7 giugno 2005    

La Rupa (Udeur): “Cambiare il modo di essere della Regione"


 


 “Ad un mese dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale abbiamo approvato  un importante strumento di riforma destinato a  recitare un ruolo di ‘primo piano’ nel governo dei processi di cambiamento in atto, che investono l’intero assetto istituzionale della regione.
Lo sforzo compiuto nell’ultimo scorcio della passata legislatura con l’approvazione dello Statuto - che ha disegnato una regione più democratica, moderna e propensa a lasciarsi contaminare dal protagonismo pubblico - trova il suo naturale seguito nell’approvazione del nuovo Regolamento interno del Consiglio.
Lo Statuto ha indubbiamente rappresentato una tappa fondamentale per la vita politica ed  istituzionale della nostra regione.
Il percorso riformatore intrapreso non poteva, però, non inglobare anche l’ordinamento interno dei lavori assembleari, per renderli adeguati al mutato assetto statutario e soprattutto all’esigenza di una variegata e complessa domanda di interventi legislativi e para –legislativi che proviene dalla società.
Solo attraverso il completamento delle riforme istituzionali – azione sulla quale abbiamo assunto impegni solenni con la Calabria ed i calabresi, che intendiamo fin da subito onorare -  è possibile porre le basi per quel radicale ed improcrastinabile rinnovamento del “modo di essere” della nostra Regione, della cui necessità siamo tutti convinti, al di là degli schieramenti e dei partiti di appartenenza.
Con l’approvazione del nuovo Regolamento, trovano adeguata e definitiva soluzione fondamentali questioni che in passato sono state oggetto di polemiche.
Il provvedimento legislativo approvato ha l’obiettivo dichiarato di rimuovere tante incongruenze, disfunzioni ed eccessi che norme ‘troppo vecchie e superate’ hanno fin qui prodotto, e che hanno pesato negativamente sulla stessa funzionalità dell’intero Consiglio regionale.
Il Regolamento va, quindi, inteso come moderno strumento in grado di eliminare da una parte i grovigli interpretativi e le lungaggini procedurali (che non di rado hanno ‘imbavagliato’ i lavori di questo Consiglio, impedendo di fatto l’esercizio della funzione legislativa) e dall’altra di assicurare il giusto equilibrio tra le esigenze di una democrazia dialettica e quelle altrettanto ineludibili dell’esercizio delle funzioni istituzionali, e quindi di governo dell’Assemblea.
Nel nuovo Regolamento trovano ‘cittadinanza’ organismi di istituzione statutaria – quali il ‘Consiglio delle Autonomie Locali’, la ‘Consulta Statutaria’ e il ‘Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro’ – che ricevono una disciplina più organica e dettagliata e vengono inseriti a pieno titolo nel meccanismo di formazione democratica della volontà dell’organo assembleare.
Basti pensare alla straordinaria portata delle norme concernenti l’obbligatoria acquisizione del parere del Consiglio delle Autonomie Locali nell’esame della proposta di legge regionale.
Si tratta, in sostanza, di una continua e costante interfaccia dei soggetti locali,  che in tal modo riescono realmente e concretamente a rapportarsi con l’Assemblea regionale.
Ma è bene, anche, evidenziare il rafforzamento dei poteri di informazione e controllo da parte dei consiglieri regionali, nell’ottica di una democrazia partecipata e sempre più consapevole.
Nella gerarchia delle scelte e delle priorità, relativamente alle ‘cose da fare’, l’approvazione del nuovo Regolamento può e deve costituire l’opportunità per inaugurare un inedito spirito collaborativi tra maggioranza ed opposizione.
Importanti segnali in questa direzione sono comunque già emersi nel corso dei lavori della Sottocommissione.


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