27 giugno 2007    

Il Presidente Loiero: «Un grido corale e coinvolgente contro la guerra»


Welcome in  Calabria, miss Corrigan,
Benvenuta in Calabria Signora Corrigan Maguire
Questa che l’accoglie è una terra antica, carica di problemi, desiderosa di pace.
Una terra bellissima un po’ infelice.
Afflitta da tensioni e drammi sociali e, in ogni caso, testimone di un’etica di non violenza che oggi vuole qui ribadire.
Noi tutti sappiamo che in ogni angolo della terra la violenza si manifesta in forme luttuose.
In una congiuntura storica come quella attuale,  alla follia del terrorismo che insanguina il mondo facendo migliaia e migliaia di vittime innocenti, si aggiunge, oltretutto, una insensata ipocrisia: quella delle guerre silenti o addirittura preventive.Il momento della Firma della Carta della Pace
E allora, ritengo, quanto mai opportuno riflettere non solo sui principi della non violenza ma anche e soprattutto sul metodo di un impegno non violento attivo che deve diventare un fenomeno di massa, planetario, per affermare riconciliazione, giustizia e pace.
Vorrei, lo dico subito Mrs Corrigan, che la sua presenza in Calabria nell’aula della massima assise elettiva della Regione, il suo messaggio agli uomini delle istituzioni e a tutti i calabresi, il suo esempio fatto di impegno costante per la pace, non siano soltanto uno stimolo per una ripresa del dibattito etico–politico sulla violenza pur necessario, ma contribuiscono a far crescere, invece, una coscienza pacifista e un impegno per diffonderla e affermarla.
Una coscienza che valorizzi l’impegno di uomini e donne che come lei rappresentano un esempio di pace , i per  concreto e quotidiano ed esalti il lascito di grandi pensatori che si sono battuti per questo grande ideale.
Sembra, proprio oggi, farsi sempre più viva la necessità di una ridiscussione radicale della cultura e della prassi politica, una rilettura in cui la nonviolenza può giocare ruolo determinante se vista, in tutta la sua carica rivoluzionaria.
Come presidente di questa Regione sono onorato, dunque, di porgerle il benvenuto a nome di tutti i fieri calabresi.
Abbiamo accolto con estremo favore, dopo il suo invito, la richiesta di presentare in Calabria la “Carta per un mondo senza violenza” e di aderirvi con un appuntamento solenne in questo parlamento regionale.
La sua storia personale è drammatica ed esemplare. Ad essa, alla violenza subita – lo ricordo ai presenti – la signora Corrigan Maguire ha reagito infatti con l’impegno pacifista che le è valso il premio Nobel per la Pace. Con la sua organizzazione ‘Community of Paece People’, alla quale diede vita dopo la morte, in una sparatoria, dei tre bambini della sorella Anne che in seguito si tolse la vita, è stata tra coloro che hanno promosso il processo di pace nella tormentata e insanguinata Irlanda del Nord.
Con Betty Williams, premio Nobel anche lei, che fu testimone dell’attentato in cui persero la vita i tre figli di Anne, portò in piazza a Belfast oltre 35 mila persone che chiesero la fine del sanguinoso conflitto religioso tra repubblicani e lealisti.La Corrigan circondata dalle giovani croniste locali sotto l'occhio vigile del Presidente Loiero
Da lì iniziò il processo di pacificazione dell’Irlanda del Nord, da lì incominciò una azione feconda  in tutto il mondo, che oggi la porta qui in riva allo Stretto, dopo averla vista partecipe combattente di pace in altre, troppe, numerose zone del mondo, laddove la pace non c’è.
La sua testimonianza personale e in quanto portavoce del gruppo dei premi Nobel per la Pace che ha deciso di elaborare la Carta che oggi viene qui presentata, per noi tutti rappresenta, infatti, una sollecitazione a concentrare l’attenzione non tanto sui fondamenti filosofici della nonviolenza quanto sul modo di affermarli in tutto il pianeta.
Lei sa, signora Corrigan, che la Regione Calabria ha stabilito una stretta e convinta collaborazione con la ‘Fondazione Gorbaciov’ e il Comune di Roma e negli ultimi due anni io stesso ho avuto l’onore di partecipare e prendere la parola al Summit mondiale dei premi Nobel per la Pace in Campidoglio per dibattere con voi su temi di rilevanza mondiale.
Con lo stesso spirito intendiamo contribuire a diffondere un documento solenne per una cultura di pace come la “Carta per un mondo senza violenza” che lei tra poco ci presenterà e noi sottoscriveremo a nome della Calabria intera, nella speranza che venga diffusa e in seguito adottata dall’Assemblea delle Nazioni Unite.
Questa riunione straordinaria e solenne del Consiglio regionale voluta dal suo presidente onorevole Giuseppe Bova, è una conferma eccezionale di una volontà collettiva del popolo calabrese che nel passato ha pagato tributi altissimi alle guerre in cui il nostro Paese è stato trascinato e nel presente è attraversato da forme di violenza criminale che mettono in difficoltà la sua rinascita morale e civile.
Mi auguro che da Reggio Calabria si levi un grido corale, forte, impetuoso e allo stesso tempo coinvolgente, contro la guerra, contro tutte le guerre, che qui, oggi, in questo palazzo intitolato a Tommaso Campanella, un grande e visionario filosofo calabrese  si affermi il principio e l’utopia di una possibile  “città del sole”.
Sull’onda di quel messaggio, noi vogliamo pensare,  che la “Carta per un mondo senza violenza” debba diventare il “manifesto” degli uomini di buona volontà in grado di fermare il declino irreversibile in cui si avvierebbe il nostro mondo ove non si ponesse fine a  conflitti per motivi economici, razziali, culturali, tribali, etnici, politici e anche religiosi.
È quanto mai imprescindibile riflettere, allora.
E mi piace rammentare, alla presenza di semplici cittadini, forze politiche, sociali, economiche e sindacali, rappresentanti delle Istituzioni, dell'associazionismo, del volontariato e del mondo accademico presenti in quest’aula, che la Costituzione della Repubblica italiana, nata al termine di un conflitto  mondiale, che aveva sconvolto il mondo, quella su cui giura il presidente della Repubblica, all’articolo 11 non rifiuta ma  ripudia la guerra,  come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Io non credo ( e qui mi colloco sulla posizione della Chiesa dei primi secoli) che una guerra possa mai essere definita “giusta” o “santa”, che possa avere insomma una sua carica etica.
 La guerra è guerra. E’ violenza,  lutto,  dolore. Lascia dietro di sé solo macerie..
La nostra condanna etica, pertanto, deve essere decisa e senza appelli.
La violenza umana è una malattia prevenibile, come recita la Carta,
Lavoriamo, allora, per realizzare un ordinamento internazionale che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni e assicuri il benessere dei popoli. Questa Carta va in tale direzione.
Chiudo con uno slogan recentemente ascoltato durante una campagna promossa da Emergency:
Fermiamo la guerra, firmiamo la pace.
Ecco, la Calabria firmando oggi la “Carta per un mondo senza violenza”, firma la pace.
 

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