20 marzo 2007    

Il testo della Convenzione «Istituzioni: doveri e diritti»


Patto per la legalità e la democrazia calabrese
 

ISTITUZIONI

doveri e diritti

 
Il giorno 13 del mese di marzo dell’anno 2007, il Consiglio regionale della Calabria, d’intesa con la Giunta regionale, alla presenza dei Prefetti e dei Presidenti delle Province calabresi, dei Sindaci e dei Presidenti delle Comunità montane, dei Presidenti dei Consigli provinciali e comunali calabresi, dei rappresentanti delle categorie produttive e del partneriato sociale, dei sindacati, del sistema universitario e dell’alta formazione calabrese, dei rappresentanti del mondo dell’informazione regionale, premesso che:
I) Sin dall’avvio della corrente Legislatura, il Consiglio regionale della Calabria avvertiva con forza l’esigenza di avviare, assieme ai diversi livelli istituzionali elettivi calabresi e d’intesa con il più vasto sistema delle autonomie sociali, un patto costituente che rifondasse la Regione e la rendesse più inclusiva e dall’assetto più moderno e reticolare.
Era opinione condivisa, infatti, che dopo le elezioni del 3 e 4 aprile 2005 ci fosse la necessità, unitamente alla possibilità, di operare in direzione di un radicale cambiamento. Vi erano le condizioni, dunque, per avviare una vera e propria “convenzione calabrese”,  e per affrontare, in sostanza, una nuova sfida democratica che segnasse un evidente punto di discontinuità rispetto all’allora vigente sistema istituzionale regionale, per molti versi largamente superato e non più in grado di fornire risposte efficaci ed efficienti alle pressanti istanze provenienti dalla comunità calabrese.
II) Nel contempo, le vicende che interessavano la nostra regione sul piano dell’ordine pubblico destavano preoccupazione e allarme crescenti. Si registravano, infatti, numerosi atti intimidatori ed azioni criminose perpetrate ai danni di imprenditori, professionisti, pubblici amministratori, esponenti del mondo politico, consiglieri ed assessori regionali, uomini delle istituzioni.
Si assisteva con il passare dei giorni ad una vera e propria escalation di avvertimenti mafiosi, oscure minacce e violenze, che raggiungeva il suo apice nell’assassinio del Vicepresidente del Consiglio regionale, On.le Francesco Fortugno, il 16 ottobre 2005 La firma della Convenzione "Istituzioni:doveri e diritti" a Locri.
Quel tragico ed efferato delitto, dal chiaro stampo politico-mafioso, ha stroncato la vita di un galantuomo ed ha lanciato alla politica calabrese un inquietante monito “preventivo”, un messaggio destabilizzante ed eversivo dell’assetto democratico della Regione. La ‘ndrangheta ha tentato così di arrestare sul nascere il moto di cambiamento in atto, ad impedire alla Calabria di divenire una regione “normale”. 
III) Quel colpo è stato terribile ed ha determinato una fase di difficoltà vera e profonda nella vita della più alta assemblea calabrese. Tuttavia, nel corso di questi mesi lunghi e difficili, le istituzioni regionali hanno tentato di affrontare a viso aperto e senza infingimenti le proprie tante fragilità e contraddizioni. Il Consiglio regionale si è adoperato con rigore per rafforzare la dignità ed il prestigio dell’Istituzione, nonché la credibilità dell’azione politica degli organi regionali. In estrema sintesi si ricorda che:
a) L’Assemblea calabrese, unica in Italia, ha già approvato all’unanimità una integrazione al Regolamento consiliare con cui si è disposta la revoca di nomine ed incarichi assembleari di secondo livello nei confronti di  quei  consiglieri  regionali  che  abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, o che abbiano violato i principi fissati dal codice del buon governo di cui il Consiglio regionale si è dotato;
b) Sul terreno della riduzione dei costi e su quello della moralizzazione della politica, il Consiglio regionale ha assunto decisioni esemplari e inedite, tagliando del dieci percento le indennità dei componenti dell’Assemblea e vietando per legge che parenti ed affini entro il terzo grado siano utilizzati nelle strutture speciali dei consiglieri e dei direttori generali;
c) Con un ordine del giorno votato all’unanimità il 12 ottobre scorso, il Consiglio regionale si è impegnato ad avviare assieme al Governo nazionale un Piano straordinario per la sicurezza nella Regione Calabria. Tale impegno è stato rapidamente onorato: quel Piano è già stato approntato e sottoscritto dalle parti lo scorso 22 febbraio. La Regione, inoltre, per la prima volta, ha anche concorso a finanziare con risorse proprie quel patto, assumendo direttamente oneri economici a carico del bilancio regionale, ritenendo che la questione della legalità e dell’ordine pubblico sia una priorità assoluta per la salvaguardia delle libertà democratiche ed il rilancio economico e sociale della Calabria;
d) Il Consiglio, infine, ha avviato l’opera di “rottamazione” degli enti sub-regionali oramai inutili e costosi, partendo dalla cancellazione della Commissione del Piano con legge regionale n. 6 del 2007, producendo così un risparmio netto annuo di oltre un milione di euro.
IV) Queste iniziative, tuttavia, sarebbero drammaticamente insufficienti se non si giungesse al più presto alla verità, tutta e fino in fondo, sull’omicidio del compianto Franco Fortugno.
Non è solo un sacrosanto bisogno di giustizia che spinge in questa direzione ma, se possibile, una ancor più grande necessità democratica. Infatti, solo disvelando tutta la trama di interessi illegali e criminali e le responsabilità dirette che sottendono a quel delitto, sarà possibile restituire alla massima istituzione democratica della Calabria le prerogative affidatele dal popolo sovrano.
Alle autorità giurisdizionali preposte all’accertamento della verità, quindi, viene rivolto, attraverso questa Convenzione, un pressante invito a proseguire sino in fondo nelle indagini, a non arrestarsi dinanzi a risultati parziali ed allo stato insufficienti, a proseguire senza indugio nell’accertamento della verità.
A questa necessità non ci sono subordinate possibili; innanzitutto non lo è l’abdicazione del sistema istituzionale elettivo dalle proprie responsabilità e l’affidamento di queste a poteri speciali e monocratici esterni alla regione.  Se ciò avvenisse, si finirebbe col pagare tutti, ed in primo luogo la società calabrese, un prezzo altissimo in termini di libertà, di democrazia e di opportunità di futuro.
Questi convincimenti ci inducono, allora, per un  verso a pretendere a gran voce che si faccia piena luce sul delitto del Vice Presidente Fortugno, e per l’altro a ricercare con ogni mezzo la coesione di tutte le istituzioni democratiche della Calabria al fine di stringere assieme un nuovo patto democratico.
V) Tanto posto e considerato, attraverso l’odierna assise, il Consiglio regionale della Calabria, assieme al vasto sistema delle autonomie oggi qui convenuto, intende riavviare quel percorso di cambiamento interrotto dal delitto Fortugno coinvolgendo in un inedito patto costituente tutte  le forze sane della società calabrese. 
E’ innanzitutto volontà del Consiglio regionale produrre un’accelerazione sul fronte della “demolizione” della vecchia Regione e della costruzione della nuova:
a) E’ in atto, e deve essere intensificato, un profondo processo di delegificazione che tende ad abrogare leggi vecchie e non più attuali, ed a cancellare leggi “manifesto” prive di copertura finanziaria;
b) Sono prossimi all’approvazione Testi unici che consentiranno una forte semplificazione delle disposizioni legislative regionali per materie omogenee, superando l’attuale congerie di norme contraddittorie e disarmoniche sulle medesime questioni;
c) E’ in dirittura d’arrivo una nuova legislazione regionale in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, che accentra le stazioni appaltanti a livello regionale garantendo così maggiore trasparenza e controllo dei costi, nonché una nuova legge regionale di contrasto all’asfissiante fenomeno dell’usura;
d) E’ allo studio una nuova legislazione sugli incentivi alle imprese costruita sul modello del credito d’imposta, che offra maggiori garanzie in termini di efficienza delle politiche e maggior rigore nei criteri di assegnazione, riducendo il rischio che “prenditori” senza scrupoli si accaparrino illegittimamente risorse pubbliche distogliendole dal mercato a danno dell’economia regionale;
e) Il Consiglio intende proseguire l’opera già avviata da alcuni mesi nella direzione della riduzione dei costi della politica e della “rottamazione” di enti sub-regionali, garantendo rinnovata efficienza a quelli che resteranno in vigore. La Regione, inoltre, intende ritrarsi da numerosi gangli dell’economia regionale, riducendo drasticamente la propria presenza nei diversi consigli di amministrazione, con notevole risparmio di risorse pubbliche da destinare al comparto delle politiche attive del lavoro, dell’istruzione e della formazione delle giovani generazioni; 
f) Il Consiglio regionale intende altresì monitorare con efficacia tutte le procedure di spesa attraverso un’organica ed attuale legislazione in materia di controlli interni;
g) L’Assemblea legislativa calabrese intende portare rapidamente all’approvazione un nuovo progetto di legge, concordato con il sistema delle autonomie locali e concertato con le parti sociali, teso al riordino del sistema delle polizie locali. Tale provvedimento normativo mirerà ad incrementare i livelli di sicurezza urbana nel territorio regionale, nel pieno rispetto della competenza esclusiva statale in materia di ordine pubblico e sicurezza.  Attraverso tale legge si definiranno gli indirizzi generali dell’organizzazione e dello svolgimento del servizio di polizia locale dei comuni, delle province e delle loro forme associative, il coordinamento delle attività e l’esercizio associato delle funzioni, gli interventi regionali per la sicurezza urbana, la collaborazione tra polizia locale e soggetti privati operanti nel settore della vigilanza, nonché le modalità di accesso e la formazione degli operatori di polizia locale;
h) L’Assemblea regionale predisporrà ed approverà un nuovo progetto di legge che, da un lato, contempli la piena valorizzazione del sistema delle autonomie funzionali universitarie e, dall’altro, assicuri parità di trattamento alle Accademie di belle arti e ai Conservatori di musica attivi in Calabria, anche in riferimento al diritto allo studio;
i) Infine, quanto sopra dovrà essere portato a conoscenza dei cittadini calabresi attraverso piani mirati di comunicazione, che rendano più trasparente, immediato e sistematico il rapporto tra la Regione e la comunità sociale, nel rispetto del pluralismo del sistema dell’informazione regionale e locale.
VI) Nel mentre tutto questo avviene, la Regione, producendo una contrazione delle uscite attraverso una robusta riduzione dei propri costi di funzionamento, intende sostituire il modello istituzionale regionale trilaterale vigente, giungendo ad un assetto reticolare più moderno e funzionale, in cui, attorno all’asse Presidente, Giunta, Consiglio, si affianchino nuovi organi di ispirazione statutaria: la Consulta dei giovani; il Comitato regionale delle Autonomie, la Consulta dei garanti, il Consiglio regionale dell’Economia e del Lavoro ed il nuovo Comitato regionale per la comunicazioni  che,  ai sensi dell’art. 2, comma 2, Lett. u), dello Statuto regionale, sarà dotato di funzioni inedite nel rispetto dei principi di cui al Titolo V, parte II, della Costituzione.
La Regione diverrà allora un centro di indirizzo, programmazione e controllo, liberandosi definitivamente di competenze e funzioni devolute ai livelli istituzionali sub-regionali, e dotandosi di strumenti più moderni ed efficienti che arricchiranno la rappresentatività dell’Ente e ne rafforzeranno la capacità di incidere positivamente sul sistema economico e sociale calabrese.


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Per tutte queste ragioni, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e delle Commissioni consiliari, all’unanimità, lo scorso 10 febbraio, ha indetto la presente Convenzione per la legalità e la democrazia calabrese. In quella sede, la Conferenza ha deciso di introdurre, nel Regolamento interno del Consiglio regionale, la regola della decadenza automatica da ogni incarico, anche nel caso di semplice rinvio a giudizio per reati associativi di tipo mafioso. In tal modo, il Consiglio ha inteso segnare un passaggio esiziale nella vita istituzionale della Regione, riaffermando la centralità della questione della lotta alla ‘ndrangheta ed al malaffare in Calabria.
Infine,  a conclusione del ciclo di audizioni programmato in vista della presente Convenzione, nella riunione conclusiva del 9 marzo scorso, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e delle Commissioni consiliari ha assunto un’assai significativa decisione sulla questione cruciale della riduzione dei costi della politica: ridurre del 25 per cento la spesa delle strutture di supporto all’attività dei Consiglieri regionali, applicando criteri rigorosi ed equi.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e delle Commissioni consiliari ha deciso di finalizzare l’impiego di tre milioni di euro della somma così risparmiata per consentire ogni anno l’utilizzazione di circa 250 giovani laureati meritevoli, oggi disoccupati, da selezionare con meccanismi trasparenti ed automatici, per stage biennali nei comuni della Calabria. Le restanti risorse liberate, per un importo di circa un milione di euro, saranno destinate a finanziare i nuovi organi del Consiglio regionale sopra citati, senza alcun aggravio aggiuntivo a carico del bilancio dell’Assemblea legislativa calabrese.
Per questa via verranno cambiati nel complesso il profilo e l’agire concreto dell’Ente Regione. Conseguentemente, sin da subito, dovrà proseguire, con una forte accelerazione, il decentramento di competenze, funzioni e risorse dalla Regione alle Province, ai Comuni ed alle Comunità Montane. Tutto dovrà avvenire in un quadro di sussidiarietà e di federalismo fiscale, comunque senza sovrapposizioni, in termini tali da avvicinare sempre più i cittadini alle istituzioni e da garantire un maggiore ed effettivo controllo democratico dei governati sui governanti.
In questo quadro, il fronte istituzionale per la legalità e la democrazia, che oggi si intende sancire solennemente attraverso il presente patto, comporta una più piena e consapevole assunzione di responsabilità in primo luogo da parte di chi, eletto democraticamente nelle pubbliche amministrazioni locali o regionali, intende operare al servizio esclusivo dei cittadini calabresi nella direzione del buon andamento e dell’imparzialità dell’agire pubblico.


P.Q.M.


Il Consiglio regionale della Calabria, in persona del Presidente in carica, il Presidente della Giunta regionale, i Presidenti delle Province calabresi, i Sindaci ed i Presidenti delle Comunità montane calabresi, che sottoscrivono il presente atto, si impegnano solennemente dinanzi all’intera comunità calabrese a:
introdurre nei propri Statuti il principio del ripudio della ‘ndrangheta e di tutte le mafie;
introdurre nei propri regolamenti consiliari la regola etica della decadenza dagli incarichi elettivi di secondo livello in caso di condanna anche non definitiva - così come già previsto nel Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria – ovvero nel caso di mero rinvio a giudizio per il reato di associazione di tipo mafioso;    
dare corso alla costituzione in giudizio quale parte civile in tutti i processi di mafia e sino al terzo grado di giurisdizione, senza la possibilità di pervenire ad accordi transattivi giudiziali o stragiudiziali.
 
Reggio Calabria, lì 13.3.2007
Letto, confermato e sottoscritto
 


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