7 giugno 2005    

Coniugare politica ed etica (di Pino Guerriero*)






“La grandissima vittoria del centro sinistra alle elezioni regionali della Calabria ha fatto (ri)entrare la politica dalla porta principale. Aggiungo : la politica con la P maiuscola. Questa enfasi però nasconde anche il suo contrario, cioè il rischio che l’euforia, cheGiuseppe Guerriero pure ci vuole in questi momenti, possa farci cadere negli errori del passato quando l’uso del politichese quotidiano ci distoglieva dai problemi veri. Qual è questo pericolo? E’ che, nell’ipotesi di un’accelerazione della disfatta di Forza Italia e della leadership di Berlusconi (sempre da verificare nel tempo), possa cominciare una corsa frenetica verso il carro del vincitore. Nello stesso tempo non bisogna nemmeno sbarrare le porte e le finestre per impedire la fuga verso l’al di qua paventando chissà quale contaminazione. La virtù, diceva l’antico, sta in mezzo. D’altra parte occorre ricordare quanto ha scritto di recente sul Corriere della Sera il politologo Ernesto Galli della Loggia - che negli anni passati era stato il fustigatore del costume ulivista, appeso tra il riformismo gradualista e l’antagonismo radicale - spiegando come uno dei motivi di successo del centro sinistra, al netto degli errori della Casa delle Libertà, è stato proprio la capacità di unire, di fare massa critica per demolire una volta per tutte – mi permetto di aggiungere io – quel gigante dai piedi di argilla che è il Polo ricattato dalla Lega. Ma esiste una misura per stabilire chi può o chi non può entrare nell’Unione? Ovviamente non esiste, e noi socialisti ci batteremo sempre, come è nostro costume, contro le limitazioni personali, contro la contrazione di ogni espressione che va sempre liberamente manifestata. Lo stesso presidente Loiero, riferendosi ai tanti che in questi mesi sono passati da questa parte, ha fatto un giusto riferimento all’esigenza di soddisfare  ogni singola aspettativa, quella che una volta si definiva la resipiscenza politica dei delusi, degli “schifati”, lo stato d’animo di quelli che avevano toccato con mano le approssimazioni della coalizione di centro destra. Mi piace anche segnalare la moderazione del presidente Loiero che su questo tema invita a non usare la parola “transfughi” nei confronti di chi si è avvicinato o intende accostarsi alla nostra coalizione.
Ed allora, in conclusione, quale dovrebbe essere la discriminante? Considerando che sullo sfondo abbiamo sempre un sentimento etico da onorare, io sommessamente penserei all’accettazione, da parte dei nuovi entranti, di un codice di comportamento così come noi l’abbiamo accolto impegnandoci con tutte le nostre forze in questa vittoria battaglia elettorale. E’ chiaro che chiunque lo voglia può trovare ospitalità da questa parte, anche perché non ci sarebbe un modo concreto per impedirlo, e, comunque, la transizione è lungi dal concludersi. Ci sono però problemi di stile, e sappiamo che nella vita la forma è sostanza.
Questo che viviamo è un passaggio delicato della vita politica italiana e calabrese. S’interrompa o meno la legislatura siamo, di fatto, in campagna elettorale. Il pensiero della politica organizzata è finalizzato a prepararsi a coprire il territorio che, tradotto, significa massima attenzione nella compilazione dei collegi elettorali. Ecco, allora che il fenomeno della transumanza può ricevere accelerazioni fortissime. Si dirà: è tutta opulenza. Certo, ma con le premure e prudenze che ho sopra accennato. La capacità della nuova politica è anche quella di filtrare le tossine che non sempre si possono individuare ed espellere. Ma stare in allerta e comportarsi conseguentemente è un impegno che dovremmo assumerci per elevare il tasso di credibilità presso l’opinione pubblica. In questo momento la coalizione ha il vantaggio di poter dire alcuni no, né pochi né troppi. Quelli giusti.


                                                                                  




* Consigliere regionale di Unità Socialista
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