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13 ottobre 2006
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«Siamo qui per approfondire i nostri rapporti» (di Antonio Borrello*)
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Un saluto caloroso, sincero e affettuoso dalla nostra terra, la Calabria, una regione dell’Italia meridionale che, per molti aspetti, è simile al West Virginia: il 42 per cento del territorio è montuoso, il 49 per cento collinare e solo il 9 per cento pianeggiante; una regione di 2 milioni di abitanti, più o meno quanti ne fa il vostro affascinante Stato. Un saluto mio personale. Un saluto particolare al Governatore Joe Manchin III ed a tutti voi da parte del Presidente del Consiglio regionale della Calabria on. Giuseppe Bova che, ad aprile ha sottoscritto, in Calabria, il Patto d’Amicizia, col Governatore Manchin III; Patto d’Amicizia che noi abbiamo trasformato, a luglio, in legge regionale e che oggi, formalmente, vi consegno. Un saluto, inoltre, da parte della delegazione del Consiglio regionale che io rappresento in questa circostanza: sono con me gli onorevoli Damiano Guagliardi, Maurizio Feraudo, Michele Trematerra, il giornalista Romano Pitaro e le interpreti Angela Tortorella e Stefania Castelli; essere qui con voi, in questo Stato americano che nel corso degli anni ha visto la presenza di moltissimi calabresi contribuire, spesso con il lavoro duro nelle miniere, al progresso economico degli Stati Uniti, non è soltanto un’occasione rituale. Siamo coinvolti anche emotivamente e perciò stiamo lavorando, da qualche anno a questa parte, con entusiasmo per rendere più solidi i legami fra la Calabria e gli italiani del West Virginia e le Istituzioni di questo Stato che ha alle spalle una storia di libertà e di rispetto per la persona umana verso cui i popoli democratici del pianeta hanno sempre guardato con simpatia Ci unisce, anche, una immane tragedia mineraria: a Monongah sono morti tantissimi calabresi che hanno reso ricca l’America con il loro sudore e meno povera la Calabria del ‘900; quei morti, sepolti e dimenticati per un secolo, chiedono ancora giustizia, e noi oggi intendiamo fare pace con loro, riconoscendo pubblicamente l’alto significato del loro gesto, il loro grande sacrificio, recependo il loro messaggio più pregnanti: evitare che si verifichino le condizioni di povertà che li hanno costretti a lasciare il loro Paese ed evitare che si verifichino tragedie sul lavoro cosi disumane e orribili com’è stato lo scoppio delle miniere n. 6 e n 8 del villaggio minerario di Mononogah, rifugio per i più poveri dell’Europa del secolo scorso. Quei morti, però, vanno commemorati e ricordati, anche se ancora le nostre antologie scolastiche tardano persino ad annoverarli, non soltanto per il dovere della memoria, ma soprattutto per costruire un futuro diverso, di relazioni fra i popoli e di pace. Devo dire che sono rimasto colpito da una frase che il Governatore Manchin III ha pronunciato a New York incontrando, l’anno scorso, il Vicepresidente Franco Fortugno, assassinato dalla mafia qualche giorno dopo il suo rientro in Calabria. Manchin disse allora: “Non dobbiamo dimenticare chi siamo, ma neanche dobbiamo dimenticare chi possiamo diventare e cosa possiamo essere in futuro”. Mi è piaciuta molto perché, in una sola battuta, ha sintetizzato i termini più importanti della nostra storia e della nostra vita quotidiana, politica e sociale. Il nostro Patto d’Amicizia, successivo al decreto di gemellaggio emanato dal Governatore Manchin nel 2005 col quale dichiarava le nostre due realtà “Sister - city”, nasce naturalmente sulla spalle di ciò che la storia ci ha lasciato, ma oggi, entrambi sappiamo che occorre tentare di andare oltre il presente e, grazie alla nostra amicizia, costruire un prossimo futuro di rapporti istituzionali, culturali ed anche economici che possano vedere le nostre realtà interagire proficuamente. La nostra regione, nonostante ancora sia stretta fra contraddizioni storiche, tenta di avviare processi di sviluppo che meritano di essere attentamente seguiti. La Calabria rimane terra di felice congiunzione mare-monti e si presenta - soprattutto in estate – come un insieme affascinante di realtà e Mito. Quando penso al Mito, naturalmente, non penso soltanto a stupire chi decide di trascorrere una vacanza in Calabria. Ma penso proprio alla mitologia che in Calabria è di casa. Da giugno a settembre, poi, i miti greci e romani tornano prepotentemente. Dal mitico tempio di Hera Lacinia a Scilla, Diamante, le ville romane dello Ionio e del Tirreno, Capo Vaticano, Troppa, Pizzo, ai i tesori della Magna Grecia. La presenza di ricchezza artistiche e naturalistiche di primissimo ordine fanno della nostra regione un “luogo” assolutamente eccezionale. E per questo, oggi, qui, oltre che rivolgere un saluto ai tanti amici americani che sono presenti, rivolgo un invito ai tantissimi italo/americani: Non dimentichiamoci! Facciamo conoscere, tanto per incominciare, ai figli dei figli di coloro che hanno dovuto abbandonare la propria regione decenni e decenni or sono la Calabria . Ai figli dei figli dei nostri corregionali che sono andati via in anni difficili dalla Calabria, figli che oggi sono imprenditori, docenti universitari, insomma americani inseriti nei gangli vitali di questo grande Paese e con i quali la Calabria vuole potenziare rapporti di collaborazione. GRAZIE.
* Consigliere regionale Popolari-Udeur |
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