|
5 gennaio 2007
|
|
Sculco (Margherita): «No a giudizi affrettati su Europaradiso»
|
“Su Europaradiso, per una realtà fragile come la Calabria, soprattutto se si alzano polveroni che fanno solo danni, è facile dire no. L’immobilismo, qui da noi, non è soltanto economico, spesso è anche sociale e culturale. Noi questa visione contemplativa della Calabria dovremmo metterla da parte e capire come rendere dinamica la nostra realtà nel mercato italiano ed europeo”. Precisa la sua opinione sul progetto Europaradiso a Crotone il presidente del Gruppo regionale della Margherita Vincenzo Sculco. Aggiunge l’esponente della Margherita: “Anziché assumere posizione negative o positive, pregiudizialmente, dovremmo, nell’interesse di Crotone e della Calabria, andare a vedere di cosa si tratta esattamente e cosa c’è nel progetto e soltanto dopo esprimere un giudizio. Una politica responsabile questo atteggiamento dovrebbe assumere: capire, leggere le carte, verificare e quindi decidere. Questa operazione si chiama negoziato e un’economia debole, che intenda fronteggiare le sfide del futuro, questo atteggiamento costruttivo dovrebbe avere”. Secondo Sculco “Al momento, invece, si riscontra sul progetto una sorta di accanimento pregiudiziale che non trova giustificazione, per esempio l’area interessata non è più riferita ai 1400 ettari originari, come si asserisce, ma a 140 ettari, quanti cioè ne prevede, da prima che si iniziasse a discutere di Europaradiso, il Piano regolatore del Comune per gli insediamenti turistici. L’invito, pertanto, è di assumere un comportamento che non impedisca immotivatamente alla Calabria di utilizzare investimenti significativi, e d’altronde soltanto questo modo di fare può evitare che nel confronto tra le forze politiche siano introdotti diktat o visioni ideologiche non rispondenti agli interessi reali del territorio”. Conclude l’esponente della Margherita: “Pochi sanno forse che 80 anni di industrializzazione hanno lasciato a Crotone macerie economiche e sociali ma anche ambientali e forse anche qui occorrerebbero atteggiamenti più vicini ai bisogni dei cittadini, perché mentre da un lato si riscontrano queste negatività assolute su progetti ancora da esaminare non pare che ci sia un’attività altrettanto appassionata per la bonifica dei siti compromessi. Non vorrei, inoltre, che si dicesse sempre si, come sin qui è accaduto, a progetti che spesso hanno fatto gli interessi di grandi gruppi imprenditoriali del Nord a scapito del Mezzogiorno e invece si opponesse un ‘no’ pregiudiziale verso progetti da cui un accorto negoziato potrebbe ottenere ricadute positive per la collettività” .
|
|
|
|