18 ottobre 2006    

Perrone (*):«La chiave del cambiamento è il lavoro»



Grazie, Presidente, un saluto a tutti i presenti, intervengo a nome delle tre organizzazioni sindacali, innanzitutto, per stringere in un abbraccio forte l’onorevole Maria Grazia Laganà, i figli e i familiari di tutte le vittime della mafia, purtroppo numerose.


Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi di chi mi ha preceduto, questo sicuramente è un momento importante, in un anno passi avanti ne sono stati fatti, ho ascoltato che c’è la proposta di questo Apq per la sicurezza, determinante, la legalità, la trasparenza, principi dai quali non si può prescindere. E approfitterei della presenza dell’onorevole Minniti per chiedere una particolare attenzione anche in questa Finanziaria rispetto a questo stravolgimento che si vuole effettuare nei confronti delle prefetture, delle questure, di tutte le presenze delle forze armate nei piccoli centri, cioè è un po’ in contraddizione rispetto a una politica che deve guardare alla presenza sul territorio, alla legalità. Questo perché, comunque, il principio di una legge Finanziaria deve guardare poi alle specificità territoriali, non possiamo prescindere, non possiamo pensare che ci siano leggi onnicomprensive; ci sono le specificità che devono essere salvaguardate con particolare attenzione e penso che la Calabria, in questo momento, sia un territorio che ha bisogno anche in questa direzione di particolare attenzione.Il segretario provinciale della Cisl di Reggio Calabria Rosy Perrone


Una considerazione che ci appartiene come sindacato: la chiave di cambiamento di questa Calabria è progettare, realizzare e concretizzare lavoro, dare l’opportunità a questi giovani, ai giovani di Locri, ma ai giovani di tutta la Calabria di poter appartenere a questo territorio, di non dover appartenere – come ha detto qualche sociologo illustre – alla criminalità organizzata. Paradossalmente la mafia dà quel senso di appartenenza che deve dare lo Stato, raccoglie quella manovalanza che lo Stato non riesce ad occupare, a cui non riesce a dare dignità di cittadinanza affinché possa lavorare in questa regione, affinché i ragazzi possano essere valorizzati, affinché i cervelli che noi abbiamo e che partoriamo dalle nostre università e che mandiamo all’estero siano messi nelle condizioni di scegliere. Scegliere significa che, professionalizzati, debbano avere l’opportunità non di sentirsi cittadini europei come condizione, cioè di dover andare via dalla Calabria e quindi sentirsi in maniera condizionata cittadini europei, bensì di sentirsi cittadini europei come scelta e quindi poter scegliere di rimanere cittadini calabresi europei.


Penso che, in questa direzione, bisogna lavorare, gli strumenti ci sono.


Diceva qualcuno prima di me che, di fatto, ormai la parte economica sussiste in Calabria. Perché non ci sono le condizioni di utilizzarla e di recuperare i tempi in cui ci sono stati dei punti di caduta, dei problemi o recuperare l’utilizzo dei fondi comunitari in maniera fattiva, progettuale? Noi abbiamo una grossa opportunità con la progettazione futura, col programma 2007-2013, lo dico a degli esperti. Allora perché non utilizzare anche le professionalità esistenti in Calabria per meglio mettere questa regione nelle condizioni di poter andare avanti? Io penso che i presupposti, ci siano    ed anche le condizioni finanziarie, le condizioni di volontà; c’è una Calabria sana che è rappresentata dalla maggior parte dei cittadini, quella malata è solo una piccola parte, ne sono convinta, e noi è su questa Calabria sana che dobbiamo lavorare.


Penso che, al di là delle appartenenze, al di là delle specificità, lavorare tutti assieme con l’obiettivo comune di dare dignità e riscatto a questa Calabria eviterà che ci siano altri morti, che ci siano altri spargimenti di sangue, eviterà che non ci sia un futuro per questa regione.


Questo mi sentivo di dire come appello, come volontà di andare avanti e come progettualità positiva. Perdiamo un pezzo ognuno di noi della nostra individualità per guardare ad un progetto comune e complessivo che leghi tutti per un obiettivo di sviluppo e di riscatto.


* Rosy Perrone Segretario provinciale Cisl di Reggio Calabria
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