25 giugno 2007    

Le decisioni della Conferenza dei capigruppo (di Cristina Cortese)


Il Consiglio regionale reagisce indignato alle calunniose affermazioni circa i presunti rapporti tra consiglieri regionali e i propri collaboratori, che emergono dall’inchiesta giudiziaria conosciuta come “Why not”. L'ingresso principale di Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria
E’ questa la posizione assunta dalla Conferenza dei capigruppo e dei presidenti delle Commissioni e dei comitati permanenti convocata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Bova. L’organismo consiliare ha annunciato una serie di querele, quelle di ciascun consigliere a difesa della propria onorabilità personale e politica, compromessa dalle dichiarazioni false e diffamatorie rese da una testimone e riportate negli atti d’indagine.  In più, a difesa dell’Istituzione consiliare, nei cui confronti si sono registrate - reiterate nel tempo - aggressioni che mirano a gettare discredito e a delegittimarne l’azione politica riformatrice, la Conferenza dei Capigruppo, ha deciso di assumere un’iniziativa inedita. Questa volta sarà il Consiglio regionale in quanto  tale ad agire in giudizio a tutela del prestigio della massima Assemblea elettiva calabrese e per la salvaguardia della propria sovranità democratica.
All’unanimità, infatti, tutti i presidenti dei Gruppi hanno dato mandato al Presidente Bova perché assuma, attraverso l’Avvocatura regionale, ogni utile iniziativa giudiziaria volta alla difesa dell’onorabilità dell’Assemblea.
 

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