25 gennaio 2006    

L'attualità del messaggio di Tommaso Campanella (di Cristina Cortese)


Dal 20 gennaio 2006, nella sala di accoglienza del Consiglio regionale, c’è una immagine che non può più sfuggire all’occhio, che sarà, per ogni visitatore, il primo impatto. Il Presidente Giuseppe Bova ed il pittore Andrea Valere davanti al dipinto raffigurante Fra' Tommaso CampanellaL’immagine è quella di Tommaso Campanella (cui, per volontà popolare, è stata intitolata la sede dell’Assemblea legislativa), ritratto dal pittore reggino, Andrea Valere, più che mai vigoroso ed austero. Il quadro fa bella mostra di se nella grande parete dell’androne della sede legislativa ed è l’omaggio al filosofo di Stilo, con cui il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, ha dato il via alla cerimonia di inaugurazione dell’anno consiliare. I saldi principi morali e la passione civile di Campanella, che ha fatto della conoscenza la leva per cambiare il mondo, riecheggiano forti mentre dalle parole del Presidente Bova, circondato da tante autorità, parte idealmente il nuovo anno legislativo. Un momento di alta rilevanza istituzionale, che s’incrocia con il fatto artistico. Il pittore reggino suggella la sua ricerca febbrile ed appassionata, ritraendo il filosofo di Stilo austero, magnetico e imponente. I tratti anatomici del viso, il mento pronunciato si esaltano negli scuri e meridionali occhi espressivi e penetrano lo sguardo dell’osservatore, quasi “intimorito”. Sono trattati velocemente, con pennellate grasse e grosse. Valere coglie Tommaso Campanella, trentenne, in convento, prima della congiura da lui ordita contro il dominio spagnolo, dopo aver appuntato un pensiero. Gli occhi penetranti e comunicativi dipinti di getto, “alla prima”, lanciano all’osservatore il messaggio che solo la conoscenza fa grande l’uomo da qualsiasi terra provenga. E proprio negli occhi, nelle mani, nei tratti, nella forte personalità del nostro filosofo, “che diventano un tutt’uno con la ‘casa dei calabresi’, il Presidente Bova invita a cogliere quell’impegno che ha visto Campanella denunciare i tre mali estremi, tirannide, sofismi e ipocrisia e che si rinnova di fronte ai problemi della società. Questa lezione- spiega Bova- il Consiglio regionale, che ha scritto regole nuove, dallo Statuto al Regolamento, continuerà a studiarla ogni giorno, guardando negli occhi Tommaso Campanella, tenendo fermi il suo monito ed il suo incitamento”.
Così, il messaggio del pensatore della Città del Sole, dal sedicesimo secolo ad oggi, è più vivo che mai. 

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