2 ottobre 2006    

Censore (Ds): «Allargare l'attenzione sulla mafia in Calabria»


Il consigliere del gruppo dei Democratici di Sinistra, Bruno Censore, a margine dei lavori della Commissione contro il fenomeno della mafia, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Credo sia ormai ineludibile allargare gli orizzonti della conoscenza se si vuole veramente far emergere tutta intera la gravità del fenomeno mafioso che condiziona la vita sociale e civile della nostra regione. L’intervista pubblicata ieri da un quotidiano con il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, rappresenta un quadro sinottico di riferimento imprescindibile e quanto mai autentico dello stato delle cose. A un anno dall’omicidio del carissimo collega Il consigliere regionale Ds Bruno CensoreFranco Fortugno, nonostante i successi indubbi delle forze dell’ordine e della magistratura  per assicurare alla giustizia gli autori di quella barbara esecuzione, avvertiamo che in Calabria, e non solo nella locride, ma anche nel vibonese, nel lamentino, nell’alto Tirreno, nella sibaritide e nel crotonese, forti segnali di stasi, se non, addirittura, di involuzione nelle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata. Notiamo, ancora una volta, che le indagini non riescono a perforare quel “muro di gomma” fatto di compromessi, zone grigie, che menti raffinate continuano a mantenere integro per proseguire nella loro opera affaristico-mafiosa che uccide ogni gemmazione, ogni nuovo tentativo della Calabria degli onesti di intraprendere una via nuova per lo sviluppo ordinato della nostra regione. Noi tutti avvertiamo un forte senso di insicurezza dinanzi  allo stillicidio di attentati nei confronti di operatori economici ed amministratori pubblici che non intendono piegarsi al ricatto ed alle minacce mafiose. Ma tutto questo, quanto potrà durare? Quanto a lungo si potrà resistere ed assistere all’impunità? Sono domande a cui lo Stato, per la parte di sua competenza, non può sottrarsi oltre. La mafia non è solo intimidazione e paura, ma è diventata anche produttrice di consenso, con le sue “controllate” offre lavoro ai giovani e li invischia nelle sue strategie criminali, li strumentalizza a fini antidemocratici e contro le istituzioni liberamente elette. Ecco perché, a un anno dalla tragica scomparsa di Franco Fortugno, avvertiamo disagio, ma anche la rafforzata consapevolezza che la strada del riscatto civile passa da azioni politico-amministrative trasparenti  ed assunte nell’interesse generale di tutti i calabresi”

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