10 luglio 2006    

Frascà (Ds): «Sdegno per apparecchiature delle Asl inutilizzate»


“E’ gravissimo, oltre che scandaloso, quello che sta venendo alla luce dall’inchiesta condotta dai militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e di Locri nelle strutture sanitarie regionali”. La Consigliera regionale, Liliana Frascà (DS), presidente della Commissione Affari Europei e relazioni con l’esterno, interviene a proposito dei risultati acquisiti oggi dall’indagine delle “Fiamme Gialle” sulla sanità calabrese. Il consigliere regionale Ds Liliana Frascà

“Esprimo il mio sdegno, in quanto donna, prima ancora che consigliera regionale - afferma l’esponente politica diessina -, nell’apprendere che sono state scoperte apparecchiature mai utilizzate per lo screening dei tumori femminili acquistate dalle Asl della Calabria e pagate oltre 16 milioni di euro. Insieme a una grande quantità di materiale informativo mai distribuito dovevano servire per una campagna di prevenzione per la salute delle donne”. “Invece - sottolinea la consigliera regionale - che per una campagna  di screening mammografico e citologico indirizzata alla prevenzione dei tumori femminili negli anni 1999-2001, questi fondi, evidentemente, hanno preso altre strade e anziché servire a tutelare, prevenire e curare gravissime patologie, purtroppo in crescita nella nostra regione, sono stati usati per accrescere, clientele, favoritismi e chissà quali altre trame”.   

La Frascà chiede chiarezza e “l’accertamento di ogni responsabilità, sia contabile che penale”. “Mi chiedo - aggiunge - se c’è ancora la possibilità di non disperdere questi strumenti e di utilizzarli finalmente per il loro scopo a salvaguardia della salute delle donne calabresi. Il mio invito pressante, è diretto a tutti i responsabili, a cominciare dai direttori generali delle aziende sanitarie, a compiere ogni sforzo utile per recuperare questi gravissimi ritardi rilanciando una campagna adeguata e dotando tutte le strutture sanitarie delle risorse umane a tecnologiche necessarie. La sanità deve essere un servizio al cittadino, non un terreno di coltura per speculazioni, malaffare e interessi mafiosi”.

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