22 settembre 2006    

Ecco il programma della giunta «Loiero-bis»


Il governo regionale ha già il suo programma ed è quello presentato agli elettori e al Consiglio regionale. E’ un programma avanzato nelle sue linee strategiche, fatto di scelte innovative frutto di un’adeguata cultura di governo, che ovviamente non poteva scendere nei dettagli di ogni azione da svolgere. Dal maggio 2005 a oggi, la Giunta è stata impegnata nella sua attuazione, pur trovandosi davanti a ostacoli imprevisti e imprevedibili. Dopo uno scontato periodo di ricognizione che si è protratto fino a tutta l’estate, durante il quale, a ogni modo, sono state gettate le basi del progetto di cambiamento che s’intendeva e s’intende portare avanti, c’è stato l’avvio di riforme strutturali – il trasferimento delle deleghe e delle funzioni alle Province e agli Enti locali in primo luogo – che dovranno portare al ridisegno della Regione facendone finalmente un ente di governo dei processi e di programmazione.Il Presidente della Giunta regionale della Calabria Agazio Loiero
Questi 16 mesi trascorsi dall’insediamento agli incontri della Cabina di regia, sono stati costellati da vicende drammatiche, che hanno inciso sui tempi di governo, e da momenti e appuntamenti politici ed elettorali che non hanno certo giovato alla compattezza della maggioranza, riverberandosi sul governo regionale molte delle tensioni interne ed esterne ai partiti. Le valutazioni che si possono fare debbono, necessariamente, tenere conto di tali fattori.
E’ innegabile che il delitto del povero Franco Fortugno, vittima di quella mafia che cerca in ogni modo di condizionare la vita democratica della Calabria demolendone le aspirazioni di riscatto con azioni criminali, ha procurato un obiettivo rallentamento dell’opera non solo del governo ma anche della massima istituzione elettiva che ha vissuto un’impasse politico-istituzionale, superata soltanto a distanza di molti mesi con l’elezione del nuovo vicepresidente del Consiglio.
In questa situazione di fragilità si sono inserite note questioni che hanno portato a un rimescolamento tra le forze politiche che avevano dato vita alla maggioranza dell’Unione, e si sono aggiunte le elezioni per il Parlamento nazionale, il Referendum istituzionale, diverse competizioni elettorali in comuni importanti come Catanzaro, Cosenza, Crotone e altri centri di rilievo che, di fatto, hanno impegnato i partiti tutti e hanno frenato il corso naturale della vita del governo regionale.
Questo documento non può essere considerato un “nuovo programma del presidente” (che rimane sempre quello proposto e approvato dagli elettori calabresi), bensì un’attualizzazione delle linee programmatiche sulla base delle emergenze (anche nuove) individuate di comune accordo con la coalizione di centrosinistra, la focalizzazione su alcuni elementi del programma che, affrontati subito e con decisione, dovranno caratterizzare l’azione di governo nei prossimi mesi e dare più plasticamente l’idea di quella svolta già avviata nell’interesse e per il rilancio della nostra regione. C’è, infatti, accanto all’esigenza di attrezzarsi meglio per affrontare situazioni gravi affiorate dopo l’insediamento, la necessità di rafforzare l’azione riformatrice e accelerarne il corso. Tra questi l’inadeguatezza della macchina amministrativa ai nuovi compiti e il mancato ausilio di alcuni enti strumentali e società regionali o partecipate la cui stessa esistenza va riconsiderata e messa in discussione.
Più in generale l’accelerazione e la radicalità con cui si intende affrontare il nodo della riforma della Regione, per trasformarla in uno strumento agile ed efficiente, va fortemente intrecciato a misure concrete per diminuire i costi della politica nelle istituzioni, rafforzando anche per questa via il rapporto di fiducia con i cittadini.
Questa individuazione di temi e argomenti che la maggioranza ritiene prioritari per affermare il mutamento invocato dai calabresi – mutamento che deve essere economico, sociale e anche di costume – dovrà facilitare il dialogo tra Giunta e Consiglio regionale, nonché il confronto con le parti sociali chiamate a uno sforzo comune per risollevare le sorti della Calabria.
Rinviando al programma presentato alle elezioni del 2005 per quel che riguarda i temi più generali relativi alle ragioni politiche dell’Unione nonché ai valori di riferimento, riaffermati a ogni modo negli incontri politici e istituzionali, sono state individuate così quelle azioni prioritarie di governo a cui si dovrà porre subito mano con un’efficace azione legislativa e una più adeguata struttura tecnico-amministrativa, tenendo ben presente che quasi tutte le iniziative di spesa hanno sostanzialmente una dipendenza dal PSER (ex Por) 2007-2013 la cui elaborazione diventa la priorità delle priorità.Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria
Fermo restando che fattori primari di sviluppo devono essere considerati la legalità e la trasparenza della pubblica amministrazione cui l’attività di governo si è finora attenuta, mediante azioni di controllo e un sistema integrato di comunicazione istituzionale e informazione che potrà essere ancora rafforzato con l’adozione di provvedimenti che favoriscano ulteriormente, semplificandolo, l’accesso alle informazioni da parte dei cittadini, delle imprese, dei professionisti, degli amministratori di enti pubblici e privati.
La Regione, insomma, intende investire in sicurezza e legalità e proporsi come soggetto aperto e dialogante. Con un “progetto per crescere insieme” che punta dritto al cambiamento.
 
La definizione del PSER e la gestione del POR
 
La definizione del Pser (ex Por) Calabria 2007-2013 è l’impegno su cui necessita concentrare risorse umane e attenzioni politiche immediate. E’ “il” capitolo strategico perché da esso dipendono in buona parte tutte le iniziative di sviluppo della regione, indicate in questo documento. Soltanto nel mese di luglio il Parlamento Europeo, in via definitiva, ha approvato il Regolamento dei Fondi Strutturali che dovranno consentire la convergenza di Stati e Regioni in ritardo di sviluppo, per sostenere la coesione sociale e per muovere la cooperazione territoriale. Per la Calabria è l’ultima occasione di avere a disposizione una massa importante di finanziamenti e noi vogliamo che sia decisiva per il suo sviluppo. Il nuovo regolamento generale, contiene modifiche importanti, regole più efficaci e però semplifica le formalità amministrative. Ciò impone scelte di fondo, intanto per accelerare e chiudere la spesa del Por 2000-2006 per le misure residue, rimuovendo criticità gestionali e procedurali, e potenziando le capacità professionali e tecniche degli apparati amministrativi preposti alla gestione dei fondi comunitari, sia con l’innesto di nuove figure professionali capaci di accompagnare le scelte future.
L’apertura di un Ufficio della Regione a Bruxelles, con un pendant romano, consentirà alla regione di individuare nuove vie di accesso ai fondi comunitari, non solo quelli previsti per le regioni rimaste ancora nell’Obiettivo 1 (la Calabria dovrebbe uscirne prossimamente per “effetto statistico”), ma anche quelli c.d. “a sportello”, a cui la Calabria non ha mai avuto accesso, e ancora a progetti finanziabili dalla Banca Europea degli Investimenti.
Particolare attenzione dovrà essere prestata, da subito, per la programmazione 2007-2013 che rappresenta un’occasione fondamentale e irripetibile per il rilancio e lo sviluppo concreto della nostra Regione. Occorre a tal fine che tutte le strutture regionali siano messe in grado di impegnarsi per realizzare una qualificata programmazione che tenga conto delle reali esigenze e orienti le risorse verso interventi concretamente suscettibili di promuovere la nostra economia. Questa fase richiede il pieno coinvolgimento del Consiglio regionale e, ancora prima, delle Province, dei sistemi territoriali e delle forze sociali con cui dovranno essere concertate tutte le iniziative per pervenire a un’organica, seria e qualificata programmazione e destinazione delle risorse comunitarie. I processi di gestione devono essere ancorati al nuovo asseto istituzionale garantendo coerenza tra compiti e funzioni assegnate e la gestione delle risorse stesse. In capo alla Regione dovranno essere ricondotti solo interventi strategici a valenza regionale oltre alle ovvie e naturali funzioni di coordinamento, anche in relazione ai flussi di spesa nazionali.
A questo fine la regione si assegnerà il compito esclusivo di dirigere l’attuazione del programma e della gestione dei progetti di interesse regionale, il resto sarà tutto decentrato.
 
Il destino delle società regionali o partecipate e degli enti strumentali
Assieme alla riorganizzazione degli apparati amministrativi della Regione non è più rinviabile la riforma degli enti strumentali e delle società a partecipazione regionale secondo regole e principi di economicità e di efficacia, attraverso un processo di attenta razionalizzazione che li trasformi da soggetti che allo stato producono solo spesa, a soggetti erogatori di concreti servizi che possono incidere positivamente sul tessuto economico e sociale calabrese. Alcuni di tali enti e società partecipate, giudicati inutili perché non essenziali o idonei alle strategie di sviluppo, potranno essere soppressi, altri accorpati, altri ancora modificati con funzioni che possono essere assorbite dal sistema degli enti locali. Naturalmente tutto ciò dovrà essere fatto dopo una approfondita analisi dei costi sociali che in una regione particolare come la Calabria sono a vista enormi.
 Un particolare del dipinto dedicato a Tommaso Campanella
b) Gli Enti strumentali
 
Enti strumentali della Regione Calabria
 
ARSSA e AFOR
E’ indifferibile procedere, nel rispetto dei tempi previsti dalla legge di assestamento per il 2006, a una radicale trasformazione dell’ARSSA (Agenzia Regionale Sviluppo e Servizi in Agricoltura) e dell’AFOR (Azienda Forestale Regionale), con modalità tecniche da verificare anche in sede politica (trasferimento di strutture, competenze e personale, a seconda dei casi, ad Agenzie più snelle, alla Regione, ad altri Enti pubblici o ad imprese e consorzi di imprese interessate a rilevare alcune delle sue attività).
L’AFOR deve necessariamente attuare il progetto per rendere produttiva la propria attività. Esiste una proposta presentata al Consiglio Regionale che dovrà, magari con una sessione specifica, affrontare la questione, approfondire il progetto, se necessario emendarlo e integrarlo e quindi approvarlo in tempi brevi.
 
Consorzi di bonifica
I continui commissariamenti ne hanno fatto centri di potere ingovernabili e costose centrali di clientele che hanno divorato risorse ingenti (basta ricordare la vicenda del Consorzio di Bonifica Valle Crati), allontanando di fatto dalla gestione e dalla responsabilità i titolari privati che si sono disinteressati della loro stessa vita. Si dovrà perciò restituire la gestione di tali enti agli organismi ordinari, espressione dei produttori agricoli evitando l’onere di una gestione impropria, sulle spalle finanziarie della Regione, per come fino a ora si è verificato.
 
I rimanenti enti strumentali (Ardis, Aterp, ecc.) vanno a ogni modo monitorizzati per verificare la loro compatibilità con la nuova regione.
 
a) Società regionali o partecipate
Vanno verificate tutte sia sulla missione sia sulla compatibilità col nuovo assetto istituzionale della Regione
 
Fincalabra e ASI
Per Fincalabra l’opzione praticabile è quella per cui entro l’anno dovrà essere rivista la forma societaria o meglio creato, previa liquidazione, un nuovo soggetto giuridico.
La chiusura di Fincalabra e la sua trasformazione in Agenzia regionale per lo sviluppo, una holding che porti al superamento delle Asi e coinvolga i Comuni che dispongono di aree Pip, eviterà la frammentazione e la dispersione di interventi sul territorio. Le attività dovranno essere indirizzate al sostegno dello sviluppo e potranno consistere in: azioni di supporto ex ante alla Regione nella programmazione economica; azioni di supporto allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali, gestione di fondi regionali diretti al finanziamento di altre iniziative; accompagnamento alla progettazione e assistenza alla fase di startup imprenditoriale; gestione di fondi regionali indirizzati allo sviluppo delle imprese; prestazione di garanzie fideiussorie in favore delle imprese calabre; finanza del territorio e marketing territoriale; assistenza nei rapporti con gli istituti bancari.
 
L’azione di governo dovrà puntare a una accelerazione dei processi di riforma in parte già individuati e avviati, esaltando i processi di concertazione sociale e istituzionale, partendo dai grandi comparti che oggi assorbono volumi di risorse finanziarie che condizionano di fatto l’attività stessa della Regione. In questo quadro dovrà particolare attenzione dovrà essere dedicata ai seguenti settori:
 
Sanità
 
Rafforzare, e se necessario introdurne di nuove, misure concrete per la razionalizzazione e il controllo della spesa sanitaria, eliminando sprechi e finalizzando le risorse a interventi mirati a migliorare i servizi erogati, in primis attraverso la rimodulazione del numero delle attuali 11 aziende territoriali (da rivedere tendenzialmente su base provinciale) e l’introduzione di un sistema centralizzato per gli acquisti più rilevanti);
 
Agricoltura e Foreste
Oltre alla riforma degli enti strumentali già richiamati, l’obiettivo è l’uso produttivo delle risorse, innovazione e ricerca, salvaguardia e difesa del suolo;
 
Politiche di sostegno
Il sistema degli incentivi alle imprese dovrà essere oggetto di profonda revisione. Bisogna riformare l’attuale meccanismo di contributi in conto capitale e sostituirlo con finanziamenti in conto interesse. L’incentivo non deve essere finalizzato alla mera costruzione di uno stabilimento, ma alla realizzazione di un master plan industriale, idoneo a creare occupazione e sviluppo per (almeno) un certo numero di anni. A tal fine, un’ idonea iniziativa legislativa potrebbe imporre all’impresa che ottiene il beneficio tramite procedure automatiche (vedi credito d’imposta) di prestare idonea fideiussione bancaria o polizza fidejussoria assicurativa, a garanzia dell’adempimento degli obblighi di mantenimento dei livelli produttivi che essa assume al momento in cui riceve il contributo. Il costo della polizza può ben essere sopportato dalla Regione che, in caso di cessazione anticipata o altro grave inadempimento, procederebbe al riscatto della garanzia, destinando il denaro (non più perso) a nuove iniziative di sviluppo.
 
Infrastrutture e trasporti
Con priorità di riequilibrio sui due corridoi litoranei, la strategia d’intervento punterà prioritariamente all’aumento del grado di accessibilità all’intero territorio calabrese per le persone e le merci, sia dall’Europa sia dal Mediterraneo, anche se con livello di servizio differenziati in relazione alla rilevanza sociale delle diverse zone, realizzabile mediante la costruzione di un sistema di rete intermodale che veda integrate al massimo livello il sistema viario, il sistema ferroviario, il sistema aeroportuale e il sistema portuale. Ciò dovrà essere frutto di sinergie col governo nazionale e l’Ue giacché devono essere previsti corridoi plurimodali-intermodali adriatico-jonico e tirrenico mentre si dovranno riqualificare le direttrici allo stato esistenti e sottoutilizzate.
Va accelerata e resa operante la riforma del trasporto pubblico locale.
 
Gioia Tauro
Un’attenzione particolare sarà rivolta allo sviluppo del porto di Gioia Tauro, che va ulteriormente valorizzato anche come capofila del sistema portuale calabrese, attuando ogni necessario intervento per potenziarne il ruolo di nodo di interscambio primario per la mobilità delle merci all’interno del Mediterraneo. Va inoltre rilanciata l’area retroportuale, rimuovendo nell’immediato inadeguatezze gestionali e manageriali che mal si conciliano con la funzione del territorio.
Già è stata sancita l’intesa per il collegamento del Porto alla rete nazionale. Ora si tratterà di valorizzare l’intera struttura con un insediamento interportuale polifunzionale, degno del primo porto del Mediterraneo e la costituzione di una “Piattaforma Logistica” con funzioni di terminal per trasporti misti.
Un’attrattiva aggiuntiva potrà essere rappresentata dal rigassificatore a Gioia Tauro per il quale la Calabria è in dura concorrenza con diverse regioni italiane. La realizzazione del rigassificatore (la Regione avrebbe il 5% della società), consentirebbe anche la c.d. “piastra del freddo” che costituirà il vero volano per l’insediamento di imprese nell’area retroportuale, le quali beneficeranno delle frigorie a costo tendente a zero. Va solo ricordato che le frigorie, necessarie ad es. per le industrie agroalimentari, ittiche e di computers, possono, con modica spesa essere trasformate in termocaloria e, quindi, in energia elettrica a basso costo. Con la realizzazione del rigassificatore si costituirebbe anche una società di distribuzione del gas a cui la Regione parteciperebbe con il 20 per cento delle azioni. Tale società fornirebbe di gas, pagato a costo privilegiato, alle imprese e alle famiglie calabresi.
Infine, il rilancio dell’area portuale e di quella industriale, che hanno un valore strategico straordinario per il futuro della regione, richiedono un confronto e un lavoro sistematico, finalizzato anche a una produzione legislativa adeguata nelle Commissioni e in Consiglio regionale.
 L'aula consiliare
Politiche del lavoro
Lo svuotamento dei bacini di precariato, con attenzione a non riconoscerne di nuovi artificialmente creati col ricorso al lavoro in affitto, su progetti ben individuati che non possono essere eterni, rimane l’obiettivo primario dell’azione di governo. Particolare impegno, pertanto, continuerà a essere profuso per pervenire alla definitiva stabilizzazione dei lavoratori LSU e LPU.
 
Politiche sociali
La Regione dovrà attuare concretamente, nel breve periodo, la riforma varata nel 2003 in materia di servizi sociali coinvolgendo tutti gli attori operanti nel campo al fine di promuovere la sussidiarietà, riconoscendo e incentivando il ruolo dei soggetti del terzo settore, del volontariato e dell’economia sociale, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini.
 
 
Decentramento delle funzioni amministrative, Organizzazione e Personale
Il processo di decentramento e di conferimento delle funzioni agli enti locali - avviato dopo lunghe attese - non può subire interruzioni e va completato nella organicità necessaria. Il ritardo deve essere recuperato in tempi brevi. L’approvazione da parte del Consiglio Regionale della legge sull’associazionismo tra i Comuni, consentirà di superare le difficoltà strutturali dei più piccoli enti nell’assunzione di nuove e pesanti responsabilità che verranno trasferite o delegate.
Il “dimagrimento” della Regione, con il trasferimento di parte del personale alle Province e, in un prossimo futuro, agli enti locali, impone una nuova organizzazione dell’Ente regionale. Occorre ridisegnare e mettere a punto un sistema organizzativo che deve ispirarsi ad assicurare funzionalità ed efficienza alle strutture, attraverso la ridefinizione della missione degli uffici coerente con il nuovo ruolo, l’utilizzazione virtuosa delle risorse, la riorganizzazione dei processi amministrativi e decisionali.
 
Rapporti Giunta-Consiglio
L’avviato processo di riforma non può che trovare nell’attività legislativa il suo sbocco naturale. Va quindi meglio raccordata l’attività di governo con quella legislativa, attuando vere e proprie sessioni specifiche di lavoro al fine di garantire il raggiungimento di obiettivi precisi concordati e prefissati. Gli stessi strumenti statutari e regolamentari oggi disponibili possono rendere il processo legislativo certo nei tempi, per cui essi vanno interamente attuati.

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