5 dicembre 2006    

Nicolò (F.I.):«Disponibili ad un confronto di grande collaborazione istituzionale»


“Le convulsioni politiche che hanno colpito con veemenza in questi ultimi mesi la coalizione di sinistra che guida la Calabria, non sembrano essersi placate nonostante l’accorrere al capezzale del “malato” di  tutti i partiti ed i gruppi del quadro di maggioranza. Il “rientro” dei Democratici di Sinistra, pare  si è infranto dopo le ultime dichiarazioni del vicepresidente della Giunta, Nicola Adamo. Verrebbe naturale chiedersi: che succede? Perché non viene convocato il Consiglio per aprire un dibattito franco e chiaro per far capire ai calabresi quel che realmente avviene nelle salette di qualche hotel lametino? Alessandro Nicolò (Forza Italia)

Eppure, Forza Italia ha offerto, nei giorni scorsi, sui temi del lavoro e del precariato, dell’utilizzo del Por, sulla salvaguardia dell’ambiente – solo per citare alcune delle emergenze tra le più eclatanti della Calabria – una disponibilità per un serio confronto di merito,con rinnovato spirito di attenzione e di collaborazione istituzionale, così come, in qualche occasione ha avuto modo di  specificare il capogruppo di F.I. Pino Gentile – che è altra cosa dagli inciuci. Le posizioni di maggiore responsabilità appartengono non vi è dubbio ai Democratici di Sinistra,  le più stridenti rispetto al resto della Giunta regionale, soprattutto in ordine all’affidamento di importanti e delicati incarichi di direzione burocratica dell’Ente. Il distacco dei DS dall’attuale coalizione è frutto di un malessere che regna nel centro sinistra e che ha messo sotto scacco la Calabria. La posta in gioco è alta e non sarà certo la nascita del nuovo Partito Democratico a diluire le laceranti contraddizioni che denotano la vita di questo litigioso centrosinistra, che ha dimostrato una forte irresponsabilità politica, rispetto ad un consenso plebiscitario, che immeritatamente lo ha premiato nel 2005. Le varie contraddizioni interne sono rappresentate dalla rapida conversione alla linea loieriana  del resto dei partiti della coalizione ( chi non ricorda le brucianti polemiche dell’Udeur!), segno che il cerino della crisi politica è rimasto solo in mano ai Democratici di Sinistra. Intanto, però, i problemi si accavallano, le occupazioni degli uffici della Giunta regionale da parte di precari si ripetono giorno dopo giorno, i forestali scioperano, le ferrovie chiudono le tratte o diminuiscono i servizi – ed in particolare proprio sulla linea ionica – nonostante la povertà di infrastrutture e la presenza con incarichi di diretta responsabilità ministeriali di un reggino d’adozione come il prof. Alessandro Bianchi. Una Regione cortocircuitata dall’incomunicabilità tra le forze del centrosinistra non può certamente rimanere a lungo nelle fasi di stasi in cui è precipitata. Da qui, dunque, è necessario risollevarsi, riparlando alle organizzazioni sociali e professionali, offrendo input al sistema delle piccole e medie imprese che soffrono del male peggiore per la loro esistenza: l’incertezza istituzionale, l’impossibilità di interfacciarsi con gli “sportelli” della regione per avere contezza sulle loro iniziative.  Eludere la drammaticità di questa situazione significa contribuire a far morire le ultime, seppure flebili, speranze di rinascita. E in questo quadro, che richiede azioni e parole forti, il centrosinistra continua a muoversi soppesando cencellianamente questo o quel capo dipartimento;questo o quel manager della sanità pubblica.

E la Calabria annaspa. In gioco non c’è solo il futuro e le fortune politiche di qualche personaggio ma la vita di tutti noi, della nostra gente, a partire dalle giovani generazioni. Lavorare su alcuni grandi progetti in modo responsabile   non significa consociativismo, ma esaltare la centralità del Consiglio attraverso il confronto ed assumersi responsabilità in prima persona per superare la crisi che colpisce la Calabria come la metcalfa pruinosa,  rinsecchendo ogni germoglio fino ad uccidere la pianta stessa”.

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