6 marzo 2006    

Confisca dei beni: «riutilizziamoli a fini sociali» (di Giuseppe Bova*)


«L'istituzione di un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti pubblici coinvolti e l'impegno a rafforzare il ruolo della Regione, cui chiederemo di finanziare puntualmente, con scadenza periodica, il fondo per il recupero e la riutilizzazione a fini sociali dei beni confiscati alla 'ndrangheta». E' questa la proposta formulata dal presidente della Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Bovamassima Assemblea elettiva della Calabria, Giuseppe Bova, nel corso della tavola rotonda sulla confisca dei beni mafiosi, svoltasi stamane nell'aula “Giuditta Levato” di palazzo Tommaso Campanella. «Sono convinto – ha detto – che tutta la Giunta, l’assessore al Bilancio e il Presidente Loiero assumeranno pienamente tale impegno».
L'esigenza di una “strategia a rete” per dare concretezza all'istituto della confisca è stata evidenziata dall'on. Bova, che ha sottolineato la «necessità di migliorare e superare le misure contenute nella legge regionale n. 3 del 2005, che ha previsto lo stanziamento di un milione di euro per il recupero dei beni usciti dal patrimonio delle cosche».
Il presidente del Consiglio regionale ha spiegato anche le procedure legislative per raggiungere l’obiettivo in tempi rapidi: «Prima dell'assestamento del bilancio regionale per il 2006, nella quota libera a disposizione della Regione, dovremo quantificare ed impegnare le somme. Non potremo limitarci a farlo una volta soltanto; occorre rimpinguare periodicamente il fondo: una delle ipotesi è quella di farlo ogni tre esercizi di bilancio”.
Secondo Bova, «il punto debole della criminalità organizzata è rappresentato dai patrimoni illecitamente accumulati, che costituiscono il prodotto finale dell’attività della ‘ndrangheta. Privare le famiglie mafiose delle loro ricchezze significa colpirle così duramente da impedire nuovi investimenti in affari malavitosi. E’ questa la frontiera della lotta alla ‘ndrangheta: forse l’unico modo per estirpare la malapianta». In questo contesto, per il massimo rappresentante dell’Assemblea di palazzo Campanella, «l’auspicio è che il Parlamento che uscirà dalle prossime elezioni non indebolisca, anzi renda più forti le misure messe a disposizione degli apparati dello Stato per i sequestri e le confische». Il presidente Bova ha infine ricordato la positiva esperienza del 1999, «quando la Giunta regionale calabrese fu l’unica ad utilizzare per la sicurezza parte dei Por comunitari, anche attraverso la stipula di un accordo di programma quadro in materia. E’ nel solco tracciato da quel felice esperimento che bisogna riprendere a lavorare».

* Presidente Consiglio regionale Calabria
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