22 giugno 2006    

Le denunce dell'Antimafia regionale


L’approvazione all’unanimità della relazione del presidente, Giuseppe Guerriero, ha chiuso la seduta della Commissione regionale contro il fenomeno della mafia. Guerriero ha ricordato come la Commissione “abbia cercato un dialogo costruttivo con il governo regionale, facendosi fautrice, in sede di creazione di bilancio e in sede legislativa, di molte proposte che potevano dare un primo significativo segnale di inversione di rotta sul presupposto che un fenomeno cosìGiuseppe Guerriero (Sdi) Presidente della Commissione Antimafia regionale complesso e radicato non può essere battuto solo sul versante militare”. “Queste proposte operative – ha aggiunto Guerriero- nascevano dall’esigenza di dare risposte complessive, così come avevano sollecitato gli incontri con le forze sociali, con i sindacati, gli imprenditori e amministratori pubblici”. Guerriero ha elencato “il ri-finanziamento della legge regionale n.5/2000 “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale”; la partecipazione alla compagine azionaria dell’Istituto di credito Banca Etica; la valutazione dei progetti afferenti all’Accordo di programma Quadro per la “Legalità e Sicurezza”; la verifica sull’attuazione del Piano di recupero dei Beni confiscati; il riavvio immediato dei lavori tesi a costituire fattivamente il Centro Regionale per l’economia sociale per utilizzare completamente i 6.000.000 di € già stanziati ed a rischio di perdita; la necessità di un forte collegamento tra la Commissione stessa e tutte le iniziative o i programmi promossi da Giunta e Consiglio regionale, per il contrasto di ogni forma di illegalità (progetto per l’emersione del lavoro sommerso FIELD; Osservatorio sulla legalità promosso dalla Giunta Regionale, PON e POR per la legalità e la sicurezza); l’istituzione di un tavolo tecnico permanente tra tutti i soggetti istituzionali e sociali impegnati nella lotta ad ogni forma di illegalità; una forte ed innovativa legiferazione regionale per la trasparenza degli appalti, la garanzia dei centri decisori e della efficacia dell’azione amministrativa contro la criminalità e l’usura; la creazione dell’agenzia regionale dei servizi sanitari; il potenziamento delle funzioni di controllo strategico dell’azione di governo che monitori con efficacia anche gli enti sub regionali; la realizzazione di una serie di politiche attive verso i giovani delle aree più esposte al controllo criminale”. “Ebbene- ha spiegato Guerriero- la Commissione mi diede incarico di sostenere queste richieste in sede di creazione del bilancio. Ma, a parte il finanziamento a Banca Etica, il cui iter procedurale, a seguito delle mie ripetute sollecitazioni, è stato definito il 6 giugno u.s,  per tutto il resto, il Governo regionale, di cui noi maggioranza siamo i primi attori, ha latitato”. “Si è preferito – ha spiegato Guerriero- dare credito a enti, osservatori che, avvalendosi di corpose consulenze e strutture, girano la Calabria in lungo e in largo realizzando pomposi convegni anziché dare sostegno a proposte concrete, non frutto di scellerate presupposizioni, ma nate dal confronto con i soggetti attivi del contrasto alla ‘ndrangheta”. “Così la Regione Calabria e la nuova Giunta - ha commentato ancora Guerriero - anche quest’anno hanno perso l’opportunità di legiferare in maniera coerente in tema di sicurezza e riqualificazione, aumentando i ritardi rispetto alle altre regioni che si sono già da molti anni dotate di idonei strumenti legislativi e di appositi sistemi integrati di sicurezza. Nel bilancio regionale, là dove si dovrebbero trovare tutte le risposte a queste esigenze, al  momento, non vi è traccia di un indirizzo preciso. Il famoso Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, che doveva essere la panacea di tutti i mali, tarda a essere presentato. E questo è sintomatico di come, ad oggi, si continui a navigare a vista, senza avere a disposizione uno strumento così importante di indirizzo e finalizzazione della spesa”. Nella sua relazione, Guerriero ha posto l’accento sulla necessità di “riforme strutturali su turismo, sanità, lavori pubblici, ambiente e politiche del lavoro”. “Urge - ha aggiunto - un radicale cambio di rotta. Un tangibile segnale di discontinuità che, ad un anno dall’insediamento della nuova Giunta, non è ancora arrivato. Si assistono a troppi personalismi e ad una spettacolarizzazione della politica che non produce fatti concreti. Ma solo un proliferare di consulenze e di finanziamenti non finalizzati”. “In questo contesto- ha proseguito l’esponente del centrosinistra- si inseriscono anche le preoccupanti denunce del presidente degli industriali Callipo sui rapporti consolidati tra alcuni politici, imprenditori e criminalità, che dovrebbero fare riflettere. “Il Presidente Callipo che così come Monsignor Bregantini e tanti altri operosi, amanti della nostra terra, balzano agli onori della cronaca solo quando la criminalità o il mal governo prestano loro attenzione, per poi ritornare nel dimenticatoio a causa di una classe politica troppo impegnata ad auto compiacersi. E succede poi che quando il cittadino onesto si ri-affida allo Stato (è il caso dei collaboratori di giustizia, come Masciari, Cordoprati), viene lasciato solo ed è costretto ad emigrare”. “Importante – ha rilanciato Guerriero - è percepire il problema ‘ndrangheta diffuso in tutta la Calabria e non riconducibile solo al territorio intorno alla locride. Basti pensare agli eventi delittuosi ed estorsivi manifestatesi a Lamezia, Cassano, Vibo, Crotone per capire che la ‘ndrangheta è un problema di tutta la regione. Da qui, la capacità di realizzare programmi condivisi che vedano tutto il territorio regionale inteso come un'unica entità dove programmare responsabilmente e coerentemente le risorse da investire”. “In questa direzione, noi amministratori regionali abbiamo grandi responsabilità. Il corretto utilizzo dei fondi europei, nazionali e regionali può e deve essere il giusto veicolo per la rinascita della Calabria. Per fare ciò, abbiamo bisogno di chiarezza tra di noi”. Il presidente Guerriero ha concluso ricordando “l’inutilità di strutture parallele alla Commissione, come la Consulta antimafia della Giunta regionale, che, come si evince dal decreto istitutivo, non presenta alcun elemento innovativo, ma si configura come un organismo dalla sovrapposizione dei compiti”. “Cosa ancor più grave- ha asserito Guerriero- se si considera che, ad oggi, per quanto di nostra conoscenza, non ha prodotto alcun risultato”. Sono intervenuti tra gli altri: Acri, Fedele, Nucera, Senatore, Gallo, Censore, Chieffallo, Sarra, Feraudo, Senatore, Cherubino.

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