16 febbraio 2007    

Occhiuto (Udc):«Le linee guida sulla sanità penalizzano i privati»


“Se si comparano i posti letto attualmente esistenti, con quelli assegnati nelle linee guida per il nuovo piano sanitario ci si rende conto che il prezzo della riduzione dei posti letto sarà pagato solo da 4 ambiti territoriali, quelli delle aree urbane di Reggio e di Cosenza, di Paola e di Crotone”. E’ l’osservazione critica che muove Roberto Occhiuto (Udc), vicepresidente del Consiglio regionale, alla decisione assunta di recente dalla Giunta regionale.Il vice presidente del Consiglio Roberto Occhiuto (Udc) Spiega l’esponente dell’Udc: “Negli ambiti riferiti a tutte le altre 7 aziende sanitarie ci sarebbe addirittura un aumento dei posti letto, rispetto a quelli attuali. In sostanza, si prevede di chiudere ospedali pubblici e privati in 4 zone della regione, mentre se ne potrebbero aprire altri nelle rimanenti 7 zone. È un modo singolare, nonché paradossale, di programmare la riorganizzazione della rete ospedaliera, che discende da un criterio di ripartizione che sarebbe stato meglio discutere prima nella competente Commissione consiliare e concertare con gli operatori”.

Ad avviso di Occhiuto “Avere approvato in Giunta le linee guida, ed aver già deciso sulla ripartizione dei posti letto per ciascun ambito territoriale, pone una seria ipoteca sulle conclusioni del Piano sanitario. Che necessiti una riduzione dei posti letto è questione sulla quale siamo tutti d'accordo, che sia altrettanto necessario riorganizzare gli ospedali pubblici e privati è convinzione di tutti; ma, credo, sarebbe stato meglio limitarsi a definire il numero massimo complessivo di posti letto nella regione, senza operare già una ripartizione dettagliata e lasciando, invece, ai luoghi della concertazione sociale e politica il compito di confrontarsi su criteri e modi per ottenere lo stesso risultato in maniera più equilibrata”.

Conclude il Vicepresidente del Consiglio regionale: “Anche questa volta l’Assessorato e la Giunta regionale dimostrano due cose: di non avere, nei fatti,  rispetto dei luoghi e dei soggetti della concertazione istituzionale e sociale e di agire, anche rispetto a questioni vitali per i calabresi, più guardando all’effetto che fa una notizia nuova che alla concretezza ed equanimità di un’azione amministrativa”.

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