26 gennaio 2007    

Grande attenzione del Presidente Napolitano ai problemi della Calabria


Il rafforzamento degli organici giudiziari, l’assegnazione stabile di una nuova base logistica delle Forze Armate, l’apertura del porto di Gioia Tauro al territorio e un impegno straordinario per la legalità e la sicurezza. Ruota intorno a questi quattro punti, in sintesi, l’articolato documento che il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, i vicepresidenti, Antonio Borrello e Roberto Occhiuto, e  il Segretario-Questore Gesuele Vilasi hanno illustrato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso dell’incontro al Quirinale dove il vertice di Palazzo Campanella è stato ricevuto insieme al Presidente della Giunta, Agazio Loiero e al vicepresidente, Nicola Adamo.
La Cappella dell'Annunziata all'interno del Quirinale“Ci permettiamo di segnalarle - hanno dichiarato i componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale - nella sua veste di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, l’esigenza indefettibile di rafforzare l’Ordine giudiziario calabrese, primo ed indispensabile presidio di legalità. Segnaliamo, al riguardo, non solo la necessità del rafforzamento degli organici e della tempestiva copertura delle incombenti vacanze nei ruoli di vertice della magistratura inquirente, quanto, prioritariamente, l’urgenza di interventi sulla funzione del Giudice per le Indagini Preliminari, il cui Ufficio, nei Tribunali calabresi, per le annose e croniche carenze d’organico, costituisce un vero e proprio "collo di bottiglia" che rallenta l’attività istruttoria giungendo spesso a vanificarla del tutto.”
Dopo aver rimarcato di essere “tra quelli che ritengono che inviare l’esercito in Calabria a presidio del territorio sia una soluzione sostanzialmente inadeguata ed inefficace a contrastare il fenomeno dilagante e pervasivo della criminalità organizzata”, Bova, Borrello, Occhiuto e Vilasi hanno osservato che, essendo il Paese “oggi dotato di un esercito interamente professionale, costituito prevalentemente da giovani volontari provenienti soprattutto dalla Calabria e dalle altre regioni meridionali”, le nostre Forze Armate “impegnate in missioni di pace all’estero nelle aree di crisi del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, potrebbero acquisire una nuova e strategica base logistica proprio in Calabria, terra da cui molti di loro provengono e che è naturalmente proiettata verso i Paesi della riva sud e del vicino Oriente.”
In sostanza, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale   ritiene che “sarebbe utile e auspicabile che alla Calabria fosse assegnata stabilmente una Brigata di cinquemila uomini”. “Molti di loro - aggiungono Bova, Borrello, Occhiuto e Vilasi -  potrebbero così servire l’Italia operando nella loro regione d’origine, concorrendo a garantire la difesa nazionale e contribuendo nel contempo a rafforzare il presidio di legalità sul territorio regionale”.
Per quanto riguarda Gioia Tauro, pur registrando l’attenzione del Governo nazionale, il vertice dell’Assemblea sottolinea che si tratta di uno dei più importanti porti del Mediterraneo, “una grande piattaforma logistica italiana con una notevolissima ricaduta positiva sui traffici commerciali di tutta Europa ma che, allo stato attuale, non produce alcuna apprezzabile incidenza sull’economia calabrese”. “Uno studio molto significativo ed assai recente - affermano i componenti dell’Ufficio di Presidenza consiliare - ha dimostrato che, se a Gioia Tauro si sdoganasse anche solo il dieci per cento del carico in arrivo, il PIL calabrese crescerebbe per questo del quattro per cento ogni anno.”
Si tratta, dunque di superare il mero transhipment: con migliaia di containers che arrivano ogni giorno a Gioia Tauro. “Ma da lì - osservano Bova, Borrello, Occhiuto e Vilasi - le merci ripartono senza ‘spezzare il carico’ e senza produrre, pertanto, alcun valore aggiunto per il tessuto economico e produttivo calabrese.”
La proposta del vertice consiliare è netta e chiara: “Bisogna invertire tale tendenza - affermano - ed aprire il porto al territorio, rilanciando per tale via le sorti di questa grande infrastruttura, rendendola finalmente al servizio della fragile economia calabrese che, da un potenziamento del suo porto e da una diversificazione delle attività che vi si svolgono, troverebbe notevolissimo giovamento”.
Non hanno solo avanzato proposte, però, i componenti dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea regionale. Hanno anche testimoniato al Capo dello Stato “il più rigoroso impegno del Consiglio tendente a rafforzare la dignità ed il prestigio dell’Istituzione, nonché la credibilità dell’azione politica degli organi regionali”.
Ricordando, infatti, che “Il Consiglio regionale, nel corso di questa legislatura, ha subito un attacco diretto da parte della criminalità mafiosa, ed è stato contemporaneamente oggetto di una vera e propria campagna di denigrazione e di delegittimazione preventiva che ha finito per rafforzare e rendere più efficace l’offensiva portata dalla ‘ndrangheta all’Assemblea regionale calabrese”, hanno informato il Presidente Napolitano che “l’Assemblea calabrese, unica in Italia, ha recentemente approvato una integrazione al Regolamento consiliare con cui si dispone la revoca di nomine ed incarichi assembleari di secondo livello nei confronti di  quei  consiglieri  regionali  che  abbiano riportato condanne penali anche non definitive o che abbiano violato i principi fissati dal codice del buon governo, di cui il Consiglio regionale si è dotato”.Palazzo del Quirinale - La Sala del Trono o di Augusto
Ma non basta. Dopo aver illustrato le misure adottate sul terreno della riduzione dei costi e su quello della moralizzazione della politica (il taglio del dieci per cento delle indennità e la cosiddetta legge “antiparentopoli”) hanno reso edotto il Presidente della volontà comune dell’Assemblea, manifestata all’unanimità, il 12 ottobre scorso, al termine della seduta consiliare convocata per l’anniversario dell’omicidio del vicepresidente Francesco Fortugno, che “ha formalmente indetto una sessione straordinaria di lavori al fine di rafforzare la strumentazione legislativa e amministrativa atta a prevenire ed a rendere impermeabile da pressioni criminali e mafiose il sistema degli appalti pubblici e ad approntare adeguate risorse per consentire il riutilizzo dei beni confiscati alla mafia da parte della comunità calabrese nel più breve tempo possibile”.
Infine, Bova, Borrello, Occhiuto e Vilasi hanno ribadito al Capo dello Stato che “ il Consiglio regionale si è impegnato ad avviare assieme al Governo nazionale un Piano straordinario per la sicurezza nella regione, giunto oramai in fase di avanzata definizione, assumendo direttamente impegni economici e finanziari a carico del bilancio regionale”.

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