presenti in esso in realtà sono irrisorie e non consentono di effettuare scelte adeguate, quindi a suo dire questo bilancio non permette di realizzare progetti di legge aventi come scopo lo sviluppo della regione e il rilancio delle politiche sociali e ricorda come negli anni trascorsi quando una legge non aveva copertura finanziaria non diveniva esecutiva, mentre oggi, al contrario, si approvano leggi cosiddette “manifesto”.
Sottolineato, quindi, come l’ordine del giorno presentato all’inizio dei lavori della seduta odierna, sulle Comunità Montane era atto dovuto, anzi, a suo dire, la Giunta dovrebbe scusarsi con i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da moltissimo tempo, conclude dichiarando l’insoddisfazione per il bilancio in discussione, uno strumento che invece doveva dare, innanzitutto, respiro ai cittadini calabresi ed annuncia che il suo voto non può non essere contrario.
Fatto presente che i banchi del centro destra sono quasi vuoti e questo dimostra la crisi in cui versa la politica della maggioranza, asserisce che occorre avere la forza per parlare il più a lungo possibile in modo tale che tutti possano venire a conoscenza dei reali problemi in cui versa la regione Calabria.
Sottolineato che in due sole giornate è stato licenziato il bilancio in Commissione, presentato dalla maggioranza come bilancio tecnico per essere in regola con i tempi, si domanda se è normale che i cittadini calabresi debbano convivere con i problemi che li attanagliano; se è normale che i Sindaci dei comuni facenti parte delle Comunità Montane, istituzioni queste in grado di operare fattivamente per il rilancio del territorio e che si è cercato di smantellare, siano costretti a farsi ricevere per rivendicare un diritto dovuto ossia la corresponsione delle somme spettanti alle stesse Comunità per il loro funzionamento; e ancora, che non ci sia un Piano di sviluppo in una regione come la Calabria che ha il più alto tasso di disoccupazione; che a Cosenza si sia scesi in sciopero a causa della grave crisi in cui versano tante aziende di quel territorio (ricorda che insieme ai tanti giovani vi erano presenti anche la Chiesa e il mondo dell’industria); che alcuni ospedali calabresi vengano considerati fra i peggiori al mondo e che nel pianeta sanità si pone un problema riguardo al modo con cui vengono gestite le risorse da parte dei Direttori generali; che la mafia cerchi pesantemente di esercitare un ruolo sul territorio (compiendo gravissimi atti quali l’attentato all’assessore alla cultura); che si faccia la proposta “ridicola” di dare in beneficenza l’aumento dell’indennità dei consiglieri. Evidenziato, quindi, come la legge concernente la stabilizzazione degli Lsu-Lpu non abbia la necessaria copertura finanziaria in quanto le somme stanziate sono sufficienti fino ad aprile, afferma che si tratta di un bilancio bloccato e che la Calabria non viene minimamente aiutata dalle politiche messe in atto dal Governo centrale.
Fatto rilevare, quindi, che la Calabria non dispone di risorse adeguate per servizi e per appropriati interventi di fronte alle emergenze che si presentano, sottolinea che nonostante che in Calabria non si abbia un sistema che possa aiutare la media-piccola impresa, ancora ci si presenta con un bilancio cosiddetto tecnico, che impedisce scelte programmatiche e di respiro strategico.
Domandato, quindi se la Giunta è disposta ad accogliere un suo emendamento col quale chiede di pubblicare l’elenco degli esperti per consulenze e le somme che gli stessi riscuotono, afferma che sarebbe interessante far conoscere questi dati ai calabresi, come sarebbe importante affrontare finalmente la questione dei gruppi, delle strutture speciali non solo quelle del Consiglio ma anche della Giunta. Lealtà e coerenza, conclude, dovrebbero indurre la maggioranza a prendere atto che con la sua politica ha bloccato lo sviluppo della regione; a suo avviso, infatti, non è più tempo delle parole o dei buoni proponimenti, la giusta soluzione sarebbe quella di sciogliere il Consiglio e tornare alle urne per dare voce agli elettori calabresi.
Ogni intervento, sostiene, che si chiude aumenta la difficoltà a tenere una discussione su l’argomento principe di qualsiasi attività sia essa pubblica o privata, in quanto il bilancio è il cuore pulsante di ogni attività, mentre la sua approvazione consiliare si trasforma in un rito celebrato da una maggioranza che propone una politica inadeguata.
Il primo campanello d’allarme, prosegue, è il percorso senza precedenti di questo bilancio che per la prima volta è stato discusso in Commissione senza la presenza del governo regionale.
Poi, aggiunge, nonostante si parli di un bilancio tecnico, il bilancio in questione di tecnico ha solamente l’esercizio provvisorio che la norma regolamenta e a cui la stessa affida un potere transitorio, ma non vi è dubbio che la maggioranza di centro destra quest’anno ha scommesso sul fatto che a giugno ci sono le elezioni che non sono altro che il primo tempo di una partita che si concluderà il prossimo anno.
La stessa maggioranza, però, ha affermato che bisogna accelerare i tempi di approvazione del bilancio, altrimenti si arriva al collasso finanziario, del che sono certamente avvertiti e preoccupati i trentamila che hanno partecipato allo sciopero generale a Cosenza, quel sindaco di Forza Italia che ha fatto recapitare ai consiglieri una lettera per denunciare che i piccoli comuni sono al collasso e non riescono nemmeno a poter approvare i bilanci preventivi.
La Giunta, invece, tenta di far credere che la barca va senza tener conto dello stato di povertà in cui versa la regione, senza considerare che anche il presidente della Confindustria calabrese ha dichiarato di aderire al prossimo sciopero generale.
Nel merito del bilancio, fatto rilevare che si è dovuto modificare il calendario della prima conferenza delle autonomie locali causa l’assenza dei sindaci calabresi che non hanno fiducia verso l’istituzione regione, stigmatizza la mancata attuazione del processo di decentramento; denuncia che non si sono mai avuti nel settore della sanità tanti commissariamenti, mentre in 9 anni di governo, il centro destra non è ancora riuscito a varare il nuovo piano sanitario; sottolinea come non siano ancora partiti i Pit, strumento di sviluppo e di spesa importantissimo, le cui risorse sono state dirottate verso altre direzioni.
A suo dire, quindi, il percorso scelto dalla maggioranza mortifica il ruolo del Consiglio regionale, dato che si è “bloccato “ del tutto il fondo globale, per indirizzarlo al mutuo per le opere pubbliche e poter promettere a qualche sindaco dei finanziamenti.
Solo promesse, continua, sono contenute anche nelle ultime leggi approvate: non ci sono risorse, infatti, per finanziale la legge sulla famiglia o quella sui trasporti o dei servizi sociali e se questo è il modo di governare della maggioranza, le altre istituzione sicuramente non possono avere fiducia nella politica della stessa; conclude, quindi, giudicando il modo di amministrare del centro destra “allegro e non sano”, ed il bilancio proposto una scelta che nega a tutta la Calabria dei diritti fondamentali
Valutata positivamente la mozione con cui il Consiglio regionale ha sanato la situazione che ha condotto oggi sindaci e rappresentanti delle comunità montane a reclamare un confronto per ottenere la messa in atto di iniziative che mantengano il sistema delle istituzioni calabresi, attori di funzioni istituzionali importantissime, disapprova l’atteggiamento sprezzante di chiusura al dialogo tenuto dalla Giunta regionale e dal centro-destra, che ha condotto ad uno strappo istituzionale senza precedenti disattendendo quella che è una prassi consolidata e che è espressione della incapacità del governo di affrontare la crisi e le emergenze sociali della Calabria, riproposte in tutta la loro gravità dallo sciopero provinciale di Cosenza.
Dopo aver censurato che sullo strumento principe della politica economica regionale vi sia uno stravolgimento di tutte le regole, a partire dalla mancata attuazione della legge regionale numero 8/2002 che prevedeva come elemento fondamentale del bilancio la preventiva approvazione del documento di programmazione economico-finanziaria, definisce gravi e sbagliate le scelte che appalesano il bilancio del centro-destra come un documento tutt’altro che tecnico. Tre sono, a suo avviso, quelli più evidenti: la riduzione del 49,24 per cento nella parte riguardante la quota libera delle risorse per le politiche del lavoro, mentre la Calabria si impoverisce e la disoccupazione aumenta; il mancato stanziamento in bilancio dei fondi necessari a garantire il pagamento per l’intero 2004 dei lavoratori di pubblica utilità; la destinazione di 7,5 milioni di euro per finanziare il mutuo venticinquennale per coprire il piano triennale per le opere pubbliche, facendo gravare anche sulle nuove generazioni il peso di un indebitamento insostenibile e promuovendo una operazione affaristica e clientelare che non serve alla Calabria, ma è esclusivamente destinata ad alimentare le peggiori spinte elettoralistiche degli esponenti del centro-destra.
Evidenzia, quindi, che il centro-sinistra si dissocia da tali scelte e svolge, come opposizione, una funzione di governo proponendo tramite gli emendamenti un vero e proprio “controbilancio” (con l’indicazione anche dei capitoli in cui reperire i fondi) in cui assume una particolare rilevanza il pacchetto per i giovani e per il lavoro che, tra gli altri, si pone come obiettivi: l’istituzione del reddito sociale di cittadinanza per dare un sostegno finanziario a tutti i calabresi senza reddito che vivono sotto la soglia di povertà; un bonus per ogni studente calabrese diplomato per l’acquisto di un personal computer; la promozione dell’iniziativa denominata “Calabria: il mestiere si fa onore” che punta a rilanciare l’imprenditoria giovanile, rilanciando il prestito d’onore; la copertura finanziaria per garantire il pagamento dei lavoratori di pubblica utilità; il finanziamento di progetti finalizzati alla stabilizzazione dei lavoratori precari Lsu-Lpu. Iniziative che, a suo avviso, darebbero un messaggio positivo ai giovani, garantendo mobilità al sistema, invece non solo non vi è la disponibilità di fondi, ma addirittura le leggi regionali restano senza copertura (Legge sulla famiglia, legge sul teatro, legge sui servizi sociali), lo stato di attuazione del Por è deludente e rimane un occasione sprecata per il Consiglio regionale.
Concorda con la sfiducia dei cittadini calabresi verso il Presidente della Giunta (che cala al 42 per cento negli indici di gradimento) e tutto il centro destra che ha illuso ed ingannato la popolazione (esempio emblematico Gioia Tauro riguardo la quale sono state disattese tutta le promesse: realizzazione della zona franca, dell’interporto; minacciata realizzazione di un termovalorizzatore).
Riafferma la necessità di fare chiarezza su diverse questioni come: le modalità di spesa di quel 43% delle risorse destinato al fondo sanitario regionale; la questione delle indennità dei consiglieri, riguardo le quali ribadisce la necessità di un referendum abrogativo che, a suo avviso, potrebbe essere evitato solamente da una richiesta di abrogazione da parte di un consigliere di maggioranza; il presunto “scandalo” dei monogruppi, accusati di essere una forzatura rispetto alla legge ed allo Statuto - cosa non rispondente alla realtà in quanto l’esistenza degli stessi è prevista nello statuto fin dal 1970 ed è riconfermata nell’articolo 27 del nuovo Statuto in esame - ed espressione di una rappresentanza politica che lavora e non deve essere soppressa; l’articolazione delle strutture speciali.
Conclude, quindi, dichiarando che questo bilancio è l’espressione del fallimento del centro-destra in Calabria che conferma la nostra regione come la più povera, con più disoccupati, con il più basso reddito pro-capite e con la più alta pressione fiscale, con oltre il 43% della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà, situazione verso la quale non vengono proposte iniziative di alcun genere.
Rilevato il disinteresse della maggioranza per una discussione talmente importante quale il documento di bilancio, definisce burocratica, formale e ripetitiva la relazione del relatore che, ringraziando anche il Presidente della Giunta regionale per la sua partecipazione ad una seduta di Commissione, a suo avviso, dimentica che lo stesso detiene la delega al Bilancio. Non condiviso, quindi, che già si preveda una manovra di assestamento di bilancio e rammentato il recente rapporto Eurispes sull’aumento degli indici di povertà e le condizioni di reale disagio in cui versano tante famiglie calabresi, evidenzia che in Commissione Bilancio non si è avuta alcuna discussione reale, alcun confronto costruttivo con le organizzazioni e le rappresentanze sociali coinvolte. Denunciate le alte imposte regionali, le più alte tra le regioni italiane, e invitati i colleghi a prendere atto delle disastrose condizioni in cui versa la regione, chiede se risponde al vero che ogni consigliere del centro destra ha avuto a disposizione 3 milioni di € del bilancio da “gestire” sui territori del proprio collegio elettorale, sottolineando, altresì, come in sede di Commissione siano stati presentati dal centro sinistra pochi emendamenti, ma di alto valore sociale che fanno riferimento alla stabilizzazione dei Lsu-Lpu, al salario sociale. Rammentati i recenti avvenimenti riguardanti la sanità calabrese, di cui non condivide l’affidamento ai Commissari, e sospettato che la maggioranza, in riferimento alle risorse del Por, voglia far rimanere la Calabria regione ad obiettivo 1, prevede che anche in sede di assestamento di bilancio il centro destra si presenterà blindato, senza consentire alcuna discussione che possa modificare e/o migliorare il provvedimento che per l’ennesima volta, a suo avviso, non andrà incontro alle reali esigenze della popolazione calabrese.
Giudicato negativamente il fatto che il dibattito sul bilancio regionale si svolga in un’Aula semivuota ed in un clima che demotiva coloro che cercano di contribuire al suo miglioramento, afferma che vi è un grande vuoto costituito dall’assenza della politica intesa nel suo significato più alto e nobile.
Censurata, inoltre, la mancanza di rispetto che si ha nei confronti della funzione, che compete al Consiglio regionale, di rappresentanza della cittadinanza calabrese e stigmatizzato che le Comunità montane – a suo avviso istituzioni che hanno svolto un positivo ruolo nel territorio – siano state costrette a difendere un loro diritto, giudica tale circostanza chiaro segno di un rapporto istituzionale scorretto.
La regione, prosegue, vive una forte crisi che si è finora fortunatamente mantenuta su un terreno democratico, le cui cause ravvisa nella mancanza di punti di riferimento, nelle tante occasioni perdute, nella grave crisi occupazionale. Tutto ciò avviene in un clima, denuncia, nel quale tutto appare possibile, nel quale ognuno si sente – a cominciare dal Presidente della Giunta – legittimato a “fare quello che vuole” e che, dunque, non favorisce un corretto confronto democratico.
Il bilancio presentato oltre a non poter essere definito tecnico, afferma, fa dei passi indietro rispetto alle impostazioni – date da precise scelte politiche – di quelli degli anni precedenti, con i quali si tentava, pur non proponendo alcuna programmazione, quantomeno di governare le emergenze regionali, questo bilancio con il quale si potrebbe pure tentare di innescare un processo di sviluppo tramite la programmazione della spesa, invece, non governa neanche le emergenze, per cui ravvisa nell’opera del centrodestra l’esistenza di un meccanismo attraverso il quale ognuno dei suoi componenti si ritaglia uno spazio da sfruttare a fini elettorali. Ciò nonostante i risultati dei sondaggi, aggiunge, evidenziano un crollo del centrodestra e la debolezza dell’economia calabrese.
Oltre a ciò, si sta assistendo, a suo dire, alla riproposizione di un antico modello che costruiva importanti opere senza collocarle in un progetto di sviluppo reale di un territorio, mentre sarebbe più opportuno che il centro destra riproponesse, con senso di coerenza e responsabilità, nell’Aula consiliare le stesse argomentazioni e le stesse prese di posizione che vengono utilizzate quando ci si trova, nel territorio, a confrontarsi con la gente.
Stigmatizzata, poi, la superficialità dimostrata dal Presidente della Giunta nell’esprimere soddisfazione per la notizia che la Calabria rimarrà fra le regioni ad “Obiettivo 1”, evidenzia che dal prossimo 1 maggio altri Paesi faranno parte dell’Unione Europea e come si tratta di Paesi nei quali vivono ben il venticinque per cento dei “cervelli” europei. Il futuro, quindi, è legato alle intelligenze che si riesce a mettere in campo, e mentre presto la concorrenza nei campi del sapere sarà, per quanto prima detto, fortissima, in Calabria si rimodula il Por soltanto preoccupandosi di mantenere quote di risorse “a favore” di qualche assessore.
Evidenziate le troppe problematiche, a suo avviso, alle quali con il bilancio non viene data alcuna risposta (in particolare Lsu-Lpu), conclude ricordando i nuovi compiti che competono alla Regione, affermando che la più grande infrastruttura che occorre alla Calabria è la cultura della legalità e chiedendo alla maggioranza se a suo stesso avviso sta operando per ripristinarla o se invece sta operando in modo tale che da essa ci si discosti sempre di più.
Fatto rilevare che si è di fronte ad un atto importantissimo di programmazione politica, quale dovrebbe essere il bilancio, che non è una semplice elencazione di cifre, evidenzia che al contrario viene considerato dalla maggioranza un semplice passaggio legislativo, svuotato del necessario confronto tra i diversi schieramenti politici. A suo avviso, poi, la proposta presenta carenze sul piano specifico degli interventi, è priva di indicazioni sul quadro complessivo strategico di sviluppo della regione. Il progetto di bilancio, infatti, tratta di cose scontate, disattende temi importantissimi quale, ad esempio, quello della formazione che, a suo avviso, dovrebbe essere continua se si considera che le opportunità di lavoro richiedono sempre più professionalità e nuove specializzazioni; non affronta il problema dell’istruzione in generale, anche tra i docenti universitari c’è sconforto perché manca il necessario raccordo tra il territorio, la Regione e gli atenei; lo stesso comparto forestale si ritroverà a fine anno a dover subire gli effetti della mancanza di fondi necessari per la sua stessa sopravvivenza. Purtroppo, sostiene, le entrate regionali non bastano per far fronte alle gravi emergenze della regione: le entrate dovute all’Irpef, i fondi derivanti dell’integrazione del bollo auto nonché i proventi degli aumenti del costo dei carburanti e il ticket sui farmaci non sono sufficienti, e si verifica anche che gli operatori turistici sono costretti a pagare canoni demaniali al pari di Rimini. Tante altre opportunità, afferma, quale lo sfruttamento turistico della montagna, le terme sparse su tutto il territorio, non vengono adeguatamente valorizzate, e si parla di rivalutazione dei centri storici, ma senza la necessaria programmazione. Non si parla, invece, del dissesto idrogeologico, dell’erosione delle coste, di come si intende affrontare lo sviluppo turistico della regione in quanto viene trascurato il territorio. Le Comunità montane, poi, quasi non riescono a svolgere le loro funzioni, a redigere i loro bilanci perché non ricevono le necessarie risorse neanche per sopravvivere, ecco che allora i Sindaci protestano, sono costretti a rivendicare i diritti delle loro istituzioni.
Bisogna, quindi, affrontare in modo essenziale i problemi attraverso un confronto serrato, valutando seriamente il peso che hanno in termini di mancato sviluppo sociale produttivo ed economico, ed ancora prima di andare alla affermazione del federalismo è necessaria una valutazione seria delle esigenze di alcune regioni poiché alcune di esse non hanno uno sviluppo eguale a quello delle altre, per cui occorre che vi sia un impegno per un riequilibrio degli interventi. Conclude sottolineando che occorre trovare il necessario raccordo con le forze sociali attraverso la dovuta concertazione che allo stato manca per risolvere i gravi e drammatici problemi che attanagliano la Calabria.
Asserito che quella di oggi è una Calabria senza più certezze e che oggi si apre una nuova stagione quella del “bilancio tecnico” che viene offerto all’attenzione del Consiglio nel silenzio più assordante tanto della maggioranza che della Giunta regionale, sostiene che il bilancio è stato sempre considerato l’atto fondamentale per un ente pubblico e per la sua attività istituzionale, mentre quello che la Giunta propone oggi è un documento senza anima, quindi senza un indirizzo politico, ma mentre in tutte le Regioni si discute per l’introduzione del presidenzialismo e si cerca di trovare delle norme per bilanciare i poteri dell’assemblea e dell’esecutivo oggi viene presentato un bilancio che è passato in Commissione senza discussione come se fosse la Giunta regionale l’organo preposto ad approvare le leggi.
E mentre in Commissione Autoriforma si cerca di trovare un istituto capace di riequilibrare i poteri tra presidenzialismo e parlamentarismo, nel momento in cui si approva il bilancio non si ha la forza e l’energia per affermare quegli istituti che in commissione Autoriforma si intendono porre in essere. Da qui, il legittimo interrogativo su quale possa essere la ratio che ha portato la Giunta regionale a porre in essere la condotta istituzionale proposta oggi, che fa sorgere il dubbio che si voglia riservare l’attività legislativa alla Giunta regionale rendendo inutili le competenze del Consiglio regionale.
Tanto premesso, sostiene che non vi è una sola spiegazione sul perché la Giunta regionale non ha adottato il bilancio preventivo 2004 nella sua interezza, preferendo presentare prima un cosiddetto bilancio tecnico e poi l’assestamento; non è, poi, mai avvenuto che il bilancio venisse non solo blindato ma totalmente privo di programmazione, senza indirizzi, in una regione purtroppo senza più certezze.
La funzione del bilancio è quella di rilanciare il processo di sviluppo nel territorio, ma questo compito non può assolvere un bilancio tecnico di legislazione vigente, nel quale non esiste una scelta che non sia di maggioranza e che non abbia il sapore elettoralistico.
Nel bilancio, inoltre, non esiste nessuno sforzo per risolvere il problema più importante della Calabria e cioè la piaga della disoccupazione; nulla vi è in merito alle royalties sui gas estratti nel crotonese, così come non vi è una lira per attuare le leggi recentemente approvate, come quella sulla famiglia che ha creato tante aspettative ma per la quale non vi è traccia di risorse in bilancio.
Conclude, infine, auspicando che il Consiglio recuperi le funzioni che gli spettano.
Affermato che il bilancio da strumento politico per affrontare in maniera proficua i problemi della regione si sia trasformato negli anni in un adempimento burocratico che sicuramente non servirà alla stessa, si domanda, innanzitutto, quali siano le motivazioni che hanno impedito, per il secondo anno consecutivo, di discutere il documento di programmazione economico finanziaria evidenziando che l’incarico della redazione, quest’anno, è stato affidato ad professionista esterno dieci giorni dopo che il documento era stato approvato dalla Giunta regionale, il che autorizza a censurare anche il fatto che lo strumento principe della politica economica regionale sia diventato uno strumento per elargire compensi.
Numerosi sono, a suo dire, gli elementi negativi di questo bilancio definito tecnico, ma che di tecnico non ha nulla contenendo ben precise scelte politiche, che si possono, a suo avviso, riassumere nella necessità di assegnare ad ogni consigliere una quota “x” che gli consenta di rispondere alle sollecitazioni pervenutegli dal suo collegio elettorale. Oltre a ciò, è da evidenziare a suo avviso, l’appesantimento economico gravante sul bilancio e derivante da in gran parte dalla presenza di residui attivi e passivi di oltre 9 mila miliardi di lire per ogni voce, dei quali la responsabilità è individuata nella inadeguatezza delle strutture burocratiche e dalla mancata conoscenza dell’esatto ammontare dei debiti fuori bilancio dovuti a pignoramenti subiti dalla Regione, a causa della mancata consegna dei dati da parte della avvocatura regionale.
Affermato che in quattro anni di governo l’attuale maggioranza non è stata in grado di porre in essere uno strumento che potesse risolvere un solo problema, dichiara che attraverso la presentazione di emendamenti la minoranza ha cercato di dare almeno qualche parziale risposta, reperendo i fondi all’interno delle risorse libere, alle più gravi emergenze: la disoccupazione; le famiglie in stato di indigenza (reddito sociale di cittadinanza); erosione delle coste.
Sottolinea, quindi, come la relazione del consigliere Talarico, che definisce fatalista e rassegnata, metta in evidenza problemi importanti della regione dimenticando che gli stessi non vengono trattati all’interno del documento finanziario, contribuendo così al disegno di un quadro disarmante, che ancora guarda ai fondi comunitari come una ancora di salvezza, senza considerare che anche questi, vittime della inadeguatezza delle strutture burocratiche incapaci di sfruttare detto strumento, sono sovrastimati essendo la maggior quota di spesa costituita da progetti sponda.
Definito il Presidente Chiaravalloti “ambasciatore del nulla” in quanto nei suoi numerosi viaggi, parlandone, mette sotto i riflettori la nostra regione di cui poi una volta esaminato il quadro generale si mette in risalto una situazione di declino, ricordati i suoi “regali” alla regione : il caso Cittadella, la Sorical (nella cui convenzione venivano regalati alla parte privata migliaia di miliardi in cambio di nulla), conclude affermando che il Presidente della Regione ha svenduto la Calabria fuori dal territorio calabrese e chiedendo che lo stesso faccia una profonda autocritica e rassegni le dimissioni.
Deluso dal bilancio lo giudica viziato, originariamente dalla mancata concertazione delle parti sociali, contrariamente a quanto avvenuto negli anni precedenti, e dalla poca considerazione riservata a settori fondamentali quale l’occupazione, e che sia incapace di produrre sviluppo, limitandosi ad un mero documento contabile. Ricordati con vari esempi gli sprechi perpetrati nella sanità, illustra brevemente tra gli interventi proposti dall’opposizione la creazione del reddito sociale di cittadinanza e gli interventi a favore dell’occupazione, stigmatizzando l’ingessatura del bilancio e la sua incapacità di impegnare i fondi vincolati, esprimendo una valutazione del tutto negativa.
Censurando le contraddizioni e le smentite continue all’interno della stessa maggioranza, anche attraverso la lettura di alcune dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale ed evidenziate le diverse problematiche cui il bilancio non riesce a dare risposte concrete, sottolinea come i dati tecnici relativi al documento contabile siano identici sin dal 2001, evidenziando l’incapacità, a suo dire, della maggioranza di attuare una programmazione decisa, con assunzione di responsabilità e scelte legate alla priorità degli interventi. Analizzati quindi tutti i settori dell’attività di governo regionale, dalla sanità all’istruzione, dall’ambiente all’agricoltura, dal personale alla gestione delle risorse umane, dalla forestazione al trasporto pubblico locale, dal sistema locale di sviluppo alla vicenda Sorical, ne evidenzia tutte le pecche e le contraddizioni, sottolineando i possibili interventi che avrebbero consentito un più celere ed efficace sviluppo della regione. In particolare, soffermandosi sul necessario contenimento della spesa sanitaria, sottolinea come la stessa incida sul bilancio in una percentuale ben superiore al 50%, censurando la scelta del governo regionale di portare i cittadini calabresi a subire la maggiore imposizione fiscale di tutte le regioni italiane. Conclude, augurando che la tendenza sinora registrata si possa invertire consentendo una riqualificazione della persona umana nel rispetto della dignità propria di ogni individuo.
Dichiara chiusa la discussione generale.
Chiede l’inversione dell’ordine del giorno al fine di approvare per primo il progetto di legge n. 505/7^ recante: “Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2004”.
Spiega che quanto chiesto dal relatore è tecnicamente necessario al fine di poter accogliere emendamenti sul disegno di legge finora discusso. Indi, pone in votazione la richiesta che viene approvata.
Comunicato che non sono stati presentati emendamenti all’articolo 1 lo pone in votazione e viene approvato. Comunicato che all’articolo 2 sono stati presentati emendamenti: il numero di protocollo 640 a firma Leone viene ritirato, il numero di protocollo 506 a firma Gagliardi viene ritirato, il numero di protocollo 519 a firma Michelangelo Tripodi è dichiarato decaduto per mancanza del proponente, pone in votazione l’articolo 2 che viene approvato. Indi, dispone di passare all’esame dell’emendamento numero di protocollo 648 a firma Borrello ed altri istitutivo dell’articolo 2 bis.
Illustra l’emendamento teso ad istituire il reddito sociale di cittadinanza quale misura di sollievo a favore delle famiglie in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà.
Esprime parere contrario all’emendamento pur riconoscendone la grande rilevanza sociale e dichiara che sarà possibile durante le sedute della Commissione sviluppo economico che precederanno la manovra di assestamento di bilancio valutare le possibilità di un futuro accoglimento.
Censura l’atteggiamento, a suo dire, di superficialità con la quale il relatore ha sbrigativamente trattato un emendamento che affronta un drammatico problema e evidenziato come su nessuno dei tanti problemi che affliggono la regione venga data una risposta, si augura che si rifletta adeguatamente sul fatto che le decisioni che si stanno per assumere siano in grado di offrire un sollievo, nonostante la scarsità delle risorse che impegnerebbero, alle famiglie che versano in drammatiche condizioni.
Concludendo, afferma che l’emendamento affronta temi, la famiglia e la solidarietà, che il centrodestra ha molto cari ma solo a parole ed evidenzia come proprio chi non ha votato in modo favorevole alla neo varata legge sulla famiglia si stia in questo momento facendo carico di offrirle delle autentiche misure di sostegno.
Ribadito che il bilancio in discussione è di natura tecnica e che, quindi, non è possibile con esso promuovere alcuna opera di programmazione di politiche attive né a favore della famiglia né di altro, invita a non voler strumentalizzare tale circostanza in quanto un simile atteggiamento obbligherebbe, politicamente, a non prevedere tale strumento di sostegno neanche in fase di assestamento del bilancio. Conclude evidenziando come il tema della famiglia sia un tema storicamente appartenente a coloro che si richiamano ai valori cristiani e richiamando il fatto che sia stato proprio un governo regionale di centro destra, quello del Lazio, ad avere per primo introdotto il reddito di sostegno alle famiglie bisognose.
Definito l’assessore Pirilli “incorreggibile” nelle sue provocazioni e dannoso per la sua stessa maggioranza, gli chiede di sapere se e quando si potrà discutere con serietà della proposta contenuta nell’emendamento, che a suo avviso darebbe un sostengo, anche minimo, al 30 per cento delle famiglie calabresi che vivono sotto la soglia di povertà e chiede di conoscere i motivi di contrarietà della maggioranza e della Giunta, che non esitano, di contro a sperperare ingenti risorse per consulenze e strutture speciali.
Sospende la seduta
Pone in votazione l’emendamento protocollo numero 648 che è respinto; comunica che sono ritirati gli emendamento protocollo numero 529, 515 per mancanza del proponente, Tripodi Michelangelo.
Dichiara di fare propri gli emendamenti Tripodi.
Ribadito che il bilancio proposto è “tecnico” e che la maggioranza con atteggiamento trasparente ha dichiarato che per questa ragione, le scelte di carattere strategico e politico saranno assunte in sede di assestamento di bilancio, invita la minoranza ad accettare con serenità tale percorso, a fronte dell’impegno della maggioranza a riaprire la discussione di merito in quella sede.
Dà lettura dell’emendamento protocollo numero 518.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l’emendamento protocollo numero 649 che ha lo scopo di promuovere l’autoimprenditorialità.
Lo pone ai voti ed è respinto.
Illustra l’emendamento protocollo
numero 650, che propone di destinare un bonus di 500 euro per l’acquisto di un
Pc ai giovani diplomati in disagiate condizione economiche.
Lo pone ai voti ed è respinto.
Illustra l’emendamento protocollo numero 651 che ha lo scopo di sostenere gli enti locali nella ristrutturazione degli immobili od altri beni confiscati ai patrimoni di origine mafiosa.
Si dichiara favorevole, sottolineando
come l’emendamento rechi anche la copertura finanziaria.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Atteso il
diniego del proponente al ritiro, lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 652 che allo scopo di garantire le indennità degli Lsu e Lpu per l’intero anno 2004.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 653 finalizzato a destinare risorse per la riqualificazione dei centri storici.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 654 finalizzato ad utilizzare 10 milioni di euro per fronteggiare l’erosione delle coste.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 655 che si propone l’accesso al credito delle imprese artigiane e delle PMI.
Lo pone in votazione ed è respinto. Indi pone in votazione l’articolo che è approvato.
Illustra l'emendamento protocollo numero 646 inerente le agevolazioni sull’Irap e le tasse automobilistiche per le organizzazioni non profit.
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 508 che ha lo scopo di consentire la riconversione di asili nido inutilizzati.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Lo ritira.
Illustra l'emendamento protocollo numero 547, volto ad accreditare le strutture che abbiano erogato prestazioni sanitarie negli anni 2001 e/o 2002.
Fatto rilevare che l’argomento è pertinente al piano sanitario, esprime voto contrario.
Sostiene che tutte le strutture erogatrici debbano essere accreditate.
Fa rilevare che vi sono strutture autorizzate e non accreditate.
Comunica che l’emendamento protocollo numero 547 e quello protocollo numero 572 sono ritirati.
Illustra l'emendamento protocollo
numero 592 che allo scopo di liquidare al comune di Crotone le royalties
a questo spettanti per l’estrazione di gas.
Pur condividendo lo spirito dell’emendamento, chiede venga riproposto in sede di assestamento di bilancio.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 604 che destina agli LSU e LPU i posti vacanti nelle piante organiche della Regione e degli enti subregionali.
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 600 che propone la soppressione della Commissione e dell’Ufficio del Piano
Lo pone in votazione ed è respinto.
Illustra l’emendamento protocollo numero 603 che propone che sia fatto obbligo agli Uffici regionali e agli enti strumentali di predisporre gli elenchi dei consulenti e di pubblicarli su almeno quattro giornali, chiedendone la votazione per appello nominale.
PILIECI
Francesco, segretario
Fa la chiama.
Comunica che per l’esito della votazione l’emendamento è respinto.
Illustra l’emendamento protocollo numero 656 che prevede l’abrogazione del comma 5 dell’articolo 2 della L.R. n. 30 del 2003, rendendo consecutivamente nulli gli effetti sino adesso prodotti.
Pone ai voti l’emendamento che è approvato.
Illustra l’emendamento protocollo numero 645 relativo a modifiche da apportare alla legge sulla raccolta dei funghi che consentirebbero, a suo dire, anche una diminuzione della spesa.
Propone che l’emendamento venga ritirato per essere discusso separatamente in altra seduta affinché gli uffici possano valutarne la valenza e gli effetti che eventualmente produrrebbero le modifiche.
(Così resta stabilito)
Illustra l’emendamento protocollo numero 630 tendente a superare alcuni limiti ed imprecisioni presenti nella legge sulle aree protette, chiedendo che, come previsto per l’emendamento a firma Tommasi, possa essere eventualmente ritirato perché si discuta separatamente in altra seduta.
(Così resta stabilito)
Pone ai voti gli articoli 3, come emendato, 4 e 5 che sono approvati.
Comunica che il primo degli emendamenti presentati all’articolo 6 è quello con numero di protocollo 638.
Chiede, in quanto cofirmatario, dell’emendamento protocollo numero 638 una breve sospensione in Aula dei lavori.
Sospende la seduta.
Ritira l’emendamento comunicando che quanto esso dispone sarà oggetto a breve di una proposta di legge.
Dichiara che gli emendamenti protocollo numero 545 e numero 479 sono assorbiti nel progetto di legge e che il numero 595 è ritirato in quanto sarà accorpato al numero 638 e costituirà oggetto a breve di una proposta di legge. Pone, quindi in votazione gli articoli 6 e 7 che sono approvati e comunica che gli emendamenti protocollo numeri 619; 617 e 616 sono decaduti per mancanza del proponente.
Illustra l’emendamento protocollo numero 644 a firma Tommasi che si propone la costituzione di una cabina di regia regionale per Agenda 21.
Si dichiara disponibile a ritirarlo se si assume l’impegno di un successivo finanziamento. Indi illustra l'emendamento protocollo numero 643 per l’istituzione di un centro di raccolta di reperti archeologici nell’area del Pollino.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 642 per gli incentivi alle aziende agricole calabresi che attuano e promuovono sistemi produttivi ecocompatibili.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 641 che istituisce un osservatorio per il monitoraggio ambientale della costa ionica cosentina.
Pone in votazione l’emendamento
protocollo numero 641 e quello 601 che sono respinti.
Illustra gli emendamenti protocollo numero 605 e 606 per la realizzazione delle case della Calabria in Albania ed in Grecia.
Pone in votazione gli emendamenti
protocollo nn. 605, 606, 607 e 608, che sono respinti
Illustra l'emendamento protocollo
numero 609 e 610 che destinano somme per la disinfestazione dalle zanzare nella
piana di sibari e nelle sue pinete marine.
Si associa alla proposta, chiedendo
un serio impegno della Giunta.
Evidenzia che il problema, che
riguarda anche altre zone della Calabria, richiede un intervento radicale
Li pone in votazione e sono
respinti. Indi pone in votazione gli emendamenti protocollo nn. 611, 612, 613,
614, 615, 618, 620, 621, 622, 623, 624 che sono respinti.
Illustra l'emendamento protocollo numero 625 che riguarda l’istituzione di collegamenti navetta tra Sibari e gli aeroporti di Lamezia e Crotone
Lo pone in votazione ed è respinto.
Indi pone in votazione gli emendamenti protocollo numero 626, 627 e 628 che vengono respinti.
Chiede che vengano abbinati gli emendamenti protocollo numero 629, il 593 e il 660.
Comunica che l’emendamento protocollo numero 660 è riferito alla legge finanziaria, pertanto occorre chiedere ai tecnici se è possibile rimandarne la discussione.
Illustra l'emendamento protocollo numero 631 che riguarda lo studio integrato sull’assetto delle coste calabresi, ma accoglie comunque l’invito a ritirarlo.
Illustra l'emendamento protocollo numero 639 per il ripianamento delle perdite dell’aeroporto S. Anna di Crotone.
Pur condividendo lo spirito
dell’emendamento, lo invita a ritirarlo
Insite nella richesta di
votazione, chiedendo il motivo di un diverso trattamento per l’aeroporto di
Reggio Calabria.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 530 che destina un
contributo al ripopolamento faunistico del Pantano di Saline ioniche.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 509 che assegna un finanziamento al teatro Grandinetti di Lamezia
Pur condividendo lo spirito
dell’emendamento, lo invita a ritirarlo, attesa anche la già dichiarata
disponibilità dell’assessore Zavettieri a concederlo.
Accolto l’invito, illustra
l'emendamento protocollo numero 510 che riguarda il risanamento delle coste del
comune di Falerna.
Pur condividendo lo spirito
dell’emendamento, lo invita a ritirarlo.
Lo pone in votazione ed è
respinto.
Illustra l'emendamento protocollo numero 585 e 584, l’uno teso a finanziare l’impianto di illuminazione dell’intera area portuale di Corigliano e l’altro ad assegnare allo stesso Comune risorse per la costruzione di un centro di accoglienza per immigrati.
Pur condividendo lo spirito
dell’emendamento, lo invita a ritirarlo.
Lo pone in votazione ed è respinto
Illustra l’emendamento con protocollo numero 632 riguardante lo stato di crisi del settore tessile di Camastra di Castrovillari, Praia a Mare e Cetraro.
Sottolinea la delicatezza del
problema, propone di trasformare l’emendamento in una raccomandazione alla
Giunta.
Accetta la proposta e ritira l
emendamento.
Illustra l’emendamento con protocollo numero 658 riguardante la costruzione del ponte di collegamento viario della frazione S. Elia con il centro di Montebello Jonico.
Chiede una breve interruzione prima della votazione.
Pone ai voti l’articolo 7 che è
approvato, indi pone ai voti la legge nel suo complesso che è approvata.
Illustra l'emendamento protocollo numero 602 alla legge finanziaria
Lo pone in votazione ed è
respinto, indi illustra l'emendamento protocollo numero 660 inerente
l’incremento di euro 1.250.000 destinato alla Comunità Montana.
Indi lo pone ai voti ed è approvato all’unanimità.
Pone ai voti gli articoli della legge finanziaria che sono approvati, indi pone ai voti la legge nel suo complesso che è approvata.
Illustra l’emendamento protocollo numero 647.
Lo pone in votazione ed è approvato, indi pone ai voti l’articolato della legge che è approvato, la legge nel suo complesso che è approvata.
Pone in votazione la legge finanziaria nel suo complesso che viene approvata.
Passa all’esame della legge di
bilancio.
Afferma in conclusione di questa lunga seduta di non aver ancora compreso cosa differenzi il cosiddetto bilancio tecnico dal bilancio ordinario della Regione e si chiede se dietro la prima definizione non si nasconda la consapevolezza della incapacità di questo testo di promuovere la politica finanziaria regionale.
Un bilancio che, a suo avviso, non tiene conto della reale condizione della Calabria, ultima nella graduatoria della povertà sociale, privo di una politica delle entrate e di alcuna forma di riqualificazione della spesa; che si muove in direzione opposta rispetto ai bisogni del territorio con l’imposizione del più alto livello di fiscalità regionale a fronte di un basso livello qualitativo dei servizi; che non da fiducia sulla possibilità di una riforma strutturale dei servizi primari della regione (sanità, trasporti, ecc.).
Esprime preoccupazione per l’ulteriore colpo dato alla regione da questo bilancio, ricordando che una possibilità di modifica era stata suggerita dalla minoranza tramite gli emendamenti presentati, in cui particolare rilevanza assumono le politiche sociali per il lavoro, l’istituzione del reddito sociale di cittadinanza per dare un sostegno finanziario a tutti i calabresi senza reddito che vivono sotto la soglia di povertà; una politica degli investimenti infrastrutturali.
Rammaricatosi per la perduta occasione per l’ultimo bilancio di questa legislatura di diventare il primo della nuova Regione, impegno che la minoranza ha tentato di onorare, come in sede di discussione sul Piano sanitario, trovandosi di fronte ad una totale indisponibilità da parte della maggioranza, manifesta anche preoccupazione sulla eventualità che, in assenza di una programmazione, tali scelte compromettano l’attuazione della spesa dei fondi comunitari avendo come riferimento uno sbagliato rapporto costi-benefici e considera sprecata anche in questo settore l’occasione di consentire alla nostra regione di cogliere la possibilità di uscire dalle Regioni obiettivo uno.
Riferendosi, poi, all’aumento delle indennità dei consiglieri, precisa che non è stata propagandistica la scelta di chiedere un referendum abrogativo di tale legge che ha condotto la Calabria al punto limite di una frattura democratica con la popolazione, che non crede più nella politica e nelle istituzioni, rendendo necessaria l’attivazione della funzione di opposizione su una tematica così sentita. Conclude affermando di non ricordare un periodo così difficile ed a rischio di legalità, perché la mafia è cresciuta e si è organizzata imprenditorialmente e fa sentire la sua voce, rendendo necessaria una dimostrazione di volontà forte per invertire la rotta.
Evidenzia come il bilancio – presentato con una veste tecnica – che si sta per approvare non risponda all’azione precisa e consapevole di cui la regione ha bisogno e, quindi, non sancisca alcuna scelta politica significativa; si tratta, ribadisce, di un bilancio inutile in quanto incapace di dare una visione efficace ed efficiente di una politica di sviluppo e che, nonostante le tante problematiche evidenziate durante il dibattito, non fornisce alcuna risposta ai bisogni della cittadinanza.
Esprime, inoltre, il dubbio che si ripresenterà lo stesso scenario di un documento blindato sul quale non esiste alcuna possibilità di confronto e di miglioramento anche in sede di assestamento e censura che sia stato scelto di rinviare tutto senza sfruttare la possibilità offerta di ripristinare, attraverso il confronto, un dialogo democratico fra i due schieramenti.
Ribadite, quindi, molte delle cose dette durante la discussione generale, conclude ricordando il ruolo propositivo che lo schieramento di opposizione ha cercato di esercitare anche durante i lavori della Commissione competente ed annunciando, a nome del suo gruppo, voto contrario.
Censura il modo di procedere che non ha consentito né un reale confronto democratico, né di avanzare proposte utili al superamento di quei limiti che, già in Commissione, il bilancio aveva presentato. Continua evidenziando come la discussione che la maggioranza ha deciso di non far svolgere in Commissione avrebbe consentito di snellire quella fatta in Consiglio e giudica negativamente tale circostanza ricordando che mai in passato si è ristretta in due soli mesi l’analisi del bilancio che costituisce l’atto più importante della Regione. Stigmatizza, inoltre, che siano stati bocciati anche quegli emendamenti che non comportavano aumento di spesa e rimarca come alcuni avrebbero meritato un confronto più forte. Ricordato, quindi, che su molte leggi si è verificato quanto il centrosinistra aveva previsto (es. legge sulla stabilizzazione degli Lsu-Lpu che ha uno stanziamento insufficiente e legge sulla famiglia senza alcuna copertura finanziaria), esorta a non procedere come fatto finora sul Por, senza, cioè, alcuna capacità organizzativa e di mobilitazione della spesa. Espresso, infine, il dubbio che si assisterà anche in sede di assestamento ad una discussione blindata, dichiara il proprio voto contrario.
Affermato che i gruppi della maggioranza devono assumersi le responsabilità per le scelte effettuate ed essere in grado di dare risposte ai cittadini calabresi, lamenta il fatto che la classe dirigente di fronte alla grave crisi in cui versa la regione non interviene per sopperire ai problemi. A suo giudizio il bilancio in discussione sottovaluta le problematiche reali, e ciò è aggravato dal fatto che non si sono svolte le audizioni con le parti sociali.
Richiama ripetutamente il
consigliere al rispetto del tempo (cinque minuti) concesso per le dichiarazioni
di voto.
Censurato, quindi, che la
maggioranza abbia deciso di presentare un bilancio tecnico preferendo, per la
sua approvazione, il metodo della prepotenza a quello del confronto quando
invece occorrerebbe mettere in piedi un’azione di politica economica,
rifacendosi a quanto detto nella discussione generale in merito alle scelte che
con il bilancio non si compiono, evidenzia che difficilmente si potrà trovare
un accordo tra minoranza e maggioranza dato anche il modo con cui quest’ultima
ha deciso di operare commettendo l’errore di riproporre i vecchi schemi della
politica e rinunciando a mandare un messaggio di speranza ai calabresi; quindi,
esprime a nome del suo gruppo voto contrario.
Stigmatizzata l’incoerenza, a suo dire, del Presidente della Commissione Bilancio che ha sollecitato per mesi l’approvazione del DPEF ed ora accetta di posporlo al bilancio e forse anche all’assestamento di bilancio, evidenzia il rischio che questa seconda fase di manovra tardi a realizzarsi, vanificando questa sospetta celere approvazione del documento economico contabile.
Motiva, quindi, il proprio voto contrario anche con il mancato ripristino di un corretto rapporto tra legislazione e cittadini, con l’assenza di una qualunque scelta sostanziale per l’iter di approvazione e discussione.
Il bilancio, afferma, non affronta nessuno dei problemi dei settori in crisi, dal tessile al terziario, alla sanità, all’ambiente, alle infrastrutture e le mancate scelte rendono ancora più drammatica la situazione in cui versa la Calabria: da qui il suo voto contrario.
A suo avviso, la discussione del bilancio ha segnato un primato negativo: la politica, quella della maggioranza, ha rinunciato a valutare nel merito il documento politico fondamentale della vita della Regione; la minoranza, invece ha prodotto emendamento significativi e di grande impatto per i problemi sociali, ai quali il centrodestra ha risposto “vedremo”. Tale atteggiamento è, a suo dire, frutto della incapacità di sintesi della maggioranza, che si manifesta anche per quanto riguarda il piano sanitario, rispetto al quale la maggioranza si comporta come in un assalto alla diligenza.
Definisce insensato l’accanimento a definire tecnico questo bilancio e la rigidità delle posizioni celanti obiettivi ben precisi: il commissariamento di ogni angolo della regione e l’esproprio sistematico delle prerogative del Consiglio regionale.
Chiede l’appello nominale.
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama.
Comunica che, con presenti e votanti 32 di cui 23 favorevoli e 8 contrari, la legge è approvata.
A nome della maggioranza chiede che sia richiamato in Aula nella prossima seduta, avvalendosi di quanto disposto dall’ex articolo 67, il disegno di legge 401/7^, ovvero il piano sanitario.
Replica che questo non è possibile in quanto l’articolo prevede che siano passati 60 giorni dall’inizio della discussione in Commissione del provvedimento, ovvero del cosiddetto maxi-emendamento.
Specifica che ad essere richiamato in Aula è il provvedimento originariamente proposto dalla Giunta.
Confermato che il provvedimento richiamato in Aula è il 401/7^, afferma che la discussione in Commissione del maxi-emendamento non preclude il richiamo in Aula del progetto di legge precedente.
In qualità di Vicepresidente della terza Commissione chiede di sapere quali siano le motivazioni che hanno portato ad ignorare i confronti svoltisi con le parti sociali e con la minoranza.
Invita il consigliere Leone a
ritirare la proposta, evidenziando che trattasi di una richiesta senza precedenti
e che riguarda un provvedimento da poco incardinato nella discussione in
Commissione, la quale, peraltro, sarebbe opportuno attendesse l’esito dei
lavori della neo istituita Commissione d’inchiesta per licenziare il piano.
Chiede venga posto all’ordine del
giorno della prossima seduta il suo progetto di legge a favore degli
agricoltori calabresi.
Accolte entrambe le richieste,
toglie la seduta.