Devoluzione? Non se ne parla neppure. Al Sud, soprattutto, la Devolution di Bossi non va giù perché il Mezzogiorno teme di risultarne penalizzato.
A far schierare la gente contro federalismo e devoluzione ci sono poi altre ragioni. Ad indicarle, questa volta, è un ex parlamentare, l’on. Fortunato Aloi, un reggino con alle spalle un’importante percorso politico.

Aloi, che nel primo Governo Berlusconi è stato anche sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, ha dato alle stampe un’altra sua pubblicazione, “La difesa dell’Unità Nazionale per l’identità italiana”.
Un acuto volumetto che rilegge in chiave essenziale 100 anni della nostra storia unitaria non nascondendo preoccupazioni e perplessità. “La recente approvazione da parte del Senato della legge costituzionale relativa al Federalismo ed alla Devolution, non può non preoccupare chi come me – scrive Natino Aloi – ritiene che il valore dell’unità d’Italia, consacrato attraverso la vicenda risorgimentale, sia oltremodo sacro e non suscettibile di compromessi o baratti legislativi”.
Pubblicato da Pellegrini-editore nel gennaio 2006, il libro condanna la Devoluzione, una scelta che non appartiene alla storia della destra - dal MSI in poi -; e condanna un ordine costituzionale che mette in discussione i valori dell’unità nazionale, che – dice l’autore – costituiscono  il patrimonio storico-morale di un mondo legato ai valori risorgimentali in cui il popolo italiano si è sempre riconosciuto, pagando un alto prezzo.
Leggendo questo libro, si può assaporare l’ampiezza della passione per la storia che anima il prof. Aloi, e la sua assoluta aderenza ad una linea politica mai tradita.
Esponente di primo piano della destra, Aloi non esita ad alzare il tiro contro una destra che sposa la Devolution scordandosi i valori patriottici.
“C’è da attendere – afferma l’ex sottosegretario di Stato – il referendum confermativo. Sarà il giudizio del popolo a dare una risposta alle preoccupazioni di chi teme per l’integrità nazionale”.