19 settembre 2006    

«Su Pacenza ipotesi di reato infondate» (di Giuseppe Bova*)


 «Le motivazioni del Tribunale del Riesame hanno sgretolato il castello accusatorio ed hanno inequivocabilmente dimostrato la manifesta infondatezza delle ipotesi di reato mosse nei confronti di Franco Pacenza. Si è trattato, hanno spiegato i magistrati, di accuse prive di consistenza che poggiavano solo ed esclusivamente sulle dichiarazioni di Alfonso Rizzo, il “deus ex machina” della truffa perpetrata ai danni della Regione, così definito dagli stessi magistrati che lo hanno giudicato “ampiamente inattendibile. Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Bova
Tutto ciò non ci sorprende affatto, anzi. Avevamo riposto fin dall’inizio grande fiducia sia sulla condotta morale e politica di Franco Pacenza, che sull’operato della Magistratura, certi che avrebbe rapidamente e con nettezza accertato la verità, e così è avvenuto.
Tuttavia, la lettura delle motivazioni rese dal Tribunale del Riesame hanno confermato e rafforzato in noi quel profondissimo senso di inquietudine che, sin dall’inizio, questa brutta storia ci aveva suscitato.
I magistrati hanno scritto a chiare lettere che il nucleo fondamentale dell’ipotesi accusatoria è demolita nella sua interezza proprio da opposte emergenze investigative che il PM ed il GIP avevano sotto gli occhi e che non hanno valutato a dovere. Inoltre, i magistrati del Riesame hanno aggiunto che tutta l’impostazione accusatoria a carico di Pacenza era addirittura “apodittica” ed “opinabile” sin dall’inizio.
Tutto questo, tuttavia,  non ha impedito che il “politico” Franco Pacenza fosse tratto in arresto in un modo così eclatante il giorno dopo di ferragosto, dinanzi agli occhi dei familiari increduli ed impietriti. Tutto ciò non ha impedito che fosse sbattuto sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali e locali, e che l’onorabilità sua e del partito che rappresenta fosse calpestata.
Certo, Franco Pacenza è un uomo pubblico, è un autorevole Consigliere regionale capogruppo dei Democratici di Sinistra alla Regione. Ma questo non può significare né per Pacenza né per altri, che il ruolo e la funzione che si svolge in una realtà difficile come la Calabria sia addirittura una buona ragione per essere considerati  meno uguali L'aula del Consiglio regionaledegli altri di fronte alla Legge, quasi si fosse cittadini al di sotto di ogni sospetto.
Perché tutto ciò è accaduto? Come è possibile che evidenze investigative così chiare, immediatamente colte dai magistrati del Riesame, siano sfuggite agli inquirenti? L’interrogativo è legittimo e non può rimanere senza risposta. Chi deve indagare indaghi ora e bene, anche per restituire agli occhi dell’opinione pubblica nazionale e regionale l’immagine di una magistratura serena ed indipendente, che opera solo per la tutela del bene comune.
Noi tutti abbiamo bisogno di questa magistratura, che in un sistema democratico svolge una funzione essenziale ed insostituibile.
Per questo vogliamo risposte, perché un così vistoso errore giudiziario non si tramuti in un vulnus per la stessa credibilità del potere giudiziario in una regione come la nostra, nella quale abbiamo bisogno di un di più di legalità e di un di più di giustizia».

* Presidente Consiglio regionale Calabria
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