31 maggio 2006    

Un’Autorithy per il patrimonio della Regione (di Roberto Occhiuto*)


Il lavoro svolto dall’Assessorato alle Infrastrutture ed al Patrimonio sui beni immobili della Regione offre, finalmente, grazie anche agli stimoli della Corte dei Conti che in questa direzione si è già da tempo attivata,  l’occasione di fare, aldilà dei facili allarmismi, una riflessione finalmente utile  sul patrimonio della Regione che, fin dall’inizio dell’ VIII  legislatura regionale, sia io che il collega Bruno Censore, presidente del Comitato di controllo, abbiamo avviato. Non solo a parole, ma  attraverso specifiche e ponderate   iniziative ( incontri, conferenze stampa)  e progetti di legge (ben due).  

E’ indubbiamente necessario fare  una mappa  puntale del patrimonio immobiliare regionale, anche perché,  come la stessa Corte ha denunciato, molti beni immobili sono abusivamente utilizzati da privati quando non c’è di mezzo la stessa criminalità organizzata. Il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Occhiuto (Udc)

Altrettanto urgente è, però,  raccordare le iniziative della Giunta, se  si vuole fare risultato e agire con la forza d’urto dell’Istituzione Regione nel suo assieme (Giunta e Consiglio) con quelle formali del Consiglio dove, sull’argomento, sono stati presentati  due disegni di legge, uno  dai colleghi Bruno Censore e Franco  Pacenza e l’altro dal sottoscritto con l’intento preciso d’istituire un’Authority sui beni immobili della Regione.  Tutto ciò perché,  dopo la ricognizione, che costituisce un passaggio preparatorio, occorre che l’iniziativa non sia disgiunta dall’esigenza di valorizzare il patrimonio immobiliare. E valorizzarlo in modo da  renderlo produttivo per il sistema-Calabria, per il rilancio della produttività generale e per offrire una soluzione alle piccole medie imprese che vivono con difficoltà il critico rapporto con le banche. Tema altrettanto spinoso che merita un’attenzione ormai non più sporadica ma compiuta e determinata.  Poiché è vero che la questione meridionale è in buona parte una questione di sottosviluppo contro cui le politiche del credito non svolgono alcuna funzione positiva (a quando un dibattito in Consiglio sul rapporto credito/impresa in Calabria?).    

Proprio perché ho piena  consapevolezza delle grandi potenzialità che possiamo mettere a frutto ripensando al patrimonio immobiliare con la saggezza del buon padre di famiglia, ho presentato, a settembre dello scorso anno, ed è all’ordine del giorno della II Commissione, un progetto di legge che,  mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare, potrà  facilitare l’accesso al credito delle imprese calabresi e, quindi, sostenere lo sviluppo della Calabria.

Per cui, da un lato   occorre colmare la lacuna vistosa della non conoscenza di ciò che appartiene alla Regione (un’autentica vergogna politica e culturale)  e dall’altro -  senza più  indugiare e  qualificando cosi  anche la funzione legislativa del Consiglio e quella di governo della Giunta – è ormai  necessario rendere produttivo il patrimonio immobiliare   non in senso generico.

Bensì vincolando gli utili    alla crescita del sistema produttivo calabrese. Questo è il salto di qualità che ci viene richiesto oggi; questo è il nesso tra una grande negatività (il trascurato patrimonio immobiliare) e un’esigenza importante  (il bisogno di credito da parte delle iniziative economiche) a cui la politica seriamente deve dedicare attenzione. 

La mia proposta,   in sostanza,  è volta a connettere il patrimonio immobiliare della Regione al finanziamento della piccola e media impresa, per rendere produttivo nell’interesse generale il  patrimonio immobiliare.

Il mio  progetto di legge  ha un duplice obiettivo che, vista l’urgenza di svecchiare la Calabria  di  accentuare la competitività delle imprese calabresi, non può più essere più  rinviato: a)  realizzare una concentrazione gestionale e l’ottimizzazione manageriale ed amministrativa  del patrimonio regionale; b)  creare un fondo per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese calabresi che denunciano difficoltà di autofinanziarsi attraverso il sistema bancario alle stesse condizioni praticate nel resto del Paese e che, dopo gli accordi di Basilea sui criteri per l’erogazione del credito, vedranno accentuate le difficoltà.

Mi pare che per orientare i nostri sforzi per un obiettivo che sintetizza più di uno storico  punto debole e ci aiuta a uscire dalle fin troppo inutili tortuosità della politica politicante, oggi ci siano le condizioni giuste.     

* Vicepresidente del Consiglio regionale
 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI