14 giugno 2006    

Pari opportunità: Un bando per l'imprenditoria femminile (di Luisa Lombardo)


Un bando regionale per le imprese “rosa”. 
Senza il coinvolgimento e la piena valorizzazione delle donne, la Calabria resterà al palo. Le Pari Opportunità non sono infatti esclusivo appannaggio delle donne, ma riguardano l’intera collettività, incidendo concretamente sulle prospettive di sviluppo della comunità. Se la Calabria è all’ultimo posto in Europa per lavoro femminile, dovere imprescindibile della politica è allora quello di pensare alle donne mettendo in campo azioni efficaci.  La Presidente della Commissione Pari opportunità Antonia Lanucara
E’ questa la ferma volontà della Commissione regionale per le Pari Opportunità che, fin dal suo insediamento, ha posto in cima all’elenco delle sua agenda politica un piano straordinario per il lavoro delle donne in Calabria. Su questa strada, la Commissione, presieduta da Antonia Lanucara, ha elaborato e pubblicato un bando per l’imprenditoria femminile che è stato illustrato alla stampa, nei giorni scorsi. Ai giornalisti, Antonia Lanucara ha parlato con voce vibrata.  “Senza lavoro la nostra regione non ha né dignità né libertà. Le donne, in questo quadro, sono le più colpite. Ne è colpita la stessa democrazia, proprio per la forte presenza delle donne tra i disoccupati di tutta la regione”. Nell’aula delle Commissioni di Palazzo Campanella ci sono tutte le testate giornalistiche della Tv e della carta stampata. Presenti anche la consigliera regionale di parità, Maria Stella Ciarletta e le commissarie Serena Multari, Donatella, Mari, Rosanna Imborgia oltre al funzionario della stessa Commissione, Nicosia.
La Commissione Pari opportunità Contenuti, finalità e termini del bando sono  stati illustrati nel dettaglio. Variegata la gamma d’interventi che puntano a valorizzare la leadership femminile nei diversi settori dell’imprenditoria. Dalla bioagricoltura, all’artigianato; dalle strutture fieristiche alle acque minerali e termali; dai parchi regionali alla fruibilità turistica e mercantile; dall’urbanistica alla viabilità e al territorio. Accanto a questi settori, ci sono altri ambiti nei quali le donne possono presentare idee progettuali: le tranvie e le linee automobilistiche regionali collegati alle realtà turistiche; sicurezza sociale e servizi alla famiglia e alla persona; tempo libero, cultura e comunicazione; strutture ludiche per le famiglie; qualità della vita; centri di accoglienza e formazione per le emigrate con scambi di saperi e culture del Mediterraneo; recupero dei vecchi mestieri e realizzazione di prodotti di qualità; turismo sostenibile.
Il 31 luglio è il termine ultimo per la presentazione dei progetti redatti dalle associazioni di categoria, dalle cooperative, dalle società Onlus, dalle associazioni femminili, dai sindacati e dalle imprese private. Il numero di persone da occupare “dovrà essere costituito per il 60% da donne e il piano dovrà essere corredato da un’analisi della presumibile ricaduta occupazionale e sociale nel triennio”. La Commissione “esaminerà i progetti riservandosi di scegliere, a suo insindacabile giudizio, quelli che più saranno riconducibili, non solo alla fattibilità, ma anche e soprattutto alle finalità individuate dal bando”.
“L’imprenditoria calabrese – ha detto Lanucara - può giocare d’attacco, potendo contare su quel valore aggiunto che le donne sanno portare in tutti i settori della vita, con entusiasmo, volontà, tenacia, ed un pizzico di creatività. Ci attiveremo – ha concluso – affinché, sin dalle prossime finanziarie, nazionale e regionale, si individuino risorse adeguate per questo nostro sforzo, nell’ambito di un progetto di rinascita della Calabria, ‘figlia prediletta di questo Governo’ come l’ha definita Romano Prodi”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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