7 giugno 2005    

Il relatore Borrello: “Una Regione più efficiente”


 


E' necessario evidenziare che la proposta in discussione riproduce in grande parte quella della passata legislatura allorquando in tutti era prevalso il convincimento di andare celermente all’approvazione di un nuovo Regolamento vista l’inadeguatezza del vecchio strumento rispetto al nuovo Statuto.
L’idea irrinunciabile è stata quella di disciplinare in chiave compiuta, le innovazioni introdotte con la Carta costituzionale regionale, di assicurare un corretto e ordinato svolgimento dei lavori, di contemperare la completezza delle acquisizioni conoscitive, di garantire la certezza delle decisioni e l’effettivo dispiegarsi della dialettica politica, ma soprattutto di assicurare al Consiglio regionale il pieno esercizio del diritto-dovere di vigilanza e controllo.
Le criticità legate soprattutto alla fase storica dentro cui il precedente Regolamento è nato, avevano corrisposto comportamenti politici caratterizzati dal ricorso frequente all’uso eccessivo delle facoltà riconosciute dal Regolamento per fare emergere le diverse posizioni.
Se ciò è valso a consentire al Consiglio regionale un minimo livello di funzionalità ha pure comportato per ognuna delle parti presenti nella dialettica assembleare il compimento di uno sforzo sproporzionato rispetto al risultato perseguito.
I metodi così invalsi hanno spesso ricondotto a ripetitiva ritualità la dialettica consiliare. Troppo spesso la via d’uscita obbligata è stata rappresentata da procedure che hanno impedito il confronto persino sui punti critici e sulle proposte più qualificanti.
Tutto questo è rimasto un faticoso gioco racchiuso all’interno del sistema politico consiliare ignorato dall’opinione pubblica o da esso giudicato assai negativamente.
Lo sforzo compiuto con la proposta in discussione tende a riqualificare il lavoro consiliare in uno con la volontà di creare le condizioni necessarie per migliorare il prodotto legislativo ed adeguarlo alle esigenze della fase costituente dopo l’entrata in vigore della legge costituzionale 1/99 e quella successiva del nuovo Statuto.
E’ stato, altresì, importante al fine di garantire l’efficacia e lo svolgimento democratico dei lavori consiliari in questo delicato e significativo momento storico, ridefinire l’attività di programmazione dei lavori.
Essa infatti diviene uno strumento decisivo per orientare la dialettica tra le parti che è caratteristica irriducibile del processo di discussione politico verso le finalità legislative.
In particolare si è reso necessario utilizzare in modo mirato i tempi dell’attività consiliare riqualificandola e riducendo gli eccessivi spazi spesso dedicati ad esercitazioni oratorie, a questioni inutili e ripetitive e ad altre forme di dispersione.
Nella logica di riforma del procedimento legislativo adottato, programmazione e svolgimento della struttura legislativa sono aspetti fortemente correlati.
Solo una forma di organica programmazione di scadenze, stabilite con sufficiente anticipo, può consentire un esame approfondito e proporzionato alla complessità dei testi legislativi.
In questo quadro, procedure apparentemente limitative come il contingentamento dei tempi possono recuperare pienamente una funzione di riqualificazione del lavoro consiliare e divenire funzionali allo scopo di amplificare e non di restringere il confronto sulle questioni sostanziali.
Un’effettiva programmazione dei lavori restituisce, altresì, alla Giunta la responsabilità di proporre al Consiglio un quadro preciso e realistico di priorità, inoltre può offrire concrete alternative all’uso di strumenti che attraverso soluzioni di emergenza o procedure estreme rischiavano di annullare l’esame consiliare dei testi legislativi.
In un quadro ordinato dei lavori diviene possibile attribuire alle opposizioni quote certe di tempo in modo da coinvolgerle positivamente nello svolgimento dei programmi stabiliti secondo i tempi previsti.
Una proposta così vasta e ambiziosa nelle intenzioni comporta certamente dei rischi. Ma una simile impostazione è necessaria per affrontare i presenti problemi di funzionamento del Consiglio nella loro reale dimensione.
Solo su questa base si può individuare una logica unificante tra interessi contrapposti con l’obiettivo di garantire comunque alcuni indirizzi fondamentali.
In questo quadro, il testo proposto indica soluzioni che realizzano un equilibrato bilanciamento tra le esigenze della maggioranza e quelle delle opposizioni intese come esigenze non antitetiche ma convergenti, da diversi punti di vista, verso l’obiettivo di adeguare le procedure parlamentari alle istanze della società contemporanea.
E’ infatti necessario e conveniente per tutti definire i modi di lavoro, che consentano a ciascuna parte di valorizzare il proprio ruolo attraverso un uso qualificato e garantito del tempo.
Nel rinviare alla relazione allegata alla proposta le singole questioni disciplinate nell’articolato mi preme evidenziare, a conclusione di questo brevissimo intervento, che l’introduzione di istituti e strumenti fortemente innovativi intende esaltare il ruolo dell’Assemblea legislativa che rimane l’unica sede dove trova residenza la rappresentanza politica del sistema democratico regionale. Grazie.


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