10 marzo 2006    

Frascà: «Occorre incidere nella discriminazione, con le leggi»


“Essere coraggiose ed avere senso di sé. E’ questo l’esempio che Giuditta Levato ci ha lasciato e sul quale dobbiamo andare avanti”.
Ha preso il via da qui l’intervento Liliana Frascà, consigliere regionale e coordinatrice del “Progetto Donna”, al convegno promosso dalla Presidenza del Consiglio regionale per ricordare la figura di Giuditta Levato.
Il tavolo dei relatori al Convegno su Giuditta LevatoLa Frascà è andata oltre, focalizzando il ruolo e la situazione della donna oggi. Ha detto: “Tanti passi avanti sono stati fatti, ma guai ad adagiarsi. Libertà e diritti hanno bisogno di cure continue, perché il problema non è solo conquistare i diritti, ma riuscire a mantenere quelli conquistati. Chi immaginava, per esempio, che la legge 194 potesse essere messa in discussione ed in maniera così subdola? La giornata dell’otto marzo non deve correre il rischio di diventare un rito”.
La Frascà ha invitato a ragionare in modo diverso: “Questa spinta- ha precisato- deve avvenire proprio dalla nostra terra, perché è qui che i problemi di debolezza e di opportunità sono lampanti. La storia ci dice che le leggi hanno cambiato il mondo ed allora diamo il benvenuto a quelle leggi che garantiscono le donne, a costo di innescare infuocati dibattiti, così come sta avvenendo in Spagna. Che ruolo dovrebbe avere il legislatore, se non quello di aprire strade nuove e di far fare un salto in avanti alla società?”.
A proposito di “Progetto Donna”, istituito dalla legge regionale 19 aprile 1995, n.22, per valorizzare la soggettività politica delle donne calabresi, sostenere i diritti e i bisogni e promuovere i percorsi di libertà, la Frascà ha detto: “E’ stata una iniziativa sicuramente apprezzabile. Ma ci chiediamo: come è stata utilizzato ed, allo stato attuale, è adeguato? Le risorse disponibili sono molto esigue: con 100.000 euro non si può certo pensare di fare grandi cose. Ma lavorò ugualmente insieme al Forum delle associazioni femminili per realizzare un percorso costruttivo, individuando le azioni più efficaci”.
Ha concluso così, Liliana Frascà: “Non vorrei che le ragazze calabresi ripercorressero i nostri stessi sentieri. Per loro, mi auguro un sentiero più alto, fatto di certezze e di diritti uguali”.  (C.C). 

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