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Tipologia  EVENTI

 Sulla tela l’assassinio di Giuditta Levato



 “E’ una carrellata di storia contadina che  merita di essere vista, perché rappresenta un mondo che forse è ormai del tutto sparito,  ma a cui occorre ancora attentamente  guardare”. DIPINTO LEVATO
E’ l’opinione del consigliere regionale  Antonio Borrello, componente l’Ufficio di Presidenza del Consiglio , che ha visitato, nelle sale di Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia,   la mostra del pittore Mike Arruzza: 90 opere che raffigurano la civiltà contadina, la Calabria sparita del dopoguerra, mestieri, abitudini, piazze, contadine dal volto cotto dal sole, bambini intenti a giocare a briscola.
Agli inizi del terzo millennio forse la pittura figurativa non suscita più l’interesse di un tempo, ma le suggestioni che scaturiscono  dalle consuetudini di un popolo nel rapporto con la terra  fissate sulla tela  non sono poche e la  mano del pittore, che con disincanto guarda indietro, riesce a fare intendere quanto sia distante e diversa  la civiltà contadina dalla modernizzazione globale che l’ha divorata .
Il pittore Arruzza è nato a Dasà e dopo aver vissuto per tanti anni a Milano e per un periodo della sua vita negli Stati Uniti è tornato nel suo paese d’origine dove vive ed opera.  Di lui l’assessore regionale alla Cultura, on. Sandro Principe, nel catalogo curato dal Sistema Bibliotecario Vibonese scrive  che “ è uno dei più importanti artisti calabresi contemporanei “.
 Il quadro su cui Borrello si è soffermato particolarmente, e per il quale è stato espressamente invitato da Arruzza a visitare le sue opere ,  è quello che descrive l’assassinio di Giuditta Levato, un olio su tema (111x136) che efficacemente narra l’evento del  28 novembre del 1946 quando la contadina di Calabricata (Sellia Marina) Giuditta Levato fu colpita al ventre da un colpo di  fucile perché rivendicava il diritto a coltivare la terra.
L’episodio s’inquadra nel contesto del decennio di lotte contadine ( 1943-1953) che si concluse con la riforma agraria e rievoca una Calabria  misera condizionata dal latifondo e dal banditismo. 
“Il Consiglio regionale della Calabria – ha aggiunto Borrello - proprio per valorizzare il coraggio di una giovane donna e un momento della nostra storia a cui la nostra civiltà e la democrazia che caratterizza la nostra società sono debitrici, ha intitolato una delle sue più belle sale all’eroina di Calabricata, proprio per non disperdere una parte fondamentale della nostra storia. Perciò  è ammirevole l’operazione fatta da Arruzza che, dopo la nostra decisione di intitolare la sala alla Levato, ha inteso ritrarre la scena dell’uccisione comprendendo il  campiere del barone Mazza che ha sparato alla contadina, incinta e madre di due figli, le donne in lotta ed i buoi liberati nel terreno per distruggere il seminato e contro i quali i contadini guidati da Giuditta Levato sono accorsi”.
Arruzza colloquiando con Borrello ha detto: “La storia di Giuditta Levato mi ha colpito subito e dopo aver letto quando stava facendo il Consiglio regionale mi sono messo subito al lavoro. Io mi intrattengono spesso sul passato ed i miei quadri perlopiù sono la testimonianza di un’epoca scomparsa. Io appartengo ad un’altra generazione, quando le scene che dipingo erano scene di vita quotidiana. Oggi non ci sono quasi più. E io vorrei che le nuove generazioni amassero questo passato che io dipingo perché testimonianza di un mondo e di valori diversi, non quelli della società moderna. Il rapporto con quel mondo è un legame che non si può spezzare. Quei contadini sono il mio mondo e io fisso sulla tela loro fatica, la loro dignità, la loro umiltà”.