21 novembre 2006    

Bova: «Lo sfruttamento dei minori peggio di un'epidemia»


Inaugurata nella Sala "Green" del Consiglio regionale la mostra "Suonatori, Girovaghi e Lavavetri", curata dall'editore Teti per ricordare la “Giornata internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza".
Il contenuto della mostra è stato spiegato da Monica Zinno, della consulta nazionale dell'associazione "Gianni Rodari", che ha ricordato come "ancora vi siano 50 milioni di bambini al mondo non siano registrati anagraficamente, un aspetto, questo, di grave lesione dei diritti dei bambini". Rosetta Neto Falcomatà, che dell'associazione "Rodari" è Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Bovacoordinatrice regionale, ha fatto riferimento alla giornata del 20 novembre del 1989, "data in cui - ha detto - tanti Paesi hanno deciso di mettere nero su bianco per tutelare bambini e bambine e garantire loro il diritto allo studio, al gioco ed agli spazi".
Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, nel suo intervento, ha detto che con l'iniziativa odierna "tentiamo di coinvolgere tutte le forze attive della società calabrese perché questa stortura infame dei minori sfruttati e violentati, che purtroppo sembra un male difficile da combattere, veda un sussulto nella nostra società che consenta una vera, forte, sicura risalita. E' una malattia" che, peggio di certe epidemie - ha sottolineato Bova - sembra di nuovo riguardare la società industriale. Noi, oggi e da qui, vogliamo che le persone di buona volontà si mettano assieme,  suscitando emozioni con mostre, discussioni, affinché non solo le leggi, ma anche le consuetudini, il modo di pensare, il  codice di una società viva, garantiscano e difendano dalle violenze. E' una partita davvero difficilissima da affrontare, ma non impossibile".
Assumendo come paragone la situazione vissuta dai figli degli emigrati italiani del secolo scorso e quella dei figli degli  extracomunitari di oggi, Bova ha aggiunto che "tra i bambini ed i ragazzi emigrati di un secolo fa ed i figli di oggi degli  extracomunitari, non c'é una grande differenza. Oggi, se è possibile, la situazione è ancora più grave. Perché cento anni fa non c'era l'Onu, la Convenzione che garantisce i minori,  non c'era la ricchezza che questa società produce, non c'erano le potenzialità di liberarsi dei tanti mali. Oggi, per fortuna, la maggior parte dei bambini non sono colpiti dalle malattie come un secolo fa, però vi sono aspetti ancora più duri nella loro esistenza. I minori sfruttati, per esempio, come dice il titolo di questa mostra. Allora la povertà nascondeva tante cose, oggi, invece, la violenza sui minori emerge in tutta la sua crudezza, più grave e meno giustificabile, grazie ai media.
Nessuno dunque può dire che la situazione non lo riguardi. Ecco perché indifferenza ed ipocrisia vanno combattute e rimosse. La mossa ha questo intendimento simbolico, vuole sbattere in prima pagina quelle immagini stimolando anche individualmente una reazione positiva, spingendo a rimboccarsi le maniche".
Bova, infine, ha lanciato un appello: "Noi abbiamo tante cose che non vanno, troppe che sono insopportabili. Però io voglio ricordare, perché così è, che una terra come la Calabria, malgrado sia stata povera e con tanti pericoli, ha accolto, senza violenze, minoranze che venivano da tante parti del mondo: dalla Grecia, dall'Albania, dalla Valle d'Aosta e dalla Savoia, scacciati da guerra religiose. Perché allora i calabresi hanno saputo esprimere quel livello di accoglienza e oggi non dovrebbe essere così? Noi vogliamo rispondere a questa domanda ed essere fieri e coerenti con quelle radici antiche".

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