4 agosto 2006    

Fondi comunitari: i quesiti della VI Commissione


“Sono stati presi tutti gli accorgimenti organizzativi richiesti in più sedi dal Comitato di sorveglianza? Perché non hanno prodotto risultati visibili sulla nostra capacità di utilizzo dei fondi? Ed ancora, rispetto ai dati aggiornati al 15 luglio 2006, quali sono le evidenze"?
Sono queste alcune delle questioni sottoposte dalla presidente della sesta commissione consiliare “Affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero”, Liliana Frascà all’indirizzo del sottosegretario per i Fondi comunitari, Vincenzo Falcone. La Presidente della Commissione
La Frascà si è detta “preoccupata, in qualità di presidente della sesta commissione, per la situazione di ‘emergenza’ tecnica e gestionale che ha riscontrato relativamente al Por Calabria”.
“Una situazione- ha detto- che da un lato continua a sminuire e a pregiudicare la valenza programmatica e attuativa del Por quale strumento chiave della strategia regionale di sviluppo, dall’altro continua ad essere presentata come elemento di giustificazione per modificare il quadro programmatico e gli indirizzi contenuti nel Por. Sono saltati alcuni passaggi necessari, come la concertazione tra livelli istituzionali interni alla Regione e un coinvolgimento attivo dei territori”.
“Soprattutto- ha rilanciato la Frascà- non c’è stata alcuna capacità di intervenire in maniera strutturale sulle inefficienze anche per quanto attiene l’attuabilità del Quadro che si sta costruendo per il periodo 2007-2013”.
Il grido d’allarme lanciato dalla presidente trova la sua base nelle ‘“criticità”’ che si desumono dai documenti forniti dalla Giunta regionale sui dati ufficiali ad aprile 2006 a supporto del Comitato di Sorveglianza”. “Mi preoccupa riscontrare  che i dati di attuazione al 30.04.2006 – data rispetto alla quale le variazioni sono state minime- ci dicono che resta da impegnare un miliardo e 239 milioni di euro pari al 31% del totale Una riunione del Parlamento europeo a Bruxellesprevisto per la programmazione 2000-2006”. La Frascà ha sollevato due domande: “Quanto le soluzioni trovate per accelerare la spesa non hanno, di fatto, appiattito le scelte regionali su programmi già predisposti da altri livelli di governo? Quali soluzioni si debbono costruire insieme affinché quella della APQ non continui ad essere gestita come una partita separata di cui non si riesce in questa Commissione ad avere informazioni neanche dopo esplicita e reiterata richiesta?”.
La presidente ha reso note alcune proposte di modifiche al complemento di programmazione in merito alle energie pulite e reti energetiche (misura 1.11); al sistema regionale per la ricerca e l’innovazione (misura 3.16), alla crescita e competitività delle imprese (misura 4.1.b); alla promozione dei servizi produttivi locali (misura 4.2) e alla modalità di attuazione e definizione del Pif e regole per la spesa Feoga.
La Frascà, nel dirsi fiduciosa sul fatto che “tecnicamente si troveranno soluzioni per non perdere le risorse”, ha espresso “preoccupazione per un problema politico insoluto”.
“L’amministrazione regionale non ha ancora trovato soluzioni amministrative ed organizzative per gestire in maniera efficiente, continuativa, senza ricorso ad eccezioni, il quadro programmatico definito nel Por”. “Questo è tanto più grave se consideriamo che il quadro che ancora oggi ci viene rappresentato è quello di una struttura non in grado di gestire le risorse 2007-2013 che saranno, davvero, l’ultima importante partita che ci viene chiesta di giocare”.
Passaggio significativo dell’intervento della presidente è stato il richiamo alle regole e alla trasparenza nell’utilizzo dei fondi comunitari, dei fondi Fas e dei fondi nazionali per gli APQ “quali condizioni necessarie per assicurare la crescita della legalità alla nostra Regione, isolando comportamenti discutibili”.
“Purtroppo, è anche vero che l’urgenza della spesa ha portato a costruire operazioni affrettate alla fine dello scorso anno, rispetto alle quali si è sacrificata la fase dell’informazione preventiva al Consiglio e si è compressa la concertazione dinamica con i territori e le parti sociali”.
 “Bisogna cambiare metodo rispetto alle risorse liberate e a quelle da spendere per le annualità successive- ha asserito la Frascà -. Pertanto, anche sulla rimodulazione delle risorse, diventa indispensabile coinvolgere preventivamente la Commissione ed il Consiglio regionale”.
 

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