2 ottobre 2006    

Guerriero (Comm. Antimafia):«Il Ministro Amato venga in Calabria»


La Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia si è riunita stamani, presieduta dall’on Giuseppe Guerriero, per esaminare alcune proposte di  legge di iniziativa di vari consiglieri in materia di lotta alla criminalità e di sostegno alle vittime dell’usura. Accogliendo all’unanimità  la proposta del presidente Guerriero, la Commissione, preso atto dell’unitarietà degli argomenti e dei temi inseriti nei progetti di legge, ha deciso di  unificare i singoli articolati con il coordinamento formale, con l’obiettivo di giungere ad un unico testo da sottoporre successivamente al Consiglio.Giuseppe Guerriero, Presidente della Commissione regionale antimafia
“Sono convinto delle indicazioni suggerite dai vari consiglieri – ha sottolineato Giuseppe Guerriero – della necessità di imprimere un carattere fortemente unitario alle proposte di legge di questa Commissione. La gravità della situazione dell’ordine pubblico in Calabria non sfugge a nessuno – ha proseguito Guerriero – e c’è quanto mai bisogno di certezza di diritto e risposte efficaci nella lotta al crimine organizzato. Ho assunto l’iniziativa, proprio perché la Calabria è la Regione prediletta del presidente Romano Prodi, di invitare nella nostra terra il Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, convinto che occorra dare un segnale forte, di incoraggiamento ed aiuto a imprenditori ed amministratori pubblici, i più colpiti   dalle intimidazioni mafiose. Stamani – ha detto Guerriero – prima dell’inizio della Commissione, ho incontrato a Palazzo Campanella il papà di Gianluca Congiusta, un giovane assassinato qualche anno addietro a Siderno. Non è stato facile trovare le parole giuste per una persona, una famiglia così duramente colpite. In Calabria -  ha detto ancora Giuseppe Guerriero -  si contano troppi omicidi senza responsabili e questo è incompatibile con una democrazia, mina la sicurezza e asperge a piena mani la sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato e delle istituzioni. Ecco perché condivido in pieno l’intervista rilasciata ieri dal presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, ecco perché dico che le denunce e gli appelli di magistrati in prima linea, come il sostituto procuratore Nicola Gratteri non possono rimanere senza risposta”.
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