5 febbraio 2007    

L'informativa di Bova sull'incontro con il Capo dello Stato


Una dettaglia informativa all'intero Consiglio, ed alla Calabria sulla visita al Capo dello Stato, della delegazione della Regione Calabria. Così Giuseppe Bova ha aperto la seduta di mercoledì 24 gennaio, illustrando nel dettaglio il documento sottoposto all'attenzione della più alta carica dello Stato. Il Presidente Giuseppe Bova
"Al Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano abbiamo presentato una memoria che è stata il frutto di una riflessione unitaria dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. E’ stato un momento solenne, nel quale al Capo dello Stato non abbiamo fatto un elenco dei problemi, ma posto alcune questioni significative". 

Abbiamo parlato – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale - del rafforzamento senza precedenti delle cosche, sottolineando la leadership dei clan calabresi nel narcotraffico mondiale e gli ingenti investimenti di capitali che la ‘ndrangheta fa all’estero, specie nell’Est europeo. A fronte di un tale dispiegamento di forze criminali, il Consiglio regionale da solo non ce la può fare.  Ma l’Assemblea - ha sottolineato il Presidente Bova - in tutti questi mesi, ha lavorato intensamente sul terreno della legalità, della moralità e della sicurezza”.
Bova ha ricordato, passandoli meticolosamente in rassegna, gli adempimenti decisi in questa direzione. “Siamo stati noi a ridurre del dieci per cento le indennità dei consiglieri regionali; noi - ha ricordato - a varare il “codice del buon governo”; noi a modificare il Regolamento consiliare, stabilendo la revoca degli incarichi di secondo livello per i consiglieri condannati anche in via non definitiva; noi a prevedere l’impegno di risorse del bilancio della Regione per il Patto per la sicurezza in Calabria. Patto di cui torneremo a discutere in aula entro il mese di febbraio”.
Un percorso affatto concluso, secondo il Presidente Bova, che ha annunciato prima dell’estate l’approvazione di nuovi provvedimenti: “la modifica della legislazione sugli appalti, con l’istituzione di una stazione appaltante centralizzata per ogni provincia e di una centrale regionale, oltre ad un osservatorio regionale sugli appalti pubblici. Ma anche la riforma del sistema degli incentivi alle imprese, per impedire – è stata la sua sottolineatura - che la Calabria diventi terra di conquista per imprenditori «prenditori»”.
“Davanti al Presidente della Repubblica, abbiamo dimostrato di essere una regione dignitosa e non questuante. Abbiamo posto il problema della magistratura rispetto alle carenze di organico non solo delle Procure, ma anche degli uffici del Gip che rappresentano  un vero “collo di bottiglia” – ha evidenziato - dell’attività giudiziaria. Abbiamo proposto al Presidente che una brigata di cinquemila uomini dell’Esercito sia stabilmente trasferita in Calabria; rimarcato la necessità di un federalismo fiscale che sia davvero solidale e non aggravi il divario tra Nord e Sud del Paese; ed infine, ci siamo soffermati sul porto di Gioia Tauro, una delle ultime grandi infrastrutture italiane, ma non ancora, purtroppo, della Calabria, evidenziando soprattutto ciò che dimostra un recente ed importante studio: e cioè, che nella nostra regione basterebbe “spezzare il carico” del dieci per cento delle merci in transito, al fine di elevare addirittura del quattro per cento il pil regionale”. 

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