7 febbraio 2006    

«Consapevoli del ruolo strategico dell'Università» (di Giuseppe Bova*)


Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria Giuseppe Bova




INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE GIUSEPPE BOVA INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO UNIVERSITA’ MEDITERRANEA 1 FEBBRAIO 2006



Voglio dire, innanzitutto, che condivido le ragioni che hanno motivato la decisione di invitare le diverse istanze della Regione Calabria a presenziare attivamente all’inaugurazione del nuovo anno accademico. Non attraversiamo, infatti, una situazione qualsiasi né come Università, né come Regione, né come sistema Paese. Proprio per questo, nel rispetto pieno delle prerogative e dell’autonomia di ciascuno, è necessario parlarsi, confrontarsi, assumendo ciascuno le difficili responsabilità che i tempi rivendicano con urgenza.
Ascolteremo da qui a poco, con tutta l’attenzione che merita, la prolusione del Chiarissimo Professore Gustavo Zagrebelsky, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che, non a caso, tratta il tema L’università come istituzione.
Abbiamo sentito la relazione del Magnifico Rettore Alessandro Bianchi e annotato le sue valutazioni, a partire da quella in cui, sottolineando una fortissima preoccupazione per le conseguenze della riforma Moratti, si afferma che “siamo più poveri e si sono accentuate terribili disparità”. In questo quadro assume una fortissima valenza la decisione della Conferenza dei Rettori di convocare la Costituente per l’Università, la cui prima sessione si terrà il prossimo 20 febbraio, al fine di richiedere al nuovo Governo, che uscirà dalle prossime elezioni, la convocazione degli Stati generali dell’Università, sulla piattaforma che sarà licenziata dalla Costituente.
La nostra è, come dire, una partecipazione più modesta, più limitata, ma non meno consapevole o meno sentita.
Dentro un processo nuovo, da avviare tra qualche mese senza indugi, che deve riguardare e in profondità l’intero sistema universitario italiano, l’interrogativo per noi, quello cui ci sentiamo direttamente coinvolti, è lo stesso del logo che da qualche anno stimola e accompagna verso l’iscrizione alla “Mediterranea” tanti giovani che hanno concluso il ciclo delle superiori: Studiare a Reggio.
Studiare a Reggio, studiare nelle università calabresi: che opportunità è, quali vere specializzazioni offre, quali sono le prospettive, quali e quanti sbocchi saranno possibili. Ecco le questioni che ci stiamo ponendo a fronte di una situazione che anche nel resto d’Italia si sta aggravando anno dopo anno.
Studiare a Reggio: il tema non è quindi solo quello dell’avvio formale del nuovo anno accademico, ma soprattutto quello della ricerca di prospettive nuove, serie, ponderate, con una forte interrelazione col territorio e le sue istituzioni.
In quest’ambito, parole chiave suggestive, quali Mediterraneo, Europa, debbono inverarsi dentro un reticolo di scelte, progetti, attività, fino a delineare un processo esteso ed assai corposo. Come farlo; a partire da cosa; con quali strumenti, sono tutte questioni davvero all’ordine del giorno.
Noi Regione, noi Consiglio regionale della Calabria, abbiamo scelto di andare in questa direzione, di essere parte attiva di un progetto siffatto.
L’obiettivo è quello di lavorare perché la nostra regione diventi un sistema locale aperto, moderno, competitivo, che non imiti altre esperienze, che poggi su una identità peculiare, su produzioni e servizi di eccellenza, che abbiano davvero nella conoscenza il loro valore aggiunto.
Tutto questo avendo come stella polare due postulati: garantire diritti forti a chi è più debole, offrire opportunità vere a chiunque abbia talento.
Proprio a tal fine, nel nuovo Statuto, nella Parte I, riferita a principi e valori, abbiamo scritto che “la Regione ispira in particolare la sua azione al raggiungimento dei seguenti obiettivi”, innanzitutto “la promozione di un sistema di istruzione e formazione volto ad assicurare maggiori opportunità personali di crescita culturale, sociale, civile”.
E’ in atto un impegno concreto perché nulla rimanga a livello di enunciazioni di principio.
Al contempo, per accompagnare e tradurre in calabrese la riforma del Titolo V, Parte II, della Costituzione, da un lato, è stato avviato un processo di ampio decentramento delle funzioni di gestione, dall’altro, è in atto uno sforzo per superare l’idea di Regione come triangolo chiuso e limitato a Presidente, Giunta, Consiglio regionale, per affermarne una nuova, reticolare, che veda interagire il Consiglio delle Autonomie, quello dell’Economia e del Lavoro, il Comitato regionale per le Comunicazioni, la Commissione Pari Opportunità, la Consulta delle Garanzie, le autonomie funzionali.
Insomma, una Regione che introduca pensieri lunghi nell’agire politico istituzionale.
E’ davvero un’impresa. Tutto sarebbe stato assai difficile anche in una condizione di normalità. Ma non è questa la condizione calabrese; un’emergenza dietro l’altra che non consentono pause, che non ti lasciano respirare, e poi quella davvero terribile della mafia, della ‘ndrangheta, che il 16 ottobre scorso, uccidendo il Vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno, ha lanciato la sfida mortale che in Calabria non si governa né contro, né senza la ‘ndrangheta.
C’era da rimanere annichiliti. Ma noi abbiamo saputo reagire, rispondendo immediatamente com’era necessario, come si doveva.
Ci ha aiutati Ciampi, il Presidente, con la sua presenza, con il suo sostegno.
Abbiamo chiesto allo Stato più sicurezza, più intelligence, più indagini patrimoniali; infine, indagini e processi in grado di individuare e colpire i responsabili di tanti delitti efferati ad oggi impuniti.
Ci siamo rimboccati le maniche. Con gli studenti di Locri, che hanno colpito l’immaginario non solo italiano, abbiamo discusso, ci siamo confrontati sin dal primo momento.
Studiare a Reggio, recita il logo che chiama a iscriversi a questa Università; essere giovani, vivere e studiare nelle scuole di Reggio, di Locri, di Gioia Tauro, come fare perché le scuole delle nostre realtà diventino un luogo sicuro, offrano un sistema di insegnamento efficace, siano centri di effettiva socializzazione, sono state le domande che ci siamo posti.
Oggi a Locri c’è un nuovo centro di aggregazione giovanile, un forum, proprio in quel palazzo Nieddu dove è stato ucciso Franco Fortugno. Si chiama Fo.re.ver., “per sempre” in inglese; al contempo, è l’acronimo di “Forum per la resistenza e la verità”.
Abbiamo approvato in Consiglio regionale un progetto d’urto che prevede, tra l’altro, la realizzazione di una città degli studi a Locri, di master finalizzati alla pubblica amministrazione per i laureati più meritevoli di quell’area, un progetto di risanamento e di riqualificazione dei centri storici della Locride.
Come vedete, la “Mediterranea”, i suoi laureati ci stanno dentro a pieno titolo.
Ma oggi il tema è il nuovo anno accademico, il futuro di questa Università: ci stiamo misurando ormai da tempo su temi quali l’Area metropolitana dello Stretto o, ancora, la stessa area rispetto alle prospettive del libero scambio nel Mediterraneo a partire dal 2010. Così sul ruolo per gli anni futuri del porto di Gioia Tauro. Infine, tra poco meno di 36 mesi saranno cento anni dal terribile evento che ha distrutto nel 1908 Reggio e Messina. Oggi saremmo anche noi qui in grado, come i giapponesi, di affrontare simili eventi, limitando i danni alle strutture fisiche, eliminando o quasi il rischio per le vite umane.
In questo quadro il nuovo ruolo della “Mediterranea”, le opportunità che potranno derivare dall’agire autonomo, forte ora anche dello strumento Fondazione.
Si tratta, come è evidente, di progetti per cui vale la pena di impegnarsi.
Cominciando, a partire da subito, dalla realizzazione, qui a Reggio, di un Osservatorio sulla Comunicazione nel Mediterraneo. Basta poco per avviarlo. Una rivista quadrimestrale; un evento da realizzare ogni anno a Reggio; la condivisione del progetto, assieme al Consiglio regionale, da parte della “Mediterranea”, dell’Università per Stranieri e dell’Ordine nazionale dei Giornalisti. Noi siamo pronti.
Può essere un piccolo pezzo del futuro di cui abbiamo parlato.
Con questo spirito vi chiediamo di accogliere il nostro saluto e il nostro impegno per il nuovo anno accademico 2005/2006 e, naturalmente, per gli anni che verranno.


* Presidente Consiglio regionale Calabria
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