7 febbraio 2006    

Il patrimonio immobiliare regionale ai raggi X (di Luisa Lombardo)


Non esiste una mappa completa e puntuale del patrimonio immobiliare della Regione Calabria. Anzi, dati alla mano, “negli archivi documentali, regna un vero e proprio caos circa l’ammontare e la produttività dei beni di cui l’ente è titolare”.
E’ quanto emerge da un’inchiesta avviata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti che, su precisa richiesta, del presidente del Comitato regionale di controllo contabile, Bruno Censore, ha messo sotto la lente d’ingrandimento l’intero patrimonio immobiliare regionale.
Lo stemma ed il gonfalone della Regione CalabriaL’indagine riferisce di “immobili occupati abusivamente da privati, convertiti in costruzioni residenziali, alberghi, ristoranti, bar, impianti sportivi. Ma anche di beni non censiti e quindi non compresi negli inventari, di cui è impossibile pertanto accertare la redditività”.
Scendendo nel dettaglio poi, dal prospetto dell’inventario, risultano assenti gli immobili dell’ex Opera nazionale combattenti, i beni della Cassa per il Mezzogiorno, i fabbricati ex Ciapi. Un lungo elenco in cui mancano tante altre voci, come quella del patrimonio boschivo di cui l’Ente non conosce l’esatta consistenza.
Una situazione che – secondo la Corte dei Conti – “è figlia di una gestione del patrimonio della Regione, del tutto arbitraria e disordinata”. Una situazione alla quale senza indugio occorre porre rimedio attraverso una ricognizione accurata e puntuale dei beni di proprietà della Regione. E’ inammissibile infatti che, in alcuni casi, la Regione ignori addirittura la titolarità di beni che invece le appartengono.
Era stato nei mesi scorsi il presidente del Comitato regionale di controllo contabile, Bruno Censore a sollecitare in tal senso un’indagine conoscitiva a seguito dell’incontro a Catanzaro con il presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Giangiorgio Paleologo. “E’ paradossale – aveva detto in quell’occasione Censore – che nonostante il cospicuo patrimonio regionale, per i canoni degli immobili utilizzati dal Governo regionale, si continuino a spendere all’incirca 12 miliardi di vecchie lire”.
Una corretta gestione del patrimonio indubbiamente potrebbe far entrare molti soldi nelle casse della Regione con positive ricadute per il bilancio dell’ente e con la possibilità di impiegare tali somme in settori produttivi per il rilancio dell’economia calabrese. E proprio in tal senso si sta muovendo la Giunta regionale guidata da Agazio Loiero che, a breve, assegnerà, tramite bando, ad uno staff di esperti giuridici, tecnici ed informatici, il servizio di individuazione, valutazione e catalogazione dei beni patrimoniali per rimettere ordine finalmente nell’intera materia. 

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