20 marzo 2007    

«Perché il Patto non sia lasciato cadere nel vuoto» (di Luigi Sbarra*)


La Manifestazione di oggi con la presentazione e la sottoscrizione del Patto per la Legalità e la Democrazia in Calabria, rappresenta una tappa fondamentale e significativa verso il processo di costruzione, innovazione e modernizzazione della nuova Regione.
Vediamo in questo appuntamento odierno, la condivisione e   l’accoglimento dei tanti appelli che, in questi anni, il Sindacato Confederale Calabrese ha  rivolto alle massime istituzioni regionali per avviare una nuova fase di cambiamento e modernizzazione della vita politica e istituzionale,  economica e sociale della Regione.
E’ innegabile che la Calabria oggi viva una condizione tra le più sofferte e difficili della sua ultra trentennale storia regionalista con una crescente e preoccupante sfiducia e delegittimazione che investe le istituzioni e le  stesse rappresentanze democratiche della Calabria.
Occorre, secondo noi, determinare uno scatto ed un sussulto di responsabilità della politica e della massima istituzione calabrese che deve allargare e favorire spazi di vera ed autentica  partecipazione dei cittadini e delle loro rappresentanze al fine di compiere una autentica opera di rinnovamento e di crescita culturale, di riforma e cambiamento in direzione dello sviluppo, della ripresa  economica, della legalità, della battaglia per il lavoro e  l’occupazione in Calabria.
E' ora di mettere da parte strumentalità e veleni, abbandonando l’odiosa pratica della delegittimazione vicendevole e ponendo al centro dell'attenzione, prima di tutto, gli interessi generali della Calabria e la capacità di costruire risposte ai bisogni ed alle attese dei calabresi.
Il Segretario regionale Cisl Luigi Sbarra interviene alla «Convenzione»Ecco perché l’iniziativa di oggi che ha un alto valore politico, civile, sociale ed economico, non va lasciata cadere nel vuoto e confinata tra le tante ‘incompiute’ di questa Regione; il Consiglio Regionale della Calabria si deve mettere alla prova per migliorare e  qualificare fortemente l'attività legislativa sul terreno dell'efficacia, della trasparenza, dell’innovazione, delle riforme concertate e condivise anche dai corpi intermedi della società calabrese.
Bisogna avere la capacità di indicare le priorità legislative, finalizzate a tagliare e stringere le maglie delle commistioni e delle distorsioni nell'uso della spesa pubblica.
Le risorse finanziarie pubbliche si possono sottrarre al controllo della criminalità ed alle degenerazioni truffaldine se si attivano regole certe e trasparenti, se si rafforzano verifiche e controlli, se si  qualificano gli obiettivi in maniera mirata e concreta per lo sviluppo, la crescita dell'occupazione e la modernizzazione.
A questo fine non è indifferente la pratica della concertazione  sociale e l'attivazione di precisi strumenti legislativi rivolti a rafforzare e semplificare il sistema dei controlli; occorre legiferare l’istituzione di centri unici di spesa, il potenziamento delle attività di monitoraggio e controllo sugli appalti pubblici.
Da molto tempo stiamo chiedendo l’attivazione con Legge Regionale di una Stazione Unica per gli Appalti di lavori, servizi e forniture alla Regione Calabria , l’estensione del Durc a tutti i settori di spesa, norme più stringenti per contrastare la pratica del lavoro nero e sommerso che in Calabria dilaga.
In questo contesto, anche al fine di prevenire ogni forma di condizionamento distorto dell'orientamento della spesa e per costruire luoghi privilegiati per praticare politiche di concertazione, non è marginale la funzione che potrà svolgere, se istituito in tempi rapidi, il Consiglio Regionale dell'Economia e del lavoro, già previsto dallo Statuto Regionale.
Ecco perché, ci sentiamo di condividere, apprezzare, sostenere l’iniziativa del Presidente del Consiglio, Bova, che da un lato, propone impegni precisi per dare maggiore visibilità alle Istituzioni rispetto alla Lotta alla Mafia ed alla Cultura della Legalità ad ogni livello ma anche, l’indicazione di alcune priorità legislative della massima istituzione calabrese: processo di delegificazione e creazione di testi unici, riordino degli enti strumentali,  incentivi alle imprese, controllo degli atti interni, consulte di giovani e istituzioni di Garanti.
Il «caso Calabria» non può essere, allora letto ed affrontato con la presa d'atto delle sue patologie, più o meno acute, ma richiede una terapia d'urto, anche intensiva, capace di superare le ragioni strutturali di una grave e decennale crisi.
Lavoro e Stabilizzazione di tutto il precariato esistente, riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, rilancio del tessuto industriale e produttivo e dei servizi a rete anche con una nuova e diversa strategia di riordino degli incentivi alle imprese, un nuovo modello di Politica Sociale che affronti il tema della Famiglia e della Povertà, della Non Autosufficienza e della Fiscalità Regionale e Locale,  la  Riforma del sistema sanitario regionale ed i processi di integrazione dei servizi socio-assistenziali,  la nuova Programmazione del Qcs 2007/2013,  la politica delle infrastrutture, i temi della sicurezza e della legalità possono rappresentare gli assi portanti di un nuovo Patto per lo Sviluppo,  l’Economia ed il Lavoro in Calabria da condividere e concertare tra Regione, Sistema delle Autonomie Locali,  Sindacato e Rappresentanze  Imprenditoriali.
Ognuno, maggioranza o opposizione, si assuma, quindi, per intero, tutta la responsabilità che la propria funzione politica e istituzionale assegna e soprattutto chi governa, sia a Roma che in Calabria, non può più sfuggire a quelle responsabilità che la sovranità popolare ha conferito.
Io sono sicuro che in questo modo, possiamo, insieme, nella coesione e nella condivisione, in un rinnovato impegno di presenza che veda mobilitati in uno sforzo unitario tutte le componenti vitali della società calabrese, costruire nuove speranze e più concrete certezze per i cittadini calabresi, per i lavoratori ed i disoccupati, gli uomini e le donne, gli anziani ed i giovani della nostra regione.

* Segretario Generale della Cisl Calabria
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